117) Le Classifiche 2019 dello Spettatore Pagante

Avete probabilmente ascoltato, sentito, sopportato il tradizionale discorso di fine anno del Presidente della Repubblica

E nonostante l’effetto Magda, vi tocca anche il nostro di discorso

Tranquillo, caro lettore, non vogliamo rovinarvi il cenone di San Silvestro

Il 2019 dello Spettatore pagante non è stato tra i più esaltanti o memorabili.
Abbiamo comunque stretto i denti sforzandoci di mantenere gli standard di qualità, passione e professionalità.
I numeri seppure “minori” rispetto al passato, rispecchiano , almeno speriamo, il lavoro e l’amore profuso in questi dodici mesi.
Abbiamo visto, scritto, raccontato di : 150 Film , 1 corto, 54 libri 13 programmi televisivi.

Aspettando l’urgano “razzista” di Checco Zalone

Ballate con l’amica Giorgia

e leggete le nostre Classifiche..
Cinema
1) Ancora Un Giorno di Raul de la Fluente
“Ancora un giorno”: quando il film tratto dal libro è semplicemente bello

2) I Lost My Body di Jeremy Clapin ( Data d’uscita sconosciuta)
“I lost my body”: una pellicola d’animazione potente e avvolgente
3) La Belle Epoque di Nicolas Bedos

“La belle époque”: un gioiellino registico, narrativo e interpretativo

Libri:
1) Il Censimento dei Radical Chic di Giacomo Papi
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2019/03/19/44-il-censimento-dei-radical-chic-giacomo-papi/
2) Il Tempo dell’Ipocrisia di Petros Markais
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2019/08/25/116-il-tempo-dellipocrisia-petros-markaris/
3) Ex Equo: Ninfa Dormiente di Ilaria Tuti
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2019/09/14/119-ninfa-dormiente-ilaria-tuti/
La Logica della Lampara di Cristina Cassar Scalia
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2019/07/26/104-la-logica-della-lampara-cristina-cassar-scalia/

Televisione:
1) La stagione della caccia di Roan Johnson
“La stagione della caccia”: storia siciliana di ieri e di oggi

2) Boys
“The boys”: una serie scifi che aggiorna l’immagine dei supereroi

3) Ex Equo Non Mentire di Gianluca Maria Tavarelli
“Non mentire”: al via la serie con Alessandro Preziosi e Greta Scarano

Buona sera Presidente
“Buonasera Presidente”: una docu-fiction seriale al via su Rai Storia

Grazie anche quest’anno alla direttora Roberta Turilazzi, alle care amiche Cristina Torrisi , Lidia Ottelli e Concetta Piro per la preziosa collaborazione oltre che amicizia
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https://www.radio.it/s/selfie
Grazie a tutti i colleghi
Tutti insieme siamo una squadra fortissimi, vero Checco?

Anche per quest’anno è tutto.
Ora continuate pure..

Tanti Auguri…

Con affetto e stima
Roberto e Vittorio

154 ) Playmobil : Il Film

Il biglietto da acquistare per “Playmobil – The movie” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“The Playmobil -Il Film” è un film di Lino Disalvo. Con Alessandro Aleotti, Cristina D’Avena, Anya Taylor-Joy, Daniel Radcliffe, Adam Lambert. Animazione, 99′. Francia, Germania, USA 2019

Sinossi:

Da ragazzina Marla passava le giornate a giocare col fratellino Charlie e sognava di girare il mondo. La scomparsa prematura dei genitori l’ha però trasformata anzitempo in una donna occupata in tutto tranne che a divertirsi. Charlie ne soffre e, una sera, uscito di casa senza avvisare, viene attirato dalla vista di un padiglione di giocattoli, dove una distesa di Playmobil sembra aspettare solo di essere animata da un giocatore pieno di fantasia. Quando Marla lo ritrova, non fa in tempo a portarlo via che entrambi vengono risucchiati dal mondo dei giochi e portati in un’altra dimensione, dove hanno le fattezze di due Playmobil e li attende al varco una grande avventura.

Recensione:

Dispiace molto dover spedire i miei amati Playmobil nello sciagurato girone degli Spira Mirabilis – chi mi segue nelle mie avventure festivaliere sa di cosa parlo – ma purtroppo non ci sono appigli a cui aggrapparsi per salvare il film d’animazione di Lino Disalvo da una netta e sonora bocciatura.

