83. Io e le Rinnovabili

rinnovabili 2
Il sole ci riscalda, dà vita.
L’Italia, come sempre, è in ritardo rispetto agli altri paesi nelle nuove tecnologie.
Investire nell’energia alternativa è il futuro.
Mio fratello Francesco, come nostro padre, è sempre un passo avanti.
Ha creduto nell’innovazione e si è inventato imprenditore.
Il mondo delle rinnovabili è particolare.
Dopo il TSO, sono ripartito dalla lotta di piazza.
Sorrido, immaginandomi nelle vesti di un conservatore rivoluzionario, quando la porta si apre.
Ciao Mel come stai?
Buon giorno Dottore, pensavo a Francesco e al suo mondo.
Si occupa d’energia rinnovabile vero?
Sì, ha scelto questa strada anni fa con coraggio.
Se non ricordo male, hai provato a collaborare con Francesco.
Cosa succede al rientro a Roma dopo il TSO?
Sospiro e guardo fuori dalla finestra:
Arrivati a casa mamma mi esorta a lasciare le sedute di psicoanalisi: “Mel non puoi seguire due metodi.
Hai visto cosa è successo”.
Anche se poco convinto,acconsento.
Vedo per l’ultima volta Mr Sigaretta.
Gli comunico la mia decisione mentre gli racconto del ricovero.
Mr Sigaretta mi guarda e dice: “Faccia ciò che reputa più giusto.
In bocca al lupo per tutto”.
E’ davvero come un nonno, penso, uscendo dal suo studio.
Il 7 aprile ,come stabilito da tempo ho appuntamento con Lei.
Vengono pure mamma e Francesco.
In origine in questa seduta dovevamo parlare del mio futuro e di come fare per smuovere la situazione. Gli eventi poi sono precipitati.
E’ una seduta amara. Siamo tutti sconvolti.
Fatico a tenere alta la concentrazione.
Ricordo solo che le dissi all’inizio:“E’ incazzato con me?”
Si, ricordo bene quella domanda. Mi sorprese abbastanza.
Non ti avevo mai sentito pronunciare una parolaccia.
Capii che c’era qualcosa sotto.
Così uscì fuori la storia della psicoanalisi.
Parlammo come procedere dopo questo nuovo incidente.
Ti avevo detto che non c’era spazio per due Dottori.
Eri libero di scegliere a chi affidarti.
Già,mi fece  vergognare molto…. Era davvero arrabbiato.
Mi disse che la psicoanalisi era roba superata,sconfitta da tempo e che se volevo continuare con lei dovevo seguire le sue regole e soprattutto non dovevo più nasconderle  nulla.
Poi iniziammo a ricostruire le tappe del mio scivolamento.
Scuote la testa: nella vita Mel,bisogna essere seri e responsabili.
Se si prende un impegno, bisogna mantenerlo.
Con la salute non si scherza!
E’ mancato davvero poco perché la tua storia finisse in tragedia.
Era necessario mettere le cose in chiaro.
Sono più testardo di te!
Lo guardo e poi sorrido. Già una volta mi disse che finche’ remavo sarebbe rimasta con me nella barca in mezzo al mare alla ricerca del porto sicuro.
 Mi sorride a sua volta:Troveremo questo porto Mel, ma, adesso, “basta minchiate”.
Riprendiamo a lavorare. Cosa succede dopo?
I file erano scomparsi. Mi sentivo rallentato. Quasi imballato.
La dose di zyprexa da 20 mg stava facendo effetto
Aveva spento l’incendio.
Ricordo che ascoltai la mia segreteria telefonica una sera.
C’erano i messaggi preoccupati di Claretta e di Potter.
Per una settimana ero scomparso dal mondo.
Chiamai Claretta per raccontarle cosa mi era successo.
Le chiesi scusa per la nostra ultima telefonata.
Mi rispose che era tutto a posto e che, se avesse saputo, sarebbe venuta in Sicilia.
Con Potter fu più generico. Non volevo allarmarla.
Mamma si era raccomandata di non dire nulla.
Difendere ad oltranza la propria privacy è sempre stato il motto di mia madre.
Le settimane successive passano lente e tranquille.
Sono comunque inquieto.
Il pensiero di aver attentato alla mia vita mi turba molto.
Qualcosa nella mia mente si è incrinato.
Esco raramente.
Passo le giornate in camera mia.
Claretta mi chiama un’altra volta.
Sono affaticato, confuso. Parliamo per qualche minuto.
Balbetto: “Scusami Claretta, ma non mi sento bene,è colpa della pillola”.
Sarà la nostra ultima telefonata. Evito di chiamarla.  Non saprei cosa dirle. Ci scambiammo ogni tanto dei sms.
Posso solo immaginare il turbamento di Claretta di quelle settimane.
Mi faccio forza e decido di tornare a lavorare da Francesco.
Insieme a Ludovico il Preoccupato collaboriamo per i diritti negati alle rinnovabili.
E’ nata un associazione che riunisce decine di aziende unite nella lotta contro il decreto Romani emanato dal  governo Berlusconi.
Io, Ludovico e altri ragazzi dobbiamo coordinare e organizzare gli eventi di protesta sparsi per l’Italia.
Scriviamo sulla pagina facebook dell’associazione.
Chiamiamo i coordinatori sparsi per l’Italia.
Mi butto anima e corpo nella novità.
Cerco di non pensare al ricovero e al tentativo di suicidio.
Francesco è sempre più stanco e nervoso.
Mamma è preoccupata.
Io stesso penso che ci siano problemi.
Una sera ricevo una telefonata di Francesco.
Ci vediamo e mi racconta quanto sia preoccupato per il lavoro e quanto sia difficile la vita matrimoniale.
Cerco di rincuorarlo.
Torno casa turbato e pensieroso.
E’ come se vedessi un film da un’altra prospettiva Dottore.
Nei giorni successivi mi consulto con Piero sul da farsi.
Cerco di non far capire nulla alla mamma.
Dorme poco. E’ sciupata. Chissà quanti pensieri le passano per la mente durante la notte.
Cerco di rimettermi in piedi.
Dopo qualche seduta, mi riduce lo zyprexa a 10 mg.
Lo Splendente annota qualcosa e poi dice: le rivelazioni di Francesco sono sicuramente fonte di turbamento e preoccupazione.
Tu e Francesco siete molti simili.
Ho avuto timore che tu facessi una “sciocchezza” con Claretta.
Il mio obiettivo è toglierti la pillola Mel, ma devi ascoltarmi.
Serve esercizio mentale ogni giorno contro i file.
Dottore,non so se siamo uguali con Francesco, ma mi dispiace averlo visto in quello stato.
Vorrei eliminare la pillola, ma dopo il ricovero, ho davvero paura.
Non mi fido di me stesso.
Mel,tuo fratello ha commesso degli errori.
Ci sono io per lui, non ti preoccupare, ora pensiamo a te.
Continua a raccontare.
L’attività per le rinnovabili mi è utile per scacciare gli incubi, ma dentro di me sento comunque desolazione e avvilimento.
Mi sforzo d’apparire sereno. Cerco di farmi coinvolgere dall’allegria degli altri ragazzi:Giorgia la Comunista, Tony Frizzante e Ludovico.
Facciamo una bella squadra.
Giorgia era addetta alla rassegna stampa.
E’ una brava ragazza, impegnata a sinistra.
Scherziamo spesso sul suo presunto fidanzato, ex sessattotino pentito.
Le racconto le sue imprese.
E’ simpatica.
Fumo il sigaro volutamente nella sua stanza.
