107) The Boys

“The Boys”è una serie ideata da Eric Kripke, Evan Goldberg e Seth Rogen. Con Karl Urban, Elisabeth Shue, Erin Moriarty, Antony Starr, Dominique McElligott, Jessie Usher, Chace Crawford, Nathan Mitchell, Laz Alonso. Fantascienza. USA. 2019-in produzione

Sinossi:

Un anti-superhero drama, basato sull’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, prodotto da Amazon Prime Video. Non è credibile che i supereroi siano tutti buoni e di nobili intenzioni. Cosa succederebbe, dunque, se usassero i propri poteri e il proprio status per corrompere le autorità, scendere a patti con aziende di poco rispetto o perpetrare abusi di ogni tipo? Servirebbe qualcuno per tenerli a bada. Ed è qui che entrano in gioco i Boys, un gruppo di guardiani riunitisi per contrastare i Seven, i sette supereroi pagati dall’agenzia multimiliardaria Vought International.

Recensione:

È possibile, oggi, immaginare una serie tv con protagonisti supereroi che non siano targati Marvel o DC? E in caso a qualche creativo visionario venisse l’idea vincente, ci sarebbe una casa di produzione pronta a rischiare e investire nel progetto? La risposta immediata sarebbe un sonoro: no! Ma oggigiorno mai fare i conti senza Amazon…

“The Boys”, la nuova serie di Prime Video in otto episodi, incarna alla perfezione i principi cardine della sua azienda produttrice – fiducia nella “follia creativa” e lungimiranza imprenditoriale -, e lo fa portando avanti una satira beffarda verso l’universo “classico” dei supereroi.

L’idea di partenza è presto detta: possibile che tutti gli individui dotati di poteri straordinari siano buoni, dediti alla giustizia, incorruttibili, come ci hanno insegnato a pensare i cinecomic Marvel e DC? No, caro lettore, non è possibile. Ecco allora che nella serie vediamo “salvatori del pianeta” come non ne avevamo mai visti: avidi, vanesi, creudeli, vendicativi, viziosi. continua su

“The boys”: una serie scifi che aggiorna l’immagine dei supereroi

106) Falso in Bilancia (Selvaggia Lucarelli)

“Falso in Bilancia” è un romanzo scritto da Selvaggia Lucarelli e pubblicato nel Luglio 2019 da Rizzoli Editore.

Sinossi:
Questa cosa di nascere affamati è una maledizione mica da poco. Io mi immagino il Sommo Creatore del Metabolismo che con sadico, casuale cinismo distribuisce culo e dannazioni metaboliche a tutti noi prima di nascere. “Tu mangerai quel che vuoi senza ingrassare”, “Tu nascerai già chiatto di costituzione e resterai chiatto con tutte le diete del mondo” e infine: “Tu invece nascerai magro ma avrai una fame eterna e se vorrai rimanere magro dovrai resistere giorno dopo giorno, quindi tanti saluti e buona vita! Cosa succede se in gravidanza ingrassi di venti chili e il tuo ginecologo (insieme a una stramaledetta bilancia professionale) si trasforma nel nemico numero uno? E se hai una mamma che ti nutre a verdura e poco più perché a lei il cibo non interessa e che a un certo punto decide di fare lo sciopero della fame per solidarietà con Pannella? Cosa accade se la tua migliore amica ti dà della grassona per errore (suo) o se, a quarant’anni, ti fidanzi con un cuoco che vuole viziarti in ogni momento con succulenti manicaretti? Ecco, succede quello che Selvaggia ci racconta in questo spassosissimo libro, dove si confessa e ci mostra la realtà che (quasi) tutti noi viviamo costantemente: il conflitto con il nostro peso e con l’immagine che rappresenta in questa società che tenta incessantemente di condizionarci. Contando sul fatto che siamo tutti accomunati dallo stesso miraggio: quello che un giorno potremo scegliere un super potere che non sarà l’invisibilità, o passare attraverso i muri o volare. Sceglieremo di mangiare senza ingrassare. Convinti che il nostro sogno prima o poi si avvererà.
Recensione:
“… Felicità
è un bicchiere di vino con un panino
la felicità”
Parafrasando una strofa della popolare canzone cantata dalla coppia Albano e Romina, possiamo senza dubbio affermare che Selvaggia Lucarelli con il suo divertente, ironico e sincero nuovo romanzo “Falso in Bilancia” firma il manifesto letterario/esistenziale del movimento silenzioso quanto numeroso” Affamati del mondo, Uniamoci!”.
“Falso in Bilancia” è la schietta quanto profonda auto analisi alimentare in cui l’autrice confessa la propria insofferenza nei confronti di qualsiasi tipo di dieta rivendicando il diritto alle sane “abbuffate”
Selvaggia Lucarelli dà voce a tante donne costrette a nascondere e sopprimere i propri desideri culinari per non sentirsi escluse da una società stupidamente costruita sull’apparenza e sull’idea che la magrezza sia sinonimo di bellezza e fascino.
“Falso in bilancia” affronta temi delicati, spinosi e controversi con uno stile semplice, diretto apparentemente “frivolo” ma in vero portatore di verità scomode e critiche dure e spietate su un sistema contradittorio e fuorviante.
Selvaggia Lucarelli apre le porte del proprio frigorifero oltre che dell’anima al lettore alternando sorrisi e riflessioni rendendolo partecipe di aneddoti privati e sentimentali in cui conosciamo ed apprezziamo la donna Selvaggia piuttosto che il personaggio “Selvaggia Lucarelli”.

