17) Rancore (Gianrico Carofiglio)

“Rancore” è un romanzo scritto da Gianrico Carofiglio e pubblicato da Einaudi il 29 Marzo 2022.

Sinossi:
Come è morto, davvero, Vittorio Leonardi? Perché Penelope Spada ha dovuto lasciare la magistratura? Un’investigazione su un delitto e nei meandri della coscienza. Un folgorante romanzo sulla colpa e sulla redenzione. Un barone universitario ricco e potente muore all’improvviso; cause naturali, certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada, ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione. L’indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con l’inattesa possibilità di cambiarlo. Nelle pieghe di una narrazione tesa fino all’ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un’avventura umana che va ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico.
Recensione:
Carofiglio ha deciso di fare finalmente sul “serio” con il personaggio di Penelope Spada, dedicandole un vero e pieno romanzo, dopo l’antipasto del racconto datati gennaio 2021.
“Rancore” consente al lettore di conoscere, apprezzare e scoprire la sfera privata, abitudini, manie e soprattutto fantasmi di questa donna tosta quanto misteriosa.
“Rancore” conferma il potenziale creativo, emozionale e drammaturgico di questo nuovo personaggio femminile creato da Carofiglio.
Penelope che nella vita precedente è stata un ex magistrato, oggi è un’ investigatrice sui generis caratterizzata da un carattere forte e con un’anima travagliata.
“Rancore” inizia con il desiderio di una figlia d’ottenere giustizia e verità sulla morte del padre affidando l’incarico a Penelope di revisionare il caso archiviato come suicidio
Una revisione che permetterà inaspettatamente alla stessa Penelope di potersi pacificare con il proprio passato da giudice.
“Rancore” pur presentando una struttura tradizionale da thriller, si rivela una lettura avvincente ed incalzante sul piano del ritmo e pathos.
Gianrico Carofiglio firma un’indagine stratificata sulla natura umana capace di covare rancore e rabbia per anni per poi esplodere in modo feroce e spietato.
Penelope Spada è un personaggio ruvido, essenziale, che si è rinchiusa in una prigione esistenziale come forma di espiazione per quanto commesso nella sua vita precedente da magistrato.
Il lettore entra in empatia con la protagonista condividendone i momenti cruciali sul piano professionale ed umano.
“Rancore” è una lettura consigliata che stuzzica l’interesse e curiosità su una donna che indubbiamente ha ancora molto da dire e raccontare al lettore nei prossimi libri.

41) L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat

Il biglietto d’acquistare per ” L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat” : di pomeriggio

“L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat” è un film di John Madden. Con Colin Firth, Matthew MacFadyen, Kelly MacDonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn. Drammatico, 128′. USA 2022

Sinossi:

Londra, 1943. Gli ufficiali Ewen Montagu e Charles Cholmondeley, membri dell’MI5 che sviluppa durante la guerra un sistema efficace di controspionaggio, escogitano un piano improbabile quanto ingegnoso per ingannare i nazisti e fargli credere che gli alleati sbarcheranno in Grecia invece che in Sicilia. Lo stratagemma consiste nel lasciare andare alla deriva, in prossimità della costa spagnola, il cadavere del maggiore William Martin, fornito di un fascicolo d’informazioni che attestano la sua esistenza e il falso piano di invasione. Il maggiore in questione è in realtà un povero diavolo morto avvelenato e “prestato” alla patria, che gli inventa una nuova identità. A guidare l’operazione Mincemeat, con Montagu e Cholmondeley ci sono anche Ian Fleming, il padre di James Bond, e Jean Leslie, segretaria dei servizi segreti che ispira il romance di William Martin e innamora perdutamente i due ufficiali. Tra dolori intimi e dovere patriottico, i nostri faranno l’impresa

Recensione:

La tragica cronaca del conflitto russo-ucraino degli ultimi tre mesi sta facendo vivere tutta l’Europa in un clima di incertezza, paura e ansia, che ricorda il secolo scorso.

Lo spettro della “guerra mondiale” è tornato ad aleggiare su di noi, e la pace, che fino a ieri davamo per scontata, adesso sembra precaria. Come in un – brutto – film siamo tornati a parlare di corsa agli armamenti, scenari bellici possibili e minacce assortite.

In una cornice tanto drammatica volgere lo sguardo al passato e ricordare cosa hanno significato per il mondo intero i precedenti conflitti può forse servire da monito e da fonte d’ispirazione.

