7)FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA DANZA E DELLE DANZE – QUARTA EDIZIONE dal 20 al 22 agosto 2020

Locandina festival delle danze 2020

Piazza del stival delle danze 202Comune e Castello dei Borgia – Nepi

RITORNA A NEPI IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA DANZA E DELLE DANZE

Durante le tre serate numerosi ospiti: Carla Fracci, Luciana Savignano, Lorella Cuccarini, Samuel Peron, Anastasia Kuzmina, Alma Manera, Micha Van Hoecke, Alviero Martini, Roberta Beccarini e tanti altri

Giovedì 20 agosto si dà inizio a Nepi, alla quarta edizione del Festival Internazionale della Danza e delle Danze, fondato da Paolo Tortelli e Maria Pia Liotta, organizzato da Alta Classe Accademia dello Spettacolo, sotto la direzione artistica di Maria Pia Liotta e con il patrocinio del Comune di Nepi. Tre giorni di grandi esibizioni con ospiti prestigiosi e rappresentanti autorevoli del settore tersicoreo. Dopo due anni di assenza il Festival ritorna nella sua sede di origine, Nepi, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale e dal Sindaco Franco Vita.

Un’importante novità di questa edizione è rappresentata dalla giornata di apertura che non si tiene all’interno del Castello dei Borgia, dove invece sono in programma le altre due serate, quella del 21 e del 22 agosto, ma nella Piazza del Comune di Nepi. Un’apertura ufficiale che vede la presenza di Carla Fracci, che per l’occasione il Sindaco vuole omaggiarla della cittadinanza onoraria, insieme al direttore artistico del Festival Maria Pia Liotta, E proprio quella sera Carla Fracci compie gli anni. A festeggiare il suo compleanno, oltre al Sindaco e esponenti dell’amministrazione comunale, la Banda musicale del comune “Enrico Gai”, diretta dal maestro Professor Giovanni De Lorenzo. La serata proseguirà con il Gran ballo degli auguri a Carla Fracci. I “Nobili” e le “Dame” della Compagnia Nazionale di Danza Storica in eleganti frac e preziosi abiti con crinolina eseguiranno meravigliose Quadriglie, Contraddanze, Polonaise tratte dai manuali dei più celebri maestri del XIX secolo e dai più incantevoli film in costume – come Il Gattopardo, Sissi, Orgoglio e Pregiudizio – usando un codice espressivo per la messa in scena rispettoso delle norme anti-covid, reinterpretato dal M° Nino Graziano Luca che lo ha attinto dalla storia.

Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, ilFestival, nelle due serate del 21 e 22 agosto, è una grande maratona della danza e garantisce un programma vasto, innovativo di grande apertura di spirito e di sicura qualità artistica. Il direttore del Festival, Maria Pia Liotta, come sempre guarda al futuro, proponendo anche quest’anno sulla scena italiana uno spettacolo che, basato sulla solida struttura del balletto tradizionale, si apre verso nuovi stili e cresce verso le varie discipline della danza, dal classico al contemporaneo, dal tango ai balli caraibici e latino americani. Un progetto unico nel suo genere, quindi un incontro internazionale di danza e danzatori nelle varie tecniche e discipline, con l’obiettivo di coinvolgere tutti gli operatori del settore per uno scambio culturale.

A rappresentare le varie discipline nelle due serate in programma la massima espressione della danza, grandi stelle di chiara fama, ognuna protagonista indiscussa nel proprio genere: Grande attesa per Carla Fracci, che nella serata finale del Gran Gala del Festival (sabato 22 agosto), sarà protagonista con una nuova creazione, ideata e diretta da Beppe Menegatti, con la partecipazione diAlma Manera. Un inedito, in anteprima mondiale, che l’indiscussa divina della danza offrirà in esclusiva al pubblico di Nepi. Ancora, durante le due serate del Festival, si alterneranno sul palco: il Neoclassic Ballet di Sabrina Bosco che in anteprima per il Festival presenterà il Bolero di Ravel in un nuovo adattamento coreografico di Sabrina Bosco; la compagnia Le Viaggiatrici d’Oriente, diretta da Marta Amira, il tango di Roberta Beccarinicon Luca Amerijeiras; le Piccole Danzatrici Italiane Danza Accademia; gli standard e il latino americano con Samuel Peron e Anastasia Kuzmina; tratto dallo spettacolo Shine di Micha Van Hoeche con musiche dei Pink Floyd Marco Lo Presti, solista della Compagnia Daniele Cipriani Entartainment, eseguirà “Wish you were here”; le forti emozioni di Alma Manera con un omaggio a Ennio Morricone; al pianoforte il m° Kozeta Prifti. Le serate sono condotte da Beppe Convertini e da Maria Elena Fabi.

Durante l’ultima serata del Festival ritorna il premio “Lo Schiaccianoci d’Oro”, istituzionalizzato nella prima edizione del Festival. A grandi artisti, a esponenti autorevoli del settore, un riconoscimento per la loro fedele dedizione ad un’arte, quale la danza, e che hanno fatto della danza la loro espressione di vita. Il premio è stato creato dall’artista Enrico Manera. Quest’anno tra i premiati: Luciana Savignano, Lorella Cuccarini, Micha Van Hoecke, Elisabetta Armiato, Alviero Martini, Christian Francesconi Catena, Francesca Barbi Marinetti, Stefania Di Cosmo e altri.

