61) Andrà tutto Bene

“Andrà tutto bene” è una raccolta di racconti scritti da Ritanna Armeni, Stefania Auci, Alice Basso, Barbara Bellomo, Gianni Biondillo, Caterina Bonvicini, Federica Bosco, Marco Buticchi, Cristina Caboni, Donato Carrisi, Anna Dalton, Giuseppe Festa, Antonella Frontani, Enrico Galiano, Alessia Gazzola, Elisabetta Gnone, Massimo Gramellini, Jhumpa Lahiri, Florence Noiville, Clara Sánchez, Giada Sundas, Silvia Truzzi, Ilaria Tuti, Hans Tuzzi, Marco Vichi, Andrea Vitali e pubblicata da Garzanti Editore il 14 Maggio 2020.

Sinossi:
Oggi la paura ha un nuovo nome: Covid-19. Per sconfiggerlo, l’unica strada è rimanere a casa. Tra le quattro mura che ci hanno sempre protetto e che ora, però, sono diventate confini invalicabili. Sono diventate quasi un nemico. E invece, giorno dopo giorno, chi da sempre lavora con le parole ha scoperto che le stanze, le finestre, anche gli angoli più remoti di casa sono ali verso il mondo. Ognuno di loro ha così scelto il modo per dare vita a questa magia. Dalle loro case, ventisei scrittori tra i più importanti del panorama italiano hanno dato un senso a questi giorni scegliendo di fronteggiare l’emergenza anche con le armi della letteratura. Per portare la loro quotidianità ai lettori che li amano. E hanno deciso di farlo insieme alla casa editrice Garzanti, devolvendo tutto il ricavato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. C’è chi ha voluto parlare delle sue giornate, delle routine consolidate, delle novità che strappano un sorriso. Delle lacrime che non si riescono a fermare ma anche della forza della natura che scioglie il nodo in gola. Di convivenze forzate, come di distanze dalle persone care che sembrano insormontabili. C’è chi racconta di vicini sconosciuti che non lo sono più e del lavoro che cambia nei suoi strumenti ma non nella sua sostanza. Alcuni ammettono l’errore di aver pensato che non poteva essere tutto vero o danno voce agli animali che invece sono felici che sia tutto vero. Altri affidano le riflessioni su questi strani giorni alla voce dei personaggi amatissimi che hanno creato. Tutti sono sicuri che usciremo più consapevoli di quello che è davvero importante e che ci incontreremo, ci abbracceremo e passeggeremo presto tutti insieme. Sono sicuri che la solidarietà sarà il valore che porteremo con noi senza poterne più fare a meno. Tutti loro sono convinti che le parole, i libri, le storie, uniscono. Creano vincoli invisibili che spezzano ogni barriera. Mentre leggiamo non siamo mai soli. E siamo forti. E tutto appare come sarà. Perché andrà tutto bene.

Recensione:
Ma davvero tutto è andato bene?
La “Fase 2” è ormai iniziata da qualche settimana e nel Paese emergono chiari segnali d’insofferenza, rabbia e di rapida rottura della precaria tenuta sociale pre pandemia.
L’illusione che il Covid -19 potesse renderci persone migliori è stata spazzata via con la fine del lock down.
Gli italiani sono attraversati da sentimenti contrastanti sul loro futuro, ma purtroppo certi che difficilmente le risposte arriveranno dalle istituzioni.
Il Covid 19 ha stravolto abitudini, certezze obbligandoci ad una sospensione delle nostre attività e relazioni.
Come abbiamo vissuto e reagito al lockdown?
Ognuno ha seguito la propria ricetta, strada, soluzione.
Ci siamo scoperti cuochi, falegnami, elettricisti, divoratori di serie tv oltre che spaventati e compulsivi “sanificatori” della spesa settimanale.
Pensavamo che la quarantena avrebbe stimolato creatività, il desiderio di scrivere, leggere di ognuno di noi
Molti sostenevano che gli artisti ed in particolare gli scrittori avrebbero trovato maggiore ispirazione da questa tragica pandemia.
Ma anche gli artisti sono uomini e come tali si sono ritrovati spiazzati, spaventati e bloccati di fronte alle immagini di morte e svuotamento delle strade rilanciate dalle TV di tutto il mondo.
No, non è andato tutto bene.
Ma ammettere d’avere paura, scrivere delle proprie fragilità, insicurezze è il primo passo per uscire dall’angolo.
“Andrà tutto bene” nato per un nobile quanto concreto scopo benefico ha permesso di riunire i migliori autori ed autrici della Garzanti.
“Andrà tutto bene” è uscito prima ad aprile in versione e- book, balzando subito in vetta alle classiche.
Un successo editoriale che mai come in questo caso è stato applaudito da tutti.
“Andrà tutto bene” ci racconta le paure, i dubbi, insicurezze vissute dai nostri amati autori durante il lock down.
Sono racconti semplici, lineari sul piano narrativo e forse un po’ melensi a livello emozionale, ma tutti accomunati da una sincera e profonda umanità che spazza via ogni criticità letteraria.

