247) Riccardo va all’inferno

Il biglietto da acquistare per “Riccardo va all’inferno” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Riccardo va all’inferno ” è un film di Roberta Torre. Con Massimo Ranieri, Sonia Bergamasco, Silvia Gallerano, Ivan Franek, Silvia Calderoni. Musical, 91′. Italia, 2017
Data di uscita italiana: 30 novembre 2017
In un fantastico regno alle porte di una città di nome Roma, vive in un decadente castello la nobile famiglia Mancini, stirpe di alto lignaggio che gestisce un florido traffico di droga e di malaffare. Riccardo è da sempre in lotta con i fratelli per la supremazia e il comando della famiglia, dominata dagli uomini ma retta nell’ombra dalla potente Regina Madre, grande tessitrice di equilibri perversi. Tornato a casa dopo un lungo ricovero in un ospedale psichiatrico, Riccardo inizia a tramare per assicurarsi il possesso della corona, assassinando chiunque ostacoli la sua scalata al potere.

Recensione :

Perché vedere “Riccardo va all’inferno”, musical dark della regista Roberta Torre, rivisitazione pop e psichedelica del “Riccardo III” di William Shakespeare, presentato in anteprima mondiale al 35° Torino Film Festival? Perché andare al cinema invece che a teatro, preferendo questa versione a quella classica?

Le mie non vogliono essere domande né retoriche né ironiche, e né tanto meno irrispettose per il lavoro di Roberta Torre. Semplicemente, caro lettore, ammetto di non aver capito fino in fondo la sfida artistica, creativa e drammaturgica portata avanti dalla regista palermitana.

“Riccardo va all’inferno” è un musical atipico, folle, originale, che probabilmente andrebbe visto una seconda volta per coglierne appieno l’anima e le sfumature psicologiche dei personaggi, e per potersi gustare fino in fondo le pregevoli coreografie, le ricercate scenografie, la colonna sonora molto autoriale e poco popolare. continua su

http://paroleacolori.com/riccardo-va-allinferno-rivisitazione-dark-e-pop-del-dramma-di-shakespeare/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

246) Directions

Il biglietto d’acquistare per “Directions-Tutta in una notte a Sofia” è : Ridotto (Con Riserva)

“Directions- Tutta in una notte a Sofia”” è un film del 2017 diretto da Stephan Komandarev, scritto da Stephan Komandarev, Simeon Ventsislavov, con : Vasil Banov, Ivan Barnev, Assen Blatechki, Stefan Denolyubov, Dobrin Dosev, Gerasim Georgiev.
Sinossi: A Sofia, nell’odierna Bulgaria, durante un incontro con un banchiere, un piccolo imprenditore, che guida un taxi per arrivare alla fine del mese, scopre di dover pagare una tangente per mantenere la sua licenza. Vuole rimanere un uomo onesto, ma anche la commissione che valuta la sua denuncia di estorsione chiede la sua parte. Preso dalla disperazione, uccide il banchiere, per poi suicidarsi. Mentre il caso fa esplodere su tutte le radio un dibattito sullo stato di disperazione in cui versa la società civile, 5 tassisti, con i loro passeggeri, percorrono le strade notturne della città in cerca di nuove direzioni, nuovi modi per affrontare la vita.

