33 ) La Fine del Tempo (Guido Maria Brera)

“La fine del tempo” è un romanzo scritto da Guido Maria Brera, pubblicato il 20 febbraio 2020 dalla Nave di Teseo.

Sinossi:
Philip Wade è uno stimato professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra, ma in passato ha vissuto molte vite e in una di queste ha lavorato per una grande banca d’affari della City in qualità di analista, chiamato a prevedere le tendenze economiche, politiche e sociali su cui indirizzare gli investimenti. Colpito da una forma di amnesia, Philip oggi non riesce più a trattenere alcun ricordo recente: nei buchi della sua memoria scompare anche il saggio che stava scrivendo e di cui non c’è più traccia. Con il ritmo di un giallo, “La fine del tempo” narra l’indagine di un uomo nell’abisso della propria mente, intorno al mistero di un libro rivoluzionario e perduto. Scoperta dopo scoperta, mentre l’Europa si infiamma sotto il montare della marea populista, Philip Wade ricompone il mosaico del suo libro, che potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi corporation che governano l’economia mondiale. E che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull’eliminazione della principale variabile del gioco finanziario – il tempo – condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l’aristocrazia delle app.
Recensione:
Sei anni fa decisi di leggere “I Diavoli “i, romanzo d’esordio di Guido Maria Brera spinto dalla curiosità e soprattutto dalla convincente campagna promozionale messa in campo.
Una scelta letteraria che si rivelò complessivamente felice avendo riscontrato un efficace mix tra finzione e finanza nella struttura narrativa di “I Diavoli” .
Guido Maria Brera si era dimostrato bravo quanto furbo nel “nascondere” un saggio economico dentro un romanzo trovando così una modalità di racconto capace di conquistare l’attenzione ed interesse del lettore.
“I Diavoli” è diventato meritoriamente un best seller internazionale al punto che Sky ne ha acquistato i diritti televisivi con lo scopo di realizzarne una serie con protagonisti i bravi e belli Patrick Dempsey ed Alessandro Borghi.

“Squadra che vince non si cambia” recita un saggio proverbio sportivo e Brera traslandolo in chiave letteraria ripropone la stessa struttura, lo stesso “inganno” narrativo nel firmare “La fine del tempo”.
“La fine del tempo” è infatti un dotto, interessante saggio economico /finanziario incentrato sulla controversa tematica del QE (quantitative easing, strumento finanziario introdotto da Mario Draghi durante la crisi economica del 2011) e come la finanza mondiale ne abbia stravolto il valore “terapeutico” destinato allele Borse e soprattutto rivolto alla crescita economica, facendolo diventare un pericoloso quanto silente “cavallo di Troia” di distruzione per l’economia reale.
“La fine del tempo” è un testo avvincente, profondo quanto inquietante nell’evidenziare come il sistema economico e finanziario internazionale si muova dentro una pericolosa bolla “drogata” dal costante flusso di denaro iniettato dalle Banche centrali.
Una bomba ad orologeria che secondo Brera inevitabilmente esploderà provocando, se possibile, maggiori disastri rispetto alla crisi iniziata nel 2008 in America.
“La Fine del tempo” fallisce od almeno convince poco nella parte di “finzione” risultando debole, risicata rispetto al contesto principale.
“La fine del tempo” deve essere considerato drammaturgicamente come una sorta di spin off di “I Diavoli” in cui dove il protagonista, il professore Philip Wade si relazionerà con i carismatici personaggi del primo romanzo.
“La fine del tempo” avendo un’anima, una visione più tecnica, scientifica, a tratti filosofica, perde slancio e coerenza quando la storia vira sull’aspetto intimistico e personale del protagonista.
L’escamotage drammaturgico di Brera di voler equiparare la sofferenza fisica ed esistenziale del professore Wade nell’affrontare la perdita della memoria alla colpevole amnesia collettiva di non vedere come il sistema sia truccato , lascia piuttosto tiepido il lettore.
Nel lettore non scatta l’empatia con Wade, con la sua storia, e soprattutto con tormenti interiori “ risultando poco coinvolgente rispetto al vero cuore narrativo del libro.
“La fine del tempo” nonostante i limiti strutturali e narrativi evidenziati rimane comunque una lettura consigliata per chi ha amato “I Diavoli” e soprattutto desidera capire i misteri ed i pericoli dell’alta finanza.

