179) Amityville- Il Risveglio

Il biglietto da acquistare per “Amityville – Il risveglio” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre

“Amityville – il Risveglio” è un film di Franck Khalfoun. Con Jennifer Jason Leigh, Bella Thorne, Cameron Monaghan, Taylor Spreitler, Thomas Mann. Horror, 85’. USA, 2017

È la cronaca il più delle volte a fornire lo spunto agli sceneggiatori per scrivere storie per il cinema, in particolare la cronaca nera. Se poi il film in questione riscuote un buon seguito, le possibilità di vedere anche uno o più sequel sono alte.

Uno degli esempi di questa tendenza è la saga iniziata nel 1979 con ”Amityville Horror” di Stuart Rosenberg, proseguita poi negli anni con una serie di pellicole più o meno apprezzabili, e di cui esce adesso al cinema un nuovo capitolo, “Il risveglio”, diretto da Franck Khalfoun.

La cittadina del nord-est degli Stati Uniti è diventata tristemente famosa nel 1974, quando è stata scenario di un sanguinoso pluriomicidio.

Ronald De Feo e la moglie si trasferirono al 112 di Ocean Avenue con i cinque figli nel 1965. La villetta è il coronamento di una vita di sacrifici, per questo la famiglia decide di ribattezzarla High hopes (grandi speranze).

La favola diventa incubo alle 3.15 del 13 novembre ‘74, quando i vicini sentono dei colpi di fucile. I coniugi De Feo e quattro dei cinque figli vengono trovati morti il giorno successivo. Il 23enne Ronnie, unico sopravvissuto alla strage, viene prelevato dalla polizia per un interrogatorio. Confesserà i delitti dei familiari e sarà poi condannato a sei ergastoli.

Ma che cosa ha spinto il giovane a compiere questo terribile crimine? Nonostante le accurate indagini la polizia non riesce a trovare un vero movente, e Ronnie, durante il processo, sostiene di essere stato posseduto da forze maligne presenti nella casa.

Per la stampa e per la giuria si tratta solo di un tentativo maldestro di evitare il carcere invocando l’infermità mentale, ma quando la famiglia Lutz si trasferisce nella casa e dopo poco tempo la abbandona sostenendo che è infestata il caso torna a scuotere l’opinione pubblica.

Amityville ha attratto da allora la curiosità di scrittori, registi e produttori. Sui misteriosi eventi sono stati scritti libri e realizzati film.

Che cosa dobbiamo aspettarci di nuovo dalla pellicola diretta da Khalfoun? Purtroppo, assolutamente niente. Non si tratta di un remake né di un reboot né di un prequel, semmai di un ibrido tra un sequel e un omaggio, molto rimaneggiato, alla storia vera e alla saga cinematografica.

Belle (Thorne) si trasferisce al numero 112 di Ocean Avenue, nella cittadina costiera di Amityville, con la madre Joan (Leigh), la sorellina Juliet (Mckenna Grace) e il fratello James (Monaghan), in coma e con un costante bisogno di cure mediche.

Presa in giro dai compagni di scuola per la casa dove vive, viene a sapere della storia terribile che la magione ha alle spalle. Così, quando inizia ad avvertire strane presenze, vorrebbe andarsene, ma la madre, ossessionata dalla ricerca di una cura per il figlio, si rifiuta di farlo.

Quando, improvvisamente e in modo inspiegabile, James esce dal coma e comincia a comunicare con la famiglia per la madre e la piccola Juliet è un momento felice, ma per Belle invece è solo la conferma che in casa ci siano effettivamente presenze demoniache. Teoria confermata da quanto succederà una notte, alle 3.14 precise…

L’impianto drammaturgico, sulla carta, presentava alcuni spunti interessanti, peccato però che nella messa in scena questi siano andati persi.

La parte storica doveva essere sfruttata meglio e sviluppata in modo più approfondito, invece di essere ridotta solo a un mero collegamento con quella horror, banale, scontata e prevedibile.