Recensione :
Noi italiani siamo campioni del mondo nel lamentarci del nostro Paese, dell’inettitudine dei nostri politici, dei disastri della burocrazia e dei furti perpetrati da parte delle banche con la convivenza dello Stato
Sono, ovviamente, lamentele legittime , figlie di un disagio economico, sociale e politico che si rivela ogni giorno più forte e diffuso.
Basta entrare in un bar , in un negozio o salire su un autobus per ascoltare il livello di sfiducia, rabbia, ed esasperazione dei cittadini comuni, desiderosi di un vero repulist della classe dirigente.
Ma è solamente l’Italia a vivere questa profondo , lungo e inarrestabile declino?
Il saggio proverbio “Mal comune mezzo guadio” , mai come nell’attuale contesto storico, si rivela utile ed efficace ne dimostrare il fallimento economico e politico di quest’Unione Europea voluta dai banchieri e burocrati e subita dai cittadini.
“Directions” è un crudo, spietato, amaro spaccato della corruzione politica, povertà e degrado morale, sociale in cui la società bulgara è drammaticamente immersa, descritta in modo asciutto, essenziale , ma quanto mai incisivo e profondo dai due valenti sceneggiatori Stephan Komandarev, Simeon Ventsislavov, che si rivelano prima di tutto degli attenti , sensibili ed acuti osservatori della loro societ�
Preso spunto da un reale fatto di cronaca avvenuto a Sofia due anni fa, Stephan Komandarev conduce lo spettatore all’interno di un microcosmos in cui è protagonista la dura e feroce realtà bulgara magistralmente interpretata e rappresentata dai 5 taxisti che svolgono il loro abituale lavoro notturno per le strade della capitale bulgara.
Lo spettatore italiano ascolta e tocca con mano come le tematiche di povertà, avversione all’immigrazione e d’esasperazione e rabbia contro banche e politici , siano uguali se non ancora più forti e divisorie tra i cittadini bulgari.
Komandarev utilizza uno stile semplice, scarno preferendo dare spazio alle immagini, alle parole ed ai dialoghi davvero potenti, amari e pieni di emotività e rassegnazione.
“Directions” è una pellicola che colpisce, scuote, indigna e fa riflettere lo spettatore , potendo contare su una sceneggiatura solida ed accurata e soprattutto per merito di un cast dotato di talento, carisma, esperienza e presenza scenica, che hanno reso credibile ogni personaggio. continua su

http://www.nuoveedizionibohemien.it/index.php/appuntamento-al-cinema-22/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

245) Il Domani tra noi

Il biglietto da acquistare per “Il domani tra di noi” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre

“Il domani tra noi ” è un film di Hany Abu-Assad. Con Kate Winslet, Idris Elba, Beau Bridges, Dermot Mulroney, Linda Sorensen, Vincent Gale. Azione, 103′. USA, 2017
Tratto dal romanzo “Le parole tra di noi” di Charles Martin
Data di uscita italiana: 23 novembre 2017

Sinossi:
Due sconosciuti si incontrano al check-in di un aeroporto prima di imbarcarsi sull’ultimo volo disponibile. Alex è una fotoreporter in viaggio per partecipare alle sue nozze, Ben è un medico di ritorno per un’operazione chirurgica prevista il giorno seguente. Quando il volo viene annullato per maltempo, Alex propone a Ben di affittare un piccolo aereo privato. In piena tempesta, però, il pilota ha un malore e perde il controllo dell’aereo che precipita sulle montagne del Colorado. Alex e Ben sopravvivono nonostante le ferite, ma sanno che a causa di un errore del pilota i soccorsi non arriveranno e la loro unica possibilità è scendere a valle, alla ricerca del primo segno di civiltà.

Recensione

Siete single? Non credete al vero amore, dopo aver vissuto una cocente delusione o una tragedia? Nessun problema. Andate a vedere “Il domani tra di noi” con Kate Winselt e Idris Elba, e in un sol colpo non vi sentirete più le persone più sfigate del pianeta e ricomincerete a sperare di poter trovare l’amore.

Come? Basta semplicemente schiantarsi con un aereo su una montagna in pieno inverno, e sopravvivere tre settimane nel mezzo al nulla tra animali feroci, temperature siderali, mancanza di cibo. E il gioco è fatto.

No, cari lettori, non vi sto prendendo in giro, sto solamente riassumendo la trama del film di Hany Abu-Assad che, nonostante la presenza e l’impegno della Winslet e di Elba, si candida a vincere, l’anno prossimo, numerose Pernacchie D’Oro. continua su

http://paroleacolori.com/il-domani-tra-di-noi-odissea-tra-avventura-e-romanticismo/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

244 ) Il Figlio Sospeso

“Il Figlio Sospeso” è un film di Egidio Termine. Con Paolo Briguglia, Gioia Spaziani, Aglaia Mora, Laura Giordano, Egidio Termine. Drammatico, 89′. Italia, 2017
Data di uscita italiana: 23 novembre 2017

Sinossi:
Lauro è un giovane fotografo timido e impacciato. Nel suo passato c’è un segreto che ha condizionato tutta la sua esistenza, ma del quale lui conosce solo le conseguenze, senza riuscire a individuarne la causa. Un istinto irresistibile lo porta tuttavia a mettersi alla ricerca di un suo possibile fratello perduto, figlio di una relazione che il padre avrebbe (forse) avuto con una vicina di casa. La donna, Margherita, è diventata una famosa pittrice, e con la scusa di fotografarla Lauro si reca a Zafferano, un paesino siciliano. E quello che scoprirà sarà molto più complesso di quanto avesse immaginato.

