Quando capisci che hai toccato veramente il fondo?
Quando può iniziare la risalita?
Come si volta veramente pagina?
Come fai pace con il tuo passato?
Tante belle domande e nessuna risposta.
Ecco dove sono arrivato con la terapia.
Non riesco a vedere la luce alla fine del tunnel.
Sono annoiato, frustrato, depresso, arrabbiato.
Ormai non so più cosa raccontare allo Splendente.
Gli altri mi dicono che la terapia può durare anche anni, e che bisogna avere pazienza.
Ma sono stanco.
Mi sembra di girare a vuoto.
Non c’è tregua nella mia mente.
I file mi stanno facendo a pezzi.
Non ho più una vita.
Mi macero dietro a rimorsi e rimpianti.
Comincio ad odiarla questa sala d’attesa.
Ormai, con lo Splendente ci diciamo sempre le stesse cose.
Mi sembra di essere un disco rotto.
Recitiamo entrambi la stessa parte.
Mi chiedo se non sia arrivato il momento di cambiare terapeuta
Nel calcio quando non arrivano i risultati, il presidente per disperazione cambia l’allenatore.
Invece di quello delle sette chiese, temo di fare il giro dei sette psichiatri.
Non riesco a stare seduto.
Passeggio avanti e indietro nella sala d’attesa.
La giovane segretaria mi sorride.
Mi ha detto di darle del tu.
Chissà quante ne vede ogni giorno…
Finalmente la porta si apre.
Il rituale si ripete.
Mi siedo e ci guardiamo negli occhi.
Ormai, siamo come due attori consumati.
Ciao Mel, come va?Mi sembri pensieroso?
Come vanno i file?
Dottore, va uno schifo…
Ormai ci ripetiamo le stesse cose.
Non riesco a trovare una strategia vincente.
Mi sento soffocare.
I file sono fuori dal mio controllo.
Sono inquieto.
Mi dice da tempo, che devo fare pace con il mio passato.
Ma è proprio il mio passato che mi sta uccidendo.
Vedo fantasmi ovunque.
Non ce la faccio più.
Magari dovremmo cambiare spartito.
Forse serve un nuovo supporto farmacologico.
Mel, ne abbiamo già parlato.
Non esiste per il tuo caso un farmaco.
La soluzione la devi trovare dentro di te. I file li generi tu.
Sei bloccato su Godot e cazzate varie.
Un’ altro psichiatra ti avrebbe messo sott’olio da tempo.
Ma io, come medico, ho un’altra missione.
Voglio curarti, non renderti un vegetale.
Dottore, qui nessuno vuole diventare un vegetale.
Ma le mie giornate si ripetono sempre allo stesso modo.
Non c’è nulla che riesca a scuotermi.
I file partono all’improvviso. Non mi va di fare nulla.
Ho bisogno di un paracadute.
Ho paura.
Non mi fido di me stesso.
Mel, io posso solo indicarti delle alternative. Poi dipende da te.
Se continui a piangerti addosso, non potrai vedere la luce.
Intanto, fuori da qui, il mondo va avanti, cambia.
Prima pensavo che se avessi trovato una donna, tutto sarebbe diventato più semplice.
Ma con Claretta non è andata. Non era quella giusta.
Anzi, per me, è proprio una” matta”.
Ci guardiamo nel silenzio, stringo il bastone: Dottore, non parli così di Claretta per favore.
E’ una ragazza che ha sofferto tanto.
Non sono stato capace di garantirle stabilità.
Il mondo muta. Si muove.
Ma io non posso andargli dietro, se non spengo l’incendio dentro di me.
Sento una voce dentro di me che mi rimprovera sempre.
Vedo me stesso che fa minchiate. Non riesco ad accettarlo.
E’ più forte di me.
Cosa dicono i manuali di psichiatria sul mio caso?
Ci deve essere un farmaco che mi aiuti.
Lo zyprexa non funziona.
