79. Precario Equilibrio. Anno 2011

 titanic
Quando capisci che hai toccato veramente il fondo?
Quando può iniziare la risalita?
Come si volta veramente pagina?
Come fai pace con il tuo passato?
Tante belle domande e nessuna risposta.
Ecco dove sono arrivato con la terapia.
Non riesco a vedere la luce alla fine del tunnel.
Sono annoiato, frustrato, depresso, arrabbiato.
Ormai non so più cosa raccontare allo Splendente.
Gli altri mi dicono che la terapia può durare anche anni, e che bisogna avere pazienza.
Ma sono stanco.
Mi sembra di girare  a vuoto.
Non c’è tregua nella mia mente.
I file mi stanno facendo a pezzi.
Non ho più una vita.
Mi macero dietro a rimorsi e rimpianti.
Comincio ad odiarla questa sala d’attesa.
Ormai, con lo Splendente ci diciamo sempre le stesse cose.
Mi sembra di essere un disco rotto.
Recitiamo entrambi la stessa parte.
Mi chiedo se non sia arrivato il momento di cambiare terapeuta
 Nel calcio quando non arrivano i risultati, il presidente per disperazione cambia l’allenatore.
Invece di quello delle sette chiese, temo di fare il giro dei sette psichiatri.
Non riesco a stare seduto.
Passeggio avanti e indietro nella sala d’attesa.
La giovane segretaria mi sorride.
Mi ha detto di darle del tu.
Chissà quante ne vede ogni giorno…
Finalmente la porta si apre.
Il rituale si ripete.
Mi siedo e ci guardiamo negli occhi.
Ormai, siamo come due attori consumati.
 Ciao Mel, come va?Mi sembri pensieroso?
Come vanno i file?
 Dottore, va uno schifo…
Ormai ci ripetiamo le stesse cose.
Non riesco a trovare una strategia vincente.
Mi sento soffocare.
I file sono fuori dal mio controllo.
Sono inquieto.
Mi dice da tempo, che devo fare pace con il mio passato.
Ma è proprio il mio passato che mi sta uccidendo.
Vedo fantasmi ovunque.
Non ce la faccio più.
Magari dovremmo cambiare spartito.
Forse serve un nuovo supporto farmacologico.
Mel, ne abbiamo già parlato.
Non esiste per il tuo caso un farmaco.
La soluzione la devi trovare dentro di te. I file li generi tu.
Sei bloccato su Godot e cazzate varie.
Un’ altro psichiatra ti avrebbe messo sott’olio da tempo.
Ma io, come medico, ho un’altra missione.
Voglio curarti, non renderti un vegetale.
 Dottore, qui nessuno vuole diventare un vegetale.
Ma le mie giornate si ripetono sempre allo stesso modo.
Non c’è nulla che riesca a scuotermi.
I file partono all’improvviso. Non mi va di fare nulla.
Ho bisogno di un paracadute.
Ho paura.
Non mi fido di me stesso.
 Mel, io posso solo indicarti delle alternative. Poi dipende da te.
Se continui a piangerti addosso, non potrai vedere la luce.
Intanto, fuori da qui, il mondo va avanti, cambia.
Prima pensavo che se avessi trovato una donna, tutto sarebbe diventato più semplice.
Ma con Claretta non è andata. Non era quella giusta.
Anzi, per me, è proprio una” matta”.
 Ci guardiamo nel silenzio, stringo il bastone: Dottore, non parli così di Claretta per favore.
E’ una ragazza che ha sofferto tanto.
Non sono stato capace di garantirle stabilità.
Il mondo muta. Si muove.
Ma io non posso andargli dietro, se non spengo l’incendio dentro di me.
Sento una voce dentro di me che mi rimprovera sempre.
Vedo me stesso che fa minchiate. Non riesco ad accettarlo.
E’ più forte di me.
Cosa dicono i manuali di psichiatria sul mio caso?
Ci deve essere un farmaco che mi aiuti.
Lo zyprexa non funziona.
Dottore, cerchiamo una soluzione per favore.
 Mel, le abbiamo provate tutte.
La tua mente si rifiuta di vedere altre prospettive.
Bisogna aspettare e sperare in un colpo di fortuna.
Tu hai bisogno di una donna che ti coinvolga soprattutto mentalmente. Deve partire un nuovo file.
 L’Aspirante è un file morto e sepolto.
Ora riprendiamo il nostro viaggio.
C’ è ancora molto da raccontare.
Non lo so, Dottore, sono stanco di tutto questo parlare.
Ricordare, analizzare, per poi fare cosa?
Sempre di Godot e dintorni  ritorniamo a parlare .
E’ peggio di una iattura.
Comunque finiamo questo viaggio.
Ha ragione, purtroppo c’è ancora molto da dire.
La mia discesa non era finita.
Ricordo che la mia mente aveva ripreso a flagellarsi.
I file erano ripresi.
Parlavo con Claretta al telefono, ma ero distratto.
Non sentivo affatto la sua mancanza.
Durante il giorno, ero sempre immerso nei ricordi e nei file.
Non riuscivo a concentrarmi, da Francesco, ormai il tempo passava lentamente.
Leggevo le norme, ma non ci capivo nulla.
Passavo le ore sul web.
Ogni tanto scambiavo qualche parola con gli altri ragazzi, ma mi sentivo un pesce fuor d’acqua.
Come temevo, la vita d’ ufficio non faceva per me.
Non avevo un compito preciso.
Claretta era sempre affettuosa mi cercava per telefono o su facebook.
La notte dormivo male.
Sognavo papà e Godot del 2007 insieme in automobile, e io sul sedile posteriore, bambino.
Non sapevo come comportarmi.
Forse, l’assenza della pillola si stava facendo sentire.
Caterina stava ripartendo per il Giappone.
Non avevamo chiarito il nostro rapporto.
Sarebbe ritornata a marzo per il matrimonio di un’ amica comune.
Una parte di me non voleva lasciarla andare.
Sentivo il peso del distacco.
Il giorno della partenza le dissi :
”Tesoro, mi mancherai tanto. Vedi di non scomparire e soprattutto non fidanzarti ”
 Si mise a ridere ”Non ti preoccupare, Mel.Ci sentiamo presto””.
Stavo maturando l’idea che con Claretta  il rapporto fosse arrivato al capolinea.
Le volevo bene, ma non vedevo un futuro insieme.
Chiesi consiglio ai miei amici e anche ai colleghi di lavoro Ognuno aveva la propria ricetta.
Ero preoccupato anche dal punto di vista sessuale.
Non volevo deludere ancora Claretta.
Ero dubbioso se” le mie funzioni” fossero tornate nella norma, dopo l’addio alla pillola
Neanche la masturbazione mi stimolava più.
Pensieroso e scettico, vado a prendere all’alba Claretta all’aeroporto
Arrivo in ritardo.
Mi ero svegliato di cattivo umore.
Avevo fatto fatica a vestirmi e prepararmi.
E’ un altro segnale che il rapporto con Claretta si sta incrinando.
Lei invece  è felice di vedermi.
Andiamo, come sempre, a casa sua.
Mi dà il mio regalo, un cappello di paglia che tutt’ora indosso quando sono in Sicilia.
Poi la situazione diventa più calda.
Entrambi vogliamo vedere se finalmente raggiungiamo la piena intimità.
Ci spogliamo con desiderio e andiamo a letto.
Per la prima volta tutto va bene.
Entrambi siamo felici.
Passiamo delle giornate serene.
Claretta mi racconta con novizia di dettagli il suo viaggio
Il mio malessere sembra essere rientrato.
Decido che è arrivato il momento che Claretta conosca meglio mia madre e mia nonna, dopo il  fugace incontro di dicembre.
Organizzo un pranzo a casa.
Claretta stessa all’inizio non voleva partecipare.
Poi mamma, come sempre perfetta padrona di casa, rende il tutto piacevole e tranquillo.
Claretta si scioglie.
Parla con le mie donne.
Assisto alla scena sorridendo, ma ripenso  quando seduta sulla stessa poltrona c’era Caterina.
Ci vediamo dopo pranzo  con alcune  amiche  di Claretta al parco.
Tutto questo mi appare strano.
Non mi sembra spontaneo, naturale.
Ricordo che la lasciai con le sue amiche per qualche ora.
Avevo bisogno di respirare.
I file mi stavano tormentando.
La mente passava da Caterina a Godot, senza sosta.
Faccio fatica a trattenere le lacrime.
La sera ci vediamo a cena con Carlo e la sua fidanzata Carlotta
E’ la prima uscita a quattro della mia vita.
Non mi sento bene.
Credo d’avere la febbre.
Il giorno dopo, mi sveglio con la testa pesante.
Ho chiaramente l’influenza.
Accompagno Claretta in stazione. Ci salutiamo.
Ho voglia di andar via.
Vuole sapere quando ci rivedremo.
Mormoro”Vediamo, Claretta.Ora incomincia la stagione delle arance. A breve dovrò
 scendere giu. Ci sentiamo”
Torno a casa. Ho 39 di febbre.
Sto delirando
Mando un sms a Tesoro.
Mi risponde subito”Mel, sto lavorando. Ti sono vicina. un bacio”.
Claretta mi chiama spesso.
Anche lei ha preso l’influenza.
Vorrebbe che andassi a trovarla, ma non me la sento di vederla.
Voglio stare da solo.
Quando torno in ufficio, mi sento spaesato, confuso, instabile.
Sento sul messenger Tesoro. Parliamo tanto.
Però glissa sui miei sentimenti e sul nostro rapporto.
Si preoccupa che perda tempo con lei, invece di lavorare
Claretta mi pressa sempre.
Non si sente coccolata a sufficienza.
Fa i capricci.
La sopporto ogni giorno di meno.
Lo Splendente annota qualcosa, e dice:
La situazione è bloccata sulla tua incapacità di chiudere la storia con Claretta.
Ormai non ne puoi più.
Il ritorno dei file e il pensiero di Caterina sono i segnali d’ insoddisfazione.
Trovi rifugio in quello che conosci.
Il tuo blocco sessuale è legato all’incapacità d’essere libero di testa.
La stessa masturbazione non ti attira.
Te lo ripeto, la minchia non vuole pensieri.
Claretta trasmette ansia e insicurezza.
C’è una divisione netta tra sesso e intimità nella tua mente. Scindi le due cose.
L’ansia da prestazione ti crea ulteriore instabilità.
Ricordo bene quel periodo.
Eri a un punto di svolta.
Non avevi la forza di prendere di petto la situazione.
Ormai mi era chiaro che Claretta era una storia finita.
Prosegui Mel
Il ritorno in Sicilia è negativo.
Cerco di occuparmi degli impegni di campagna.
Non riesco a concentrarmi.
I file, come sempre in Sicilia, aumentano d’intensità.
Le telefonate con Claretta  mi infastidiscono.
Non ho molto voglia di parlare.
Lei, invece, diventa sempre più insistente e pressante.
Vuole certezze e calore che non posso darle.
Ci sono telefonate tese e nervose.