Recensione :

La a verità ci rende liberi. È da questa asserzione evangelica che sono partito, per affrontare nel mio film un argomento di forte attualità e complessità come la maternità surrogata, che ha creato e continua a creare divisioni”. Con queste parole il regista e sceneggiatore Egidio Termine presenta il suo nuovo film, “Il figlio sospeso”.

E noi non vogliamo essere da meno, recensendo con oggettività questa pellicola indipendente coraggiosa e dalle premesse drammaturgiche interessanti che però, purtroppo, si risolve in un prodotto deludente, pasticciato e confusionario.

Termine affronta, per sua stessa ammissione, una tematica controversa e delicata come la maternità surrogata scegliendo però di farlo in un modo poco convincente e soprattutto difficile da seguire.

L’unita temporale (presente, passato) è mescolata all’elemento immaginario con scarsa armonia e linearità, impedendo allo spettatore di cogliere a pieno personalità e sfumature psicologiche dei quattro protagonisti della storia – Margherita (Spaziani), Lauro/Anturio (Briguglia) e Giacinta (Mora) – e di conseguenza di affezionarsi a loro. continua su

http://paroleacolori.com/il-figlio-sospeso-un-melodramma-con-del-potenziale-che-pero-non-convince/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

243) Caccia al Tesoro

Il biglietto da acquistare per “Caccia al tesoro” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Caccia al Tesoro” è un film di Carlo Vanzina. Con Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Christiane Filangieri, Gennaro Guazzo, Francesco Di Leva. Commedia, 90′. Italia, 2017

Sinossi:
La storia di Domenico Greco, sfortunato attore teatrale che naviga nei debiti e vive a sbafo in casa della cognata Rosetta, vedova di suo fratello, che ha un figlio di 9 anni malato di cuore. L’unico modo per salvarlo sarebbe operarlo in America, ma l’operazione costa 160 mila euro. Disperati, vanno a pregare San Gennaro chiedendo un miracolo. E San Gennaro risponde dando loro il via libera per “prendersi” uno dei gioielli della sua Mitra custodita insieme al famoso Tesoro nella cripta della chiesa. In realtà sono le parole di un parcheggiatore che rimbombano nella navata. Parte così una ‘caccia al tesoro’ che li porterà da Napoli a Torino, fino a Cannes.

Recensione:

Alzi la mano chi, vedendo in questi giorni in tv il trailer del nuovo film di Carlo Vanzina “Caccia al tesoro”, non ha pensato almeno una volta: quando la smetteranno, lui e il fratello Enrico, di fare del male al cinema italiano e soprattutto al pubblico?

Non abbiate timore, anche il sottoscritto, seppure sia un accanito fan dei due cineasti romani, è stato attraversato da cupi pensieri vedendo anche solamente qualche locandina per strada.

I fratelli Vanzina, anche se la critica snobista si rifiuta di ammetterlo, sono stati per tanti anni i principali finanziatori e animatori del cinema di casa nostra, permettendo, con i loro film campioni d’incassi, ad altri produttori di rischiare commercialmente, puntando su pellicole autoriali e sperimentali.

Prima del fenomeno Zalone, i due registi hanno saputo cogliere e raccontare i cambiamenti, le contraddizioni e i vizi dell’italiano medio, dimostrando di essere attenti osservatori del nostro Paese. Bisogna riconoscere, però, che gli ultimi film sono stati deludenti non solamente a livello artistico, ma anche al box office.

Ebbene, “Caccia al tesoro” è una bella sorpresa – siamo spiacenti per chi aveva già pronte le stroncature preconfezionate.