“Falso in bilancia” è un invito ad essere noi stessi, a non doversi mai vergognare dei propri istinti e desideri financo fossero alimentari.
In una società “normale” avere qualche chilo non dovrebbe significare per una donna “la damnatio o derisione sociale”, ma semmai dovrebbe certificare la stupidità eterna di chiunque veicola questi insani modelli di bellezza ed accettazione.
Sfortunatamente tutto siamo tranne che una società giusta e moderna ed allora ben vengano gli scritti di Selvaggia Lucarelli a ricordarci quanto la vera felicità risieda nel trovare un partner giovane, bello e di professione cuoco con cui poter condividere, senza problemi, l’amore per il buon cibo.

105) Midsommar – Il Villaggio dei dannati

Il biglietto da acquistare per “Midsommar – Il villaggio dei dannati” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Midssomae- il Villaggio dei Dannati” è Un film di Ari Aster. Con Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgren. Drammatico, horror, 140′. USA 2019

Sinossi:

Dani e Christian, giovane coppia americana in crisi, partono insieme ad alcuni amici per un viaggio per una remoto regione svedese, Hälsingland, per festeggiare Midsommar, il tradizionale solstizio d’estate. Ma la festa assumerà presto dei contorni disturbanti e inquietanti, legati al culto pagano praticato in quelle zone.

Recensione:

Non ce ne vogliano il promettente regista Aris Aster e il suo maggiore fan e sponsor, il premio Oscar Jordan Peele, ma terminata la lunga (quasi due ore e mezza) ed estenuante visione di “Midsommar – Il villaggio dei dannati” il primo impulso era quello di emulare i protagonisti nel finale, nonostante la minaccia di “dannazione morale” e le possibili conseguenze legali del gesto.

Il mio giudizio potrebbe risultare impopolare – capita, qualche volta – ma personalmente ho percepito questo film come una vera e propria “bufala” cinematografica, un caso montato a tavolino, senza basi, dalla stampa americana e internazionale.

Il pubblico entra in sala convinto, dalla critica, di trovarsi davanti un capolavoro del genere horror, una riscrittura moderna del genere, dove per una volta tutto si svolge alla luce del sole, e invece…

La sceneggiatura è confusa, approssimativa, dispersiva, incapace di realizzare questo progetto, sulla carta, innovativo e originale. Anche l’ambizione drammaturgica di Aster si rivela eccessiva, ridondante e autoreferenziale, alla fine esasperante e monocorde persino nella messa in scena.continua su

“Midsommar – Il villaggio dei dannati”: un horror su cui non tramonta mai il sole

104) La Logica della Lampara ( Cristina Cassar Scalia)

“La Logica della Lampara” è un romanzo scritto da Cristina Cassar Scalia e pubblicato da Einaudi nell’Aprile 2019.