“Playmobil – The movie” è una risposta brutta e sciatta alla fortunata saga cinematografica dei Lego. Il celebre marchio viene però qui usato per un progetto mediocre e a tratti persino irritante, dove è chiaro l’intento commerciale, molto meno quello “artistico”. continua su

“Playmobil – The movie”: un film classico, imparagonabile ai Lego

153 ) Autodifesa di Caino (Andrea Camilleri)

“Autodifesa di Caino”” è un monologo teatrale scritto da Andrea Camilleri e pubblicato il 21 Novembre 2019 da Sellerio Editore

Sinossi:
«Perché sono un contastorie. In fondo non sono mai stato altro. Nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un Caino molto diverso da quello della Bibbia. Su queste abbiamo lavorato». Andrea Camilleri offre una versione di Caino lontana da quella consueta. È forse un Caino inventore della scelta, che va oltre il pentimento prendendo consapevolezza che «senza il male il bene non esisterebbe». Come il precedente “Conversazione su Tiresia” anche questo monologo avrebbe dovuto essere interpretato da Camilleri a teatro. L’appuntamento era per il 15 luglio 2019 alle Terme di Caracalla. Ma il grande scrittore è uscito di scena troppo presto.
Recensione
Il Destino ci ha privato dell’opportunità di vedere, ascoltare un bellissimo , brillante quanto toccante monologo teatrale.
Il Maestro Andrea Camilleri ci avrebbe regalato un’altra gemma di sapienza, talento ed umanità dopo Tiresia.
“Autodifesa” di Caino è un monologo semplice, lineare quanto incisivo nell’indurre il lettore /spettatore alla riflessione sull’origine del “male” giocando in modo ironico e creativo sui testi sacri.
Solamente il Maestro poteva permettersi questo azzardo drammaturgico trovando splendidamente da una parte il giusto equilibrio tra sacro e profano e dall’altra rendendo empatica ed universale la figura di Caino.
“Autodifesa di Caino” pur partendo da dogmi religiosi , controversie spirituali e filosofiche non diventa mai una lettura pesante , colta od elitaria , ma bensì si rivela sempre fruibile e comprensibile anche nei passaggi più complessi.
Andrea Camilleri ci conduce per mano in una gustosa quanto arguta rilettura del Vecchio Testamento affermando con grande convinzione la parità dei sessi se non addirittura sottolineando la superiorità della donna anche nel Paradiso Terreste.
Leggendo “Autodifesa di Caino” è quasi spontaneo immaginare il Maestro , sentire la sua inconfondibile voce incantarci e sferzarci con stile, ironia e saggezza.

152) Spie sotto copertura

Il biglietto da acquistare per “Spie sotto copertura” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Spie sotto copertura” è un film di Nick Bruno, Troy Quane. Con Will Smith, Tom Holland, Karen Gillan, Rashida Jones, Ben Mendelsohn, Masi Oka. Animaziome, 101′. USA 2019

Sinossi:

Lance Sterling è il migliore agente segreto del mondo. Ma il capo dell’Intelligence, scottata di recente da una missione disastrosa, vuole affiancargli una squadra di supporto. Lance invece ama giocare da solo e ritiene di non aver bisogno dell’aiuto di nessuno. Walter Beckett è un inventore che progetta congegni per agenti segreti e tutti pensano che sia un tipo strano. Quando Walter incontra Lance pensa che insieme possano fare la differenza, ma il miglior agente segreto del mondo non ha nessun intenzione di ascoltare le sue idee rivoluzionarie. Peccato che, per errore, Walter trasformi Lance in un… piccione, e da quel momento l’agente segreto dovrà affrontare il rischio in veste di pennuto, senza essere nemmeno capace di volare. E Walter sarà l’unico a potergli dare una… zampa.

Recensione:

Come si fa ad avvicinare i più piccoli alla saga di James Bond, spiegando con semplicità in cosa consiste il lavoro dell’agente segreto “con licenza di uccidere”? Se sudate freddo davanti all’impresa tranquilli, da oggi c’è “Spie sotto copertura” a fare il lavoro sporco.

Quella diretta da Nick Bruno e Troy Quane è un brillante esempio di pellicola d’animazione capace di mescolare divertimento e perle di saggezza, in una sceneggiatura gradevole, lineare e avvincente.