Un giorno Tony organizza un evento, cui partecipa pure una ragazza di nome Lisa, una militante ambientalista.
Mi colpisce molto.
E’ allegra,sorridente oltre che carina.
Parliamo tutto il tempo dell’evento.
Prima d’andare via le chiedo se ha voglia d’uscire una sera
Mi risponde scherzosa: “Si ,se non hai intenzioni troppo serie”.
Nei giorni successivi ci sentiamo tramite facebook.
Scopro che è venuta a Roma quattro anni fa per amore.
Ora è single.
Lisa mi trasmette serenità e tranquillità.
Mi fa ridere. Non capitava da tempo.
Così decidiamo d’incontrarci in centro per bere una birra una sera.
Passiamo una bella serata anche in compagnia di una sua amica.
Due giorni dopo usciamo da soli per una pizza.
Il ristorante l’ha scelto lei. Tra i suoi tanti lavori, mi racconta, che ha fatto pure la critica culinaria.
Conosce ovviamente mille posti.
La prima impressione è confermata.
Mi piace parlare con lei.
Anche lei ama  fumare i sigari ogni tanto.
Già quella sera ho il desiderio di baciarla, ma mi trattengo.
Rimaniamo di sentirci anche dalla Sicilia.
Infatti con mamma  decido di tornare giù.
Devo andare alla Cia per fare la domanda annuale Agea per i contribuiti.
Ma soprattutto ho in programma di mettere a dimora nuove piantine alla Palma.
Voglio portare avanti il piano di rinnovamento dell’azienda.
Lavoriamo sodo per una settimana.
Mi fa un certo effetto tornare in campagna dopo il ricovero.
I Caruso mi salutano calorosamente.
Mi sforzo di lavorare e di concentrarmi.
Cerco di controllare il vuoto e la nausea.
I file sono tornati anche se in tono minore.
La Sicilia ormai mi produce melanconia, soffocamento e tristezza.
Le piantine vengono dalla Calabria. Non sono bellissime.
Dovrei rimandarle indietro, mi dice Giuseppe, ma voglio evitare discussioni e problemi.
Passo il compleanno nel Bueno Retiro.
Mamma e Laura organizzano una piccola festicciola.
In Sicilia pochi sanno del mio ricovero. Non voglio allarmare nessuno.
Mi chiama a sorpresa Alice. Sono felice di sentirla.
La nostra amicizia si è po’raffreddata dopo la diatriba con la cugina Vittoria.
Sento il bisogno come ogni anno, d’andare da papà.
Non riesco a sentire la sua presenza.
Mi sento solo.
Nonostante la terapia e i sacrifici,non riesco a trovare la luce.
Sono molto sfiduciato.
Sento Caterina sul messenger. Non le dico nulla del ricovero.
Non voglio farla preoccupare.
Appare comunque distante.
Mi dice:“Mel non sentiamoci per i rispettivi compleanni. Lo so che mi penserai”
“Tesoro,mi dispiace ma il tuo compleanno è una data importante”.
Come promesso mi sento con Lisa. Parliamo di noi.
Anche lei ha sofferto molto per amore.
Mi mette di buon umore sentire la sua voce.
Ha una risata contagiosa.
Torno a Roma. Evito di stare troppo in Sicilia.
Riprendo ad uscire con Lisa.
Tra noi si è creata subito un intimità e una simpatia.
A differenza che con Claretta, non mi sento oppresso e angosciato, ma non mi sento d’iniziare una nuova storia.
Mi sento ancora sottosopra.
Ho la testa come ovattata.
Non voglio dire a Lisa dei miei problemi.
Voglio leggerezza e tranquillità. Sono nello stesso tempo attratto da Lei.
Una sera dopo una cena,ci fermiamo a parlare su una panchina di fronte a casa sua.
Come sempre fumiamo il sigaro.
Parliamo e scherziamo.
Mi sono presentato come una persona che ha sempre avuto storie platoniche.
Lei mi guarda e mi dice in maniera provocatoria: “Ma noi due cosa facciamo qui?Tu sei un tipo platonico,io voglio leggerezza.
Parliamo e basta?”
Sorrido e le dico: “Un passo alla volta Lisa. Tu vuoi una storia 2.0?”
“Si va be’”
Vinco la mia abituale ritrosia e la bacio.
Stupita: “Ma sei serio?”
Poi ci baciamo lungamente.
Sono momenti belli Dottore.
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento al giorno dopo.
Mi accoglie sorridendo. Ci risediamo sulla nostra panchina.
Cominciamo a baciarci.
Mi dice: “Mel, baci in maniera soft”
“Cosa intendi?”
Maliziosa: “Mel sento poca passione”.
Borbotto: “Lisa come te lo devo dire. Un passo per volta”.
Sbuffa e ci baciamo con più trasporto.
Sono eccitato. Comincio a tremare.
Ci guardiamo negli occhi. Tutto sembra perfetto.
Un’ altro ragazzo avrebbe sicuramente provato a concludere la serata “con maggiore intimità”, ma come ormai avrai capito Dottore, io sono diverso.
Comincio a pensare a Tesoro, alla pillola che mi inibisce, a Claretta e al fatto che è tardi e che mamma potrebbe preoccuparsi e cosi le dico: “Lisa è tardi, devo andare””.
Delusa e un po’ stizzita mi dice: “Ok, vai pure”
Cala il gelo.
Ci salutiamo velocemente .Lo so Dottore, per lei feci una cazzata, ma non mi sembrava il momento giusto. Stavamo andando troppo velocemente. Non mi sentivo di far salire il livello della nostra intimità.
Anche Lisa dietro quel bel sorriso e allegria, aveva le sue fragilità.
Nei giorni successivi non mi chiama.
Risponde a stento ai miei sms. Non riesco capire cosa succede.
Ne parlo con Potter. Mi fa notare come il mio modo di fare possa provocare in una donna, fastidio, se non arrabbiatura.
Onestamente cado dalle nuvole. Chiamo Lisa per un chiarimento.
E’ fredda al telefono. E’ sull’autobus,  parla a scatti.
Cerco di capire cosa sia successo.
Finalmente Lisa sbotta: “Mel, l’altra sera mi sono sentita respinta. Hai interrotto un bel momento”
Sospiro e rispondo: “Lisa credimi è più complicato di quanto pensi.
Per favore vediamoci e ti spiego”.
 E’ arrabbiata,indispettita. Stavolta non ride.
Cerco di spiegarle i miei problemi, senza entrare nello specifico.
Ascolta, ma non sembra convinta. Si sente ferita nell’orgoglio.
Non accetta il mio chiarimento.
“Mel, capisco le tue problematiche, ma potevamo vivere senza troppe pippe mentali il momento.
E’ evidente che non vogliamo la stessa cosa.
Tu sei troppo prudente. Io voglio leggerezza.”
Siamo troppo distanti.
Si è creata una frattura di principio.
La riaccompagno a casa.
Ci salutiamo con una stretta di mano.
Lisa ha chiuso il capitolo.
E’ una donna testarda oltre che bella.
Non vuole approfondire il nostro rapporto.
Ci rimango mal,e Dottore.
Ancora una volta il mio carattere ha allontanato una persona che mi piaceva.
Mi ha chiuso la porta in faccia senza la possibilità di conoscersi realmente.
Nei giorni e nelle settimane successive cerco un contatto,per tenere vivo il rapporto, ma Lisa ormai mi risponde raramente.
Vado in ufficio con poca voglia. I file sono ripresi. Mi sento angosciato.
Lo zyprexa è stato ridotto a 5mg un giorno e 2,5 mg un altro.