Il film è una favola realista che porta lo spettatore nella Napoli di oggi, non la città cupa e senza speranza a cui ci ha abituati “Gomorra”, ma quella solare e pronta a credere ai miracoli della tradizione. Al contempo, come ha sottolineato Enrico Vanzina in conferenza stampa, è anche un omaggio alla patria del filone umoristico e del cinema popolare che hanno fatto grande la commedia italiana. continua su

http://paroleacolori.com/caccia-al-tesoro-un-miracolo-di-san-gennaro-o-un-colpo-senza-precedenti/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

242) Negli occhi di chi guarda (Marco Malvadi)

“Negli occhi di chi  guarda” è un romanzo scritto da Marco Malvadi e pubblicato nel 2017 da Sellerio Editore.

Sinossi : In un posto isolato e bellissimo della Maremma toscana, un’enorme tenuta tra le colline e il mare, si ritrova una compagnia di persone diverse tra di loro. È un appuntamento del destino, anche se non lo sanno. Si sta decidendo se vendere o no, a un gruppo finanziario cinese, la proprietà dove dimorano. E per ciascuno di loro, Poggio alle Ghiande è qualcosa di più che un semplice grande podere. I due proprietari, i gemelli Zeno e Alfredo Cavalcanti, sono divisi, pur senza aperta discordia; l’uno è un sofisticato collezionista d’arte che si è ritirato da decenni nella sua tenuta, l’altro è un broker di mondo i cui affari non vanno sempre a gonfie vele. La questione tocca in misura diversa i vari residenti che affittano i pochi alloggi nella tenuta. Quelli che invece sono ferocemente attaccati alla terra sono due famigli: il vecchio Raimondo, una specie di fattore misantropo che è stato lunghi anni in manicomio; e Piotr, un inquietante polacco fanatico religioso che fa il cameriere. Sono ospiti della villa anche Margherita, bella filologa chiamata a ordinare la collezione di Zeno, e Piergiorgio Pazzi, un genetista. Quest’ultimo incaricato di fare da esecutore di una singolarissima scommessa dalla quale dipenderà se vendere o meno. Una notte, un incendio improvviso divora il bosco di Poggio alle Ghiande e dentro il cerchio delle fiamme si ritrova il cadavere di Raimondo. E mentre sul vecchio fattore e su una certa opera di Ligabue scomparsa cominciano a circolare dicerie, un secondo omicidio toglie ogni dubbio sulla presenza di un assassino. Il mistero di quelle morti sta negli occhi di chi guarda.

Recensione :
E’ possibile scrivere un giallo avendo come scienza ed Arte come tematiche principali?
Sì, se l’autore di questa rischiosa scommessa ha il nome e volto di Marco Malvadi, allo stesso tempo brillante chimico e valente ed acclamato scrittore.
Marco Malvadi lasciati per una volta da parte i simpatici ed impiccioni vecchietti del Bar Lume, dimostra a sé stesso e soprattutto ai suoi lettori, d’essere capace di costruire un giallo altrettanto solido, interessante, avvolgente e ricco di colpi di scena senza che l’amata Pineta sia stata scelta come abituale location di un crimine.
“Negli occhi di chi guarda” rievoca come struttura narrativa ed ambientazione, anche se con le dovute cautele, i celebri romanzi “Corpi il sole” e “Dieci piccoli indiani”di Agatha Christie, conducendo il lettore dentro una storia che pagina dopo pagina svela orrore, brutalità ed avidità dietro l’apparente e pacifica disputa fraterna su una magnifica villa alla presenza d’eccentrici e stralunati ospiti .
“Negli occhi di chi guarda” ha un incipit narrativo da “black commedy” assai convincente e brioso nel presentare i diversi personaggi ed illudendo il lettore d’andare incontro a un diatriba familiare sul possesso della villa alternando momenti di scienza ad altri di commedia pura.
Però Marco Malvadi , con creatività ed esperienza, cambia le carte in tavola nella parte centrale del romanzo, facendolo diventare più un noir che un thriller, dando più spazio e profondità agli aspetti più intimi e personali dei protagonisti, tratteggiandone l’anima e il lato oscuro e pericoloso in modo acuto, sapiente e senza risultare banale e retorico.
“Negli occhi di chi guarda” si rivela una lettura agile, interessante, brillante nella prima parte, quanto inaspettatamente più cupa e faticosa d’affrontare nella seconda parte quando la brutalità e cupidigia dell’uomo assorgono a veri protagonisti della vicenda.
“Negli occhi di chi guarda” ci dimostra con il cruento e sorprendente finale che neanche l’amore per l’arte e la cultura in generale può salvare l’uomo dai propri istinti più beceri e voluttuosi .