32) Salvo amato, Livia mia – Il Commissario Montalbano

“Salvo amato, Livia Mia” è un film di Alberto Sironi, Luca Zingaretti. Con Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Rosario Lisma, Angelo Russo. Drammatico, 110′. Italia 2020

Sinossi:

Agata, una giovane archivista, viene trovata morta a Vigata, uccisa da innumerevoli colpi alla testa con un oggetto contundente. Agata è figlia della parrucchiera di Livia, e l’eterna compagna del commissario Montalbano ne era diventata amica quando la giovane archivista si era trasferita a Genova per lavoro. Dunque Livia torna a Vigata per abbracciare i genitori della defunta, e Salvo avvia un’indagine che si rivelerà molto complessa e svelerà i segreti più nascosti di alcuni abitanti del paese.

Recensione:

Dal 9 marzo torna su Rai 1 il commissario Montalbano, con due nuovi episodi della serie, “Salvo amato, Livia mia” e “La rete di protezione”.

Prima che in tv è stato possibile godere al cinema del primo dei due, in un evento di tre giorni inteso anche come un omaggio allo scrittore Andrea Camilleri e al regista Alberto Sironi, scomparsi rispettivamente a luglio e ad agosto 2019.

“È inutile girarci intorno – ha dichiarato un commosso Luca Zingaretti in conferenza stampa -, il successo di Montalbano si basava e si basa su tre pilastri: la scrittura di Andrea, il talento di Alberto nel curare gli adattamenti tv dei romanzi e l’alchimia che negli anni si è creata tra i membri del cast. Nel giro di pochi mesi sono venuti a mancare due su tre di questi pilastri”.

A Zingaretti è toccato il compito arduo di raccogliere l’eredità registica di Sironi, supportato dalla Palomar, dai colleghi e dai tecnici, e mettersi dietro la macchina da presa e non solo davanti. Due episodi da intendere come un tributo, un saluto, prima del possibile gran finale.

Perché l’estate scorsa è stato girato un terzo episodio, “Il metodo Catalanotti”, che presenta un finale aperto quanto clamoroso per la vita sentimentale del nostro commissario. Ma questo lo vedremo solamente nel 2021, una scelta produttiva molto probabilmente concordata con Sellerio. continua su

“Salvo amato, Livia mia”: dal 9 marzo torna il commissario Montalbano

31 ) Inventario di un cuore in allarme (Lorenzo Marone)

“Inventario di un cuore in allarme” è un romanzo scritto da Lorenzo Marone pubblicato da Einaudi nel febbraio 2020.

Sinossi:
Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all’ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l’inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all’affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all’astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all’astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l’angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po’ di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici. Le confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in allarme». Che prende in giro sé stesso mettendo in scena quello che, da Molière a Woody Allen, è sempre stato il più irresistibile dei personaggi tragici.
Recensione:
È davvero “singolare” aver letto il nuovo romanzo di Lorenzo Marone pochi giorni prima dello scoppio dello psicodramma italiano sul “corona virus.
E’ buffo scriverne una breve recensione non immaginando la faccia , sentimenti e pensieri di Lorenzo Marone sul corona virus
E’ stato sorprendente scoprire che Lorenzo Marone sia un ipocondriaco e come questa “patologia” ne abbia condizionato l’esistenza.
“Inventario di un cuore in allarme” non è un romanzo quanto piuttosto una divertente, sincera e profonda confessione pubblica dell’uomo Marone.
Lorenzo Marone si mette “a nudo” rivelando le proprie fragilità, debolezze ed insicurezze utilizzando il proprio talento e sensibilità di scrittore.
Se la parola “confessione” non vi piace, allora immaginatelo come una sorta di diario condiviso in cui l’autore racconta con autoironia, puntualità e soprattutto in modo divertente la sua vita da ipocondriaco.
Un racconto scandito da aneddoti, ricordi e tentativi medici e non d’arginare inutilmente le proprie fobie, ossessioni dimostrando di possedere verve e spirito critico.
“Inventario di un cuore in allarme” seppure racconti l’ipocondria di Lorenzo Marone in realtà evidenzia come molti di noi abbiano un certo propensione all’allarmismo ed alle fobie.
Le drammatiche cronache di questi ultimi giorni ne sono un clamoroso esempio.
“Inventario di un cuore in allarme” è una lettura intensa, piacevole, paradossalmente rilassante e tonificante per lo spirito oltre che per il corpo.
Lorenzo Marone scrivendo di sé e delle proprie debolezze consegna al lettore un messaggio di forza e speranza: la vera paura è quella di rimanere prigionieri della paura stessa. Smettendo di vivere, di crescere individualmente o rinunciando all’idea di costruire una famiglia.
Nei giorni, settimane del coronavirus, il libro di Lorenzo Marone è altamente consigliato sul piano emozionale e psicologico oltre che i giusti e convincenti meriti letterari.