Dottore, cerchiamo una soluzione per favore.
Mel, le abbiamo provate tutte.
La tua mente si rifiuta di vedere altre prospettive.
Bisogna aspettare e sperare in un colpo di fortuna.
Tu hai bisogno di una donna che ti coinvolga soprattutto mentalmente. Deve partire un nuovo file.
L’Aspirante è un file morto e sepolto.
Ora riprendiamo il nostro viaggio.
C’ è ancora molto da raccontare.
Non lo so, Dottore, sono stanco di tutto questo parlare.
Ricordare, analizzare, per poi fare cosa?
Sempre di Godot e dintorni ritorniamo a parlare .
E’ peggio di una iattura.
Comunque finiamo questo viaggio.
Ha ragione, purtroppo c’è ancora molto da dire.
La mia discesa non era finita.
Ricordo che la mia mente aveva ripreso a flagellarsi.
I file erano ripresi.
Parlavo con Claretta al telefono, ma ero distratto.
Non sentivo affatto la sua mancanza.
Durante il giorno, ero sempre immerso nei ricordi e nei file.
Non riuscivo a concentrarmi, da Francesco, ormai il tempo passava lentamente.
Leggevo le norme, ma non ci capivo nulla.
Passavo le ore sul web.
Ogni tanto scambiavo qualche parola con gli altri ragazzi, ma mi sentivo un pesce fuor d’acqua.
Come temevo, la vita d’ ufficio non faceva per me.
Non avevo un compito preciso.
Claretta era sempre affettuosa mi cercava per telefono o su facebook.
La notte dormivo male.
Sognavo papà e Godot del 2007 insieme in automobile, e io sul sedile posteriore, bambino.
Non sapevo come comportarmi.
Forse, l’assenza della pillola si stava facendo sentire.
Caterina stava ripartendo per il Giappone.
Non avevamo chiarito il nostro rapporto.
Sarebbe ritornata a marzo per il matrimonio di un’ amica comune.
Una parte di me non voleva lasciarla andare.
Sentivo il peso del distacco.
Il giorno della partenza le dissi :
”Tesoro, mi mancherai tanto. Vedi di non scomparire e soprattutto non fidanzarti ”
Si mise a ridere ”Non ti preoccupare, Mel.Ci sentiamo presto””.
Stavo maturando l’idea che con Claretta il rapporto fosse arrivato al capolinea.
Le volevo bene, ma non vedevo un futuro insieme.
Chiesi consiglio ai miei amici e anche ai colleghi di lavoro Ognuno aveva la propria ricetta.
Ero preoccupato anche dal punto di vista sessuale.
Non volevo deludere ancora Claretta.
Ero dubbioso se” le mie funzioni” fossero tornate nella norma, dopo l’addio alla pillola
Neanche la masturbazione mi stimolava più.
Pensieroso e scettico, vado a prendere all’alba Claretta all’aeroporto
Arrivo in ritardo.
Mi ero svegliato di cattivo umore.
Avevo fatto fatica a vestirmi e prepararmi.
E’ un altro segnale che il rapporto con Claretta si sta incrinando.
Lei invece è felice di vedermi.
Andiamo, come sempre, a casa sua.
Mi dà il mio regalo, un cappello di paglia che tutt’ora indosso quando sono in Sicilia.
Poi la situazione diventa più calda.
Entrambi vogliamo vedere se finalmente raggiungiamo la piena intimità.
Ci spogliamo con desiderio e andiamo a letto.
Per la prima volta tutto va bene.
Entrambi siamo felici.
Passiamo delle giornate serene.
Claretta mi racconta con novizia di dettagli il suo viaggio
Il mio malessere sembra essere rientrato.
Decido che è arrivato il momento che Claretta conosca meglio mia madre e mia nonna, dopo il fugace incontro di dicembre.
Organizzo un pranzo a casa.
Claretta stessa all’inizio non voleva partecipare.