Nel dettaglio:

• Anteprima Festival
giovedì 20 agosto 2020 – ore 18.30. Piazza del Comune – Nepi

• Sotto un cielo di Stelle
venerdì 21 agosto 2020 – ore 21.00. Castello dei Borgia – Nepi

• Gran Gala del Festival e cerimonia finale di consegna del Premio “Lo Schiaccianoci d’oro”
sabato 22 agosto 2020 – ore 21.00. Castello dei Borgia – Nepi

PER INFORMAZIONI: Segreteria Organizzativa –Cell. 346.6142314

http://www.festivalinternazionaledelladanzaedelledanze.com

PER PRENOTAZIONI E ACQUISTI BIGLIETTI ON LINE

• Associazione L’Attesa
Tel 338.3288291 – 333.8495929

• La Bottega di Emi
Via Giacomo Matteotti, 18 – Nepi

0761.555029

Costo del biglietto: € 15,00 a serata

Abbonamento per le due serate: € 25,00

UFFICIO STAMPA – Ennio Salomone

cell. 346.6142314 – E-mail: salomone.ennio@gmail.com

109) Un Divano a Tunisi

Il biglietto d’acquistare per “Un divano a Tunisi” è: Ridotto.

‘Un divano a Tunisi” è un film del 2019 diretto da Manele Labidi , con: Golshifteh Farahan, Hichem Yacoubi, Majad Mastoura, Aisha Ben Med.

Sinossi:

Selma Derwich, psicanalista trentacinquenne, lascia Parigi per aprire uno studio nella periferia di Tunisi, dov’è cresciuta. Ottimista sulla missione, sdraiare sul lettino i suoi connazionali e rimetterli al mondo all’indomani della rivoluzione, Selma deve scontrarsi con la diffidenza locale, l’amministrazione indolente e un poliziotto troppo zelante che la boicotta. A Tunisi, dove la gente si confessa nelle vasche dell’hammam o sotto il casco del parrucchiere, Selma offre una terza via, un luogo protetto per prendersi cura di sé e prendere il polso della città.

Recensione:
Anche il cinema negli ultimi anni è stato “costretto” a raccontare e certificare il fallimento della cosiddetta “primavera araba” mostrando i disastri sociali ed economici dei Paesi “liberati “dai sanguinari e feroci dittatori.
Anche la Tunisia non è sfuggita a questo triste “rimbalzo” della realtà, dopo la caduta del regime di Zine El-Abidine Ben Ali, cadendo in una spirale di caos e precariato politico, economico oltre che morale.
Se il caos spinge chi può alla fuga, invece ha paradossalmente spinto al ritorno casa la 35 psicoanalista Selma (Farahan) dopo essersi professionalmente formata a Parigi.

“Un divano a Tunisi” è un agrodolce affresco della società tunisina vista e vissuta dalla bella e combattiva protagonista, che desidera “essere utile” agli uomini e donne di Tunisi offrendo il proprio talento, sapere e professionalità.
Selma è una donna libera, indipendente, solitaria, orgogliosa dei propri tatuaggi e pronta a scontrarsi con i pregiudizi ed arretratezza culturale, mentale e financo burocratica del suo Paese natio.
Manele Labidi utilizzando con creatività ed ironia l ‘ escamotage narrativo di una psicanalista dallo spirito “donchisciottesca” stende sul celebre lettino una serie di bizzarri, buffi, istrionici pazienti che incarnano perfettamente le contraddizioni e malessere della Tunisia di oggi.
Agli occhi degli estranei e degli stessi parenti è Selma ad essere considerata pazza avendo rinunciato alla vita e benessere parigino per ritornare nella caotica Tunisi.
“Un divano a Tunisi” è una storia semplice, magari prevedibile ma comunque godibile, briosa, autentica facendo sentire anche lo spettatore come fosse uno dei pazienti di Selma.
Manele Labidi forma un esordio positivo dimostrando talento, sensibilità ed acutezza nel cogliere le sfumature dell’animo e mettendolo in scena con garbo, umana ed efficacia cinematografica.
Golshifteh Farahan sfodera una performance magnetica, malinconica, brillante caricandosi sulle spalle con bravura e personalità il peso e responsabilità dell’intero film dimostrando pienamente il proprio valore e bellezza di star di prima grandezza.
Farahan incarna con il volto, sguardo e smorfie e nei rari sorrisi l’affascinante risolutezza della protagonista e come una donna possa farcela da sola ad imporsi in un mondo arabo senza doversi “legare” ad un uomo.
“Un divano a Tunisi” piace e convince anche per il modo moderno d’affrontare narrativamente l’aspetto romance evitando cadute melense e sentimentali esaltando la libertà di scelta della donna.
“Un divano a Tunisi” è un film consigliato per potersi concedere un amaro sorriso sul fallimento della primavera araba e magari riflettere sulla possibilità d’iniziare un percorso analitico sperando d’avere la coraggiosa e bella Selma come guida.

108) Riccardino ( Andrea Camilleri)

“Riccardino” è un romanzo scritto da Andrea Camilleri e pubblicato il 16 luglio 2020 da Sellerio Editore.

