73) Ho ucciso Napoleone

ho ucciso napoleone

Il biglietto d’acquistare per “Ho ucciso Napoleone” è : 1)Neanche regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4)Ridotto 5)Sempre

Un film di Giorgia Farina. Con Micaela Ramazzotti, Libero de Rienzo, Adriano Giannini, Elena Sofia Ricci, Iaia Forte, Thony, Bebo Storti. Commedia, 90′. 2015

C’erano una volta le fiabe che insegnavano alle bambine a desiderare, per il proprio futuro, un principe azzurro da sposare, una casa da gestire, dei figli da crescere. C’era una volta l’idea che la famiglia dovesse essere il centro della vita di ogni individuo, un luogo dove sentirsi protetti e al riparo da tutti i mali del mondo. C’erano una volta anche il posto fisso, la pensione e i diritti del lavoratore.

A pensarci adesso tutti questi elementi hanno la consistenza di storie di fantasia, eppure un tempo esistevano davvero. Oggi si ha come l’impressione che alcune di queste “favole” siano state riscritte in chiave dark, da uno scrittore cinico e disilluso.

Chi è, cosa pensa e soprattutto come agisce una donna del 2015? Quali sono le sue priorità? Se prima tutto ruotava intorno alla famiglia, oggi ciò che conta è primeggiare nel lavoro e dimostrare che si può a fare meno di figlie e uomini, ma non delle gratifiche lavorative.

Così almeno la pensa Anita (Ramazotti), una donna in carriera determinata, sicura e bella che dopo aver ottenuto l’agognata promozione a direttore generale dell’azienda farmaceutica Fanelli, viene licenziata senza giusta causa e scopre di essere in dolce attesa. Anita non ha un compagno vicino, ma è da tre anni l’amante di Paride (Giannini), il suo superiore, sposato con figli.

Una cosa appare subito chiara in questo film: il sesso debole, se mai è esistito, non esiste più. Anita è una donna che pianifica, studia e colpisce senza rimorsi né pietà. La protagonista può in certi momenti sembrare al limite della sociopatia, ma poi, osservando da più vicino lei e la sua eccentrica famiglia allargata, si capisce che è diventata così per proteggersi, indossando una corazza per non soffrire più.

Dopo aver perso il posto decide di farla pagare agli ex colleghi, squalificandoli sul piano lavorativo, con l’aiuto di un gruppo di donne in apparenza sbandate e un po’ svampite, ma in vero molto scaltre. Il gruppo, guidato con efficienza dalla protagonista, può contare anche sull’aiuto di un interno all’azienda, l’avvocato Biagio (de Rienzo). Al contempo, Anita decide di portare avanti la gravidanza e diventare madre, più per convenienza che per istinto materno, va detto. Il miracolo della vita, però, può anche cambiare “un monoloch” spietato e poco incline ai sentimentalismi come lei…continua su

http://paroleacolori.com/al-cinema-ho-ucciso-napoleone/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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The ticket purchase for “I killed Napoleon” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

A film by Giorgia Farina. With Micaela Ramazzotti, Libero de Rienzo, Adriano Giannini, Elena Sofia Ricci, Iaia Forte, Thony, Bebo Storti. Comedy, 90 ‘. 2015

Once upon a time fairy tales that teach girls to be desired, for their future, a Prince Charming to marry, a house to manage the children to raise. Once there was the idea that the family should be the center of every individual’s life, a place to feel protected and safe from all the world’s ills. There were once also the permanent position, the board and the rights of the worker.

In retrospect all these elements have the consistency of fantasy stories, but once there really. Today you have the impression that some of these “myths” have been rewritten in key dark, cynical and disillusioned by a writer.

Who is, what he thinks and acts primarily as a woman of 2015? What are your priorities? If before everything revolved around the family, now what matters is to excel in the job and prove that you can do in less than men, and daughters, but not bonuses work.

So at least thinks Anita (Ramazotti), a career woman determined, confident and beautiful that after getting the coveted promotion to general manager of the pharmaceutical Fanelli, is dismissed without just cause and discovers she is pregnant. Anita does not have a close companion, but for three years the lover of Paris (Giannini), his superior, married with children.

One thing is immediately clear in this film: the weaker sex, if it ever existed, no longer exists. Anita is a woman who plans, designs and strikes without remorse or mercy. The protagonist can at times seem on the verge of sociopathy, but then, looking closer she and her eccentric extended family, you know it’s become so to protect themselves by wearing armor not to suffer more.

After losing the place he decided to get back to former colleagues, squalificandoli conducting business with the help of a group of women apparently disbanded and a little ‘airhead, but in truth very cunning. The group, led by the protagonist with efficiency, can also count on the help of a domestic company, the lawyer Biagio (de Rienzo). At the same time, Anita decides to continue the pregnancy and becoming a mother, more for convenience than for maternal instinct, it must be said. The miracle of life, however, can also change “monoloch a” ruthless and not prone to sentimentality as she continues on …

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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72) Pietro Mennea, la Freccia del Sud