Le chiedo tempo per riflettere.
Sente il nostro rapporto venire meno, e comincia a preoccuparsi .
Non siamo più sulla stessa lunghezza d’onda.
Un giorno Claretta mi dice che ha guardato i voli per la Sicilia,  e che potrebbe venire a febbraio per la santa patrona.
Mi sembra un passo enorme, e cosi le dico”Vediamo, Claretta, fammi riflettere”
Risponde stizzita”Mel, cosa c’è da riflettere?Mi vuoi o no in Sicilia?Tu stesso mi avevi invitato per la festa.
Dimmi chiaramente cosa vuoi!”
Cerco di distrarmi, vado nel cottage di Lucas. Mi sfogo con lui.
Mi ascolta, mentre beve un bicchiere di whisky davanti al fuoco, con il bel cane Fidel a fianco
Da poco si è fidanzato con Ingrid, brillante manager olandese.
Il mio amico cubano sembra pronto al matrimonio, penso.
Mi dice”Mel, avere un fidanzata è il più difficile dei lavori. Basta una cazzata e ti “consumano”.
Non pensare troppo, viviti il rapporto con Claretta!”
La sera vado a cena  da Laura.
Sulla strada ho una telefonata di fuoco con Claretta.
Vuole chiarezza.
Cerco di trattenermi.
Non voglio mandare tutto all’aria per telefono.
Spero che rivedendola, e guardandoci negli occhi, la situazione possa migliorare.
Le chiedo di stare tranquilla.
Laura vedendomi così stravolto mi dice”Mel, devi lasciala.
Sarà sicuramente una brava ragazza, ma ti crea troppi problemi.
 Hai bisogno di una persona che ti dia serenità non ulteriore instabilità’”
”Laura, non so che fare. Mi sento strano.
Vediamo cosa succede al mio rientro”.
Risento Claretta dopo cena.
Ha una voce da oltretomba.
Mi dice con filo di voce”Mel, se mi vuoi lasciare, dimmelo adesso. Non c’è bisogno che vieni fin qui. Facciamola finita”
Mormoro”Claretta non so niente. Fammi ritornare.
Ho tante cose da dirti, ma voglio guardarti negli occhi”.
Rividi pure la Ciovane .
Cercò di rincuorarmi.
Poi mi dice”Coraggio Mel ,per te ci vuole una botta di giovinezza. Un giorno andiamo a fare shopping insieme e poi ti porto in un locale a fare due salti”
Torno a Roma in uno stato d’animo precario.
Sono tormentato dall’incertezza.
Non so come muovermi con Claretta
Caterina non mi dà un segnale chiaro.
Sono un fascio di nervi
Lo Splendente scrive qualcosa e beve un po’ di caffè:Ricordo quella seduta. Eri molto confuso.
Ti esortai a prendere il coraggio a due mani, e a salire su treno per Firenze e a chiudere la storia.
Il problema non erano i file, ma Claretta stessa.
Questa ragazza ti stava generando ansia.
Creando cosi terreno fertile per i file.
Caterina non è reale.
E’ la tua mente che alterna  l’uso di vecchi file. Vai avanti
Ero scettico, Dottore.
Non volevo chiudere la storia.
Volevo aspettare e vedere.
Speravo che, rivedendola, i file potessero rientrare, almeno parzialmente.
Mi sentivo solo.
Nessuno mi capiva.
Francesco mi consiglia di lasciarla”E’ una rompiscatole, se fa così. Cercatene un’altra.
il mondo è pieno di donne.
Chiudi e volta pagina””
”Per te è facile parlare, hai Stefania. Sei felice”.
Mormora”Ma tu cosa ne sai come sto…”
Non colgo l’essenza di quell’uscita strana.
Caterina sul messenger mi rincuora e dice”Mel, se Claretta non è la persona giusta per te, vai ad Firenze e diglielo.
Non è la fine del mondo.”
Ribatto”Ma soffrirà, Tesoro. Le farò male”
 “Si riprenderà. Vai, e risolvi la situazione. Fammi sapere”.
Mi sentivo sulla plancia del Titanic Dottore.
Mi rendevo conto d’affondare, ma non volevo rinunciare a combattere.
Sarei andato a Firenze con il cuore carico d’angoscia.
 Mi guarda e mi sorride:Ne parleremo la prossima volta Mel. Ora Riposati.
Mi alzo, lo guardo e stringo il bastone:Alla prossima Dottore.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 4 Novembre

78. Tra passato e futuro

indecisione
“Melius abbundare quam deficere” dicevano i latini
Alla fine, comunque, sei chiamato a scegliere.
Mare o montagna?
Dolce o salato?
Essere o non Essere?
La vita è spesso un dilemma.
Se poi sei un indeciso cronico, tutto diventa più complicato.
Mentre ero perso nella selva oscura, mi sono ritrovato preso tra due fuochi.
Ma ancora una volta non ho scelto: ho fatto scegliere gli altri.
Oggi, con i file, l’unica cosa che posso scegliere sono gli appuntamenti con lo Splendente.
Osservo nella sala d’aspetto i pazienti che sfilano.
Sono diversi e particolari.
C’è n’è per tutti i gusti…
Uomini, donne, ragazzi.
Ognuno ha una storia da raccontare.
Chissà se qualcuno ha i miei stessi problemi, penso.
Finalmente si apre la porta.
Lo Splendente si sta facendo un caffè e me ne offre uno.
Ciao, Mel, come stai?
Come al solito Dottore.  Guardavo prima d’entrare i pazienti e mi chiedevo che problemi avessero. Magari c’è qualche paziente simile a me.
Sorride e beve il caffè: Te l’ho detto, Mel, tu sei un’ unicum.
Come va il libro, Dottore?
Ci sto lavorando, ho in mente quasi tutto, tra poco comincerò a scriverlo.
Ma riprendiamo il viaggio che mi interessava:“il triangolo” che stava nascendo.
Caterina è tornata in scena, giusto? Cosa succede?
 Volevo rivederla con tutto il mio cuore.
Claretta soffriva di questa situazione e, in genere, delle mie amicizie femminili.
Non accettava che potessi avere tante amiche; ma fin dall’inizio sono  stato chiaro”Claretta, ho la fortuna d’avere alcune persone care. Fanno parte della mia vita da tempo.
C’erano, ci sono e ci saranno sempre.”
Le avevo raccontato di Flavia, Ambrosia, Aspirante, Ballerina.
Su Caterina, in effetti, ero stato piuttosto vago
Le altre erano un caso chiuso, Caterina era un’ amica, ma era anche altro.
Avevo bisogno di vederla da sola.
Claretta era nervosa.
Ricordo che quando Caterina mi chiamò sul cellulare, provai una forte emozione.
Non sentivo la sua voce da anni.
 
Ci mettiamo d’accordo su quando vederci.
Claretta assiste alla telefonata, e non mi dà neanche il tempo di parlare e fugge da casa per andare  a un convegno.
Le corro dietro, ma non vuole farsi raggiungere, mi urla da lontano”Mel, vai al tuo pranzo.
Ci vediamo dopo”.
Con l’animo in subbuglio vado Caterina.
Mi creda, Dottore, l’emozione che provo quando la vedo sbucare dal portone di casa è immensa.
Non è cambiata per nulla.
Hai i capelli lunghi.
Il suo sorriso è sempre magnetico.
Ci guardiamo in silenzio
I suoi occhi brillano.
Ci prendiamo per mano, poi ci abbracciamo.
L’attesa lunga cinque anni è finita.
Le dico subito”Caterina, sei diventata una bella donna”
Arrossisce”Mel, non cominciare”
Prima di pranzo, passiamo da casa, Caterina vuole salutare mia madre e nonna.
E’ a suo agio con loro.
Ci parla, ci scherza.
Osservo il volto di mamma. Si vede che le piace Caterina. Avrei la sua approvazione.
Intanto mando dei sms a Claretta per tenerla tranquilla.
Decidiamo di mangiare in centro, alla Birreria Peroni. Ci arriviamo passeggiando.
. E’ strano rivederla. Non mi sembra vero.
E’ sorridente e tranquilla.
Ad un certo punto, le chiedo se ha un fidanzato e lei mormora”Fidanzato no. Mi frequento con una persona. Si chiama Orazio .E’ una brava persona”
Sento scendere il gelo sul mio cuore e attacco”Capisco. Io invece da qualche settimana mi vedo con una ragazza, Claretta”
”Ti vedi o ci stai insieme?”
”Ci sto insieme”.
Poi mi chiede della mia salute “Mel mi hai fatto preoccupare molto. Ora posso stare tranquilla vero?”
 Annuisco e le chiedo chiarimenti sulla sua reazione al mio racconto, “ non ne voglio parlare. Quello scritto per me è stata una forma di testamento.
Lasciamo perdere. Non roviniamoci il pranzo”
Caterina mi racconta della sua vita in Nord America e poi in Giappone.
Sono davvero poche le volte che siamo usciti solo noi due.
Cerco di godermi ogni momento.
Provo sensazioni diverse per lei.
E’ la mia amica del cuore, ma sono anche molto attratto dalla donna che ho di fronte.
Spesso ci guardiamo negli occhi
Ripenso al legame che ci unisce…. a quante ne abbiamo passate.
Quanti silenzi e riavvicinamenti ci sono stati
Il tempo passa veloce.
Claretta chiama più volte, per sapere a che punto sto.
Caterina mi invita a non farla aspettare, ma io passerei tutta la giornata con lei.
Passiamo da una libreria, dove deve prendere alcuni libri di Camilleri.
Ci avviamo verso casa.
Mi sento triste.
Non voglio lasciarla.
Lei, invece, sembra tranquilla.
Siamo a piazza Ungheria .
Mi dice“Ok Mel, credo che dobbiamo salutarci. Mi raccomando, non fare soffrire Claretta.
Comportarti bene. Magari venite un giorno tutti e due in Giappone”.
Ci guardiamo a lungo
Tutto intorno a noi sembra scomparire.
Ci siamo solo noi.
La stringo a me.
Provo davvero il desiderio di baciarla.
E’ un attimo che sembra durare una vita.
 Poi Caterina rompe l’incantesimo e dice”E’ meglio che vai. Ci vediamo presto, Mel.Ti prometto che la prossima volta ci mangeremo la gricia” e mi lascia lì.
La osservo andare via.
Sono scosso, confuso.
Il mio cuore batte con violenza.
Non succedeva da tempo.
Mi sembra tutto così chiaro:Caterina è la persona giusta.
Con lei voglio costruire un futuro, se è possibile.
Raggiungo Claretta.
Mi accoglie con un sorriso forzato.
E’ evidente che vuole sapere del pranzo, ma non fa domande.
Tra noi cala un silenzio fastidioso, carico di tensione.
Passiamo la serata scambiandoci poche parole.
Ripenso a Caterina e al momento di Piazza Ungheria.
Vorrei andare da lei.
Non riesco a pensare altro.
