35)Sanctuary

Il biglietto d’acquistare per “Sanctuary” è : Di pomeriggio (Con riserva)

“Sanctuary” è un film del 2022 diretto da Zachary Wigon, scritto da Michael Bloomberg, con : Margaret Qualley, Christopher Abbott.

Sinossi:

Sanctuary, il film diretto da Zachary Wigon, racconta la storia di Rebecca (Margaret Qualley), che lavora nel settore dell’intrattenimento sessuale come dominatrice. Hal (Christopher Abbott) è il suo miglior cliente, appartiene a una ricca famiglia proprietaria di una catena alberghiera e sta per ereditare una vera fortuna, di conseguenza non può continuare a intrattenere il legame con Rebecca, soprattutto perché lei conosce ogni suo segreto e perversione.

È così che Hal decide di farle visita un’ultima volta e dirle che non si vedranno mai più. Rebecca, però, non è d’accordo con la sua scelta e farà ogni cosa per fargli cambiare idea, rendendo il tentativo di Hal di tagliare il legami tra loro alquanto arduo. Seguirà una notte in cui giochi di potere e tensione raggiungeranno l’apice, mentre sia Rebecca che Hal cercheranno di lottare per prendere il sopravvento l’uno sull’altra…

Recensione

Il sesso è  piacere, fantasia, un gioco  per una coppia innamorata.

Ma togliendo di mezzo  il romanticismo, il sesso è sempre più un business, un mercato di domanda ed offerta disponibile  sul web.

La trilogia di 50 sfumature  ha aperto uno squarcio sul lato più oscuro quanto eccitante sui giochi di ruolo  nel sesso nella camera da letto

I ruoli di Dominato e Dominatrice è  forse uno  dei giochi più affascinati  quanto  pericolosi.

Tutto  è  concesso, possibile  tranne  che si utilizzi la “key safe” per  interrompere il tutto .

“Sanctuary ” di Zachary Wigon  presentato in anteprima  al Toronto Film festival ed in autunno alla Festa del Cinema di Roma   ci permette  il terzo  inviato silente  all’incontro/scontro tra Hal e Rebecca in un camera d’albergo di lusso.

“Sanctuary ” è stato pensato e poi messo in scena da Vigon come  fosse un duello verbale, di gesti e slanci affettivi tra i due protagonisti  che scopriamo essere  legati  da legame quasi esclusivo tra cliente  abituale  e dominatrice.

ma in vero percepiamo  come questo legame  non sia soltanto un rapporto economico, ma qualcosa di  più profondo.

Hal e Rebecca sono  diventati   complementari , amici  oltre  che amanti , essendosi aperti l’,uno con l’altro.

Hal vorrebbe liberarsi del suo gioco preferito, ma non è  così semplice  se dall’altra anche la donna  non vuole essere “licenziata”

“Sanctuary ” ci piace definirla come una  storia d’amore moderna ai tempi del sesso on line e derivati.

Una storia  che nessuno  dei due si rifiuta  di riconoscere fino  alla fine perché  significherebbe  perdere potere , ammettendo i rispettivi  sentimenti e coinvolgimento.

Margaret Qualley  è  una splendida, magnetica “dominatrice” , ma allo stesso tempo  è  una donna che desidera stanare il proprio dominato/uomo dalla comfort  zone

La Qualley è   l’anima multiforme   del film che tocca  diverse corde dello spettatore.

Ogni gioco ha una fine ed in ” Sanctuary “, la posta in palio è preziosissima: ammettere d’essere felici senza il bisogno d’indossare una maschera o recitare un ruolo.

Anche solo per questo motivo merita  un salto al cinema.

35 ) Cuntami

Il biglietto d’acquistare per “Cuntami” è : Omaggio

“Cuntami” è un film del 2021 scritto e diretto da Giovanna Taviani

Con :

Mimmo Cuticchio
Vincenzo Pirrotta
Gaspare Balsamo
Mario Incudine
Giovanni Calcagno
Yousif Latif Jaralla

Sinossi:

Un road movie su un furgone rosso in giro per la Sicilia alla ricerca dei nuovi narratori orali che si richiamano alla grande tradizione del cunto e dei cantastorie, per raccontare l’altra Sicilia, quella che si risveglia attraverso la forza universale delle storie popolari del passato per narrare il nostro

Recensione:

E’ insito  nell’animo umano, il desiderio di raccontare, condividere, spiegare.

