4)#afiancodelcoraggio 2023 con Carolina Marconi

Si è svolta ieri a La Lanterna di Roma la serata di premiazione della sesta edizione di #afiancodelcoraggio, con, tra gli altri, Carolina Marconi, ambassador dell’evento, Massimo Ghini, Michela Andreozzi

È “Soldatini” di Luca Locatelli la storia vincitrice della sesta edizione di #afiancodelcoraggio, il Premio letterario promosso da Roche Italia per dare voce ai racconti di malattia oncologica delle donne attraverso la lente narrativa dei caregiver uomini. Alla presenza della Giuria, presieduta da Gianni Letta – e composta da Angela Coarelli, Marco Costa, Sergio Del Prete, Giordano Fatali, Elisabetta Iannelli, Giovanni Parapini, Francesco Perrone, Angelo Tanese ed Emanuela Zocaro – è stato presentato in anteprima l’omonimo cortometraggio, con la sceneggiatura di Marika Tassone, anch’essa premiata durante la serata.

«Il lavoro della Giuria, che ho l’onore di presiedere sin dalla prima edizione, è stato anche quest’anno molto intenso perché le storie che abbiamo ricevuto evidenziano esperienze a volte molto diverse per vissuto personale del percorso di malattia e di cura – afferma Gianni Letta, Presidente della Giuria – il Premio #afiancodelcoraggio ci offre un punto di vista inedito che porta in primo piano elementi a volte invisibili di chi vive una malattia e di chi sta loro accanto. Questa iniziativa ci ricorda quanto sia importante la condivisione anche dei momenti di difficoltà perché da essi possiamo trarre il coraggio di andare avanti, nonostante tutto».

«Il premio #alfiancodelcoraggio è un’iniziativa di grande valore sociale che tiene alta l’attenzione su un tema molto importante che tocca la vita di tante famiglie – spiega il Ministro per le Disabilità Alessandra LocatelliRingrazio Roche che, anche quest’anno, dà voce a chi vive ogni giorno al fianco di una persona con una patologia oncologica. Nelle loro storie di vita c’è tutta la forza e il coraggio di chi affronta una grave malattia e di chi se ne prende cura. A tutti loro, uomini e donne che amano e curano i propri cari spesso facendo rinunce e restando isolati, a tutti coloro che con coraggio non smettono mai di essere un sostegno per le persone che amano, va il mio grazie, dal profondo del cuore. Con l’istituzione del tavolo interministeriale per il caregiver familiare ci impegneremo per dare ai caregiver il giusto riconoscimento e la speranza di non sentirsi più soli».

Sono 6, ad oggi, le edizioni di #afiancodelcoraggio e altrettanti i cortometraggi realizzati, 309 le storie selezionate, oltre 17.000 i voti online e 3 le medaglie ricevute dal Presedente della Repubblica. Nato nel 2016, il Premio letterario, promosso da Roche Italia, in questi anni ha raccontato – attraverso le storie degli uomini (mariti, compagni, padri, figli, fratelli, amici) – l’esperienza al fianco di donne che affrontano una malattia oncologica, declinando il caregiving in una prospettiva di genere.

«La cronaca degli ultimi giorni ci pone ancora una volta davanti alla responsabilità di affrontare un serio dibattito, a tutti i livelli della società civile, sui ruoli di genere. Con #afiancodelcoraggio abbiamo scelto la lente narrativa specifica degli uomini proprio per permetterci di ribaltare gli stereotipi di genere, dando spazio alle storie positive di chi, davanti alle difficoltà, decide di rimanere e di trovare lo slancio necessario per andare avanti – racconta Benedetta Nicastro, Communication Head di Roche S.p.a. e Segretario Generale del Premio Lo facciamo con l’obiettivo di far sentire gli uomini meno impreparati e le donne meno sole nell’affrontare un percorso di malattia».

In occasione della premiazione, sono stati presentati i risultati di una ricerca realizzata da Cristina Cenci, Senior Partner di Eikon Strategic Consulting, con l’obiettivo di far emergere percezioni, vissuti ed esigenze in un’ottica di caregiving di genere. La ricerca ha previsto due fasi: un’analisi della letteraturasu identità, bisogni, aspettative dell’informal caregiver e un’analisi socio-antropologica delle narrazioni raccolte nel corso delle varie edizioni di #afiancodelcoraggio.