30) La Gomera

Il biglietto da acquistare per “La Gomera” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“La Gomera” è un film di Corneliu Porumboiu. Con Vlad Ivanov, Catrinel Marlon, Rodica Lazar, Agustí Villaronga, Sabin Tambrea. Drammatico, 97′. Romania, Francia, Germania 2019

Sinossi:

Un poliziotto è intento a liberare un uomo d’affari da una prigione di Gomera, un’isola delle Canarie. Tuttavia, deve prima imparare il difficile dialetto locale, una lingua che include sibili e sputi.

Recensione:

C’è del marcio… in Romania, o se preferite la tematica mafiosa è diventata narrativamente spendibile, al cinema, anche al di fuori dei confini nostrani. “La Gomera” (The whislters), con le ovvie differenze stilistiche e strutturali, può essere visto infatti come la versione rumena di “Pizza Connection” di Damiano Diamini.

Corneliu Pornumboiu decide di affrontare il tema della corruzione nella polizia di Stato e del dilagare della criminalità organizzata, prendendosi meno sul serio rispetto ad altri che lo hanno preceduto in questo genere.

Il regista sceglie una suddivisione in capitoli in cui si alterano fasi drammatiche e violente e altre più ironiche e quasi da commedia, rendendo così la visione per lo spettatore molto più godibile e avvincente. Se c’è un comune denominatore, in questo film, è che niente è come sembra. continua su

“La Gomera”: un film dove si alternano con stile dramma e commedia

29 ) Papà – Guida alla gravidanza maschile (Giacomo Papi)

“Papà – guida alla gravidanza maschile” è un manuale scritto da Giacomo Papi , illustrazioni e infografiche di Andrea Bozzo, pubblicato da Sonzogno editore nel novembre 2019.
Sinossi:
Un bambino è in arrivo. La futura madre ha un mucchio di faccende a cui pensare: visite, nausee, pancia e seni che crescono. Il futuro papà, invece, può sentirsi spaesato, perché il suo ruolo è ancora da costruire. Questo libro racconta gioie e travagli della paternità e fornisce le informazioni necessarie, mediche e psicologiche, per rendere più facile l’attesa a lui, e quindi anche a lei.
Si comincia dallo spermatozoo e si arriva ai primi mesi di vita. In mezzo ci sono la felicità e lo sconquasso, e le cose da sapere raccontate con arguzia e passione enciclopedica: i progressi del feto minuto per minuto, le fasi della gestazione, il supplizio dei corsi preparto, la cronaca del lieto evento, gli esami da fare, le decisioni da prendere, i soldi da spendere, i cambiamenti da affrontare. Per anni questo manuale, pubblicato nel 2002, è stato uno dei pochi punti di riferimento a disposizione dei padri italiani, francesi e tedeschi.