Questa raccolta probabilmente non vincerà i più prestigiosi premi letterari, ma avrà comunque il merito d’aver unito il lettore allo scrittore.
Facendo sentire il primo, almeno per qualche ora, sulla stessa “barca” del secondo.
Il lettore si immedesima nelle parole dell’autore di turno, avendo provato le stesse sensazioni e stati d’animo.
Paura e senso di protezione verso i propri cari, pigrizia, senso d’impotenza e sconforto e financo inaspettate amicizie da “balcone” sono alcuni delle tematiche affrontante, magistralmente descritte nei racconti
“Andrà tutto bene” parla di noi e di come questa pandemia ci abbia colti di sorpresa mentre eravamo freneticamente impegnati ad inseguire vanamente il tempo oltre che le persone.
Ci siamo lasciati alle spalle tanti, troppi morti. Purtroppo non siamo cambiati. Il mondo non è cambiato.
La “fase 2” rischia d’essere peggiore della Fase 1, ma almeno a livello letterario cerchiamo di viverla meglio comprando e leggendo buoni libri come questo.
Allora, forse, andrà tutto bene…

60) Doppio Sospetto

Il biglietto da acquistare per “Doppio sospetto” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Doppio Sospetto” è un film di Olivier Masset-Depasse. Con Veerle Baetens, Anne Coesens, Mehdi Nebbou, Arieh Worthalter, Jules Lefebvres. Drammatico, 97′. Francia, Belgio 2018

Sinossi:

Alice e Céline abitano in due villette a schiera collegate e sono migliori amiche, praticamente sorelle. Come le loro case, anche le loro famiglie sono speculari. Fino al giorno in cui Alice non assiste, impotente, alla morte del figlio di Céline, precipitato dalla finestra della sua camera. Accecata dal dolore, Céline rimprovera inizialmente all’amica di non aver fatto tutto il possibile per salvarlo, salvo poi scusarsi e cercare sempre di più la sua compagnia e quella del suo bambino. Ma accadono fatti strani e inquietanti e Alice non sa più a chi credere.

Recensione:

Chi trova un amico trova un tesoro, recita un vecchio proverbio. Aggiungiamo noi che se poi l’amico in questione è anche il tuo vicino di casa puoi sentirti veramente baciato dalla fortuna, anche date le difficoltà odierne a stabilire rapporti di buon vicinato.

Eppure ci sono avvenimenti che cambiano irrimediabilmente l’animo delle persone, e la morte improvvisa e prematura di un figlio rientra sicuramente tra questi…

“Doppio sospetto” di Olivier Masset-Depasse arriva in prima visione on demand sulle maggiori piattaforme di streaming a partire da oggi, venerdì 29 maggio. Si tratta di un noir hitchcockiano al femminile, vincitore di nove premi Magritte, gli Oscar del Belgio.

Protagoniste sono due donne, vicine di casa e grandi amiche, Alice (Baetens) e Céline (Coesens), che in seguito a un lutto, progressivamente diventano acerrime nemiche, ingaggiando una lotta di furbizia e manipolazione che coinvolge le rispettive famiglie.

Olivier Masset-Depasse costruisce in modo convincente ed efficace un thriller psicologico serrato, teso e sottile, dove le due protagoniste si dimostrano brave e credibili ad alternarsi nel ruolo di vittima e di carnefice, lasciando così incerto lo spettatore su chi sia degno di fiducia e chi di biasimo.

Assistiamo a una contesa snervante e drammatica fatta d’inganni e bugie in cui la fragilità mentale delle due donne, per opposti motivi, diventa il cuore narrativo della storia, dettandone toni ed emozioni. continua su

“Doppio sospetto”: un noir hitchcockiano al femminile

59) Colpevole di Amnesia ( Pierdante Piccioni – Pierangelo Sapegno)

“Colpevole Amnesia” è un romanzo scritto da Pierdante Piccioni e Pierangelo e pubblicato il 12 Maggio da Mondadori Editore.

