7) La Fiera delle Illusioni perdute – Nightmare Alley

Il biglietto d’acquistare per “La Fiera delle lIlusioni perdute . Nightmare” è Di pomeriggio (Con Riserva)

“La Fiera delle Illusioni perdute – Nightmare” è un film di Guillermo del Toro. Con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara. Drammatico, 150′. USA 2021

Sinossi:

Negli Stati Uniti d’inizio anni ’40, Stan, uomo senza averi e dal passato doloroso, si unisce a un luna park ambulante, dove impara i trucchi del mestiere dalla veggente Zeena e da suo marito Pete. Sedotta la giovane Molly, il cui numero consiste nel resistere alle scariche elettriche che la attraversano, parte con lei verso la grande città. Ambizioso e avido, diventa il Grande Stanton, indovino e sensitivo che col suo numero di pseudo occultismo seduce uomini ricchi e potenti e li convince di poter comunicare coi loro morti. La relazione con una psicologa ancora più spietata e calcolatrice lo porterà alla rovina.

Recensione:

Il 2022 è iniziato da un mese scarso, eppure i motivi di attrito tra me e la critica internazionale vanno moltiplicandosi. Dopo “Encounter” (qui la recensione), disponibile su Prime Video, è la volta di “La fiera delle illusioni – Nightmare Alley” di Guillermo del Toro, che arriva al cinema in un mese alquanto sottotono, di rappresentare il “pomo della discordia”.

Da una parte ci sono io che esprimo dubbi su quanto visto, sul senso ultimo del film, sulla solidità della sceneggiatura. Dall’altra la maggior parte dei colleghi, che brindano entusiasti al ritorno in grande stile del regista Premio Oscar per “La forma dell’acqua”.

Metteteci anche che personalmente non ho né letto il romanzo omonimo di William Lindsay Gresham da cui la storia è tratta né visto il primo adattamento di quest’ultimo del 1947, con protagonista Tyrone Power, e potrete immaginare tutte le mie difficoltà a scrivere questo pezzo. continua su

6) Monaco -sull’orlo della Guerra

Il biglietto d’acquistare su “Monaco sull’orlo della Guerra” è : Di pomeriggio (Con Riserva)

“Monaco sull’orlo della Guerra” è Un film di Christian Schwochow. Con George MacKay, Jeremy Irons, Robert Bathurst, Jannis Niewöhner, Jessica Brown Findlay. Drammatico, 123′. Gran Bretagna 2021

Sinossi:

Autunno 1938: l’Europa è sull’orlo della guerra, Adolf Hitler si prepara a invadere la Cecoslovacchia e il governo di Neville Chamberlain è alla disperata ricerca di una soluzione pacifica. Il funzionario pubblico britannico Hugh Legat e il diplomatico tedesco Paul von Hartmann si recano a Monaco per una conferenza convocata d’urgenza, mentre la pressione si fa sempre più schiacciante. L’inizio delle negoziazioni vede i due vecchi amici in serio pericolo e al centro di una rete di sotterfugi politici. Gli occhi del mondo sono tutti puntati sulla conferenza, ma la guerra potrà essere evitata? E se sì, a quale costo?

Recensione:

La storia è sempre scritta dai vincitori. Quando due culture si scontrano, chi perde viene cancellato e il vincitore scrive i libri di storia, libri che sostengono la sua causa e condannano quella del nemico sconfitto.

Ho voluto iniziare la mia recensione del film “Monaco – Sull’orlo della guerra”, disponibile su Netflix, riportando il pensiero dello scrittore americano Dan Brown per evidenziare come qualsiasi evento storico, di grande o piccola portata, possa essere manipolato, a seconda dal punto di vista da cui viene raccontato.