E’ come se un fulmine avesse squarciato il buio della mia notte
Alla fine Claretta sbotta”Insomma Mel, non mi racconti nulla di oggi.
E’ una settimana che rompi l’anima con questo pranzo.
Mi hai raccontato di tante donne, ma su questa Caterina sei stato parco di parole
Cosa c’è tra di voi?
Sei innamorato di lei?”
” Claretta, Caterina è una persona cara .Non la vedevo da anni.
E’ stata una giornata intensa. Ha vissuto esperienze forti. E’ un capitolo chiuso della mia vita”
Scoppia a piangere”Se vuoi andare da lei, fai pure. Non ti trattengo.
Vattene pure da casa mia.”
”Claretta, non vado da nessuna parte. Mandami tu se vuoi”.
La discussione si placa e andiamo a dormire, ma Il pensiero di Tesoro mi tormenta.
La mattina dopo, sono irrequieto, teso.
Claretta è più tranquilla.
Si scusa per il giorno prima e mi dice”Mel supereremo tutto insieme.
Ci facciamo forza l’un con l’altro. Vedrai, andrà tutto bene”.
Andiamo in stazione.
Sono turbato. Non so più perchè sono con Claretta.
Capisce il mio disagio e mi abbraccia”Mel, stai tranquillo: per ogni cosa ci sono io.
Non avere paura della realtà. Io sono in carne e ossa”
”Claretta,non so se posso farcela” comincio a tremare.
Mi manca l’aria.
Ho la nausea.
Claretta prende il treno.
Fuggo via.
Scrivo subito un sms a Tesoro”Sei ancora a Roma?Ti posso vedere?”
Sento il bisogno di dirle cosa provo.
Arrivato in macchina chiamo Francesco al telefono per raccontargli  e lui ”Mel, se provi queste cose per Caterina devi dirgliele .Non perdere altro tempo.
Vai da lei”
Caterina mi risponde che è ancora a Roma.
Mi precipito a casa sua.
Ho il cuore il subbuglio.
Devo liberarmi da questo peso.
Arriva come un angelo dall’cielo.
Mi sorride e mi chiede se Claretta mi ha rimproverato per il ritardo.
Non le rispondo.
Sto cercando le parole giuste nella testa.
”Caterina  mi sono reso conto che tu sei la persona giusta.
Sono due giorni che non penso ad altro. Penso che saremmo un grande coppia insieme.
So che non è giusto di dirti queste cose, quando c’è un altra nella mia vita.
Ma sono pronto a prendere un treno per Firenze per rompere”
Mi guarda sbalordita e poi mormora”E’ tutto questo lo hai capito in tre giorni?
Non ci vediamo da cinque anni.
Non mi conosci affatto”
”Tesoro io questi sentimenti li ho sempre provati.
Avevo paura di rovinare tutto.
Tu sei la persona più importante della mia vita.
Da quando sei scesa da quell’ autobus nel 96 in Sicilia che penso queste cose.
L’altro giorno a piazza Ungheria non volevo lasciarti. Volevo baciarti”
Sorride e mormora”Ma perche non me l’hai detto prima?
Io stessa qualche anno ti chiesi di noi e tu hai negato tutto”
”Non volevo perdere la tua amicizia.
Voglio solo il tuo bene, ho preferito tenermi tutto dentro in questi anni”.
Si avvicina e mormora”Mel, forse dovresti pensarci un po’
Mi sembra che tutto accada troppo in fretta
”Ho già  riflettuto abbastanza;lo faccio da anni” .
Sottovoce”In effetti mi sembri molto sicuro. Sono io che devo riflettere.
In effetti c’è un legame forte che ci unisce. Ma siamo stati lontani così a lungo.
Non lo so, mi gira la testa.”.
C’è un momento di silenzio.
Tutto sembra bloccato.
 Ci abbracciamo.
Mi sento sopra una nuvola.
Mi sembra tutto cosi perfetto.
Siamo cosi vicini .Non voglio metterla in imbarazzo e non la bacio.
Ma il desiderio è forte.
Poi Caterina dice”Mel, ho bisogno di riflettere. Ora devo andare in aeroporto.
Voglio tornare a casa”
Ti accompagno”
”Preferisco di no. C’è un mio amico che mi dà un passaggio. Ora è che meglio che vai.
Ci sentiamo Mel”
Capisco che la magia è svanita.
Ho fatto quello che dovevo e la saluto.
Torno a casa più sereno.
Non posso fare altro che aspettare e sperare.
Anche se la sua reazione finale mi ha fatti capire che ci sono pochi spazi di manovra.
Le mando due sms per spiegarle che non volevo metterla in imbarazzo o in difficoltà e che si deve sentire libera e che voglio solo il suo benessere.
Non ricevo risposta, e mi sembra un pessimo segnale.
Nei giorni successivi mi sforzo d’apparire sereno con Claretta.
Non voglio darle segnali particolari.
Ma nel mio cuore e nella mia testa c’è solo il pensiero di Tesoro.
Aspetto con ansia una sua iniziativa.
Una sera, dopo tanto silenzio, la incrocio sulla chat di facebook.
Provo a rompere il muro.
Mi sforzo d’essere normale e rilassato, ma dentro sono un vulcano pronto ad esplodere
Le chiedo scusa per il mio show di qualche giorno prima e che non volevo metterla in imbarazzo.
Mi risponde secca”Mel, se le tue parole mi avessero infastidito, ti avrei fermato.
In un certo senso, mi hanno colpito .Non ho risposto ai tuoi sms perchè non sapevo cosa risponderti”
”Tesoro, pensi ancora al racconto? Sei indecisa per via del mio passato? Ti spaventa?”
”Veramente stavo pensando a un ipotetico futuro. Dovevi dirmelo prima, Mel.
Dopo tutto questo tempo..”
”Te l’ho detto, avevo paura di perdere la ragazza e l’amica. Mi è già successo in passato”
”Si vede che mi conosci poco, con me non sarebbe successo. Ora, comunque, devo andare.
Ci sentiamo durante le feste Mel”.
Nel week end tornai a Firenze da Claretta,  ma  mi sentivo inquieto, nervoso.
I file avevano ripreso a bombardarmi.
Ero a Firenze, ma con la mente ero altrove.
Claretta era sempre gentile e premurosa.
Cercava di mettermi a mio agio.
Una sera davanti al fuoco, mi fece da insegnante di danza.
 Una scena davvero buffa.
Una parte di me stava bene con Claretta, un’altra desiderava Caterina, un’altra ancora lottava con Godot e i fantasmi.
Chiamo i miei amici per raccontargli i miei dubbi, ma tutti mi invitano a resistere e a vivere la mia storia con Claretta fino in fondo perchè Caterina era solo una proezione della mia mente
Lei stesso Dottore, ha definito  il mio improvviso ritorno di fiamma per Caterina come il frutto della scossa che mi ha dato Claretta. In condizioni normali non avrei osato tanto.
L’intimità con Claretta non va. Continuo ad essere bloccato.
Non riesco ad avere un rapporto completo
La mia mente si rifiuta di fare il passo decisivo.
Penso che il cipralex mi inibisca, nonostante il dosaggio sia ormai basso.
Claretta si sente delusa ed impotente. Vorrebbe aiutarmi a sbloccarmi. Cerca il dialogo
Ma io mi rifiuto di parlare di sesso con lei .
Per me resta un argomento tabù.
Non so come uscirne.
Non mi piace il sesso.
Lo vedo come solo la  parte meccanica del rapporto di coppia
Sono lontano da Roma e dalla famiglia
Lo Splendente scrive lungamente, beve un po’ di caffè e attacca:Mel, la verità è che Claretta sta perdendo d’importanza per te.
Perciò la tua mente torna a volgersi al passato e ai file.
Con Caterina ricomincia il solito gioco di posizionamento.
Una volta ti avvicini tu, l’altra volta lei, ma bisogna essere in due per volere le cose.
Caterina aveva le potenzialità per essere la ragazza giusta.
Ma per te serve altro.
Senti il peso della relazione con Claretta e cosi ti rifugi nell’immaginazione, e sogni una storia con Caterina
Dottore, ho sentito una scossa quando ho rivisto Tesoro.
Ho sentito sobbalzare il mio cuore.
Questi sono sentimenti veri.
Non sono pippe mentali
Volevo veramente iniziare un percorso con Caterina per quanto difficile e complicato.
Mel, non raccontiamoci puttanate!
Tu ami le storie impossibili.
Fuggi la realtà.
Claretta era troppa vita in un colpo solo.
Minava il tuo precario equilibrio.
Rischiava di travolgere il tuo mondo.
Non sai più come uscirne.
Cosa succede sotto le feste?
Claretta ha deciso di presentarmi la sua famiglia.
E’ felice e vuole condividere il momento.
Io dopo l’esperienza con Ambrosia, non ho paura di conoscere nessun genitore.
Tutto fila liscio.
La famiglia mi accoglie benissimo.
Claretta per le feste raggiungerà la madre all’estero.
E’ emozionata per il viaggio, anche se è dispiaciuta all’idea di lasciarmi.
Ci scambiamo i regali di natale prima della partenza.
Ho pensato a  una collana a forma di farfalla e lei  a una bel pullover
Vedo questo viaggio come un momento di pausa.
Ho bisogno di riordinare le idee e di staccarmi da lei .
Ormai stiamo sempre insieme
Faccio fatico a reggere la sua presenza.
Voglio un po’ dei miei spazi.
Le prometto al momento della partenza che ci saremmo sentiti.
Finalmente Caterina si fa  viva con un sms”ti disturbo  ? Posso chiamarti?”
Sono felice di sentirla.
Parliamo per un ora del più e del meno.
Poi prendo coraggio, e riprendo il discorso
Le chiedo se ha riflettuto sul nostro rapporto.
Mormora”Mel, lo sto facendo, non mettermi fretta
Ora devo andare. Ti faccio tanti auguri di buone feste. Ci sentiamo presto”.
La vigilia di Natale la passiamo da Francesco e Stefania.
Ci sono pure i genitori di lei.
L’atmosfera è stranamente tesa.
Francesco è pallido, scavato.
Noto piccoli segnali di turbolenza.
Penso che sia dovuti allo stress per il bambino.
Ho bisogno del computer per mandare un email d’auguri allo Splendente e quindi uso il computer di Francesco.
Tra i vari link vedo anche quello di uno psicoterapeuta di coppia.
Un brivido lungo la schiena mi sale.
Preferisco non pensarci.
Il giorno dopo, la situazione è ancora più tesa.
Stefania rimprovera Francesco per una faccenda di casa in maniera brusca.
E’ suonato l’allarme nel fantastico mondo di mio fratello e mia cognata? mi domando preoccupato
Io, mamma e nonna torniamo a casa allarmati.
Flavia ha organizzato il battesimo di Alessio durante le feste.
Sono felice di rivederla
E’ diventata una bella mamma.
Assisto alla cerimonia, e osservo lei e suo marito.
Mi chiedo che tipo di coppia sia.
Spero davvero che tutto funzioni al meglio a Milano.