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http://paroleacolori.com/amityville-il-risveglio-continua-la-celebre-serie-horror-con-risultati-scarsi/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

178) Prima Di Domani (Lauren Oliver)

“Prima di domani” è un romanzo scritto da Lauren Oliver e pubblicato per la prima volta in Italia nel 2010 da Piemme.
Morire tragicamente e prematuramente è una gran rottura, a prescindere che tu sia credente o meno.
Se poi sei una bella ragazza di 17 anni pronta a perdere la verginità con il ragazzo più fico della scuola, allora l’improvvisa e tragica dipartenza è davvero dura da digerire.
La morte è non più tematica tabù almeno per gli autori di romanzi rivolti ai giovani lettori.
Anzi la morte negli ultimi anni è utilizzata come espediente narrativo di molte storie per poter raccontare, descrivere, e far comprendere agli adulti il complesso e misterioso mondo dei propri figli.
Lo scrivono i sociologi, lo urlano gli psicologi nei talk show, le nuove generazioni sono cattive, sprezzanti, egoiste soprattutto tra di loro.
Bullismo, razzismo sono all’ordine del giorno nelle nostre scuole e sui sociali network affollati ed usati dai teenager.
Qualche settimana fa il mio amico Vittorio De Agrò ha recensito il film “Prima di domani” (qui la sua recensione http://paroleacolori.com/prima-di-domani-un-teen-movie-sentimentale-tratto-dal-best-seller-di-laure-oliver/), invitandomi a leggere il romanzo di Lauren Oliver, convinto che il libro potesse essere più interessante e profondo del film stesso.
Ho voluto raccogliere il cortese invito, tuffandomi nella lettura del libro di Lauren Oliver, ritornando subito con la memoria e il cuore ai lontani tempi del mio essere liceale, e ritrovando nella protagonista Samantha e negli altri personaggi molte delle paure, emozioni, contradizioni e pregiudizi tipiche di quel età.
“Prima di Domani” è un romanzo che mia piace definire come il “l’evoluzione e maturazione “di una ragazza costretta, dal beffardo ed imperscrutabile Destino, a comprendere la vera essenza della vita.
Se invece preferite una definizione più filosofica/esoterica, “Prima di Domani” racconta il delicato e divertente karma di un’anima, che ha l’opportunità di purificarsi dai propri errori e vizi prima di passare a migliore vita.
Samantha è una ragazza di 17 anni, non è una santa, anzi insieme alle sue perfide amiche formano un gruppo odioso ed elitario, che si diverte ad umiliare le altre ragazze.
Samantha è intollerante nei confronti della sorella più piccola, non ha nessun dialogo con i genitori, trascorre le sue giornate cercando effimere soddisfazioni e conferme del proprio status di ragazza “in”.
Tutti noi siamo stati almeno un po’ Samantha e alcune, ahimè, continuano ad esserlo nonostante il tempo, e con questo libro soprattutto le seconde potranno trovare il modo magari di cambiare un po’ della loro mentalità e approccio alla vita e nei confronti del prossimo.
Lauren Oliver ha uno stile semplice, pulito, magari senza particolari guizzi creativi, ma riuscendo comunque a incuriosire ed avvolgere il lettore, facendolo entrare dentro la storia partecipando in fondo alle scelte e al viaggio emotivo della protagonista.
Il libro e il film , per ovvie ragioni, ha differenti impianti drammaturgici, ma rappresentano un riuscito esempio di passaggio dalla pagina scritta al grande schermo
“Prima di domani” è un romanzo di formazione spirituale ed esistenziale che ognuno di noi dovrebbe leggere, sperando che l’appuntamento con la morte sia comunque il più lontano possibile.

177) Cattivissimo me 3

Il biglietto da acquistare “Cattivissimo me 3” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

” Cattivissimo me 3″ è un film di Pierre Coffin, Kyle Balda, Eric Guillon. Con Steve Carell, Kristen Wiig, Trey Parker, Max Giusti, Arisa, Paolo Ruffini. Animazione, 96’. USA, 2017

Inutile girarci intorno: i cattivi – al cinema, nelle serie tv, nei fumetti – hanno un fascino tutto loro, e spesso piacciono anche più dei cosiddetti buoni, sempre troppo altruisti, eroici ma un po’ finti.

