109) A white, white Day -Segreti Nella Nebbia

Il biglietto d’acquistare per “A white, white Day – Segreti Nella Nebbia” è : Neanche Regalato (Con Riserva)

“A white, white Day – Segreti nella Nebbia” è un film di Hlynur Pàlmason. Con Ingvar Eggert Sigurðsson, Ída Mekkín Hlynsdóttir, Hilmir Snær Guðnason, Björn Ingi Hilmarsson, Elma Stefania Agustsdottir. Drammatico, 109′. Islanda, Danimarca 2019

Sinossi:

Ingimundur è un poliziotto di mezza età che vive in un paesino islandese. La morte della moglie in un incidente lo destabilizza, lasciandolo a elaborare il lutto come meglio può: concentrandosi sulla costruzione di una casa e soprattutto sulla cura della nipotina di otto anni, Salka. Sotto la superficie, però, ribolle un istinto che nessuna forma di terapia può tenere a bada. “Investigando” il passato della moglie, Ingimundur scopre tracce di infedeltà e risale all’identità dell’amante. L’ossessione diventa una nebbia fitta in cui è impossibile orientarsi.

Recensione:

È in programmazione da giovedì nelle nostre sale il film islandese “A White, White Day – Segreti nella nebbia”, che nel 2019 ha ben impressionato alla Semaine de la critique di Cannes e al Torino Fil Festival, dove è stato incoronato vincitore del concorso principale.

Indubbiamente la cinematografia nordica, negli ultimi anni, ha compiuto un considerevole salto di qualità, meritandosi l’attenzione della critica e il consenso del pubblico con thriller e noir eleganti e sofisticati.

L’asticella nei confronti di questi cineasti si è giocoforza alzata. Quindi, almeno per ciò che mi riguarda, è grande – e inaspettata – la delusione davanti a un film come quello di Hlynur Pàlmason. continua su

108) I Giganti

Il Biglietto d’acquistare per “I Giganti” è : Omaggio (Con Riserva)

“I Giganti” è un film del 2021 diretto da Bonifacio Angius, scritto da Bonifacio Angius e Stefanno Deffenu.

Interpreti e Personaggi:

Bonifacio Angius – Massimo

Stefano Defenu – Stefano

Michele Manca – Andrea

Riccardo Bombagi – Riccardo

Stefano Manca – Piero.

Sinossi:

Una rimpatriata tra vecchi amici. Una casa sperduta in una valle dimenticata dal mondo. Tanti

ricordi, piombo, e storie d’amore dall’abisso.

Recensione:

Nel 1991 Gino Paoli cantava “ Quattro amici al bar” declinando la sua intima malinconia delusione nei riguardi una generazione convinta di poter cambiare il mondo ed invece..

Una canzone divenuta cult anche per le generazioni successive rivelando come questo  profondo stato di  malessere e rabbia sia stato drammaticamente  trasmesso dai genitori  ai figli.

La pandemia con le sue inevitabili quanto sofferte  restrizioni sanitarie  ha davvero sconvolto il mondo  acuendo il solco  sociale, economico tra le persone,  ma soprattutto creando  una frattura  insanabile  nei già  precari rapporti familiari e lavorativi.

Giovani e non si sono ritrovati improvvisamente senza lavoro, uno scopo,  obbligati alla convivenza con detestabili  parenti.

Un’emergenza sanitaria che  è  divenuta inevitabilmente  anche un ‘emergenza mentale /psicofisica.

“I Giganti” di Bonifacio Angius, presentato in anteprima al Locarno Film Festival,   racconta il drammatico e cinico racconto di una  rimpatriata  organizzata da quattro amici , reduci dall’isolamento post Covid , ma  visibilmente devastati e scossi sul piano psicologico ed emotivo.

Una festa organizzata  nella  casa di campagna di Stefano, un tossicodipendente che trascorre le  giornate  “pippando” per mettere la sordina ai suoi fantasmi.