Sinossi:
Cosa accade quando un uomo che ha perso la memoria deve difendersi da un’accusa che arriva dal passato, per un fatto che non è in grado di ricordare?
Pierdante Piccioni è il dottor Amnesia, il primario di pronto soccorso che nel 2013, dopo un incidente d’auto e il coma, si è risvegliato con un buco nero di memoria che gli ha inghiottito dodici anni di vita, riportandolo al 2001. Ha lottato contro tutto e tutti, rifiutando il proprio destino, ed è tornato al suo posto: lo hanno chiamato in televisione, ha scritto due libri sulla sua incredibile storia, è diventato un caso nazionale. Ed è lui il protagonista della vicenda che in queste pagine prende la forma del giallo, in un gioco letterario in cui realtà e fantasia s’intrecciano fino a confondersi l’una nell’altra.
Convocato come testimone per un’inchiesta su un duplice omicidio avvenuto nel pieno del suo vuoto di memoria, Piccioni scopre di essere in realtà il principale indagato: c’è un video che lo ritrae con le due vittime – una giovane dottoressa che aveva assunto come assistente e un fornitore di apparecchiature mediche con cui aveva trattato per una gara d’appalto – mentre litigano animatamente poco prima che i due scompaiano. Peccato che Pierdante non solo non ricorda di averli conosciuti, ma non è neppure in grado di ribattere alle accuse.
Il suo diventa un incubo senza fine: per trovare le risposte che cerca deve affidarsi ai ricordi degli altri, che possono essere non solo confusi o parziali, ma anche molto interessati. E mentre la verità giudiziaria sembra prendere forma, il dottor Amnesia è chiamato a condurre la propria personale indagine, alla ricerca della persona che è stata e di cui non serba memoria. Troverà attorno a sé altri personaggi, pronti a dargli una mano o ad approfittarsi della situazione: un poliziotto in carriera, un pubblico ministero inflessibile, un giornalista alcolizzato alla disperata ricerca dello scoop, un amico avvocato che non sembra avergli raccontato tutto. Ognuno con un proprio archivio di memorie, ognuno chiamato a definire una piccola parte della verità. Perché in realtà è la memoria la protagonista principale di questa folle storia: la memoria del tempo, la memoria parziale e dolente del cuore, la memoria arida e cinica degli altri. E quel che resta del ricordo è la sola verità possibile.

Recensione:
Avevamo lasciato il Dott Pierdante Picconi determinato a “rivoluzionare” umanamente e professionale la propria esistenza mettendo al servizio dei pazienti la sua unica e sofferta esperienza come medico /paziente
Pierdante Piccioni è il Dotto “Amnesia” ovvero l’uomo che ha “perso” 12 anni di ricordi e soprattutto emozioni dopo essere sopravvissuto ad un incidente automobilistico.
I due precedenti romanzi firmati da Piccioni e Sapegno ci avevano fatto conoscere, apprezzare le qualità e virtù dell’uomo Piccioni prima ancora del medico, rimanendone emotivamente coinvolti e stupiti dalla forza di reazione del protagonista.
Pierdante Picconi ha “rimparato” ad essere un padre, un marito ed infine un medico dovendo “compensare” 12 anni di vuoto dentro la sua memoria, mente e cuore.
Una complessa e gravosa sfida esistenziale divenuta straordinaria sul piano editoriale e recentemente anche televisivamente
Ma se scrivere di sé, financo romanzare qualche passaggio medico e/o privato può sembrare “semplice” o comunque poco tangibile come prova autoriale agli occhi di un esigente lettore.
Ecco che con questo terzo romanzo “Colpevole di Amnesia” Pierdante Piccioni compie il definitivo e convincente salto nella esclusiva cerchia di scrittori giallisti.
“Colpevole di amnesia” è un thriller atipico ispirandosi ancora una volta alla sfera personale del Piccioni, ma con quest’ultima stavolta utilizzata o se preferite “maneggiata” fin subito con l’intento di creare il personaggio letterario Piccioni e rendendolo “autonomo” da quello reale.
Il Piccioni del libro parla, si relaziona e soprattutto reagisce agli eventi che gli si riversano conto attingendo sì al carattere, indole del suo autore, ma facendo però emergere la propria identità e sensibilità.
L’amnesia può essere giudicata dalla giustizia come una “alibi” per difendersi dall’accusa di omicidio?
Il Piccioni post Amnesia è responsabile di quanto detto e fatto dal Picconi pre Amnesia?
Ed ancora Il nuovo Piccioni può e deve ancora fidarsi delle parole dei vecchi amici e collaboratori?
Sono alcuni dei dubbi/domande che il lettore si ripete continuamente procedendo nella lettura di una storia avvincente, spiazzante, carica di pathos e piena di colpi di scena.
“Colpevole di Amnesia” si muove drammaturgicamente da una parte omaggiando i celebri paradossi giudiziari di Franz Kafka e dall’altra seguendo la struttura narrativa dell’inchiesta investigativa del giallo di stampo americano.
“Colpevole di Amnesia” è un romanzo ben scritto e sviluppato con un intreccio credibile quanto razionale in modo da conquistare l’attenzione e curiosità del lettore fino all’ultima pagina.
Il lettore dovrà attendere il finale per conoscere l’attesa quanto controversa verità su caso dove spesso e volentieri si è portati a cambiare idea e giudizio su Picconi e sugli altri protagonisti della storia.
Piccioni e Sapegno hanno brillantemente mescolato realtà e finzione dando vita ad un impianto narrativo efficace, funzionale e coinvolgente in ogni aspetto.
“Colpevole di Amnesia” si candida, a nostro modesto parere, a diventare presto un progetto di richiamo per il piccolo o grande schermo perché la memoria era e rimane il dono più prezioso di ogni individuo.