Al di là dell’azione e delle risate, “Spie sotto copertura” è anche la storia dell’inaspettata e sincera amicizia tra il più fico e quotato degli agenti segreti, Lance Sterling, e il più nerd degli inventori, Walter Beckett, che si ritroveranno a unire i rispettivi talenti per sconfiggere una grave minaccia.

Una storia ricca di colpi di scena e gustosi cambi di genere, che conquista lo spettatore anche grazie alla vivacità e ricchezza drammaturgica. Oltre a James Bond, è facile riconoscere i riferimenti ad altri celebri saghe e film, da “Terminator” a “Independence Day”. continua su

“Spie sotto copertura”: 007 a misura di famiglie, tra risate e invenzioni

151) Diversi (Gian Antonio Stella)

“Diversi” è un saggio scritto da Gian Antonio Stella e pubblicato il 7 Novembre 2019 da Solferino Editore
Sinossi:
Gian Antonio Stella racconta la storia della disabilità, una storia di orrori, crimini, errori scientifici, incubi religiosi fino alla catastrofica illusione di perfezionare l’uomo e al genocidio nazista degli «esseri inutili», attraverso le vite di uomini e donne che hanno subìto di tutto.
Agli sgoccioli d’una vita davvero speciale, Stephen Hawking poteva muovere solo la palpebra dell’occhio destro ma continuava a fare conferenze e rinnovò fino all’ultimo la prenotazione per un volo nello spazio. Dodicimila cinquecento anni prima il suo avo preistorico «Romito 8», paralizzato per una brutta caduta, riuscì a vivere e a essere utile agli altri grazie a ciò che gli era rimasto di intatto: i denti. Lontanissimi nel tempo e nello spazio, li legava l’amore per la vita, la forza di volontà, la fantasia. È lunga la storia dei disabili. Segnata, da un capo all’altro del pianeta, da millenni di silenzi, mattanze, ferocia, abbandoni. Ma anche da vicende umane straordinarie. Di «deformi» acclamati imperatori come Claudio, narratori immensi anche se ciechi come Omero, raffinati calligrafi senza braccia come Thomas Schweicker, geniali pianisti nonostante la cecità e l’autismo come lo schiavo nero «Blind Tom», poliomielitici eletti quattro volte alla Casa Bianca come Franklin D. Roosevelt, artiste capaci di sfidare paure millenarie mostrando la propria disabilità come Frida Kahlo, giganti «nani» come Antonio Gramsci, Henri de Toulouse-Lautrec, Giacomo Leopardi… Ma più ancora milioni di anonimi figli d’un dio minore che sono riusciti in condizioni difficilissime a tirar fuori, per dirla con papa Francesco, «la scatoletta preziosa che avevano dentro». Gian Antonio Stella racconta la storia della disabilità, una storia di orrori, crimini, errori scientifici, incubi religiosi fino alla catastrofica illusione di perfezionare l’uomo e al genocidio nazista degli «esseri inutili», attraverso le vite di uomini e donne che hanno subìto di tutto resistendo come meglio potevano all’odio e al disprezzo fino a riuscire piano piano a cambiare il mondo. Almeno un po’.