241 ) Gomorra La Serie – Gomorra 3

“Gomorra La Serie – 3 Stagione” con la regia di Claudio Cupellini, Francesca Comencini. Con Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Cristina Donadio, Cristiana Dall’Anna. Drammatico. Italia, 2017

Il conto alla rovescia è agli sgoccioli: “Gomorra – La serie” sta per tornare in tv con la terza, attesissima stagione. A partire dal 17 novembre il pubblico potrà godersela su Sky – anche in modalità On demand – e, per la prima volta nella storia della serialità italiana, al cinema, dove il 14 e 15 novembre saranno trasmessi i primi due episodi.

La serie, diventata rapidamente cult, è stata capace negli anni di generare dibattiti e polemiche – che non sono mancate neppure durante la conferenza stampa di presentazione romana –, nuovi modi dire, parodie, vignette e canzoni, uscendo dallo schermo ed entrando nel linguaggio quotidiano della gente (“Stai senza pensieri, Pietro Savastano” ndr).

Qualche numero, per cominciare. Sono stati 150 i giorni di riprese, 160 le location, oltre 350 gli attori e 4500 le comparse impiegate, 140 le persone coinvolte sul set della serie originale Sky prodotta da Cattleya.

È possibile, pensando a questo, e al consenso di critica e pubblico riscosso negli anni, ipotizzare che la stagione tre non sarà un successo come le precedenti? Nessun giornalista sano di mente si lancerebbe in previsioni di questo tipo.

Ma io, lo sapete bene, non sono un vero giornalista né tanto meno un uomo prudente, quindi, per la gioia vostra e dal caporedattore Turillazzi, mi preparo ancora una volta a indossare i panni del Don Chisciotte televisivo, ed esprimermi senza peli sulla lingua, dopo aver visto in anteprima tre dei dodici episodi di “Gomorra”.

La serie si conferma il prodotto italiano per la tv, a oggi, meglio prodotto, interpretato e ideato. Questa terza stagione nasce con il chiaro intento di non sedersi sugli allori, ma di alzare ancora una volta l’asticella della qualità. Dopo le prime due stagioni, va detto, fare meglio era difficile.

Non farò spoiler, mi limiterò a dire che gli episodi partono con il pilota automatico, percorrendo con sicurezza e personalità una strada ormai ampiamente battuta, senza regalare particolari guizzi. Lo spettatore ormai conosce bene lo stile, il linguaggio, i silenzi di questi anti-eroi, per questo manca del tutto l’effetto sorpresa. Struttura, trama e ambientazione fanno ormai parte dell’immaginario collettivo, così come il dialetto napoletano.

Per quanto possa risultare paradossale, la violenza, la ferocia e l’assenza di ogni forma di compassione da parte dei protagonisti sembrano ormai metabolizzati e quasi normalizzati dal pubblico, autorizzando gli autori a lasciarsi andare ad abissi di brutalità senza precedenti, e senza porsi remore.

Anche, se a modo suo ,Gomorra 3 introduce nel suo tessuto narrativo l’elemento gay, dando spazio e visibilità al giovane ed ambizioso commercialista Gege, interpretato dal bravo ed intenso Edoardo Sorgenti, che pur di riscattare le proprie umili origini, accetta ogni incarico offerto da Genny , iniziando a percorrere una strada di perdizione e corruzione dell’anima senza alcuna speranza di salvezza.  continua su

http://paroleacolori.com/gomorra-la-serie-sete-di-potere-e-di-vendetta-nella-terza-stagione/

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano : “Essere Melvin”

240) Justice League

Il biglietto da acquistare per “Justice League” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Justice League” è un film di Zack Snyder, Joss Whedon. Con Ben Affleck, Gal Gadot, Ezra Miller, Jason Momoa, Ray Fisher. Azione, 121′. USA, 2017
Data di uscita italiana: 16 novembre 2017

Sinossi:
Dopo la morte di Superman, l’umanità è sola e impaurita. Una minaccia antica torna a far sentire la sua apocalittica presenza. Batman (Affleck) prova a radunare individui speciali, dotati di superpoteri, per formare una squadra di protettori della giustizia: l’amazzone Wonder Woman (Gadot), l’atlantideo Aquaman (Momoa), il velocissimo Flash (Miller) e il mutante Cyborg (Fisher).