Coca ed alcool sono il menù di una serata autodistruttiva  in cui  i quattro amici si alternano sulla scena mostrando  tutti i  propri difetti ,  vizi e come le rispettive esistenze  siano  state segnate dalla dissolutezza e dal   fallimento professionale e sentimentale

Nel corso della visione scopriamo il lato oscuro, le ferite che  hanno piegato, sporcato le anime di questi 4  uomini

Massimo  ha distrutto la sua famiglia come conseguenza del  fallimento professionale come attore

Vediamo  come la tossicodipendenza di  Stefano  si sia stata scatenata da  una delusione d’amore vissuta da ragazzo.

Andrea sembra essere uno spacciatore professionista con  sfumature da maniaco sessuale, infine Piero è un politico locale vanesio quanto opportunistico.

Il titolo scelto dal regista  volutamente ingannevole quanto capzioso dà  voce, corpo , anima a  quattro storie come espressione  di una generazione” gigantesca” nell’essere fallimentare, lamentosa ed egoistica.

Gli over 40  che non trovano più spazio, ruolo e funzione in questa nostra società, lasciandosi cadere in un lento scivolamento verso l’annientamento ed abulia.

“I Giganti”  si rivela  drammaturgicamente  come una resa dei conti esistenziale avendo  come punto di riferimento registico  “Le Iene “ di Quentin Tarantino  e mentre avendo il classico letterario de “Sette piccoli indiani”  sul piano del pathos e climax.

Bonifacio Angius realizza un film dai toni e tempi più da spettacolo teatrale piuttosto che cinematografico rendendo la visione si intensa e potente ma allo stesso tempo lenta ed esasperante in più passaggi.

Riccardo fratello di Piero è il quinto uomo della serata che rompe gli schemi avendo il duplice ruolo : nella prima parte è un  Grillo Parlante lucido e spietato  mettendo “il dito nella piaga” di ogni singolo personaggio e nella seconda parte  si unisce alla “festa” auto distruttiva assumendo un ruolo decisivo quanto fatale.

“I Giganti”  racchiude in sé più generi: commedia dark, tossica, esistenziale e poi con un  finale tragico che  lascia un sapore amaro nella bocca dello spettatore. Spiazzato da un finale così brutale quanto paradossalmente  risolutorio per una generazione destinata all’infelicità ed alla rabbia  come compagni di vita.

107) Halloween Kills

Il biglietto d’acquistare per “Halloween Kills” è : Neanche regalato

“Halloween Kills” è un film del 2021 diretto da David Gordon Green, scritto da David Gordon Green, Danny McBride, Scott Teems

Interpreti e Personaggi
Jamie Lee Curtis
Laurie Strode
Anthony Michael Hall
Tommy Doyle
Judy Greer
Karen
Kyle Richards
Lindsey Wallace
Andi Matichak
Allyson
Dylan Arnold
Cameron Elam

Nick Castle
Michael Myers
Sinossi
Halloween Kills, film diretto da David Gordon Green, riprende la storia da dove era rimasta nel capitolo precedente con Michael Myers intrappolato nella casa in fiamme, mentre Laurie Strode (Jamie Lee Curtis), sua figlia Karen (Judy Greer) e la nipote Allyson (Andi Matichak) scappano via a bordo di un’auto, dopo aver fatto l’autostop. Ma Michael è ancora vivo e lo scopriranno a loro spese i vigli del fuoco accorsi a spegnere l’incendio nell’edificio.
Nel frattempo Laurie viene portata d’urgenza in ospedale, a causa delle ferite da lama riportate, e, non sapendo cosa stia accadendo sul luogo dell’incendio, crede di aver finalmente ucciso il suo incubo di un’intera vita. Il suo sollievo, però, viene spazzato via dalla notizia che i pompieri sono tutti morti, ferocemente uccisi dal maniaco omicida.
Questa volta, però, Laurie è pronta a fermare il male per sempre, preparando tutta la cittadina di Haddonfield a dare la caccia a Michael. Le donne della famiglia Strode, insieme a un gruppo di sopravvissutati alla follia omicida dei Myers, mettono su un gruppo di vigilanti, che setacciano la città alla ricerca dell’uomo mascherato, determinati a farlo fuori definitivamente.

