168) Ada e Incubus -Rivelazioni di una Notte ( Maria Cristina Torrisi)

“Ada e Incubus- rivelazioni di una notte” è un romanzo scritto da Maria Cristina Torrisi e pubblicato il 17 settembre 2020 da Algra Editore

Sinossi:
«Una delle opportunità più confacenti per ricostruire una storia è quella di venire in possesso del diario del protagonista. Perché la semplice conoscenza diretta di una persona, pur se ricca di particolari, può mantenere dei limiti. Può fermarsi a cogliere soltanto i tratti esteriori. Il diario, invece, è la lettura dell’anima. Penetra nei segreti nascosti di un animo che vive il proprio dramma esistenziale. […] Ci troviamo dinanzi a un diario che espone la drammatica convivenza di Ada e Vlad con tutta la forza di un’amara realtà vissuta. Un diario che assume il ruolo di condurre quella storia. Il diario di una vita che è pronta a confrontarsi». (Dalla Prefazione di Antonino Leotta)

Recensione:
È giusto quanto coraggioso farsi aiutare dai seri professionisti nel momento in cui la propria mente rischia di perdersi.
La psicoterapia e financo gli psicofarmaci sono necessari, se non indispensabili per uscire dall’impasse psicofisico in cui un ‘anima fragile rischia di sprofondare.
È altresì fondamentale poter contare anche sull’affetto dei propri cari ed amici.
Tutto è importante, ma niente è decisivo quanto far scattare nel “malato” il desiderio di voltare pagina.
Il sentirsi tradito, abbandonato possono trascinare una persona fino al punto di non ritorno.
Quando tutto sembra nero, distrutto, immutabile, la scrittura può offrirti la possibilità di guardare, percepire questa sofferenza da una diversa prospettiva.
La disperazione, il dolore, la rabbia possono essere incanalati, usati in modo creativo quanto liberatorio.
La creatività diventa il miglior farmaco possibile per curare le ferite dell’ anima.
Maria Cristina Torrisi è un’amica.
In questi anni ho conosciuto una donna gentile, sensibile, colta, sempre sorridente, disponibile oltre che appassionata e dedita al proprio lavoro.
Ho avuto modo di leggere i suoi romanzi apprezzandola anche come autrice poliedrica e versatile.
Così quando ho iniziato la lettura del suo ultimo romanzo mi sono sentito in colpa nello “scoprire” come la cara Cristina abbia dovuto affrontare un momento davvero complicato sul piano personale.
Le prime pagine di “Ada e Incubus” si sono rivelate inattese, non avendo compreso quanto fosse grave e profonda la “solitudine interiore” provata dalla mia amica.
Ma ancora una volta Maria Cristina mi ha sorpreso, rivelandosi una donna forte e tenace nel l’ora più buia” della propria vita.
Cristina si è affidata al proprio talento, umanità e sensibilità tramutando il brutto in bello, la sofferenza in speranza, la rabbia in volontà di rivalsa e rinascita.
“Ada e Incubus” è una lettura potente, simbolica, liberatoria, salvifica, una poetica e risolutiva resa dei conti.
La lotta di libertà, emancipazione sentimentale di Ada commuove e conquista il lettore “obbligandolo” alla lettura con il fiato sospeso fino all’ultima pagina di un romanzo unico scritto da una persona di rara dolcezza e bontà.

167) La Belva

Il biglietto da acquistare per “La Belva” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“La Belva” è un film di Ludovico Di Martino. Con Fabrizio Gifuni, Lino Musella, Monica Piseddu, Emanuele Linfatti, Andrea Pennacchi. Drammatico, 90′. Italia 2020

Sinossi:

Il Capitano dell’esercito Leonida Riva ha affrontato conflitti in Somalia, Iraq, Bosnia, Rwanda, Afghanistan, è stato catturato e torturato, e una volta tornato a casa è diventato un estraneo per la sua famiglia, imbottito di farmaci e infuriato col mondo. Il soprannome di Bestia gli si addice e solo Teresa, la sua bambina di sei anni, gli corre ancora incontro, mentre gli altri – compresi la moglie Angela e il figlio maggiore Matteo – se ne tengono a distanza. Ma quando Teresa scompare la Bestia entra in azione, e tutto ciò che ha imparato durante quelle missioni dalle quali non riesce più a staccarsi tornerà utile per cercarla.