Recensione :

Chi vi scrive, probabilmente, è stato uno dei pochi aspiranti critici cinematografici a non prendere parte, due anni fa, al massacro mediatico ai danni di “Batman Vs Superman” (qui la recensione su Parole a Colori) essendomi sforzato di andare oltre gli evidenti limiti narrativi della storia e le opache performance dei protagonisti, Ben Affleck e Henry Cavill.

Ho sempre pensato che un progetto ambizioso come quello della DC andasse visto in prospettiva, evitando di buttare anche il bambino con l’acqua sporca.

Per onestà intellettuale ammetto anche di non aver mai letto un fumetto DC, quindi quelle che scriverò su “Justice League” di Zack Snyder e Joss Whedon sono considerazioni da profano – lascio ai colleghi esperti e ai fan il compito ultimo di dare un giudizio sulla riuscita di questa operazione.

Una delle principali critiche rivolte a “Batman vs Superman” era stata quella di aver voluto trasformare una storia di supereroi – leggera per sua natura – in un complesso, confusionario e a tratti incomprensibile saggio filosofico ed etico.

Ebbene gli sceneggiatori del sequel hanno dimostrato di avere almeno in parte recepito la lezione, abbassando l’asticella narrativa e riportando l’aspetto ludico e spettacolare al centro dello script.

Non mancano neppure qui considerazioni sui limiti e sulle contraddizioni dell’uomo, sull’epoca cupa, litigiosa e tesa all’autodistruzione in cui stiamo vivendo, ma tutto è più calibrato e meno ingombrante. continua su

http://paroleacolori.com/justice-league-parata-di-supereroi-apocalisse-imminente-e-questioni-filosofiche/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

239) Agadah


Il biglietto da acquistare per “Agadah” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Agadah” è un film di Alberto Rondalli. Con Nahuel Pérez Biscayart, Pilar López de Ayala, Jordi Mollà, Caterina Murino, Alessandro Haber. Avventura, 126′. Italia, 2017
Liberamente ispirato al romanzo “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki
Data di uscita italiana: 16 novembre 2017

Sinossi:
Il capitano delle guardie vallone Alfonso van Worden intraprende un viaggio iniziatico che durerà dieci giorni e che lo porterà a incontrare innumerevoli personaggi – due cugine musulmane, un eremita, un inquisitore, un fratello e una sorella cabalisti, un gruppo di gitani, un matematico, scheletri e fantasmi, spose celesti ed ebrei erranti, demoni e dioscuri – che a loro volta hanno infinite storie da raccontare, ognuna delle quali apre la porta a ulteriori livelli di conoscenza, così come a ulteriori piani di narrazione.

Recensione :

Alberto Rondalli aveva un tale desiderio di far conoscere al pubblico diversamente ignorante il talento e la creatività dello scrittore Jan Potocki da rischiare la propria carriera per mettere in scena la trasposizione cinematografica del “Manoscritto trovato a Saragozza”, “Agadah”.

Inutile sottolineare, caro lettore, che per me lo scrittore era fino a ieri un completo sconosciuto. Leggendo la corposa cartella stampa e spulciando sul web ho avuto modo di colmare, almeno in parte, questa mia lacuna scoprendo come il romanzo in questione sia universalmente definito, da lettori e critici, una pietra miliare del genere fantasy.

Rondalli ha affrontato una sfida artistica, drammaturgica e registica davvero ambiziosa e complessa provando ad adattare per il grande schermo un testo tanto ricco di citazioni, spunti e fascino. Diciamo subito che, nonostante le potenzialità, il risultato non è pienamente soddisfacente.