Sinossi:
L’ultima avventura del commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
Anno 2005: Camilleri ha appena pubblicato La luna di carta. Sta lavorando alla successiva avventura della serie, ma in estate consegna a Elvira Sellerio un altro romanzo con protagonista il commissario Montalbano. Si intitola Riccardino. L’accordo è che verrà pubblicato poi, un domani indefinito, si sa solo che sarà l’ultimo romanzo della saga Montalbano.
Anno 2016. Sono passati 11 anni durante i quali sono usciti 15 libri di Montalbano. Andrea Camilleri sente l’urgenza di riprendere quel romanzo, che è venuta l’ora di «sistemarlo». Nulla cambia nella trama ma solo nella lingua che nel frattempo si è evoluta. Né muta il titolo che allora considerava provvisorio ma al quale ormai si è affezionato e che nel 2016 decide essere definitivo. Un titolo così diverso da quelli essenziali ed evocativi e pieni di significato ai quali siamo abituati, in cui risuonano echi letterari: La forma dell’acqua, Il giro di boa, Il ladro di merendine, L’altro capo del filo. Ma Riccardino segna quasi una cesura, una fine, ed è giusto marcare la differenza sin dal titolo.
Ma come è nata l’idea, e soprattutto perché.
Racconta Andrea Camilleri in una vecchia intervista che a un certo punto si era posto il problema della «serialità» dei suoi romanzi, dilemma comune a molti scrittori di noir, che aveva risolto decidendo di fare invecchiare il suo commissario insieme al calendario, con tutti i mutamenti che ciò avrebbe comportato, del personaggio e dei tempi che man mano avrebbe vissuto. Ma poi, aggiunge, «mi sono pure posto un problema scaramantico». I suoi due amici scrittori di gialli, Izzo e Manuel Vázquez Montálban, che volevano liberarsi dei loro personaggi, alla fine erano morti prima di loro. Allora «mi sono fatto venire un’altra idea trovando in un certo senso la soluzione».
Ecco: la soluzione la scopriranno i suoi tantissimi affezionati lettori di questo Riccardino che pubblichiamo ricordando Andrea Camilleri con grande gratitudine.

Recensione:
L’uscita di “Riccardino” è stata vissuta dai fan del commissario Salvo Montalbano come fosse una finale mondiale con l’Italia in campo.
L’”ultima indagine del commissario più amato d’Italia è stata accompagnata per anni da rumors, leggende, aneddoti e false piste messe in giro dallo stesso divertito Maestro Camilleri.
L’attesa è stata spasmodica, la curiosità infinità mista al timore nel dover scoprire come Andrea Camilleri avesse deciso, anni prima, di mettere la parola fine al suo amato/odiato personaggio.
Già “l’odiato Montalbano, perché il personaggio televisivo aveva preso il sopravvento non solo sul Montalbano letterario, ma costretto “L’Autore” ad una faticosa convivenza creativa.
Quando nel giugno del 2018 uscì “Il Metodo Catalanotti”, probabilmente, sono stato uno dei pochi a difendere la “svolta” sentimentale “del commissario Montalbano.
Vedendo in questa svolta non soltanto delle potenzialità narrative, ma soprattutto avvertendo in Camilleri l’esigenza creativa di voler “sparigliare” rinnovando struttura e personaggi della saga.
Il finale aperto del romanzo, una vera rarità per Camilleri, mi aveva fatto credere, sperare che nei successivi romanzi il personaggio di Antonia sarebbe diventata centrale o quanto meno ci saremmo gustati un Montalbano alle prese con una relazione molto diversa quanto tosta rispetto a quella avuta con Livia.
Ebbene, le mie personale e modeste aspettative sono state nettamente disattese e le mie previsioni editoriali, narrative si sono rivelati decisamente errate.
“Riccardino” si è dimostrato un romanzo assestante rispetto ai 15 romanzi scritti successivamente dal Maestro.
“Riccardino” non presenta alcun collegamento diretto o quanto meno indiretto con il “Metodo Catalanotti””, lasciando così “incompiuta” la neo storia tra il commissario ed Antonia.
“Riccardino” può essere considerato, sul piano narrativo e stilistico, come una “tradizionale” indagine, se non fosse per il fatto che il lettore assiste a dei divertenti “intermezzi” telefonici e scritti tra il commissario e lo stesso Camilleri.
Intermezzi in cui possiamo apprezzare nuovamente il talento, ironia e soprattutto la formazione teatrale di Camilleri.
Il Montalbano letterario si lamenta come il personaggio televisivo gli abbia rovinato l’esistenza e carriera, mentre l’Autore rimprovera al primo di non seguire più le regole del giallo rendendogli così quasi impossibile poter scrivere una storia coerente e convincente.
Questa continua triangolazione tra Camilleri ed i due Montalbano rappresenta l’unica e rilevante novità di un romanzo che di per sé sarebbe stato privo di particolari guizzi creativi e stilistici.
Dispiace scriverlo ma “Riccardino” è una deludente conclusione di questa straordinaria cavalcata letteraria.
“Riccardino” stona con le scelte editoriali compiute dalla Sellerio dal 2005 fino al 2018 sul commissario Montalbano.
Paradossalmente, a mio modesto parere, avrebbe avuto più senso considerare “Il Metodo Catalanotti” come epilogo piuttosto che “Riccardino”.
È difficile d’accettare che il Maestro volesse davvero questo tipo di conclusione.
La “prematura” scomparsa di Camilleri inevitabilmente avrà stravolto i piani originali di rinnovamento della serie, provocando questi infelici risultati.
Salvo Montalbano meritava una diversa uscita di scena, degna della sua fama e storia.
Seguirò solo in parte l’idea di Camilleri: “Riccardino” scomparirà lentamente quanto inesorabilmente dalla mia memoria e cuore.
“Riccardino” non è mai esistito.
L’ultimo romanzo su Montalbano è ancora custodito dentro la cassaforte di Elvira Sellerio.

107) Il Borghese Pellegrino (Marco Malvadi)

“Il Borghese Pellegrino “è un romanzo scritto da Marco Malvadi e pubblicato il 18 Giugno 2020 da Sellerio Editore.