Vedo sul web la notizia che Godot sarà coinvolta in nuovo film americano con un’ importante regista.
Ancora una volta mi sento spaesato.
Nonostante il farmaco, sono instabile, bloccato, negativo.
Lo Splendente sorride e scrive qualcosa:
Lisa è un altro esempio della tua “vigliaccheria”con le donne.
Sei arrivato al momento di concludere e preferisci scappare ancora una volta. Mel, certi momenti vanno colti al balzo!
Non esiste una scorciatoia dai file.
L’unico modo è distruggerli.
Non ho ancora capito come distruggerli. Godot e il forum mi stanno trascinando sul fondo Dottore.
Bisogna inventarsi qualcosa.
Lisa aveva fretta.
Anche lei voleva evitare di pensare alla sua delusione d’amore.
Una storia senza impegni era solo uno scudo.
E’ una brava ragazza. Merita di meglio.
Non intendo perderla.
Mel, si decide cosa sopportare.
Ti rifiuti di esercitarti con il pensiero.
Credi che il farmaco possa aiutarti, ma non è così, credimi.
Non lo so, Dottore, ormai la pensiamo diversamente.
Devo imparare a convivere con i miei peccati di stupidità.
Ci vuole tempo, credo.
Mel, tu devi fare pace con te stesso e  soprattutto con il tuo passato, è il primo passo.
Lo so, Dottore, Lisa era un bel modo per ricominciare.
Alla prossima.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 2 Dicembre

82. TSO

tso
La libertà è il bene più prezioso di un uomo.
La schiavitù fu il motivo di guerra civile nella “democratica” America.
Lo Stato per punire chi commette un reato, usa il carcere.
Si dice che,a volte, servano le misure forti anche per fare del bene.
Se sei pericoloso per te stesso o per gli altri
Se rifiuti le cure.
Se non sei in grado d’intendere o volere.
Lo Stato decide per te.
Ti toglie ogni diritto e per “tutelarti” ti chiude in un reparto psichiatrico per almeno una settimana.
Il TSO(trattamento sanitario obbligatorio) è un forma di violenza psicologica oltre che fisica.
Sei solo”un matto” e nulla più, là dentro
Chi ha subito il TSO, ha incubi e traumi, anche a distanza d’anni.
Sono sopravvissuto.
Rivedo nella mia mente i volti “dei miei compagni” di camerata quando la porta si apre.
Ciao Mel, come stai?
Attendo un momento  prima di rispondere, poi  gli sorrido” Sono un sopravvissuto, Dottore”
Mi guarda e mi sorride a sua volta: Ti riferisci al TSO, immagino.
 Raccontami gli eventi che portano al ricovero. Coraggio, Mel
Mi verso un po’ di caffè e guardo fuori dalla finestra: Ricordo che il giorno dopo la serata con Emilio e il Rampante sono. in campagna.
Fà freddo, pioviggina, gli operai stanno finendo di lavorare.
Dentro la mia mente comincia a scatenarsi l’inferno.
Sento una  voce che cerca di convincermi che quello che ho passato nel 2009 è stata tutta una finzione e che in realtà tutto si sarebbe risolto.
La voce poi dice che durante le ultime discussioni messenger con Gigio a luglio nel 2009  nel pieno del delirio l’avrei chiamato”papino”
Infine la voce dice che il 15 settembre del 2011 avrei ricevuto per posta tutte le risposte che speravo.
Sono sconvolto, non so cosa pensare. Mi guardo  intorno.
Il Signor Caruso e il figlio probabilmente intuiscono il mio disagio, ma non dicono nulla.
Lascio di corsa la campagna in lacrime.
Durante il viaggio parlo con Claretta.
Vorrebbe parlare del  suo viaggio in Sicilia, ma la interrompo: “Parliamone quando sono a casa”
Quella voce mi ha turbato. Non riesco a capire se è tutto frutto della mia immaginazione o stanno riaffiorando nuovi ricordi.
Claretta mi cerca di nuovo.
Ho la testa altrove. Faccio fatica ad ascoltarla. Poi le dico della campagna e dei miei presunti ricordi. Evito di dirle della voce.
Rimane basita, pensierosa, forse inorridita.
Cerco di cambiare discorso.
Le dico che la sera andrò al cinema a vedere il film “Amici di letto” con la mia amica archeologa.
Lei, piuttosto seccata, mi risponde”Ok Mel,passa una buona serata., io esco con mia madre”
Guardo il film con l’archeologa, ma non riesco a rilassarmi.
Dopo il film andiamo a mangiare una pizza.
L’archeologa vuole parlami del suo nuovo fidanzato.
E’ cosi felice,raggiante.
Sono contento per lei, ma faccio fatica ad ascoltarla.
Sento tanto rumore intorno a me.
Sento il bisogno d’andarmene. torno a casa.
Mentre sono in auto,chiamo Claretta.
Ha ancora un tono risentito e duro. Voglio evitare di litigare.
Le racconto brevemente la serata e le auguro la buona notte.
Arrivato a casa, mi spoglio con fatica e cerco di dormire.
Ma nella mia testa è ricominciata la battaglia.
Non riesco a spegnere i pensieri.
Mi rigiro nel letto tutta la notte.
La mattina  dopo sono ancora più stanco e stralunato
La testa mi fa male. I file sono fortissimi.
Rispondo con grande fatica al telefono.
E’ Claretta, che mi chiede spiegazioni”Mel, io non ti capisco.
Con me parli della merda che ha in testa.
Mi rovesci addosso la storia di questo Gigio e di come forse l’hai chiamato papino, e poi che fai, esci con l’amica.
Allora non stavi tanto male.
Ieri sera ho pianto. Mi sono sentita tradita”.
 Provo a rispondere, ma mi attacca e piange.
Mi sento messo in mezzo. Non sopporto più la sua voce.
Sento pulsare le tempie
Allora esplodo”Basta cosi .Non ne posso più.
Non ho fatto nulla di male ieri. Sono uscito con una vecchia amica.
Sono stanco della tua gelosia.
Ti ho spiegato mille volte come stanno le cose
Per noi non c’è futuro .Bisogna finirla qui”
Claretta mormora”Mel, ma perchè dici questo?Volevo solo chiarire”
Ormai ho perso la pazienza”Non c’è più nulla da discutere.
Mi hai rinfacciato ancora una volta i miei problemi.
Ti ho detto solo cosa pensavo di ricordare. Basta cosi .E’ finita”
”Mi sta scoppiando la testa.”
E chiudo la telefonata.
Mi vesto e vado a pranzo da nonna.
Claretta mi cerca sia sul cellulare, che da nonna, ma mi rifiuto di risponderle.
Ha ormai oltrepassato il limite.
Mi sforzo di non perdermi dietro i file e questi pensieri,ma diventano ogni ora più forti.
La sera torno al Bueno Retiro.
Guardo stancamente un pò il computer.
Per sbaglio vedo un immagine dell’Aspirante del 2007, durante la cerimonia del Festival di Roma in cui ero presente.
Mi si stringe il cuore. La testa  diventa pesante.
Ancora una volta dormo poco e male.
Sento nuovamente la voce che mi dice che devo stare attento perche Il Diavolo tornerà e stavolta mi ruberà pure  i ricordi scritti nelle memorie che ho affidato allo Splendente e li userà contro di me.
Scrivo questi pensieri nel mio diario di bordo.
Il giorno torno in campagna.
Stavolta la mente libera dei ricordi confusi su Potter e su nostre ipotetiche discussioni sulla natura del nostro rapporto.