Recensione:
Siamo davvero convinti che il razzismo, l’intolleranza, l’Olocausto, i genocidi debbano essere esclusivamente imputati alla ferocia follia di regimi sanguinari ed autoritari?
Oggi la diversità /disabilità fisica o mentale, almeno a parole, è sostenuta, difesa ed accettata dalla società ebbra del politicamente corretto.
Eppure basterebbe scorrere qualsiasi social network per essere travolti da parole e slogan grondanti odio e razzismo.
Forse sarebbe il caso di guardaci allo specchio ammettendo come  la verità sia ben diversa, magari sfogliando qualche libro di storia, testo scientifico ed addirittura testo teologico.
Gian Antonio Stella firma con il saggio “Diversi” un approfondito quanto sconvolgente reportage storico, sociale e scientifico sulla parte più nera e malvagia dell’anima umano capace di compiere le peggior nefandezze nei confronti dei più deboli
“Diversi” è un racconto d’orrore, mistificazione, ignoranza perpetrato nel corso dei secoli ai danni di bambini, uomini, donne “colpevoli” d’esseri nati con delle disabilità fisiche e mentali e catalogati come “mostri” dalla società.
La parola “diverso” ha assunto un significato negativo, malvagio, sbagliato al punto da giustificare veri e propri genocidi da parte di governi ufficialmente democratici,
Scienziati, religiosi oltre che politici hanno sostenuto la tesi della Razza pura” prima ancora del nazismo mettendo per iscritto una “caccia alle streghe” da far impallidire gli stessi nazisti.
“Diversi” consente al lettore di scoperchiare un imbarazzante vaso di Pandora in cui sono contenuti tanti, troppi crimini compiuti da esimi scienziati e teologi convinti che “eliminare” un diverso fosse un gesto di pietà e misericordia per conto di chi sa quale loro dio.
Il lettore non potrà non essere scosso dalla tragica crono storia magistralmente scritta da Stella oltre comprendere come l’odio e l’intolleranza facciano parte del nostro “Dna” fin dall’inizio dell’umanità
Un quadro oscuro, tragico, sconfortante quello tratteggiato da Gian Antonio Stella, reso però meno doloroso nello scoprire storie di “diversi” talentuosi, unici capaci di ribaltare l’infausto destino imponendosi all’attenzione del mondo ed ottenendo i doverosi e meritati riconoscimenti.
“Diversi” è una lettura natalizia consigliata e necessaria perché ognuno di noi comprenda pienamente il significato più profondo, universale ed esistenziale della diversità umana.

150) La Casa delle Voci (Donato Carrisi)

“La Casa delle Voci” è un romanzo scritto da Donato Carrisi e pubblicato da Longanesi Editore nel Dicembre 2019

Sinossi:
Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.
Recensione:
La mente umana è probabilmente il “meccanismo” più misterioso, affascinante, complesso quanto pericoloso mai costruito
Per gli stessi studiosi, scienziati è impossibile poterne scoprirne ogni aspetto, particolarità.
Nessun manuale di psichiatria, neurologia sarà mai in grado d’evidenziare, mostrare le infinte sfumature e caratteristiche della mente.
La mente è forte quanto fragile nel delicato ruolo di protezione della persona dall’orrore e paure provenienti dal mondo esterno.
Leggendo sul web gli entusiasti giudizi di critica e pubblico, confesso altresì la mia personale delusione nei confronti del nuovo romanzo di Donato Carrisi.
Dovrei ritenere d’aver preso un grande abbaglio letterario nel valutarlo?
Eppure i primi sono gli stessi che hanno bocciato gli ultimi romanzi di Carrisi che al contrario tanto erano piaciuti al sottoscritto.
Chi avrà dunque ragione?
“La casa delle Voci” è un giallo ben scritto, carico di suspense e magistralmente costruito nel regalare al lettore continui colpi di scena, ma nonostante ciò l’intreccio narrativo e lo stile non convincono come in passato
Donato Carrisi strizza l’occhio ad almeno tre pellicole cinematografiche di culto: Il Sesto Senso, Inception e Shutter Island.
I tre registi (Scorsese, Nolan e M. Night Shyamalan) si spinsero al loro limite artistico nel raccontare e mostrare la mente umana spiazzando e soprattutto incantando visivamente lo spettatore.
Ma “La casa delle voci” essendo “ancora” un libro non possiede la stessa forza ed intensità di racconto delle sopracitate pellicole.
Le parole, monologhi, dialoghi pronunciati dai personaggi di Carrisi appaiono più adatti ad uno script cinematografico più che per un romanzo.
“La casa delle voci” appare bloccato in una dimensione letteraria poco funzionale alle proprie caratteristiche e potenzialità.
Il lettore rimane colpito dalla storia e coinvolto dal serrato rapporto tra lo psicologo Pietro Gerber e la misteriosa paziente Hanna, ma senza mai raggiungere una vera e profonda empatia con i personaggi.
“La casa delle voci” è un romanzo “splendidamente” freddo nonostante i temi trattati e privo di quella necessaria umanità nell’affrontare i tormenti e soprattutto i segreti più reconditi dell’animo umano.
“La casa delle voci” è l’ottimo punto di partenza di un adattamento cinematografico che, a nostro modesto parere, colmerà le lacune strutturali ed emotive presenti sfortunatamente nell’opera letteraria

149) Nozze (Maurizio De Giovanni)

