201) Io Sono Libero

io sono libero

Caro Libero
Non so se dove si trova adesso desideri possedere TV, e soprattutto dubito abbia interesse ad accenderla. Eppure mi sento in dovere di scrivere questa breve lettera come Lei fece venticinque anni fa per lanciare il suo grido rabbioso di libertà in una Sicilia incapace di ribellarsi al giogo e ricatto mafioso.
Lei è stato un uomo normale, un imprenditore costretto a diventare un eroe e un martire nel colpevole silenzio della società civile siciliana. Da siciliano oggi provo vergogna e amarezza per questa nostra grave colpa.
Si, Libero, l’abbiamo lasciata sola a combattere una guerra che non voleva combattere. Voleva solo continuare a fare l’imprenditore con dignità. Non ha voluto rinunciare ai suoi valori e principi a costo della vita.
Il tempo è Galantuomo mi diceva sempre mio padre e dopo venticinque anni la Sicilia, l’Italia hanno deciso di ridarle un briciolo di quella dignità e Onore dedicandole la prima serata su Rai Uno. Non è sufficiente ovviamente per farla tornare tra noi, né per compensare il dolore che sua moglie e i suoi figli hanno provato.
Palermo la lasciò solo, la derise, i suoi colleghi industriali la descrissero come un paranoico, la magistratura stessa nelle vesti del giudice catanese Luigi Russo scrisse una sentenza che di fatto legalizzava e giustificava il pizzo.
Libero ha creduto nello Stato, nella legalità e nel diritto di fare impresa senza mai piegarsi. Ci ha donato unna lezione di una semplicità e nello stesso tempo di forza che ancora oggi pochi sarebbero capaci di emulare.
Stasera mentre guardavo la docu fiction “Io Sono Libero” riflettevo come la mia amata Sicilia sia rimasta gattopardesca nell’essere vittima e carnefice allo stesso tempo.
Se fosse ancora vivo lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra quasi certamente leggendo la sua storia trarrebbe ispirazione per scrivere una nuova versione del suo Don Chisciotte. Purtroppo la sua storia è talmente tragicamente vera da superare ogni talento letterario.
La TV ha tanti limiti, vizi ma spero che stasera vedendo questo programma abbia dato alle nuove generazioni la possibilità di conoscere un uomo perbene e onesto e ai più anziani di farsi un esame di coscienza e di riflettere sui tanti errori commessi.
Vedere le immagini di repertorio, ascoltare le sue parole secce, precise e dure mi hanno scosso e colpito molto.
Non era facile per qualsiasi artista competere con la sua abilità oratoria e orgoglio, eppure Alessio Vassallo, Stella Egitto, Adriano Chiaramida sono stati bravi e intensi in questo arduo compito di raccontare e far rivivere allo spettatore i suoi ultimi amari, tristi e tenaci mesi di vita.
È stato Libero di nome e nella vita fino all’ultimo e il suo sommo sacrificio ha regalato a questa sciagurata terra il germoglio di speranza per una società diversa e forse migliore.
Non saprei che cosa aggiungere, caro Libero, se non grazie di tutto e scusaci se non siamo stati alla tua altezza di uomo onesto e coraggioso.

200) Jason Bourne

matt

Il biglietto d’acquistare per “Jason Bourne” è: 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre.

“Jason Bourne” è un film del 2016 diretto da Paul Greengrass, scritto da Matt  Damon,Paul Greengrass,Christopher Rouse , con: Matt Damon,Alicia Vikander,Julia Stiles,Tommy Lee Jones,Vincent Cassel.