Mi sembra così assurdo. Non riesco a capire se sono falsi ricordi.
Chiamo Potter per un conforto. Mi tengo sul generico.
Non voglio allarmarla.
Ovviamente lei nega tutto.
Non capisco più cosa mi sta succedendo.
Torno al Bueno Retiro.
La notte è terribile.
Ripenso a Gigio Mi pare di sentire la sua voce
Sento un’altra  voce che mi interroga e mi dice che ho fatto un grave errore ad andare in analisi.
Mi obbliga a dire la verità  almeno a mia madre.
Mi dice che mi rimane poco tempo e che presto morirò
 Alle otto, spaventato, chiamo mamma”
Cerca di tranquillizzarmi e mi invita a chiamare lo Splendente.
Ricordo che le scrissi un sms Dottore.
Avevo paura che le voci fossero tornati.
Mi stavo perdendo di  nuovo.
La mattina dopo vado in chiesa .
Trovo lo stesso prete dell’agosto 2009.
Mi confesso.
Ho bisogno di un perdono.
Nella mia mente vedo Gigio .
Una voce mi urla che Dio non esiste.
Così decido d’andare da papà.
E’ da tempo che non ci vado.
La voce mi invita a non andare.
Anche davanti alla tomba di papà, le voci mi perseguitano.
Una di esse mi dice che ci posso pure pisciare sulla tomba.
Inorridisco e scappo via.
Lo Splendente scrive lungamente e mi guarda :Ricordo bene il tuo sms.
Concordammo di sentirci per telefono.
Avevo un appuntamento dal dentista la mattina.
Avevo percepito la tua preoccupazione.
Ti avrei anche visto,ma eri come sempre in Sicilia.
Ammetto però di aver sottovaluto la situazione.
Lo so, non fui chiaro, nel spiegarle fino a che punto la situazione stava precipitando.
Io stesso non mi ero reso conto che già“dialogavo” con le  voci
Ricordo che ci  sentimmo  per telefono due volte.
Ma entrambe le volte ero per strada.
Non ero in grado di descriverle bene la situazione.
Le voci erano già il segno che la tua mente si stava disunendo.
Lavori molto con l’immaginazione.
La tua vita è sempre proceduta su due binari: un piede nel mondo reale e uno in quello immaginario.
Nel caso delle voci, entri completamente in quello immaginario.
Diventi tu stesso parte del film.
Chiudi i contatti con il mondo esterno.
Comunque, Mel, continua pure. Siamo qui per capire.
Mi sforzo di rimanere sereno.
Le sue parole Dottore hanno come sempre un effetto rassicurante, ma la mia mente sembra sul punto di esplodere.
Le voci e i file ormai sono un’unica cosa.
Non riesco più a distinguere la finzione dalla realtà.
Sono a casa di nonna e la  voce vuole farmi credere che Gigio oltre ad aver violato le mie  caselle di posta elettronica per mesi ha anche scritto al posto mio email farneticanti.
Sono impaurito ed arrabbiato.
Mi sembra d’ impazzire.
Chiamo Francesco per dirgli di Gigio.
E’ scettico e mi risponde”Mel stai calmo.
Mi sembra difficile che l’Oscuro abbia potuto fare questo.
Mica è un hacker. Avrebbe commesso un crimine”
Nonna mi vede stralunato e mi chiede se voglio rimanere a dormire da lei.
Preferisco tornare al Bueno Retiro.
Mi sento solo, incompreso e avviato alla pazzia più completa.
Passo l’intera notte a pensare al forum, ho pensieri di morte.
La voce mi perseguita, dicendomi che i Caruso sono cattivi e che mi stanno truffando e che non mi devo fidare di loro.
Poi insinua che se non torno da Claretta entro l’anno, tutto andrà in malora.
Perderò tutti i miei beni.
La voce dice che Rita e Claretta sono persone maligne.
Mi pare di sentire una voce femminile, che si identifica come la mia nonna paterna.
Poi sento un’altra voce. E’ fioca.
La identifico come quella del Dottor Serioso.
Mi accusa di averlo tradito e di non averlo ascoltato in questi anni.
Vado in bagno e comincio a piangere.
Singhiozzo”La mia vita. Cosa è successo alla mia vita?.
Non voglio morire”.
Mentre mi faccio la doccia disperato,arriva un’altra Voce.
Stavolta però è suadente, pacata.
La riconosco è quella del 2009.
La identifico come quella di un presunto Professore.
Mi tranquillizza.
Mi dice che adesso c’è lui.
Mi vesto felice.
Parlo “ con il Professore” e vado in campagna.
Mi creda, Dottore, la  strada per la campagna è molto pericolosa.
 Viene definita la strada della morte, ma mi sento protetto dalla voce. Guido in uno stato di eccitazione e confusione.
Sfogo le mie angosce e paure.
Il Professore però mi dice di cosa soffro
Secondo lui ho un problema alla testa.
Mi suggerisce di chiamare Cinzia, mia cugina, la neurologa.
Mi mette ansia.
 Gli rispondo che mi sento bene.
Giro per gli agrumeti. Gli mostro il mio lavoro.
Il Professore sa ben poco sulle arance
Ad un certo punto, il professore mi avverte che mamma sta male.
E’ depressa. Si sente sola e abbandonata dai suoi figli.
Sta pensando a un gesto estremo.
Mi dice d’avvisare Francesco e Piero.
Sbianco. Li chiamo entrambi. Gli urlo di correre a casa.
Piero acconsente, anche se riluttante.
Francesco sembra infastidito.
”Titti (lo chiamavo cosi da piccolo) ascoltami, non fare come al solito mamma sta male. Vai da lei”
Seccato”Vediamo cosa posso fare” e mi chiude il telefono.
Non voglio assolutamente allarmarli con la storia del suicidio.
I Caruso mi vedono strano, ma si sforzano di apparire tranquilli.
Ormai interloquisco solo con il Professore.
Mi spinge ad andare in aeroporto.
Dice che c’ è un volo prenotato per Roma.
Durante il viaggio di ritorno, parlo al telefono con mamma.
Sembra tranquilla.
La voce mi dice di non farla preoccupare.
Parliamo della campagna e degli immobili in Sicilia.
La voce mi dice che in realtà non vuole suicidarsi, ma è malata di linfoma.
Il solo pensiero mi sconvolge. Arrivo in aeroporto rapidamente.
Sono vestito con gli abiti di campagna.
Sono alle partenze.
Sento anche le voci  del dottor Serioso e la sua, dottore.
Non riesco a comprendere cosa mi dite. Mi gira la testa.
Mi siedo su una poltroncina.
Sento pure la voce di mio padre che mi esorta ad andare da mamma.
Gli rispondo che  ci vada lui.
Mamma Ha bisogno della sua presenza dopo tanta solitudine.
Devono riprendere la loro storia d’amore dove si è interrotta.
La voce del professore mi dice di aspettare, ma sono irrequieto.
Non capisco cosa faccio qui seduto inerme.
Mi squilla il cellulare. E’ Potter. Il Professore mi invita a parlarci.
Potter mi chiede dove sono e come sto.”Mel sento dei rumori di sottofondo,ma dove sei?”
”Potter, non ti preoccupare, sono fuori. Va tutto bene.
Ci sentiamo in un’altro momento”e chiudo la telefonata.
Scendo agli arrivi e incontro per caso il cognato del mio fattore Giuseppe.Ci salutiamo.
Finalmente  il Professore mi dice che posso lasciare l’aeroporto.
La mamma è fuori pericolo.
Sto per tornare  al Bueno Retiro quando mi chiama la nonna.