Poi mamma, come sempre perfetta padrona di casa, rende il tutto piacevole e tranquillo.
Claretta si scioglie.
Parla con le mie donne.
Assisto alla scena sorridendo, ma ripenso quando seduta sulla stessa poltrona c’era Caterina.
Ci vediamo dopo pranzo con alcune amiche di Claretta al parco.
Tutto questo mi appare strano.
Non mi sembra spontaneo, naturale.
Ricordo che la lasciai con le sue amiche per qualche ora.
Avevo bisogno di respirare.
I file mi stavano tormentando.
La mente passava da Caterina a Godot, senza sosta.
Faccio fatica a trattenere le lacrime.
La sera ci vediamo a cena con Carlo e la sua fidanzata Carlotta
E’ la prima uscita a quattro della mia vita.
Non mi sento bene.
Credo d’avere la febbre.
Il giorno dopo, mi sveglio con la testa pesante.
Ho chiaramente l’influenza.
Accompagno Claretta in stazione. Ci salutiamo.
Ho voglia di andar via.
Vuole sapere quando ci rivedremo.
Mormoro”Vediamo, Claretta.Ora incomincia la stagione delle arance. A breve dovrò
scendere giu. Ci sentiamo”
Torno a casa. Ho 39 di febbre.
Sto delirando
Mando un sms a Tesoro.
Mi risponde subito”Mel, sto lavorando. Ti sono vicina. un bacio”.
Claretta mi chiama spesso.
Anche lei ha preso l’influenza.
Vorrebbe che andassi a trovarla, ma non me la sento di vederla.
Voglio stare da solo.
Quando torno in ufficio, mi sento spaesato, confuso, instabile.
Sento sul messenger Tesoro. Parliamo tanto.
Però glissa sui miei sentimenti e sul nostro rapporto.
Si preoccupa che perda tempo con lei, invece di lavorare
Claretta mi pressa sempre.
Non si sente coccolata a sufficienza.
Fa i capricci.
La sopporto ogni giorno di meno.
Lo Splendente annota qualcosa, e dice:
La situazione è bloccata sulla tua incapacità di chiudere la storia con Claretta.
Ormai non ne puoi più.
Il ritorno dei file e il pensiero di Caterina sono i segnali d’ insoddisfazione.
Trovi rifugio in quello che conosci.
Il tuo blocco sessuale è legato all’incapacità d’essere libero di testa.
La stessa masturbazione non ti attira.
Te lo ripeto, la minchia non vuole pensieri.
Claretta trasmette ansia e insicurezza.
C’è una divisione netta tra sesso e intimità nella tua mente. Scindi le due cose.
L’ansia da prestazione ti crea ulteriore instabilità.
Ricordo bene quel periodo.
Eri a un punto di svolta.
Non avevi la forza di prendere di petto la situazione.
Ormai mi era chiaro che Claretta era una storia finita.
Prosegui Mel
Il ritorno in Sicilia è negativo.
Cerco di occuparmi degli impegni di campagna.
Non riesco a concentrarmi.
I file, come sempre in Sicilia, aumentano d’intensità.
Le telefonate con Claretta mi infastidiscono.
Non ho molto voglia di parlare.
Lei, invece, diventa sempre più insistente e pressante.
Vuole certezze e calore che non posso darle.
Ci sono telefonate tese e nervose.
Le chiedo tempo per riflettere.
Sente il nostro rapporto venire meno, e comincia a preoccuparsi .
Non siamo più sulla stessa lunghezza d’onda.
Un giorno Claretta mi dice che ha guardato i voli per la Sicilia, e che potrebbe venire a febbraio per la santa patrona.
Mi sembra un passo enorme, e cosi le dico”Vediamo, Claretta, fammi riflettere”
Risponde stizzita”Mel, cosa c’è da riflettere?Mi vuoi o no in Sicilia?Tu stesso mi avevi invitato per la festa.