L’estate cinematografica 2016 è segnata dal ritorno sul grande schermo di alcune delle saghe più amate e seguite degli ultimi decenni. Non poteva mancare il quinto episodio della saga di Jason Bourne, interpretato da Matt Damon, ovvero la versione 3.0 dello Smemorato di Collegno.
Solo che, in questo, lo Smemorato, per lo spettatore poco addentro alla saga, è un killer spietato e super addestrato dalla Cia per combattere il pericolo terrorismo.
La prima domanda spontanea che suscita la visione di Jason Bourne è – era necessario un nuovo episodio? -.
Probabilmente no, ma è chiaro che i fan, e soprattutto i produttori pensando ai lauti incassi, siano di parere contrario.
Jason Bourne non presenta nuovi e interessanti approfondimenti della trama e non regala veri colpi di scena riguardo al passato del protagonista. Semmai, mette a fuoco alcuni particolari della vita privata dello Smemorato e di come sia diventato tale e per mano di chi.
Jason Bourne è il film ideale per chi ama il genere in prevalgono le scene d’inseguimento forsennato in auto e i combattimenti corpo a corpo. continua su

https://mygenerationweb.it/201607283257/articoli/palcoscenico/cinema/3257-anteprima-jason-bourne-e-tornato-ancora-una-volta

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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199) La via del male (Robert Galbraith)

strike

“La via del male” è un romanzo di Robert Galbraith (pseudonimo della scrittrice inglese J.K. Rowling) e pubblicato in Italia nel maggio 2016 da Salani Editore.
Pur non essendo un lettore di grande esperienza mi vanto di aver un discreto fiuto nell’individuare scrittori e romanzi che abbiano delle potenzialità e destinati a diventare nel tempo dei cult per i fan. Così è stato nel 2014 quando lessi il primo romanzo di Robert Galbraith (Il richiamo del Cuculo) sottolineando come ci fosse dell’ottimo materiale per una trasposizione televisiva o cinematografica. È di qualche mese l’annuncio della prossima realizzazione di una serie Tv ispirata ai casi dell’investigatore privato Coroman Strike.
Oggi voglio spingermi ancora più avanti con le mie previsioni e mi permetto di scrivere che le avventure di Strike e della sua bella e tenace socia Robin supereranno anche le magie di Harry Potter.
Sì, perché J. K Rowling sembra essere nata per scrivere romanzi gialli. Nato per gioco il suo alter ego Galbraith ha da subito conquistato i lettori e meritandosi con il personaggio di Strike un ruolo importante nel Pantheon dei commissari e affini.
“La via del male” è il terzo libro della saga Strike e senza dubbio segna un salto in avanti sul piano dello stile e soprattutto della qualità narrativa.
È il punto di rottura da un esercizio di scrittura dell’autrice inglese alla consapevolezza di essere una scrittrice poliedrica oltre che di acclamato talento.
La Rowling con questo terzo libro allarga l’orizzonte della storia presentando in maniera efficace e avvincente il passato di Coroman Strike e di Robin facendo entrare il lettore in una storia in cui i colpi di scena si susseguono quasi in ogni pagina.
Strike dopo aver ottenuto popolarità e fama per aver risolto brillantemente due casi, si trova sulla difensiva quando un misterioso e feroce assassinio manda a Robin pezzi di cadavere di giovane donne. Strike è costretto ad aprire l’armadio e ad uscire tutti i suoi scheletri davvero inquietanti e paurosi.
È un romanzo in cui non mancano scene cruente, sanguinose e drammatiche eppure la lettura resta sempre fluida, diretta e avvolgente.
La struttura narrativa ben costruita e sviluppata inchioda il lettore alla lettura senza fargli mai abbassare l’attenzione e interesse dovendo seguire più sotto storie, tutte intese e di fatto collegate dal filo rosso dell’odio contro Coroman Strike.
La coppia Strike-Robin si conferma perfetta nelle loro diversità, capaci di completarsi a vicenda e di essere in momenti diversi l’uno ispirazione dell’altro.
Forse il finale è la parte meno riuscita del romanzo risultando frettolosa rispetto al lavoro di costruzione psicologica dei molti personaggi e di pathos narrativo dell’atmosfera fatto nelle pagine precedenti, ma resta sempre una conclusione ad effetto in cui non manca una divertente e fresca scena romantica.
Il lettore terminato di leggere il librò sarà costretto a una doppia attesa: un nuovo libro da divorare e magari una bella serie Tv da gustarsi nelle sere d’inverno.