Nell’animo di un siciliano invece  prevale l’istinto di fare teatro, di prendersi la scena, mescolando realtà e leggenda , giocando con le parole.

“Cuntare”  significa raccontare in dialetto siciliano. Quando un siciliano  dice “Cuntami”  può essere  interpretato  come una richiesta di spiegazione , una preghiera, una volontà di condivisione e financo l’ultima chance di chiarimento prima di scatenare una guerra.

Chi vi scrive è siciliano doc e sa bene che  dietro l’espressione “Cuntami” esiste  un mondo, una tradizione, uno stile di vita e d’essere.

Parliamo  del mondo dei Cunti e dei pochi Cantastorie rimasti  che ancora  tengono  vivo questo leggendario mestiere.

“Cuntami”  potrebbe forse risultare difficile nella comprensione  dell’essenza più profonda da parte di uno spettatore “straniero”, ma il consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di non inseguire la singola parola, ma bensì  di cogliere  la musicalità ed i tempi dei cunti collegando parole alle immagini evocate dai cantastorie.

Il film  racconta il viaggio  iniziato causalmente della regista Taviani in Sicilia, in cerca dei nuovi narratori orali che si ispirano  alle storie epiche del passato per raccontare il nostro presente.

Il viaggio si svolge simbolicamente  su un furgone rosso simile ai vecchi carretti siciliani del dopoguerra, che andavano in giro per la Sicilia a mostrare al popolo di contadini e pescatori l’Opera dei Pupi.

 L’Opera dei Pupi sopravvive nel sud ancora oggi, come uno dei simboli dell’identità siciliana, e nel 2001 è stata proclamata dall’UNESCO “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”.
Il viaggio parte da Palermo e tocca cinque luoghi simbolici della Sicilia, ciascuno legato a una storia e a un grande narratore orale siciliano.
I protagonisti sono Mimmo Cuticchio, a Palermo, primo e ultimo cuntista e puparo vivente, che oggi si fa chiamare “il nuovo cuntista dei naufraghi”. Ci racconta del suo Teatro dei pupi e della sua formazione a Palermo tra gli antichi maestri del cunto da cui ha ereditato un mestiere oggi noto in tutto il mondo.

Un inizio del viaggio molto toccante e verace specialmente quando Cuticchio rievoca con affetto e nostalgia il suo Maestro di Cunti e quando ad una festa, ancora picciotto, fu invitato a raccontare il suo “primo cunto”
Vincenzo Pirrotta, a Partinico, nelle terre di Danilo Dolci e Peppino Impastato (giovane attivista e giornalista italiano ammazzato dalla mafia), ci cunta di Orlando Furioso per denunciare i latitanti mafiosi che ancora oggi si nascondono in territorio siciliano.
Gaspare Balsamo, a Trapani, tra gli studi di una radio locale, le tonnare abbandonate e i mulini a vento di Culcasi, ci racconta dell’incontro tra Don Chisciotte e Peppino Impastato, ma anche della lotta contro i mulini a vento e della fuga di Ulisse dalle grinfie del Ciclope ubriaco.
Mario Incudine, a Gela, tra i resti del Petrolchimico, e nelle cave di Caltanissetta ci canta il Lamentu di Turiddu Carnevale scritto da Ignazio Buttitta per Ciccio Busacca, che ha raccontato al mondo con la sua chitarra il sogno infranto di chi aveva creduto nel progresso in Sicilia.

Queste tre tappe nel tempo e nella storia  segnate dall’attivismo politico ed ambientale si rivelano come   le meno riuscite  e dispersive.