58) I Miserabili

Il biglietto da acquistare per “I Miserabili” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“I Miserabili” è un film di Ladj Ly. Con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djibril Zonga. Drammatico, 100′. Francia 2019

Sinossi:

Montfermeil, periferia di Parigi. L’agente Ruiz, appena trasferitosi in loco, prende servizio nella squadra mobile di polizia, nella pattuglia dei colleghi Chris e Gwada. Gli bastano poche ore per fare esperienza di un quartiere brulicante di tensioni tra le gang locali e tra gang e forze dell’ordine, per il potere di dettare legge sul territorio. Quello stesso giorno, il furto di un cucciolo di leone dalla gabbia di un circo innesca una caccia all’uomo che accende la miccia e mette tutti contro tutti.

Qual è il vero volto della Francia moderna? È il Paese multirazziale che meno di 12 mesi fa festeggiava la vittoria ai Mondiali di calcio in Russia, oppure quello incarnato dal movimento dei gilet gialli che con la loro protesta stanno mettendo Parigi a ferro e fuoco da mesi?

Quello che è certo è che l’illusione del cambiamento impersonificata dal giovane e rampante Presidente Macron è svanita, lasciando il posto a un nuovo clima di violenza e tensioni sociali. E in questo clima tornano alla ribalta questioni mai superate come il problema razziale, lo stato delle banlieue, il ruolo e l’azione delle forze di polizia.

“I Miserabili”, pellicola d’esordio della regista Ladj Ly, presentata in concorso a Cannes, è destinata a far parlare molto di sé. Il film, per certi aspetti, ricorda il premiato “Trainining Day” con Denzel Washington, e permette al pubblico di accompagnare una pattuglia di poliziotti durante un turno di servizio.

Attraverso l’esperienza dell’agente Ruiz (Bonnard), appena trasferitosi nella squadra mobile di un quartiere periferico di Parigi, il film punta il dito contro la corruzione e l’ambiguità delle forze dell’ordine e contro l’incapacità dello Stato di comprendere come la repressione violenta sia tutt’altro che una soluzione al problema delle periferie e alle proteste. continua su

“I Miserabili”: un film che nasconde un messaggio chiaro

 

57) Una lettera per Sara (Maurizio De Giovanni)

“Una lettera per Sara” è un romanzo scritto da Maurizio De Giovanni e pubblicato il 19 Maggio da Rizzoli Editore.

Sinossi:
Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l’ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. Afflitto e fiaccato nel fisico, il vecchio superiore di Davide assomiglia proprio a uno spettro. È riapparso dall’ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa, il rito del caffè delle undici è andato in malora: così ci sono tutti gli estremi per tergiversare. E infatti Pardo esita. Esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Dopo tanta sofferenza, nella vita di Sara è arrivata una stagione serena, ora che Viola, la compagna del figlio morto, le ha regalato un nipotino. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell’indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d’essere, e scoprire chi siamo davvero.

Recensione:

“Una lettera per Sara” è, a nostro modesto avviso, uno dei migliori romanzi scritti da Maurizio de Giovanni.
“Una lettera per Sara” è un thriller della memoria che si muove drammaturgicamente, emotivamente oltre che temporalmente tra passato e presente.
“Lettera per Sara” ci piace immaginarlo come una rielaborazione del mito greco del vaso di Pandora.
Una rielaborazione che parte dall’ improvvisa quanto decisa richiesta fatta da un amico morente all’ispettore Pardo d’ incontrare un detenuto in carcere.
Un vaso pieno d’ inconfessabili segreti, capaci di condizionare e sconvolgere l’esistenza dei protagonisti di questo romanzo.
Il lettore si appassiona ad un’indagine sviluppata su un doppio binario: privato ed istituzionale.
Maurizio De Giovanni stupisce ancora una volta il lettore costruendo una storia avvincente, incalzante ed allo stesso tempo carica di dolorosa e vivida umanità.
Una storia di ricatti, omissioni e morte che lentamente quanto dolorosamente faranno venire meno le poche certezze affettive di Sara Morozzi.
Un terremoto esistenziale che Sara avrebbe volentieri evitato, dopo aver finalmente assaporato la gioia d’essere nonna.
“Una lettera per Sara” ci emoziona con l’unicità dell’amore rappresentato da quello fraterno e quello disperato di un ragazzo disposto a tutto pur di salvare la vita dell’amante gravemente malata.
“Una lettera per Sara” segna una decisiva svolta creativa e narrativa di questa saga facendo presagire interessanti sviluppi e sorprese grazie ad un finale “sospeso” tra dramma e romanticismo.