Secondo i dati di Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 65% dei caregiver familiari sono donne di età compresa tra i 45 e i 55 anni, che spesso svolgono anche un lavoro fuori casa o che sono state costrette ad abbandonarlo (nel 60% dei casi). Alcuni studi hanno mostrato come l’esperienza di cura non sia neutrale dal punto di vista del genere. Emerge, infatti, che il diverso grado di disagio sperimentato dai caregiver uomini o donne potrebbe essere associato alle diverse aspettative sociali legate al genere. Dalle storie di #afiancodelcoraggio affiora che anche gli uomini nel ruolo di caregiver si adeguano al modello sociale di genere che richiede loro forza, controllo, distacco e protezione e in cui prevale un’empatia controllata. In più di un terzo delle storie (38%), il caregiver afferma esplicitamente di aver esercitato un controllo deliberato sulle proprie emozioni nascondendole o vivendole in solitudine. Questi attributi collettivi dell’identità di genere diventano maschere che facilitano il caregiver nell’accompagnamento della donna con tumore ma che al tempo stesso lo isolano rendendo difficile una piena condivisione delle proprie emozioni e sentimenti.

«L’analisi delle storie fa emergere la valenza articolata del progetto #afiancodelcoraggio, che ha rappresentato un’azione di story advocacy e di ascolto, e nello stesso tempo ha offerto ai caregiver uno spazio narrativo protetto che gli ha consentito di condividere vissuti ed emozioni che raramente hanno modo di esprimere – commenta la dott.ssa Cenci – “Essere sostegno senza sostenersi” a propria volta è un compito difficile che può portare a situazioni di forte disagio. Per essere efficace come caregiver, l’uomo tende a rendere invisibili agli altri la sua sofferenza, che, in un circolo negativo, si traduce in solitudine e isolamento. La maschera di genere da risorsa rischia così di trasformarsi a sua volta in problema».

La serata di premiazione, condotta da Laura Chimenti, giornalista del TG1, ha visto la presenza tra gli altri del Ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli, attivamente impegnata per il riconoscimento istituzionale del ruolo del caregiver; di Francesco Rutelli, Presidente Anica Academy ETS; di Carolina Marconi, ambassador di #afiancodelcoraggio; e la partecipazione speciale dell’attore e regista teatrale Massimo Ghini e dell’attrice e regista Michela Andreozzi.

«Quando è arrivata la diagnosi di tumore a me ed al mio partner, Alessandro, è crollato il mondo addosso, ma abbiamo affrontato questa battaglia insieme e ora siamo più forti. Degli uomini come Alessandro, che restano al tuo fianco quando affronti una malattia oncologica, si parla ancora troppo poco: non solo partner, ma anche padri, figli, fratelli, amici che ci aiutano ad affrontare le difficoltà a testa alta – così racconta la sua esperienza Carolina Marconi, Ambassador di #afiancodelcoraggio – Sono orgogliosa di essere ambassador di #afiancodelcoraggio, che in questi anni ha raccontato le loro storie ed ha contribuito a cambiare la percezione dell’uomo nel ruolo di caregiver».

Il cortometraggio “Soldatini” sarà diffuso prossimamente attraverso i circuiti e i canali dei partner dell’iniziativa; è prodotto da MP Film e interpretato da Marco Quaglia, Chiara Cavalieri, Luca Quadrano e Benedetta Lucidi, con la regia di Daniele Barbiero e la sceneggiatura di Marika Tassone, studentessa del corso “Creare Storie” promosso da Anica Academy ETS, anch’essa premiata nel corso della serata.

«Rinnovare la nostra partnership con #afiancodelcoraggio rappresenta un motivo di orgoglio per noi. La possibilità di utilizzare il potente linguaggio cinematografico per sostenere e valorizzare il ruolo fondamentale dei caregiver, coloro che affiancano i malati oncologici nel difficile percorso di cura, è di inestimabile importanza – dichiara Francesco Rutelli, Presidente Anica Academy ETS – Condividiamo appieno questi valori, centrati sullo sviluppo della persona e il bene comune. Vogliamo continuare ad arricchire la nostra esperienza formativa nelle professioni del cinema e dell’audiovisivo, contribuendo così alla crescita e alla consapevolezza di futuri professionisti del settore. Ed è per questo che siamo fieri del significativo contributo offerto anche quest’anno dai talentuosi ragazzi del corso Creare Storie nell’ambito dell’iniziativa #afiancodelcoraggio. Guardiamo con entusiasmo al futuro, convinti che questa collaborazione continuerà a ispirare e a promuovere storie che fanno la differenza».

La VI edizione di #afiancodelcoraggio è stata realizzata con il patrocinio di Rai; sono partner dell’iniziativa: AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma; Anica Academy ETS; C+C; Ciaopeople; DottNet; Edra; F.A.V.O. – Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia; Massimo Ferrero Cinemas; Mediaset; 20; Focus, Iris; La5; Medusa; Mp Film; Radiomediaset; The Space Cinema; Vidiemme.

Per leggere tutte le storie: http://www.afiancodelcoraggio.it

1) Tutto il tempo del mondo con Enzo Miccio

E’ stato presentato ieri in anteprima, presso l’Associazione Civita  Roma, il cortometraggio cinematografico “Tutto il tempo del mondo” con Enzo Miccio, presente all’evento assieme agli altri protagonisti Ivan Boragine (Gomorra La Serie, Mare fuori), Chiara Tomei (Fratelli di Crozza, Call My Agent Italia) e Francesca Laino (Emma).