Gli storici hanno sostenuto per anni che la conferenza di Monaco del settembre 1938, nel corso della quale si incontrarono Neville Chamberlain, Édouard Daladier, Adolf Hitler e Benito Mussolini cercando di scongiurare il conflitto, certificò l’inadeguatezza e la debolezza politica dei leader di Regno Unito e Francia, incapaci di pensiero critico davanti alla pericolosità del “nemico”.

5) Padri e figli nel cinema (Roberto Campari)

Padri e figli nel cinema : Campari, Roberto, Lingiardi, Vittorio:  Amazon.it: Libri

“Padri e figli nel cinema” è un saggio scritto da Roberto Campari e pubblicato da “La Nave di Teseo” il 17 Giugno 2021.

Sinossi:

“Scegliere la strada del cinema per raccontare il rapporto tra padri e figli è una scommessa altrettanto avventurosa che scegliere la strada del rapporto tra padri e figli per raccontare il cinema. Roberto Campari le imbocca entrambe con eleganza. Lieve come il racconto di un amico e puntuale come la competenza di uno studioso, Padri e figli nel cinema ci cattura con una storia antica come Abramo e Isacco e moderna come i protagonisti senza nome, padre e figlio, della Strada di Cormac McCarthy e dell’omonimo film di John Hillcoat.” Dall’introduzione di Vittorio Lingiardi

Un viaggio affascinante e intenso nelle pellicole che hanno fatto la storia del cinema per esplorare il sentimento della paternità. Affettuosi e gentili, oppure irascibili e brutali, colpevoli o redenti, indulgenti o moralisti, attesi o rimpianti, guerrieri o sconfitti, i tanti padri narrati in questo libro disegnano un unico grande ritratto composto di infiniti volti in cui cercare anche quello della propria famiglia.

Recensione:

Chi vi scrive ha avuto un rapporto “diversamente sereno” con il proprio padre.

La figura paterna per un figlio maschio rappresenta contemporaneamente un modello ed una sfida.

Il mio psichiatra volendo scuotermi dalla mia apatia mi ripeteva come un mantra “Perdona il padre e manda a vaffa.. l’uomo”.

È possibile scindere l’uomo dalla figura paterna?

Quando un figlio  può definirsi  realmente emancipato alias adulto dalla sfera paterna?

Il  controverso rapporto tra padre e figlio è stato affrontato  prima in chiave religiosa, poi analizzato in campo medico è successivamente è stata fonte d’ispirazione per la letteratura  e la 7 Arte-

La psicanalisi e l’Arte in generale  hanno intuito il potenziale salvifico /narrativo di questa tematica , cercando il linguaggio più giusto e gli strumenti più idonei nel poterlo codificare.

Esistono diverse figure di padre: il padre padrone, il padre castrante, il padre rigido, quello violento , comprensivo e purtroppo anche quelli assenti ed egoisti.

Ho sorriso quando ho ricevuto in dono il saggio di Roberto Campari.

Ma fin dalle prime pagine il saggio mi ha conquistato , facendomi riflettere , sorridere oltre che rievocare film ed attori unici

“Padri e figli nel cinema” è un saggio interessante, dotto, citazionista quanto  universale nel descrivere come la figura paterna sia evoluta negli anni, passando da un ruolo centrale a quello di quasi subalternità.

Campari firma un accurato viaggio nella memoria cinematografica che offre  una convincente valenza storica e sociologica.

Una lettura consigliata per i cinefili e non.

6) Takeaway

Il biglietto d’acquistare per “Takeaway” è : Di pomeriggio (Con Riserva)

“Takeaway” è un film del 2021 di Renzo Carbonera. Con Libero de Rienzo, Carlotta Antonelli, Primo Reggiani, Paolo Calabresi, Anna Ferruzzo. Drammatico, 95′. Italia 2021

Sinossi:

Maria è una giovane marciatrice desiderosa, con il sostegno del padre, di affermarsi nel mondo dell’atletica. Il suo compagno Johnny, che ha quasi il doppio dei suoi anni, un preparatore atletico radiato per utilizzo di sostanze dopanti, la convince ad assumere dei prodotti chimici realizzati clandestinamente da una persona che conosce e che li vende a caro prezzo. Maria, progressivamente, entra in conflitto con se stessa, anche dopo aver conosciuto “Tom”, un atleta che cerca Johnny, responsabile, a suo dire, di avergli rovinato carriera e salute.