Flavia merita d’essere felice
Intanto ho deciso finalmente di provare l’esperienza di lavoro da Francesco.
Voglio vedere se riesco a concentrarmi. Voglio impegnare la mente in qualcosa.
Sono stanco dei file.
Già conoscevo i collaboratori di Francesco, ma appena arrivato si mostrano cordiali e disponibili.
Subito cercano di spiegarmi il duro mondo delle rinnovabili
Così faccio conoscenza diretta con Valerio, il Menestrello del Gargano , Ludovico il Preoccupato,  Adele la Donna Rispettabile, Federica, l’Ingegnere Cubista, Fausto l’Ansioso e Elena la Precisa.
Sono l’anima dell’azienda
Francesco, come primo lavoro, mi affida la parte legislativa .
Dovrei occuparmi di tutte le leggi che riguardano le rinnovabili.
Cerco d’ambientarmi e di calarmi nel ruolo
La mente fà fatica.
Ormai sono senza pillola.
Mi sento irrequieto e stanco.
Mi sento sia con Claretta che con Tesoro.
La notte ho un sonno agitato.
I File sono ripresi forti come prima.
E’ ricominciato il senso d’accerchiamento.
Ho paura di scivolare.
Per la prima volta l’ultimo dell’anno lo festeggio con una fidanzata.
Chiamo Claretta, ma mi sento solo in parte felice.
All’orizzonte stanno arrivando nuvoloni neri.
Lo Splendente:La tua mente ha ripreso a generare i file perche ormai la storia con Claretta non ha più senso.
Non vuoi ammettere la fine.
Rinvii l’inevitabile.
Caterina è un modo per allentare la pressione del vuoto e di conseguenza dei file.
La scelta di lavorare da Francesco ti risulta subito indigesta .Non riesci a calarti nel ruolo.
Non te ne può fregare di meno.
Claretta ha oltrepassato i limiti della tua pazienza.
Sei prossimo alla rottura. Per oggi basta cosi
Dottore, mi sentivo nuovamente sul ponte del Titanic.
L’oscurità  mi stava nuovamente avvolgendo, ma ancora non me rendevo conto.
Alla prossima.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 28
 
 

77. Io e Claretta

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Le bambine sognano il Principe azzurro.
I bambini vogliono fare gli astronauti o i calciatori.
Tutti hanno un sogno nel cassetto.
Io sogno che la mia mente si spenga.
I file mi tormentano.
Mi fanno a pezzi.
Il tempo e l’amore guariscono ogni cosa, dicono.
Nel mio caso il sentimento mi ha portato ad un passo dal baratro.
Sono un’ unicum dicono, ma fare la cavia non è piacevole.
Aspetto il mio turno e cerco di ricordarmi l’ultima volta che ho sorriso.
La segretaria mi prepara la fattura, e faccio i conti di quanto ho speso finora con la terapia.
Faccio una smorfia quando vedo il numero.
Curarsi, purtroppo, è un lusso di pochi.
La porta si apre e mi trascino dentro.
Ciao, Mel, come stai?
Male Dottore, ho appena realizzato quanto sto spendendo in sedute e farmaci.
Potevo farmi un viaggio!
Lo Splendente allarga le braccia e sorride: dipende da te Mel.
I file li generi tu. A proposito di viaggi, l’altra  volta mi accennavi alla tua avventura spagnola con Mario.
Cosa succede?
Mi sentivo un po’ meglio, e così, a fine ottobre decisi di accompagnare Mario in Spagna.
Stava provando a superare l’esame per avvocato.
Trascorremmo tre giorni a Murcia, una bella cittadina universitaria
C’erano tanti italiani pronti a tutto, pur di ottenere la qualifica.
Ammiro Mario per i tanti sacrifici che ha fatto negli anni, prima per laurearsi, e poi per diventare avvocato.
A me è mancata questa forza e determinazione.
Lo studio l’ho sempre visto lontano da me.
Tra la malattia di papà e la delusione per Flavia, quella poca voglia di studiare è venuta meno.
Nel corso degli anni, ogni tanto, ho pensato di riprendere i libri in mano, ma onestamente non saprei qualche facoltà o materia.
Non c’è nulla che mi ispiri realmente. Non riesco a vedermi seduto per ore su una sedia chino sui libri.
Eppure, sento che questa mancanza la devo colmare.
Lo so, Dottore, ne abbiamo parlato tanto della laurea e della sua inutilità, ma mi rendo conto che il mio senso d’inadeguatezza parte anche dalla mia scarsa autostima nello studio.
Tranne mia madre, nessuno ha creduto veramente nelle mie qualità come studente.
Sono sempre stato circondato dalla diffidenza e dallo scetticismo.
Questo processo di ricostruzione deve portami anche al benedetto pezzo di carta.
Non so quando, ma prima o poi, dovrò scegliere la mia strada.
Il viaggio nella memoria e il Cipralex nonostante tutto non riescono a fermare completamente i file e il senso di vuoto.
Basta che veda una foto di Godot su un giornale o su internet ,per sprofondare in uno stato depressivo.
Auguro il meglio possibile all’Aspirante attuale, ma, quando la rivedo, sento il mio cuore sobbalzare, mi manca l’aria e arriva la nausea e il mal di testa.
Probabilmente le dò un’importanza eccessiva, ma la mia mente non riesce a controllare l’emozione che nasce dall’immagine.
A primi di novembre sono nuovamente in Sicilia con mamma. Continuo a sbandare.
I miei stati emotivi sono ancora instabili.
Ci sono giornate orribili, altre meno.
Il quattro novembre è l’anniversario della morte di papà ricevo un email da Caterina, in cui dice”In questo giorno ti rivolgo un pensiero e una preghiera”.
E’ un gesto inaspettato e gradito.
Ancora volta il filo del nostro rapporto che sembrava spezzato, trova un modo per riannodarsi.
Cominciamo a parlare di nuovo sul messenger.
Le scrivo un email in cui ammetto le mie colpe e mancanze nel nostro rapporto.
Con grande difficoltà, il nostro rapporto sembra riprendere vita.
Ciò mi rende felice e il peso sul cuore diventa più sopportabile.
La Sicilia, invece, continua a risultarmi  indigesta e opprimente.
Sono un’ anima in pena.
La Sicilia e la campagna sono diventati per la mia mente e per i  miei occhi luoghi di disperazione e oppressione
Sono i luoghi dove mi sono rifugiato per raccontare minchiate nel triennio.
Ormai in campagna, mi sento un estraneo.
Mi sforzo di stimare le arance, di parlare con il fattore, ma è tutto inutile.
La mia vecchia vita mi appare come vestito stretto e malridotto.
Ogni volta non vedo l’ora di scappare via.
Ricordo che tornai a Roma per la nuova seduta ,fiducioso che con il viaggio della memoria, la situazione potesse migliorare.
Scrivo un sms a Caterina mentre mi dirigo nello studio dello Splendente ”Forse, stavolta ci siamo.
Credo d’aver trovato la strada giusta. Per favore aspettami ancora”.
Il senso di nausea e di vuoto, nonostante il viaggio e il ritorno a Roma, è sempre forte.
Dopo ogni seduta mi sento debole e frastornato.
Ricordare è sempre più complicato e imbarazzante.
Sono in camera mia, disteso a letto, con la mente accerchiata dai file, quando sento squillare il mio cellulare.
E’ Rita.
E’ a Roma e vuole un po’ di compagnia per alcune commissioni.
Mi trascino fuori di casa.
L’accompagno per negozi e parliamo del più e del meno.
Quando siamo arrivati di fronte a casa sua le chiedo”Ma che fine ha fatto la tua amica Claretta?
Non dovevi organizzare un incontro?”
”Prima o poi lo facciamo Mel. Certo dovresti andare in Toscana”
”Ho capito che devo fare tutto da solo. Magari le scrivo un messaggio su face book, se mi autorizzi” ”Mi sembra un’ ottima idea. Sono sicuro che farai una ottima presentazione”
”D’accordo, Rita, torno a casa e le scrivo”
Così feci, Dottore, non so bene il perché, ma mi stimolava l’idea di confrontarmi nuovamente con il mondo esterno.
Scrissi a Claretta un messaggio molto formale, ma nello stesso tempo simpatico.
Infatti, qualche ora dopo mi rispose in maniera cordiale.
Iniziammo cosi uno scambio di messaggi su facebook. Ci davamo del Lei.
Entrambi eravamo divertiti dalla situazione.
Dopo qualche giorno Claretta mi diede la sua amicizia su Facebook.
Così dopo i messaggi, iniziarono le discussioni sulla chat specialmente la sera.
Ricordo in particolare la prima, durò quasi un ora.
Le parlai dei miei problemi e del fatto che ero in cura.
Claretta mi ascoltò a lungo e poi mi fece una sorta di diagnosi consigliandomi d’intraprendere la terapia psicoanalitica.
Le risposi che in qualche modo le ero debitore di una seduta e che ero solito saldare i miei debiti.
Così le promisi, che non appena ritornato in Sicilia, le avrei spedito una cassata.
Anche Claretta era di origini siciliane da parte di padre.
Si creò subito un ottimo feeling, anche se solo telematico.
Parlavamo di tutto con grande facilità.
Ricordo che, alla terza sera di chat, le dissi che forse era arrivato il momento di conoscerci di persona, e che era un peccato che abitasse lontana .
Così, tra il serio e il faceto, le chiesi se era disponibile per un pranzo in Toscana nel futuro immediato
Rimase colpita e si dichiarò disponibile.
Ovviamente Rita era informata da entrambi sull’evolversi della situazione.
Era sorpresa da come in poco tempo fossimo entranti in “intimità”.
Ricordo che una sera cenai con Rita e la Sabauda.
Entrambe si lamentavano del proprio lavoro ed erano disgustate dal mondo maschile.
Quando all’improvviso, il cellulare di Rita, vibrò.
Era Claretta da Bologna, dove si trovava per impegni di lavoro.
Rit,a dopo i saluti di rito, me la passò.
Fu emozionante e strano parlarle al telefono
Aveva una voce calda e cortese.
Fu la nostra prima telefonata.
Un‘ora dopo mi mandò un sms con il suo numero di telefono.
Dopo facebook, stavamo iniziando una nuova fase di comunicazione.
Ci veniva tutto semplice e naturale.
Ricordo che cominciai a mandarle dei sms la prima sera.
Non ebbi risposta.
Temevo d’avere sbagliato approccio.
Il giorno dopo su facebook le chiesi se avessi sbagliato qualcosa.
Scoprii che avevo segnato male il suo numero: Non aveva ricevuto nulla.
Una domenica pomeriggio avevo deciso d’andare all’Olimpico per vedere una partita.
Preso dall’impulso, chiamai Claretta.
Ci tenemmo compagnia per tutta la gara.
Scopriii che sarebbe venuta a Roma da lì a due settimane .
In quel periodo sarei stato in Sicilia per impegni di campagna.
Per una volta pensai di buttare il cuore oltre l’ostacolo, e così, decisi d’anticipare il ritorno a Roma in modo da poterci vedere il prima possibile.