Tutto il tempo del mondo”  – diretto da Daniele Barbiero, prodotto da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP Film e ideato e curato da Pro Format Comunicazione .

Il corto, che da oggi trovate su www.destinazioneposso.it e che presto intraprenderà il suo viaggio per le vie di Festival ad hoc, è il fulcro della campagna.

“Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditario”, campagna di sensibilizzazione
promossa da Takeda con il patrocinio di A.A.E.E. – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario
ed altre forme rare di angioedema, ITACA – Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema
e UNIAMO – Federazione Italiana Malattie rare, per inaugurare una nuova narrazione dell’angioedema

ereditario attraverso la conoscenza, il senso di positività e la fiducia nel futuro.
Fulcro dell’iniziativa il cortometraggio cinematografico “Tutto il tempo del mondo” con Enzo Miccio,
che interpreta se stesso in un viaggio che in poche ore cambierà la percezione di questa patologia.
L’angioedema ereditario, malattia genetica rara, colpisce un individuo su 50.000 nella popolazione
generale; in Italia sono circa 1.000 i casi noti ma almeno 150-200 mancano ancora all’appello.
Diagnosi tardive, ansia e senso di incertezza caratterizzano questa condizione imprevedibile, difficile
da comprendere per gli altri e con pesanti risvolti sociali, sanitari e sulla qualità di vita dei pazienti.
Oggi però le persone con angioedema ereditario possono guardare con fiducia al futuro, perché
qualcosa è cambiato grazie alla ricerca e alle terapie; la chiave è una connessione virtuosa tra pazienti,

specialisti e centri di riferimento che fanno capo al network ITACA.

Un viaggio in auto da Milano a Roma per cambiare la narrazione di una
malattia rara e poco conosciuta: l’angioedema ereditario. Tutto nasce dall’incontro fortuito, ma non
troppo, tra Enzo Miccio, conduttore televisivo alle prese con un ‘blocco creativo’ e la sua amica Chiara,
con un giovane attore, Gaetano, che li trascina in un’avventura on the road: cosa può andare storto?


Dopo un inizio burrascoso, Gaetano si apre con i suoi compagni di viaggio e racconta la sua vita con
l’angioedema ereditario: la diagnosi, le difficoltà, le speranze. Con una sorpresa. Anzi, due.


È la storia raccontata nel cortometraggio “Tutto il tempo del mondo”, un viaggio che apre la porta
della conoscenza per entrare nella realtà di chi convive con questa patologia.
Il corto è il fulcro della campagna di sensibilizzazione “Destinazione Posso – Il mio viaggio con
l’angioedema ereditario” promossa da Takeda Italia con il patrocinio di A.A.E.E. – Associazione
volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, ITACA – Italian Network for
Hereditary and Acquired Angioedema e UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare. L’angioedema
ereditario ‘sospende’ il futuro, la vita dei pazienti è scandita dall’ansia e dall’incertezza per
l’imprevedibilità della malattia e la minaccia costante degli attacchi. Il senso di vulnerabilità e di
impotenza generati dall’angioedema ereditario, la diagnosi tardiva e l’impatto sulla qualità della vita
sono difficilmente comprensibili per gli altri e per gli stessi medici. La campagna vuole inaugurare una
nuova narrazione dell’angioedema ereditario attraverso la conoscenza, il senso di positività e la fiducia
nel futuro, offrire supporto emotivo ai pazienti e favorire la connessione virtuosa tra pazienti, specialisti
e Centri di riferimento che fanno capo al network ITACA.