Recensione:

Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato, un giorno, di vedere Fabrizio Gifuni mettere da parte la sua naturale eleganza per trasformarsi, per esigenze di copione, in un tostissimo e rabbioso ex capitano delle forze speciali.

Va dato merito al produttore Matteo Rovere e al regista Ludovico Di Martino di averci visto lungo sulle sue capacità fisiche oltre che recitative, affidandogli una rischiosa patata bollente: diventare il Rambo italiano, senza però cadere nella parodia del personaggio interpretato da Stallone. E non solo, ma anche trovare una sintesi vincente tra Rambo e il Bryan Millis della saga “Io vi troverò”.

Già, caro lettore, è inutile girarci intorno: “La Belva” è la riposta nostrana a questi due celebri franchise, che hanno conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Basta leggere la sinossi del film, per capire come gli sceneggiatori abbiano attinto a piene mani da progetti già collaudati. continua su

166) La misura del Tempo (Gianrico Carofiglio)

“La misura del Tempo” è un romanzo scritto da Gianrico Carofiglio e pubblicato il 5 Novembre 2019 da Einaudi Editore.

Sinossi:
Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario.
Guido è tutt’altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza.
Comincia così, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.
Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.

«Col passare del tempo alcuni luoghi della città mi ricordano sempre più intensamente sensazioni e fantasticherie del passato remoto. Un’epoca di stupore. Ecco, certi luoghi della città mi fanno sentire nostalgia per lo stupore. Essere storditi dalla forza di qualcosa. Mi piacerebbe tanto, se capitasse di nuovo».

Recensione:
Il mio 2020 letterario continua ad essere caratterizzato dalle “prime volte”.
Questa volta è stato il turno di scoprire Carofiglio nelle vesti scrittore, dopo averlo ascoltato, visto in questi anni cimentarsi in numerosi talk show in quanto ex magistrato, ex deputato.
Avevo “sentito” parlare dell’avvocato Guido Guerrieri, alter ego letterario di Carofiglio, senza mai però decidermi di leggerlo direttamente.
Una scelta, lo confesso, amplificata dalla decisione di Carofiglio di scendere in campo politicamente nel 2013.
Un pregiudizio politico, indubbiamente sbagliato, ma che mi aveva spinto verso altri autori gialli.
Ebbene debbo delle scuse letterarie a Gianrico Carofiglio.
“La misura del tempo” è un intrigante, convincente e solido “legalthriller” che non ha nulla d’invidiare ai romanzi scritti dal Maestro John Grisham.
Non mi stupisce che il romanzo di Carofiglio sia stato finalista al “Premio Strega” avendo rivelato una ricchezza drammaturgia, un avvolgente e crescente pathos narrativo e un intreccio ben calibrato tra la sfera personale del protagonista e la parte processuale
Gianrico Carofiglio forte della propria esperienza diretta come magistrato, padroneggia con maestria e naturalezza la tematica legale e rendendo chiare le procedure processuali che sovente risultano ostiche al lettore sprovvisto di tale background.
“La misura del tempo” è un legal thriller dal taglio umano, minimalista, malinconico dove il processo d’appello è solamente l’escamotage narrativo di partenza per spingere l’avvocato Guerrieri a tuffarsi nel mare dei ricordi di giovinezza e di un amore travolgente quanto veloce.
“La misura del tempo” si legge rapidamente e agilmente, rimanendo colpiti in parte dalla tenacia investigativa dell’avvocato Guerrieri e successivamente dalla sua abilità forense e dall’altra sorridendo del turbamento emotivo dell’uomo Guerrieri avendo di fronte una sua ex.
“La misura del tempo” è un romanzo ben scritto, coerente , consigliato ai fan del genere e soprattutto a chi crede ai fatali ritorni di fiamma.

165) 38 Torino Film Festival- Lo Speciale

La pandemia ci ha rallentato, costretto a restare a casa, ma non ci ha mai fermato. Nè mai lo farà!