Sinossi:
Sono le quattro e trenta del mattino. Dalla loro barca il dottor Manfredi Monterreale e Sante Tammaro, giornalista di un quotidiano online, intravedono sulla costa un uomo che trascina a fatica una grossa valigia e la getta fra gli scogli. Poche ore dopo il vicequestore Vanina Guarrasi riceve una chiamata anonima: una voce femminile riferisce di aver assistito all’uccisione di una ragazza avvenuta quella notte in un villino sul mare. Due fatti che si scoprono legati e dànno il via a un’indagine assai più delicata del previsto. La scontrosa Vanina, la cui vita privata si complica di giorno in giorno, dovrà muoversi con cautela fra personaggi potenti del capoluogo etneo. Ma anche grazie all’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè, con il quale fa ormai «coppia fissa», sbroglierà un intrigo che, fino all’ultimo, riserva delle sorprese.

Recensione:
Esiste una scadenza temporale per vendicarsi?
Il tempo guarisce tutte le ferite, attenua il dolore dicono gli antichi. Ma tale saggezza popolare è applicabile quando sei stato privato con violenza e prepotenza dell’amore della tua vita?
Ed ancora una persona potente, ambiziosa può sempre farla franca?
“La Logica della lampara” è la seconda indagine del vice questore Vannina Guarrasi, personaggio ideato dalla brillante e talentuosa penna della Dott.ssa Cristina Cassar Scalisi, che porterà il lettore dentro una storia di vendetta, amore e riscatto dimostrando come il tempo non soltanto non cancella la rabbia, l’odio covato dalla persona privata dell’anima gemella, ma semmai rinnovandolo dolorosamente giorno dopo giorno
Cristina Cassar Scalisi si conferma un’autrice dal grande potenziale narrativo e stilistico costruendo un ‘intreccio narrativo avvolgente, emozionante e ricco di colpi di scena incollando il lettore fino all’ultima pagina del romanzo.
Un duplice desiderio di vendetta che scopriremo unire le due indagini apparentemente lontane nel tempo oltre che nei personaggi, avendo però come fine ultimo la caduta sociale oltre che professionale Elvio Ussaro dell’avvocato , una sorta di Don Rodrigo 3.0 in salsa catanese.
“La Logica della lampara” è un thriller incalzante, crudo, amaro, ma allo stesso tempo è un racconto intriso di malinconia , nostalgia, umanità, ed intimistico ben rappresentati e sviluppati dall’efficace armonia tra passato e presente in cui il vice questore, il simpatico Biagio Patanè ed il resto della squadra si muoveranno nel tentativo di sbrogliare la complessa e delicata indagine.
Vannina Guarrasi è anch’essa costretta ad un continuo “Sliding doors” sentimentale /esistenziale, combattuta se riabbracciare il vecchio e sofferto amore incarnato da Paolo pubblico ministero antimafia palermitano o dare una chance al mite e dolce dott Manfredi che sembra essere il classico uomo da sposare.
“La Logica della Lampara” è una raffinata, sofisticata, meticolosa vendetta ordita da una giovane avvocatessa stanca di subire ricatti ed umiliazioni e caparbiamente decisa a far pagare un definitivo e tragico conto al proprio carnefice alias Ussaro.
“La Logica della Lampara” è una forma esagerata quanto giustificata di rivalsa femminile che rievoca in campo cinematografico la magnifica Uma Thurman come feroce vendicatrice di “Kill Bill Vol. 1 e 2” di Quentin Tarantino.
Esistono diversi e differenti modi per vendicarsi e dopo aver letto “La Teoria della Lampara” siamo sicuri che i “cultori” di tale sentimento avranno trovato una rinnovata e terribile fonte d’ispirazione.