Universal Studios e Illumination Entertainment, intuendo prima degli altri produttori il potenziale di questa idea, ha creato una saga incentrata proprio su un villain, dal cuore d’oro però, Gru, e sui suoi buffi e pasticcioni collaboratori, i Minions.

I primi due capitoli della serie di “Cattivissimo me” sono stati, rispettivamente nel 2013 e 2015, i film d’animazione col maggiore incasso. Nel 2016 è arrivato anche uno spin off dedicato ai gialli aiutanti.

Un ennesimo ritorno dei personaggi e delle loro buffe avventure era prevedibile, e atteso.

Cattivi si nasce, non si diventa. Semmai si ritorna. E infatti Gru (Giusti), per amore dell’adorata Lucy (Arisa) e delle tre figlie adottive, Margo, Edith e Agnes, ha voltato pagina, mettendo i suoi talenti al servizio del bene e della Lega anti-Cattivi.

Sfortunatamente, anche al più grande criminale di sempre può capitare di essere licenziato in tronco… Gru viene messo alla porta quando fallisce nell’assicurare alla giustizia Balthazar Bratt (Ruffini), ex bambino prodigio con l’ossessione del personaggio televisivo che impersonava in una serie anni ‘80.

Disoccupato e in crisi esistenziale, Gru scopre l’esistenza di un fratello gemello, Dru, da cui è stato separato alla nascita e che sogna di formare con lui una nuova coppia di cattivi e si fa tentare dal suo progetto…

“Cattivissimo me 3” è un film godibile, divertente, ironico. Con il nuovo villain e il gemello Dru, gli sceneggiatori introducono qui anche un elemento nostalgico e la tematica dell’accettazione in ambito familiare. continua su

http://paroleacolori.com/cattivissimo-3-nostalgia-degli-anni-80-e-problemi-familiari-nel-nuovo-film-della-serie/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

176) La Strega (Camilla Lackberg)

“La Strega” è un romanzo di Camilla Lackberg e pubblicato in Italia nel giugno 2017 da Marsilio Editore.
Anche alla talentuosa e creativa Camilla Lackberg succede di sfornare una ciambella senza buco.
Chi vi scrive ha letto con grande interesse, curiosità ed ammirazione i dieci precedenti romanzi o raccolta di racconti dell’autrice svedese e pubblicati finora in Italia.
Considero Camilla Lackberg, una dei migliori e fecondi scrittori di questo terzo millennio, capace di dare vita a una saga di gialli intensi, umani e coinvolgenti, magistralmente costruiti intorno alla vita di coppia composta dalla scrittrice Erika e dal suo compagno e poi marito Patrik, poliziotto nell’apparente tranquilla cittadina di Fjallbacka, ma che poi in ogni romanzo rivela sempre un ‘anima nera ed oscura.
Fjallbacka e i suoi abitanti sono entranti nel cuore e nell’immaginazione del lettore, creando una grande empatia con gli altri personaggi, veri coprotagonisti, delle indagini condotte da Patrick ed Erica.
Mi tocca con amarezza e un pizzico di delusione dover scrivere come “la Strega” sia il romanzo meno riuscito ed avvolgente di Camilla Lackberg.
Intendiamoci, anche in quest’indagine sono presenti e forti gli elementi che hanno reso popolare l’autrice svedese: come ad esempio nel pensare e costruire un’originale ed incisivo impianto drammaturgico in cui si alternano storie del passato (n questo caso ben due) e il presente caratterizzato dall’indagine d’omicidio in corso, che in modo fluido e geniale si fondono, quasi sempre, nel finale.
Oppure inserendo in un contesto giallo e spesso cruento ed angosciante, alcuni teneri e divertenti momenti di vita familiare e di società svedese, che permettono al lettore di respirare e superare alcuni passaggi drammatici e violenti dell’intreccio narrativo.
Paradossalmente sono proprio i segni “distintivi” narrativi di Camilla che nella stesura di” La Strega” si sono trasformati invece in limiti.
“La Strega” si presenta come una matrioska drammaturgica e temporale in cui il passato remoto, prossimo e presente litigano per avere la supremazia nella storia e l’attenzione del lettore, ma provocando a quest’ultimo una grande difficoltà ad entrare nel vivo della storia.
Una storia articolata e suddivisa in diversi microcosmo narrativi, caratterizzati dalle tematiche dell’intolleranza razziale, il bullismo e l’omosessualità, ma risultando legati in modo poco armonioso e fluido.
“La strega” è un romanzo ben scritto, ricco di accadimenti, ma ciò nonostante la lettura si rivela faticosa e non sempre avvincente.
Dal passato non si può fuggire e molto spesso può condizionare ed influenzare il presente e futuro di una famiglia per generazioni, portando con sé un pesante fardello di dolore, sangue ed orrore.