Il Professore mi consiglia di tornare a casa, ma stavolta rifiuto.
Penso che non posso lasciare nonna
Parcheggio  sotto casa sua.
Mi sdraio sul letto.
Sono stravolto, faccio fatica ad ascoltare le parole della nonna.
Il Professore non smette mai di parlare.
Non riesco più a bloccarlo.
Nonna mi chiede di rimanere a cena.
Sono immerso nei miei pensieri. L’ascolto a malapena.
Ormai il dialogo con il professore mi assorbe completamente.
C’è la partita dell’Italia in tv, ma non riesco a vederla.
Provo a leggere, ma vedo tutto sfocato.
Su consiglio della nonna rimango a dormire da lei.
Non chiudo occhio .E’ una notte allucinante.
Adesso penso di parlare direttamente con Dio.
La voce mi dice che sono una brava persona, e che adesso mi trovo in uno stato d’incoscienza.
Qui posso trovare la pace e le risposte alle mie domande.
Mi dice che, a breve, potrò parlare con mio padre che è ritornato dal mondo dei morti.
Sono spaventato, ma felice.
Nel frattempo risento la Sua voce dottore e quella del Serioso.
Sembrate amici. Parlate con me.
Appare pure la voce di Gigio, ma sembra più vecchia, lontana.
Mi sento circondato dall’affetto dopo tanto tempo.
La voce di “Dio” mi chiede di Flavia ,Caterina e dell’Aspirante.
Vuole sapere a chi voglio veramente bene e chi vorrei vedere al mio risveglio domani.
Mi dice di non preoccuparmi di Claretta.”Era persona cattiva, Mel.
Ma grazie a te è cambiata. Ha capito la tua scelta. Stai sereno”
Piango.
Dio riprende”Hai fatto un errore ad andare da Mr Sigaretta, non dovevi interrompere la cura con lo Splendente.
Ma non ti preoccupare, risolveremo anche questo”.
Mi dice che la Ballerina non poteva interessarsi a me perchè non è mai esistita
Finalmente sento la voce di papà.
E’ timorosa, spaventata.
Comincio ad attaccarlo per via delle ragazze e di quanto mi abbia reso insicuro.
La voce si difende. Il momento d’ira è passato.
Ora io e la voce parliamo di mamma.
La voce mi invita a chiamarla domani mattina.
Dice che mia madre ha bisogno di me.
Gli rispondo che mamma ha bisogno di suo marito, anche se per una sola notte. Ha sofferto così tanto.
Poi all’improvviso mi alzo e vado davanti al computer.
La voce mi fa credere che è possibile tornare indietro nel tempo, all’autunno del 2007.
Penso di scrivere un email di scuse all’Altruista con l’aiuto di mio padre.
Ma non vedo più la mia vecchia email.
La voce mi dice che era solo un test per verificare la mia forza di volontà.
Torno a letto.
Non so più a chi dare ascolto.
Si susseguono nella mia mente le voci a grande velocità.
Finalmente è giorno.
La voce del Professore mi dice d’alzarmi.
Mi ricorda che adesso vivo in un mondo dove realtà e finzione si mescolano .
Le altri voci sono con me pronte ad aiutarmi.
Mi vesto senza neanche farmi la doccia.
Vado a fare colazione.
 Guardo le altre persona con diffidenza.
Il professore mi dice di stare attento a non parlare in pubblico, potrei avere problemi.
Ci sono in giro persone cattive che possono leggermi nel pensiero.
La voce del Dottor Serioso mi esorta a cercare ricordi nella mia memoria non scritti nel mio diario.
Mi saranno utili quando dovrò affrontare il Diavolo.
Il solo pensiero di quella voce cattiva e subdola mi fa tremare.
Mi aggiro per il quartiere a testa bassa.
Rifletto e cerco di trovare un ricordo nuovo. Non voglio soccombere .
Poi vado alla villa comunale. Mi confronto con le voci.
Parlano tutte simultaneamente non riesco a capire
Il professore mi dice che lo Splendente e il Dottor Serioso sono andati via.
Si sono sacrificati per me contro il Diavolo.
Lo stesso Professore mi dice prima di scomparire”Mel non credere a nulla. Si forte. Non sfidarlo mai”.
Sento la voce di Gigio. La riconosco è subdola, cattiva.
Mi dice che sono rimasto da solo, e che ora sono in suo potere
Giro per il centro, cercando un pensiero puro da usare quando arriverà il Diavolo.
Ho paura di perdere la mia anima.
Incontro per strada una conoscente del mare a passeggio con la figlia.
Ci salutiamo.
La voce mi dice che è carina e che dovrei toccarla.
Mi rifiuto e vado via.
Torno a casa di nonna.
Mangiamo, ma sono nel pallone.
Nonna prova a scuotermi, ma non le do retta.
Mi aggiro per le stanze preda della voce.
Sono esausto.
Non trovo il pensiero puro da usare contro il Diavolo
All’improviso chiama mia cugina Cinzia.
Vuole parlare con nonna.
Mi chiede come sto
Io glisso e la saluto.
La voce mi dice che se non faccio quello che vuole Tesoro soffrirà.
In Giappone è sola.
La voce insinua che incontrerà uomini cattivi e violenti  che la faranno piangere.
Sono furioso, gli rispondo”Lascia stare Tesoro, o te la vedrai con me”.
La voce ride”Cosa pensi di fare?Sei uno schizofrenico. Sei malato Mel.”
Mi precipito nell’agenzia di viaggio di fronte casa di nonna.
Mi informo del primo volo per il Giappone.
Temo per la sicurezza di Tesoro.
Sono gelato dalla notizia che non posso partire senza visto.
Torno da nonna.
Adesso sento le voci di Gigio e di un’altra persona  credo che sia il Serioso.
 Entrambi sono arrabbiati con me.
Mi urlano contro.
Gigio vuole che esca, mentre l’altra mi vuole a casa.
Gigio mi dice che se rimango a casa, farò cose brutte.
In casa c’è mia nonna e Anna la signora delle pulizie.
Ho paura di fare del male a qualcuno.
La voce sconosciuta mi dice che, se proprio voglio uscire, devo andare nella Chiesa vicino casa.
Lì mi aspetta il mio vero e unico padre.
Io non voglio andare in quella chiesa.
Non ci metto piede dal funerale di papà nel 96.
Le voci mi stanno mettendo in mezzo.
Ognuno cerca di convincermi.
Mamma avvisata da nonna mi chiama.
Le chiedo se, per caso, papà è stato violento qualche volta quando ancora abitavamo Sicilia
Dopo chiedo a nonna su come fossero i rapporti di suo marito con papà.
Tutto questo perché le Voci insinuano il dubbio che papà fosse violento e che avesse venduto l’anima al Diavolo.
Nonna mi dice di stare tranquillo.
Io non ce la faccio più a reggere il peso delle voci.
Così prendo l’iniziativa e le sfido a farsi avanti.
Dopo qualche minuto di silenzio.
Sento una voce diversa.
Faccio fatica a riconoscerla:E’ Il Diavolo.
Dice che non sa cosa farsene di me.
Dice che sono un fallito e un uomo inutile.
Dice che la mia famiglia è stanca e delusa di me.
Che posso solo uccidermi per risolvere ogni problema.
Rivedo scene del mio passato.
Ci sono i miei genitori e i miei fratelli.
Ma hanno tutti gli occhi cattivi.
Il diavolo, in realtà mai si identifica come tale, mi dice che se non mi uccido, se la prenderà prima con la nonna e poi con il resto della mia famiglia.