Vittorio De Agrò dal suo “bueno retiro” sta seguendo il 38 Torino Film Festival.

Recensioni, cartoline, riflessioni.

Tutto questo e molto altro lo potete leggere nello speciale di Parole a Colori in continuo aggiornamento.

Ecco il link:

https://www.paroleacolori.com/category/eventi/

Leggete Capre!

164) L’Uno

Il biglietto da acquistare per “L’Uno “ è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

Un film di Alessandro Antonaci, Stefano Mandalà, Daniel Lascar, Paolo Carenzo. Con Elena Cascino,
Matteo Sintucci, Stefano Accomo, Anna Canale, Alice Piano. Drammatico, 92. Italia 2020

Da quattro mesi nei cieli di tutto il mondo è apparso l’Uno, un oggetto volante non identificato, che sovrasta e condiziona dall’alto la vita di tutti. Compresa quella di Marta e Tommaso, che organizzano una festa di capodanno a cui partecipa il miglior amico di lei, con la sua ultima conquista, una ragazza francese conosciuta la sera prima… Ai quattro si aggiunge anche Cecilia, sorella della padrona di casa, incinta di tre mesi, accompagnata da un amico. Chiusi in una stanza, senza contatti con l’esterno, i rapporti si incrinano sempre di più, le tensioni si acuiscono, i ricordi riaffiorano e la mezzanotte e si avvicina. E cosa ne sarà di loro? Dei loro rapporti? Delle loro famiglie? Delle loro vite? Cosa ne sarà del mondo, minacciato dall’Uno? E se l’Uno non fosse mai arrivato?

L’uomo propone, Dio dispone, recita un vecchio detto. Ma che accadrebbe se, anziché dall’intervento divino, la vita di tutti noi fosse sconvolta da un evento inaspettato, misterioso, potenzialmente letale? Difficile non pensare al Covid, vero? continua su

163) La Regina degli Scacchi

“La Regina degli Scacchi” è una serie diretta da Scott Frank. Con Anya Taylor-Joy, Bill Camp, Marielle Heller, Harry Melling, Thomas Brodie-Sangster. Drammatico. Stati Uniti. 2020

Recensione:

È doveroso fare una premessa, prima di mettere nero su bianco la mia modesta opinione su “La regina degli scacchi”, la miniserie del momento targata Netflix. Personalmente ho sempre detestato gli scacchi e la dama, che fin da bambino hanno messo in evidenza la mia mancanza di intelligenza strategica e pazienza.

Ho cercato di far presente la mia inadeguatezza alla direttora Turillazzi, quando mi ha assegnato la recensione. La risposta è stata lapidaria: “Nessuna problema, se dovesse servire rivedrai i sette episodi a ripetizione. Voglio il pezzo entro venerdì”. Con questo stato d’animo mi sono approcciato alla visione, pronto a fare le pulci al progetto di Scott Frank. continua su:

162) Finding Steve Mc Queen

Il biglietto da acquistare per “Finding Steve McQueen” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva)*. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Finding Steve Mc Queen” è un film di Mark Steven Johnson. Con Travis Fimmel, Kate Bosworth, William Fichtner, Forest Whitaker, Rachael Taylor. Commedia drammatica. USA 2017

Sinossi:

Ohio, 1972. Harry James Barber ha una passione per la guida spericolata e per lo Steve McQueen di “Bullitt”. Suo zio Enzo Rotella, attraverso i contatti con la mafia e in particolare con Jimmy Hoffa, viene a sapere che il presidente Nixon ha nascosto parte del denaro raccolto nella campagna presidenziale nel caveau di una banca californiana. Da lì ad ideare la rapina del secolo il passo è breve, e non c’è nemmeno da sentirsi troppo in colpa, perché Nixon sta “tradendo il Paese”, mandando migliaia di giovani a combattere in Vietnam. Pennsylvania, 1980. Harry James ora ha un altro nome e una ragazza, Molly, figlia di un poliziotto. Ma all’ufficio postale locale hanno appena appeso un cartello “wanted” con la sua foto segnaletica, ed è ora di raccontare a Molly tutta la verità sul suo passato.