175) Atomica Bionda

Il biglietto da acquistare per “Atomica bionda” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Atomica Bionda ” è un film di David Leitch. Con Charlize Theron, James McAvoy, Sofia Boutella, John Goodman, Toby Jones, Eddie Marsan. Azione, 115’. USA, 2017
Tratto dalla graphic novel “The Coldest City” di Antony Johnston

 

Ci sono poche date che come il 9 novembre 1989 – giorno della caduta del Muro di Berlino, che ha segnato l’inizio della dissoluzione dell’Urss e la fine della guerra fredda –  rimaste scolpite non solo nei libri di storia, ma nella memoria collettiva.

In seguito, il mondo, la politica e i servizi segreti non sono più stati gli stessi. Ma con la fine dell’Urss è stato anche necessario trovare nuovi nemici, talvolta creandoli dal nulla, per portare avanti il business della guerra e delle armi.

Non voglio annoiarvi con una lezione di geopolitica e storia, ma se volete guardare con consapevolezza “Atomica bionda” di David Leitch noi consigliamo un veloce ripasso di ciò che è successo in quel periodo, altrimenti il rischio di confondersi è alto.

Charlize Theron interpreta una spia al servizio della Corona britannica. Nel 1989, alla vigilia del crollo del Muro, un agente dell’M16 in possesso di una lista contenente nomi e vere identità di tutte le spie impegnate a Berlino, viene ucciso in circostanze misteriose.

A indagare sull’accaduto viene inviata Lorraine Broughton (Theron), risorsa di spicco dell’intelligence britannico, astuta e affascinante, ma anche brutale.

Nella polveriera che è diventata la Germania, tra controspionaggio, defezioni, assassinii, la bella e letale Lorraine, insieme al capo dell’intelligence locale David Percival (McAvoy), dovrà fare uso di tutte le sue doti per recuperare le lista prima della caduta del Muro.

Immaginate una versione al femminile di James Bond, con una Charlize Theron esplosiva e magnetica, e avrete un’idea di cosa sia, idealmente, il film.

Ma se questo sarebbe più che sufficiente per larga parte del pubblico maschile per sfidare il caldo torrido e affollare le sale, cari amici meno soggetti agli ormoni e obbligate compagne a seguito, abbiamo un problema, che neanche Houston sarebbe capace di risolvere. continua su

http://paroleacolori.com/atomica-bionda-una-spy-story-tra-sospetti-e-colpi-di-scena/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

174) Monolith

Il biglietto da acquistare per “Monolith” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Monolith” è un film di Ivan Silvestrini. Con Katrina Bowden, Brandon W. Jones, Justine Wachsberger, Damon Dayoub, Andrea Ellsworth. Drammatico, 83′. Italia, USA, 2017

Secondo voi qual è la madre di tutti gli incubi per una neo mamma? Se facessimo un sondaggio online è probabile che la risposta più gettonata sarebbe, genericamente: rivelarsi inadatta al compito di genitore.