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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198) Diritto di uccidere

diritto

Il biglietto da acquistare per “Diritto di uccidere” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

Un film di Gavin Hood. Con Helen Mirren, Aaron Paul, Alan Rickman, Iain Glen, Barkhad Abdi. Drammatico, 102’. 2015.

Fino a che punto sono tollerabili i cosiddetti “danni collaterali”, ad esempio l’uccisione di donne e bambini durante un attacco preventivo contro una cellula terroristica? La morte di un innocente siriano o iracheno è un prezzo accettabile, se questo significa salvare centinaia di persone in Europa?

Sono domande a cui è difficile dare una risposta senza rischiare di risultare cinici e amorali. Eppure, dopo l’11 settembre, il concetto stesso di guerra è cambiato, così come il “nemico”, che non si identifica più con un singolo Stato. Oggi si combatte raramente con l’esercito di terra tradizionale, e si preferisce affidarsi ai droni e alle armi tecnologiche.

La pellicola “Good Kill” con Ethan Hawke (leggi la recensione), uscita qualche mesa fa, raccontava la storia di un pilota di droni, evidenziando come i traumi e lo stress siano possibili anche se si combatte lontano migliaia di chilometri dal fronte.

“Diritto di uccidere” ricalca in parte la struttura del film americano, anche se stavolta la prospettiva è inglese. Al posto di comando troviamo il colonnello Katherine Powell (Mirren), impegnata a guidare un’operazione internazionale congiunta tra Gran Bretagna e Stati Uniti volta a fermare una pericolosa cellula terroristica.

La novità interessante nella sceneggiatura si trova nella seconda parte del film, quando lo spettatore si trova davanti a un kafkiano dibattito etico-legale sull’asse Londra-Washington. Ogni azione militare deve infatti avere una copertura giuridica adeguata, affinché Ministri e uomini politici possano difendere con sicurezza davanti all’opinione pubblica la scelta che hanno preso. continua su

Al cinema: Il diritto di uccidere

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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197) Torno da mia madre

torno da mia madre

Il biglietto d’acquistare per “Torno da Mia Madre” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre.

Torno da Mia Madre è un film del 2016 diretto da Eric Lavaine, scritto da Erc Lavaine e Hector Cabello Reyes, con Alexandra Lamy, Josiane Balasko, Mathilde Seigner, Philippe Lefebvre, Jerome Commander, Cecile Rebboah, Dider Flamand.

La crisi economica ha creato enormi disagi a livello sociale, politico e, soprattutto, gravi lutti e tragedie nelle famiglie di chi perso il posto di lavoro.
La crisi ha però dato il via a un altro curioso e, nello stesso tempo, drammatico fenomeno, l’inizio della “generazione boomerang”, composta di uomini e donne di quarant’anni che, trovandosi improvvisamente senza lavoro e casa, si trova costretta a ritornare dai genitori.
Si tratta di un fenomeno tristemente diffuso in Europa e, solo in Francia, sono 410mila gli elementi che si stima compongano questa generazione.
Un numero di per sé tanto enorme e degno di riflessione porta il regista e autore Eric Lavaine a farne lo spunto narrativo del suo nuovo film. Stephaine (Lamy) è un architetto, disoccupata e divorziata si ritrova a dover tornare a vivere con la vitale e arzilla madre Jacqueline (Balasko).
È l’inizio di una convivenza forzata in cui le due donne sono costrette a rinunciare ai rispettivi spazi vitali e, soprattutto, per Jacqueline alla sua movimentata e inaspettata vita sentimentale.
Stephaine cerca di trovare inutilmente un nuovo lavoro, da una parte, e dall’altra si ritrova a confrontarsi e soprattutto a litigare con i due fratelli Nicolas e Carole sull’eredità morale ed economica del defunto padre.
Torno da mia madre è un film a trazione familiare in cui lo spettatore assiste a dinamiche e conflitti di una tipica e tradizionale famiglia d’Oltralpe, che invero potrebbe essere anche italiana o spagnola. continua su

https://www.mygenerationweb.it/201608253288/articoli/palcoscenico/cinema/3288-anteprime-estive-torno-da-mia-madre

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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196) Escobar

escobar

Il biglietto d’acquistare per “Escobar” è  : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre.