L’angioedema ereditario è una malattia genetica rara a trasmissione autosomica dominante 1 : è
sufficiente ereditare una copia alterata del gene responsabile da uno dei genitori per ricevere la
malattia; tuttavia, circa il 25% dei pazienti presenta una mutazione de novo del gene responsabile 2 .
I sintomi dell’angioedema ereditario compaiono nell’infanzia o l’adolescenza come edemi
(rigonfiamenti) transitori e ricorrenti che possono colpire la cute e le mucose in qualsiasi parte del
corpo, l’apparato gastrointestinale e respiratorio, in quest’ultimo caso i gonfiori interessano la laringe e
la glottide con rischio di asfissia e pericolo di vita 3 . Gli attacchi di angioedema sono dolorosi e possono
essere preceduti da una sensazione di formicolio, mentre circa un terzo di essi è accompagnato da
un’eruzione cutanea senza prurito che può simulare un’allergia ma non risponde agli antistaminici né ai
cortisonici. La diagnosi spesso arriva dopo oltre 8-10 anni dai primi sintomi. Le stime riportano che nel
mondo conviva con l’angioedema ereditario una persona su 50.000, uomini e donne con la stessa
frequenza 4 ; in Italia secondo i dati ITACA sono 1.200 le persone interessate di cui circa 1.000 già note,
150-200 ancora da diagnosticare.
«Come in tutte le malattie rare, la criticità principale è la scarsa conoscenza della malattia anche da
parte degli operatori sanitari: per questo si rende necessario promuovere un’operazione di awareness
anche tra i medici e allertarli sul fatto che se un paziente si presenta ripetutamente al Pronto Soccorso
con rigonfiamenti dolorosi idiopatici o coliche addominali senza una causa specifica, bisogna ipotizzare
un angioedema da carenza di C1-inibitore – afferma Mauro Cancian, Presidente Associazione ITACA
– Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema e Direttore UOSD Allergologia Azienda
Ospedale Università di Padova – particolarmente importante in questa azione di consapevolezza è
sensibilizzare i pediatri, poiché possono intercettare i pazienti fin dal primo esordio dei sintomi, al fine di
ridurre il forte ritardo diagnostico. Il fatto poi che l’angioedema ereditario si connoti per l’imprevedibilità
degli attacchi determina un peso maggiore della malattia: per fortuna oggi abbiamo a disposizione dei
validi farmaci per la profilassi continuativa, che anziché ridurre la sintomatologia nel momento in cui
essa si presenta, riescono a prevenire l’insorgenza dei sintomi. L’attuale obiettivo terapeutico
dell’angioedema è pertanto di consentire ai pazienti una vita del tutto normale, liberandoli dagli attacchi
e dalla paura degli stessi che così tanto influenzano negativamente la loro vita. Il network ITACA
ingloba attualmente i 23 Centri di eccellenza italiani in una rete che condivide le proprie conoscenze ed
esperienze, garantendo elevati standard qualitativi e una uniformità di approccio in tutta Italia».
Oggi le persone con angioedema ereditario possono riconquistare una quotidianità piena e una visione
positiva del loro futuro, proprio a partire dalla conoscenza della loro malattia. Non più vite sospese, non
più rinunce a viaggi, vacanze, sport, hobby, momenti con gli amici. Negli anni la ricerca ha individuato i
meccanismi che determinano la malattia e permette di impostare cure sia per gli attacchi acuti con una
terapia on demand sia per la profilassi, cioè per prevenire gli stessi attacchi. Questo consente di
superare i condizionamenti dell’angioedema ereditario sul percorso scolastico, sul lavoro e la carriera e
nelle relazioni con gli altri, recuperando il benessere emotivo e l’idea stessa di futuro. Tutto questo oggi
è possibile grazie alla conoscenza della malattia di cui i pazienti soffrono, delle terapie disponibili
purché accessibili e grazie ad una adeguata assistenza che deve essere capillare su tutto il territorio
nazionale.
«Riconosciamo il costante e importante lavoro portato avanti da ITACA, a livello nazionale e regionale,
per far sì che tutti i pazienti, e non solo quelli residenti in regioni “virtuose”, abbiano a disposizione le
cure più appropriate, e questo ci consente di continuare a guardare al futuro con tranquillità – sottolinea
Pietro Mantovano, Presidente A.A.E.E. – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre
forme rare di angioedema – Uno dei nostri obiettivi da sempre è aumentare la conoscenza, che può
portare a diagnosi più rapide per i pazienti con angioedema ereditario e quindi farli accedere
tempestivamente alle cure più appropriate. Questa conoscenza deve essere portata ai livelli più vari
delle discipline mediche poiché, purtroppo, questa malattia può colpire qualsiasi organo del nostro
corpo. Devono essere adeguatamente informati i gastroenterologi, gli ortopedici, i pediatri, i medici di
medicina generale, che sono i primi referenti dei pazienti. Speriamo che anche grazie a campagne
come “Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditario”, l’attenzione verso la patologia
non si esaurisca mai ed anzi venga sempre mantenuta alta, per contribuire al miglioramento della
qualità di vita del paziente. La serenità data dalla disponibilità dei farmaci, dalla presenza di più centri di
riferimento e da un’adeguata conoscenza diffusa alla popolazione generale e a tutte le branche della
medicina è un valore fondamentale».