Le guerre non si combattono solo con le armi e i soldati sul campo, ma anche con l’intelligence, in operazioni meno eclatanti, forse, ma di vitale importanza. La vittoria degli Alleati contro i Nazi-fascisti, ad esempio, venne costruita anche su questo piano.

Il film “The imitation game” di Morten Tyldum, con protagonista Benedict Cumberbatch, ha aperto nel 2014 un filone spionistico e bellico che potremmo definire atipico, giocato più sulla componente mentale che su quella prettamente fisica. continua su

40) Firestarter

Il biglietto d’acquistare per “Firestarter” è : Neanche regalato

“Firestarter” è un film di Keith Thomas. Con Zac Efron, Ryan Kiera Armstrong, Sydney Lemmon, Kurtwood Smith, John Beasley. Horror, 94′. USA 2022

Sinossi:

Per più di dieci anni, Andy e Vicky sono fuggiti, cercando disperatamente di nascondere la figlia Charlie da un’oscura agenzia federale che vuole sfruttare il suo dono senza precedenti per trasformare il fuoco in un’arma di distruzione di massa. Andy ha insegnato a Charlie come disinnescare il suo potere, che viene innescato dalla rabbia o dal dolore. Ma quando la ragazzina compie 11 anni, il fuoco diventa sempre più difficile da controllare. Dopo che un incidente rivela la posizione della famiglia, un misterioso agente viene inviato per dare loro la caccia.

Recensione:

Non me ne vogliano i lettori affezionati del maestro Stephen King, ma difficilmente dopo aver visto “Firestarter”, nuovo adattamento di uno dei suoi romanzi, ne conquisterà di nuovi. Anzi, l’unico desiderio degli spettatori potrebbe essere quello di bruciare qualunque cosa riguardi questo progetto.

Mi dispiace essere così duro e sprezzante nei confronti del film di Keith Thomas, ma onestamente ho fatto una grande fatica a comprenderne le motivazioni produttive e artistiche.

Nelle intenzioni di registi e produttori, “Firestarter” doveva essere il primo capitolo di una saga targata Blumhouse Productions. Nei fatti la visione è noiosa, lenta, irritante. La sceneggiatura pasticciata, prevedibile e incerta nella costruzione dei personaggi. continua su

25) Clark

“Clark” è Una miniserie di Jonas Åkerlund. Con Bill Skarsgård, Alicia Agneson, Vilhelm Blomgren, Sandra Ilar, Hanna Björn. Azione. Svezia. 2022

Recensione:

Il crimine non paga, recita il detto. Ma se solitamente la saggezza popolare si è dimostrata fonte di ottimi consigli e spunti, per scrivere le mie recensioni, nel caso della miniserie “Clark”, disponibile su Netflix dal 5 maggio, ho qualche difficoltà ad applicarla.

Manco a dirlo, non conoscevo le imprese del rapinatore Clark Olofsson, vera star del crimine in Svezia, capace di delinquere felicemente quanto impunemente per oltre trent’anni. E non sapevo nemmeno che la famigerata sindrome di Stoccolma dovesse il suo nome a un episodio a lui legato.

Ma andiamo con ordine, perché mai come in questo caso le apparenze ingannano e la verità è difficile da distinguere dalle menzogne. continua su

39) Only the animals

il biglietto d’acquistare per “Only the animals” è : di pomeriggio

“Only the animals” è un film di Dominik Moll. Con Denis Ménochet, Valeria Bruni Tedeschi, Damien Bonnard, Laure Calamy, Nadia Tereszkiewicz. Thriller, 113′. Francia, Germania 2019

Sinossi:

Una donna scompare e un’intensa nevicata cancella le sue tracce. Cinque persone vengono individuate come possibili colpevoli. Ciascuna di loro nasconde un segreto ma la verità è lontana dal villaggio alpino dove è avvenuta la sparizione.

Recensione:

L‘uomo propone e Dio dispone, recita il detto. I non credenti, però, inorridendo all’idea di dover rinunciare al proprio libero arbitrio, sono più propensi a credere che a condizionare le loro vite siano il caso, il destino, il fato. Certo è che tutto è collegato, con reazioni che corrispondono ad azioni.

Dominik Moll fa sua questa laica riflessione scrivendo insieme a Gilles Marchand la sceneggiatura di “Only the animals – Storie di spiriti amanti”, un noir psicologico articolato e ambizioso, che si articola in cinque capitoli, o se preferite cinque diverse prospettive partendo dal medesimo punto: la misteriosa scomparsa della ricca e volubile Evelyne.