56) D. N. A – Decisamente non Adatti

il biglietto da acquistare per “D.N.A. – Decisamente non adatti”:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“D.N. A – Decisamente non Adatti ” è un film di Lillo e Greg. Con Lillo, Greg, Anna Foglietta, Francesco Mura. Commedia, 90′. Italia 2020

Sinossi:

Fin da quando erano bambini Nando, bulletto della periferia romana, ha sempre vessato Ezechiele, primo della classe timido e impacciato. Da grandi Nando, che nel frattempo si è guadagnato il soprannome di Bulldog e fa il picchiatore professionista, ed Ezechiele, diventato docente universitario di Genetica, hanno mantenuto le loro caratteristiche e il loro rapporto interpersonale. Ma poiché il datore di lavoro di Nando, massimo dirigente dell’azienda di fast food Mr. Hambù, lo sfotte per l’eloquio da scaricatore, il Bulldog decide di rivolgersi ad Ezechiele chiedendogli lezioni di cultura e buone maniere. E siccome Ezechiele sta lavorando a un transfer genetico che scambia fra di loro il Dna di due esseri viventi, immaginiamo a quali umani questo transfer potrebbe cambiare la vita?

Recensione:

Da sempre la scienza ha ambito a manipolare il DNA umano, il nostro codice genetico, e non necessariamente per nobili fini. Gli scienziati non si fanno problemi a sfidare le leggi della natura, illudendosi di poterla controllare e persino sottomettere.

Lo scontro tra etica e scienza è stato al centro del lavoro di scrittori, artisti e registi nel corso dei secoli – pensiamo a grandi classici della letteratura come “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson e “Frankenstein” di Mary Shelley oppure a film come “Face/Off – Due facce di un assassino” e “Frankenstein Junior”.

Come dimostrano gli esempi, è possibile affrontare una tematica controversa con una grandissima varietà di toni e prospettive, spingendo alla riflessione, facendo ridere e persino generando terrore nel pubblico.

“D.N.A. – Decisamente non adatto”, esordio alla regia del duo comico Lillo e Greg, ha l’ambizione di affrontare questa tematica “alta” attraverso una commedia che trae ispirazione e in alcuni passaggi omaggia proprio gli esempi letterari e cinematografici sopracitati.

La sceneggiatura è convincente, scorrevole e brillante nella prima parte, quanto prevedibile e confusionario nella seconda. Una certa disomogeneità narrativa e alcune incongruenze strutturali penalizzano la visione, impedendo allo spettatore di essere coinvolto fino in fondo. continua su

“D.N.A. – Decisamente non adatti”: una commedia di Lillo e Greg

55) La mia Jungla

“La mia Jungla” è una serie di e con Giovanni Scifoni. 2020, Italia.

Recensione:

Se, quando e con quali modalità ripartirà in futuro il sistema audiovisivo italiano? Il nuovo decreto legge indica il 15 giugno come giorno di riapertura di teatri e cinema, ma le regole stringenti per ciò che riguarda la partecipazione del pubblico pongono più di un problema.

Poco considerati da politici e governanti vari, gli artisti e gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo si interrogano su quello che li aspetta in questo nuovo mondo post-lockdown.

Intanto ci si arrangia, con conferenze stampa online, film distribuiti direttamente in home video sulle piattaforme digitali, nuovi progetti realizzati con i mezzi disponibili. È il caso di “La mia jungla”, serie scritta, diretta e interpretata da Giovanni Scifoni, disponibile in esclusiva dal 1 maggio su RaiPlay.

Il noto volto televisivo e teatrale, con la complicità della sua famiglia, racconta un mondo capovolto, assurdo e irresistibile, ma che contiene un messaggio profondo. Ventisei episodi da 4’ circa, che si concentrano su tematiche importanti e attuali, legate a una particolare ricorrenza o a un’urgenza della nostra contemporaneità. E il racconto ha preso il là nel periodo della quarantena, raccontando la convivenza forzata in famiglia.

Il vostro inviato, da vecchio e cinico teledipendente, era piuttosto scettico sulla bontà narrativa e artistica di questo progetto. Invece Scifoni ha dimostrato come un attore, anche con pochi mezzi a disposizione, possa realizzare un qualcosa di potente, divertente ed emotivamente coinvolgente.

Nel secondo episodio, “Figli a scarico”, disponibile dal 14 maggio, ci si interroga sulla gestione della prole nella cosiddetta “fase 2” – oppure adesso siamo passati alla 3? Oggi riaprono molte attività lavorative, si può uscire senza autocertificazione nella propria Regione. Ma come fare con i figli che non vanno a scuola? E che non vanno nemmeno a nuoto, calcio, musica, danza?

54) Paolo sulla strada (Giancarlo Buzzi)

“Paolo sulla strada” è un romanzo scritto da Giancarlo Buzzi e pubblicato da You can print il 12 Maggio 2020.