Perché se   da una parte sono visivamente magnifiche potendo contare sulle bellezze naturali della Sicilia, dall’altra  “i cunti” appaiono paradossalmente  meno incisivi , suadenti  e coinvolgenti  perché i tre  cantastorie ,  a nostro modesto parere , si dimenticano  d’essere il mezzo, il portavoce della storia mettendola in seconda piano rispetto alla loro rispettiva performance.

Giovanni Calcagno, a Paternò, dove ha sede la casa del cantastorie in memoria di Ciccio Busacca, e a Piedimonte Etneo, ai piedi dell’Etna, dove la terra trema e dove l’ex saltimbanco e artista di strada, ora volto noto del cinema e della televisione, vive senza luce e senza acqua in assoluta solitudine, cunta del poeta innamorato e solitario che fu inghiottito dal vulcano sotto le scosse di un terribile terremoto, e della solitudine del Ciclopuzzo innamorato, che proprio qui aveva la sua dimora.

In questo caso invece il cunto piace, diverte , ma  risultando eccessivamente   lungo nella descrizione e sopra le righe  nella messa in scena  
Il viaggio si conclude a Palermo, laddove è iniziato, dove Mimmo Cuticchio sotto le vesti di Don Chisciotte, percorre Corso Vittorio Emanuele su un bellissimo cavallo bianco guidato da Yousif Latif Jaralla, un narratore orale iracheno che ha imparato l’arte del cunto proprio da Cuticchio, nelle vesti di Sancho Panza.

Un finale poetico quanto comico nel dimostrare che la cultura, l’arte  sono universali, trasferibili diventando il ponte d’unione tra popoli diversi.

Vedete ed ascoltate “Cuntami”, magari dopo avrete anche voi voglia di “Cuntare” al prossimo in modo diverso.

34) Pacifiction

Il biglietto d’acquistare per Pacifiction è : Neanche regalato

“Pacifiction” è un film del 2022 scritto e diretto da Alberto Serra, con : Benoît MagimelPahoa MahagafanauMarc SusiniMatahi PambrunAlexandre MeloSergi LópezMontse TriolaMichael VautorCécile GuilbertLluís SerratMike LandscapeCyrus AraiMareva WongBaptiste Pinteaux

Recensione

L’inviato festivaliero deve  imparare l’arte dell’arrangiarsi se vuole sopravvivere alle dure e faticose di una kermesse cinematografico.

Deve  inevitabilmente fare esperienza sul campo, compiere gli errori del novizio, scontare l’entusiasmo dell’ultimo arrivato.

Una delle regole d’oro che si tramanda tra i colleghi è quella di evitare film lunghi nelle ore post pranzo.

Il pericolo “abbiocco” è  assai probabile specialmente giunti agli ultimi giorni.

Evita film lunghi e manda avanti i novellini cosi mi hanno insegnato gli anziani di questo circi perenne.

Se  durante una proiezione  di un film dovessi  cadere  tra le braccia di Morfeo, perdendone il senso ,  segui la corrente dominante

Queste semplici ma fondamentali regole , non mi hanno “salvato” dalla “Pacifiction” di Alberto serra .

é stato  il  film più lento, dilatato, prolisso della selezione ufficiale.

La prima  ora su 2 h e 45  potremmo definirla  generosamente  come il nulla cosmico.

Quale sia stata la ratio narrativa del film  è una disputa ancora in corso tra i colleghi.

Nonostante un  conclave matto e disperato  durato ore :la fumata recensoria   è nerissima.

Nessuno ha retto l’intera proiezione.

Alcuni sono scappati dopo mezz’ora

Altri dopo una .

Altri  dopo due.

Chi ha dormito di gusto per tutto il film.

La supercazzola  pacifista di Serra  doveva durare almeno  la metà del tempo.

Ha già vinto  già il premio come film più incomprensibile di Cannes.

L’ asino  EO ormai giganteggia in mezzo a tanta mediocrità

“Pacifiction” su un punto mette tutti d’accordo:  è il film ideale se la giuria di Lindon volesse tirare un colpo perfido  alla stampa.

Mancano due giorni alla fine del Festival  ed all’inviato stanco non resta che sperare d’essere “pacificato” con i brutti ed inutili  film