Segreti, tradimenti, truffe on-line, amori lesbo sono alcuni degli ingredienti del ricco quanto controverso menu predisposto dai due sceneggiatori, convinti di riuscire con la varietà e il mistero a tenere lo spettatore inchiodato alla poltrona fino all’ultimo fotogramma. continua su

24) (Im)perfetti criminali

Il biglietto d’acquistare per ” (Im)perfetti criminali è : Di pomeriggio (con Riserva)

(Im)perfetti criminali è un film di Alessio Maria Federici. Con Filippo Scicchitano, Fabio Balsamo, Guglielmo Poggi, Babak Karimi, Matteo Martari. Commedia. Italia 2022

SinossI

Riccardo, Amir, Pietro e Massimo, quattro guardie giurate, non particolarmente brillanti né coraggiose, sono legate da un’amicizia indissolubile. Quando Amir, che ha una famiglia numerosa da mantenere, perde il lavoro, gli altri tre si sentono chiamati ad aiutarlo ad ogni costo. Passando da una pessima idea a un improvvisato piano criminale, i quattro amici si troveranno in un vortice di incontri, avventure e insidie, ma anche qualche sorpresa.

Recensione:

È possibile mettere a segno il crimine perfetto? Letteratura e cinema sembrerebbero dire di no. Ma forse, per riuscire nell’impresa, servirebbero dei criminali insospettabili, capaci di ingannare anche le forze dell’ordine più smaliziate…

Il nuovo film di Alessio Maria Federici, “(Im)perfetti criminali”, disponibile da oggi, 9 maggio, su Sky Cinema e in streaming su NOW, parte da questa premessa per costruire una storia divertente, godibile, trasformista. Una via di mezzo tra “La banda degli onesti” con Toto e Peppino De Filippo e “Ocean’s Eleven”. continua su

16) Rinascere – L’anno in cui ho ricominciato a vincere (Manuel Bortuzzo)

“Rinascere – l’anno in cui ho ricominciato a vincere” è un romanzo scritto da Manuel Bortuzzo e pubblicato da Rizzoli il 5 novembre 2019

Sinossi:

2 febbraio 2019. Sono passate le due di notte, pochi secondi che segnano al tempo stesso una fine e un nuovo inizio: alla periferia di Roma, vittima di uno scambio di persona, Manuel Bortuzzo, giovanissima promessa del nuoto in lizza per un posto alle Olimpiadi, viene colpito alla schiena da un proiettile. Le immagini, riprese da una telecamera di sorveglianza, le conosciamo tutti: il ragazzo si accascia a terra, la sua fidanzata, Martina, si china su di lui. Poi la corsa in ospedale, le operazioni e una volta scongiurato il pericolo di vita, la diagnosi – lesione midollare completa. Quindi la sedia a rotelle, la riabilitazione, il sorriso di Manuel, nonostante l’assurdità di quello che gli è accaduto, rilanciato da tv e giornali. Questo libro racconta ciò che di Manuel non sappiamo: la sofferenza, lo sconforto, la rabbia dopo “quella notte”, e sopra ogni altra cosa la forza che ha dovuto trovare dentro di sé, gli insegnamenti che ha saputo riconoscere anche in questa vicenda, la determinazione dello sportivo e del ragazzo speciale che ha dimostrato di essere. Con un solo obiettivo, ci dice Manuel: vivere al meglio la nuova condizione, lottando fino in fondo, con tutte le energie fisiche e mentali, per riprendersi quello che gli è stato tolto. Sono pagine di dolore e di gioia incontenibile: oggi Manuel Bortuzzo ci racconta una storia ancora da scrivere. Rinascere per lui significa questo: imparare di nuovo, da uomo nuovo, a camminare.

Recensione:

Ho recuperato “le memorie” di Manuel Bortuzzo grazie al gentile regalo  avuto durante la presentazione stampa del film tv “Rinascere” che stasera vedremo su Rai 1.

Ero un po’ scettico sul valore letterario e non ovviamente sull’aspetto umano ed esistenziale della storia.

Non è mai  semplice raccontare di sé, figurarsi dover descrivere una tragedia personale, un incidente che ti ha sconvolto l’esistenza per sempre.

Manuel Bortuzzo  non è uno scrittore, lo  scrive lui stesso nei ringraziamenti finali.

Fino alla disgraziata notte del 2 Febbraio del 2019, era una giovane promessa del nuoto, era un ragazzo di 20 anni pieno di sogni, speranze e felicemente innamorato della sua ragazza Martina.

Poi due colpi di pistola e la vita di Manuel è cambiata, anzi è ricominciata in modo diverso.

“Rinascere “ è difficile da  catalogare in preciso genere letterario.