Recensione
Provo un sincero imbarazzo nel dover “stroncare” il secondo episodio dell’attesa trilogia di “Hallowen” che ha visto Jamie Lee Curtis rindossare i panni di Laurie Strode, proprio nel giorno in cui l’attrice americana riceverà il Leone d’oro alla Carriera.
Ma se il primo episodio presentato nel 2018 alla Festa del Cinema di Roma aveva complessivamente soddisfatto i nostalgici puristi della saga puntando tutto sul ritorno della Lee Curtis e del vecchio Michael.
Tre anni dopo a Venezia 2021, l’effetto amarcord non è più bastevole nel nascondere il “buco” narrativo di una storia inverosimile, inconsistente e caotica.
“Halloween Kills” tenta registicamente d’unire, mescolare scene e personaggi iconici del primo leggendario Halloween con il sequel che riparte come storia da dove ci eravamo lasciati.
Michael destinato a bruciare dentro la casa e Laurie ferita quasi mortalmente trasportata in ospedale dalla figlia e nipote.
Un’idea creativa potenzialmente interessante sebbene si punti ancora tutto o quasi sull’effetto revival.
Un “accanimento” emotivo che si rivela alla lunga ripetitivo, retorico quanto stucchevole.
“Halloween Kills” non ci prova neanche a formulare uno straccio d’idea nuova, fresco , originale.
Gli autori hanno preferito “infarcire” lo script di brutali omicidi, splatter e brutalità senza dargli un senso , un contesto narrativo e respiro cinematografico.
I due mantra ripetuti istericamente da tutti i personaggi sono: “il male va estinto oggi”.
“Michael Myers deve essere ucciso, fermato ad ogni costo dai cittadini , perché il sistema alias le forze dell’ordine hanno fallito”.
Due concetti che sulla carta evocano contrasto politico, crisi sociale, complessità politica, vengono invece articolati nello script in un modo stereotipato e retorico. Pii ulteriormente banalizzati e sviliti come fossero degli slogan quando recitati dagli interpreti.
Un disastro narrativo e registico a cui si unisce purtroppo anche quello recitativo in cui non si salva nessuno dalla “mattanza” non provocata dalla diabolica furia di Micheal.
“Halloween Kills” delude i fan , gli amanti del genere e provocando un fastidioso sbadiglio al resto del pubblico.
L’unico augurio possibile che con il terzo episodio si cambi radicalmente registro artistico perché la furia omicida di Michael potrebbe abbattersi sulla produzione e cast.

40) Guida Astrologica per cuori infranti

“Guida astrologica per cuori infranti ” è una serie ideata da Bindu De Stoppani. Con Claudia Gusmano, Michele Rosiello, Lorenzo Adorni, Alberto Paradossi, Esther Elisha, Fausto Sciarappa, Emanuela Grimalda, Lucrezia Bertini, Giancarlo Ratti. Commedia. Italia. 2021-in produzione

Sinossi:

Poco più che trentenne e single, non per scelta, Alice Bassi lavora come assistente di produzione in un piccolo network televisivo, con ben poche possibilità di carriera. Il suo ex, Carlo, sta per sposarsi e diventare padre. E a questo si aggiunge l’arrivo di Davide, il nuovo affascinante e misterioso direttore creativo, assunto con il compito di verificare la produttività del team. La vita di Alice però sta per cambiare completamente grazie all’incontro con Tio, un attore della soap opera di punta del network e sedicente guru dell’astrologia, destinato a diventare presto la sua personale “Guida astrologica per cuori infranti”.

Recensione:

Quando lo scorso febbraio Netflix ha annunciato l’inizio delle riprese della serie “Guida astrologica per cuori infranti”, il sottoscritto ha iniziato un silenzioso quanto snervante conto alla rovescia. Nel mentre mi sono letto il romanzo di Silvia Zucca (qui la recensione della direttora), e ho esultato come un tifoso allo stadio davanti al primo trailer.

E adesso, davanti alla prospettiva di scriverne la recensione, mi trovo davanti un conflitto d’interessi di stampo amicale prima ancora che artistico. Perché, come sapranno bene i lettori di Parole a Colori, verso Claudia Gusmano, che interpreta la protagonista Alice Bassi, provo un profondo affetto, oltre a una grande stima.