Enzo Miccio, uno dei volti più amati del piccolo schermo, è testimonial della campagna e il protagonista
insieme a Ivan Boragine, che interpreta Gaetano, il paziente con angioedema ereditario, del
cortometraggio “Tutto il tempo del mondo”, per la regia di Daniele Barbiero, prodotto da Nicola Liguori e
Tommaso Ranchino per MP Film e ideato e curato da Pro Format Comunicazione. Il cortometraggio è
disponibile per la visione da oggi sul sito http://www.destinazioneposso.it.
«Questa esperienza mi è piaciuta molto e ancor di più l’idea alla base del corto: diffusione di
conoscenza, sensibilizzazione, diagnosi precoce… Ho affrontato questo ‘viaggio’ con grande interesse
pronto alla scoperta, questa volta non di una città, di un popolo o di una religione ma di una malattia,
rara, a me sconosciuta – commenta Enzo Miccio, conduttore televisivo e testimonial della campagna –
Nel cortometraggio il mio personaggio attraversa una parte dell’Italia insieme a chi ha voluto
condividere con lui una parte importante della sua vita ed impara ad ascoltare, ad apprendere e ad
incuriosirsi, esattamente come quando si affronta un viaggio verso una meta sconosciuta. Sono felice e
grato che abbiano scelto me per questa nuova e spero utile campagna di sensibilizzazione».
Takeda è particolarmente impegnata e lavora per la ricerca di soluzioni terapeutiche nel campo delle
malattie rare cercando di andare incontro ai bisogni insoddisfatti e cercando di fare veramente la
differenza nella vita dei pazienti. Questo impegno ha portato l’azienda a trovare soluzioni terapeutiche
per almeno 13 malattie rare, tra cui l’angioedema ereditario. Takeda investe 5 miliardi l’anno in ricerca
clinica ed è impegnata in oltre 200 progetti da sola o in partnership con aziende, enti e istituzioni.
«La campagna di sensibilizzazione “Destinazione Posso – Il mio viaggio con l’angioedema ereditario” è
un chiaro esempio dell’impegno di Takeda nelle malattie rare – dichiara Andrea Degiorgi, Rare
Business Unit Head di Takeda Italia – un impegno che va oltre la ricerca e sviluppo di alternative
terapeutiche efficaci che possano migliorare la vita dei pazienti, e che mira a dare voce e ascolto a tutte
le persone che convivono con una malattia rara e a chi se ne prende cura. Riteniamo che sia
fondamentale, per cambiare le prospettive delle persone con angioedema ereditario, aumentare
consapevolezza e conoscenza su questa patologia ereditaria rara: ci auguriamo che la forza
comunicativa del linguaggio cinematografico possa contribuire a raggiungere questo importante
obiettivo».

15) #afiancodelcoraggio: premiazione e presentazione nuova edizione, ospite Serena Autieri

Roma, 18 novembre 2022 – Uomini, tra cui padri, partner, amici, fratelli o figli, che vivono al fianco di donne che affrontano una malattia e sono testimoni del loro coraggio e della loro forza.  Sono le storie di #afiancodelcoraggio, il Premio letterario ideato e promosso da Roche con l’intento di dare sostegno e valore ai caregiver maschili che accompagnano una donna nel percorso di cura.

È stata lanciata a Roma, presso il Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia, la VI edizione del concorso, dedicata alle donne che convivono con una malattia oncologica e onco-ematologica. Anche per il 2023 il Premio si avvale della partnership con Anica Academy ETS, l’alta scuola di specializzazione in cinema, audiovisivo e media entertainment. I giovani allievi del corso “Creare Storie”, come parte del loro project work finale, anche quest’anno dovranno sviluppare tre soggetti ispirati ai racconti finalisti da sottoporre alla Giuria del Premio #afiancodelcoraggio che decreterà il vincitore da far diventare un cortometraggio/spot.

In occasione dell’evento, alla presenza della Giuria della V edizione – presieduta da Gianni Letta e composta da Saverio Cinieri,Angela Coarelli, Marco Costa, Sergio Del Prete, Elisabetta Iannelli, Giovanni Parapini, Enrico Vanzina ed Emanuela Zocaro – è stato anche presentato in anteprima “Un bagaglio leggero”, lo spot tratto dal racconto vincitore di #afiancodelcoraggio 2021-2022, scritto da Fabrizio Porcu, interpretato da Matteo Cirillo, Francesca Anna Bellucci e Blas Roca Rey con la regia di Alessandro Guida e Daniele Barbiero.

Lo spot (link spot https://youtu.be/OFEqsZunAyA) andrà in onda sulle reti Mediaset e nei circuiti cinematografici partner dell’iniziativa (Circuito Cinema, Massimo Ferrero Cinemas e The Space).

link corto https://youtu.be/bKEZoELstZc

La storia che abbiamo interpretato nel corto ‘Un bagaglio leggero’ è molto intima ma, ahimè, molto universale e profonda – racconta l’attore protagonista Matteo Cirillo – concentrare tutto in cinque minuti è stato molto intenso. C’è una grande responsabilità, e anche un grande rispetto verso la storia vera che abbiamo raccontato, ed è stato come a disposizione la propria anima per dare voce alle persone, aiutandole a non sentirsi sole, che poi è la potenza del cinema”. 

Sapere di raccontare una storia vera, mettersi nei panni di una coppia che si trova ad affrontare un viaggio come questo per salvare la loro figlia è stato bello – aggiunge la protagonista femminile Francesca Anna Bellucci – è sempre bello cambiare punto di vista e in questo caso, incontrare quello di due genitori che si trovano ad affrontare questo viaggio insieme alla medicina, che forse è l’unico modo”.