Mia nonna cerca di abbracciarmi, ma io la sfuggo
Il diavolo mi dice che nessuno mi vuole bene.
Sono ormai un peso per tutti.
Poi , sento la voce di Piero che mi dice di non mollare
Perché loro stanno combattendo contro il maligno.
Se cado io, cadranno tutti.
Il Diavolo mi dice che Francesco è già perso.
Anche lui è uno schizofrenico. Piero sarà il prossimo.
Dice che io e i miei fratelli siamo  malati di mente e bisognosi della camicia di forza.
Poi sento la voce del piccolo Aldo”Zio, non farlo. Non mi puoi abbandonare.
Per favore resta con noi”.
So ormai sono allo stremo.
Decido d’uscire.
Lascio il cellulare sul comodino.
Nonna mi implora di non uscire.
Ha chiuso la porta di casa a chiave.
La signora Anna cerca di tranquillizzarmi.
Ma le dico di farmi uscire.
Esco fuori.
Sento la voce del Dottor Serioso che mi dice che ho rovinato la vita alla sua famiglia.
Poi si aggiunge il Diavolo che mi grida”Falla finita Mel.Tutti sono stanchi di te. Se non lo fai, mi prenderò tutto. La tua famiglia soffrirà le pene dell’inferno”.
Mi dirigo verso il centro.
Un’ altra voce mi dice che tutti sanno che sono una nullità e che sui muri della città ci sarà scritto” Melvin è un coglione ed una nullità”.
Arrivo nella parte vecchia della città.
Vedo l’anfiteatro greco.
Mi dirigo verso la recinzione. Tento di scavalcare.
Ormai sono pronto a porre fine a tutto.
Quando vengo bloccato dalle braccia.
Non so cosa stia succedendo.
Urlo”Lasciatemi stare. Devo farla finita”.
Vengo trascinato in un angolo.
Sono circondato da sconosciuti.
Sento parlare, ma non capisco cosa dicono.
Arriva un poliziotto che mi chiede i documenti
Balbetto”Sono Melvin, abito da mia nonna.
Non ho i documenti con me”.
La voce urla”Cretino, dovevi dirgli che eri Mr Nullità”.
Mi mettono dentro una volante.
Affianco a me c’è la Signora Anna. E’ pallida, ma  prova a sorridermi.
Sta parlando al telefono.
Poi mi passa il cellulare. Era lei, Dottore.
Mi disse di stare tranquillo e che sarebbe venuto a prendermi”
”Dottore davvero verrebbe fino in Sicilia per me?Io allora l’aspetto”.
Mi trascinano legato a casa di nonna.
Vedo che ci sono i vicini di casa e altri poliziotti
Sento la voce di nonna”Perche è legato?.Lasciare stare mio nipote”.
Sono disteso sul letto.
Vedo arrivare mio cugino Alessandro.
Poi l’ex moglie di mio zio Pietro, Vicenza e mia cugina  Sabrina.
Mi osservano tutti con una faccia strana.
Non capisco cosa ci sia da guardare.
Il diavolo mi dice”Sei contento Mel.Hai visto cosa è successo?
Tutti aspettavano questo momento.
Sapevamo che eri strano, pazzo. Ora ne hanno la prova.
Sei lo zimbello di tutta la città”.
Alessandro  si avvicina e cerca di tranquillizzarmi. Mi dà una pillola.
Non voglio prenderla
La voce mi dice che mi stanno avvelenando.
Vedo un poliziotto nella stanza.
Mi guarda. Non mi piace. Mi sento osservato.
La voce mi dice che devo farla finita.
C’è ancora una possibilità per risolvere ogni problema.
A fatica mi alzo dal letto, e cerco di andare verso  il balcone.
Faccio solo alcuni passi, prima d’essere bloccato dal poliziotto e credo da mio cugino Alessandro.
Ora sono mani e piedi con le manette.
Il diavolo mi dice che farò una brutta fine e che all’inferno sarò lo schiavo di tutti.
Mi spinge a fare del male.
Dice che devo diventare cattivo, se voglio sopravvivere all’inferno.
Sento la voce impaurita di mio padre”Mel, fai qualcosa.
Così rischiamo d’essere gli schiavi del Diavolo.
Io sono con te, qualunque cosa decidi di fare”.
Con le ultime forze mi sollevo e cerco d’aggredire il poliziotto.
Non mi avvicino neanche al collo.
Vengo subito agguantato , sbattuto e legato a letto.
Il diavolo ride di me
Dice che adesso sarò rinchiuso in una stanza buia.
Sarò imbottito di farmaci e che diventerò un vegetale.
Papà, spaventato, scompare.
Disperato, mi inginocchio e invoco l’aiuto di Dio anche se il Diavolo voleva che invocassi L’Oscuro.
Si avvicina una persona che mi fa una puntura.
Poi vengo preso di peso.
Mi mettono la camicia di forza.
Sento mia nonna piangere”Dove lo state portando!”
Ricordo l’ autoambulanza.
Il diavolo mi dice”Sei finito Melvin. In ospedale ti farò a pezzi.
Sarai mio”.Poi perdo i sensi.
Lo Splendente mi guarda a lungo,poi scrive qualcosa e infine mi sorride”Quello che hai descritto Mel è solo la fase acuta di uno stato psicotico che ti portavi dietro da tempo. Le voci erano dentro di te.
La tua mente è stata sottoposta a un carico di tensioni ed emozioni notevoli.
Si è verificata una serie di circostanze straordinarie.
Ero al telefono con il medico del pronto intervento, quando hai tentato di buttarti dal balcone di tua nonna.
Tuo cugino Alessandro ti stava dando una pillola da me prescritta.
Resto dell’idea che tuo cugino e il medico del pronto intervento abbiano gestito male la vicenda. Avevi bisogno di dormire.
Il ricovero fu eccessivo.
I file in qualche modo ancora una volta ti  generano ansia e profonda desolazione. Non riesci a chiudere con il passato.
La tua famiglia non vede il pericolo imminente.
L’abbandono di Caterina è il colpo di grazia.
La rabbia repressa si scatena su un estraneo, in questo caso il poliziotto. Claretta è meglio lasciarla perdere. Ha fatto solo danni.
La psiconalisi ti ha portato ulteriore confusione e spinto a guardare ancora di più al passato
Dottore,mi creda, la psiconalisi non c’entra nulla.
Ho fatto poche sedute con mr Sigaretta.
Abbiamo appena accennato ai file.
E’ ver,o ero stressato ed angosciato. Claretta mi metteva pressione e dubbi.
Tesoro mi sembrava persa.
Ancora oggi, non capisco cosa mi sia successo.
Il solo pensiero di aver tentato di far male a qualcuno, mi sconvolge.
Non mi fido più di me stesso.
C’è una parte di me che non conoscevo.
Forse stare senza farmaco è stato un errore
 Lo Splendente scuote la testa:Mel, non farti convincere dalle parole dei medici di giù,che detto tra noi, non hanno capito nulla di te.
Pensavano addirittura che il tentato suicidio potesse derivare dallo shock dell’operazione al pene.
Tu non hai bisogno di farmaci, ma di un nuovo file.
Devi tornare ad usare la tua immaginazione.
Tu sei fatto così.
Sono ormai 3 anni che te lo dico. Tu però sei testardo.
Dottore,il ricovero è stato il punto più basso della mia vita.
Ho messo in pericolo me stesso e gli altri.
La mia famiglia si è preso un bello spavento.
Non  riesco neanche immaginare cosa abbia provato ma madre  quando le hanno detto per telefono cosa stavo facendo.