Recensione:

L’importante non è vincere, ma partecipare, frase erroneamente attribuita al barone Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni, per molti atleti ha rappresentato e rappresenta il senso più profondo di ogni agone sportivo.

Certo la medaglia d’oro, il gradino più alto del podio, la coppa fanno gola a tutti. Ma in un mondo fatto di sacrificio, passione e volontà come quello sportivo riconoscere il primato del “migliore” dovrebbe far parte del gioco. Così come lottare onestamente per vincere.

Dovrebbe, appunto. Oggi il mondo dello sport è dominato, quasi uniformemente, dal dio denaro e dagli sponsor, che hanno trasformato lo spirito originario della competizione “pulita” in una lotta all’ultimo sangue, dove tutto è lecito, purché non venga scoperto. continua su

4) Fantozzi dietro le Quinte Oltre La Maschera ,La Vita (Vera) di Paolo Villaggio ( Elisabetta Villaggio)

Fantozzi dietro le quinte - Baldini+Castoldi

“Fantozzi dietro le quinte oltre la Maschera , La Vita (vera) di Paolo Villaggio” è un romanzo scritto da Elisabetta Villaggio e pubblicato da Baldini + Castoldi il 30 settembre 2021.
Sinossi:
Un memoir privato e insieme un racconto corale, un’incursione autentica nella vita di Paolo Villaggio e poi un’altra, inedita e fitta di testimonianze di prima mano, nel dietro le quinte del suo personaggio più memorabile: Ugo Fantozzi.
Lui, il ragioniere più cinico e amato d’Italia, che nasce sulle pagine dell’«Europeo» prima di dare vita ai proverbiali libri e film; lui, capace di unire un ritratto sottile e scanzonato del ceto impiegatizio alla denuncia sociale contro «consumismo, cattivi e megapresidenti»; lui, creato e abitato da un comico ineguagliabile, di cui la figlia Elisabetta restituisce il ricordo con sguardo tenero e discreto. Dall’infanzia a Genova alle sere d’estate a Boccadasse, dall’amore vero incontrato a vent’anni al suo debole per Buñuel, senza dimenticare la gavetta romana – iniziata in uno scantinato umido a Trastevere e culminata con Federico Fellini – e l’amicizia con Fabrizio De André. E poi l’ansia congenita, il cibo come atto di sfogo, il ritiro, la malattia.
Questa è la storia di «uno che la felicità l’ha quasi perseguitata» e che, quando se n’è andato, l’ha fatto tra gli applausi. Tra novantadue minuti di applausi, s’intende.
e
Recensione:
Quando ho ricevuto come dono natalizio il libro di Elisabetta Villaggio confesso d’aver, intimamente, un po’ storto la bocca.
Infatti temevo di dovermi sorbire un testo celebrativo o peggio ancora retorico impostato sulla “beatificazione” dell’uomo Paolo Villaggio da parte della figlia.
Ovviamente sarebbe stato un atto legittimo e sentito, ma che generalmente da lettore evito d’alimentare.
Invece sono stato piacevolmente “smentito” da Elisabetta Villaggio, avendo quest’ultima dimostrato equilibrio, distanza e soprattutto talento nel ricoprire il duplice quanto scomodo ruolo di autore e figlia.
“Fantozzi dietro le quinte” si è rivelata una lettura intensa, bella, toccante, genuina, calda come soltanto può essere un testo ispirato dall’amore filiale oltre che dal desiderio di far conoscere e soprattutto condividere con i lettori immagini, ricordi , fatti personali su un padre ingombrante, colto e dalla grande personalità oltre che popolare come Paolo Villaggio.
Elisabetta Villaggio firma un’opera capace di soddisfare le curiosità dei numerosi fan sul ragioniere Ugo Fantozzi ed altresì allargando l’orizzonte sulla carriera e sfera privata del padre.