mennea

Noi italiani siamo un popolo strano, capaci di sbalordire il mondo e nello stesso tempo di farci ridere dietro .
Non abbiamo memoria storica e pronti a salire sul carro dei vincitori eppure abbiamo un Orgoglio sconfinato.
Possiamo essere tante cose, ma fino a stasera pochi osavano dire di avere come connazionale un Vero Campione:Pietro Mennea.
Un nome che forse per le nuove generazioni dice poco, eppure nella storia dell’atletica mondiale dice tanto.
Pietro Mennea è l’atleta che ha scritto la storia dello sport italiano come pochi altri,ma soprattutto è stato un Campione nella vita.
Stasera tornando a casa , dopo una serata con gli amici, ho accesso in maniera svogliata e automatica la tv sintonizzandomi su Rai uno per vedere le ultime scene della prima puntata della fiction “Pietro Mennea,la Freccia Sud”. Dopo il disastro del”L’Orianna” con Vittoria Puccini, mi ero ripromesso di girare al largo dalle biografie perché temendo di cadere in depressione causa incompetenza e incapacità artistica.
Basta poco per capire se un prodotto merita o meno, dopo trent’anni di teledipendenza alle spalle ,ormai sono sensibile alle fiction auto celebrative e prive di mordente.
Ebbene, stavolta, Mamma Rai ha fatto bene i compiti a casa. Affidando per prima cosa la regia a Ricky Tognazzi, un professionista serio e scrupoloso che ha dimostrato solidità, talento e capacità nel narrare una storia di sport e soprattutto una vita in maniera semplice e diretta senza cadere nello scontato e nel retorico.
A differenza dell’infausta perfomance della Puccini con Orianna Fallaci, Michele Riondino è riuscito a calarsi con intensità, bravura e forza nel ruolo di Pietro Mennea portando sullo schermo prima l’uomo e poi l’atleta. Supportato da una sceneggiatura sobria, attenta e ben scritta porta per mano lo spettatore dentro la vita del campione pugliese, fatta di sacrifici, sudore e passione. Pietro Mennea nato in una famiglia umile, ma da i principi solidi e sani gli trasmette il senso del dovere e il desiderio di emergere non solo nello sport,così spingendolo a studiare per garantirsi un futuro.
Mennea corre incontro alla vita , corre per sé e per il suo Paese ponendosi sempre nuovi obiettivi e sogni senza mai mollare, sorretto in questa grande avventura dal prof Vittori,il suo mentore prima che allenatore, egregiamente interpretato da Luca Barbareschi, che in questo caso ha anche il merito di aver prodotto questa fiction e di aver dato nuova e meritata luce e spazio a un italiano di primo ordine.
Leggendo i commenti a caldo sui social network, si tocca l’emozione e il coinvolgimento del pubblico e la sua voglia di correre insieme con Pietro Mennea fino al prossimo traguardo.
Se una fiction racconta emozionando ha vinto la sua gara.
Per una notte personalmente mi sento da medaglia d’oro grazie a Pietro Mennea, la Freccia del Sud,l’uomo che sfidò e vinse il tempo e soprattutto dimostrò e insegnò agli italiani come è possibile con la tenacia, umiltà e passione raggiungere ogni traguardo,anche impossibile.
Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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We Italians are a strange people, able to impress the world and at the same time to make us laugh behind.
We have no historical memory and ready to get on the bandwagon yet we have a boundless pride.
We can be many things, but until tonight to have as few dared say compatriot a True Champion: Pietro Mennea.
A name that perhaps for the new generations says little, and yet in the history of world says so.
Pietro Mennea is the athlete who has written the history of Italian sport like few others, but mostly it was a champion in life.
Tonight returning home after an evening with friends, I have access in a listless and automatic tuning into television on RAI one to see the last scenes of the first episode of the TV drama “Pietro Mennea, the Arrow South”. After the disaster of “The Orianna” with Vittoria Puccini, I had promised myself to turn off from the biographies because fearing to fall into depression because of incompetence and inability artistic.
Not take much to figure out if a product is worth it or not, after thirty years of Television addiction behind, are now sensitive to fiction celebratory car and no bite.
Well, this time, Mom Rai has done good homework. Entrusting first director Ricky Tognazzi, a serious professional and scrupulous that has shown strength, talent and ability to tell a story of sport and especially a life in a simple and direct without falling into obvious and rhetorical.
Unlike dell’infausta performance of Puccini with Orianna Fallaci, Michele Rion managed to dive with intensity, skill and strength in the role of Peter Mennea bringing to the screen before the man and then the athlete. Supported by a script sober, thoughtful and well written by the hand leads the viewer into the life of the sample Puglia, of sacrifice, sweat and passion. Pietro Mennea born into a humble family, but by the principles solid and sound transmits a sense of duty and desire to emerge not only in sports, thus prompting him to study for a secure future.
Mennea runs towards life, running for himself and for his country always placing new objected and dreams and never give up, held up in this great adventure by Prof. Vittori, his mentor before coach, superbly played by Luca Barbary, which in this case also has the merit of having produced this fiction and giving new and deserved light and space to an Italian first order.
Reading the hot comments on social networks, you touch the emotion and the involvement of the public and his desire to run together with Pietro Mennea until the next milestone.
If a fiction tells thrilling won his race.
For one night I personally feel gold medal thanks to Pietro Mennea, the Freccia del Sud, the man who challenged and won the time and above all demonstrated and taught Italians as you can with the tenacity, humility and passion to reach each milestone even impossible.

71) Romeo e Giulietta

romeo e giulietta 2

“Romeo e Giulietta” è una tragedia di William Shakespeare, con l’adattamento e regia di Carmen Pommella. Prodotto da Le Pecore nere srl ( Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Peppe Miale). Andato in scena il 25 e 26 Marzo al teatro delle Palme di Napoli.

Personaggi e Interpreti
Giulietta Annarita Ferraro
Romeo Orazio Cerino
Mercuzio Adriano Falivene
Tebaldo Renato De Simone
Balia Simona Esposito
Donna Capuleti Lorena Leone
Benvolio Agostino Pannone
Maestro Lorenzo/ Pietro Salvatore Esposito
Disegno luci di Salvatore Palladino .
Tutti noi, almeno una volta, abbiamo sognato nella vita di amare con l’intensità e purezza di Romeo e Giulietta. Tutti, almeno una volta, abbiamo amato un/a ragazzo/a nonostante il parere contrario dei genitori.
“Romeo e Giulietta” è forse la storia d’amore più bella mai scritta, ma è sicuramente la più rappresentata a teatro e al cinema. Due personaggi che rappresentano una sfida e un fascino per ogni attore.
Seppure la storia sia nota non stanca mai e, ogni volta, lo spettatore si emoziona seguendo le tragiche vicende dei due giovani protagonisti. “Romeo e Giulietta” è una storia sempre attuale e che si presta anche ai differenti adattamenti teatrali e cinematografici. Eppure basta poco per rendere una storia unica qualcosa di orribile e indigesto.
Un esempio? Qualche mese fa Mediaset ha proposto un miniserie tv in due puntate della tragedia ambientandola nel Mediodevo con protagonisti Alessandra Mastronardi e Manuel Rivas. Ebbene, bastavano solo pochi minuti di visione di questa mininiserie per gettarti nello sconforto più totale e, soprattutto, per provocare un terremoto sulla tomba di William Shakespeare. Una recita parrocchiale avrebbe meritato sicuramente un plauso più convinto. Personalmente, portandone pesanti segni, avevo giurato di girare al largo da qualsiasi tipo di Romeo e Giulietta almeno nel medio periodo.
Quando però l’amico Orazio Cerino mi ha invitato a vedere il suo Romeo, conoscendo il suo talento, ho deciso di rischiare e ho preso un treno per Napoli all’alba mercoledi scorso.
Una levataccia che è stata premiata dal riuscito e intenso spettacolo che ho visto. Cambiare, modificare, adattare non è da tutti e là si vede la capacità creativa e il talento di un regista.
Carmen Pommella ha vinto la sfida portando una versione “rock” di “Romeo e Giulietta”, divertendo il giovane e attento pubblico di ragazzi e unendo efficacemente modernità e tradizione.
Ambientato ai giorni nostri e, soprattutto, in atmosfera fresca, dinamica e frizzante, lo spettatore osserva e scruta le tensioni tra Montecchi e Capuleti che si tramutano in scontri e violenze per strada…continua su..

http://www.mygenerationweb.it/201503292343/articoli/palcoscenico/teatro/2343-romeo-e-giulietta-la-tragedia-eterna-di-william-shakespeare-nelladattamento-e-regia-di-carmen-pommella

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.libreriauniversitaria.it/essere-melvin-finzione-realta-agro/libro/9788899121372

“Romeo and Juliet” is a tragedy by William Shakespeare, with adaptation and directed by Carmen Pommella. Produced by The Black Sheep Ltd. (Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Peppe Miale). Which ran on 25 and 26 March to theater of the Palms in Naples.