È stato fotocopiato, cercato nelle biblioteche e comprato sui siti di libri usati, passando di mano in mano, di nascita in nascita, di padre in padre, come un libello clandestino. Ora questo “classico” viene ripresentato in una veste rinnovata, arricchita dalle infografiche e dai disegni di Andrea Bozzo e da un saggio in cui l’autore spiega quello che ha capito (e passato) in diciotto anni di intensa attività.
Recensione:
Ci sono libri, manuali, saggi utili , necessari se non addirittura indispensabili per qualunque epoca storica.
Esistono tanti, forse troppi manuali, saggi , libri che si sforzano di raccontare, descrivere la gravidanza dalla prospettiva femminile.
Poco o nulla invece è stato scritto, pensato per” l’altra parte del cielo”
Paradossalmente tutte le attenzioni sono state sempre rivolte alla futura mamma perché potesse avere tutti gli strumenti e conoscenze necessarie per superare questo delicato quanto bellissimo passaggio fisico ed esistenziale.
L’uomo, il marito il papà? Poco o nulla. Come se fosse “la dolce attesa” non lo riguardasse.
Giacomo Papi nel 2002 in modo creativo quanto efficace colmò questa grave lacuna editoriale firmando questo manuale di sopravvivenza maschile ottenendo un grande successo commerciale ed emotivo.
Chi vi scrive non è ancora padre, eppure ha apprezzato molto questa nuova edizione arricchita dalle bellissime illustrazioni di Andrea Bozzo.
“Papà guida alla gravidanza maschile” è una lettura interessante, brillante, ironica, profonda ed allo stesso tempo valida sul piano scientifico e pratico.
Un manuale da leggere , rileggere più volte se davvero si è deciso di voler diventare genitore.
Papi mette a disposizione la sua personale esperienza , ricordi, emozioni al servizio degli spaventati quanto spaesati futuri padri descrivendo con originalità ed estro le varie tappe che li porterà al più grande ed importante cambiamento della loro vita
Se dopo aver letto questo manuale, il desiderio di paternità dovesse rimanere alterato sostenuta da gioiosa consapevolezza a scapito di qualsiasi ansia e paura . Decisamente il dado è tratto.
Sarete dei padri felici oltre che già teoricamente preparati al “ciclone bambino”.

28) Il Cacciatore 2 – Seconda Stagione

“Il Cacciatore ” è una serie ideata da Marcello Izzo, Silvia Ebreul e Alfonso Sabella. Con Francesco Montanari, Edoardo Pesce, Miriam Dalmazio, Robertro Citran, David Coco. Biografico, poliziesco. Italia. 2018-in produzione

Sinossi:

Le vicende di Saverio Barone, un giovane PM intenzionato a fare carriera, che nei primi anni Novanta diventa il protagonista della “caccia” ai mafiosi nella stagione immediatamente successiva alle stragi di Capaci e Via D’Amelio.

Recensione :

Il cacciatore è un appuntamento da non perdere per chi ama le serie americane e per chi volesse conoscere la storia più recente – ma spesso misteriosa – del nostro Paese. Due anni fa, chiudevo con queste parole la mia recensione della serie Rai ispirata alla storia vera del magistrato Alfonso Sabella.

Il tempo, i dati Auditel e i riconoscimenti ottenuti dall’attore protagonista, Francesco Montanari, hanno confermato le mie buone impressioni sulla qualità della recitazione, sull’eccellenza narrativa e sull’innovazione registica del prodotto, che torna con una seconda stagione in otto puntate, a partire dal 19 febbraio su Rai 2.

“Il cacciatore” era ed è ancora oggi una serie internazionale e poco “italiana”, dato il respiro del racconto, che travalica i confini nazionali. Non a caso è stata venduta in oltre cento Paesi nel mondo, conquistando con merito consenso e attenzione mediatica.

Passiamo a noi. La prima stagione si era conclusa in modo romantico ma aperto e teso, con Saverio Barone (Montanari), alter ego di Sabella sullo schermo, che arrivato in chiesa per sposare l’amata Giada rivelava alla donna di aver trovato il covo di Giovanni Brusca (Pesce). È il 2 gennaio 1996.

La degna conclusione per una storia segnata da una crescente escalation di emozioni, colpi di scena e brutali omicidi, che trasmetteva al pubblico una sensazione di ansia e frenesia, nonostante la compressione nei 12 episodi di un arco temporale di ben sette anni. continua su

“Il cacciatore”: Francesco Montanari riprende la caccia nella 2° stagione

27) Hunters

“Hunters” è una serie ideata da David Weil. Con Al Pacino, Josh Radnor, Logan Lerman, Lena Olin, Jerrika Hinton, Carol Kane, Saul Rubinek, Tiffany Boone, Louis Ozawa Changchien, Greg Austin, Dylan Baker.
Drammatico. USA. 2020-in produzione

Sinossi

Basata su eventi storici realmente accaduti, la serie di concentra su un gruppo variegato di cacciatori di nazisti nella New York City del 1977. I Cacciatori (The Hunters), così vengono chiamati da tutti, hanno scoperto che centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondono tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurarli alla giustizia.