Recensione:

Avviso ai fan di Steve McQueen: il titolo del film di Mark Steven Johnson, “C’era una volta Steve McQueen”, è volutamente fuorviante. L’iconico attore, infatti, c’entra davvero con questa commedia del 2019, disponibile dal 16 novembre per il download su iTunes.

Al di là della convinzione del protagonista di essere l’alter ego della carismatica star, gli sceneggiatori hanno voluto riportare alla luce un fatto realmente avvenuto nel 1972, all’epoca della presidenza Nixon (idea interessante, anche alla luce delle travagliate ultime elezioni americane). La figura di Richard Nixon, infatti, ancora oggi divide gli statunitensi, quasi quanto quella si Trump.

Il film ricostruisce in chiave comica e direi quasi grottesca la rapina in una banca californiana messa a segno nel ’72 da un gruppo di improbabili ladri, convinti d’essere giustificati nel compiere il crimine. Una sorta di rilettura del mito Robin Hood con toni e stile da commedia; una bella scommessa autoriale che però si perde all’atto pratico. continua su

161) I am Greta

Il biglietto da acquistare per “I am Greta” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“I am Greta” è un film di Nathan Grossman. Con Greta Thunberg. Documentario, 97′. Svezia 2020.

Sinossi:

Ad agosto del 2019, gli skipper Boris Hermann e Pierre Casiraghi approdano a New York in barca a vela. Partiti da Plymouth, nel Regno Unito, hanno attraversato l’Atlantico per accompagnare Greta Thunberg, suo padre Svante e il filmmaker Nathan Grossman al summit delle Nazioni Unite sul clima, dove la giovane attivista è stata invitata a intervenire. Il documentarista svedese Grossman la segue da un anno esatto, cioè dal suo primo sciopero solitario fuori dal parlamento di Stoccolma. Dodici mesi in cui la ragazza, nata nel 2003, ha affrontato un’eccezionale esposizione mediatica, condizione necessaria per portare all’attenzione della politica mondiale il suo appello ecologico. Tutto a scapito della frequenza scolastica e delle altre normali attività di un’adolescente con sindrome di Asperger («forse non direi “soffro di” ma “ce l’ho”», afferma lei).

Recensione:

Una ragazzina di 15 anni conquista le prime pagine dei giornali, decidendo di scioperare per la crisi climatica. Nel giro di qualche mese, grazie anche ai social, diventa un’icona e un simbolo per milioni di coetanei, tanto da venire ricevuta dai Capi di stato e invitata a parlare all’assemblea generale dell’ONU.

Potrebbe sembrare la trama di un romanzo o di un film, invece è la storia vera di Greta Thunberg, svedese classe 2003, che il documentarista Nathan Grossman ha seguito per un anno, dagli inizi fino alla traversata oceanica che l’ha portata al summit delle Nazioni Unite sul clima.

Dal settembre 2018, ogni venerdì, Greta ha “marinato” la scuola per protestare davanti al Parlamento svedese, per portare la questione climatica, a suo avviso poco considerata, al centro del dibattito internazionale. Il suo attivismo si è spinto molto più in là della mera protesta: Greta è diventata vegana, indossa solo abiti usati, ha portato i genitori a rivedere le proprie abitudini di acquisto e gli standard di consumo energetico. continua su

160) L’Omicidio é Denaro ( Petros Markaris)

“L’omicidio è denaro” è un romanzo scritto da Petros Markaris e pubblicato da La Nave di Teseo nel settembre 2020.