103) Edison – L’uomo che illuminò il mondo

Il biglietto da acquistare per “Edison – L’uomo che illuminò il mondo” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“Edison -l’uomo che illuminò iil mondo ” è un film di Alfonso Gomez-Rejon. Con Benedict Cumberbatch, Michael Shannon, Nicholas Hoult, Katherine Waterston, Tom Holland. Biopic, 105′. USA 2017

Sinossi:

1880. Thomas Edison, rivoluzionario inventore della lampadina, è sul punto di illuminare Manhattan e di sconvolgere per sempre le abitudini di vita degli americani. L’imprenditore George Westinghouse, a sua volta studioso e inventore, vorrebbe incontrarlo e proporgli di entrare in società. Ma Edison non ha tempo per nessuno, né per i suoi figli né per Westinghouse né per quell’immigrato serbo, di nome Nikola Tesla, che continua a blaterare che la corrente alternata sarebbe una scelta di gran lunga più efficace ed economica. L’incontro tra il giovane Tesla e l’appassionato Westinghouse riscriverà i piani di Edison e la storia della distribuzione dell’elettricità nel mondo.

Recensione:

Quali sono le caratteristiche essenziali per poter definire una persona geniale? Un genio è solo chi immagina l’impossibile oppure anche chi sa prendere le idee, brillanti, di altri e renderle realtà? Ed è possibile collaborare, quando si parla di “folli visioni”?

Sono queste alcune delle domande che lo spettatore inevitabilmente si porrà al termine di “Edison – L’uomo che illuminò il mondo” di Alfonso Gomez-Rejon, che porta sul grande schermo l’epico ed elettrico scontro tra Thomas Edison (Cumberbatch) e George Westinghouse (Shannon), due uomini intelligenti e visionari ma opposti per mentalità e stile di vita.

Il film, oltre a essere una sorta di Bignami sul rivoluzionario passaggio dall’illuminazione con le candele alla corrente elettrica, comprendente tutti gli eventi più importanti, mostra soprattutto la contrapposizione umana prima ancora che scientifica che divise fin dall’inizio i due personaggi.

Il lungimirante imprenditore Westinghouse avrebbe voluto collaborare con Edison, unendo gli sforzi per realizzare il sogno comune. Ma lo scienziato si dimostrò invece testardamente indisponibile anche solo ad ascoltarlo, sicuro com’era del proprio genio e arroccato sulle proprie posizioni. Come molte menti geniali prima di lui, Edison aveva enormi difficoltà ad ammettere i propri errori o anche solo a mostrarsi umile… continua su

“Edison – L’uomo che illuminò il mondo”: un biopic elettrizzante

102) Baby Gang

“Baby Gang” è un film di Stefano Calvagna. Con Daniele Lelli, Raffaele Sola, Gianluca Barone, Francesco Lisandrelli, Gianmarco Malizia. Drammatico, 85′. Italia 2019

Sinossi:

Giorgio e Marco sono teenager e amici fraterni. Entrambi fanno parte di una baby gang, un gruppo di ragazzi dediti alla piccola delinquenza quotidiana – furti, rapine, spaccio, botte ai tifosi delle squadre opposte, consumo di alcool e droghe, e in generale tutti quelli che a Roma vengono definiti “impicci”. La gang di Giorgio e Marco decide di allargare il proprio raggio d’azione alla baby prostituzione, “avviando” le amiche coetanee e inventandosi loro protettori, così come alla clonazione delle carte di credito, approfittando del fatto che Giorgio lavora come cameriere in una trattoria. Completa il quadro l’acquisto di quei “ferri” che rendono ancora più pericoloso l’operato dei baby gangster, e servono a derubare i clienti delle baby prostitute.

Recensione:

Negli ultimi anni il piccolo e il grande schermo hanno in parte sdoganato le attività della criminalità organizzata, innalzando assassini e trafficanti di droga a figure carismatiche, potenti e fascinose – basti pensare a serie cult come “Romanzo criminale”, “Gomorra”, “Suburra”, solo per restare in Italia.

Questo cortocircuito narrativo e mediatico ha dato il là a infinite polemiche: è giusto che le grandi case di produzione investano su progetti come questi? Non si corre il rischio che il pubblico – soprattutto quello giovane – ne ricavi un messaggio sbagliato e fuorviante?