Sinossi:
Ritorna Pellegrino Artusi, padre della gastronomia italiana, in un giallo dal meccanismo perfetto tra atmosfere gotiche e buona cucina.
Recensione:
Non sono un appassionato di cucina. Aborro i programmi televisivi di cucina. Se vedo un cuoco ospite di un talk show politico spegno la TV.
Si, avete capito bene, ho sviluppato una chiara e netta insofferenza nei confronti degli chef tuttologi elevati dalla critica a star /influencer da cui far dipendere il futuro del nostro Paese.
Considerato questo conclamato e personale pregiudizio “antropologico”, caro lettore, pensi che il mio giudizio su “Il Borghese Pellegrino” era già scritto prima ancora di leggerlo?
Confesso il mio scettico approccio al romanzo, timoroso nel dover constatare una debolezza strutturale o l’assenza del necessario quid narrativo e creativo da parte dell’autore.
Alla fine però “Il Borghese Pellegrino” si è rivelato un romanzo complessivamente piacevole da leggere, brillante nei dialoghi, sebbene il giallo, in sé l’omicidio avvenuto dentro una stanza chiusa sia un chiaro riferimento al genio unico di Agatha Christie, regina del thriller.
Probabilmente il personaggio di Pellegrino Artusi non avrebbe meritato o meglio non possedeva l’appeal narrativo per dare vita ad un secondo romanzo come protagonista assoluto.
E lo stesso Marco Malvadi consapevole del corto “respiro” drammaturgico, ha cercato lodevolmente d’ampliarlo immaginando una storia con più personaggi rinchiusi dentro un antico casale per un week end ed un omicidio misterioso da risolvere.
“Il Borghese Pellegrino” è sì un giallo, ma anche un romanzo storico e politico ben mescolati insieme con ironia e sagacia dall’autore, offrendo così al lettore una “pietanza” ricca di sapori quanto intrigante.
Perché è stato ucciso il dottor D’Ancona, delegato del Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico della Turchia? Chi voleva la sua morte?
Il lettore si prepari a seguire un’indagine diversa dal solito, in cui verranno a galla tradimenti, amori clandestini e corruzione davvero curiosi quanto impensabili visto l’alto lignaggio degli ospiti.
“Il Borghese Pellegrino” pur essendo un romanzo storico tratta alcune tematiche (debito sovrano, rapporto UE-Turchia ed avidità degli imprenditori) che sarebbero facilmente applicabili, adattabili al mondo d’oggi.
“Il Borghese Pellegrino” pur non essendo un capolavoro letterario né come giallo né tanto meno come romanzo storico, è comunque una lettura consigliata per chi abbia interesse e piacere nell’unire insieme   cucina e  letteratura.

106) Deerskin / Doppia Pelle

Il biglietto d’acquistare per “Deerskin /Doppia Pelle ” è :Sempre (Con Riserva)
Deerskin /Doppia Pelle  è un film del 2019 scritto e diretto da Quentin Dupieux, con : Jean Dujardin, Adele Haenel.

Sinossi:

Georges guida tutto il giorno per raggiungere un’anonima località di montagna e comprare un blouson di pelle. Pelle di daino 100%. Per soddisfare la sua ossessione, Georges ha dato fondo al conto e alla sua vita coniugale. Morbida, decorata di frange e rivestita in raso, la giacca lo innamora fino a possederlo e precipitarlo in un delirio criminale. Ad assecondare la sua follia c’è Denise, cameriera con la mania di smontare film celebri. Deciso a girare un film che celebri il suo blouson cognac, Georges si ‘arma’ di camera digitale e sbaraglia la concorrenza. Ogni altra giacca sulla faccia della terra non è che una mera imitazione e va ‘eliminata’. Ad ogni costo e con ogni mezzo.

Recensione:

Seguire la moda, vestirsi con abiti firmati ed apparire sempre eleganti è un lavoro faticoso quanto costoso.
Possedere un guardaroba ” vintage” senza apparire vecchio e ridicolo è una costante sfida.
Negli ultimi anni la “mania vintage” si è diffusa rapidamente facendo riemerge dal passato abiti, indumenti a dir poco brutti.
Voler essere sempre alla moda può portare a compiere stranezze uniche, financo folli.
“Deerskin” di Quentin Dupieux utilizza l’idea vintage come iniziale spunto narrativo per far conoscere al pubblico , Georges (Dujardin), uomo di mezz’ età ed in crisi matrimoniale ed isolatosi in un piccolo paesino .
Non prima d’aver speso ben 7500 euro per una giacca di pelle “Derkisn” , ma di  misura chiaramente sbagliata
Non sappiamo perché la moglie l’ abbia cacciato di casa, ma non possiamo non comprenderla nell’avergli bloccato le carte di credito dopo l’assurdo acquisto.
Georges è talmente ossessionato dalla sua “Deerskin”, al punto d’acquistare altri indumenti della stessa marca e riprendendosi con una vecchia telecamera.
Georges si finge un solitario ed eccentrico regista suscitando la curiosità ed interesse della barista Denise( una convincente Haenel) ma soprattutto aspirante montatrice di cinema.
Georges è ormai follemente “dipendente” dalla sua giacca al punto di parlarci ed operare per suo conto.
“Deerskin” è un film strano, surreale, grottesco e nella parte finale inaspettatamente violento e splatter.
Nonostante l’intreccio sia caotico, non inquadrabile e spiazzante mantiene costante un tono brillante e uno stile ironico decisivi per conquistare lo spettatore.
Jean Dujardin è davvero straordinario con questo personaggio . Rende credibile la tragicomica involuzione del suo personaggio nell’arco dell storia facendolo sembrare razionale e buffo.
“Deerskin” è la storia di un uomo solo , sconfitto dalle difficoltà personali che si aggrappa ad un ossessione ed alla vanità , ma iniziando così una fatale quanto esilarante discesa nel lato più oscuro della propria anima.
Dopo aver visto “Deerskin”, magari lo spettatore attento alla moda, potrebbe trarne qualche utile e vitale insegnamento.