Lo premetto: in queste righe non troverete nessun pistolotto generazionale, sofismo esistenziale e/o lettura antropologica su chi siano e che cosa pensino i cosiddetti Millennial [i nati fra gli inizi degli anni ’80 e la fine degli anni ’90, ndr]. Non porterò avanti nemmeno uno sterile quanto ipocrita j’accuse nei confronti di Netflix Italia, reo di aver perso l’ennesima, grande occasione. continua su

50) Non ti Voglio (Marco Zenone)

NON TI VOGLIO – edizionieffedi.it

“Non ti Voglio” è un romanzo scritto da Marco Zenone e pubblicato il 30 Dicembre 2020 da Edizioni Effedi .
Sinossi:
Enzo, neo adulto deluso e spaesato, trascorre le sue giornate in una comfort zone ritagliata su misura e popolata da troppi polli e poche aquile, angosciato dalla quotidiana convivenza con il diabete di tipo 1, malattia di cui soffre da quando era bambino. La sua fragilità mette in risalto le inquietudini e le sofferenze che il diabete tipo 1 può riservare a persone particolarmente sensibili, tribolazioni interiori spesso sottovalutate che travalicano i sacrifici imposti dalla terapia medica. Tra chi ignora i suoi affanni c’è purtroppo anche la bella Arianna, entrata nella sua vita in una elettrizzante notte di primavera e della quale lui si innamora. Sospeso tra personaggi eccessivi che gli rubano la scena, il protagonista affronta il peso delle insicurezze con l’unica arma che possiede, l’autoironia, grazie alla quale riesce a rendere comiche le molte sfaccettature della malattia, anche quelle più scomode e dolorose.
Recensione:
Sono una persona golosa. Amo i dolci, le patatine , la carne rossa , il parmigiano reggiano e la mozzarella di bufala.
La mia bevanda preferita è la Coca Cola.
Sono cresciuto felice seguendo scrupolosamente questa “dieta”, vantandomi del mio metabolismo ed andando fiero del mio “stomaco di ferro”.
Una vanteria spazzata via qualche anno fa dall’amara scoperta dei “ trigliceridi” e quanto essi se “eccessivamente” presenti nel sangue possano provocare guai seri (vedi infarto ecc.)
Il mio caro medico di famiglia fu lapidario quanto secco:” O cambi radicalmente registro alimentare o ti prescrivo la pillola”
Ovviamente la mia volontà di “burro “ ha decretato l’ingresso di un’ ulteriore pillola nella mia già numerosa galassia di farmaci da dover assumere quotidianamente.
Inoltre ogni sera se non bevo almeno due tisane, il mio stomaco non riesce a digerire nulla.
Questa personale digressione medica era necessaria per farvi capire quanto la lettura del romanzo d’esordio di Marco Zenone mi abbia colpito oltre che divertito.
Marco Zenone scrivendo “Non ti voglio” consente al lettore di conoscere, scoprire e soprattutto comprendere sul piano umano, emotivo ed esistenziale cosa comporti per una persona dover “convivere” con il diabete.
Il diabete è una malattia universalmente conosciuta, ma nei fatti quanto sappiamo di questa malattia? Chi soffre di questa patologia come vive? Quali limitazioni subisce ?Quanto il Diabete può condizionare la qualità di vita di un individuo?
Ed ancora sapevate che esistono due tipologie di Diabete? No? Neanche io, prima di leggere “Non ti Voglio”.
Marco Zenone ha attinto alla sua esperienza personale come spunto narrativo per scrivere un romanzo di finzione avendo però un importante aspetto scientifico e divulgativo.
Marco ha voluto raccontare la “diversa” normalità di una persona affetta da Diabete 1 utilizzando uno stile leggero, ironico diretto.
Regalando in modo creativo e brillante al lettore il personaggio di Enzo Mercano che si autodefinisce “non sono bello, sono un tipo. Un tipo unico, anzi un tipo “uno”.
Enzo Mercano è un “non “ giovane alle prese con la vita dovendo fare i conti con il suo scomodo compagno di viaggio.
Enzo ci prova, si forza di vivere “normalmente”, eppure agli occhi degli altri il diabete resta un mistero, un ostacolo. Lui invece un malato da scartare a priori.
Si può amare, desiderare di formarsi una famiglia se si ha il diabete?
La risposta è ovviamente si, se fossimo in una società normale e consapevole.
Ma la nostra società è intrisa di pregiudizi, ignoranza, qualunquismo. Insomma siamo ben lontani dalla normalità.
La medicina, i progressi scientifici vengono discussi, irrisi sui social network, immaginate come possa essere etichettata, vista una persona costretta alla cernita dei ristoranti e locali volendo evitare “intoppi glicemici”
“Non ti voglio” è un racconto sincero, salvifico, liberatorio con cui Marco Zenone si toglie qualche sassolino dalla scarpa vedi la delusione d’amore vissuta con Arianna e soprattutto ribadendo il diritto di tutti alla vita, all’amore e financo al cazzeggio.
“Non ti voglio” è una lettura assolutamente consigliata in special modo per tutti quelli che per indole si arrendono alla prima quanto banale avversità.