Sinossi:
Gianni Feroli, giovane insegnante di lettere in un Istituto Tecnico, scopre strane coincidenze legate alla sua vita che lo turbano sino a creargli seri problemi esistenziali.
Con la moglie Luisa ed il figlioletto di cinque anni, Giulio, organizza un viaggio in auto fino all’estremo punto occidentale dell’Europa: “Cabo da Roca” in Portogallo, ma un evento importante impedirà loro di arrivarci insieme.
Lo farà da solo e per trentaquattro anni di fila.
Durante il ventisettesimo viaggio, in un paese della Spagna dove era solito fermarsi per la notte, incontrerà un notissimo personaggio internazionale che si unirà a lui ed insieme raggiungeranno la destinazione.
Tra i due si stabilirà da subito un rapporto molto conflittuale, ma carico di sentimenti e colpi di scena che cambierà la vita di entrambi.
Recensione:
Ho voluto fortemente iniziare la mia fase “2” letteraria leggendo il nuovo romanzo del mio caro amico Giancarlo Buzzi.
Ero certo che il sig. Giancarlo non avrebbe deluso le mie aspettative regalandomi una storia valida sul piano narrativo, avvolgente a livello emozionante ed ovviamente incalzante quanto efficace nello stile di racconto.
“Paolo sulla strada” è stata una lettura toccante, dolorosa, spiazzante, avendo anche dei passaggi narrativi più piacevoli ed ironici.

Buzzi è riuscito magistralmente a coniugare e soprattutto alternare sulla scena due generi opposti come dramma e commedia, dando così vita ad una storia intesa, calda, profonda e piena di continui colpi di scena.
“Paolo sulla strada” trasmette vivide emozioni al commosso lettore, che fin dalle prime pagine si scoprirà in sintonia con i sentimenti e pensieri del protagonista.
Apprezziamo la compostezza Gianni Feroli nell’affrontare e superare il lutto e financo rimanendo positivamente sopresi dalla sua volontà di non “speculare” economicamente sul povero camionista, responsabile dell’incidente mortale.
Gianni Feroli è un uomo semplice, pacato, sensibile, ma allo stesso tempo forte a non darla alla ferocia del Destino.
“Paolo sulla strada” è anche il racconto di un’improbabile, bizzarra quanto speciale amicizia tra il nostro protagonista ed un famoso quanto irascibile attore americano.
Un’amicizia nata e cementata durante un viaggio in auto, in cui questi due uomini così diversi e si scopriranno complementari e preziosi l’uno per l’altro nel dare una nuova prospettiva , indirizzo alla rispettiva esistenza.
“Paolo sulla strada” ci permette di conoscere le città, le abitudini e bellezze naturali del Portogallo , facendoci venire voglia di metterci in auto per partire.
“Paolo sulla strada” è un racconto di e sull’amore declinato nelle sue diverse sfumature, ne banali né buoniste e capaci di lasciare un segno profondo nella mente e cuore del lettore.

53) Norwegian Wood ( Murakami)

“Norwegian Wood” è un romanzo scritto da Murakami e pubblicato da Einaudi nel 2013.

Sinossi:
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull’adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli “altri” per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere sé stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un’istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Recensione:
Il mio lockdown “letterario” si è concluso con la “scoperta” di Murakami, Maestro della letteratura giapponese.
Non indignarti, caro lettore, per questa mia mancanza.
Semmai arrabbiarti, dopo aver letto completamente la mia recensione su questo romanzo
Lo confesso, non mi ha entusiasmato “Norwegian Wood”.
Per dirla tutta, più di una volta la lettura mi è risultata faticosa e noiosa.
L’amore universitario deve per forza appassionare se scritto e raccontato da un celebre scrittore?
La scoperta dei piaceri del sesso, il “desiderio” di sperimentare e magari avere contemporaneamente più partner sessuali possono possedere un quid maggiore se tratteggiate in modo poetico ed autoriale?
No, almeno a mio modesto parere.
Leggendo questa storia più di una volta ho avvertito la sensazione di sfogliare un libro di Moccia piuttosto che uno degli autori più amati della letteratura mondiale
L’intreccio narrativo “Norwegian Wood” raramente coinvolge emotivamente né tantomeno sollecita la curiosità del lettore.
Il triangolo amoroso in salsa giapponese appare innaturale e soprattutto “freddo” a livello emotivo, non facendo scattare nel lettore alcuna empatia e/o immedesimazione con i personaggi.
Murakami, probabilmente, voleva rappresentare, indagare sui giovani d’oggi spostando temporalmente la storia nel Giappone del 68.
Un desiderio di conoscenza e comprensione dei desideri, vizi e soprattutto fragilità interiori di una generazione che ha comportato un netto cambio di genere e stile da parte di Murakami rispetto alle precedenti opere.
Almeno cosi evidenzia la critica letteraria oltre che i numerosi fan nel valutare questo romanzo
Murakami, come ogni grande artista, si è spinto oltre i propri limiti creativi dimostrando sicuramente coraggio e personalità, ma senza però toccare il cuore e mente del lettore medio o se preferite diversamente ignorante.
“Norwegian Wood” è una lettura colta, citazionista e carica di suggestioni e rimandi letterari e spirituali, ben scritta, ma una volta terminata ben poco te ne rimane addosso.