7) Il mare in un panino, festa con tanti VIP da Cuochi e Pescatori

La cuoca itinerante salentina Alessandra Ferramosca ha realizzato gustosi panini per tutti gli ospiti tra sorrisi e brindisi. Tanti i vip del mondo della tv e del cinema presenti all’evento.

Sbarca a Roma il mare in un panino. A crearlo, Alessandra Ferramosca, la più nota e apprezzata Cuoca Itinerante Salentina, maestra dello street food rivisitato e corretto con estro e maestria. Classe 1973, membro dell’Accademia dei Volenterosi per la promozione del territorio, è anche autrice del libro “Memorie gustative”, un impasto salentino di ricordi con oltre 70 sue ricette tradizionali, rivisitate e abbinate con nuovi prodotti della sua terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

A volerla a tutti i costi a Roma come consulente per una nuova proposta culinaria, nel suo chicchissimo ristorante “Cuochi e Pescatori” di via del Porto Fluviale 7/D, nel cuore della movida del quartiere Ostiense, è stata l’imprenditrice di Lecce Lorella Ciullo, per ampliare la proposta e il menu del suo locale. Accanto ai piatti di pesce classici, Lorella e Alessandra lanciano adesso “Il mare nel panino”, nuova proposta di pesce selezionatissimo, per tutte le tasche, che incontra sapori di diversi territori.

Sfiziose proposte del mare, dunque, per i più giovani, che non amano passare molto tempo seduti nei ristoranti, ma che possono gustare lo stesso un cibo raffinato. Come i carciofi alla romana mixati col pesce spada grigliato in un pane unico di grani italiani a fermentazione spontanea del “Forno degli Amici” dei tre giovani fratelli romani Stocchi. Oppure un bel polpo avvolto nel guanciale croccante, nuovo abbinamento che dimostra come gli opposti si attraggano sempre.

“Dall’esperienza del mio ristorante e dalla creatività e intuizione di Alessandra sono nate esclusive ricette per una nuova e sensoriale esperienza del gusto. L’unione di due culture gastronomiche in un panino: la cucina romana confortevole e anticamente rurale e la salentina ospitale e ricca di profumi del suo mare”, spiega Lorella Ciullo.

“Nelle mie pietanze ogni prodotto ha una sua identità e deve poter emergere, creando quella combinazione culinaria in grado di lasciare un ricordo che per l’ospite rappresenta una nuova esperienza. La mia è una cucina salentina rivisitata che partendo dalla tradizione introduce nuovi prodotti e nuovi usi e costumi del cibo”, aggiunge Alessandra Ferramosca, abituata a girare l’Italia come una trottola con le sue proposte food.

Gli ospiti Vip arrivati a salutare Lorella Ciullo, la proprietaria del ristorante Cuochi e Pescatori in via del Porto Fluviale, e conoscere la cuoca itinerante salentina Alessandra Ferramosca sono stati diversi,

tutti stregati dai panini col mare dentro che la cuoca ha preparato in diretta. Oltre 500 panini gustosi sono andati via in poche ore, innaffiati da vino bianco bianco ghiacciato. Sul tardi è stato servito un delizioso risotto ai frutti di mare per tutti quelli che erano rimasti, comodamente seduti ai tavoli e serviti dai camerieri con mascherina. Tra i Vip presenti, Miriana Trevisan con un amico, la bellissima conduttrice tv di “Quattro zampe in famiglia” Elena Ballarini col marito Luca Ghini e il bellissimo figlioletto Manuele di 1 anno e mezzo, Raffaella Balzo con la compagna Chiara, le attrici Linda Batista e Stefania Marchionna, Myriam Fecchi con Greta Pierotti di Rai yoyo, la principessa Conny Caracciolo con l’attrice teatrale partenopea Laura

Sorel, le telegiornaliste Rai Josephine Alessio, Mariella Anziano e Stefania Giacomini, il dolce Santino Fiorillo che affianca con i suoi gossip d’antan Pierluigi Diaco su Raiuno in “Io e te”, l’attore Alex Partexano, il presentatore Fabrizio Pacifici, gli agenti di spettacolo

Emanuela Corsello e Fabrizio Perrone, il press agent emilio Sturla Furnò con Marco Galli, il Presiente della Federazione Italiana Cuochi Rocco Pozzello, lo chef Alessandro Circiello, la direttrice dell’Accademia

Italiana della Cucina Cinzia Sebastiani, il regista Antonio Centomani con la press office Donatella Gimigliano. E ancora, il prof. del Gemelli Angelo Zoli e il prof. Luca Revelli.

A Roma Alessandra Ferramosca si fermerà una settimana, giusto il tempo di avviare “Il mare nel panino”, che resterà poi disponibile nel menu. Insomma, da “Cuochi e Pescatori” c’è sempre una piacevole novità, stavolta con nuove originali proposte di mare che racchiudono sapori apparentemente contrastanti ma che insieme creano un connubio in grado di soddisfare le più esigenti richieste. Dal Salento, dalla sua meravigliosa Baia di Castro, nasce questa nuova e freschissima idea estiva per i giovanissimi e non solo, da degustare nel locale magari all’ora dell’aperitivo ma anche da ordinare e portare a casa.

Polpo e Guanciale, gli abbinamenti tra crudi e cotti dal gusto sorprendente

La linea dei “cotti” e dei “Crudi” sarà abbinata ad una selezione di birre artigianali. Il panino per eccellenza incontra “Polpo & Guanciale” unito da una salsa a base di pomodorini agrodolci. I teneri tentacoli di polpo salentino avvolgeranno il guanciale croccante e la salsa ai pomodorini agrodolci lascerà in bocca un delicato retrogusto del tutto originale. Nei crudi invece si è voluto esaltare il gusto dei gamberi rosa di Castro e del gambero rosso di Gallipoli con una delicata e vintage salsa al cognac con croccanti fettine di mela verde e pepe rosa ben abbinata alla salicornia della scogliera salentina. Una bella novità al ristorante salentino doc di via del Porto Fluviale, di cui sveliamo il segreto che gli ha permesso di annoverarsi tra i ristoranti glamour di pesce della Capitale anche grazie al rapporto qualità-prezzo: il pesce proviene dai pescherecci di famiglia senza intermediazioni, garantendo così una filiera corta di qualità.