Dimmi chiaramente cosa vuoi!”
Cerco di distrarmi, vado nel cottage di Lucas. Mi sfogo con lui.
Mi ascolta, mentre beve un bicchiere di whisky davanti al fuoco, con il bel cane Fidel a fianco
Da poco si è fidanzato con Ingrid, brillante manager olandese.
Il mio amico cubano sembra pronto al matrimonio, penso.
Mi dice”Mel, avere un fidanzata è il più difficile dei lavori. Basta una cazzata e ti “consumano”.
Non pensare troppo, viviti il rapporto con Claretta!”
La sera vado a cena da Laura.
Sulla strada ho una telefonata di fuoco con Claretta.
Vuole chiarezza.
Cerco di trattenermi.
Non voglio mandare tutto all’aria per telefono.
Spero che rivedendola, e guardandoci negli occhi, la situazione possa migliorare.
Le chiedo di stare tranquilla.
Laura vedendomi così stravolto mi dice”Mel, devi lasciala.
Sarà sicuramente una brava ragazza, ma ti crea troppi problemi.
Hai bisogno di una persona che ti dia serenità non ulteriore instabilità’”
”Laura, non so che fare. Mi sento strano.
Vediamo cosa succede al mio rientro”.
Risento Claretta dopo cena.
Ha una voce da oltretomba.
Mi dice con filo di voce”Mel, se mi vuoi lasciare, dimmelo adesso. Non c’è bisogno che vieni fin qui. Facciamola finita”
Mormoro”Claretta non so niente. Fammi ritornare.
Ho tante cose da dirti, ma voglio guardarti negli occhi”.
Rividi pure la Ciovane .
Cercò di rincuorarmi.
Poi mi dice”Coraggio Mel ,per te ci vuole una botta di giovinezza. Un giorno andiamo a fare shopping insieme e poi ti porto in un locale a fare due salti”
Torno a Roma in uno stato d’animo precario.
Sono tormentato dall’incertezza.
Non so come muovermi con Claretta
Caterina non mi dà un segnale chiaro.
Sono un fascio di nervi
Lo Splendente scrive qualcosa e beve un po’ di caffè:Ricordo quella seduta. Eri molto confuso.
Ti esortai a prendere il coraggio a due mani, e a salire su treno per Firenze e a chiudere la storia.
Il problema non erano i file, ma Claretta stessa.
Questa ragazza ti stava generando ansia.
Creando cosi terreno fertile per i file.
Caterina non è reale.
E’ la tua mente che alterna l’uso di vecchi file. Vai avanti
Ero scettico, Dottore.
Non volevo chiudere la storia.
Volevo aspettare e vedere.
Speravo che, rivedendola, i file potessero rientrare, almeno parzialmente.
Mi sentivo solo.
Nessuno mi capiva.
Francesco mi consiglia di lasciarla”E’ una rompiscatole, se fa così. Cercatene un’altra.
il mondo è pieno di donne.
Chiudi e volta pagina””
”Per te è facile parlare, hai Stefania. Sei felice”.
Mormora”Ma tu cosa ne sai come sto…”
Non colgo l’essenza di quell’uscita strana.
Caterina sul messenger mi rincuora e dice”Mel, se Claretta non è la persona giusta per te, vai ad Firenze e diglielo.
Non è la fine del mondo.”
Ribatto”Ma soffrirà, Tesoro. Le farò male”
“Si riprenderà. Vai, e risolvi la situazione. Fammi sapere”.
Mi sentivo sulla plancia del Titanic Dottore.
Mi rendevo conto d’affondare, ma non volevo rinunciare a combattere.
Sarei andato a Firenze con il cuore carico d’angoscia.
Mi guarda e mi sorride:Ne parleremo la prossima volta Mel. Ora Riposati.
Mi alzo, lo guardo e stringo il bastone:Alla prossima Dottore.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 4 Novembre