Ospite speciale Serena Autieri che ha premiato l’autore del corto vincitore Fabrizio Porcu e consegnato la menzione speciale a Arturo Fiorio per il racconto “Ci siamo fidanzati”, leggendoli entrambi sul palco e chiudendo poi la serata con una splendida interpretazione di “Tu si na cosa grande”.

“Prendersi cura delle persone è qualcosa di straordinario – ha detto Serena Autieri – proprio oggi esce un film di speranza e di coraggio (The Christmas Show) dove io interpreto una donna con due figli, una ginecologa, che rimane sola con i due ragazzi da crescere perché purtroppo suo marito scompare in un incidente. Una donna che da allora rinuncia totalmente alla sua felicità ma che grazie all’amore e alle cure dei suoi figli, delle persone attorno a lei e di un uomo che incontra, il suo dirimpettaio, comincia pian piano a riappropriarsi della sua gioia di vivere. E questo può accadere sempre, anche attraverso un abbraccio, una carezza, una parola, un gesto, e attraverso la gentilezza che è qualcosa di cui oggi ci siamo un po’ dimenticati”.

La nuova edizione di #afiancodelcoraggio continuerà a dare voce agli uomini che si prendono cura di una donna con tumore, invitati a condividere la loro storia attraverso il sito web www.afiancodelcoraggio.it entro il 15 marzo 2023. A seguito la Giuria farà una preselezione delle 10 storie semifinaliste. Dal 12 aprile al 12 maggio 2023 accedendo al sito il pubblico potrà esprimere la propria preferenza attribuendo un like a una storia. I tre racconti che avranno raccolto il maggior numero di like saranno nuovamente al centro del project work nell’ambito del corso di scrittura per giovani sceneggiatori “Creare Storie” a cura di Anica Academy ETS che avrà l’obiettivo di sviluppare 3 soggetti, valutati dalla Giuria per individuare quello destinato a diventare un cortometraggio/spot.

L’evento di lancio, condotto da Costanza Calabrese, Giornalista Tg5, con la partecipazione straordinaria dell’attrice Serena Autieri per la lettura delle tre storie finaliste dell’ultima edizione, è stato introdotto da Roberta Volpini, Direttrice Generale ASL ROMA 1, e ha visto gli interventi di Giampaolo Letta, AD di Medusa Film, Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI, Francesco Rutelli, Presidente Anica Academy ETS, Giovanni Scambia, Policlinico Gemelli e il caregiver e influencer Luca Trapanese.

Di grande rilievo il sostegno delle Istituzioni all’iniziativa, con il video saluto di Orazio Schillaci, Ministro della Salute, che ha sottolineato come il cancro si può affrontare con più forza e consapevolezza quando le pazienti possono contare sulla vicinanza e il supporto dei loro famigliari durante tutto il percorso di cura. In fase conclusiva, l’intervento di Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, ha sottolineato il ruolo fondamentale del linguaggio cinematografico nel veicolare ai cittadini messaggi di alto valore sociale, come testimonia il premio #afiancodelcoraggio.

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“Il Premio #afiancodelcoraggio è un Premio giovane che fin dagli esordi ha avuto l’ambizione di voler cambiare la lente attraverso cui guardare all’esperienza della malattia, raccogliendo il punto di vista inusuale di uomini, papà, compagni, mariti, figli, amici che sono a fianco del coraggio di donne con malattia oncologica – spiega Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia –  in un contesto mutato e reso ancora più drammatico dai grandi eventi che ci colpiscono, dare voce a storie di speranza e di sorprendente normalità, a sentimenti profondi e quotidiani come la gioia, la paura, il dolore, la rabbia, diventa una responsabilità sociale verso quella che è la nostra storia collettiva come comunità. Nell’anno in cui ricorrono i nostri 125 anni di attività in Italia essere parte integrante di questi racconti di vita ci inorgoglisce e ci offre lo sprone per fare sempre meglio”.

“Anno dopo anno il Premio #afiancodelcoraggio si consolida come iniziativa di altissimo valore sociale e umano: non solo concentra l’attenzione sugli uomini che assistono con coraggio una donna durante il difficile percorso di cura, ma porta anche alla luce lo scenario spesso invisibile in cui si muove chi affronta una malattia, in questo caso migliaia di pazienti oncologici e le persone a loro vicine – afferma Gianni LettaPresidente della Giuria– presiedere la Giuria di questo Premio, oltre che un onore e un privilegio, è per me uno straordinario punto di osservazione che mi mette in contatto con i valori del coraggio, della responsabilità e della dedizione così diffuse nel nostro Paese eppure per lo più nascoste e silenziose, ma determinanti per assicurare a tanti cittadini una vita degna anche nella fragilità della malattia”. 