Characters and Actors
Juliet Annarita Ferraro
Romeo Orazio Cerino
Mercutio Adriano Falivene
Tybalt Renato De Simone
Balia Simona Esposito
Lady Capulet Lorena Leone
Benvolio Augustine Pannone
Maestro Lorenzo / Peter Salvatore Esposito
Lighting design by Salvatore Palladino.
All of us, at least once, we dream in life to love with the intensity and purity of Romeo and Juliet. Everyone, at least once, we loved a / a boy / girl against the advice of their parents.
“Romeo and Juliet” is perhaps the most beautiful love story ever written, but it is certainly the most represented in the theater and cinema. Two characters that represent a challenge and a charm for each actor.
Although the story is known never tires, and each time, the viewer gets excited following the tragic events of the two young protagonists. “Romeo and Juliet” is a story which is always present and that lends itself to different theater and film adaptations. Yet it does not take much to make a unique history something horrible and indigestible.
An example? A few months ago Mediaset has proposed a TV miniseries in two episodes of the tragedy setting it in Mediodevo starring Alessandra Mastronardi and Manuel Rivas. Well, enough only a few minutes of watching this mininiserie to throw you in utter despair and, above all, to cause an earthquake on the grave of William Shakespeare. A recitation parish definitely deserved praise more convinced. Personally, portandone heavy signs, I had sworn to turn off from any kind of Romeo and Juliet at least in the medium term.
But when his friend Horace Cerino invited me to see her Romeo, knowing his talent, I decided to risk it and I took a train to Naples at dawn last Wednesday.
An early rising which was rewarded by the successful and intense show I saw. Change, modify, adapt, not everyone and there you see the creativity and talent of a director.
Carmen Pommella won the challenge by bringing a version of “rock” of “Romeo and Juliet”, enjoying the young and attentive young audience and effectively combining modernity and tradition.
Set in the present and, above all, in the atmosphere fresh, dynamic and exciting, the viewer observes and examines the tensions between the Montagues and Capulets that turn into riots and violence in the street … read on ..

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70) La Famiglia Belier

famiglia belier

Il biglietto d’acquistare per “La famiglia Belier” è : 1)Neanche regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4) Ridotto 5)Sempre

“La Famiglia Belier” è un film del 2015 diretto da Eric Lartigau, scritto da Stanislas Carre’ De Malberg, con : Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Roxane Duran, Louane Emera, Ilian Bergala, Mar Sodupe

Confesso di avere più di un pregiudizio sui film francesi, detesto il buonismo al cinema e i talet show mi fanno venire l’orticaria.
Eppure dopo aver visto “La Famiglia Belier”posso dire in sincerità che a volte i cugini d’OltreAlpe riescono ancora a stupirmi.
Se volete cogliere davvero l’essenza di questo film dovete prima vedere il magnifico e crudo “Whiplash” e rispolverare nella memoria la memorabile serie Tv “La casa nella prateria”.
Già perché i Belier sono una via di mezzo tra questi due generi.
Abbiamo di fronte musica e vita campagnola con una spruzzata di sociale e diversità ambienta nella Francia radical chic.
Un mix riuscito che regala sorrisi, commozione e soprattutto fa cantare lo spettatore in sala.
Non ci si può non affezionare alla famiglia Belier, famiglia di agricoltori e soprattutto di sordumti ad eccezione della bella e dolce Paula(Emera) che di fatto è il collegamento tra la famiglia e il mondo esterno. Una ragazza con una voce talentuosa ,scoperta dal frustrato e nostalgico professore di musica della scuola Sig. Thomasson (Elmosnino) che vorrebbe valorizzare ,facendola studiare in una prestigiosa scuola di canto di Parigi.garantendole un futuro diverso E da questo momento lo spettatore osserva le dinamiche interne della famiglia Belier in cui la vera sordità rischia di essere l’impedire alla figlia di costruirsi un futuro lontano dall’azienda agricola.
Ridiamo con i simpatici e innamorati genitori di Paula: Gigi(Viard) e Rodophle(Damiens) felici e realizzati con le loro vite e che paradossalmente trovano più “anormale” le ambizioni di Paula.
Un testo che racconta con semplicità, freschezza e ironia la vita dei sordomuti senza cadere nel qualunquismo e retorico,ma bensì regalando credibili e vivaci momenti di vita vissuta.
I personaggi , sebbene poco approfonditi sul piano psicologico, emergono comunque nello loro diverse personalità evidenziando le differenti prospettive della società tra chi ha la fortuna di sentire e chi no e chi invece è comunque sordo ad ogni novità.
I rari dialoghi anche prevedibili e forse un po’ melensi risultano fluidi e toccanti anche perché ben interpretati. Un film dove la parola ha un ruolo minore rispetto alla fisicità, ai gesti e soprattutto alla forza della musica che detta con efficacia i tempi della storia scandendone ritmo e pathos.
Non si non può applaudire la bella e convincente prestazione dell’esordiente Louane Emera che colpisce non solo per l’intensa e toccante voce,ma anche per una recitazione pulita, diretta e calda capace di relazionarsi con il resto del cast e in particolare con i personaggi della sua famiglia in maniera credibile con la lingua dei segni(In Italia precisamente è Lingua dei Segni Italiana, LIS, in Francia LSF, Langue des Signes Française)
I componenti della Famiglia Belier non parlano, ma comunque ti comunicano tante emozioni e sorrisi grazie a una solida e esperta prova d’attore.
La regia è semplice, puntuale, forse di taglio più televisivo,ma centra l’obiettivo di comunicare le emozioni allo spettatore anche senza l’uso delle parole, riuscendo a coinvolgerlo con la storia.
Una storia magari semplice, scontata e che un cinico direbbe carica di buonismo, eppure con il suo finale convince e commuove in cui lo spettatore non può non supportare la giovane protagonista nel suo desiderio di volare via.

Vittorio De Agrò presenta”Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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The ticket purchase for “The family Belier” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

“The Family Belier” is a film of 2015 directed by Eric Lartigau, written by Stanislas Carre ‘De Malberg, with: Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Roxane Duran, Louane Emera, Ilian Bergala, Mar Sodupe

I confess to having more than one injury on French films, I hate doing good to the movies and show talet make me hives.
Yet after watching “The Family Belier” I can honestly say that sometimes cousins ​​OltreAlpe still manage to amaze me.
If you want to really grasp the essence of this film, you must first see the magnificent and raw “Whiplash” and brush up in memory the memorable TV series “Little House on the Prairie”.
Yes, because the Belier are a cross between these two genres.
We face the music and country life with a dash of social diversity and Ambienta in France radical chic.
A successful mix that gives smiles, emotion and above all does sing the audience in the hall.
You just can not attach to the family Belier, family farmers and especially sordumti except the beautiful and sweet Paula (Emera) which in fact is the connection between the family and the outside world. A girl with a voice talented, discovered by frustrated and nostalgic music teacher of the school Mr Thomasson (Elmosnino) who would like to enhance, making her study at a prestigious school of singing Parigi.garantendole a different future and by this time the viewer observes the Belier internal dynamics of the family in which the true deafness is likely to be the daughter to prevent build a future away from the farm.
We laugh with the friendly and loving parents Paula: Gigi (Viard) and Rodophle (Damiens) happy and fulfilled with their lives and that, paradoxically, are more “abnormal” the ambitions of Paula.
A text that tells with simplicity, freshness and irony the lives of deaf without falling into indifference and rhetoric, but rather giving credible and vivid moments of life lived.
The characters, though only superficially on a psychological level, however, emerge in their different personalities highlighting the different perspectives of society between those who have the good fortune to hear and who is not and who is still deaf to all news.
The rare dialogues also predictable and perhaps a little ‘dull as flowing and touching because well interpreted. A film where the word has a minor role compared to the physicality, gestures and especially the power of music that this effectively the times of history scandendone rhythm and pathos.
Do not you can not applaud the beautiful and convincing performance debutant Louane Emera affecting not only for the intense and touching voice, but also for a recitation clean, direct and warm able to relate to the rest of the cast and in particular with the characters of his family in a credible manner with sign language.
The components of the Family Belier not speak, but you communicate many emotions and smiles thanks to a solid and experienced test of an actor.
The direction is simple, accurate, perhaps cutting more television, but serves the goal of communicating the emotions to the viewer even without the use of words, managing to involve him with the story.
A story perhaps simple, obvious, and a cynic would say post of doing good, yet with his final convinces and moves in which the viewer can not not support the young protagonist in his desire to fly away.