Occuparsi di un neonato, per quanto il legame che si instaura sia forte, è impresa ardua, e spesso per farlo una donna deve mettere se stessa, le proprie necessità, persino la propria carriera, in secondo piano.

E per quanto uno dia tutto, la possibilità che si verifichi qualche incidente è terribilmente concreta – ne sono prova le cronache. Tra stanchezza, imprudenza ed eccessiva sicurezza, la vita può cambiare in un attimo e trasformarsi in dramma.

 

“Monolith” di Ivan Silvestrini, al suo secondo film, è un thriller psicologico che prende spunto dal soggetto di Roberto Recchioni e dall’omonima graphic novel in due parti – o meglio, in due tempi – edita da Sergio Bonelli.

La stessa casa editrice di Dylan Dog è coinvolta nella produzione del film, per la sua prima avventura cinematografica, insieme a Sky e Lock & Valentine.

La Monolith del titolo è un’auto iper tecnologica che rappresenta il futuro del mercato automobilistico, e garantisce massima sicurezza e comfort a chi ha il privilegio di guidarla.

Una di queste fortunate è Sandra (Bowden), ex pop star che ha scelto di mettere in pausa la sua carriera per coronare il sogno d’amore con il suo produttore e diventare mamma a tempo pieno.

Sandra ama suo figlio, ma fatica ad accettare di essere ormai solo una mamma e di vedere il marito allontanarsi. Sospettando un tradimento la donna, anziché rimanere dai suoceri, decide di raggiungere Los Angeles con il suo bambino a bordo della futuristica Monolith.

Un incidente porterà Sandra a restare bloccata fuori dall’auto, in pieno deserto, e a dover lottare per uscire dall’incubo e salvare la vita del suo bambino.

“Monolith” è un film che fonda la propria essenza drammaturgica più sulle immagini che sulle parole, avendo una sceneggiatura esile, poco approfondita, confusa, sebbene sia stata scritta da ben quattro autori.

Ivan Silvestrini, dopo la buona prova in “2Night” anche se il box office non lo ha premiato, si conferma regista talentuoso, creativo, poliedrico, capace di passare dal romanticismo al thriller. continua su

http://paroleacolori.com/monolith-un-thriller-psicologico-dove-una-donna-lotta-contro-unauto/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

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173) Diario di una schiappa- portatemi a casa!

Il biglietto da acquistare per “Diario di una schiappa – Portatemi a casa!” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Diario di una schiappa- portatemi a casa ” è un film di David Bowers. Con Alicia Silverstone, Tom Everett Scott, Jason Drucker, Charlie Wright, Owen Asztalos. Commedia, 91′. USA, 2017

Arriverà nelle sale italiane il 10 agosto, “Diario di una schiappa – Portatemi a casa!”, ma noi di Parole a colori abbiamo avuto la possibilità di vederlo in anteprima nazionale, insieme agli scatenati ragazzi del Giffoni.

Il film diretto da David Bowers prende ancora una volta il là dal romanzo omonimo di Jeff Kinney (che torna per la quarta volta in veste di sceneggiatore e produttore esecutivo), e arriva cinque anni dopo “Vita da cani”, uscito al cinema nel 2012.

Il protagonista Greg (Drucker) mette a punto un nuovo piano per liberarsi dalla sua cattiva fama, aumentata dopo che è stato protagonista di un buffo e imbarazzante video diventato virale: diventare uno YouTuber di successo!

Peccato che la madre Susan (Silverstone) decida di organizzare proprio adesso un viaggio per tutta la famiglia, alla volta della casa della bisnonna che sta per festeggiare il 90esimo compleanno. Greg, disposto a tutto pur di riscattarsi, boicotta la gita, che però presto si trasforma in una disastrosa quanto buffa avventura.

Se regista e sceneggiatore sono una garanzia, la scelta di rinnovare completamente il cast per dare nuovi input ai personaggi e alla storia convince solo in parte.