E’  un “instant book”, un memoriale, un diario, ma personalmente mi piace pensarlo come una grande lavagna bianca su cui Manuel ha messo “nero su bianco” i propri pensieri, sentimenti, incubi , sogni e speranze.

È un flusso di parole, sensazioni, stati d’animo che si mescolano ed alternano sancendo un prima e dopo nella vita di Manuel.

Un prima e un dopo che nessuno di noi vorrebbe vivere e che in pochi sarebbero capaci di sopportare trovando il coraggio e forza pe ripartire.

Manuel Bortuzzo  ha trovato dentro di sé questa forza, deciso insieme al padre Franco di “riprendersi tutto”.

Manuel non si piegato all’ingiustizia, allo scoramento, alla rabbia, iniziando  così la sfida più difficile da  uomo e nuotatore.

Il libro è il racconto sincero, schietto, appassionante del  suo ritorno alla vita, scandito da intensi ed emozionanti passaggi: dalla presa di coscienza del suo nuovo status alla ferrea determinazione di sovvertire il pronostico medico.

“Rinascere” è un romanzo  lineare, semplice, forse in qualche passaggio eccessivamente sbrigativa, ma il lettore percependo   la“ vis pugnandi” e soprattutto voglia di vivere del protagonista,  si sente al termine della lettura più coraggioso e fiducioso immaginando Manuel fieramente in vasca a nuotare.

23) Rinascere -Il Film

Il biglietto d’acquistare è : Omaggio (Con Riserva)

“Rinascere” è un film di Umberto Marino. Con Alessio Boni, Giancarlo Commare, Gea Dall’Orto, Salvatore Nicolella, David Coco. Biopic, drammatico. Italia 2022

Recensione:

Tutti sognano. Tanti progettano. Alcuni sperano. Solamente in pochi, però, riescono a vincere sfide impossibili.

Un atleta è, per definizione e indole, persona votata al sacrificio, pronto a qualsiasi rinuncia per amore dello sport e del successo. Partecipare all’Olimpiade può rappresentare il momento più alto di una carriera, ma per arrivarci il percorso è irto di ostacoli.

Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto italiano, aveva messa in conto tutto questo, quando si era trasferito a Roma per gareggiare e allenarsi con i migliori. Nella capitale aveva anche incontrato Martina, il suo primo grande amore.

Sembrava procedere tutto per il meglio per l’atleta trevigiano quando, il 2 febbraio 2019, rimane vittima innocente e inconsapevole di un regolamento di conti fra delinquenti. Due colpi di pistola indirizzati alla persona sbagliata e Manuel perde l’uso delle gambe e finisce su una sedia a rotelle. La sua carriera sembra finita e il sogno di partecipare alle Olimpiadi svanito per sempre…

“Rinascere” di Umberto Marino è il racconto sincero, accorato, intenso della sfida fisica e soprattutto esistenziale intrapresa – e vinta, ci sentiamo di dire – da Manuel Bortuzzo nell’accettare la sua nuova condizione e, insieme al padre Franco, porsi l’obiettivo di “riprendersi tutto”. continua su

15) Sono felice, dove ho sbagliato? (Diego Da Silva)

“Sono Felice, dove ho sbagliato ?” è un romanzo scritto da Diego Da Silva e pubblicato il 15 Marzo 20022 da Einaudi .
Sinossi:
Vincenzo Malinconico è tornato ed è alle prese con un’ingiusta causa. D’amore. Già, c’è di mezzo l’amore anche stavolta, ma un tipo d’amore con cui Malinconico non ha avuto ancora a che fare, professionalmente parlando: l’amore impantanato, quello di chi pensa di avere diritto a un risarcimento per il dolore. Perché è proprio questo che gli chiedono gli Impantanati, sei donne e due uomini uniti in una strampalata associazione: di intentare una causa epocale per danni da sinistri sentimentali. E l’assurdo può sembrare a tratti possibile, al più eccentrico avvocato d’insuccesso di sempre.