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69) Di Mamma non ce n’è solo una

di mamma non ce n'è una sola 2

“Di mamma non ce n’è una sola” è uno spettacolo teatrale scritto e diretto da Max Tortora e Paola Tiziana Cruciani, con Max Tortora, Paola Tiziana Cruciani, Enzo Casertano, Manuela Bisanti, Sabrina Crocco, Valentina Galdero. In scena fino al teatro Manzoni di Roma fino al 19 Aprile.

Il matrimonio è già una quotidiana e costante sfida con noi stessi nel dover convivere e adeguarsi alle esigenze e paturnie del tuo/a partner, figurarsi poi se il rapporto da due diventa a tre con la presenza dell’ingombrante suocera. Già la suocera il più delle volte è una spina del fianco, il vulnus che rischia di far saltare la coppia e il virus che lentamente infetta anche il migliore dei rapporti.

Eppure quando ci sposa, spesso si ci dimentica che ci si sposa anche la famiglia del compagno/a.

Con la suocera si posso avere due approcci: indifferenza o intolleranza totale.

La seconda ipotesi è quella più diffusa soprattutto tra i generi, perché la suocera costantemente metterà in dubbio le sue qualità e virtù cercando di screditarlo agli occhi della figlia.

Sarà una guerra senza prigionieri e solo il più resistente potrà resistere.

Questo è il caso del nostro protagonista, l’attempato ing Max(Tortora) da tre anni sposato con la bella e soprattutto giovane Viviana(Bisanti) , eppure ancora senza figli nonostante i desideri della credente moglie.

Ma Max, nonostante l’età,è un eterno Peter Pan e proprio non si immagina a trascorrere le notti a cambiare pannolini e dare il biberon. Questo suo atteggiamento non piace ovviamente alla suocera Teresa Pellecchia(Cruciani), rigida e anch’ella religiosa, che non esita a rinfacciargli l’età e la fortuna di aver trovato come moglie sua figlia.

Il caso vuole che Viviana sia costretta da un impegno universitario a lasciare Max per tre giorni e preoccupata che il marito non sia in grado di cavarsela da solo chiede alla madre di trasferirsi in casa per un aiuto. Un aiuto sgradito e soprattutto inaspettato per Max e il suo amico Enzo(Casertano) che pregustano di trascorrere felici serate da “scapoli” con giovani e avvenenti rumene.

Così quando Teresa sorprende i due pronti a folleggiare,iniziano una serie gag e scontri tra genero e suocera su chi sia veramente anziano e quale sia l’atteggiamento più decoroso da tenere…. continua su

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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“Mom’s not there is only one “is a play written and directed by Max Tortora and Paola Tiziana Cruciani, with Max Tortora, Paola Tiziana Cruciani, Enzo Caserta, Manuela Bisanti, Sabrina Crocco, Valentina Galdero. On stage until Manzoni theater in Rome until April 19.

Marriage is already a daily and constant challenge ourselves in having to live with and adapt to the needs and Paturnie of your / a partner, let alone if the ratio of two becomes three with the presence dell’ingombrante mother-in-law. Already the mother-in-law most of the time is a thorn in the side, the weak point that threatens to blow up the couple and the virus that slowly infects even the best of relationships.

Yet when we married, we often forget that there is also the family of the bride Spouse / Partner.

With the mother-in-law you can have two approaches: total indifference or intolerance.

The second hypothesis is the most widespread especially among genres, because the mother-in-law constantly will doubt his qualities and virtues trying to discredit him in the eyes of his daughter.

It will be a war without prisoners and only the strongest will to resist.

This is the case of our protagonist, the elderly ing Max (Tortora) for three years married to the beautiful and especially young Viviana (Bisanti), yet still childless despite the wishes of the faithful wife.

But Max, despite his age, is an eternal Peter Pan and just can not imagine to spend the nights to change diapers and give the bottle. This obviously does not like his attitude to the mother-in-law Teresa Pellecchia (Cruciani), and she too rigid religious, who does not hesitate to reproach age and fortunate to have found his daughter as a wife.

As it happens Viviana is forced by a university commitment to leave Max for three days and worried that her husband is not able to fend for himself asks her mother to move into the house for help. Help unwelcome and unexpected especially for Max and his friend Enzo (Caserta) that foretaste spend happy evenings “bachelors” with young and attractive Romanian.

So when Teresa surprisingly the two are ready to frolic, begin a series gag-law and mother-in-law and clashes between about who is really old and what is the attitude most decent …. continues to hold on

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Vittorio De Agro presents “Amamoci, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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68) 1992 La Serie

1992

Quand’è che un Paese può dirsi maturo? Quando può definirsi civile, moderno e consapevole? Non è semplice trovare una risposta, ma forse possiamo ipotizzare che lo sia quando, guardandosi allo specchio, il Paese vede i suoi limiti, i vizi e le anomalie, ed è capace di prenderne atto.

L’Italia non è mai stato un Paese normale, è la storia a dircelo. Siamo stati tutto e il contrario di tutto: fascisti, monarchici, partigiani, democristiani, berlusconiani, adesso renziani. Diceva il Principe Fabrizio nel “Gattopardo”: Cambiare tutto per non cambiare nulla.

I media e gli opinionisti ci dicono che siamo entrati nella Terza Repubblica eppure, se accendiamo la tv e guardiamo un qualunque telegiornale della sera, sembra che tutto sia rimasto uguale al passato. Si parla ancora di corruzione e malaffare, di politici inadeguati e instabilità, di degrado morale e sociale. Le persone comuni, sempre più disgustate, pensano che solo una rivoluzione potrebbe ribaltare questo quadro deprimente.

Eppure noi una rivoluzione l’abbiamo già fatta – o forse sarebbe meglio dire l’abbiamo subita – nel 1992. Un anno che ha cambiato la nostra storia e ha segnato la fine di una epoca. Per alcuni si è trattato di un grande esempio di azione giudiziaria, per altri di una caccia alle streghe. La mia generazione ha vissuto quel periodo come fosse una fiction, incollata alla tv ad ascoltare i resoconti dal Tribunale di Milano che puntualmente ogni giorno emetteva avvisi di garanzia come fossero bollettini di guerra.

Tutto è partito dal capoluogo lombardo, quella stessa città resa famosa nel 1849 per le sue epiche cinque giornate. Un gruppo di magistrati, che ben presto sarebbe stato ribattezzato il “Pool di Mani Pulite”, scardinò il sistema del pentapartito (Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli) che per cinquant’anni aveva governato l’Italia. Sembra preistoria, eppure è successo l’altro ieri.

Una rivoluzione che sa di fiction e che come tale andava raccontata al pubblico. Sky ha raccolto la sfida, portando sul piccolo schermo una nuova serie: 1992. Dopo i successi delle trasposizioni tv di Romanzo Criminale e Gomorra, che hanno dato nuovo lustro alla nostra televisione, e hanno contributo ad accrescere il fascino dei cattivi e della criminalità organizzata, ribaltando il normale punto di vista dello spettatore e aprendo una serie di interrogativi (è giusto, ad esempio, parteggiare per i criminali? A tanto può portare la finzione scenografica?) l’emittente privata ci riprova.

