68) Tigers

“Tigers” è un film di Ronnie Sandahl. Con Erik Enge, Alfred Enoch, Frida Gustavsson, Maurizio Lombardi, Lino Musella. Drammatico, 116′. Svezia, Italia, Danimarca 2021

Sinossi:

Martin Bengtsson è un giovane calciatore svedese che all’età di 16 anni viene acquistato dall’Inter per farlo giocare nella squadra Primavera. È il sogno che aveva dall’età di tre anni quando con suo padre, che ora si è fatto una nuova famiglia, vedeva le partite del campionato italiano. Ma la vita con i compagni di squadra e lo spaesamento causato dal non conoscere una parola di italiano lo fanno progressivamente entrare in una depressione da cui fatica a trovare una via d’uscita.

Recensione :

I giovani di oggi vogliono spesso bruciare le tappe, aspirando a ricchezza, fama e popolarità. Lo studio, il sacrificio non sono più considerati necessari per raggiungere “il successo”, quando si ha dalla propria parte un certo talento.

Tanti ragazzi si gettano nella mischia convinti di potercela fare, ma poi, alla prova dei fatti, solamente in pochi, pochissimi raggiungono l’obiettivo. Perché la selezione naturale di darwiniana memoria è perfettamente applicabile anche al campo sportivo e artistico. E non basta avere le doti fisiche, per arrivare, serve anche una grande forza mentale per reggere alle pressioni.

Pur non conoscendo la storia del calciatore Martin Bengtsson, enfant prodige svedese acquistato dall’Inter all’età di 16 anni per la sua Primavera, la ricostruzione emotiva, psicologica e cronologica della sua implosione firmata dal regista Ronnie Sandahl in “Tigers” mi ha decisamente colpito.

Il racconto è semplice e lineare sul piano narrativo, ma sentito, intenso e soprattutto destabilizzante su quello emozionale.

Martin è cresciuto senza padre e con una madre apprensiva. Ha investito tutto le proprie energie nel calcio. Quando viene ingaggiato dall’Inter pensa di toccare il cielo con un dito. Un errore di valutazione che rischia di costargli la vita.

“Tigers” ci mostra come il raggiungimento di un obiettivo lungamente desiderato non porti automaticamente serenità e gioia, ma semmai l’opposto. Perché i traumi non si legano solo ad eventi negativi, e la letteratura medica dimostra come la gestione delle aspettative e dell’improvvisa popolarità, ad esempio, possano scatenare in una mente anche gravi problemi psichici . continua su

36) L’Inverno Dei Leoni – La Saga dei Florio ( Stefania Auci)

“L’Inverno dei Leoni” è un romanzo scritto da Stefania Auci e pubblicato nel Maggio 2021 da Casa Editrice Nord