“Nozze” è un romanzo scritto da Maurizio De Giovanni e pubblicato da Einaudi nel dicembre 2019.
Sinossi:
Una ragazza, nuda, in una grotta che affaccia su una spiaggia appartata della città; l’hanno uccisa con una coltellata al cuore. Un abito da sposa che galleggia sull’acqua. In un febbraio gelido che sembra ricacciare indietro nell’anima i sentimenti, impedendogli di uscire alla luce del sole, Lojacono e i Bastardi si trovano a indagare su un omicidio che non ha alcuna spiegazione evidente. O forse ne ha troppe. Ognuno con il proprio segreto, ognuno con il proprio sogno ben nascosto, i poliziotti di Pizzofalcone ce la metteranno tutta per risolvere il mistero: la ragazza della grotta lo esige. Perché non solo qualcuno le ha tolto il futuro, ma lo ha fatto un attimo prima di un giorno speciale. Quello che doveva essere il più bello della sua vita.
Recensione:
Se agli occhi di una giovane coppia il giorno del matrimonio continua a rappresentare il giorno più bello da vivere, sognare
È altrettanto vero che per i futuri sposi i preparativi possono trasformarsi in vere tragedie emotive ed esistenziali.
Litigi, ripensamenti e rotture sono all’ordine del giorno alla viglia di un matrimonio,
Tutto è possibile il giorno prima delle nozze, tranne che ritrovarsi con il brutale quanto misterioso omicidio della sposa.
Parte invece da questo efferato scenario e presupposto narrativo la nuova indagine dei Bastardi di PizzoFalcone.
Maurizio De Giovanni stupisce ancora una volta il lettore con un’indagine apparentemente semplice e scontata, ma che nel suo svilupparsi si dimostra capace di riservare sorprese e colpi di scena.
Aprendo altresì nuovi scenari di racconto e risvolti psicologici e rapporti interpersonali riguardo i vecchi e nuovi personaggi di quest’apprezzata saga.
“Nozze” è un giallo al femminile in cui sono le donne ad assumere il centro della scena dettando le file del racconto, i cambi di passo nel ritmo e l’aumento del pathos.
“Nozze” parta con struttura narrativa tradizionale, precisa quanto avvincente per poi mutare in un ‘indagine basata sull’introspezione psicologica e sentimentale dandogli maggiore slancio e vivacità
Un cambiamento strutturale che coinvolge il lettore dentro un’indagine in cui le apparenze ed i pregiudizi rischiano d’ indurre gli stessi Bastardi a frettolose ed inesatte conclusioni.
“Nozze” è un romanzo di rottura rispetto ai precedenti della serie, in cui si percepisce la volontà autoriale e soprattutto creatività di De Giovanni nel voler esplorare nuovi orizzonti narrativi e strutturali
“Nozze” è un romanzo al femminile perché emergono le qualità tipiche della donna moderna: intuito, abilità, attenzione, spirito d’osservazione, scrupolo professionale.
Grazie a queste doti che le donne di Pizzo Falcone riusciranno a risolvere il caso relegando gli uomini al ruolo di comprimari /spettatori, con quest’ultimi sicuri d’aver trovato già l’assassino ed il movente.
“Nozze” racconta come la gelosia possa scatenare in ognuno di noi le reazioni più imprevedibili, pericolose financo tragiche.
Maurizio De Giovanni rinnova con efficacia e lungimiranza la “vita” professionale e privata dei Bastardi garantendo al proprio pubblico un futuro ricco di storie e d’indagini che si prospettano sempre più interessanti, vere e profonde.
“Nozze” non è altro che l’inizio di una nuova e luminosa fase per i Bastardi con le donne, ovviamente, sempre più al comando

148) Nancy

Il biglietto da acquistare per “Nancy” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Nancy” è un film di Christina Choe. con Andrea Riseborough, Steve Buscemi, J. Smith-Cameron, Ann Dowd, John Leguizamo. Thriller, 87′. USA 2018

Sinossi:

Nancy Freeman ha una madre malata, grandi aspirazioni da scrittrice e un’esistenza digitale più movimentata di quella reale. Sul web gioca a interpretare altre persone, inganna gli utenti che le scrivono, organizza persino incontri cui si prepara nei minimi dettagli, pur di sostenere le proprie bugie. Ma quando sua madre muore, in Nancy si spezza qualcosa. Colpita dall’intervista rilasciata in tv da Leo e Ellen, una coppia che trent’anni prima ha smarrito la figlia, Nancy si convince di essere la loro bambina. E bussa alla porta dei due genitori, nella speranza che la riconoscano.