6) Branding SRL affida la comunicazione alla Show Event Roma di Alfonso Stagno

Branding SRL, azienda da sempre impegnata nel valorizzare l’eccellenza italiana, sceglie la società dell’eclettico produttore e regista per curare la sua comunicazione.

Oggi 13 luglio 2020, ai piedi delle Alpi Apuane e nella splendida cornice della Versilia, due grandi realtà imprenditoriali come la Branding srl e la Show Event Roma, hanno firmato il contratto di collaborazione che attribuisce l’incarico di “Responsabile alle Pubbliche Relazioni” all’eclettico regista e produttore televisivo Alfonso Stagno, titolare appunto della società capitolina. Nasce quindi un nuovo sodalizio fra il mondo della comunicazione mediatica, Stampa, Televisione, e Web Media ed un team di aziende che rappresenta la produzione il commercio, e la promozione di numerosi prodotti dell’eccellenza dell’industria Italiana.

Alfonso Stagno spiega così il suo coinvolgimento con la Branding SRL e la mission che le due aziende si sono prefissate per questa collaborazione: “Nonostante i miei numerosi impegni, che mi vedono attualmente operativo sul set iin produzioni televisive nazionali ed estere, ho deciso insieme al mio staff di accettare questo nuovo incarico come “Responsabile alle Pubbliche Relazioni” della Branding srl. La motivazione che mi ha spinto ad accettare questo incarico affonda le sue radici nelle mie origini di uomo del Sud e della Sicilia, prima ancora che italiano. Nella mia famiglia uno dei valori più importanti è sempre stato il senso del dovere verso il mio paese. Quando ho ricevuto questa proposta di collaborazione, ho subito visto che il progetto della BRANDING SRL ha come prima Mission la valorizzazione dei prodotti Italiani di eccellenza dalle materie prime sino al prodotto finito attraverso metodi e tecnologie tutte di concezione e produzione Italiana”.

Una chiamata arrivata in un momento particolare dato che l’Italia sta cercando di ripartire dopo l’emergenza coronavirus: “In questo momento molto difficile della nostra storia, il desiderio che alberga nel cuore di tutti noi è quello di fare ripartire l’economia Italiana. Per fare ciò dobbiamo promuovere le eccellenze Italiane di ogni settore nel mondo, utilizzando tutti i canali di comunicazione nuovi e tradizionali. Devo dire che è un lavoro che la Branding fa già egregiamente”.

L’obiettivo dunque è molto ambizioso per Alfonso Stagno e la Branding SRL: “La posta in gioco è molto alta, tante sono le aziende che dovremo rappresentare, e far conoscere in tutto il mondo facendo attenzione a farne comprendere i concetti nel miglior modo possibile. Nello specifico, il mio non sarà un ruolo tecnico, ma di mediazione e divulgazione. Dovrò portare la voce e l’immagine dei nostri imprenditori là dove si celebra il business, attraverso le fiere, le conferenze e gli eventi di scambi commerciali. Curerò la comunicazione mediatica sia tecnica che commerciale, che devo dire ogni giorno ha sempre cose nuove da scoprire in un paese come l’Italia pieno di storie da raccontare”.

Alfonso Stagno schiererà in questa nuova avventura tutto il team della Show Event Roma: “Ovviamente per assolvere agli impegni di cui necessita questo gravoso incarico, ho dovuto coinvolgere tutto il mio staff,ormai collaudato da anni di esperienza nel mondo della comunicazione. Mi avvalgo di un team di professionisti, che sanno come usare le tecnologie e gli strumenti per arrivare nel cuore del business”.

Alfonso Stagno è anche stato conquistato dall’impegno internazionale della Branding SRL e dalla qualità delle aziende coinvolte con lei: “Con molta attenzione ho letto i numerosi progetti che la Branding sta portando avanti anche con aziende straniere come la Graphene Industrial Applications Ltd del Regno Unito, per la quale cureremo lo sviluppo e la commercializzazione del del prodotto di punta di questa azienda, il Graphene. Ringrazio la tutta la direzione della Branding srl , in particolare la CEO Antonella Pietrelli di cui ammirò le grandi capacità professionali e grande la abnegazione al lavoro”.

Le aziende top in Branding SRL, da Officine Marchetti a Mega Stone Factory

Numeroso e di alto livello è il Cluster delle aziende rappresentate dalla Branding srl, a partire delle Officine Marchetti, azienda presente in più di novanta paesi nel mondo e da 54 anni fiore all’occhiello dell’industria meccanica di precisione Italiana al servizio della Stone Industry. Un altro fiore all’occhiello è sicuramente la Mega Stone Factory, proprietaria della Cava Querciola dove provengono i preziosi Marmi di Carrara, blocchi di marmo pregiatissimo con i quali scultori ed architetti hanno dato la luce alle più belle sculture ed opere architettoniche, che si possono ammirare in tutto il mondo.

Oltre alla Tecnologia, Branding srl ha creato il Brand TORA FARM, un’azienda che si occupa di prodotti alimentari Italiani di alto valore nutritivo provenienti da agricoltura biologica. La sua mission è portare sulle tavole di tutto il mondo la tradizione gastronomica Italiana, realizzata con i migliori prodotti che il nostro meraviglioso paese è in grado di offrire. Encomiabile l’attività della Branding dal punto di vista accademico, visto l’accordo triennale per la formazione di risorse interne con l’attivazione di un Ph.D Executive presso il Politecnico di Architettura di Milano.