Sinossi:
Hanno vinto, i Florio, i Leoni di Sicilia. Lontani sono i tempi della misera putìa al centro di Palermo, dei sacchi di spezie, di Paolo e di Ignazio, arrivati lì per sfuggire alla miseria, ricchi solo di determinazione. Adesso hanno palazzi e fabbriche, navi e tonnare, sete e gioielli. Adesso tutta la città li ammira, li onora e li teme.
E il giovane Ignazio non teme nessuno. Il destino di Casa Florio è stato il suo destino fin dalla nascita, gli scorre nelle vene, lo spinge ad andare oltre la Sicilia, verso Roma e gli intrighi della politica, verso l’Europa e le sue corti, verso il dominio navale del Mediterraneo, verso l’acquisto dell’intero arcipelago delle Egadi. È un impero sfolgorante, quello di Ignazio, che però ha un cuore di ghiaccio. Perché per la gloria di Casa Florio lui ha dovuto rinunciare all’amore che avrebbe rovesciato il suo destino. E l’ombra di quell’amore non lo lascia mai, fino all’ultimo…
Ha paura, invece, suo figlio Ignazziddu, che a poco più di vent’anni riceve in eredità tutto ciò suo padre ha costruito. Ha paura perché lui non vuole essere schiavo di un nome, sacrificare se stesso sull’altare della famiglia. Eppure ci prova, affrontando un mondo che cambia troppo rapidamente, agitato da forze nuove, violente e incontrollabili. Ci prova, ma capisce che non basta avere il sangue dei Florio per imporsi. Ci vuole qualcos’altro, qualcosa che avevano suo nonno e suo padre e che a lui manca. Ma dove, cosa, ha sbagliato?
Vincono tutto e poi perdono tutto, i Florio. Eppure questa non è che una parte della loro incredibile storia. Perché questo padre e questo figlio, così diversi, così lontani, hanno accanto due donne anche loro molto diverse, eppure entrambe straordinarie: Giovanna, la moglie di Ignazio, dura e fragile come cristallo, piena di passione ma affamata d’amore, e Franca, la moglie di Ignazziddu, la donna più bella d’Europa, la cui esistenza dorata va in frantumi sotto i colpi di un destino crudele.
Sono loro, sono queste due donne, a compiere la vera parabola – esaltante e terribile, gloriosa e tragica – di una famiglia che, per un lungo istante, ha illuminato il mondo. E a farci capire perché, dopo tanti anni, i Florio continuano a vivere, a far battere il cuore di un’isola e di una città. Unici e indimenticabili.
Recensione:
Faccio pubblica ammenda: Stefania Auci mi ha colpito e affondato!
Dopo la “mezza delusione” suscitami dalla lettura de “I Leoni di Sicilia”, stavolta l’autrice siciliana con il secondo e conclusivo romanzo sulla saga della Famiglia Florio ha ribaltato il mio scetticismo letterario.
Nutrivo più di un pregiudizio nei riguardi di un sequel che sulla carta appariva un’ operazione commerciale con il serio rischio di sembrare di un “feuilleton” in salsa siciliana.
Invece “L’inverno dei Leoni” si è rivelato un coinvolgente, inteso e profondo romanzo introspettivo “camuffato” da romanzo storico.
“L’Inverno dei Leoni” al netto di una storia ben costruita, piena di colpi di scena scandita da morti, delusioni e tradimenti racconta la lenta caduta ma inesorabilmente “caduta degli Dei” alias I Florio per mano dell’ultimo figlio maschio Ignazio, incapace di reggere il peso dell’eredità paterna e del nonno.
Ignazio si trova a dover guidare l’impero familiare non avendone il talento imprenditoriale, la lungimiranza e soprattutto l’abilità politica dei suoi illustri predecessori.
L’eredita paterna o se preferite il peso di un Cognome condizionerà la vita privata e soprattutto pubblica di Ignazio, da una parte desideroso di dimostrarsi all’altezza e dall’altra determinato a smarcarsi dall’ombra paterna stoltamente convinto di condurre anche meglio le attività di famiglia.
Il “piccolo “ Ignazio è diverso dagli altri uomini di Casa Florio, essendo nato cresciuto nella ricchezza e soprattutto sensibile al fascino femminile.
Non ha “la fame”, il culto del lavoro che ha permesso alla casata Florio d’elevarsi socialmente diventando la famiglia più potente della Sicilia
“L’inverno dei Leoni” mi piace definirla un racconto storico ma allo stesso tempo ha un tratto universale nel raccontare , mostrare, la pressione che un figlio può sentire nel corso di una vita dovendo rispettare le aspettative familiari e non.
“L’inverno dei Leoni” è il preciso, accorato resoconto dei cambiamenti, trasformazioni ed involuzioni sociali, culturali ed economici dell’Italia che in gran parte la Sicilia ha dovuto subire in una drammatica reciprocità con la decadenza del potere e prestigio della Famiglia Florio.
“L’inverno dei Leoni” è una lettura avvincente quanto malinconica in cui l’apice del successo rappresenterà anche l’inizio della fine.
“L’inverno dei Leoni” è un romanzo in cui storia , passione, orgoglio familiare e tradizione siciliana sono mescolati con maestria e creativa offrendo al lettore una lettura estiva assolutamente imperdibile.

67)Nowhere special

Il biglietto da acquistare per “Nowhere special” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).

“Nowhere Special” è un film di Uberto Pasolini. Con James Norton, Daniel Lamont, Bernadette Brown, Chris Corrigan, Valene Kane, Louise Mathews, Keith McErlean. Drammatico, 96′. Gran Bretagna 2020

Sinossi:

John è un trentaquattrenne gentile e silenzioso, che di mestiere fa il lavavetri, in giro per Belfast. La sua esistenza terrena è condannata ad esaurirsi a brevissimo termine, per colpa di un male incurabile. Nel poco tempo che gli rimane, John deve fare la cosa più importante della sua vita: trovare una famiglia per il suo bambino di quattro anni, Michael, visto che la madre li ha lasciati entrambi poco dopo la sua nascita. Mentre visitano le coppie disponibili e selezionate per l’adozione, John e Michael passano insieme la loro giornata, trasformando ogni gesto quotidiano in una memoria preziosa.