Escobar” è un film del 2014 scritto e diretto da Andrea Di Stefano con:Benicio Del Toro, Josh Hutcherson, Claudia Traisac.

Chi è Pablo Escobar? Un criminale? Un feroce e spietato terrorista? Un pericoloso narcotrafficante? O è anche un affettuoso padre di famiglia e un devoto marito?

Come tutte le personalità forti e controverse, Pablo Escobar è stato tutto questo e nello stesso il suo contrario. In Colombia tra la fine degli anni Ottanta e inizio degli Anni Novanta si è combattuta una cruenta e tragica guerra civile tra lo Stato e gli uomini fedeli a Escobar per stabilire chi governasse nel Paese. Dal punto di vista italico potremmo paragonare le vicende di Escobar a quelle di Toto Riina e Provenzano, ma sarebbe un errore sociale e politico. Infatti, i mafiosi siciliani hanno scelto di governare nell’ombra e di spargere terrore e sangue contro chi si opponeva ai loro voleri. Pablo Escobar è stato per un periodo anche senatore della Colombia rappresentando milioni di poveri e disperati colombiani. Per le fasce più disagiate e incolte di colombiani, Pablo Escobar era e resta una persona stimabile, temibile e da rispettare. Poco importa che abbia mosso guerra allo Stato colombiano e sia il responsabile di efferate stragi e abbia controllato mercato della droga.
Andrea Di Stefano, all’esordio come regista e autore, ha voluto cimentarsi in una sfida difficile e affascinante nel raccontare il lato più privato del noto criminale costruendo una storia a metà strada tra fiction e verità.
L’escamotage narrativo per introdurre lo spettatore nel mondo di Escobar (Del Toro) è stato quello di creare il personaggio di Nick (Hitcherson) giovane surfista canadese che insieme al fratello ha deciso di vivere in Colombia aprendo un ristorante sulla spiaggia. Nick conosce per caso la bella Maria (Traisac) e se innamora immediatamente. Ha inizio così una delicata e dolce storia d’amore con la ragazza, che oltre essere una persona impegnata nel sociale è anche nipote di Pablo Escobar.
Per amore di Maria Nick accetta di lavorare per lo zio e, di fatto, entrando riluttante negli affari di famiglia che ben presto si riveleranno illeciti e sanguinari. Lo stesso Escobar decide d’aiutare, a modo suo, il fratello di Nick ricattato da alcuni piccoli criminali locali.
La prima parte del racconto sebbene lineare e diretta fatichi ad avere un grande ritmo e coinvolgere più di tanto lo spettatore essendo centrata sull’elemento romantico della giovane coppia che decide di iniziare una vita insieme. continua su

http://www.nuoveedizionibohemien.it/index.php/appuntamento-al-cinema-escobar/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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195) L’Era Glaciale – In Rotta di Collisione

l'era glaciale

Il biglietto da acquistare per “L’era glaciale – In rotta di collisione” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto (con riserva); 5)Sempre.

Un film di Mike Thurmeier, Galen T. Chu. Con le voci di Claudio Bisio, Pino Insegno, Lee Ryan, Massimo Giuliani, Filippo Timi, Isabelle Adriani, Roberta Lanfranchi, Hong-hu Ada. Animazione, 99′. 2016.

La genesi dell’universo e la nascita della vita sono da sempre oggetto di studio da parte di scienziati, astronomi, filosofi, uomini di fede che confrontano, anche con toni accesi, posizioni, simulazioni e schemi differenti.

L’universo come lo conosciamo è frutto del Big Bang, oppure è il segno originario dell’esistenza di Dio? Tranquilli, non vogliamo annoiarvi con una lezione scientifico-religiosa, semmai proporvi una soluzione alternativa all’ancestrale dilemma.