Non vogliamo gettare altra benzina sul fuoco, piuttosto evidenziare come il cinema e la tv non si limitino a prodotti di grandi dimensioni e grande appeal commerciale. Ci sono anche produzioni indipendenti più crude e realistiche che raccontano realtà criminali dove il male è male e difficilmente si possono trarre altre conclusioni. “Baby gang” di Stefano Calvagna è una di queste.

Il regista ha deciso di affrontare una tematica delicata quanto attuale come quella delle bande di giovani criminali, composte spesso da minorenni, che nel nostro Paese sono in forte aumento.

Il risultato è una pellicola cruda, realistica, amara sulle condizioni della periferia romana e sulle vite dei ragazzi di strada, che sognano di fare soldi e “svoltare” non tramite lo studio o un lavoro onesto, ma attraverso truffe, rapine, sfruttamento della baby prostituzione. continua su

“Baby gang”: un film crudo, realistico e amaro che racconta la criminalità

101) La vita inizia quando trovi il libro giusto ( Ali Berg – Michelle Kalus)

“La vita inizia quando trovi il libro giusto” è un romanzo scritto da Ali Berg e Michelle Kalus e pubblicato da Garzanti il 10 Gennaio 2019.

Sinossi:
Frankie ha sempre cercato risposte nei libri. Risposte al perché la sua carriera non sia decollata, perché sia così difficile andare d’accordo con sua madre o non abbia ancora vissuto la sua grande storia d’amore. Leggere le pagine di Jane Austen, Francis Scott Fitzgerald e Steinbeck l’ha sempre aiutata. Ma spesso Frankie si sente spesso sola. Ora, però, ha escogitato un piano infallibile per cambiare vita. I libri non possono tradirla. Per giorni ha lasciato una copia dei suoi romanzi preferiti su treni e autobus, scrivendo all’interno la sua e-mail. Per una grande lettrice come lei non c’è modo migliore di conoscere qualcuno se non grazie a un libro. Quando le risposte cominciano ad arrivare, Frankie colleziona appuntamenti su appuntamenti. E purtroppo delusione su delusione. Si presentano le persone più strambe che lei abbia mai conosciuto. Fino a quando non incontra Sunny che sembra uscito da uno dei suoi romanzi preferiti. Ma ha un difetto: ha gusti letterari opposti ai suoi. Una cosa su cui Frankie non può proprio soprassedere. Per vivere la favola che ha sempre sognato, dovrebbe accettare Sunny con pregi e difetti. Accettare che l’uomo che le sta accanto possa amare autori che lei non ha mai letto. Perché una nuova vita inizia quando trovi l’amore. Ma anche quando scopri una nuova storia da leggere, che apre verso orizzonti inaspettati e protagonisti indimenticabili da incontrare.
Recensione:
Il Sommo Poeta resosi conto di vivere in una profonda crisi esistenziale oltre che creativa non trovò altra soluzione che fare un “salto” all’Inferno nella “speranza” di trovare una soluzione alle proprie inquietudini.
Frankston Rose, per gli amici Frankie, si trova nelle medesime condizioni di Dante Alighieri: infelicemente single e con una carriera di scrittrice prematuramente finita dopo aver ricevuto brucianti stroncature del suo secondo romanzo
Frankie è una ragazza australiana romantica, colta, amante dei grandi classici letterari ed in cerca dell’anima gemella.
Da tempo la ragazza vive in un limbo letterario /emotivo, lavorando nella libreria dell’eccentrica Cat, sua amica del cuore e collezionando improbabili quanto disastrosi primi appuntamenti tramite l’app Tinder.
Frankie desidera credere ancora all’amore , come crede ciecamente nella bellezza e saggezza dei libri. Decide così d’affidare a quest’ultimi il proprio destino sentimentale.
“La vita inizia quando trovi il libro giusto” è una divertente, leggera, scanzonata commedia romantica in cui viene rielaborato, rivisto in chiave letteraria il vecchio quanto attuale proverbio popolare: “i poli opposti si attraggono”.
Fankie decide d’affidare ai libri ed alla causalità la possibilità d’incontrare l’uomo giusto ovvero una persona con i medesimi gusti letterari.
Un bizzarro, originale quanto elegante modo per conoscere e frequentare una persona contrapponendo la cultura alla discutibile supremazia dell’apparenza e della vuota esteriorità fisica che vige nella nostra società.
Ma la nostra eroina non ha fatto i conti con la legge del contrappasso del Sommo Poeta.
L’uomo perfetto ha le sembianze di Sunny, simpatico, bello intelligente, ma possiede un unico grande neo agli occhi di Frankie: Sunny legge esclusivamente romanzi new adult o per teenager come Twilight o Hunger Games.
Il lettore non potrà non sorridere leggendo questa inusuale storia d’amore in cui la protagonista dovrà scegliere se rimanere fedele ai suoi elitari gusti culturali od aprirsi all’amore concedendo “una moratoria” letteraria al buon Sunny.
Ali Berg e Michelle Klaus firmano un ‘intreccio narrativo brillante, diretto, riuscendo ad essere diversamente radical chic senza apparire pesante e respingente al lettore poco avvezzo alle numerose e continue citazioni autoriali.
“La vita inizia quando trovi il libro giusto” è una lettura piacevole, scorrevole, tenera capace di trasmettere sincere emozioni e far vivere momenti esilaranti grazie ad efficace struttura narrativa condita dalla giusta dose di ironia ed umanità ben tratteggiata dalle autrici tramite i  personaggi.
Una storia colta e romantica che conquisterà sia i topi di libreria che quelli delusi dall’amore si affanno scioccamente ad iscriversi a siti ed app d’incontri.