“Siamo molto felici e orgogliosi del lavoro fatto quest’anno dai nostri ragazzi del corso Creare Storie per l’iniziativa #afiancodelcoraggio: hanno potuto cimentarsi in un compito sicuramente arduo ma di grande rilevanza per il loro percorso professionale, non solo scrivendo la sceneggiatura ma anche partecipando in prima persona al set – dichiara Francesco Rutelli, Presidente Anica Academy ETS – è motivo di grande soddisfazione il rinnovo della nostra partnership con #afiancodelcoraggio. È prezioso poter sostenere attraverso il linguaggio cinematografico il valore dei caregiver, ovvero di tutti coloro che accompagnano i malati oncologici nel difficile percorso di cura. Anica Academy ETS condivide in pieno questi valori legati allo sviluppo della persona umana e del bene comune e vuole continuare ad arricchire così la sua esperienza formativa delle professioni del cinema e dell’audiovisivo”.

Affrontare una diagnosi di cancro in famiglia è come intraprendere un viaggio. Un viaggio a volte lungo, sempre faticoso, doloroso ma anche pieno di speranza quando, ad affrontarlo, il malato non è da solo ma insieme ai propri cari, alla propria famiglia – afferma Elisabetta Iannelli, Avvocato e Segretario Generale F.A.V.O.– e in particolare quando ad ammalarsi è un figlio o una figlia in tenera età. La VI edizione del progetto #afiancodelcoraggio di Roche ci ricorda ancora una volta il ruolo prezioso ed insostituibile del caregiver che vive anche una sofferenza personale nell’assistere, a volte vivendo una dolorosa sensazione di impotenza, e sostenere la persona cara. Il caregiver è talmente coinvolto nella sua insostituibile opera di assistenza al malato di tumore che spesso arriva a trascurare la propria salute, i propri interessi, il proprio lavoro, le amicizie. Un’indagine dell’Osservatorio F.A.V.O. pubblicata nel 2021 ci riporta la drammatica fotografia della vita di chi vive accanto ed assiste un malato, il caregiver oncologico subisce contraccolpi che impattano anche sull’attività lavorativa e sullo status economico. È molto importante che si conosca il valore come anche le difficoltà di essere #afiancodelcoraggio, a fianco delle donne colpite da tumore, anche per individuare e realizzare strategie e strumenti di tutela e di sostegno per i caregiver familiari”.

“Il progetto di Roche #afiancodelcoraggio è in assoluta sintonia con la missione e gli obiettivi di AIL che da più di 50 anni è costantemente a fianco dei pazienti ematologici e dei loro familiari – dichiara Emanuela Zocaro, Responsabile Ufficio Stampa AIL nazionale e Portavoce di Presidenza – sappiamo bene quanto sia importante per un paziente colpito da un tumore avere accanto una persona cara che l’accompagni nel lungo e faticoso percorso di cura che in molti casi, come accade per alcune forme di tumore del sangue, si cronicizza. La figura maschile che affianca la donna ammalata, il caregiver che può essere il padre, il marito, il compagno, il fratello e il figlio rivestono un immenso valore e significato, un bene prezioso insostituibile tanto più che nel comune sentire gli uomini sono avvertiti come non in grado di accudire e assistere una paziente con tumore, figure di secondo piano, sempre dietro le quinte nei momenti più difficili. Non è così. #afiancodelcoraggio ci racconta realtà diverse, scritte in prima persona dagli uomini più vicini alla donna sofferente. L’iniziativa premia a ragione gli uomini coraggiosi, a significare la piena condivisione di questi ultimi alle paure e alla speranza che segna la propria vita e quella della donna con tumore”.  

Migliorare la vita delle persone che si trovano a combattere contro malattie che richiedono percorsi di cura difficili è da sempre l’obiettivo di Roche.  In oltre cinquant’anni di ricerca e impegno al fianco dei pazienti oncologici assistiamo ad un’epoca in cui molte forme di tumore sono diventate malattie croniche, grazie anche alle terapie innovative che consentono di caratterizzare la malattia e identificare le soluzioni più appropriate per ciascun paziente.

I partner dell’iniziativa: AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma; Anica Academy ETS; C+C; Ciaopeople; DottNet; Edra; F.A.V.O. (Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia); Massimo Ferrero Cinemas; Mediaset; 20; Focus; Iris; La 5; Medusa; MP-Film; Radiomediaset; The Space Cinema; Vidiemme.

Con il patrocinio di ASL Roma 1 e Rai.

Patrizia Simonetti per

Pro Format Comunicazione Daniele Pallozzi – Alessandra Deswal
ufficiostampa@proformat.it – www.proformatcomunicazione.it

UFFICIO STAMPA

Comunicazione Roche S.p.A. Benedetta Nicastro

benedetta.nicastro@roche.com – www.roche.it 

12) Màkari

“Màkari” è una miniserie diretta da Michele Soavi. Con Claudio Gioè, Domenico Centamore, Ester Pantano, Tuccio Musumeci, Antonella Attili, Astrid Meloni. Commedia drammatica, giallo. Italia 2021.