Si è travolti da un flusso di emozioni, aneddoti e testimonianze rese da amici, colleghi e soprattutto collaboratori di Paolo Villaggio, che Elisabetta ha plasmato in un convincente impianto narrativo solido e dal grande impatto emozionale.
Un tributo filiale che mai come in questo caso si è trasformato in uno straordinario e meritato omaggio nei riguardi di un grande artista italiano.

5)“Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso”

Il biglietto d’acquistare per ““Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso”” è : Di pomeriggio

““Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso” è un film d’animazione diretto da Derek Drymon, Jennifer Kluska. Con Claudio Bisio, Brad Abrell, Jim Gaffigan, Molly Shannon, David Spade. Animazione. USA 2022

Sinossi:

Il conte Drac può ben dirsi soddisfatto del lavoro fatto con la sua unica figlia, Mavis, e con l’Hotel Transylvania, giunto al suo centoventucinquesimo anniversario. Sarebbe perfino pronto ad andare in pensione e a lasciare le chiavi dell’albergo alla legittima erede, ma qualcosa lo frena, anzi qualcuno: Johnny, il marito umano di Mavis. Johnny sfortunatamente sa bene di non godere appieno della fiducia di Drac, ma per la sua Mavis, perché lei non abbia a subirne le conseguenze, è disposto a tutto, anche a testare la nuova instabile invenzione di Van Helsing e a trasformarsi in un mostro.

Recensione:

Quando sposiamo il nostro partner ci culliamo nell’idea romantica di trascorrere tutta la vita insieme, innamorati come il primo giorno. Ma la vita reale riserva spesso sorprese poco gradite, perché difficilmente si può vivere isolati da tutto, due cuori e una capanna.

Talvolta, i problemi arrivano dalle famiglie di origine, che si comportano in modo troppo invadente magari. Perché il suocero e la suocera possono rappresentare una bella spina nel fianco, per il giovane sposo o la giovane sposa…

Lo sa bene l’umano Johnny, che sposando l’amata vampira Mavis ha dovuto imparare a convivere con la bizzarra famiglia e gli amici di lei, e soprattutto con il padre… il conte Dracula. continua su

3) Sotto Il Sole della KaliFormia (Ludovica Ottaviani)

SOTTO IL SOLE DELLA KALIFORMIA”: dal 7 giugno nelle librerie e negli store  online la raccolta di racconti pulp di Ludovica Ottaviani - Thinkmovies

“Sotto il Sole della KaliFormia” è una raccolta di racconti scritta da Ludovica Ottaviani e pubblicata da Haiku il 7 giugno 2021.
Sinossi:
Sei storie, sei avventure di genere che spaziano dal 1967 al 1974 con un unico sfondo: la Riviera di Ulisse, nel Basso Lazio. Una lingua di costa che lambisce il Mar Tirreno e che ospita le vicende di eccentrici personaggi tra cowboy dell’Agro-Pontino, pin up, truffatori, piccoli criminali da strapazzo, It-Girls, stranieri in trasferta, marinai dal cuore strabico, sosia di Elvis e giornalisti ficcanaso. Un campionario di pittoresca umanità che riflette, in chiave pulp, la complessità babelica della “commedia umana” proiettandola nei ruggenti anni ’60 del Boom economico, per lanciarsi in un’ultima cavalcata selvaggia nel cuore dell’Era dell’Acquario, tratteggiandone ascesa e caduta.
Recensione:
Non è semplice commentare, valutare questa raccolta di racconti firmata dall’amica nonché collega Ludovica Ottaviani.
Una difficoltà frutto della stima che da tempo nutro nei riguardi della poliedrica autrice.
Ludovica Ottaviani è un vulcano di idee, passione, cultura che si manifesta con forza ed incisività in qualsiasi sfera artistica e creatività in cui si cimenti.
“Sotto il Sole della KaliFormia” sono 6 racconti folli, spiazzanti, divertenti, pieni di citazioni cinematografiche e letterarie.
Il lettore sarà trascinato dentro un mondo solamente in apparenza caotico , ma che in vero mantiene sempre un chiaro filo rosso identitario e solidità drammaturgica.
Una raccolta che ci piace definire come il manifesto poetico-letterario di Ludovica nell’aver mescolato insieme con intelligenza e ironia tutte le sue passioni: dal teatro al cinema fino alla drammaturgia.
6 racconti, 6 storie che vanno immaginate, vissute senza inseguire una ratio strutturale, una linearità di scrittura, ma piuttosto assaporando l’essenza letteraria, il simbolismo e financo la valenza teatrale.
“Sotto il Sole della KaliFormia” è una lettura avvolgente, pazza, magari no sense in alcuni passaggi, ma capace di incantarti fino all’ultima pagina.
Una magia che solo i veri scrittori sono capaci di compiere.
Ludovica Ottaviani entra con merito in questa elitaria categoria.