Ero ormai curioso di conoscerla.
Durante quei giorni, i file erano diminuiti, mi sentivo meglio.
Claretta mi aveva dato una nuova carica.
I pensieri negativi erano scomparsi.
Ero felice della situazione che si stava creando.
Lo Splendente: Claretta è l’alba di un nuovo file.
Finalmente la tua mente si stacca dal file vecchio e defunto dell’Aspirante
Come avevo sperato, l’ipotesi di un nuovo amore allontana la desolazione e l’oppressione.
Anche la dinamica del vostro incontro tramite facebook stimola la tua fantasia.
A differenza delle altre volte, provi a metterti in gioco.
Non ti rifuggi nei tuoi soliti schemi mentali.
Mentre mi trovo in Sicilia, continuiamo a sentirci per telefono.
Passiamo le ore a parlare.
Prima un ora, poi due poi tre.
Ci sentiamo più volte durante la giornata.
La voce di Claretta mi fa compagnia nella desolazione siciliana.
Sta riempiendo il vuoto. Non mi sentivo così da tempo.
Come promesso, le invio la cassata come pagamento per la “sua seduta”.
Riceve il dono commossa.
E’ come se ci conoscessimo da tempo e non da poche settimane.
Sembra di vivere un film piuttosto che la realtà
Comincio a pensare che Claretta sia la risposta ai miei problemi, e soprattutto la fine di tanta tristezza e oscurità nella mia vita dell’ultimo anno.
Mentre tutto procede per il meglio, all’improvviso ricevo un email di Caterina in cui mi dice che non ha potuto rispondere al mio ultimo sms perche impegnata in un corso; ma che a breve sarebbe tornata in Italia per le vacanze.
Sarebbe passata da Roma e sarebbe stata felice di vedermi.
Il messaggio mi turba molto.
Dopo tanta desolazione, sembrava fosse arrivata la primavera.
Non sapevo come comportarmi.
Non vedevo Caterina da cinque anni.
Era forte il desiderio di riabbracciarla, e di capire cosa avrei provato rivedendola; ma non volevo creare tensioni con Claretta.
Le risposi che sarei stato felice di vederla in qualunque momento.
Quando dissi a Claretta che, forse, il nostro pranzo poteva essere rinviato, fu presa dal nervosismo. Ero alla festa di compleanno del marito di Laura, quando le dissi al telefono
”Sai Claretta io non ti conosco, ma sento che mi manchi già”
Un’ ora dopo mi rispose”Sono nervosa, mi puoi chiamare”.
Quella sera mi resi conto che, nonostante fosse una psicologa, Claretta era una ragazza molto fragile e sensibile.
La tranquillizzai sul nostro rapporto e sul mio possibile appuntamento con Caterina.
La invitai a goderci il momento
La stessa Laura mi spinse ad affrontare l’avventura ”Mel, conosci Claretta. Da quando è entrata nella tua vita, sei un’ altro. Sei più sereno, propositivo. Caterina è il passato. Lasciala perdere”.
Il giorno della partenza per Roma, ero agitato e nello stesso tempo emozionato.
Rita era entusiasta della storia, e mi dava consigli su come muovermi.
Stavo ultimando dei corsi per la sicurezza per la campagna.
Ero annoiato, non vedevo l’ora di tornare a casa.
Rita mi consigliò di farmi venire a prendere da Claretta all’aeroporto.
Sulle prime esitai. Mi sembrava eccessivo. Non volevo creare troppe aspettative all’incontro.
Nella mia mente lottavano la curiosità per Claretta da una parte, e dall’altra, c’era l’utopia Caterina.
Decisi di vivere il momento.
Con Claretta, nei giorni precedenti, avevamo scherzato su come dovessimo salutarci.
Le dicevo che di solito stringo la mano a un estraneo.
Ricordo che, quando sbarcai a Roma quella sera con due ore di ritardo, non sapevo come comportarmi.
Attendo le mie valigie e lentamente mi affaccio all’ingresso dell’aeroporto.
La riconosco subito. Mi sorride da lontano.
Le foto che ho visto sul suo profilo facebook non le rendono giustizia.
Hai capelli ricci, biondi. Ha gli occhi verdi.
Finalmente siamo di fronte.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo.
Le sorrido, e poi, d’impulso la bacio. Lei ricambia, e ci abbracciamo lungamente.
Nessuno, finora, mi aveva aspettato all’aeroporto.
Torniamo a casa mia. C’è imbarazzo e un po’ di tensione.
Siamo tutti e due emozionati. Ci guardiamo, e parliamo poco.
Cerco di spezzare la tensione, e le dico”Bè, eccoci qua, Claretta. Dopo tante parole.
Allora visto, che abbiamo risolto il problema della presentazione?”
Mi sorride ”Pensavo di darti una carezza sulla guancia, ma va ben cosi”.
Fumiamo un po’ in soggiorno.
Controllo, come sempre, la posta inevasa.
Poi decido di farle fare un tour della casa.
Claretta sembra più tranquilla
In cucina ci baciamo di nuovo teneramente.
Lo confesso ,Dottore, ero anche eccitato da questa situazione.
Claretta mi chiede di mostrarle la mia camera. Ci sdraiamo entrambi sul letto. Ci teniamo stretti.
E’ un momento così bello….
Ancora più bello che fare l’amore.
C’è intimità, partecipazione.
Non ricordo quanto siamo stati cosi.
Claretta mormora”Starei così sempre. Non voglio tornare a casa”.
L’indomani aveva un convegno molto presto.
Nonostante fosse un momento particolare, preferisco accompagnarla a casa.
Ci salutiamo con la promessa di rivederci l’indomani.
Tornato a casa, mi sento su di giri, elettrico. Faccio fatica ad addormentarmi.
Gli occhi di Claretta mi hanno colpito.
Mi sento vivo dopo tanto tempo. Per una volta voglio bruciare le tappe
Decido di mandarle un sms per vederci già per colazione.
Le porto dei cannoli residui della sera precedente.
Anche appena sveglia, Claretta è molto carina.
Prendiamo il caffè, e ci sorridiamo rimanendo in silenzio.
L’accompagno al convegno
Ci salutiamo scambiandoci un’ altro bacio.
Mi sembra di vivere un film, ma con il tasto dell’avanti premuto.
Chiamo Rita per raccontarle le prime impressioni.
Anche lei è euforica per la situazione.
Cerco di riordinare le idee riordinando casa e facendo la spesa.
Non ho mai vissuto una situazione del genere.
Come stabilito, all’ora di pranzo vado a prendere Claretta.
Mi sta già aspettando.
Finalmente dopo averne tanto parlato, usciamo insieme per la prima volta.
Passiamo due ore a parlare di noi.
Claretta ascolta molto e parla poco.
Dopo un po’ mi sorride, e mi dice ”E’ strano, ora che ti vedo e ti sento parlare. Sei la stessa persona che ho conosciuto al telefono. E’ bello avere questa piacevole conferma”.
Il pranzo ogni tanto viene interrotto dalle telefonate di Potter.
Vorrebbe organizzare un cinema per la sera. Noto subito che Claretta non gradisce l’intermezzo.
Mi dice, stizzita, ”Ma questa tua amica non finiva di parlare. Le hai detto che eri impegnato per pranzo?
Mel, non rispondere più al telefono, per favore . E’ il nostro momento”.
Dopo il pranzo, torniamo a casa per riposarci un po’.
La situazione diventa”più hot”
Sembra che ci siano le condizioni per rendere il nostro rapporto più intimo.
Ma, onestamente, non avevo previsto questo sviluppo così presto.
Sono molto imbarazzo. Claretta sembra in apparenza più tranquilla.
Sarà l’emozione, sarà l’effetto dell’antidepressivo, l’incantesimo svanisce.
Il momento è passato.
Nessuno dei due ha più voglia di fare l’amore
Passato il momento d’imbarazzo, decidiamo d’uscire con Rita e suo marito Samuele.
La serata è molto piacevole.
Rita ci osserva, divertita.
Fa domande, e chiede quale saranno i prossimi passi.
Samuele, invece, rimane silente per tutta la cena.
Claretta soffre d’insonnia. Superata una certa ora, fatica ad addormentarsi.
Così l’accompagno a casa dopo la cena.
Sono quasi arrivato a casa, quando Claretta mi chiama sul cellulare e attacca”Mel, ci ho ripensato. Sto così poco a Roma. Ho piacere di stare con te stanotte. Verresti a dormire da me?”
Dopo un momento di esitazione, acconsento.
La casa di Claretta è accogliente e discretamente luminosa
La notte passa come quella precedente.
Insieme, abbracciati e felici
E’ la prima volta che passo la notte con una donna.
E’ una sensazione piacevole, diversa, toccante. In un certo senso anche comica Dottore.
Non ero abituato a muovermi nel letto con un’altra persona.
Dovevo stare attento a come muovermi.
Svegliarsi ed avere una  donna accanto a te, è bello.
Ricordo che, quando aprii gli occhi, Claretta è già sveglia e che a sua volta mi osserva.
Le dico“Buongiorno”.
Claretta mi sorride, e poi ci baciamo .Sembra nuovamente arrivato il momento di fare l’amore.
Siamo eccitati,coinvolti, ma la mia mente si blocca.
Il desiderio diventa meno forte.
La “parte meccanica” della penetrazione mi mette ansia.
Ho come la sensazione di non essere adeguato, di non sapere come muovermi.
Faccio fatica a relazionarmi con l’altra parte.
Così dopo qualche maldestro e goffo tentativo, smetto.
Claretta cerca di rassicurami.
Sono calmo, anche con Barbara (l’escort) mi succede spesso.
La mia mente rifiuta la parte sessuale. Non mi sento a mio agio.
Mi piacciono i preliminari, ma poi tutto diventa strano, distante, volgare.
C’è qualcosa che mi inibisce Dottore.
L’atto sessuale mi sembra qualcosa di sporco. Faccio fatica anche ad immaginarmi con una donna.
All’improvviso proprio a spezzare la tensione, chiama un’amica di Claretta.
Vuole sapere come è andato il nostro incontro e se ci siamo “zitati”(termine siciliano per indicare un fidanzamento).
Claretta ci parla, ci scherza.
Finita la telefonata mi chiede ”Ma allora siamo ziti?”
”Be, diciamo, che ci stiamo frequentando. Certo dopo quello che è successo prima, il nostro rapporto è salito di livello”.
Andiamo a pranzo.
Siamo entrambi rilassati, contenti.
Non smettiamo di guardarci negli occhi.
Poi Claretta mi dice ”Ho passato dei giorni bellissimi. Ti ringrazio di cuore”.
Non sapevo cosa aspettarmi. Mel ti sei rivelato meglio del previsto. Non sai quanta paura avevo.
In giro c’è tanto schifo. Poi detesto la stupidità nell’uomo”.
Ascolto quelle parole e mormoro ”Detesti la stupidità?
Credo che tu debba sapere ancora qualcosa sul mio conto.