E se l’universo e le sue trasformazioni fossero legati alle azioni di un singolo essere, uno scoiattolo, per l’esattezza, che inseguendo una ghianda scatena reazioni a catena? Impossibile? Scientificamente forse sì, ma il bello dei film d’animazione è proprio quello di non conoscere limiti.

Il nuovo episodio della fortunata saga “L’era glaciale” mostra Scrat, sulle tracce del suo frutto sfuggente, finire in una nave spaziale imprigionata nei ghiacciai e iniziare poi un viaggio nell’universo che provoca mutamenti imprevisti nel cosmo, che culminano nella comparsa di un meteorite diretto verso la Terra.

La scomparsa dei dinosauri, insomma, è stata originata da uno sbaglio. Per evitare che il destino distruttivo si compia, i nostri eroi si impegneranno in un’avventura a metà strada tra “Star Trek” e “2001 Odissea nello spazio”.

Nel quinto capitolo dell’Era glaciale ritroviamo i personaggi più amati, impegnati a trovare loro stessi e soprattutto a evitare l’estinzione guidati dal geniale furetto Buck. Il mammut Manny è anche inquadrato nel suo ruolo di padre geloso, tutt’altro che felice che la figlia Pesca si sposi, così da generare una sotto-storia che affronta l’annoso problema della crescita e del distacco dai genitori.

Il film è nel complesso godibile, ben scritto, a tratti divertente, con begli effetti speciali e una serie di omaggi cinematografiche che soddisferanno i palati cinefili più raffinati. continua su

Al cinema: L’era glaciale – In rotta di collisione

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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194) Paradise Beach – Dentro L’Incubo

paradise beach

Il biglietto d’acquistare per “Paradise Beach –Dentro L’incubo” è : 1) Neanche Regalato 2) Omaggio (Con Riserva) 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre.

Paradise Beach – Dentro l’Incubo è un film diretto da Jaume Collet-Serra, scritto da Anthony Jaswinski, con : Blake Lively.

Esistono due tipologie di bellezze. La prima è di una donna: effimera, breve, illusoria quanto avvolgente e suadente. La seconda è di Madre Natura: potente, forte, eterna, magica e nello stesso feroce e devastante.
È possibile mettere a confronto le due tipologie e magari osservarle sfidarsi a duello?
Sulla carta la prima non avrebbe chance di vittoria con la seconda. L’uomo però ha il dono dell’intelligenza e un innato senso di sopravvivenza e, mischiando questi due elementi, forse il risultato potrebbe non essere scontato.
Paradise Beach è dunque il duello tra la bellezza angelica e ipnotica di Blake Lively, nel ruolo di Nancy, giovane studentessa di medicina che, dopo aver perso la madre per un brutto male, decide di mollare tutto e volare in Messico a fare surf in una spiaggia da sogno, e Madre Natura, che in apparenza sembra magnifica, pacifica e accogliente e invece si scopre sanguinaria, quando nel limpido e calmo mare appare un affamato e pericoloso squalo.
Aggredita e ferita quasi mortalmente dallo squalo, Nancy riesce a rifugiarsi su un piccolo scoglio in mezzo al mare e a organizzarsi per la strenua lotta.
Lo so, i puristi e soprattutto i fan della saga de Lo squalo saranno già pronti a protestare contro questa versione 3.0 del loro mostro acquatico preferito.
Paradise Beach è, dal punto di vista drammaturgico, una brutta e sbiadita copia de Lo Squalo e segue una strada già scritta e conosciuta dai cultori del genere. Eppure il film ha un suo perché da un punto di vista visivo, soprattutto per i fan che possono ammirare e gustarsi Blake Lively in tutto il suo splendore e fascino. Blake ha il dono di tenere la scena e di bucare lo schermo, trattenendo lo spettatore fino alla fine della proiezione. continua su

https://www.mygenerationweb.it/201608193287/articoli/palcoscenico/cinema/3287-anteprime-estive-paradise-beach-dentro-l-incubo

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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193) Io prima di te

libro

Il biglietto d’acquistare per “Io prima di te” è: 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto(Con riserva) 5) Sempre.