4) Brazen

Il biglietto d’acquistare per “Brazen” è : Neanche regalato

“Brazen” è un film di Monika Mitchell. Con Alyssa Milano, Sam Page, Colleen Wheeler, Lossen Chambers, Malachi Weir. Thriller, 94′. USA 2022

Sinossi:

L’autrice di gialli Grace Miller si precipita alla casa di famiglia a Washington su invito della sorella, con la quale aveva perso i contatti. Quando quest’ultima viene uccisa e la sua doppia vita di performer sul web viene alla luce, Grace ignora gli avvertimenti del posato detective Ed e si fa coinvolgere nelle indagini. Ma questa non è finzione, è la vita e le persone muoiono davvero…

Recensione:

Il 2022 è iniziato da solo sedici giorni, eppure “Brazen” di Monika Mitchell, disponibile su Netflix dal 13 gennaio, ha già portato a casa la poco invidiabile nomination di film più sconclusionato, inverosimile e in ultima analisi inutile dell’anno.

“Brazen” è l’opposto di come andrebbe scritto, diretto e interpretato un thriller. L’idea sarebbe quella di affrontare la delicata tematica della pornografia e in generale del mercato del sesso online in modo serio. Il risultato, purtroppo, è parodistico se non comico.

Gli sceneggiatori si sono ispirati al romanzo di Nora Roberts “Il desiderio corre sul filo”. Non ho letto il libro in questione, quindi non voglio né posso giudicare il valore dell’opera, ma se fossi nei panni dell’autrice penserei di procedere contro gli sceneggiatori per lo scempio che hanno prodotto. continua su

2) Cambiare l’acqua ai Fiori ( Valerie Perrin)