“Diario di una schiappa – Portatemi a casa!”, infatti, mostra tutti i limiti di una serie che, sul grande schermo, non dimostra le stesse potenzialità dei romanzi. continua su

http://paroleacolori.com/diario-di-una-schiappa-portatemi-casa/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

172) Il Caso Fitzgerald (John Grisham)

“Il caso Fitzgerald” è un romanzo scritto da John Grisham e pubblicato in Italia nel giugno 2017 da Mondadori Editore.
Puoi anche divertiti a farti chiamare scrittore da parenti, amici o dalla amorevole fidanzata/ moglie di turno, ma devi avere la certezza che ogni 27 del mese sul tuo conto sia accreditato lo stipendio.
Scrivere romanzi sarà bello, creativo, ma non ci paghi le bollette.
Quanti di voi, scrittori in erba, almeno una volta non sono stati destinatari di queste parole?
Tante, troppe. Tutti possiamo scrivere un romanzo, pochi hanno diritto ad accedere all’Olimpo della letteratura. Tra gli sfigati e gli Dei, ci sono quelli che non hanno talento, creatività e a stento sanno maneggiare la lingua italiana, eppure sono sempre in cima alle classifiche di vendite e ad ogni presentazione del nuovo libro, c’è una folla di lettori esaltati ad attenderli.
Chi di voi è stanco e deluso da questo stato di cose, dovrà per forza leggere il nuovo romanzo di John Grisham, trovando conforto, forza e divertimento preparandovi a leggere una storia assai diversa rispetto al consolidato approccio e stile. del Re dei thriller.
“Il Caso Fitzgerald” inizia con una rapina meticolosamente preparata ed organizzata da una misteriosa banda. Ma il colpo non è né in una banca, né a casa di un ricco proprietario, bensì all’interno dell’austera Università di Princeton. Infatti la banda eludendo tutti i severi e sofisticati controlli di sicurezza, riesce ad entrare nel caveau dell’Università per impadronirsi di quattro preziosi manoscritti: i quattro originali libri scritti dallo scrittore Francis Scott Fitzgerald (il grande Gatsby, giusto per capirci).
Probabilmente per l’uomo della strada possedere anche uno solo di questi manoscritti, sarebbe un libro in più da far impolverare sulla propria libreria, ma per una piccola cerchia di persone, i collezionisti di libri rari, sarebbe invece una preda da ottenere a qualsiasi prezzo.
John Grishman con il suo nuovo libro svela all’uomo e alla donna della strada, un mondo sconosciuto, strampalato e magari grottesco come solo può essere quello popolato da scrittori, editori, lettori e librai, ma che se in apparenza può risultare bizzarro e nevrotico, può rivelarsi pericoloso, invece osservandolo da più vicino riservando delle sconvolgenti verità ed impensabili avventure.
“Il Caso Fitzgerald” è infatti un thriller “letterario” che non ha nulla da invidiare alla spy story o ai noir in cui fino all’ultima pagina, non si sa se il cattivo di turno riuscirà a farla franca o meno.
Non crediate che poiché l’oggetto di questa storia siano dei libri rari, vengano meno suspense, omicidi, pedinamenti, inganni, seduzioni. Sareste davvero fuori strada.
Quando uno scrittore è in crisi creativa e soprattutto senza soldi, sarebbe disposto a fare qualunque cosa, anche a diventare una spia per conto di una potente e misteriosa “assicurazione”.
E’ questo il caso della giovane e bella scrittrice Mercer Mann, reclutata dall’eccentrica Elaine, affinché torni nell’isola della sua infanzia, a Camino Island in Florida, e con la scusa di trovare l’ispirazione per il suo nuovo romanzo, assolva il compito di spiare, osservare e in estremo rati dio lasciarsi sedurre dall’affascinante librario Bruce Cable, uomo colto e amante di libri, ma che oltre a gestire la più bella libreria del Paese, è anche la persona che potrebbe nascondere i preziosi manoscritti di Fitzgerald, dopo che la banda di ladri è stata costretta a liberarsne perché braccata dal FBI.
Grisham costruisce un intreccio narrativo in cui sono mescolati con bravura ed efficacia il crime e l’azione nella prima parte, un’originale spy story nella parte centrale, il genere commedia e romance nella terza parte e un finale, forse la parte meno convincente, di puro stampo giallo.
Il lettore entra nei salotti e nelle cene degli scrittori ascoltandone paure, nevrosi, invidie e gelosie e scoprendo quanto possa essere dura e frustante decidere e sperare di poter vivere della propria creatività ed ingegno.
“Il caso Fitzgerad” magari non sarà il romanzo più bello ed intrigante della carriera di John Grisham, eppure si fa leggere con grande facilità, suscitando curiosità ed interesse su ogni personaggio magistralmente costruito sul piano psicologico e caratteriale.
Bruce Cable ci appare come il Jep Gambardella dei librai, suscitandoci simpatia, rispetto e soprattutto desiderio di poter entrare nella sua cerchia e di poter visitare la sua elegante libreria.
“Il Caso Fitzgerald” è una lettura fresca, leggera, avvolgente, ironica che non potrà mancare tra le vostre letture estive, soprattutto se siete uno scrittore o quantomeno sperate che un giorno gli altri lo dicando di voi seriamente.