52 ) Meno Dodici – Pronto Soccorso ( Pierdante Piccioni con Pierangelo Sapegno)

“Meno Dodici” è un romanzo scritto da Pierdante Piccioni con Pierangelo Sapegno, pubblicato da Mondadori nel Febbraio 2016
Sinossi:
L’ultimo giorno di maggio del 2013, Pierdante Piccioni, primario all’ospedale di Lodi, finisce fuori strada con la macchina sulla tangenziale di Pavia. Lo ricoverano in coma, ma quando si risveglia, poche ore dopo, il suo ultimo ricordo è il momento in cui sta uscendo dalla scuola dove ha appena accompagnato il figlio Tommaso, nel giorno dell’ottavo compleanno. Precisamente il 25 ottobre 2001, dodici anni prima della realtà che sta vivendo.
A causa di una lesione alla corteccia cerebrale, dodici anni della sua vita sono stati inghiottiti in un buco nero, riportandolo indietro nel tempo, quando in Italia c’era la lira e la crisi economica pareva lontana, persino impensabile, mentre la rivoluzione digitale che sta cambiando il mondo era appena agli albori e nessuno parlava di post su Facebook o video su YouTube.
All’improvviso Pierdante Piccioni è diventato un alieno, incapace di riconoscere le sue cose, le sue abitudini, addirittura sé stesso in quel volto invecchiato che gli restituisce lo specchio e in cui a stento ritrova la propria immagine. Attorno a lui tutto è cambiato: i figli non sono più due bambini di otto e undici anni, ma due maschi adulti, con la barba e gli esami all’università, mentre la moglie sembra un’altra donna, con le rughe e i capelli corti che hanno cambiato colore. Come potrà riprendersi la propria vita?
Nelle pagine del suo diario, in questo viaggio incredibile fra due esistenze parallele che non riuscirà mai a riallacciare completamente, Piccioni racconta non solo l’angoscia di un uomo costretto a guardare la realtà con gli occhi di un estraneo, come fosse un marziano, ma la lunga e faticosa riconquista della propria identità, delle relazioni con i familiari e con i colleghi, di tutto il tempo perduto che non riavrà più indietro.
Da vittima di un banale incidente, Piccioni diventa così il medico – e il paziente insieme – protagonista di una straordinaria vicenda umana, di chi sulla propria pelle ha esplorato l’abisso della memoria e ne è risalito, per ricominciare a vivere.

“Pronto Soccorso” è un romanzo scritto da Pierdante Piccioni con Pierangelo Sapengo e pubblicato da Mondadori Editore il 4 Aprile 2017
Sinossi:
Per chi ci lavora, a contatto con il dolore delle persone, il pronto soccorso di un ospedale è una trincea quotidiana, una frontiera sospesa tra la malattia e la salvezza. Pierdante Piccioni, però, non è un medico qualunque. Nel 2013, a causa di una lesione alla corteccia cerebrale ha perso la memoria e si è risvegliato dodici anni prima della realtà che stava vivendo. Dodici anni inghiottiti in un buco nero. Da lì è ripartito con fatica, tra depressione e rabbia, e ha combattuto con tenacia per riconquistare la propria vita, i propri affetti, il proprio posto nel mondo. Lui, il dottor Amnesia, ora è di nuovo un primario di pronto soccorso. Ma adesso che è in prima linea, resta ancora un paziente costretto a fare i conti con la disabilità, ed è forse questo ad avergli fatto maturare una nuova empatia nei confronti di chi è malato: ne conosce le sofferenze, ne comprende il disagio dinanzi a quell’elefantiaco «emporio della salute» che è l’ospedale. Avendo vissuto tutto ciò sulla propria pelle, in ogni occasione cerca di comportarsi come avrebbe voluto che i medici avessero fatto con lui, una condizione che se da un lato lo premia, dall’altro emotivamente lo sfinisce. Scenario del suo ostinato lottare contro vecchi schemi e abitudini è il pronto soccorso, un luogo di confine dove le vite di molti, con le loro incredibili storie, sembrano incrociarsi senza un senso apparente, paradigma di una società nella quale lo stesso Piccioni spesso si sente un reduce senza futuro, costretto ad aspettare ancora il miracolo più grande, quello che gli deve restituire, insieme alla memoria, tutte le emozioni perdute. Ma forse quel miracolo è la passione di vivere, la stessa passione che lo spingerà ad andare oltre il suo ruolo di primario, per inventarsi un nuovo lavoro, occupandosi dei pazienti più fragili, dei più soli, degli ultimi.