Cambiare l'acqua ai fiori – La Libreria Volante

“Cambiare l’acqua ai fiori” è un romanzo scritto da Valerie Perrin e pubblicato da E/0 nel settembre 2019
Sinossi:
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certa stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba. Un romanzo avvincente, commovente e ironico la cui lezione universale è la bellezza della semplicità e l’eterna giovinezza in cui ci mantiene il sogno.
Recensione:
Dopo un noioso inizio , finalmente il mio 2022 artistico ha avuto un primo sussulto positivo almeno in campo letterario.
Grazie ad un gradito dono di Natale, ho potuto recuperare la lettura del denso quanto delicato romanzo “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin, già apprezzata nell’”Eleganza del riccio”.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è lo struggente, poetico, toccante racconto sulla vita, amore, morte, seconda chance e tradimenti.
Perrin delinea un affresco sull’umanità , sull’animo umano, sulle proprie virtù, vizi e contraddizioni incentrando la storia ed i personaggi all’interno di un cimitero.
Il cimitero che formalmente è l’antitesi della vita, qui diventa il motore della storia, il cuore delle pulsioni ed emozioni.
Il cimitero è il filo rosso che unisce i vari personaggi con le loro storie accomunate dalla perdita di una persona cara.
Valerie Perrin costruisce un impianto narrativo avvolgente, intrigante, elegante quanto spiazzante unendo e soprattutto mescolando abilmente differenti generi: commedia nera, thriller, romance con un taglio esistenzialista.
“Cambiare l’acqua ai fiori” cambia continuamente pelle, toni, stile senza però mai perdere la sua coerenza narrativa ed identità autoriale, alternando momenti leggeri ad altri cupi, ad altri ancora più commoventi.
Ci sentiamo emotivamente vicini alla protagonista Violette Toussaint, una donna schiva, semplice, silenziosa che nel divenire custode di un cimitero ha trovato sollievo al proprio dolore e soprattutto un nuovo senso alla sua esistenza.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è anche un flusso di ricordi, rivelazioni e flashback chiarificatori ed inaspettati che ci spingono alla lettura fino all’ultima pagina di un romanzo che scalda il cuore oltre che un senso di meritata serenità.

5) Una famiglia vincente -King Richard

Il biglietto d’acquistare per “Una Famiglia Vincente – King Richard” è : Ridotto

“Una Famiglia Vincente -King Richard” è un film di Reinaldo Marcus Green. Con Will Smith, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Aunjanue Ellis, Tony Goldwyn. Biopic, 144′. USA 2021

Sinossi:

All’inizio degli anni ’90, Richard Williams è un ex atleta che vive a Compton, in California, con la moglie Brandy, le tre figliastre e le sue due figlie naturali: Venus e Serena. Convinto che le sue ragazze diventeranno future campionesse del tennis, le allena tutti i giorni nei campi liberi del loro quartiere malfamato e visita instancabilmente i principali tennis club dello Stato per convincere le alte sfere del tennis a prendere le figlie sotto la loro ala. Insistente e autoritario, Richard guiderà e seguirà passo passo le carriere di Venus e Serena (quest’ultima più giovane di due anni dalla sorella), arrivando a realizzare tutti i suoi sogni, anche a costo di perdere la stima della moglie.

Recensione:

di Reinaldo Marcus Green. Con Will Smith, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Aunjanue Ellis, Tony Goldwyn. Biopic, 144′. USA 2021

All’inizio degli anni ’90, Richard Williams è un ex atleta che vive a Compton, in California, con la moglie Brandy, le tre figliastre e le sue due figlie naturali: Venus e Serena. Convinto che le sue ragazze diventeranno future campionesse del tennis, le allena tutti i giorni nei campi liberi del loro quartiere malfamato e visita instancabilmente i principali tennis club dello Stato per convincere le alte sfere del tennis a prendere le figlie sotto la loro ala. Insistente e autoritario, Richard guiderà e seguirà passo passo le carriere di Venus e Serena (quest’ultima più giovane di due anni dalla sorella), arrivando a realizzare tutti i suoi sogni, anche a costo di perdere la stima della moglie.

Sono consapevole d’essere “giornalisticamente” fastidioso, iniziando sovente le mie recensioni con delle premesse personali. Ma quando il Fato – altrimenti detto la Direttora – mi affida un incarico e/o acconsente alle mie proposte di articolo non sempre conosce il mio background, quindi mettere qualche paletto è quasi d’obbligo.

Nel caso di “Una famiglia vincente – King Richard”, presentato in anteprima al London Film Festival in autunno e adesso in uscita al cinema, almeno partivo dalla certezza di conoscere le “terribili” sorelle Williams, avendole viste giocare in tv qualche volta.

Prima di vedere il film di Reinaldo Marcus Green, però, non avevo idea di chi fosse Richard Williams e di che ruolo decisivo avesse avuto nelle trionfali carriere delle figlie continua su