Recensione:

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti. Il 7 maggio 1945 la Germania nazista firmò la resa senza condizioni.

Con “processo di Norimberga” ci si riferisce a due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah, tenutisi in Germania dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946.

Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione. Se uno colpisce l’occhio del suo schiavo o l’occhio della sua schiava e glielo fa perdere, li lascerà andare liberi in compenso dell’occhio perduto. Se fa cadere un dente al suo schiavo o un dente alla sua schiava, li lascerà andare liberi in compenso del dente perduto.
[Vecchio Testamento]

Questo piccolo “promemoria” composto da date, fatti e citazioni, caro spettatore, è propedeutico e quasi indispensabile prima di affrontare la visione di “Hunters”, la nuova serie targata Amazon Prime, disponibile dal 21 febbraio, nonostante già il titolo, traducibile come “Cacciatori”, dica molto del cuore narrativo e della mission del progetto. continua su

“Hunters”: caccia agli ufficiali nazisti nell’America degli anni ’70

26) Margaret Thatcher -Biografia della donna e della Politica ( Elisabetta Rosaspina)

“Margaret Thatcher – biografia della e della politica” è una biografia scritta da Elisabetta Rosaspina , pubblicata da Mondadori Editore nel novembre 2019.

Sinossi:
Il mondo la ricorda come la dispotica, implacabile Lady di ferro. Sempre in armi. Per difendere le isole Falkland dalle rivendicazioni dell’Argentina e l’Occidente dalla voracità dell’Orso sovietico durante la guerra fredda. Per domare i minatori in sciopero e le spinte indipendentiste dell’Irlanda del Nord. Per sconfiggere (tre volte di seguito) i laburisti alle elezioni, per imporre la sua «rivoluzione conservatrice», per smantellare l’assistenzialismo statale, per favorire un «capitalismo popolare», per risanare l’economia britannica a qualunque costo, umano e sociale. E, infine, per mantenere la sterlina fuori dall’Eurozona. Da est a ovest è rimbalzato quel soprannome, Iron Lady, a mano a mano che infrangeva tutti i soffitti di cristallo: prima donna leader dei Tory, dell’opposizione e, nel 1979, di un governo occidentale. Per undici anni e mezzo è stata la donna più potente al mondo e il primo ministro più longevo del XX secolo in Gran Bretagna. Dietro la maschera severa e intransigente che Margaret Thatcher indossava ogni mattina, dopo aver preparato il breakfast al marito, c’era però molto altro. In questa biografia Elisabetta Rosaspina cerca di esplorarne alcuni aspetti meno noti. La «figlia del droghiere», timida, secchiona e caparbia, che a Oxford si riscatta da una scialba vita di provincia. La giovane donna che si dedica anima e corpo alla politica, ma non trascura gli abiti, i cappellini, le borsette, i divertimenti e i corteggiatori. La moglie in carriera che organizza la sua vita fra casa e Westminster. La madre assente, senza rimorsi. La femminista, ma solo per sé. La candidata insicura, che si affida a un team di creativi per cambiare la sua voce e la sua immagine. La comandante in capo della war room, che non dorme di notte trepidando per i «suoi ragazzi» al fronte nell’Atlantico del Sud. L’ambientalista, che è tra i primi leader mondiali a preoccuparsi del cambiamento climatico. Imbattuta, si è creduta imbattibile. Le sarà fatale il Consiglio europeo di Roma, nell’ottobre 1990, quando Giulio Andreotti, al vertice dei capi di Stato e di governo, le farà capire che è rimasta sola contro tutti. L’ultimo atto, il voltafaccia dei suoi stessi ministri. Sopravvivrà a se stessa, in un lento e triste declino. Ma avrà la regina, amica e nemica, ai suoi funerali. Un onore che Elisabetta II aveva concesso soltanto a un altro primo ministro, Winston Churchill.
Recensione:
Pochi amano leggere biografie.
Pochissimi sono interessanti a leggere testi sulla vita di un politico.
Nessuno o quasi, è ancora disposto ad ascoltare , vedere o leggere notizie sui protagonisti dell’attuale panorama politico italiano.
Chi vi scrive, ovviamente, invece ama leggere le biografie e se interessanti anche quelle dei politici.
Ma pur comprendendo il vostro “disgusto letterario”, vi esorto a fare uno sforzo concedendo una “chance” all’interessante biografia scritta da Elisabetta Rosaspina su “Margaret Thatcher” alias Iron Lady.
Già “Iron Lady,” un soprannome “immaginato” per fini denigratori da una brillante penna sovietica , che p venne poi utilizzato magistralmente dallo staff della stessa Thatcher come uno dei più efficaci quanto iconici modelli di propaganda elettorale.
Margaret Roberts nata e cresciuta in un famiglia umile quanto solida si è guadagnata con fatica, sacrificio ed impegno il proprio successo .
Margaret Roberts si è sudata le proverbiali “sette camice” per arrivare ad essere la “donna” che avrebbe cambiato il Regno Unito, elevandosi al ruolo di statista al pari del suo Maestro Winston Churchill.
Margaret Roberts sarebbe diventata Margaret Thatcher una volta conosciuto e sposato il maggiore Denis Thatcher .
Iron Lady, trovata la perfetta “anima gemella” con cui mettere su famiglia , avrebbe iniziato la scalata al numero 10 di Downing Street.
Denis Thatcher si sarebbe rivelato un ottimo marito, una spalla su aggrapparsi nei momenti di sconforto e soprattutto in qualche caso anche un prezioso quanto schivo consigliere economico della moglie.
Elisabetta Rosaspina racconta in modo avvincente la vita privata e pubblica di Margaret Thatcher invogliando il lettore a scoprire come questa donna sia stata capace di sbaragliare i rivali all’interno del partito conservatore dimostrandosi sempre più competente, informata, e dotata di ironia quanto di una feroce determinazione.
Margaret Thatcher fu “l’uomo giusto” per una Gran Bretagna attraversata da una grave crisi economica e sociale. La sua lungimiranza politica, sapienza e ruvidezza probabilmente lacerò il Paese ma ne permise la modernizzazione gettando le basi per un grande rilancio industriale , politico e finanziario.
Margaret Thatcher non fu mai sconfitta nelle urne, ma messa “fuori gioco” dagli stessi compagni di partito ormai insofferenti alla “dittatura” di Iron Lady.
La Thatcher si dimise dopo aver espresso i propri dubbi sulla nascente Unione Europea paventando debolezza e contradizioni strutturali e svantaggi per l’Inghilterra.
Chissà se dall’alto Iron Lady non abbia più volte sogghignato amaro osservando il caos estenuante sulla Brexit.
Leggendo questa biografia consente, almeno per qualche giorno, al lettore potrà far pace con la Politica oltre ad apprezzare l’ultimo vero statista europeo .

25) Memorie di un Assassino

Il biglietto da acquistare per “Memorie di un assassino” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).

“Memorie di un assassino” è Un film di Bong Joon-ho. Con Song Kang-ho, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho, Hie-bong Byeon, Seo-hie Ko. Poliziesco, 129′. Corea del sud 2003

Sinossi:

Gyeonggi, 1986. Il cadavere di una ragazza violentata scatena le indagini dell’inadeguata polizia locale, intenta più a cercare un capro espiatorio che a trovare il vero colpevole. Gli omicidi si susseguono inarrestabili e un ispettore arriva da Seoul per fare luce sul mistero. Il volto di Song Kang-ho, uno dei migliori attori della sua generazione, guarda in camera attonito e si rivolge direttamente a noi, smarriti e confusi, pieni di “perché”. Come è possibile che l’uomo possa compiere atti simili? O forse, se una nazione intera vive all’insegna della violenza e dell’ingiustizia, quanto avviene non è che una naturale conseguenza?