Una sfida gravosa e complicata, descrivere e mettere in scena il passato non tanto remoto senza cadere nel retorico e nel banale. Le attese erano enormi e dopo che la serie è stata accolta con favore della critica al Festival di Berlino di febbraio, ieri sono andate in onda le prime due puntate della serie, su Sky Atlantic. Il progetto è nato da un’idea di Stefano Accorsi e l’ambizione è quella di unire realtà e fiction per spiegare, soprattutto alle nuove generazioni, cosa è stato Tangentopoli….continua su

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Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano :”Essere Melvin”

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When is a country can be said to be mature? When can define civil, modern and conscious? It is not easy to find an answer, but perhaps we can speculate that it is when, looking in the mirror, the country sees its limitations, defects and anomalies, and is able to take note.

Italy has never been a normal country, is the story to tell us. We were everything and its opposite: fascists, monarchists, partisans, Democrats, Berlusconi, now renziani. Said the Prince Fabrizio in “Leopard”: Change everything to not change anything.

The media and the pundits tell us that we have entered the Third Republic and yet, if we turn on the TV and watch any evening news, it seems that everything has remained the same as the past. He still talks of corruption and malfeasance, of political instability and inadequate, moral and social degradation. Ordinary people, more and more disgusted, they think that only a revolution could turn this depressing picture.

Yet we have already made the revolution – or perhaps I should say we have suffered – in 1992. A year that changed our history and marked the end of an era. For some it was a great example of judicial action, other than a witch hunt. My generation has lived through that period as if it were a fiction, glued to the TV to hear reports from the Court of Milan that time every day as if they were issued notices of war bulletins.

It all started from Milan, that city made famous in 1849 for his epic five days. A group of judges, who would soon be renamed the “Pool Clean Hands”, unhinged the system of penta (Dc, Psi, PRI, PSDI, PLI) which for fifty years had ruled Italy. Seems prehistoric, but it happened the other day.

A revolution that smacks of fiction, and as such had to be told to the public. Sky took up the challenge, leading to the small screen a new series: 1992. After the success of transpositions tv Crime Novel and Gomorrah, which have given new luster to our television, and have contributed to the charm of the bad guys and organized crime , reversing the normal point of view of the viewer and opening a series of questions (it is right, for example, siding with criminals? A much can lead to dramatic fiction?) the private broadcaster tries again.

A challenge burdensome and complicated, describe and enact the not so distant past without falling into rhetorical and banal. Expectations were huge and after the series was met with critical acclaim at the Berlin Film Festival in February, yesterday aired the first two episodes of the series, on Sky Atlantic. The project is the brainchild of Stefano Accorsi and the ambition is to combine reality and fiction to explain, especially to the younger generation, what was Tangentopoli continues on ….

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67) House of Cards 3, Atto Finale di Michael Dobbs

House of Cards 3 Atto Finale
“ House of Cards 3, Atto Finale” è un libro scritto da Michael Dobbs nel 1995 e pubblicato in Italia nel Marzo 2015 da Fazi Editore.

Tutti noi sogniamo l’eternità. Tutti bramano un posto nei libri di storia. Tutti cercano la popolarità e l’affermazione personale. Siamo un po’ tutti vanesi e i politici se possibile anche di più.
Nessun politico si rassegna con facilità a perdere il potere una volta ottenuto.
Un leader politico pur di rimanere attaccato alla poltrona sarebbe disposto a tutto.
Alzi la mano chi pensa che un politico italiano possa rassegnare le dimissioni per spirito di patria e decoro e non perché travolto dagli scandali e dai propri enormi e imbarazzanti scheletri nell’armadio.
Francois Urquhart è ormai al potere da dieci anni e punta ad essere il premier più longevo della storia dell’Inghilterra. Vuole superare e oscurare la leggenda di Margaret Thatcher e come sempre per ottenere il suo scopo non esita a bramare nell’ombra, a manipolare e usare il potere e le istituzioni a suo piacimento.
Muove come marionette i suoi ministri, fa e disfa governi per tenere sulla corda amici e nemici. Eppure i vecchio stratega è stanco, logoro, sente il peso di tante battaglie e di tanti anni di dominio incontrastato che lo hanno portato a farsi tanti nemici all’interno del partito.
Se Urquhart si sforza di guardare ancora al futuro, deve però guardarsi dal suo passato nelle forme di Cipro all’epoca conflitto cipriotta-inglese degli anni 50 in cui non mancò di mostrare già allora da giovane ufficiale cinismo e abilità politica al punto di compiere gravi atti criminali pur di ottenere successo e prestigio.
In questo terzo e ultimo libro della serie Michael Dobbs ancora una volta porta il lettore per mano nel dietro le quinte delle istituzioni inglesi mostrandoci senza censura e crudezza come pensano e come agiscano i politici mossi dall’avidità e dal desiderio di primeggiare.
Il lettore segue così due storie apparentemente divise e separate come la crisi internazionale e diplomatica cipriota dove da secoli tra greci e turchi per ottenere il dominio dell’isola e dall’altra le manovre , gli inganni,le alleanze che si creano in Parlamento e soprattutto nella sfida creatasi tra lo stesso Urquhart e il suo ex ministro degli Esteri Makepeace idealista e pura, determinato porre fine al suo “regno” creando dal nulla un terzo partito tra conservatori e laburisti.
Un romanzo politico che diventa anche spy story e in qualche modo una versione moderna del Giulio Cesare di shakespeariana memoria, in cui Bruto e i congiurati sono, loro malgrado, attori non protagonisti della storia.
Perche il nostro “Urquhart Giulio Cesare” non intende mollare e abdicare così facilmente e fino al’ultimo nonostante la sconfitta imminente da prova del suo diabolico talento politico e capacità di leader carismatico.
Dobbs incanta e inchioda il lettore alla lettura per tutto il corso del romanzo facendogli trattenere il respiro e tenendo alta e costante l’attenzione e l’interesse riuscendo con maestria a rendere la politica qualcosa di intenso e vibrante.
Uno stile secco, diretto, lineare che non può non essere definito ormai un marchio di fabbrica dell’autore che rende il lettore nello stesso tempo osservatore e cospiratore delle vicende tramite occhi del nostro Francois.
Il finale è nello stesso tempo: melanconico, decadente e drammatico riuscendo a spiazzare e commuovere il lettore con la forza di un personaggio di Francois Urquhart che, sebbene non sia assolutamente un eroe positivo , riesce a catturare l’attenzione di tutti e soprattutto facendolo rimpiangere, come se invece lo fosse davvero.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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House of Cards 3, Final Act” is a book written by Michael Dobbs in 1995 and published in Italy in March 2015 by Fazi Editore.