I valori di Branding Srl

Branding srl, ha come obiettivo principale il rispetto dei valori umani, il rispetto per l’ambiente e la generosità nell’aiutare i più deboli. Le aziende che fanno parte del Cluster Branding hanno tutte un forte codice etico ed una cultura a favore dell’ambiente. Voglio ricordare che Branding cerca sempre di organizzare delle Charities a favore dei più deboli al fine di migliorare la qualità della vita delle persone meno fortunate

105) La Lista dei fan…lo

Il biglietto d’acquistare per “La lista dei Fan..lo “ è : Omaggio (con Riserva)

“La lista dei Fan..culo” è un film del 2020 diretto da Michael Duggan, scritto da Michael Duggan, Dan McDermott , con : Eli Brown, Natalie Zea, Madison Iseman, Jerry O’Connell, Callan Mulvey.

Sinossi:
Brett Blackmore ha lavorato duro e ha ottenuto l’ammissione a 7 delle 8 università della Ivy League (l’élite dei college USA). Certo, per raggiungere l’obiettivo ha sacrificato molte cose, ma ne è valsa la pena. Almeno, fino a che il caso si mette di traverso. Il giovane viene trascinato controvoglia dagli amici a festeggiare l’addio al liceo e finisce per essere coinvolto in uno scherzo che causa l’esplosione (!) della segreteria della scuola.
Come l’edificio, anche la vita di Brett va in fumo in un istante. Tutte le università che lo avevano accettato lo scaricano. Invece (incredibilmente) Harvard non lo cancella dalla lista di attesa dove è rimasto parcheggiato in attesa di una risposta.
Il giovane reagisce alla batosta ubriacandosi e condividendo sui social la sua “lista dei fan**lo”, un elenco di tutte le cose che non ha fatto o alle quali ha rinunciato per raggiungere il suo obiettivo. La lista comprende un po’ di tutto (da fare bungee jumping a baciare il suo primo amore, Kayla Pierce) e diventa immediatamente virale, finendo con il raggiungere la stessa Kayla… con un esito inaspettato. Anziché rimanere spaventata dalla dichiarazione d’amore di Brett, la ragazza decide di unirsi a lui nel suo viaggio alla ricerca del tempo perduto.
Lungo la strada, l’ex studente modello fa degli incontri illuminanti e matura una nuova consapevolezza di sé e delle proprie aspirazioni. Ma non ha fatto i conti con i suoi genitori, che sono disposti a tutto (ma proprio a tutto) per non vedere vanificati i loro progetti sul figlio.

Brett si iscriverà a Harvard (se gli verrà data l’occasione) o sceglierà per sé una strada diversa?

Recensione:
Nel 1993 fu Marco Masini a cantarlo senza alcuna remora
Poi un famoso comico genovese l’ha fatto diventare un celebre tour e successivamente base del manifesto politico di un partito chiamato ad assumere responsabilità di governo.
Il vaffa è un sentimento universale quanto trasversale che almeno una volta nella vita ognuno di noi ha sentito il bisogno di urlare per manifestare la propria rabbia ed infelicità.
La voglia di ribellarsi, cambiare, essere diversi dalla massa e soprattutto da propri genitori è un passaggio quasi obbligatorio per ogni liceale nel processo di maturazione e crescita.
Quasi tutti i liceali si ribellano all’autorità tranne i secchioni ed i bravi ragazzi che hanno già in mente in quale Università iscriversi e cosa fare da grandi.
Almeno questa è la vulgata classica raccontataci sui giovani studenti in qualunque contesto storico ed ambientale.
“La lista dei Fan ..lo” pur rientrando stilisticamente e visivamente all’interno della commedia generazionale sull’ultimo anno di liceo, ha una novità narrativa sostanziale rispetto al consueto plot.
Stavolta l’atto di ribellione non è incarnato da un nerd, ma bensì dal secchione, il bravo ragazzo che ha studiato con profitto per 4 anni rendendo orgogliosi i propri genitori.
Un piccolo quanto fondamentale cambiamento narrativo che ha permesso ai due sceneggiatori di rinnovare la prospettiva sul tema e soprattutto di dargli un respiro diverso e maggiore credibilità e freschezza.
Il Vaffa all’epoca dei social network ha rappresentato la seconda novità dello script riuscendo così ad intercettare le istanze e bisognosi dell’ultima generazione.
Brett ubriaco e deluso dal comportamento dell’amata Kayla affida il proprio sfogo al web, diventando inaspettatamente virale e condiviso da milioni di suoi coetanei.
Brett diventa, suo malgrado, un influencer esistenziale , una sorta di guru nel momento in cui paradossalmente il futuro tanto agognato (almeno dai suoi genitori) sta andando a rotoli.
“La lista dei Fan. lo” fila “liscio” nella visione e lo spettatore pur intuendo gran parte dei passaggi e sviluppi entra comunque dentro la storia ed in particolare creando in empatia con i vari personaggi.
Il film cresce lentamente nel ritmo e coinvolgimento e dopo una partenza lenta quanto noiosa , nella seconda parte assistiamo ad un innalzamento qualitativo della storia e dell’evoluzione dei personaggi per merito dell’ottimo lavoro svolto dal cast artistico.
“La Lista dei Fan ..lo” pur essendo un film rivolto al pubblico dei teenager , potrebbe rivelarsi una visione utile anche per qualche genitore che sta vivendo una delicata fase di comunicazione e soprattutto comprensione del proprio figlio adolescente
Gli ansiosi quanto amorevoli genitori di Brett sono magistralmente interpretati dalla convincente e brillante coppia composta da Natalie Zea e Jerry O’Connell.
Studiare, impegnarsi per costruire un solido futuro è un diritto /dovere di qualsiasi adolescente soprattutto in questo travagliato momento storico.
Ed e’ altrettanto dovere di un genitore seguire , consigliare un figlio e nel caso rimproverarlo se dovesse compiere scelte inopportune od azzardate
Ma fatti salvo i “reciproci doveri”, un figlio per maturare davvero può e deve avere la libertà di poter scrivere o gridare i suoi vaffa , non credete?