171) Il prezzo dei soldi (Petros Markaris)

“Il Prezzo dei Soldi” è un romanzo scritto da Petros Markaris e pubblicato in Italia nel giugno 2017 da “La nave di Teseo”.
“A pensare male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”, se non fosse stato il leader più longevo e discusso della Prima Repubblica, Giulio Andreotti sarebbe comunque salito alle cronache della storia, per la sua straordinaria e perfida ironia, capace di sfornare tra le tante, anche questa celebre frase.
Che cosa c’entra vi chiederete Il Divo Giulio con il nuovo romanzo di Petros Markaris?
C’entra per il semplice fatto che il brillante e creativo autore greco, anche se non lo ammetterà mai, avrà preso ispirazione da questa “massima andreottiana” nel pensare e poi scrivere “Il Prezzo dei soldi”.
No, cari fan di Markaris, non vogliono prendervi gioco di Voi e né offendere il vostro autore di riferimento, ma l’accostamento con Andreotti, mi è venuto spontaneo mentre leggevo con interesse e curiosità il testo.
Petros Markaris,  scoperto ed apprezzato, da pochi anni , come lettore, per il suo stile asciutto, semplice e lineare incisivo, e colpendomi per la sua capacità d’osservazione e per il suo spirito critico, senza mai diventare il Girolamo Savonarola di turno.  Petros è tornato con il suo nuovo libro a scuotere le coscienze sopite dei greci e dei suoi lettori.
Makaris è stato abile  e attento nel costruire i nuovi casi del commissario Kostas Charistos fotografando la società greca e i suoi vizi durante la grave crisi economica, politica e sociale che ha messo in ginocchio la Grecia.
Non stiamo parlando di decenni fa, bensì solamente di tre anni fa
Ricordate, cari amici, lo scontro mediatico tra la Troika e il morente e corrotto governo greco e il successivo illusorio trionfo alle elezioni politiche di Tsipras?
Ebbene oggi la Grecia sembra vivere una stagione inaspettata e miracolosa di ricchezza, prosperità ed ottimismo.
I Greci sono tornati a spendere, ad avere aumenti di stipendio, il nuovo governo sembra essere ispirato dalla voglia di fare e di cambiare con onestà ed efficacia il Paese.
Quindi tutto bene quello che finisce bene? Forse per molti, ma non per Petros Markaris e il suo alter ego Kostas Charistos, entrambi scettici e preoccupati di fronte a questo misterioso nuovo miracolo greco.
Petros Markaris si chiede che cosa ci sia dietro questo improvviso boom economico.
Quali poteri economici stanno decidendo e influenzando la Grecia e di fatto governandola indirettamente?
Sono due semplici domande sulla carta, ma che in vero nascondono oscuri e scellerati accordi sulla pelle del popolo greco che di fronte al ritrovato benessere, si rifiuta di porsi.
“Il prezzo dei soldi” è un giallo quindi? Sì, perché il commissario Charistos insieme alla sua squadra è chiamato ad indagare su tre omicidi. Ma le tre vittime, non sono delinquenti comuni o pregiudicati, ma tre importanti ed influenti personaggi, che seppure in ruoli diversi, erano “attivi” nella “stanza dei bottoni” del vero potere.
Perché sono stati uccisi si chiede Charistos? Puntualmente quando uno delle tre indagini sembra portare ai piani alti del nuovo ordine politico greco, ecco arrivare la confessione dell’assassino, sempre un emigrato o un povero disgraziato, che ha compiuto l’efferato crimine per biechi motivi economici.
“Il prezzo dei soldi” è dunque il grido d’allarme che Markaris lancia ai suoi concittadini ed alle istituzioni internazionali, insinuando la tragica e chissà quanta romanzata ipotesi, che la Grecia sia diventata una sorta di gigantesco laboratorio dei Poteri Forti internazionali.
“Il potere dei soldi” è un romanzo che non potrà non lasciare il lettore indifferente e arrivando al cupo ed angosciante finale, chiedendosi con preoccupazione e sgomento se davvero il futuro di un Paese possa essere deciso da pochi e pericolosi personaggi.
Sarebbe davvero una beffa atroce per la Grecia, patria della parola “democrazia”.