 Mel, tua madre ,come ogni madre ,vuole solo il bene del proprio figlio. Ovviamente si sarà spaventata.
Ma non e’ dipeso da te. A volte le cose succedono.
Riprendiamo il viaggio Mel.
Mi risveglio non so quante ore dopo.
Sono legato al letto.
Faccio fatica a capire dove mi trovo.
Vedo altre persone nella stanza.
E’ notte.
Ho molta sete.
Sento ancora la voce che dice”Vedi dove sei finito?
Proprio come volevo. Tra poco vengo a prenderti”.
Leggo tra le lenzuola il nome dell’Ospedale .
Qui penso lavora mia cugina .
Comincio a gridare”Per favore chiamate la Dottsa Cinzia Lanzafame, è mia cugina.
Dove sono finito?”.
Nessuno mi risponde.
Si avvicina un uomo.
Ha l’aria strana
E’ in pigiama. Mi  porge dell’acqua da una bottiglia aperta.
Non voglio bere.
Comincio nuovamente a  gridare.
Mi agito. Non riesco a muovermi. Si accendono le luci.
Due infermieri si avvicinano e mi bloccano.
Mi obbligano a bere dalla bottiglia aperta.
Intorno al mio letto ci sono altre persone.
Mi sento toccare da varie mani.
Poi perdo nuovamente i sensi.
Quando mi risveglio vedo mamma vicino a me.
Forse piange.
Mi  tiene la mano. Non mi guarda. Non riesco a tenere gli occhi aperti. Perdo nuovamente i sensi.
Il tempo passa veloce, almeno così mi sembra.
Cerco di capire dove mi trovo.
Gli infermieri mi danno delle pillole da prendere.
Chiedo cosa siano, ma non ottengo mai risposta.
Finalmente mi viene detto che sono dentro un reparto psichiatrico.
Comincio a guardarmi intorno.
Ci sono uomini e donne.
Mi osservano.
Evito di parlarci.
Vengono a farmi visita oltre la mamma,lo zio,i miei cugini.
Un giorno vedo apparire Francesco.
Ho la testa  vuota.
Ho dei vuoti di memoria.
Ricordo vagamente cosa è successo.
Mamma ha la faccia stravolta.
Non riesco mai a parlare con la responsabile del reparto, dormo quasi sempre.
Finalmente mi portano il cellulare e posso comunicare con il mondo.
Chiamo in campagna per sapere come procede la raccolta.
Siamo ormai alle battute finali.
Ricordo che parlo pure con lei
Ero sereno.
Le voci  sono finalmente scomparse.
Giro per il reparto.
Ho un colloquio  con una psicologa prima d’uscire.
Mi mostra delle figure
Vuole che le dica cosa mi fanno venire in mente.
Allargo le braccia sconsolato”Mi dispiace, ma non mi dicono nulla.
In questo momento faccio fatica anche a ragionare”.
Mi sento rallentato.
Il ricovero dura come previsto dalla legge una settimana.
 All’uscita  dell’ospedale mi aspetta Piero.
Anche lui è pallido. Tutti mi chiedono come sto.
Hanno paura di qualche mio gesto inconsulto.
I medici dell’ospedale mi hanno prescritto una compressa di zyprexa da 20 mg al giorno.
Torno velocemente da nonna per un saluto. La vedo piangere.
Non so cosa fare
Con Piero e mamma prendiamo  l’aereo per Roma dove mi aspettava Dottore.
Lo Splendente si accende il sigaro ed esce in balcone:E’ incredibile Mel, ma anche il TSO ti è servito.
Anche se un esperienza dolorosa, è stato un cambiamento.
Ora dobbiamo impegnarci perché non succeda più.
Mi alzo e gli sorrido: Dottore, ovviamente il TSO non lo auguro a nessuno.
Ma non ho un cattivo ricordo di quella settimana.
Perdere la propria libertà personale è terribile.
Ma come le ho detto in altre sedute Dottore, tante volte sono caduto e altrettante mi sono rialzato.
Farò di tutto pur di evitare un nuovo crollo.
Bene, Mel, è lo spirito giusto.
Nel silenzio, ci godiamo il tramonto romano, fumandoci il sigaro.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 25

81. Verso il Baratro – Parte II

baratro II
Mi alzo dalla sedia ed  osservo dalla finestra il traffico di automobili sul viale.
Lo Splendente si avvicina e sorride: Magari faremo presto un’altra seduta alternativa Mel.
Ti pesa raccontare il matrimonio?
No, Dottore, mi pesa rievocare la mia discesa.
La mia mente stava crollando di nuovo, e non fui capace di resistere.
Mel, devi immaginare la tempesta perfetta.
Una serie di circostanze in contemporanea che si sono create.
Eri fragile, le emozioni ancora una volta ti travolgono.
Dobbiamo lavorare ancora molto su questo.
Ora fai un bel respiro e ricominciamo.
Mi riaccendo il sigaro e tiro una boccata.
Dormo male nel Bueno Retiro .
Ci prepariamo per andare a Ragusa Ibla.
Francesco e Stefania mi sembrano stanchi, pallidi, distratti.
Aldo invece cresce bene.
Non voglio far preoccupare mamma e stringo i denti.
Confido a Francesco il mio malessere
Mi guarda e dice”Segui i consigli dello Splendente.
Torna a Roma e aiutami con il mio lavoro e con la battaglia delle rinnovabili contro il governo. Ci sono tante cose che bollono in pentola.”
Arriviamo a Ragusa. E’ una bella notte.
Ci dirigiamo al Duomo.
La mente è piena di file.
Mi guardo intorno alla ricerca di Caterina.
Claretta mi cerca continuamente con dei sms.
Finalmente la Sposa con il padre, dietro di loro appare la damigella d’onore.
La Sposa è bella, ma Caterina lo è di più
Indossa un abito verde scollato..
I capelli sono sciolti lungo le spalle.
E’ davvero stupenda.
Ci guardiamo.
Mi sorride, vedendomi senza barba.
Il mio cuore sobbalza. Durante la cerimonia non smetto di osservarla.
Impreco dentro di me per aver dimenticato la macchina fotografica in macchina.
Volevo immortalare questi momenti.
Tesoro splende di luce propria.
I suoi occhi e il suo sorriso abbagliano.
Mi rendo conto che è una donna difficile da conquistare.
Quanti uomini vorrebbero averla al fianco.
Alla fine della messa, cerco di avvicinarmi a Caterina, ma è molto impegnata con gli ospiti.
La cena si svolge a pochi metri di distanza dalla chiesa in un bellissimo Palazzo .
Cerco di stare il più vicino possibile a Caterina.
Le dò una mano con i tavoli.
La osservo e mi sento felice, e nello stesso tempo avvilito. Penso che è troppo per me.
Non potrò mai renderla felice come merita.
Sono seduto al tavolo con lei e altri parenti ed amici.
Ascolto con difficoltà i discorsi.
Sono troppo pensieroso.
Sono stanco.
La testa mi pesa.
Tesoro parla con un ragazzo seduto al nostro tavolo.
La scena mi innervosisce, ma penso che è quello che capiterà spesso in futuro
Parliamo un pò.
Ogni tanto mi volge uno sguardo.
Mi sorride. Capisco che ho poche possibilità.
Penso al suo frequentatore giapponese e all’inutilità del mio corteggiamento.
Dottore, mi sentivo inutile e superfluo quella sera.
Caterina ormai era lontana dal mio mondo.
Non potevo offrirle nulla.
Ricordo che alla fine della serata, l’abbracciai e le dissi” si felice in Giappone con Orazio. Te lo meriti”
Lei ribattè ”Mel perchè mi dici questo? Cosa c’entra Orazio?