Sinossi:
In Grecia nessuno sembra occuparsi dei più poveri, di coloro che sono rimasti ai margini della società. Il vecchio militante di sinistra Lambros Zisis progetta così di far nascere il “movimento dei poveri”, perché la crisi non è finita: nonostante le bugie dei politici che raccontano di una ripresa degli investimenti, il mondo sta cambiando sempre più velocemente – tra il turismo mordi e fuggi che minaccia di svuotare Atene e gli immigrati che cercano in Europa un nuovo futuro – ma a pagare il conto sono sempre gli stessi. Eppure non è l’idealismo del suo vecchio amico Zisis a preoccupare il commissario Kostas Charitos – o almeno, non solo – quanto piuttosto i feroci omicidi di due investitori stranieri, uccisi a coltellate sulle note di una vecchia canzone popolare. Per trovare il colpevole, Charitos dovrà affrontare uno dei casi più difficili della sua carriera, indagando in una Atene sospesa tra speranza e disillusione, tra la bellezza immortale della sua storia e il caos dei nostri tempi.
Recensione:
Credo poco alle coincidenze nella vita, ma allo stesso tempo sono fortemente convinto che la letteratura sia capace d’ anticipare il futuro, raccontandone i cambiamenti epocali, le proteste e le esigenze più profonde di un popolo.
Da diversi anni sono diventato un fan del Maestro Markaris appassionandomi alle indagini del commissario Kostas Charitos.
Gli ultimi romanzi di Petros Markaris li ho definiti dei saggi socio /economici seppure siano stati “presentati” come romanzi gialli.
Markaris ha scelto coraggiosamente di raccontare, descrivere la Grecia post Troika, mettendo a nudo le fragilità e corruzione di un sistema politico più attento a soddisfare le richieste dei Paesi esteri piuttosto che occuparsi delle crescenti grida d’aiuto del popolo greco.
Corruzione, avidità, egoismo sono stati i “moventi” che hanno spinto “normali cittadini” a trasformarsi in feroci assassini.
La disperazione può spingere anche l’uomo più mite a covare desideri di vendetta.
In questo tragico 2020 stiamo leggendo, ascoltando come si siano drammaticamente mescolando due pandemie: quella sanitaria con quella economica.
Fatalmente collegate tra loro e paradossalmente contrapposte.
Quella sanitaria, si spera, possa avere una fine. Invece quella economica rischia d’essere realmente incontrollabile.
L’Europa, il mondo rischia di trovarsi un “esercito” di nuovi poveri, affamati, disperati, impensabili fino ad un anno fa
“L’omicidio è denaro” si basa narrativamente su queste amare e preoccupanti riflessioni, portando il lettore ancora in Grecia facendoli toccare con mano come il “risanamento “imposto dalla Troika abbia creato povertà e malcontento tra gli ex ceti medi.
Markaris punta il dito nei confronti di quei Paesi “speculatori” come la Cina, l’Arabia Saudita che hanno cominciato a fare “shopping” in Grecia acquistando isole, immobili, interi quartieri a prezzi stracciati, stravolgendo la precaria economia locale.
Un j’accuse forte e spietato rivolto all’attuale governo greco che per “amore” degli investimenti stranieri chiude gli occhi sulle modalità e tempistiche.
“L’omicidio è denaro” risulta però strutturalmente e narrativamente debole come thriller al traino della componente politica ed ideologica.
Un “limite” autoriale che Markaris paga alla lunga, lasciando scontento il fan puro del genere giallo.
È sicuramente interessante la “svolta creativa” di dare voce e spazio ad un personaggio storico il vecchio Zisis promotore del movimento dei poveri, ma non bastevole per colmare le criticità sopracitate.
“L’omicidio è denaro” è complessivamente una lettura godibile, avvolgente, piena di umanità, segnata da un realismo cinico quanto amato che solamente i grandi autori posseggono nelle vesti di attenti osservatori di una società malata ed involuta.
Petros Markaris se da una parte ci lancia un nuovo accorato appello all’unità contro la pandemia sociale imminente, dall’altra delude chi segue le indagini del Kostas Charitos anche solo per distrarsi da una realtà opprimente.
Il nostro modesto consiglio al Maestro è quello d’essere nel prossimo romanzo più giallista e meno sociologo.
Rivogliamo protagonista il vecchio Kostas Charitos!

159) Amo la mia vita (Sophie Kinsella)

“Amo la mia vita” è un romanzo scritto da Sophie Kinsella e pubblicato da Mondadori Editore il 27 ottobre 2020.

Sinossi:

Ava vive a Londra, ha tre amiche del cuore e un compagno speciale, il suo beagle Harold, un cane molto vivace e disubbidiente che ne combina di tutti i colori.

Non ha ancora trovato l’anima gemella e, dopo una lunga serie di incontri a dir poco insoddisfacenti, capisce che la ricerca di un partner online non fa per lei.