170) Annabelle 2- Creation

Il biglietto da acquistare per “Annabelle 2 – Creation” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Annabelle 2 – Creation” è un film del 2017 diretto da David F. Sandberg. Con Alicia Vela-Bailey, Miranda Otto, Stephanie Sigman, Anthony LaPaglia, Talitha Bateman.

La figura del critico cinematografico, oggi, ha ancora ragione di esistere? Una recensione, per quanto di qualità, può indirizzare i gusti del pubblico?

Se su questi punti siamo dubbiosi, figuriamoci il valore che possano avere i giudizi e le parole di uno come me, che non ha nemmeno il titolo di professionista doc.

Il 13 ottobre 2014 scrissi un pezzo su “Annabelle” di John R. Leonetti, augurandomi che sulla bambola indemoniata potesse calare il sipario.

Tre anni dopo, eccomi di nuovo sconsolato davanti al pc, senza riuscire a trovare un mezzo spunto per scrivere qualcosa di utile su “Annabelle 2 – Creation” di David F. Sandberg, presentato in anteprima mondiale al Giffoni Film Festival.

Obiettivo del film è spiegare l’origine della bambola, portando quindi lo spettatore indietro nel tempo.

I Mullins sono una famiglia felice e serena, composta da Samuel (LaPaglia), abile costruttore di bambole, dalla moglie Esther (Otto) e dalla figlia Annabelle. Un incidente d’auto cambia per sempre le loro vite…

La storia vera e propria inizia 12 anni dopo la tragedia. Un gruppo di orfanelle accompagnate da sorella Charlotte (Sigman), costrette a lasciare il proprio istituto distrutto, viene accolto nella casa coloniale dei Mullins.

Le bambine, entusiaste, iniziano a esplorare la dimora. Tra i segreti che nasconde, la camera della figlia defunta dei coniugi e un vano segreto che custodisce la bambola Annabelle.

Una delle giovani ospiti, Jeanice (Bateman), diventa oggetto delle attenzioni di un’entità maligna, che sembra essere collegata alla morte dei Mullins. Ma anche la coppia non sembra essere esente da colpe…

“Annabelle 2” è un horror che non presenta alcuno spunto originale. Lo sceneggiatore ha attinto a piene mani ad altre pellicole di genere (come non cogliere i riferimenti e gli omaggi a “L’esorcista”?), finendo però per scrivere una storia prevedibile, scontata e a tratti davvero noiosa.

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Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”