Recensione:

Guardando “Nancy”, il bellissimo film di debutto di Christina Choe, premiato per la miglior sceneggiatura al Sundance, al sottoscritto è tornata in mente la massima per cui “in questo mondo scuro e tormentato la salvezza non può venire che dalla verità”. Ma la verità è un concetto molto relativo, ed è proprio su questa indeterminatezza che si regge la pellicola.

“Nancy” racconta la storia di una ragazza introversa e problematica che decide di contattare quelli che pensa siano i suoi veri genitori, una coppia che ormai da trent’anni convive con il dolore di aver visto sparire nel nulla la propria bambina, forse rapita. continua su

“Nancy”: un thriller psicologico sorprendente per intensità e verità

147) L’avvocato degli innocenti (John Grisham)

“L’avvocato degli innocenti” è un romanzo scritto da John Grisham e pubblicato da Mondadori Editore nel novembre 2019

Sinossi:
Sono passati più di ventidue anni da quando Quincy Miller, un giovane di colore, è stato arrestato dalla polizia della cittadina di Seabrook, in Florida, con l’accusa di aver ucciso l’avvocato Keith Russo, di cui era stato cliente. Quincy viene frettolosamente processato sulla base di testimonianze e prove poco attendibili e di un movente poco credibile. Ciononostante viene condannato all’ergastolo. Per tutto il tempo l’uomo si professa innocente senza venire mai ascoltato da nessuno, fino al giorno in cui, disperato, scrive una lettera alla Guardian Ministries, i “padri guardiani”, una fondazione no profit che si occupa di dimostrare l’innocenza dei suoi assistiti salvandoli dalla pena di morte. Cullen Post è a capo di questa piccola e agguerrita organizzazione, ha all’attivo otto casi risolti e una storia personale sui generis: quando era un giovane avvocato alle prime armi e pieno di ideali, era rimasto fortemente deluso dal sistema giudiziario e dopo una profonda crisi aveva deciso di diventare pastore episcopale, per dedicarsi poi anima e corpo a combattere le condanne ingiuste e assistere gratuitamente solo clienti dimenticati dal sistema. Accettando di dimostrare l’innocenza di Quincy Miller, strappandolo all’ergastolo, Cullen deve partire alla ricerca dei vecchi testimoni e smontare le false prove che erano state prodotte, mettendo a rischio la sua vita. Perché il suo cliente è stato incastrato da criminali senza scrupoli che non vogliono certo che lui esca vivo dalla prigione. Hanno già ucciso un avvocato ventidue anni prima e possono benissimo eliminarne un altro senza pensarci due volte. Corruzione, abuso di potere ed errore giudiziario sono gli elementi portanti di questo legal thriller scritto da John Grisham.
Recensione:
“La legge è uguale per tutti”
Almeno una volta vi sarà capitato di leggere questa frase dentro un tribunale od ascoltarla durante programma televisivo sull’atavico problema della giustizia in Italia.
È una frase potente, fondamentale, basica in uno Stato di diritto.
Peccato che poi se si “inciampa” dentro il sistema, non sempre questa frase è davvero rispettata ed applicata.
I casi di malagiustizia sono all’ordine del giorno in tutto il mondo e soprattutto potremmo dire negli Stati Uniti,
L’ordinamento giuridico della più grande e potente democrazia dell’Occidente “sforna” centinaia, migliaia di “casi Tortora” all’anno.
Tanti, troppi innocenti vengono condannati a morte o rinchiusi a vita per un crimine mai commesso.
E molti di questi “casi giudiziari” riguardano persone di colore o comunque appartenenti a minoranze povere e poco istruite.
La giustizia americana è clemente quanto generosa con i ricchi colpevoli quanto inflessibile con gli innocenti che non possono permettersi un vero e costoso avvocato.
Fortunatamente esistono, resistono delle piccole quanto caparbie fondazioni, associazioni, studi legali composte da persone che dedicano la loro attività professionale ed esistenza umana a salvare questi “innocenti”.
John Grisham, il Re del “legal thriller”, lascia ancora un segno del proprio talento, creatività e senso civico.
“L’avvocato degli innocenti” pur essendo bellissimo romanzo di finzione appare al lettore fin dalle prime pagine come una puntuale, attenta e dura requisitoria dell’autore contro il sistema giuridico americano.
Grisham, a differenza dei precedenti romanzi, non accompagna il lettore nella risoluzione di un giallo o del processo in cui il cattivo di turno sia finalmente condannato. In questo caso la prospettiva narrativa, giuridica è ben diversa se non opposta.
L’avvocato/pastore Cullen Post e gli altri componenti della fondazione “Padri Guardiani” lottano ogni giorno per salvare uomini e donne ingiustamente condannate e rinchiuse in carcere
L’incipit del romanzo, magistralmente scritto: teso, angosciante, incalzante, fa subito intuire al lettore quale storia si troverà ad affrontare.
Cullen Post, il nostro avvocato /pastore , vincendo un ricorso riesce all’ultimo istante a far sospendere l’esecuzione del proprio assistito
Cullen Post e gli altri componenti del team “Padri Guardiani” vogliono giustizia.
Inseguono la verità, smuovono mari e monti per ottenere nuove prove per poter riaprire casi chiusi da tempo.
I Padri Guardiani sono dei Don Chisciotte del diritto impegnati in una pericolosa quanto faticosa lotta contro il tempo, avversati dallo stesso ordinamento giuridico e dalla polizia. Quest’ultima sempre più caratterizzata dalla corruzione oltre che incapacità
Nessuno dei Guardiani mostra mai segno cedimento o pentimento per la scelta compiuta e nell’aver rinunciato a facili guadagni e vita meno sfibrante e sicura.
“L’avvocato degli innocenti” è una lettura appassionante, emozionante, sconcertante quanto imprevedibile che trascina il lettore dentro una storia dal gusto kafkiano
John Grisham riscrive “il Processo” di Kafka riadattandolo alla realtà americana evidenziandone magagne, pregiudizi e sciatteria.
“L’avvocato degli innocenti” è una lettura assolutamente consigliata per chi ancora studia e lotta per uno Stato di diritto credendo davvero che la legge debba essere uguale per tutti
Magari ci fossero più Cullen Post nei nostri tribunali