100) La Signora degli Scrittori ( Sally Franson)

“La Signora degli Scrittori” è un romanzo scritto da Sally Franson e pubblicato nel Marzo 2019 da Garzanti Editore.
Sinossi:
Casey è giovane e brillante. È brava nel suo lavoro, nonostante la sua direttrice sia una donna impossibile, pronta a bocciare ogni proposta e a incutere timore a chiunque le stia intorno. Così, quando per la prima volta le affida un progetto da seguire da sola, Casey non può dire di no. Nessuno ha mai osato farlo. Eppure, quella che si trova di fronte sembra davvero un’impresa impossibile: convincere degli scrittori di grido a fare da testimonial per la pubblicità. Convincerli a uscire dal mondo dorato della letteratura, a esporsi in prima persona per qualcosa di diverso dalla loro opera. Casey ci mette tutto il suo impegno e comincia a incontrarli, uno dopo l’altro. Si trova ad avere a che fare con personaggi molto particolari: uno vuole sempre avere ragione; un altro odia tutti i colleghi; c’è quello che non ha mai letto un libro; e quello che non ha scritto nemmeno una riga dei suoi romanzi; un altro ancora non fa nulla senza tornaconto. Con Ben Dickinson, invece, Casey entra subito in sintonia, anche se sa che si tratta di lavoro e che non può lasciarsi andare. Per di più non ha tempo da trascorrere con lui, perché deve seguire le indicazioni della direttrice, che la conducono dritta dritta alla Fiera di Los Angeles: libri ovunque e cene infinite a parlare di lavoro. Un sogno per Casey. Un sogno che presto si trasforma in un incubo, perché qualcosa di inaspettato rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad allora. Casey ha paura che la colpa sia solo sua, ma c’è chi è pronto a farle cambiare idea. Perché bisogna sempre credere nelle proprie capacità. Bisogna far sentire la propria voce, anche quando non viene ascoltata. Costi quello che costi.
Recensione:
Sono sufficienti il talento, la creatività e un elegante stile per affermarsi come scrittore di successo?
Ovviamente no.
Inutile fingersi indignati invocando la famigerata quanto auspicabile “meritocrazia” quantomeno in campo letterario. Soprattutto in questo mondo sono altre le “variabili” determinati a stabilir le classifiche dei best seller.
“uno su mille” cantava Gianni Morandi nel 1985, ma il bravo autore bolognese non immaginava che qualche decennio dopo sarebbero arrivati i temuti quanti preziosi social network, i social media ed agguerrite agenzie pubblicitarie.
“La Signora degli Scrittori” è una divertente, leggera, romantica quanto pungente commedia che mira a raccontare il dietro le quinte del mondo della pubblicità ed in particolare modo quello letterario e quanto tutto sia ormai diventato un affare commerciale a scapito dell’arte e della qualità.
“Con la cultura non si mangia” disse qualche anno fa il buon Giulio Tremonti, e con questa cinica frase racchiudeva i pensieri di chi invece soldi mira a farli in quantità.
Lo stesso Tremonti non immaginava pero come l’apparenza, l’immagine alias “la fuffa” dei cosiddetti “influencer” o di pseudo artisti avrebbe influenzato e condizionato la società d’oggi generando anche immensi guadagni.
Sally Franson è stata abile nel costruire un intreccio narrativo lineare, semplice ed allo stesso tempo frizzante, avvolgente e pungente permettendo al lettore d’entrare fin da subito dentro la storia e simpatizzare con Casey, battagliera e sognatrice protagonista, e con gli altri bizzarri personaggi.
“La Signora degli Scrittori” presenta due linee narrative che si mescolano ed alternano sulla scena: la parte romantica caratterizzata dal travolgente incontro tra tra Casey ed il gentile fascinoso scrittore Ben e la seconda imperniata sul lavoro della protagonista nel “reclutare” scrittori più o meno famosi per l’azienda “Nabu” creata dalla spietata PR Celeste.
Dovendo analizzare la struttura narrativa e l’impostazione stilistica decisa dall’autrice, la parte romance appare drammaturgicamente meno riuscita rispetto alla seconda decisamente più convincente, interessante e ricca di colpi di scena.
Franson probabilmente avrebbe dovuto “sacrificare” l’aspetto romance per concentrarsi esclusivamente sul “backstage” letterario della storia ampliando le dinamiche, i rapporti e soprattutto le personalità dei personaggi in particolare quella di Celeste invece appena abbozzata.
“La Signora degli Scrittori” è complessivamente una lettura consigliata oltre che utile per chi sogna di fregiarsi del titolo di scrittore e cerca disperatamente consigli e strumenti per tramutare tale aspirazione in realtà.