We all dream of eternity. All yearn for a place in the history books. All seek popularity and personal affirmation. We are a bit ‘all vain and politicians if possible even more.
No politician resigned easy to lose power once obtained.
A political leader in order to remain attached to the chair would be willing to do anything.
Hands up those who think that an Italian politician to resign for national pride and dignity and not because it engulfed by scandals and by its huge and embarrassing skeletons in the closet.
Francois Urquhart is now in power for ten years and aims to be the longest-serving prime minister in the history of England. He wants to overcome and obscure the legend of Margaret Thatcher and as always to achieve its purpose does not hesitate to long shadows, to manipulate and use the power and institutions at will.
Moves like puppets his ministers, makes and breaks governments to hold on the rope friends and enemies. Yet the old strategist is tired, worn out, he feels the weight of so many battles and many years of unchallenged rule that led him to make many enemies within the party.
If Urquhart strives to look again to the future, must beware of his past in the form of Cyprus at the time conflict cipriotta English-50s in which he did not fail to show even then as a young officer cynicism and political skill to the point of making serious criminal acts in order to achieve success and prestige.
In this third and final book in the series Michael Dobbs once again takes the reader by the hand behind the scenes of the English institutions showing uncensored crudeness and how they think and act like politicians motivated by greed and the desire to excel.
The reader follows two stories seem so divided and separated as the international crisis and diplomatic Cyprus where for centuries between Greeks and Turks to gain control of the island and other maneuvers, the deceptions, the alliances that are created in Parliament and especially in the challenge created between the same Urquhart and his former foreign minister Makepeace idealistic and pure, determined to end his “kingdom” creating from nothing a third party between Conservatives and Labour.
A political novel that becomes even spy story and somehow a modern version of Shakespeare’s Julius Caesar, in which Brutus and the conspirators are, despite themselves, supporting actors in history.
Because our “Urquhart Julius Caesar” does not intend to give up so easily and up and abdicate AM on the last despite the imminent defeat as proof of his diabolical political talent and ability of the charismatic leader.
Dobbs enchants and nails the reader to read throughout the course of the novel, making him hold his breath and holding high and constant attention and interest in succeeding with mastery to make the policy something intense and vibrant.
A dry style, direct, linear and can not be defined now a trademark of the author makes the reader at the same time observer and conspirator of the events through the eyes of our Francois.
The finish is at the same time: melancholic, decadent and dramatic managing to displace and move the reader with the strength of a character of Francois Urquhart that, although it is not absolutely a positive hero, manages to capture the attention of everyone and especially doing regret , as if instead it were real.

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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66) La Dannazione della Sirena di Ornella Calcagnile

ornella
“La dannazione della Sirena” è un racconto scritto da Ornella Calcagnile e pubblicato da Lettere Animate
Nel Marzo 2015 in formato e-book e disponibile nei migliori store.

Il nostro Destino è scritto nelle stelle o siamo chiamati a seguire le tradizioni di famiglia?
Esiste il libero arbitro o dobbiamo seguire la nostra natura?
Conta di più l’istinto o la nostra anima?
Sono queste e altre domande che il lettore si pone dopo aver letto con attenzione e curiosità il bel racconto di Ornella.
Fino ad oggi conoscevo e apprezzavo i suoi talenti come blogger e editor, ma adesso non posso non aggiungere alla lista la qualifica di valente scrittrice.
Si dice che bastino poche righe a un critico per capire se un testo sia valido o meno.
Ebbene dopo poche pagine di questo intenso e bel racconto rimani avvolto dalla fluida e avvolgente scrittura di Ornella che ti porta nel mondo e soprattutto nella testa della giovane Tilde che appare ai nostri occhi come una ragazza qualunque. Una ragazza in fuga dalla sua famiglia e da un destino che non vuole accettare perché lo ritiene ingiusto e non adatto alla sua persona.
Leggendo i suoi i pensieri,i suoi stati d’animo cogliamo l’essenza di una ragazza ingenua, sensibile e desiderosa di conoscere il mondo e di non rimanere schiacciata dalle tradizioni familiare.
Una fuga con poche speranze di realizzasi, nonostante l’aiuto del gentile Florian, perché le sorelle di Tide determinate a riportala a casa non esiteranno anche a compiere atti estremi come è nella natura delle Sirene.
Si, perché Tide è una Sirena, una creatura stupenda quanto pericolosa e avida di carne umana per nutrirsi.
La nostra protagonista è costretta a fare da affascinante esca ai dei poveri ed ingenui ragazzi perché diventino cibo per la sua famiglia.
Ma Tide è diversa dalle altre sorelle, non vuole fare del male a nessuno, vorrebbe sottrarsi al suo destino e cerca di opporsi con tutte le sue forze.
Si legge come se fosse un racconto fantasy,ma in vero il lettore coglie le ansie, le paure e i desideri di qualsiasi ragazza della nostra società
Lo stile di Ornella è piacevole,pulito, attento ai dettagli e soprattutto evocativo e carico di emozioni riuscendo così a tenere sempre costante e alto il ritmo della storia e sempre forte il pathos narrativo.
La personalità di Tide è ben descritta con poche e precise pennellate creando così una forte intensa ed empatia con lo spettatore.
Un racconto che emoziona e avvince con un finale toccante e melanconico che induce il lettore a riflettere su quanto ancora oggi gli obblighi sociali siano più forti dei desideri e della volontà personale di una persona.

Chi è Ornella Calcagnile:

Ornella Calcagnile, diplomata all’Istituto D’Arte, laureata in Scienze della Comunicazione, ha sempre avuto un debole per tutto ciò che riguarda la creatività: grafica, disegno, fotografia, video-editing, fumetto e cinema. Inizia a scrivere nel 2008 per dare sfogo alla sua fantasia ma con il tempo nasce una vera e propria passione che la induce a creare un blog di racconti e a lavorare sei mesi come copywriter, avvicinandola ulteriormente al mondo dell’elaborazione testi e della comunicazione.
Nel 2012 apre un lit-blog “Peccati di Penna” dedicato alle recensioni e alla presentazione di giovani autori.
Nel 2013 esordisce come scrittrice con il romanzo urban fantasy “Helena”, pubblicato con Ute Libri.
Nel 2014 si cimenta in alcune auto-pubblicazioni: urbanfantasy, romance e horror.
– Black The Hunter; racconto urban fantasy, spin-off di Helena.
– È la mia natura; racconto horror.
– Fil Rouge; romanzo rosa contemporaneo.
– Spicchi di Luna; racconto urban fantasy.
Nel 2015 pubblica un dark fantasy contemporaneo con Lettere Animate intitolato: La Dannazione Della Sirena.
Il suo sogno è diventare una brava scrittrice, trasmettere emozioni e creare avventure in cui il lettore possa perdersi.

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Twitter: @OCalcagnile

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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“The Damnation of the Siren” is a short story written by Ornella Calcagnile and published by Animate Letters
In March 2015 in e-book format and available in the best stores.

Our destiny is written in the stars, or we are called to follow the family tradition?
Is there free will or we have to follow our nature?
Matters most instinct or our soul?
These and other questions that the reader arises after reading with attention and curiosity the beautiful story of Ornella.
Until now knew and appreciated his talents as a blogger and editor, but now I can not add to the list the title of a talented writer.
They say that is enough a few lines to a critic to tell if a text is valid or not.
Well after a few pages of this intense and beautiful story remain shrouded in fluid and enveloping writing Ornella that takes you into the world and especially in the head of the young Tilde that appears to us as any girl. A girl on the run from his family and from a fate that does not want to accept it because it considers it unfair and not suited to his person.
Reading his thoughts, his moods we grasp the essence of a naive girl, sensitive and eager to learn about the world and to not be crushed by family traditions.
An escape with little hope of realizzasi, despite the help of kind Florian, because the sisters of Tide determined to bring it back home also will not hesitate to take extreme acts as is the nature of the Sirens.
Yes, because Tide is a Siren, a beautiful creature as dangerous and hungry for human flesh to feed.
Our protagonist is forced to act as bait attractive to the poor and naive boys because they become food for his family.
But Tide is different from the other sisters, does not want to hurt anyone, would escape his fate and tries to oppose with all his might.
It reads like a fantasy tale, but in truth the reader captures the anxieties, fears and desires of any girl in our society
The style of Ornella is pleasant, clean, attentive to detail and especially evocative and full of emotions allowing them to keep up the pace of the constant and increasingly strong story and the narrative pathos.
The personality of Tide is well described with a few precise brushstrokes, creating a strong and intense empathy with the viewer.
A story that excites and captivates with a final poignant and melancholy that causes the reader to reflect on what still social obligations are the strongest desires and the personal will of a person.