146) L’inganno perfetto

Il biglietto da acquistare per “L’inganno perfetto” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“L’inganno perfetto” è un film di Bill Condon. Con Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Jim Carter. Drammatico, 109′. USA 2019

Sinossi:

Roy e Betty, ottuagenari, si incontrano grazie a un sito di appuntamenti per la terza età. Tra i due scatta immediatamente un’intesa, che li porta a confessare l’uno all’altra di aver fatto ricorso a qualche bugia. Ma ad essere svelata è solo la punta di un iceberg: Roy vive infatti di raggiri e truffe ai danni di facoltosi e sprovveduti investitori e non rivela niente di tutto questo a Betty. Anzi, continua a mentirle sistematicamente per potersi avvicinare ulteriormente a lei.

Recensione:

Le apparenze ingannano. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. La vendetta è donna. Potrebbero bastare questi tre saggi proverbi per riassumere efficacemente l’essenza de “L’inganno perfetto” di Bill Condon.

Presentato al 37° Torino Film Festival, il film non è altro che una sofisticata, elegante e appassionante gara di furbizia, seduzione e trasformismo messa in scena da due mostri sacri del cinema e soprattutto del teatro inglese, Helen Mirren e Ian McKellen.

Lo spettatore si prepari ad assistere a una disfida d’altri tempi, se volete anche spietata, dove però sono le parole e la persuasione le armi utilizzate, e non gli effetti speciali come spesso accade.

Nonostante la sceneggiatura non sia perfetta, con alcuni passaggi frettolosi soprattutto sul finale, “L’inganno perfetto” è una visione piacevole e sorprendente, dall’inizio alla fine. Merito soprattutto di McKellen e della Mirren, che regalano al pubblico una prova magistrale.

Forti di una convincente alchimia interpretativa e umana, i due conferiscono un quid in più ai rispettivi personaggi, Roy e Betty, catturando l’attenzione e la curiosità del pubblico. Dall’inizio alla fine non si fa che domandarsi chi siano realmente i due, chi stia ingannando chi, chi sia innocente e chi no. continua su

“L’inganno perfetto”: Ian McKellen ed Helen Mirren coppia d’assi del film