Forse sarà il caso che tu lo legga” e subito la mente torna al triennio.
Penso che Claretta non può tornare a casa senza sapere.
Non si può iniziare una relazione, senza che sappia la parte più oscura della mia vita.
Claretta guarda il mio volto preoccupato e risponde”Mel, sei pallido, va tutto bene?
Fammi leggere quello che vuoi”.
Tornati a casa , prendo il cuore a due mani, e le mostro l’ormai famigerato racconto.
I minuti sembrano un eternità .
Claretta legge e ogni tanto mi guarda.
Si interrompe,  guarda l’ora e dice”Mel devo andare, ho il treno tra mezz’ora.
Ne parliamo in macchina”
”Ok, come vuoi”.
Durante il tragitto cerco di capire il suo stato d’animo.
E’ pensierosa, sembra riflettere
Poi arrivata alla stazione attacca ”Ma come hai fatto a fare queste cose?
Allora farai la stessa cosa con me?
Mi lascerai, e io poi ,disperata, ti farò chiamare da mio padre?”
”Claretta, stai serena. Quella persona non esiste più. Ti ho fatto leggere quel racconto perchè ritenevo giusto farti sapere perchè sono in terapia”
Però è, ormai, un fiume in piena ”Mel, hai rovinato tutto. Bravo, ci sei riuscito”
Ora sono spaventata. Devo farmi il viaggio di ritorno da sola” e scoppia a piangere.
L’abbraccio forte e le mormoro ”Ascoltami Claretta per favore, non succederà nulla.
Sono qui. Non vado da nessuna parte.”
Piangente ”Vai Mel, vatti a fare un giro con il bastone, visto che ti diverti tanto”
Sorrido e attacco ”Dì quello che vuoi. Ma stasera ti accompagno a casa. Non ti lascio partire in questo stato”
”Non so se voglio che mi accompagni. So badare a me stessa!”
”Ne sono sicuro, ma desidero accompagnarti. Poi una volta arrivata sana e salva, me ne torno a Roma, stai serena”.
”Voglio fare una telefonata. Lasciami sola”
Dopo sembra più serena e dice”Se vuoi, mi puoi accompagnare”
”Perfetto, torniamo a casa e metto due cose in valigia”.
La mia mente viaggia veloce, non posso lasciare Claretta da sola, penso.
In fondo la sua compagnia è piacevole.
Voglio farle capire che il Melvin del triennio non c’è più.
Penso a Caterina e al suo imminente ritorno.
So bene che, se salirò sul quel treno, tutto cambierà.
Ma, per una volta ho preso una decisione, e voglio andare fino in fondo.
Claretta mi vede scendere da casa con la valigia e mi dice”Mel cosa hai messo in valigia?’”
”Tutto il coraggio che non ho avuto mai in 33 anni di vita”
Il viaggio verso la Toscana è abbastanza tranquillo.
Ho avvisato mamma e i miei fratelli della mia decisione.
Se la prima, come sempre, non dice nulla per discrezione, Francesco e Piero sembrano morsi dalla tarantola della curiosità.
Chiamano Rita per sapere chi sia Claretta.
Rita non dà loro soddisfazioni e li lascia sul vago
Leggo tutto questo tramite gli sms della mia amica, e non posso che sorridere.
Claretta abita in un piccolo paese di campagna a una decina di chilometri da Firenze.
E’ buio pesto quando arriviamo.
Claretta abita in un piccolo ma bell’ appartamento.
Appena entrato in casa, non posso non notare il silenzio e la solitudine del luogo.
Capisco subito quanto Claretta sia sola e lontana da tutti
La immagino davanti al computer che chatta con me su facebook
Claretta è una ragazza forte, ma nello stesso tempo emotivamente fragile.
Difende i suoi spazi ed indipendenza .
Sembra passata la burrasca.
Claretta è nuovamente serena ed sorridente.
Andiamo a letto sereni e felici
Sembra l’inizio di una nuova avventura.
Il giorno dopo mi alzo sereno, e ancora una volta senza file.
Osservo il paesaggio fuori dalla finestra.
La casa è immersa nel verde.
C’è una pace invidiabile .
Facciamo colazione e poi andiamo ad Firenze.
Claretta mi mostra la città e il suo mondo.
Ma io mi sento strano.
Come se mi mancasse l’aria dopo aver nuotato per ore in apnea.
Sento il desiderio di fuggire.
Claretta, invece, vuole stabilire come e quando rivederci.
Cerco di prendere tempo.
Spero di vederla, Dottore, per chiarirmi le idee, ma in quei giorni il destino la blocca a letto per il colpo della strega.
Comunque ritorno a Roma. Voglio rivedere la mia famiglia, e far decantare la situazione.
Mi sento come dentro una bolla d’aria.
Francesco e mamma mi spronano a ritornare subito ad Firenze ”Mel, ma cosa fa qui?Torna da Claretta.
Sono frastornato e spinto dagli eventi.
Così l’indomani riprendo il treno per la Toscana.
Mi accoglie una sorridente Claretta ”Ho uno zito pazzo. Fa sù e giù per Roma”.
Passiamo delle giornate serene.
Claretta lavora tutto il giorno.
Gironzolo per Firenze.
Faccio la spesa.
Sembriamo una coppia affiatata da tempo e non da pochi giorni.
Ogni tanto, però, Claretta si mostra preoccupata, teme che tutto sia andato troppo veloce e che io possa stancarmi
Una sera in particolare attacca ”Mel, sei sicuro di quello che stai facendo? Ogni tanto ho la sensazione che tu stia recitando la parte del fidanzato perfetto. Non vorrei che poi, all’improvviso, svanisse tutto. Non sei obbligato a niente. Prenditi del tempo, se serve”
”Claretta sono sereno. Non sto recitando. Fammi provare. E’ la prima volta che mi sono buttato in una relazione vera. Altro che copione!”
In realtà Dottore un senso d’inquietudine e irrequietezza lo provavo.
Ero con Claretta, passeggiavo per Firenze e la mia mente, aihmè, vagava su Caterina e sull’imminente ritorno.
Gli stessi file, dopo una pausa di un paio di settimane, stavano ritornando in auge.
Mi sforzo di tenere tutto sotto controllo
Trascorro molto tempo con Claretta, e mi rendo conto di quanto sia bella, intelligente, colta, sensuale, ma anche insicura e un po’ capricciosa.
A volte, si comporta come una bambina viziata, se non ottiene ciò che vuole.
Mi sembra d’essere nella coppia, quello più misurato e ragionevole.
Mi studia da lontano e mi dice spesso”Eppure, non sembri un persona bisognosa di zyprexa e di antidepressivi. Ora, per te, ci sono io”.
Intanto medito anche sulla mia vita futura.
Ne parlo con Claretta spesso” Pensavo di fare un tentativo con mio fratello Francesco
Potrebbe essere un modo per impegnare la mente. Potrei lavorare con lui. Me lo chiede da tempo.
Magari potrei anche tentare ad iscrivermi all’università”.
Claretta è un po’ scettica ”Sai, non ti vedo sui libri, e poi per fare cosa?
Perché vuoi andare da tuo fratello? Un lavoro tu ce l’hai. Poi non avresti più tempo per me”
”Vediamo Claretta, devo darmi una mossa”
Lo Splendente scrive qualcosa, mi guarda e attacca: nella tua vita hai sempre fatto una separazione netta tra il sesso e l’amore
Le tue storie sono sempre state platoniche. Non sei mai entrato in gioco.
Le hai vissute tutte nella tua mente. Con Claretta è diverso.
Entri in un campo sconosciuto ed ignoto.
Da una parte ti affascina, dall’altra ti mette ansia.
Non sei abituato a relazionarti con una donna in carne e ossa.
Hai paura che invada i tuoi spazi.
Siete subito partiti a razzo.
Senza riflettere sulle conseguenze delle vostre azioni
Caterina e i file sono un modo da parte della tua mente di evitare il contatto con la realtà.
Ancora una volta metti in atto un piano di fuga.
Il sesso per te è solo un tassello del puzzle. Quando vai a puttane, non ti senti legato.
Ci vai meccanicamente, ma anche li, ti fai troppe pippe mentali
Come dicono a Napoli ”Il cazzo non vuole pensieri”.
La tua educazione rigida ti impedisce di essere libero sul tema.
Sei bloccato da sciocchi stereotipi.
Un rapporto è vero e completo con il sesso
Claretta è anche questo. Può aprirti una finestra sul mondo del sesso.
Dottore, non so spiegarle bene, ma la nudità dei corpi, quella intimità così forte tra un uomo e la donna mi mette a disagio.
Non so se fa parte del mio bagaglio culturale.
Mi piace baciare, toccare, abbracciare, una donna.
Ma poi tutto diventa complicato ,viscido, opaco. Ne ho quasi la nausea.
Il piacere, per me, è altrove.
Anche le poche volte che ho l’orgasmo, non godo pienamente.
Nella mia mente c’è il vuoto.
Vorrei essere da un’altra parte.
Claretta era una novità,r ma andava gestita con cura
Mel, è tutto consequenziale
Tu ti innamori di una donna in maniera celebrale.
Devono partirti i file, poi viene il resto
Scopare è liberatorio.
Devi sgombrare il campo dai pensieri.
Per oggi abbiamo fatto molto.
Mi sembra di capire che il film Claretta è all’inizio e sta iniziare un triangolo con Caterina.
Già, Dottore, sarei stato tra due fuochi. Ne riparleremo.
Alla prossima.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 21

76. Il Vuoto

solitudine
Sono inquieto da sempre.
Molti mi hanno dato del nevrastenico.
La serenità è il mio Sacro Graal.
Lo Splendente non smette di ripetermi che il mondo continua a muoversi a velocità, mentre   mi lagno e mi fustigo.
Ma quanti potrebbero vivere con la mente impegnata 24 ore su 24 con i file?
Rivedo sempre lo stesso film.
Stessi attori, stesso copione, stesso finale.
Non so più cosa inventarmi.
Dicono, chi la dura, la vince.
Vado avanti per forza d’inerzia.
Sono di nuovo nella sala d’attesa.
Parlare per non risolvere nulla.
Mi sembra di sprecare tempo e fiato.
Lo Splendente non capisce fino in fondo la devastazione dei file.
La porta si apre ancora una volta, sospiro ed entro
Ciao Mel, come va?
Sono in un Limbo, Dottore.
Sto scontando la mia pena, anche se non ne conosco la fine.
Mel, hai finito di lamentarti? Hai conosciuto qualche donna?
Si, Dottore, mi vedo solo con Miss Senso di Colpa , la conosce?
Sorride e scrive qualcosa sul quaderno: Ok Mel, riprendiamo il viaggio.
Raccontami del tuo incontro con Luisa.
 Mi sembra di capire che per te era un momento importante.
Cosa succede?
Come d’accordo concordai con Luisa l’appuntamento tanto atteso.
La raggiunsi per pranzo.
Ero davvero emozionato.