106) Madres Paralelas

Il biglietto d’acquistare per “Madres Paralelas” è : Omaggio (Con Riserva)

“Madres Paralelas” è un film di Pedro Almodóvar. Con Penélope Cruz, Rossy De Palma, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Milena Smit. Drammatico, 123′. Spagna 2021

Sinossi:

Janis e Ana condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.

Recensione:

Prendi atto che anche in campo cinematografico sei diventato anziano quando (quasi) tutti applaudono al film d’apertura di uno dei più prestigiosi festival del cinema internazionali e tu invece resti impassibile e dubbioso su quanto visto.

Venezia 78 e Pedro Almodóvar con il suo “Madres paralelas” mandano in crisi esistenziale il vostro inviato già dal primo giorno. Non si tratta di un brutto film, sia chiaro, ma per me nel complesso è pasticciato, caotico, dispersivo, quasi inconcludente.

Il regista spagnolo mette decisamente troppa carne al fuoco dal punto di vista tematico – si spazia dalla maternità e gli scambi di neonato in culla alla guerra civile spagnola e alle fosse comuni dove vennero sepolti migliaia di dissidenti fino alla fluidità sessuale – , dando vita a una sceneggiatura a cui manca una chiara identità, una cornice, un punto d’arrivo.

Ognuno degli argomenti trattati avrebbe meritato, secondo me, un film assestante e il giusto approfondimento storico, morale ed esistenziale. “Madres paralelas”, invece, tira dritto per la sua strada senza soffermarsi, macinando omissioni, contraddizioni e buchi narrativi e trasmettendo la sensazione di tre storie unite tenute insieme da un capriccio autoriale piuttosto che da una visione armonica. continua su

39) Imma Tataranni -Sostituto Procuratore -Seconda Stagione

“Imma Tataranni – Sostituto Procuratore” è una serie diretta da Francesco Amato. Con Vanessa Scalera, Massimiliano Gallo, Alessio Lapice, Carlo Buccirosso, Alice Azzariti. Poliziesco, commedia. Italia. 2019-in produzione

Recensione:

Una delle sorprese della stagione televisiva 2019/2020: la serie “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, basata sui romanzi di Mariolina Venezia, torna in onda su Rai 1 da questa sera, martedì 26 ottobre, per quattro prime serate. A indossare i look stravaganti e il carattere roccioso della PM di Matera, ancora una volta, Vanessa Scalera.

Due anni fa la critica e il pubblico, abituati ai soliti e rassicuranti volti noti della fiction, davanti al nome della protagonista reagirono all’unisono con un: Vanessa Scalera chi? La scelta di puntare su quest’attrice di solida formazione teatrale sembrava una scommessa azzardata, ma i dati Auditel, in costante aumento nel corso della prima stagione, ne hanno dimostrato la fondatezza.