Riflessione Unica:
Rai Uno, nel pieno dell’italico lockdown, sfidando tutto e tutti ha trasmesso le prime quattro puntate della serie televisiva “Doc – nelle tue mani” con protagonista Luca Argentero.
Sembrava una scelta folle quella fatta dalla rete ammiraglia di mandare in onda una serie su un affascinante medico durante una devastante quanto tragica pandemia.
Invece i dati Auditel e financo la critica hanno largamente premiato l’azzardo di Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction.
“Doc – nelle Tue mani” non è stato infatti il prevedibile medical dramma in salsa italiana né tanto meno di stampo americano, potendo bensì contare su un potenziale narrativo unico: la realtà.
Una storia vera magistralmente descritta nei due romanzi scritti dal Dott Pierdante Piccioni.
Picconi ha raccontato di sé, della propria esperienza nella triplice veste di autore, medico e soprattutto di paziente.
Sapete bene come da queste parti le tematiche della memoria e dell’amnesia siano argomenti molto “sentiti”
Così una volta “scoperta” la storia del Dott Piccioni, non potevamo non approfondirne la conoscenza almeno a livello letterario.
Una “conoscenza” che si è presto trasformata in “colpo di fulmine” umano e narrativo
Dimenticate la serie “Doc – Nelle tue Mani”. Mettete da parte il sorriso rassicurante di Luca Argentero. Anche se avete apprezzato la sceneggiatura firmata dai bravi autori nel saper mescolare, alternare i generi romance e thriller sulla scena, resettate tutto.
Buttatevi “senza paura” nella lettura consecutiva di “Meno Dodici “e subito dopo di “Pronto soccorso”, perché solamente così potrete apprezzare pienamente l’incredibile e sofferta rinascita umana e professionale di Pierdante Piccioni.
Pierdante Piccioni in “Meno Dodici” condivide con noi dapprima l’incredulità nel dover accettare che dodici anni di vita siano stati cancellati.
12 anni di ricordi, emozioni, incontri, gioie e delusioni familiari e professionali non sono più “disponibili” nella memoria del Dott. Piccioni.
Pierdante appena svegliatosi dal coma, fatica a riconoscere l’amata moglie Kunta, i suoi amici gli appaiono improvvisamente invecchiati Teme che i suoi due “bimbi” siano morti nell’incidente e rimanendo irritato quando al suo capezzale si palesano invece due strafottenti ed irritanti ventenni.
Pierdante era un medico preparato, serio quanto “rompicoglioni”.
Ed improvvisamente “fragile”, debole, spaventato come un qualsiasi paziente.
Pierdante Piccioni si è ritrovato a vestire i panni dello “Smemorato di Collegno”, costretto ad affrontare una terribile via crucis esistenziale per superare prima lo shock, la depressione e poi incanalare la rabbia del paziente in forza e volontà nel voler ribaltare l’infausto destino.
Piccioni paradossalmente quanto dolorosamente dovrà riscoprire, riamare i propri figli, ristudiare medicina, piangere nuovamente la perdita della madre e poi del padre.
Lottare contro il pregiudizio dei superiori, desiderosi di levarselo davanti offrendogli una bella pensione d’invalidità.
“Meno dodici” è un racconto avvincente, incalzante, struggente quanto intenso catturando l’attenzione del lettore e rimanendo colpito dalla determinazione del Dottor Piccioni nell’ottenere una seconda chance soprattutto per l’’uomo Pierdante.
Ovvero essere una persona migliore oltre che medico diverso, più empatico, sincero, vero,
Una seconda chance che il lettore può seguire, osservare leggendo il secondo romanzo “Pronto Soccorso” che ci piace definirlo come un riuscito sequel letterario in cui però i toni sono meno angoscianti e drammatici.
“Pronto Soccorso” è una lettura interessante, narrativamente funzionale e complementare al primo libro, ma forse meno coinvolgente e forte sul piano del pathos e ritmo narrativo.
“Pronto Soccorso” racconta il ritorno alla “normalità” del Dott “Amnesia” facendoci partecipe dei timori di Piccioni di non essere completamente adeguato al nuovo ruolo di primario del pronto soccorso di Codogno.
Un “Pronto Soccorso” è tante cose: un porto di mare, lo zerbino di tutti, un luogo in cui avvocati senza scrupoli sono alla ricerca di clienti da “spennare”.
Ma un “Pronto Soccorso” rimane ancora la prima frontiera di un ospedale in cui ogni giorno migliaia di persone sono curate, protette e rassicurate.
Ed in questo luogo intriso di dolore e d’attesa che Piccioni ha voluto “ricominciare” la sua seconda vita di medico.
Una scelta difficile quanto coraggiosa che ancora di più ci fa “amare” questo marziano “sbucato” dal passato.
In attesa di vedere, forse in autunno, l’atteso finale di stagione di “Doc – nelle tue mani”, è raccomandata la lettura di questi due libri.
Ed una volta terminati non avrete alcun dubbio nel preferire Piccioni al bello e fascinoso Argentero.