Recensione:

Meglio tardi che mai, è il primo quanto sincero pensiero che colpisce lo spettatore dopo aver visto questo film. “Memorie di un assassino”, girato dal sudcoreano Bong Joon-Ho nel 2003, era rimasto infatti fino a oggi inedito nel nostro Paese.

Il successo planetario di “Parasite” ha in un certo senso “costretto” il distributore Academy Two a porre rimedio alla svista, ripescando questa bellissima pellicola inspiegabilmente lasciato fino a oggi dentro un cassetto.

“Memorie di un assassinio”, ispirato a una storia vera, è la tragicomica ricostruzione della caccia al primo serial killer della Corea del Sud. Tra il 1986 e il 1991 il Paese venne sconvolto da una scia di morte e crimini, che mise a nudo i limiti della polizia locale.

La pellicola, magistralmente scritta e diretta, dimostra la poliedricità e il talento di Bong Joon-Ho, capace di costruire un poliziesco scorrevole, incalzante, coinvolgente e pieno di pathos. Lo spettatore è letteralmente catapultato nella Corea di fine anni ’80 e inchiodato alla poltrona dall’inizio alla fine.

Il regista è abile nel mettere in scena una vicenda misteriosa, feroce e agghiacciante senza mai risultare morboso o eccessivo, calibrando le scene più violente e sanguinarie e inframezzandole con altre dai toni quasi comici.

Tra ilarità e ferocia, stupidità e acume ci si domanda come si può fermare un serial killer. È più utile l’intuito di Park Doo-Man (Hang-ho) o la capacità analitica di Seo Tae-Yoon (Kim)? I due detective si detestano, si scontrano, si ostacolano a vicenda durante l’indagine, cercando di dimostrare la superiorità del proprio metodo investigativo. continua su

“Memorie di un assassino”: un poliziesco incalzante e sconvolgente

24) Qualunque cosa ti faccia sorridere -storia d’amore con figli al seguito (Julia Elle)

“Qualunque cosa ti faccia sorridere- storia d’amore con figli al seguito”” è un romanzo scritto da Julia Elle e pubblicato nel settembre 2019 da Mondadori Editore.

Recensione:
Ho conosciuto “artisticamente” Julia Elle guardando, causalmente, su Facebook uno dei divertenti episodi della sua divertentissima quanto intelligente serie web” Disperatamente Mamma”.
Julia Elle mi ha subito colpito per la simpatia, freschezza, sorriso e soprattutto la qualità e profondità dei testi messi in scena.
Ovviamente la bellezza esteriore di Julia ha reso la visione ancora più interessante, ma da quel giorno confesso d’essere diventato un fan della serie, curioso di vedere che cosa sarebbe successo a “mamma” Julia.
Non conoscevo nulla della vita privata di Julia, così nello stilare la lista di Natale dei libri da farmi regalare dai parenti ed amici ho inserito il libro della Elle.
Ero curioso di vederla all’opera nelle vesti di scrittrice.
“Qualunque cosa ti faccia sapere “più che è un romanzo, va piuttosto visto come una sincera, toccante ed appassionata dichiarazione d’amore di Julia rivolta al marito Riccardo alias Billy, ai suoi due splendidi figli ed anche a lei stessa.
Julia apre il proprio cuore ai lettori raccontando di sé, degli errori fatti, delle delusioni subite e sofferenze patite e di come nonostante tutto, non si sia mai arresa.
Mentre leggevo il testo è cresciuta dentro la mia mente l’immagine di una Julia Elle versione Wonder Woman: tosta, solare, determinata e sempre propositiva.
Julia è finalmente innamorata, felice, realizzata ed ha voluto “gridarlo al mondo” mettendo su carta la sua storia d’amore con Riccardo.
Julia ha trovato improvvisamente il suo principe azzurro: Riccardo.
Julia ci racconta con uno stile diretto, ironico quanto coinvolgente tutte le tappe di questo amore da favola conquistando ed appassionando il lettore.
“Qualunque cosa ti faccia sorridere “è una lettura autentica, mai retorica né melensa che scalda cuore ed anima lasciandoti sorridente al termine della lettura sapendo che finalmente anche “mamma” Julia ha avuto la sua porzione di meritata felicità.