Vanessa Scalera si è imposta all’attenzione di tutti per la sua straordinaria interpretazione, dimostrando personalità, carisma e talento nel rendere simpatica una donna scorbutica quanto precisa sul lavoro, che indossa con naturalezza tutta una serie di abiti sgargianti.

Già perché Imma Tataranni ci viene presentata come seria, rigorosa, abituata a sudarsi ogni conquista. Imma sorride poco o nulla; è scontrosa, quasi antipatica, nei rapporti umani, ma onesta nell’applicare la legge, senza fare alcun favoritismo.

La prima stagione si era conclusa con il bacio appassionato tra Imma e il fidato braccio destro, il maresciallo Ippazio Calogiuri (Lapice) durante la festa patronale. Adesso il PM dovrà combattere contro questa attrazione e al contempo gestire le aspirazioni artistiche del marito Pietro (Gallo), deciso a lanciarsi come musicista abbandonando il posto fisso. Continuerà a scontrarsi con l’autorevole, prudente e scaramantico procuratore capo Alessandro Vitali (Buccirosso) e farà i conti con l’infatuazione ambientalista che Valentina (Azzariti) concepirà insieme a una cotta adolescenziale per il figlio adottivo del Procuratore capo.

Probabilmente è questa una delle ragioni del successo della serie “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”: il fatto di raccontare le vicende di una donna normale, alle prese con un lavoro difficile e con i mille problemi legati alla gestione della famiglia. continua su

49) La Casa degli Sguardi (Daniele Mencarelli)

“La Casa degli Sguardi” è un romanzo scritto da Daniele Mencarelli e pubblicato il 13 Febbraio 2018 da Mondadori Editore.

Sinossi:

Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa? Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono. Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.

Recensione:

Ci insegnano le persone più sagge e/o quelle che hanno vissuto prima di noi certe esperienze che “si può risalire la china solamente quando si tocca il fondo”.

Il malessere interiore, il disagio mentale o più semplicemente il “mal di vivere” è qualcosa d’invisibile,  ancora oggi poco noto dalla scienza e solo in parte curabile con i farmaci.

Quando un ‘anima si spezza è assai complicato ricomporla, curarne le ferite.

La via crucis da percorrere è personale, faticosa, impervia scandita da momenti buoni e da altri no. Le ricadute sono improvvise quanto rovinose.

Ancora oggi,  fortunatamente in rari casi,  gli psichiatri utilizzano l’elettroshock come strumento di “cura” per i pazienti più  “resistenti” alle cure.

Chi vi scrive conosce sulla propria pelle quanto sia difficile vincere sui propri demoni interiori.

La psicoterapia , la chimica svolgono un ruolo importante, ma è tutto inutile   se il paziente non ci mette davvero cuore e volontà.

Paradossalmente più di qualsiasi terapia o farmaco, la cura più giusta si trova nell’affrontare, vivere  la realtà, scoprendo l’esistenza di  altri “gironi  infernali” nel quotidiano come ad esempio un ospedale per bambini.

L’elettroshock del quotidiano può scuotere una persona afflitta dai fantasmi della mente o schiava dalle dipendenze .

Ho recuperato il primo libro di Daniele Mencarelli,  apprezzandone il sincero e crudo racconto della propria sofferenza interiore e condividendo con il lettore  il  percorso autodistruttivo provocato dall’alcolismo.

Una “discesa agli inferi” scritta  “senza filtri” o “ finti pudori” che ci trascina  dentro una storia personale ed allo stesso tempo universale.

Chi soffre  inevitabilmente trascina con sé nel baratro  tutti gli affetti più cari.

Daniele  da tempo  vive  “un non vita” in cui l’angoscia , l’ansia e l’insofferenza  sono  “silenziati” dall’abuso di alcool e psicofarmaci.

Uno stordimento voluto per non soffrire,  fuggire alle proprie responsabilità.

Daniele è un poeta, un’ anima fragile quanto sensibile, incapace di reggere, sopportare la brutalità del quotidiano, consegnandosi  ad un tragico destino.

Quando tutto sembra perduto e con la stessa famiglia ormai rabbiosamente rassegnata, ecco giungere l’inaspettata chiamata di lavoro presso una cooperativa di pulizia al Bambino Gesù di Roma.