L’amore può ingolfare una vita, metterla in attesa, in balia degli anni che passano. Tutti conosciamo coppie sfinite da rapporti senza futuro: amori dove i progetti, i desideri e persino i diritti ristagnano. A volte è proprio il legame, il problema. I rapporti di forza, il tempo sul groppone, il presente che dà dipendenza. Poi capita che una mattina la parte debole si svegli e decida che è venuto il momento di fare i conti. È quello che succede nella sesta avventura di Vincenzo Malinconico, l’avvocato delle cause perse ancor prima d’essere discusse, quando Veronica, la sua compagna, gli manda in studio una coppia di amici che gli chiedono d’intentare, con una class action, una causa epocale per l’infelicità di coppia. La pretesa dei due, apparentemente demenziale (ma Malinconico è avvezzo a questo genere di situazioni), si basa su un assunto neanche così sbagliato: se esiste un diritto privato, perché la sfera privata dei sentimenti non dovrebbe andare soggetta alla stessa legge che regola i rapporti patrimoniali? Fosse per Malinconico la chiuderebbe lì, anche perché ha altro di cui occuparsi (Alagia che sta per farlo diventare nonno, Alfredo in fibrillazione per il suo primo cortometraggio, uno strano figuro che lo pedina), ma finisce per cedere alle insistenze del suo socio Benny e si ritrova a partecipare con lui agli incontri degli Impantanati. E noi lo sappiamo bene: quando Malinconico si fa trascinare in una situazione che gli sta stretta, sbrocca ma riesce persino a divertirsi. Sicuramente a farci divertire come non mai, in questo che è uno dei romanzi più mossi e vivi di Diego De Silva. Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa. Ma di sé stesso, soprattutto.

Recensione:
Se la felicità è una chimera, l’infelicità sentimentale è invece qualcosa di tangibile, presente e sfortunatamente un dolore universale.
Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sofferto per amore ed altresì abbiamo fatto soffrire.
L’amore è un sentimento potente quanto destabilizzante.
Vogliamo l’amore, un compagno, ma allo stesso modo evitiamo di caderci dentro questo pozzo senza fondo.
Le relazioni tossiche possono produrre danni enormi, ma sono quelle “in stallo” di cui dobbiamo realmente preoccupare.
Si può essere infelici vivendo una storia del genere?
La risposta è , purtroppo, un sì tragicomico.
L’infelicità può essere oggetto di disputa legale? Un gruppo di infelici innamorati potrebbe unirsi in una class action contro i propri partner alias carnefici
Quello che potrebbe apparire sulla carta come una “boutade” /provocazione per la penna creativa di Diego Da Silva è stato lo spunto narrativo vincente per scrivere una nuova e divertente avventura legale del nostro caro avvocato Vicenzo Malinconico.
In attesa di vedere in autunno su Rai l’attesa trasposizione televisiva, il lettore può gustarsi una storia davvero gustosa ed allo stesso tempo agrodolce .
Pietro Da Silva conferma pienamente le sue doti narrative e stilistiche firmando un intreccio brioso, ironico, divertente e mai banale.
Il lettore da una parte sorride amaro sull’infelicità amorosa del bizzarro gruppo che reclama giustizia in un tribunale e dall’altra partecipa allegramente invece alla condizione paradossale che si trova a vivere il nostro avvocato: è felice.
La sua vita privata e sentimentale procedono bene, tutti i pezzi del suo puzzle esistenziale si sono incastrati.
Malinconico fatica ad accettare questa condizione, ne è intimorito.
La felicità improvvisa e piena esiste davvero si chiede ad un certo punto Malinconico, immaginando nefasti colpi di coda.
Da Silva affronta il tema della felicità nei rapporti regalandoci spunti di riflessione e condivisione osservando i dialoghi dei protagonisti di questo romanzo.
Anche gli infelici cronici come Vincenzo Malinconico possono vivere un lieto fine.

22) Shining girls

“Shining girls” è una serie TV ideata da Silka Luisa. Con Elisabeth Moss, Wagner Moura, Jamie Bell, Phillipa Soo, Amy Brenneman. Thriller. USA. 2021-in produzione

Recensione:

Apriamo la recensione della serie “Shining girls” – disponibile su AppleTV+ dal 29 aprile – con un paio di verità fondamentali. Primo, non ho letto il romanzo del 2013 di Lauren Beukes da cui la serie è tratta.

Secondo, fino a qualche giorno fa, quando la direttora mi ha gentilmente consigliato di vedere i primi tre episodi della suddetta serie, anche la mia “frequentazione” con Elizabeth Moss era piuttosto ridotta.

Dopo questa full immersion posso dire che “Shining girls” si presenta come una classica caccia al serial killer, dove il ruolo della cacciatrice è ricoperto da una ex vittima, rimasta segnata nel corpo e nella mente da quanto le è accaduto in passato.

Elisabeth Moss è Kirby Mazrachi, che in seguito a un’aggressione ha cambiato nome, e accantonato le aspirazioni da reporter per chiudersi nell’archivio di un giornale. La donna trasmette sin dalle prime scene un forte senso di alienazione e fragilità ma anche una grande determinazione. continua su