104)Radioactive

Il biglietto d’acquistare per “Radioactive” : Di Pomeriggio

“Radioactive” è un film del 2020 diretto da Marjane Satrapi , scritto da Jack Thorne , basato sul romanzo grafico “Radioactive: Marie & Pierre Curie: A Tale of Love and Fallout” di Lauren Redniss. dal 7 luglio edito da Rizzoli Lizzard. Con : Rosamund Pike, Sam Riley, Jonathan Aris, Anya Taylor-Joy, Aneurin Barnard, Simon Russell Beale, Corey Johnson, Tim Woodward, Demetri Goritsas, Mirjam Novak.

Sinossi:
Radioactive, film diretto da Marjane Satrapi, ripercorre la storia di Maria Salomea Sklodowska, nota semplicemente come Marie Curie (Rosamund Pike), la scienziata polacca e vincitrice due volte del Premio Nobel. Nata nel 1867, Marie si trasferisce da Varsavia a Parigi nel 1891, perché le donne nella Polonia russa non potevano proseguire gli studi superiori. Dopo essersi iscritta alla Sorbona, incontra Pierre Curie (Sam Riley) e in breve tempo i due si innamorano, condividendo l’amore per la fisica e la chimica. Insieme i coniugi Curie cambieranno per sempre il volto della scienza, grazie ai loro studi e alla scoperta della radioattività.
Recensione:

Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna: questa frase, fatta risalire alla scrittrice Virginia Wolf, viene ancora oggi usata nelle più diverse situazioni. Eppure ci sono vite, come quella di Marie Curie – al secolo Maria Salomea Sklodowska -, che dimostrano il contrario: una grande donna può farcela anche da sola!

Il sottoscritto, prima di vedere questa pellicola, sapeva ben poco della geniale scienziata polacca naturalizzata francese. Bastano due date, per farsi un’idea: nel 1903 vinse il Nobel per la fisica per la scoperta degli elementi del radio e del polonio; nel 1910 quello per la chimica, per aver isolato il radio sotto forma di metallo, rendendolo facilmente lavorabile. continua su

“Radioactive”: un biopic che prova a omaggiare la scienziata Marie Curie

 

103) The Old Guard

Il biglietto d’acquistare per “ The Old Guard” è : Di pomeriggio

“ The Old Guard” è un film del 2020 diretto da Gina-Prince Bythewood , scritto da Greg Rucka , tratto dall’omonima serie Image Comics di Greg Rucka e Leandro Fernandez, con : Charlize Theron, Chiwetel Ejiofor, Matthias Schoenaerts, KiKi Layne, Harry Melling, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Natacha Karam, Veronica Ngo, Anamaria Marinca, Joey Ansah

Sinossi:
The Old Guard, il film diretto da Gina Prince-Bythewood, segue la storia di un gruppo di guerrieri che è sopravvissuto alle battaglie più importanti della storia dell’uomo perché dotato di un’abilità estremamente rara, ovvero quella di curare qualunque ferita. Tale potere gli ha permesso di risorgere dopo ogni morte e di essere quindi a tutti gli effetti immortali, con una vita plurisecolare alle spalle.
Guidato da Andy (Charlize Theron), una guerriera di antichissime origini, il gruppo scopre l’esistenza di un’altra creatura immortale, ma nel momento in cui il loro potere segreto viene reso noto, si rendono conto di essere in pericolo. Qualcuno è sulle loro tracce e pur di sfruttare a scopo di lucro il loro prezioso dono, è disposto a qualunque cosa.
Del cast fanno parte anche Chiwetel Ejiofor, Matthias Schoenaerts, Kiki Layne, Harry Melling, Marwan Kenzari e l’italiano Luca Marinelli.
Recensione:

Chi vi scrive, fino a pochi giorni fa, non aveva mai sentito parlare di “The old guard”, la serie a fumetti scritta da Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez per la Image Comics, con protagonisti un gruppo di mercenari immortali. E non ha neanche una grande passione per il genere.

Una premessa necessaria, prima di iniziare la recensione del film diretto da Gina Prince-Bythewood, con Charlize Theron, KiKi Layne e il nostro Luca Marinelli, primo esperimento di cinecomics targato Netflix.

Vista la sua natura, e il periodo in cui è “uscito”, era abbastanza naturale che “The old guard” non fosse perfetto, e prestasse il fianco a diverse critiche da parte del pubblico e degli addetti ai lavori.

In primis non gli ha giovato il mancato passaggio in sala, causa Covid. Per quanto la risoluzione di televisori e pc sia oggi ottima, le ambientazioni naturali e metropolitane e persino i combattimenti sarebbero stati meglio apprezzati sul grande schermo.

A livello narrativo, il film è una sorta di via di mezzo tra “Highlander” e “The Avengers”. Gli sceneggiatori hanno cercato di dare alla storia un taglio più intimistico e filosofico rispetto a quelle classiche di supereroi, ma sono riusciti nell’intento solo parzialmente. Lo script infatti è nel complesso “leggero” e a tratti anche piuttosto prevedibile. continua su

“The old guard”: un action piacevole, con un buon Luca Marinelli