Un lavoro umile, faticoso che per molti può apparire repellente , per Daniele diventa la salvezza.

Entrare a far parte di una comunità, di un gruppo, avere degli orari e soprattutto uno scopo rompe la spirale negativa.  Daniele riscopre il “piacere” del quotidiano, la bellezza della routine, della fatica in un luogo di dolore e morte.

Vedere nei reparti  la sofferenza di piccoli innocenti che lottano per sopravvivere  fa comprendere a Daniele come il proprio dolore, disagio debba essere  visto e vissuto  da una diversa prospettiva.

“La Casa degli sguardi” è un racconto intenso, vivido, lucido, spietato in cui l’autore svela tutte le sue fragilità e contraddizioni esistenziali.

Si dice  spesso che la bellezza possa salvare il mondo, ma nel caso di Daniele e   di molti altri la salvezza passa invece  dal toccare , vedere, sentire  il dolore ed orrore altrui e magari dandogli conforto e voce

Daniele Mencarelli  ha ricominciato la “risalita” quando  comprende  questo semplice quanto decisivo passaggio mettendo così   a disposizione il proprio talento come megafono di dolore e soprattutto  della volontà di non arrendersi al tragico Destino  da parte di questi  bambini chiusi dentro un reparto ospedaliero.

“La Casa degli Sguardi” è la storia di una rinascita  dopo aver visto l’inferno ed averlo fatto vivere anche alla propria famiglia.

Un riscatto esistenziale frutto della “sveglia” data dalla realtà e dalla ritrovata  dignità  che ha permesso a Daniele di riprendere in mano la propria vita anche come poeta.

48) La ragazza del Collegio (Alessia Gazzola)