Who is Ornella Calcagnile:

Ornella Calcagnile, graduated from the Institute Of Arts degree in Communication Sciences, has always had a soft spot for everything related to creativity: graphics, drawing, photography, video-editing, comics and movies. Start writing in 2008 to give vent to his imagination but with time comes a real passion that causes it to create a blog of short stories and six months working as a copywriter and bring it closer to the world further elaboration texts and communication.
In 2012 opens a lit-blog “Sins of Pen” dedicated to reviews and presentation of young authors.
In 2013, his debut as a writer with the novel urban fantasy “Helena”, published by Ute Books.
In 2014, engages in some self-publications: urbanfantasy, romance and horror.
– Black The Hunter; story urban fantasy, a spin-off of Helena.
– It’s my nature; horror story.
– Fil Rouge; contemporary romance novel.
– Cloves of the Moon; story urban fantasy.
In 2015 publishes a dark fantasy with contemporary Letters Animated titled: The Damnation Of Siren.
His dream is to become a good writer, convey emotions and create adventures in which the reader can get lost.

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65) La prima volta( di mia figlia)

riccardo rossi
Il biglietto d’acquistare per “La prima volta di mia figlia” è : 1)Neanche regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4) Ridotto 5)Sempre
“La prima volta di mia figlia” è un film del 2015 diretto da Riccardo Rossi, scritto da Riccardo Rossi, Luca Infascelli e Chiara Barzini, con: Riccardo Rossi, Anna Foglietta, Fabrizia Sacchi, Stefano Fresi, Benedetta Gargari.
Se sposarsi è una lucida follia, decidere di essere genitori è una sfida per uomini duri. Se poi il Destino ti porta in “dote” una figlia allora è il caso di andare al Lourdes a farti benedire
Si sa agli occhi di ogni padre la propria figlia resta sempre una bambina da proteggere e accudire e il solo pensiero di vederla in compagnia di un uomo scatena prima paura e ansia e dopo istinti omicidi. Educare un figlio è sempre più difficile, introdurre l’argomento sesso è per lo più imbarazzante e inutile visto che se ne parla di continuo e in maniera cruda e diretta tra gli stessi coetanei.
Come può reagire un padre se dovesse scoprire per caso che l’amata figlia da lì a poco si appresta a perdere la verginità?
Magari un padre metodico, noioso, ansioso, schematico e divorziato da tempo come il protagonista di questa storia il Dott Alberto (Rossi),medico della mutua, la cui vita è scandita da una consolidata e ripetitiva routine come le visite mensili al centro anziani dove collabora e soprattutto battibecca con la” liberal”collega psicologa Irene(Foglietta). Una routine scossa in maniera traumatica quando Alberto per caso si trova a leggere il diario della bella figlia Bianca(Gargari) in cui si dichiara pronta a fare sesso per la prima volta. Per Alberto è un fulmine a cielo sereno e così chiede aiuto alla coppia di amici, sposati da tempo, composta da Marina(Scacchi) e Giovanni(Fresi) affinchè dissuadano Bianca dal suo progetto durante una cena organizzata “ad arte” in un locale glamour di Roma. Una cena che ben presto però diventa una sorta di confessionale per i protagonisti che sollecitati dalla curiosa Bianca racconteranno tra imbarazzo e nostalgia la loro prima volta . Facendo così iniziare una serie di divertenti e delicati flashback in cui lo spettatore osserva in differenti periodi storici i goffi approcci degli uomini e la determinata spigliatezza delle ragazze e di come in fondo certi meccanismi siano uguali nel tempo. Il piano di Alberto però vacilla quando Bianca resasi conto del tranello minaccia di andarsene e solo il provvidenziale intervento di Irene, unitasi al tavolo, salva la serata permettendo un bello e chiarificatore dialogo tra padre e figlia.
Un testo pulito, ben scritto, leggero che racconta con delicatezza e naturalezza un tema sempre attuale rivelando come sia difficile il ruolo del genitore e di come sia arduo essere al passo con le esigenze dei figli. Gli autori mettono al centro della storia un padre comune, forse banale e poco “rock” con un passato da sfigato,ma che a cuore il bene della figlia. Una storia costruita in maniera credibile con toni ironici,pacati e senza essere mai volgare. I personaggi sono ben delineati e solidi e attuali. I dialoghi sono solidi, credibili senza mai cadere nel retorico.
La regia di Riccardo Rossi è positiva, lineare, asciutta, controllata e attenta, forse tradizionale e compassata, ma adeguata al ritmo e all’essenza del film in cui sono i sentimenti a prevalere sull’azione e soprattutto nasce con facilità empatia tra il pubblico e vari personaggi.
Pregevole e degna di menzione è sicuramente la fotografia.
Sono cresciuto e aihme invecchiato vedendo Riccardo Rossi come attore e mi ha sempre regalato momenti di allegria e buoni sorrisi. Qualche giorno fa leggevo una recensione in cui evidenziava che la carriera di Rossi è rimasta a metà strada tra il gregario e la star e pur trovandomi d’accordo nella definizione, ritengo che se per oltre vent’anni riesci a strappare gli applausi e crearti un pubblico significa che sei comunque un’artista. Rossi con questo ruolo si conquista con merito le luci della ribalta , mettendo in scena con il suo personaggio ne l’eroe, né l’uomo brillante, ma bensì l’uomo normale con i suoi vizi e difetti, eppure non puoi non volerli bene e in fondo non identificarti con lui nelle manie e nelle sue reazioni paterne.
Il resto del cast composto da bravi e primi attori tra cui Anna Foglietta e Stefano Fresi, sono in questo caso al servizio “gregario” Rossi, dando il loro contributo alla riuscita del film con prestazioni solide, calibrate e puntuali dando credibilità e sostanza all’intera storia.
Una menzione particolare per Benedetta Gargari, volto giovane, pulito e dolce di questo film. La sua perfomance è interessante e rivela un buon potenziale, da tenere d’occhio.
Il finale, tra il romantico e il melanconico, convince ed emoziona lo spettatore che lasciando la sala non potrà non rievocare la sua prima volta con il sorriso.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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The ticket to buy “The first time my daughter” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always
“The first time my daughter” is a film of 2015 directed by Richard Rossi, written by Riccardo Rossi, Luca Infascelli and Chiara Barzini, with: Riccardo Rossi, Anna Foglietta, Fabrizia Sacchi, Stefano Fresi, Benedetta Gargari.
If marriage is a lucid madness, decide to be a challenge for parents is hard men. Then, if the Destiny takes you on “dowry” a daughter then you should go to Lourdes to bless you
It is known in the eyes of every father his daughter is still a child to protect and care for and the mere thought of seeing her in the company of a man unleashes fear and anxiety before and after murderous instincts. Educating a child is increasingly difficult, introduce the topic of sex is mostly embarrassing and unnecessary given that he speaks continuously and in a raw and live among the same age.
How can a father react if it were to discover by chance that the beloved daughter shortly thereafter is about to lose your virginity?
Maybe a father methodical, boring, anxious, schematic and divorced for some time as the protagonist of this story Dr. Alberto (Rossi), local doctor, whose life is marked by a well-established routine and repetitive as the monthly visits to the senior center where collaborates and especially bickering with “liberal” colleague psychologist Irene (Foglietta). A routine in a traumatic shock when Alberto happen to find themselves reading the diary of lovely daughter Bianca (Gargari) which is prepared to have sex for the first time. Alberto is a bolt from the blue, and so asks for help to the couple of friends, married long, composed of Marina (Chess) and John (Fresi) for you to dissuade White from his project during a dinner organized “artfully” in a local glamorous of Rome. A dinner that but soon becomes a sort of confessional for the protagonists who solicited from curious Bianca tell between embarrassment and nostalgia for their first time. By doing so start a series of fun and delicate flashback in which the viewer observes in different historical periods the clumsy approaches of men and determined fluency girls and how basically certain mechanisms are the same in time. The plan, however, Alberto falters when she realizes the trap White threatens to leave and only the providential intervention of Irene, unitas at the table, save the evening allowing a beautiful and enlightening dialogue between father and daughter.
A text clean, well-written, light that tells gently and naturally a theme always present revealing how difficult the role of the parent and how difficult it is to keep pace with the needs of the children. The authors put at the center of the story a common father, perhaps trivial and little “rock” with a past as a loser, but for the good of her daughter. A story built credibly with ironic tones, calm and without ever being vulgar. The characters are well defined and solid and current. The dialogues are solid, credible without ever becoming rhetorical.
Directed by Riccardo Rossi is positive, linear, dry, controlled and careful, perhaps traditional and prim, but adequate to the rhythm and the essence of the film in which feelings are to prevail on the action and especially empathy comes easily in the audience and various characters.
Valuable and worthy of mention is definitely the photograph.
I grew up and aged Aihm seeing Riccardo Rossi as an actor and has always given me moments of joy and good smiles. A few days ago I read a review that showed that the career of Rossi remained halfway between the follower and the star and despite finding myself in agreement in the definition, I think that if more than two decades can rip applause and create you a public means that you are still an artist. Rossi with this role is won by about the limelight, staging with his character nor the hero, nor the brilliant man, but rather the normal man with his faults and defects, and yet you would not want them well and basically do not identify with him in the delusions and in his father’s reaction.
The rest of the cast of talented and first actors including Anna Foglietta and Stefano Fresi, are in this case the service “wingman” Rossi, giving their contribution to the success of the film with a solid performance, calibrated and timely lending credibility and substance to ‘ whole story.
A special mention for Benedetta Gargari, young face, clean and sweet in this film. Its performance is interesting and shows good potential, to watch.
The final, between the romantic and melancholic, convinces and excites the viewer that leaving the room can not but recall his first time with a smile.