Nella testa mi risuonavo le sue parole Dottore”Lascia perdere Mel.Non devi chiedere scusa a nessuno. Questa storia non interessa a nessuno” per questo decisi di non dirle nulla.
Quando vedo Luisa uscire dall’ufficio, sento un brivido lungo la schiena.
Per l’emozione mi cade il cellulare dalle mani.
Luisa mi sorride e dice”Va bene l’emozione, ma stai attento”.
Ci salutiamo con un bacio sulla guancia.
Non è cambiata rispetto all’ultima volta che l’ho vista(ottobre 2007).
Anzi sembra più carina e solare.
 Luisa decide  il ristorante.
Sono davvero imbarazzato ed emozionato.
Una volta seduti inizio il discorso tante volte studiato e preparato nella mia mente.
Ovviamente inizio scusandomi per il mio comportamento.
Luisa mangia e ascolta la mia versione dei fatti.
Ogni tanto mi fa qualche domanda.
Con il corso dei minuti, si scioglie la tensione e soprattutto l’imbarazzo.
Mi sforzo d’apparire sereno e tranquillo.
Luisa mi guarda e  dice” mi sembri il Mel che ho conosciuto tanto tempo fa.
Le scuse non erano necessarie. Per me il caso è già chiuso. Ci tenevo a vederti.
Ho apprezzato la tua volontà di chiarire.
Quando nell’estate del 2009 hai scritto quell’email ero arrabbiata, ma poi l’Esimio mi ha fatto notare il tuo coraggio.
In pochi  si sarebbero presi la responsabilità e avrebbero chiesto scusa.
Mi ha consigliato di darti una possibilità:in fondo non hai ucciso nessuno.
Certo alcune cose mi sembrano davvero strane.
Bastava che tu fossi rimasto a Roma con noi e tutto si sarebbe risolto.
Ma ormai è passato. Inutile pensarci”.
Il resto del pranzo la passiamo a parlare dei rispettivi lavori.
La conversazione è abbastanza sciolta, anche se non mi sento completamente a  mio agio.
Sento la testa pulsare. Mi sento agitato ed angosciato. Ci salutiamo davanti all’ufficio.
Le dico”Grazie ancora Luisa per avermi concesso questo incontro. Te ne sono grato.
Spero davvero che ci sia la possibilità di ricostruire la nostra amicizia. Ci terrei tanto.
Se passi dalle mie parti, fatti viva per favore”.
Luisa scosse la testa e tornò in ufficio.
Nel pomeriggio avevamo una seduta Dottore.
Pensavo di sentirmi meglio.
Meno oppresso dai file.
Le parlai dell’incontro, ricorda?
Si, Mel, ricordo, ti dissi che non ti avrei mangiato se mi avessi detto dell’incontro e sorride.
Dopo la seduta mandai  un sms”Cara Luisa,grazie ancora di tutto.
Spero di vederti presto”
Rispose ”Se la luna vorrà.”
I giorni seguenti furono però segnati dall’angoscia e dall’ansia.
Mi ero illuso che Luisa potesse chiamarmi subito.
Stavo realizzando che le sue parole Dottore erano vere.
Ero avvilito.
Nessuno mi cercava.
Nessuno era interessato alla mia storia
A breve ci sarebbe stato la nuova edizione del Roma Fiction Fest.
Avevo saputo che l’Aspirante sarebbe stata presente.
Per qualche giorno pensai d’andarci.
Credevo che rivedendola, potessi rompere la maledizione.
Ero anche curioso di sapere quale emozione avrei provato
Ma dopo essermi consultato anche con lei,rinunciai.
Mi sembrava una perdita di tempo.
L’esperienza con Luisa poteva bastarmi.
A giugno ci fu il battesimo di Aldo in campagna.
Fu una bella festa, come sempre. Lo so, Dottore, le ho parlato poco di mio nipote.
Come zio mi sento mancante, ma non mi  sento  di esserlo fino in fondo.
La mia testa è troppo impegnata con i file per dedicarmi al mio bel nipote.
Anche quel giorno la mia testa era in fiamme.
Sentivo sempre la voce del Dottor Serioso e i colloqui con Gigio e vedevo gli incontri con Godot.
Mi sentivo fisicamente diverso.
Non mi piacevo.
Lo zyprexa mi aveva fatto ingrassare, nonostante la frequentazione quotidiana del tapis roulant
Francesco e Stefania sembravano nervosi e un po’ provati, ma pensavo che fosse dovuto al difficile mestiere d’ essere genitori.
Era l’anno dei Mondiali, ma li seguivo con apatia e distacco.
Ero irrequieto, avvilito, ero impaurito dall’estate.
Ricordo che l’ultima seduta prima della pausa estiva fu traumatica, almeno per me.
Mi disse che adesso dipendeva da me.
Dovevo trovare la forza per uscire dall’angolo.
La terapia mi aveva tolto secondo lei, la fantasia malata e i sensi di colpa.
Ora dovevo farmi forza e reagire.
Uscìì dal suo studio in uno stato d’angoscia e oppressione forti.
Mi sentivo schiacciato dai file e dai rimpianti.
Scesi in Sicilia con mamma e nonna in uno stato di malessere importante.
Vedevo il replay dell’estate precedente: devastante e opprimente.
Mi sentivo soffocare.
Volevo scappare da tutto e tutti.
Mi aggiravo per casa come un anima in pena.
Provavo un po’ di sollievo quando parlavo con la Ciovane.
Era passato un’ anno dal nostro primo incontro, ma si era dimostrata una vera amica.
Non mi aveva fatto mai mancare il suo sostegno.
Francesco mi offri di lavorare con lui e quindi di tornare a Roma.
Anche lei era favorevole a quest’idea, ma non mi sentivo pronto.
Sentivo la testa che esplodeva. Non potevo concentrarmi.
Non mi vedevo chiuso in ufficio con il caldo, a fare la rassegna stampa sulle energie rinnovabili
Mamma e Francesco provarono a convincermi per giorni, ma ero deciso.
Mi trascinavo in campagna con un senso di nausea e d’impotenza.
Durante l’estate conobbi un ragazzo, Lucas , amico di  Cesare,  giovane rampante di Confindustria
Fu una conoscenza positiva.
 Lucas era un ragazzo vitale, mondano , ricco di amici e amante del ballo.
Era d’origine cubane, ma viveva da anni in Italia, dove aveva avviato una brillante carriera da PR.
Viveva nella sua barca a vela al porto del  Bueno Retiro.
Lo chiamavo”Il Ciovane mondano”.
Si prese a cuore il mio caso.
Mi spronava ad uscire e a fare festa.
Andammo non so a quante serate ed apertivi.
Fu sicuramente un’ aiuto importante in un momento di difficoltà
Fumava spesso il sigaro nei nostri incontri  e mi diceva:”La vita è una donna capricciosa,Mel. Non pensare troppo, agisci
Basta  inutili farmaci!”.
Scuotevo la testa, gli sorridevo e passavamo le serate a parlare di donne e di Cuba.
Vennero a trovarmi prima Carlo ed la compagna Carlotta, neo fidanzati.
Infatti Carlo aveva mantenuto la parola e le  aveva fatto la proposta
Con mio grande stupore si sarebbero sposati nel luglio 2011.
Avrei dovuto fare da testimone .
 Accolsi quell’ invito con onore e paura.
Speravo che il mio amico non stesse facendo il passo più lungo della gamba.
Poi fu il turno di Mario e della fidanzata Michela.
Passarono dal Bueno Retiro prima di andare dai genitori di lei.
Anche la presenza dei amici non servì a scuotermi dal mio torpore e angoscia.
Decido di chiudere anche l’esperienza del Trofeo Melvin.
Dopo 20 anni si era chiusa la spinta, avevo finito l’entusiasmo
Organizzare la partita era diventata ormai una sofferenza.
I ragazzi facevano a gara per disimpegnarsi.
Mi snervava cercare la data giusta per la partita facendo centinaia di telefonate e messaggi.
Il bilancio finale è di dieci vittorie per ciascuno.
La fine del Trofeo è l’ennesimo segnale che non ho più la forza di continuare il vecchio stile di vita.
Non mi soddisfa più, anzi mi crea angoscia e oppressione
Lo Splendente:Ricordo Bene quel periodo, Mel.
Ci siamo sentiti spesso ad Agosto.
Eri molto agitato, angosciato. Ti prescrissi un nuovo farmaco,un anti ossessivo.
Ma fu un  fallimento.
 Le tue non sono ossessioni, ma dovevo fare un tentativo.
Era il primo anniversario della “tua morte”.
La tua mente stava celebrando quell’ evento
Non vedevo l’ora che l’estate finisse, ero stremato, turbato, irrequieto, triste.
Stava ricominciando “Qualcosa è Cambiato” in Tv e avevo anche il terrore di aprire la televisione.
Avevamo sospeso anche lo zyprexa.
Temevo di perdere il contatto con la realtà
Lo dissi pure a mamma prima di partire, mettendola in allarme.
Ero davvero depresso.
Stanco dei miei pensieri ed avvolto in un aurea di negatività
Nonostante l’interruzione dei rapporti, sul messenger cercavo di avere notizie su Caterina.
Volevo sapere come se la passava in Giappone.
La immaginavo felice e spensierata.
Era stupita del mio interessamento.
Mi scrisse in risposta ”non capisco cosa vuoi da me. Io ho bisogno di calore e sicurezza”.
Calore e Sicurezza, Dottore,sono due parole che ancora oggi nel rapporto tra me e Tesoro riecheggiano.
Il giorno prima della partenza, incontrai la Ciovane al bar del Bueno Retiro per una  granita.
La Ciovane  mi convinse ad aprirmi.
Voleva capire il perchè di questo mio stato.
Le confessai tutto,ancora una volta tremando. Ascoltò con pazienza .Non mi fece domande.
Poi mi guardò e mi disse”Mel sicuramente hai fatto delle cose brutte, molto discutibili, ma hai pagato il tuo prezzo. Non meriti di soffrire cosi” e mi abbracciò.
La sentiì davvero vicino.
Torno a Roma, agitato ed irrequieto.
Temo di ricadere nel tunnel delle voci.
Arrivo alla nuova seduta in uno stato d’ansia e di frustrazione.
Ricordo che le dissi con filo voce”Dottore, io non c’e la faccio più, la testa mi sta scoppiando.
Dovrei andare a Milano per vedere una partita e per salutare Flavia prima del parto, ma non  credo d’averne la forza”
Lo Splendente:Ricordo bene quel momento. Ti dissi di smetterla di piangerti addosso.
Eri molto lucido e consapevole, come non mai da quando eri venuto da me.
Decisi di toglierti lo zyprexa.
Il vuoto esistenziale ti porta a creare i file.
Eri convinto che i file fossero delle ossessioni.
Parlammo della tua vigliaccheria con le donne della tua vita.
La tua rabbia e frustrazione nascevano da uno stato d’insoddisfazione e di rimpianto.
Scuoto la testa e sospiro:Ogni tanto penso che le parole del Dottore Serioso nella famosa telefonata siano state profetiche.