Ava ha in mente mille progetti per la sua vita, le piace “ampliare i suoi orizzonti” anche se in realtà non sa quale strada prendere. Di fatto si guadagna da vivere scrivendo i bugiardini dei farmaci, è iscritta a un corso di aromaterapia e ha iniziato un suo romanzo, però non è molto ispirata. Decide perciò di partecipare a un corso di scrittura in Puglia dove conosce un uomo bello e misterioso da cui è irresistibilmente attratta. Tra i due scocca la scintilla, ma decidono di non chiedersi nulla delle loro rispettive vite, nome compreso.

Alla fine di questa romantica avventura scoprono con gioia di essere entrambi diretti a Londra e cominciano a frequentarsi, ed è così che hanno inizio le sorprese…

Ava avrà trovato l’uomo giusto o è solo un abbaglio?

Amo la mia vita è una commedia romantica che fa ridere e sorridere, in cui Sophie Kinsella affronta il tema delle false aspettative e dei compromessi necessari in amore.

Perché chi hai davvero di fronte non è mai come pensavi fosse e soprattutto come lo volevi tu.

Recensione:

Molti hanno vissuto un’”avventura” estiva, un “flirt”, un innamorato nato durante una vacanza.

Altri   invece si sono “specializzati” nel “mordi e fuggi” di una notte.

Ed infine c’è chi pensa di trovare l’anima gemella frequentando convegno o magari un ritiro creativo/spirituale.

Difficile dire chi abbia ragione nell’affrontare questi “imprevisti” amorosi , ma siamo certi che avendo una  certa dose di sensibilità, ironia e un pizzico creatività è possibile vedere questi incontri  da una diversa e magari romantica prospettiva.

È quello che ha fatto la nostra “amata” Sophie Kinsella nello scrivere il suo nuovo romanzo “Amo la mia vita”.

Kinsella ha raccontato con il proprio stile, anima e visione sull’amore, nel descriverci  il causale quanto travolgente tra Ava e il misterioso Dutch avvenuto  durante un incontro di scrittura creativa in Puglia.

Potremmo definire “Amo la mia vita” come una rilettura kinselliana del celebre film “’Attrazione fatale”, ma con la sostanziale differenza che l’elemento thriller in questo caso si concretizza  quando la neo coppa , una volta uscita dalla “bolla d’amore” pugliese e ritornata alla vita londinese, scoprirà amaramente e  reciprocamente la rispettiva indole e carattere.

“Amo la mia vita” narrativamente sembra una via di mezzo tra “Bridget Jones” e “Sex and City”, adattando ovviamente l’intreccio e personaggi trend sociale e culturale della Londra post Brexit.

Ancora “Amo la mia vita” sembra strizzare l’occhio ad un altro popolare personaggio femminile degli ultimi anni: la Louisa Clark nata dalla magica penna di Jo Jo Moyes

“Amo la mia vita” è un romanzo leggero, lineare, complessivamente godibile, ma “avaro” di picchi creativi ed emozionali, costruito su cliché, gelosie ed equivoci abbastanza classiche e sperimentate nel genere romance.

Sophia Kinsella pur non tirando fuori dalla propria “cilindro “un idea nuova, originale è riuscita a dare vita ad una storia briosa, divertente, a trattati anche commovente, efficace nell’ evitare possibili cadute di stile e/o toni durante lo sviluppo dell’intreccio.

“Amo la mia vita” è un romanzo  rivolto agli over 30 di ogni genere e classe, dove sono rese evidenti le fragilità, insicurezze e financo contraddizioni in campo sentimentale e lavorativo di una generazione avvinta su sé stessa.

“Amo la mia vita” ci consente di sorridere ed allo stesso di riflettere sui noi stessi e su quali siano le nostre vere priorità ed esigenze.

“Amo la mia vita” è anche un invito coraggioso a lasciarsi andare e credere nell’altro, mantenendo però i piedi ben piantati in terra evitando pericolosi voli pindarici.

Innamorarsi è forse la cosa più bella che ci possa capitare, ma trovando  la giusta “guida” per comprendere il “pianeta” del proprio partner, è sicuramente la parte più importante nel poter  raggiungere una felicità autentica e duratura.