64) Infection

Infection

“Infection“ è uno spettacolo teatrale di Massimiliano Caprara, scritto da Massimiliano Caprara, Scene e Costumi di Chiara Paramatti,Disegno luci di Sacha Doninelli
Luci e Fonica Alessia Sorbello con:Veronica Milaneschi, Daniele Coscarella, Michele Bevilacqua, Rosario Petix, Alessandro Cecchini ,Massimiliano Caprare
dal 18 al 29 marzo 2015 al TEATRO SPAZIO UNO di Roma

È davvero la nostra l’unica realtà? Cosa conosciamo dell’universo e di possibili mondi paralleli? E se fosse possibile un contatto tra due mondi apparentemente lontani e differenti? Sono queste le domande alla base del complicato e intricato testo di “Infection” scritto da Caprara e messo in scena dalla sua compagnia.
La scena divisa da un velatino porta lo spettatore ad osservare da una parte le dinamiche del nostro mondo rappresentato da una coppia composta da Ric(Coscarella) scrittore di favole, uomo mite e ostile a qualsiasi forma di tecnologia e invece la sua compagna Erika(Milaneschi) social network dipendente e quindi sulla carta una coppia mal assortita e incapace di dialogare . Dall’altra parte del “velatino” ci sono due strani e buffi personaggi Lek (Petik) e Yuk(Cecchini) ,custodi di un sistema informatico andato misteriosamente in avaria causa un virus, e che dialogano in maniera quasi incomprensibile e si muovono ora come automi altri in modo frenetico aspettando l’arrivo del temuto Grande Tecncico(Caprara) che possa risolvere il problema.
Il punto di contatto o sarebbe meglio dire l’uomo di contatto tra i due mondi è Argo(Bevilacqua), fratello di Ric, dedito alle droghe e in qualche mondo connesso mentalmente e spiritualmente con il mondo intellegibile che con le sue azioni cambierà in parte la prospettiva di vita Erika mettendo in discussione il suo rapporto di coppia…continua su

http://www.mygenerationweb.it/201503222325/articoli/palcoscenico/teatro/2325-infection-e-uno-spettacolo-teatrale-di-massimiliano-caprara-dal-18-al-29-marzo-2015-al-teatro-spazio-uno-di-roma

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.amazon.it/Amiamoci-nonostante-tutto-Vittorio-Agr%C3%B2-ebook/dp/B00TJEWLZU/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1427033602&sr=1-1&keywords=amiamoci+nonostante+tutto

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.cavinatoeditore.com

“Infection” is a play by Massimiliano Caprara, written by Massimiliano Caprara, Sets and Costumes by Chiara Paramatti, Design lights Sacha Doninelli
Lights and phonic Alessia Sorbello with: Veronica Milaneschi, Daniele Coscarella, Michael Bevilacqua, Rosario Petix, Alessandro Cecchini, Massimiliano Caprare
18 to 29 March 2015 at THEATER SPACE ONE Rome

It really is our the only reality? What we know of the universe and of possible parallel worlds? What if you could contact between two seemingly distant worlds and different? These are the questions at the base of the complicated and intricate lyrics of “Infection” written by Caprara and staged by his company.
The scene is divided by a velatino takes the viewer to observe the one hand the dynamics of our world represented by a pair consisting of Ric (Coscarella) writer of fables, gentle man and hostile to any form of technology and instead his partner Erika (Milaneschi ) social networks dependent on the paper and then a mismatched couple and unable to talk. Across the “velatino” there are two strange and funny characters Lek (Petik) and Yuk (Cecchini), keepers of a computer system went mysteriously failed because a virus, and that dialogue in an almost incomprehensible and move now as automata other frantically waiting for the arrival of the dreaded Big Tecncico (Caprara) that will solve the problem.
The point of contact or should I say the man of contact between the two worlds is Argo (Bevilacqua), brother of Ric, addicted to drugs and in some connected world mentally and spiritually with the world intelligible that with his actions will change in part the prospect of life Erika questioning his relationship as a couple … read on

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

http://www.amazon.it/Amiamoci-nonostante-tutto-Vittorio-Agr%C3%B2-ebook/dp/B00TJEWLZU/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1427033602&sr=1-1&keywords=amiamoci+nonostante+tutto

Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”