Sento la sua voce che mi avverte, che se non mi faccio aiutare passerò le pene dell’inferno e che, dopo, sarò solo un caso medico.
Mi parlava di un blocco su Ginevra come qualcosa di semplice da togliere.
Mi sono fatto del male da solo, Dottore.
Passo le giornate a cercare di capire cosa sia successo nella mia testa.
 Da tempo mi ha fornito la sua tesi, ma non mi convince.
Resta un’ enigma cosa sia successo realmente.
Cosa ha spinto la mia mente a “bloccare” determinati episodi?
In realtà pensavo all’Aspirante nei due anni successivi, ma indubbiamente non era più al centro dei miei pensieri.
Come se le minchiate dell’operazione e del recupero avessero acquisito il ruolo principale della storia.
Mi ero ostinato nel difendere ad oltranza il ridicolo.
Il rimpianto di una possibile storia con Godot mi strugge.
Sono consapevole che tutto poteva durare anche solo un giorno.
Ma non riesco a fare  pace con questa fuga.
Questa storia era diversa dalle altre.
Ricordo che tornai a casa dalla seduta confuso ed inquieto.
Mi aveva spinto a rivedere il racconto scritto a Dicembre del 2009 e magari di mostrarlo a uno sceneggiatore.
Così decisi d’inviarlo sia alla Ciovane che a Luisa  per saggiare le loro reazioni.
La Ciovane mi confermò solidarietà, anche se, mi confessò, che alcune  parti del racconto l’avevano turbata.
La reazione di Luisa fu brusca, netta, di chiusura.
Mi chiese se fossero veri gli episodi con l’Aspirante.
Non aveva mai avuto una grande stima dell’attrice.
La considerava vacua e capricciosa.
Ricordo che sul messenger scrisse”E’ ulteriore conferma di quanto questa ragazza sia idiota.
Tu ti  stavi facendo gli affari tuoi e lei ti è venuta a rompere. Comunque questa storia non mi interessa.
Ci sono troppe persone coinvolte. Poi ci siamo io e l’Esimio
Ma hai fatto tutto questo casino per lei? Hai avuto una storia con lei? Queste cose vanno dette”
”No, Luisa. L’Aspirante non mi ha fatto nulla. Capisco che la storia non ti piaccia.
Ma mi fido di te. So  che tu saresti l’unica in grado di poter scrivere eventualmente questa storia. Magari ne possiamo parlare con un caffè davanti cosi ti spiego meglio”
”Vediamo, sono sempre impegnata. Sentiamoci”.
Nonostante mi sentissi  oppresso e avvilito, decido di partire per Milano per il week end.
Speravo di rompere l’assedio dei file.
 Milano mi accolse venerdì con classico tempo autunnale: Freddo, pioggia e vento.
Flavia mi fece mandare un sms da suo marito Ezio.
Alessio, il secondogenito,aveva deciso di nascere in anticipo
L’avrei rivista in ospedale domenica.
Avevo stabilito con mio cugino Ludovico che avrei soggiornato a casa sua.
Con lui a altri amici  saremmo andati a San.Siro.
Prima della partita,decido di salutare la mia  amica Rita e suo marito Samuele.
Mi offrono un thè e con biscotti e parliamo delle nostre vite .
Ho difficoltà a raccontare. Come si può spiegare il vuoto e la desolazione Dottore?
Rita è sempre stata una ragazza vitale, simpatica, dinamica.
Sentendomi parlare si convinse che la svolta per la mia situazione potesse essere conoscere una donna e all’improvviso si illuminò”Ma certo, Mel, come ho fatto a non pensarci prima.
Ti devo presentare la mia amica Claretta.E’ una psicologa. Ha 35 anni. Vive in Toscana.
Ti somiglia molto. Secondo me è il tuo alter ego al femminile.
Magari possiamo organizzare un incontro”
”Rita, in questo momento non mi sembra il caso. Non ho voglia di nulla.
Cerco di capire come sia convissuti in me Dr Jekill e Mr Hyde.
Comunque se esiste il mio alter ego femminile, magari un giorno sarei curioso di conoscerla”.
 Poi guardai suo marito e gli chiesi”Samuele ma questa Claretta come è?”
Scosse la testa e allargò le braccia, mentre Rita prendeva le chiavi della macchina per accompagnarmi allo stadio, visto la pioggia battente disse”Lascia perdere Samuele. Claretta è una gemma. Quando la conoscerai, te ne renderai conto”.
Fu emozionate andare per la prima volta a S.Siro.
Lo stadio è davvero magnifico.
Il fascino è indiscutibile.
Vidi una bella partita, anche se fini in parità
Il giorno dopo, come stabilito, andai in ospedale da Flavia.
Arrivai e rimasi qualche secondo sull’uscio della porta  ad osservarla.
Aveva in braccio il piccolo Alessio.
Era ormai una mamma.
Aveva costruito la sua famiglia.
Era sempre bella anche se un po’ provata dal parto.
Per un secondo immaginai che quella scena  sarebbe potuta essere con me a Roma.
Ma, comunque mi riempi il cuore di gioia nel  vederla realizzata.
L’abbracciai e parlammo del parto.
Mi guardò e disse”Mel promettimi che vieni un’altra volta a Milano con più calma”
”Ok,basta che non mi partorisci più, non potrei reggere un’altra emozione del genere”
Sono legato a Flavia Dottore.
Il nostro è un rapporto  così profondo e forte nonostante il tempo e gli eventi.
Siamo due anime gemelle che hanno scelto di non condividere una vita insieme.
Ma c’è un filo che ci unisce, nonostante tutto.
Ci sarò per lei,qualunque cosa accada.
La trasferta milanese non portò grandi cambiamenti.
La mia mente e il cuore sono oppressi dai file e dalla desolazione.
Mi sento privo di forze ed entusiasmo.
Provo a contattare nuovamente sul messenger Luisa per cercare di spiegarle il senso profondo del racconto.
Ma si rifiuta d’ascoltare.
 Ricordo che le chiesi se fosse arrabbiata per quello che aveva letto ,  mi rispose”Non sono arrabbiata. Ormai non mi stupisco più di nulla.
Indosso ormai una maschera d’indifferenza. Troppe persone mi hanno ferito in questi anni.
Tutti cambiano. Io sono cambiata. Dovrei andarci io dal tuo Splendente.
Provo tanto odio per il mondo”
”Luisa mi dispiace sentire dire queste cose. Tu sei una brava persona.
Odiare è una parola grossa. Magari il mio racconto ti ha riportato alla mente brutti ricordi”
”Tu mi hai usata per avvicinarti all’Aspirante. Le persone abusano sempre della mia buona fede” Reagisco netto”Luisa ti sbagli. Noi eravamo amici e vorrei tanto esserlo ancora.
Ho pagato per i miei errori”
”Mi dispiace, ma non posso fare nulla per te. Ora vado a cena. Ciao”.
Ci rimango male. Luisa mi ha chiuso la porta in faccia, probabilmente  stava attraversando un brutto momento.
Nessuno capisce il mio dolore e il mio senso di vuoto.
Mi sento perso e disperato.
Ho la sensazione d’essere morto.
Non provo nulla.
Niente mi dà un emozione.
Faccio tutto meccanicamente:mi alzo, mi lavo, mi vesto, vado in palestra, guardo la fiction, faccio psicoterapia e leggo.
Mi trascino stancamente e vedo nero intorno a me.
Comincio ad avere pensieri negativi.
Neanche  uscire o parlare con gli amici mi aiuta.
Ottobre è il momento più difficile.
Il pensiero della morte e del suicidio mi sfiora.
Ho paura di questi sentimenti.
Rischio d’essere travolto dalla negatività.
Le sedute cominciano ad essere inutile e ripetitive.
Non  riesco a vedere un alternativa.
Immagino di suicidarmi prendendo  l’intera scatola di zyprexa.
Mi confido con Francesco,per evitare di mettere in allarme la mamma.
Ma Francesco non coglie il mio grido d’allarme, e mi dice solo”Non ti capisco
La tua vita è rimasta come era prima. Piuttosto vieni a lavorare da me.
Così la smetti d’avere tanto  tempo libero per pensare a queste cose”.
Sono sul punto di lasciare la terapia.
Ho la sensazione che con lo Splendente, non ci capiamo più.
Parliamo lingue diverse.
Parla solo di  donne e io mi  sento prigioniero dei file.
Lo Splendente:Già eravamo  in un brutto momento.
Eri bloccato dai file e la tue negatività ti spingevano in basso.
Avevi paura di vivere.
Trovavi più comodo mortificarti e piangerti addosso.
Volgere lo sguardo al passato, ti impedisce di fare un passo in avanti.
Ti rifiuti di trovare un alternativa alla tua vita.
Dottore, ne abbiamo parlato tanto ma continuiamo a non capirci sul punto.
Non ci può essere futuro per me, se prima non distruggo definitivamente i file.
Sono come una catena che mi legano al palo.
Sono paralizzato.  Non riesco ad immaginare un futuro, se non esorcizzo il mio passato.
Ho bisogno di respirare.
Mi sento stretto in un angolo.
Come si può ritrovare la gioia di vivere, se ritieni che la tua vita sia tutto un fallimento?
Il viaggio nella memoria serve a questo a Mel.
Trovare le risposte alle tue domande e cercare una soluzione ai tuoi problemi.
Scrivere spesso aiuta.
Devi  tenere impegnata la mente.
Devi canalizzare la tua fantasia  verso qualcosa.
Per questo ti ho spinto verso il corso di scrittura creativa.
Ma ancora una volta la pressione e il senso d’inadeguatezza ti ha spinto ad abbandonare.
Non eri ancora pronto.
In effetti quando ho cominciato a buttare giù gli appunti del viaggio, qualcosa si è mosso.
La presa  della tenaglia che mi stritola si è fatta meno intensa.
Ma ricordare fa male, Dottore.
Rivedere il film della mia vita, non mi ha risollevato il morale.
Ho rivisto tanti errori e scene imbarazzanti.
Lei voleva far emergere il tema della vigliaccheria con le donne da dove e quando partiva.
Ho provato a raccontarle il mio mondo.
Oltre lo scrivere abbiamo aggiunto una nuova pillola il Cipralex.
Era un’ antidepressivo.
Era un modo per allontanare il pensiero del suicidio.
Sentendomi un po’ meglio deciderò d’accompagnare Mario in Spagna.
Il viaggio me lo racconterai la prossima volta, Mel.
Mi interessa anche sapere di questa Claretta.
Sento che si sono nuovi spunti di discussione.
Ti stavi muovendo Mel, con fatica, ma ti muovevi.
Dottore, combattevo una guerra quotidiana con i file.
Non vincevo una battaglia.
La chiusura netta di Luisa mi aveva se possibile gettato ancora di più nello sconforto.
Mel, quando smetterai d’inseguire i fantasmi del passato starai meglio.
Devi farci pace.
Già Pace Dottore, magari un giorno.
Alla prossima.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 14