Lo spettatore assiste a dieci episodi, che in apparenza si verificano nei dieci giorni del viaggio del capitano Alfonso van Worden (Pérez Biscayart), ma in realtà, come si scopre solo alla fine, in questa storia il tempo e lo spazio non hanno sempre lo stesso valore. continua su

http://paroleacolori.com/agadah-un-film-di-avventura-poliedrico-e-multiforme/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

238) La Signora dello Zoo di Varsavia

Il biglietto d’acquistare per “La Signora dello Zoo di Varsavia” è : di pomeriggio (Con Riserva)

“La Signora dello Zoo di Varsavia” è un film del 2017 diretto da Niki Caro, scritto da Angela Workman, basato sul romanzo di Diane Ackerman, con : Jessica Chastain, Daniel Bruehl, Johan Heldenbergh, Iddo Goldberg, Shira Haas, Michael McElhatton, Marta Issová, Goran Kostic, Arnost Goldflam, Martin Hofmann.

Sinossi:
Ispirato alla storia vera di Jan e Antonina Zabinski, La signora dello zoo di Varsavia è un racconto di eroismo civile in tempo di guerra, e insieme una dichiarazione d’amore per la natura e gli animali.
Sul finire del 1939, le truppe naziste bombardano la capitale polacca, riducendo il famoso zoo a un cumulo di macerie. Il direttore della struttura e sua moglie (Jessica Chastain) assistono impotenti all’occupazione del Paese e alla costruzione del ghetto ebraico. Ma con l’inizio delle deportazioni, nel 1942, la coppia si mobilita per nascondere intere famiglie di Ebrei all’interno del giardino zoologico, mascherato da allevamento di maiali. La villa degli Zabinski e le vecchie gabbie ancora intatte diventano un rifugio segreto al riparo dai feroci nazisti. “La casa sotto la folle stella”, com’era chiamato lo zoo al tempo del suo massimo splendore, viene ricordata per aver salvato circa trecento Ebrei dal genocidio.

Recensione :
Pensiamo, erroneamente, d’aver visto, ascoltato, letto tutto ciò che era possibile sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla ferocia e mostruosità del nazismo e sulla tragedia dell’Olocausto, arrivando anche sbuffare quando leggiamo di una nuova pellicola sul tema.
Ma poi succede di scoprire, durante un’anteprima stampa, una storia sconosciuta ai più, ambientata durante l’occupazione nazista della Polonia, ma talmente ricca di eroismo, coraggio e nobiltà d’animo , da farti dire al termine della proiezione d’aver assistito alla “Schindler list” polacca.
Jan e Antonina Zabinski erano una coppia felice, avevano un figlio e dirigevano insieme lo zoo di Varsavia, quando la loro vita come quella di milioni di polacchi fu distrutta dall’invasione nazista del Paese , tragica conseguenza del “Patto di non aggressione” siglato tra Hitler e Stalin.
Anche in Polonia i nazisti estesero le disgustose leggi razziali dando vita al terribile e famigerato “ghetto di Varsavia” in cui furono rinchiusi, in condizioni disumane, centinaia di migliaia di ebrei tra cui numerosi bambini, vecchi e donne.
Jan e Antonina di fronte alla barbarie e repressione naziste, decisero di fare qualcosa rischiando in prima persona pur di salvare più ebrei possibili, alcuni cari amici, da una tragica ed orrenda fine.
L’amato zoo distrutto dalle bombe tedesche fu usato come rifugio e nascondiglio per 300 ebrei che Jan riuscì a far uscire di nascosto dal Ghetto con la scusa di raccogliere l’immondizia dei prigionieri per rendere credibile l’astuto piano elaborato dalla coppia d’allevare maiali per sfamare le truppe tedesche. La stessa Antonina si sacrificò , collaborando e fingendosi lusingata di ricevere le attenzioni dello zelante e presuntuoso zoologo nazista Lutz Heck( Bruehl).
“La Signora dello Zoo di Varsaria” non è solamente un film, parte più debole dell’intreccio narrativo, sulla resistenza alla furia nazista; bensì ha come cuore drammaturgico da una parte l’intento di raccontare e mostrare la vita , le emozioni, le incomprensioni e le paure di una coppia “normale” negli anni dell’invasione nazista e dall’altra come fu “straordinariamente” naturale e semplice per entrambi i coniugi decidere di fare di tutto per salvare più vite umane possibili. continua su

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