99) Wolf call -Minaccia in Alto Mare

Il biglietto da acquistare per “Wolf call – Minaccia in alto mare” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Wolf call- Minaccia in Alto Mare” è un film di Antonin Baudry. Con François Civil, Omar Sy, Reda Kateb, Mathieu Kassovitz, Paula Beer, Etienne Guillou-Kervern. Drammatico, 115′. Francia 2019

Sinossi:

L’analista acustico dall’udito eccezionale Chanteraide si ritrova, con il sottomarino su cui presta servizio, nel mezzo di un’operazione pericolosa al largo della Siria. Lo scopo della missione è recuperare un gruppo di soldati in attesa sulla spiaggia. Ma la tensione monta, le cose si complicano e Chanteraide commette un errore di cui dovrà rispondere davanti ai suoi superiori. Una serie di eventi catastrofici, che rischiano di spingere l’Europa in una guerra nucleare, lo obbligano però a risalire a bordo. E questa volta la missione è davvero impossibile.

Recensione:

Avviso ai naviganti (spettatori): se soffrite anche lievemente di claustrofobia o attacchi di panico pensateci bene, prima di vedere “Wolf call – Minaccia in alto mare”! Se invece amate le spy story, preparatevi a sorprendervi nello scoprire come i cugini francesi possano essere all’altezza dei maestri yankee del genere.

L’esordiente Antonin Baudry firma infatti una pellicola capace di stupire e appassionare lo spettatore fin dalle prime scene, trasportandolo in un’avventura tesa, avvolgente, scandita da continui colpi di scena.

Al thriller politico ambientato nel mondo dei sommergibili il film unisce una convincente componente umana ed emotiva, che si sviluppa nel focus sulle vite dei personaggi coinvolti.

Il regista offre anche, tra le righe, un’interessante quanto angosciante lezione di politica internazionale, mettendo in scena una storia adrenalinica ma credibile e realistica. Merito anche del cast, talentuoso e naturale continua su

“Wolf call – Minaccia in alto mare”: un’opera prima densa e immersiva