“La ragazza del Collegio” è un romanzo scritto da Alessia Gazzola e pubblicato da Longanesi nell’ottobre 2021
Sinossi:
A dieci anni dal primo romanzo della serie “L’allieva” torna Alice Allevi. Torna Alice Allevi in tutta la sua splendida e perfetta imperfezione. Torna Claudio Conforti, per tutti e tutte ormai solo «CC»: mente brillante, parlantina spesso caustica, cuore solo all’apparenza ruvido. Torna il cast di comprimari che per dieci anni esatti ha entusiasmato lettrici e lettori, facendo innamorare, sorridere, disperare e a volte perfino arrabbiare. Alice è tornata dopo un intenso periodo vissuto a Washington insieme a Claudio Conforti, e c’è una ragione precisa dietro la decisione della coppia più scintillante della medicina legale. Per Claudio, infatti, questa è l’occasione della vita: la Wally sta per andare in pensione e la corsa alla successione in qualità di direttore dell’istituto sembra aperta e subito chiusa: CC appare come la persona ideale per assurgere al ruolo di nuovo «Supremo» dell’istituto. Ma, mentre lo scatto di carriera di Claudio, contro ogni previsione, si rivela tutt’altro che facile, Alice – ora medico legale praticante a tutti gli effetti – si trova coinvolta non in uno ma in ben due casi che presto si dimostrano in grado di mettere alla prova il suo ben noto fiuto investigativo. Da un lato, l’incidente stradale di cui è vittima una giovane studentessa di un prestigioso collegio potrebbe nascondere qualcosa di più terribile della semplice fatalità, anche perché il colpevole è fuggito e sembra impossibile stanarlo. E dall’altro c’è di mezzo un bambino smarrito che non parla e di cui non si sa bene nemmeno l’età. Spinta dalla sua naturale empatia, e da una buona dose di voglia di ficcanasare, Alice si troverà coinvolta dalle due vicende, molto più intimamente di quanto lei (e CC stesso) si potevano mai immaginare.
Recensione:
Negli ultimi anni ho recuperato la serie di romanzi de “L’Allieva” apprezzando lo stile, l’ironia e l’armonioso equilibrio narrativo tra romance e poliziesco creato dalla talentuosa penna della Dott.ssa Gazzola.
Il successo editoriale dei libri, come ben sappiamo, ha generato il grande quanto inaspettato successo televisivo avendo come protagonisti Lino Guanciale ed Alessandra Mastronardi, sbancando l’Auditel per ben tre stagioni.
Chi bazzica questo blog sa bene quanto abbia criticato gli sceneggiatori dell’Allieva “televisiva”, a mio avviso, responsabili d’aver snaturato oltre che banalizzato il format letterario . Come ho espresso perplessità nei riguardi della stessa Gazzola per “aver ceduto” troppo facilmente la propria creatura.
Sono infatti evidenti le differenze tra i primi libri della saga e quelli scritti dopo il successo televisivo.
Esiste un prima e dopo in questa gioiosa saga letteraria. : l’avvento di Mamma Rai
Dopo la prima stagione , Alessia Gazzola ha scritto le nuove indagini “rimodulando” caratteristiche e personalità dei personaggi strizzando l’occhio ai fan della serie televisiva, facendo venire meno gran parte del potenziale drammaturgico della sua idea originale.
Una scelta personale oltre che autoriale che non ho condiviso, pur comprendendone le ovvie motivazioni commerciali ed istanze editoriali.
Il ritorno di Alice Allevi , a dieci anni dal suo esordio sugli scaffali, conferma parzialmente la “svolta” televisiva sposata dalla Gazzola.
“La ragazza del collegio” infatti più che un romanzo va visto come l’ ottimo punto di partenza di sceneggiatura per un film tv o se preferite evento speciale al cinema che probabilmente verrà annunciato al momento giusto.
“La ragazza del collegio” si muove su plot narrativo ormai collaudato e vincente in cui l’amata coppia composta da CC e Alice è il baricentro della storia ed intorno a loro si svolgono indagini, litigi, equivoci ecc.
Ci ritroviamo così ad osservare, sorridere e soprattutto emozionarci riguardo le scelte personali e professionali della coppia sempre alla ricerca della definitiva stabilità.
Ma il travaglio sentimentale/esistenziale, stavolta è opportunamente intervallato da un convincente elemento giallo che strappa un compiaciuto quanto inaspettato sorriso al lettore duro e puro.
Alice Allevi è ormai un medico legale, una donna, compagna innamorata, ma le manca d’essere anche una mamma felice.
Claudio Conforti dall’altro conto ha smesso d’essere il solito CC , almeno sul piano sentimentale, sforzandosi di rendere felice Alice.
La genitorialità è il tema muovo quanto scomodo di questo nuovo romanzo decretando un salto di crescita e responsabilità per la coppia.
“La ragazza del collegio” da parte chiude un’ epoca della vita di Alice Allevi mettendola di fronte ad importanti scelte di vita da prendere insieme con Claudio e dall’altra spalanca le porte a faticose quanto desiderate notti in bianco come può viverle una vera coppia di genitori.

105) France

“France” è un film di Bruno Dumont. Con Léa Seydoux, Blanche Gardin, Benjamin Biolay, Emanuele Arioli, Juliane Köhler. Commedia, 134′. Francia, Germania, Italia, Belgio 2021

Sinossi:

France de Meurs è una stella del giornalismo che brilla su un canale di informazione e nei reportage sul Medioriente. Priva di scrupoli e di qualsiasi valore deontologico, gestisce la sua famiglia come la sua équipe, con cinismo e je-m’en-foutisme. Ma un giorno tampona Baptiste, un povero diavolo che fa consegne a domicilio, e il suo piccolo circo mediatico collassa. La depressione è dietro l’angolo, il congedo pure. France ripiega su una clinica privata e progetta la redenzione davanti alle montagne svizzere e tra le braccia di un amante occasionale.

Recensione:

La critica internazionale e soprattutto quella francese si è divisa a suo tempo su “France” di Bruno Dumont, presentato in concorso al Festival di Cannes.

La prima ha gradito il film, che con sguardo provocatorio, dissacrante quanto ironico prende di mira la società francese e in modo particolare l’involuzione del giornalismo. La seconda, probabilmente punta sul vivo, lo ha definito retorico, irritante, un insulto. La verità, come molto spesso succede, sta nel mezzo. continua su