“Io prima di te” è un film del 2016 diretto da Thea Sharrock, scritto da Jo Jo Moyes, tratto dall’omonimo romanzo di JoJo Moyes, con . Emilia Clarke, Sam Claflin, Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby, Janet McTeer.
Inizia la nuova stagione cinematografica con le prime e immancabili anteprime nazionali e il vostro cronista sfidando la calura estiva non ha resistito alla curiosità di vedere l’atteso”Io prima di te” tratto dall’acclamato bestseller di JoJo Moyes.
Togliamoci subito il dente, sebbene la scrittrice inglese sia anche la sceneggiatrice della pellicola, la trasposizione cinematografica del romanzo non ha la stessa forza e impatto emotivo del romanzo.
Le necessità commerciali hanno, infatti, prevalso sul messaggio forte principale del libro riducendone l’entità e imponendo una versione più soft e edulcorata.
Il tema della”dolce morte” divide e provoca discussioni e polemiche tra laici e credenti e non era facile introdurlo in una commedia romantica.
Il maggiore pregio del romanzo della Moyes è di aver inserito questo scottante tema all’interno di una bella, pulita e toccante storia d’amore tra due giovani, senza subire l’influenza di “50 Sfumature” e affini.
La sceneggiatrice Moyes rispetto all’autrice del romanzo compie delle modifiche narrative dando al personaggio di Luisa (Clarke) il vero ruolo di protagonista del film e invece confinando il personaggio di Willi (Clafin) a un ruolo di comprimario di lusso.
Se nel romanzo, è bello e divertente, leggere come la coppia si scambi continuamente ruolo di Pigmalione e allievo passando dall’iniziale antipatia e diffidenza all’amicizia e infine all’amore, nel film invece lo spettatore assiste a una prima parte fresca e frizzante in cui la coppia Clarke-Cfalin si dimostra a loro agio nel punzecchiarsi e soprattutto facendo uscire fuori il lato comico e brillante dell’attrice inglese capace di conquistare la scena con la sua fisicità e capacità di reggere i primi piani.
Non è una classica commedia romantica bensì è la storia di una reciproca crescita emotiva e umana dei due protagonisti diversi per cultura e classe sociale, ma che il destino ha unito facendo trovare l’uno nell’altro un sostegno e soprattutto calore. continua su

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Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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192) New York Academy

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Il biglietto da acquistare per “New York Academy” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

Un film di Michael Damian. Con Keenan Kampa, Nicholas Galitzine, Sonoya Mizuno, Jane Seymour, Paul Freman. Drammatico, 97′. 20116.

Diventare cantanti, ballerini o musicisti è sempre stato uno dei sogni più diffusi tra i giovani. Oggi, anche sull’onda del successo di programmi tv e talent, la strada sembra essere meno accidentata, ma in realtà quello dell’artista è un mestiere estremamente complicato, che è difficile pensare di intraprendere senza una solida preparazione alle spalle. Per questo esistono in tutto il mondo scuole e accademie, alcune anche molto prestigiose.

Il cinema e la televisione hanno dimostrato di saper cogliere le potenzialità della commedia/dramma artistico. In origine fu la serie “Fame – Saranno famosi”, adesso c’è solo l’imbarazzo della scelta. Di film che raccontano sogni, speranze e delusioni di ragazzi talentuosi ne sono usciti parecchi – da “Save the last dance” con Julia Stiles ai vari “Step up”.

“New York Academy” di Michael Damian è l’ultimo nato della categoria, una sorta di favola moderna con protagonista Ruby (Kampa), talentuosa danzatrice che arriva a New York per coronare il sogno di una vita: entrare in una prestigiosa accademia di danza. Tra una lezione e l’altra Ruby avrà modo di farsi degli amici e anche di iniziare una storia d’amore con il violinista inglese Johnnie (Galitzine), artista di talento con un passato difficile.

I due uniranno le forze per realizzare i propri sogni, partecipando insieme a un concorso di musica e danza dove presenteranno uno show molto creativo, insieme ad alcuni danzatori di strada. continua su

Al cinema: New York Academy

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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