Recensione:

Uberto Pasolini colpisce ancora! Sette anni dopo il bellissimo e poetico “Still life”, che nel 2013 vinse il Premio per la regia nella sezione Orizzonti, il regista romano conquista di nuovo la Mostra del cinema Venezia con il suo terzo film fa regista, “Nowhere special”.

Anche questa volta è la morte il cuore narrativo della storia, un tema affrontato con sensibilità e umanità. Ma mentre nel primo film veniva raccontato l’immediatamente dopo, qui si parla dell’immediatamente prima.

E lo si fa attraverso la storia di un padre malato terminale e del figlio di 4 anni, che l’uomo vuole sapere felice in una nuova famiglia prima di andarsene.

“Nowhere special”, lo dice il titolo, non ha niente di speciale, se non questa quotidianità fatta di gesti normali eppure potentissimi. John e il piccolo Michael sono soli, da quando la madre li ha lasciati. E insieme affrontano i colloqui con i potenziali genitori adottivi.

È difficile non venire rapiti dal rapporto tenero, intenso e pulito che lega padre e figlio; da una sceneggiatura che colpisce alla stomaco e fa scendere più di una lacrime. È difficile rimanere neutrali di fronte a questo drammatico countdown messo in scena con delicatezza e senza eccessi da Pasolini e interpretato magnificamente.

James Norton e soprattutto il giovanissimo Daniel Lamont toccano vertici assoluti di empatia. La coppia è perfetta, complementare a livello interpretativo, artistico e soprattutto umano. continua su

66) Naufragi

Il biglietto da acquistare per “Naufragi” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Naufragi” è un film di Stefano Chiantini. Con Micaela Ramazzotti, Mario Sgueglia, Lorenzo McGovern Zaini, Mia McGovern Zaini. Drammatico, 100′. Italia 2021

Sinossi:

Maria vive con i due figli Giuseppe e Anna e il marito Antonio, che fatica ad arrivare a fine mese con il suo lavoro modesto. La coppia è già stata messa sotto esame dagli assistenti sociali perché Maria si comporta in modo irresponsabile: non si sveglia in tempo per accompagnare i figli a scuola, invece di farli entrare in ritardo li porta in mare in pedalò, butta nella spazzatura le bollette alle quali non sa fare fronte, e così via. Ma nonostante le sue intemperanze Maria è piena d’amore verso il marito e i figli, che in qualche modo la accettano così come è. La situazione però precipita quando Antonio viene improvvisamente a mancare, e Maria dovrà capire se e come sopravvivere ad un’esistenza per la quale non si è mai sentita adeguata.

Recensione:.

Nel nuovo film scritto e diretto da Stefano Chiantini, “Naufragi”, disponibile da oggi anche su Sky, entriamo in punta di piedi nella quotidianità di Maria (Ramazzotti) e della sua famiglia.

Il marito Antonio (Sgueglia) è un operaio, lei una casalinga alquanto irresponsabile, ma premurosa e presente per i figli Giuseppe ed Anna. La vita procede normalmente, tra alti e bassi, finché giunge una ferale notizia che sgretola il precario quanto armonioso equilibrio familiare.

La prima parte – credibile e toccante, nonostante risulti un po’ ripetitiva – si chiude con Maria che tenta una disperata fuga notturna coi figli, dopo aver perso la patria potestà, e viene coinvolta in un tragico incidente stradale.

La seconda parte del film è ancora di più incentrata su Maria e sul suo immobilismo esistenziale. Micaela Ramazzotti si cala con sensibilità, talento e personalità in questo personaggio che l’attrice ha definito una “donna-bambina” continua su

65) I Croods 2 – Una Nuova Era

Il biglietto da acquistare per “I Croods 2 – Una nuova era” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Croods 2” è un film di Kirk De Micco, Chris Sanders, Joel Crawford. Con Alessandro Gassman,
Virginia Raffaele, Benedetta Porcaroli, Francesco Pannofino, Alice Pagani.
Animazione, 95′. USA 2021

Sinossi:

Il piccolo Guy è diventato grande e ha perso i genitori, che prima di scomparire gli hanno detto di seguire sempre la luce e andare in cerca del Domani. Lungo la via incontra i Croods che lo accolgono come un figlio nonostante il capofamiglia Grug sia geloso delle attenzioni che la figlia Hip riserva al nuovo arrivato: ma quello fra Guy e Hip è un amore adolescente e non conosce barriere. I Croods però si imbatteranno in un mondo nuovo più evoluto del loro, capitanato dalla famiglia dei Superior: Filo, Speranza e la figlia teenager Aurora. I Superior erano amici fraterni dei genitori di Guy e sperano di abbinare Aurora al ragazzo, ma dovranno vedersela con l’impavida Hip e con la sua simpatica, anche se impresentabile, famiglia. E tutti dovranno capire dove risieda il loro Domani.

Recensione:

Dopotutto, domani è un altro giorno» diceva, fiduciosa, Rossella O’Hara al termine di “Via con il vento”. Per i Croods, la scombinata famiglia preistorica protagonista dei film d’animazione, invece, il Domani assume un diverso significato…

Preparatevi a vivere una divertente quanto avventurosa rivisitazione della mitologica ricerca del Sacro Graal, con i simpatici protagonisti alle prese con mille pericoli, un nuovo mondo, un clan rivale più evoluto.

“I Croods 2 – Una nuova era” è nel complesso un buon sequel, equilibrato dal punto di vista narrativo e stilistico.

Gli sceneggiatori sono stati bravi e creativi a inserire nella storia tematiche delicate come il primo amore e l’eterno scontro tra tradizione e innovazione, senza perdere il tono leggero e ironico che ha caratterizzato la serie fin dall’esordio. possiamo valutarlo complessivamente un riuscito sequel basato su un giusto equilibrio narrativo e stilistico.

Lo spettatore osserva divertito la crescente tensione esistenziale e culturale – o sarebbe meglio dire radical chic – che si crea tra le famiglie Croods e Superior. I primi, per quanto cavernicoli, sono pronti a tutto per difendere il proprio branco. I secondi, invece, rappresentano l’evoluzione, l’uomo che si sente al centro dell’universo. continua su

64) Boys

Il biglietto da acquistare per “Boys” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Boys” è un film di Davide Ferrario. Con Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi, Paolo Giangrasso. Commedia, 97′. Italia 2021

Sinossi:

Quattro sessantenni come tanti, gli amici Carlo, Joe, Giacomo e Bobo, vivono nel ricordo di una giovinezza dal sapore rock. Insieme formavano infatti The Boys, un gruppo di successo. Pur non essendosi mai sciolti, e continuando anzi a suonare insieme ogni settimana, i quattro si sono abituati a vite più tradizionali, chi notaio chi ristoratore, chi con figli, matrimoni o amori perduti, senza contare i problemi di salute. Ora però si presenta un’opportunità di tornare sulla cresta dell’onda grazie a una proposta di cover di un giovane rapper che brilla sui social network. Oltre che dei quattro membri serve però il consenso di Anita, vecchia vocalist del gruppo di cui poi si erano perse le tracce, e la banda si rimette quindi “on the road” per andare a cercarla.

Recensione:

Oggi l’utilizzo di una parola oppure di un’altra può condizionare la carriera e la vita stessa di una persona. Vecchio e antico sono termini superati; vintage è diventato cool.

Ascoltare musica anni ’80 è vintage, e i produttori cinematografici stanno sfruttando la cosa più che possono, magari per rilanciare la carriera di qualche vincitore di talent show in crisi.

La società, gli usi e i costumi sono in perenne mutamento, ma anche nel frullatore contemporaneo resta qualche certezza: le amicizie e la musica, ad esempio. Su questi due pilastri, Davide Ferrario ha costruito il suo terzo film, “Boys”.

Un’opera lineare, pulita, per molti versi persino prevedibile, eppure capace di strappare più di un sorriso allo spettatore.

I quattro protagonisti – Giacomo, Joe, Giovanni e Bobo – hanno conosciuto il successo negli anni ’70 con il loro gruppo The Boys, ma poi, crescendo, hanno dovuto fare i conti con la realtà e trovarsi “un lavoro vero”. Eppure sono rimasti sempre fedeli a sé stessi, alla loro amicizia e alla loro idea di musica.

Accetteranno di tradire, almeno parzialmente, la loro identità artistica per poter tornare sulla cresta dell’onda? continua su