Recensione

Avviso ai naviganti: “Màkari”, in arrivo da lunedì 15 marzo su Rai1, è ambientata in Sicilia, ma in quella Occidentale non in quella Orientale. Ha una fonte d’ispirazione letteraria, ma l’autore si chiama Gaetano Savatteri, non Andrea Camilleri. Avete capito dove voglio andare a parare?

Appena il pubblico – “orfano” di un ben noto commissario – ha sentito pronunciare insieme le parole Sicilia, Sellerio e Palomar, la tentazione di pensare di trovarsi davanti il naturale sostituto di Montalbano sarà stata forte… ma non è decisamente questo lo spirito con cui avvicinarsi a questa miniserie in quattro puntate! continua

1) I Love..Marco Ferreri

È disponibile on demand, su piattaforma CG Digital ( http://www.cgentertainment.it ), I love… Marco
Ferreri, diretto da Pierfrancesco Campanella. L’omaggio di un cineasta “fuori dal coro” al
regista irriverente e controcorrente per eccellenza, realizzato in occasione del ventennale dalla
sua scomparsa.


“Incazzarsi è un modo di divertirsi senza ridere!”, amava ripetere Marco Ferreri. Un po’ come
quei libri riposti nello scaffale più alto e là dimenticati per anni, finché un giorno ti ricapitano in
mano e riscopri quanto li hai amati… ma se Ferreri fosse stato un libro, invece che scivolare
con eleganza fuori dallo scaffale, avrebbe preferito cadervi dritto in testa, e di spigolo, pur di
“colpire” la vostra attenzione. Potete scommetterci!


Marco Ferreri è stato uno dei grandi maestri del cinema italiano: dissacrante e anticonformista,
sempre in bilico tra l’ironico e il grottesco più estremo, ha diretto dei film originali e graffianti,
che hanno fatto storia, conseguendo spesso grossi incassi al botteghino. Eppure, a distanza di
anni dalla sua prematura scomparsa, è stato quasi dimenticato dall’immaginario collettivo. Una
vera e propria “uccisione”, neanche tanto metaforica. Un misterioso detective, che si muove
come un personaggio d’altri tempi, compie una inchiesta personale su questo ipotetico
“delitto”. Attraverso l’analisi di alcune delle sue opere maggiormente significative, interviste ad
esperti e studiosi della Settima arte, testimonianze di chi lo ha conosciuto e immagini di
repertorio, il bizzarro investigatore arriva ad individuare il “colpevole”: quella società dei
consumi che il regista ha sempre stigmatizzato, fin da tempi non “sospetti”. Una società
ulteriormente peggiorata dall’avvento della televisione commerciale con annessi reality show,
dall’uso sconsiderato dei social network e conseguente imbarbarimento dei rapporti umani,
dall’omologazione culturale e dall’appiattimento impostoci dalla globalizzazione. La peculiarità
di Ferreri consiste proprio nell’aver precorso i tempi: il suo essere geniale è, quindi, nella
preveggenza di un futuro pieno di alienazione e di frustrazione.
I love… Marco Ferreri vuole essere in definitiva una indagine postuma, tra reale e surreale,
sui mutamenti sociali degli ultimi anni, attraverso l’occhio di un artista fuori dal coro. Ci si
potrebbe chiedere se la cultura sia davvero finita e con essa lo spirito critico. La risposta,
nonostante tutto, è negativa. Certe “esigenze” non moriranno mai, almeno finchè ci saranno
cervelli pensanti e libertà di esporre le proprie idee. E il cinema può ancora essere un ottimo
veicolo di divulgazione del bello, dell’arte e delle emozioni più profonde e sensibili dell’animo
umano.


Prodotto e distribuito dalla Cinedea srl, I love… Marco Ferreri si avvale, oltre che della
consulenza artistica di Laura Camia, dei prestigiosi interventi degli attori Michele Placido e
Piera Degli Esposti, dello scrittore e regista Emanuele Pecoraro, dell’operatore culturale
Franco Mariotti, del critico Orio Caldiron, del docente universitario Fabio Melelli, del
pittore Mario D’Imperio.
Per la parte fiction sono impegnati Fabrizio Rampelli (che impersona il detective), Lorenzo
De Luca (peraltro co-autore dello script insieme allo stesso Campanella), e, inoltre, Maria
Rita Hottò, Marco Werba, Andrea Falcioni, Matteo Campanella, Chiara Campanella,
con la voce narrante del bravissimo Ermanno Ribaudo.
Vedi Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=XPl_zhJZlPk

Analisi del 2015

Felici, per una volta di dare i numeri. Grazie di cuore a tutti.

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per Il Ritorno di Melvin. #LaCasaDelloSpettatorePagante è una splendida realtà. Continuiamo a lavorare per voi.!

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 13.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 5 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Analisi del 2014

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 13.000 volte in 2014. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 5 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.