Mi sembri stanco. Grazie per essere venuto. Buon rientro.
Ci sentiamo”.
Tornammo in città .
Arrivai al Bueno Retiro turbato ed amareggiato.
Avevo mandato degli mms a Claretta per mostrarle Caterina e le scene del matrimonio. Ovviamente non gradii molto.
Il giorno dopo ho la testa in fiamme, sono travolto dai file e dal pensiero di Tesoro.
Mi aggiro per casa di nonna come un’ anima in pena.
Non riesco ad accettare di non vedere Tesoro prima del suo ritorno in Giappone.
Mi sento stretto in una morsa.
Ci sentiamo al telefono più volte, ma è occupatissima nelle visite di parenti e amici.
Non può liberarsi
Ho il cuore in subbuglio. Tesoro sta scappando via ancora una volta. Vorrei urlare la mia frustrazione.
La sera prima della sua partenza la chiamo.
”Tesoro, mi mancherai tanto. Quando sono con te mi fai venire voglia d’essere una persona migliore”.
Sospira e mormora”Mel, ma ti rendi conto della responsabilità che mi dai?”
”E’ quello che penso Tesoro. Ti auguro un buon viaggio.
Ti aspetto”.
Chiudo la telefonata con il cuore in gola.
Non voglio che parta.
Lo so, Dottore, come sta pensando.
Le stesse parole le avevo dette all’Aspirante, ma era diverso tutto.
A Tesoro  quelle cose le ho dette convintamente.
 Con l’Aspirante mi sembrava d’ avere vissuto un film. Non era vero.
Il giorno dopo sono in campagna.
Non so a che ora parte il volo di Caterina.
Volevo rivederla almeno un’ ultima volta, ma la sera prima non le avevo detto nulla.
Mi sento strano. Sento “strane” voci nella mia mente.
Confesso che sottovaluto il pericolo.
Nella mia vita spesso ho”dialogato” con le mie personalità.
Mando un sms a Tesoro carico di malinconia e di tristezza
Sento ancora più forte il senso di vuoto e di solitudine.
Caterina, penso, mi ha abbandonato. Si costruirà la sua vita.
Parlo con Claretta e cerchiamo d’organizzare la sua prossima discesa in Sicilia.
Le propongo il week end in cui ci sarà il derby.
Mentre parliamo il cellulare squilla.
E’ Tesoro.
Interrompo bruscamente la conversazione con Claretta.
Sono così contento.
Non mi aspettavo la sua chiamata.
”Mel sono appena arrivata, come stai?”
”Be se hai letto il mio messaggio, sai bene come sto”
”Del messaggio parliamo dopo. Ora volevo sapere come ti senti.
Ieri al telefono mi sembravi strano. Non farmi preoccupare.
Posso stare tranquilla?
”Si, tranquilla. Ho solo sentito la botta per la tua partenza.
Ogni volta è sempre peggio. Non vedo l’ora che torni”
”Mel,l’estate arriverà presto. Poi te l’ho già detto, ho in mente di tornare in Italia al massimo entro un anno.”
Le dico”Ti lascio riposare.
Grazie per la telefonata. Ti voglio bene “
”Anch’io te ne voglio”
”Il problema che io te ne voglio di più. A presto”
Per distrarmi vado al cinema.
Arriva un sms di Tesoro”Mel volevo dirti che io ci sono per qualunque cosa. Puoi parlare con me. Io ci sono”.
E’ un momento di sollievo. Ma mi sento debole, confuso.
I file mi stanno rosolando a fuoco lento.
Temo di aver preso la parabola discendente.
Lo Splendente mi guarda lungamente :Come hai detto tu stesso, il distacco da Caterina nella tua mente è molto forte.
Ripiombi in una solitudine analoga a quella del settembre 2009.
Ti dividi tra Claretta e Caterina, ma ormai almeno nel tuo file hai scelto la seconda.
Claretta imprime un’ accelerata alla discesa, causandoti stress ed ansia.
L’angoscia per la campagna contribuisce a renderti instabile.
Il quadro della situazione si deteriora ogni giorno di più.
L’inizio delle voci è solo il sintomo della caduta finale.
Ti senti soffocare e opprimere dalla realtà.
La Sicilia rischia di diventare la tua tomba.
La tua famiglia non coglie fino in fondo il tuo malessere.
Prosegui, Mel.
Non riesco a mettere un freno alla discesa.
I miei ricordi diventano sbiaditi. La mente comincia a vacillare.
Non riesco a mettere un freno alla discesa.
Ricordo che tornai a Roma per una seduta con Mr Sigaretta.
Gli parlai di Caterina e dei sentimenti che provavo.
Mi guardò e mi disse”Guardi Mel, che ogni volta che ci vediamo, esce fuori nuovi argomenti. Ho bisogno di vederla con più regolarità.
Così, altrimenti, non posso aiutarla”
”Dottore, lo so. Ma sto facendo il possibile. Vedrò come organizzarmi”.
 In effetti ero preoccupato anche dei costi. Fare sù e giù per Roma per queste sedute clandestine avevano un costo.
Sapevo che prima o poi dovevo raccontare tutto alla mia famiglia.
Al rientro in Sicilia, mi arriva un sms polemico di Tesoro”Ma mi spieghi che problemi hai?”
Le rispondo ironico”Nulla. Soffro solo di Tesorismo acuto”
Lo Splendente sorride e mi chiede:Perché Caterina ti manda questo sms?
Qualche giorno prima, in uno stato pre confusionale le avevo chiesto di rinviarmi tutte le email scritte nell’estate del 2009 e se per caso tenesse un diario.
Capisco, continua Mel
Con Claretta eravamo rimasti d’accordo che sarebbe scesa per la partita nell’ultimo week end di marzo.
Facevo anche fatica a leggere o vedere le fiction.
Le notti diventano sempre lunghe ed agitate.
Mi sento in balia degli eventi.
Una sera invitai al Bueno Retiro Emilio e Cesare.
Entrambi cercano di scuotermi dal mio torpore.
Mi chiedono lumi sulla mia relazione con Claretta.
Emilio ascolta e poi mi dice”Mel ti conosco da tempo.
Secondo me, non cambierai mai.
Sei una persona profondamente pigra.
Ti sei adagiato nella tua condizione. Non sceglierai mai dove vivere. Farai sempre la spola tra Roma e la Sicilia.
Guarda il Bueno Retiro. Non c’è un tuo tocco. E’ così freddo.
Dovresti renderla più accogliente. Compra qualche mobile.
Ma tu non vuoi.
Secondo me, la storia con Claretta è destinata a finire.
Tu vuoi essere solo”.
Cesare interviene”Mel, Emilio ha ragione. Non hai idee chiare sul futuro. Devi capire cosa vuoi”.
La serata finisce in maniera allegra.
Rimugino sulle parole dei miei amici.
Dal giorno dopo sarebbe iniziato il precipizio che mi avrebbe portato al TSO.
Lo Splendente scrive qualcosa e poi mi sorride: Il tuo amico Emilio nella sua divertente analisi dice alcune cose esatte.
Sei un uomo pigro, Mel.
Chiuso nel tuo mondo fantastico e nei tuoi rigidi schemi.
Non vuoi più Claretta.
Sono scattati tutti gli allarmi, ma non hai la forza per dire basta.
Altri uomini le avrebbero già detto di fare passi lunghi e veloci.
L’ansia e l’angoscia stanno salendo sempre di più.
Diventeranno ancora una volta incontrollabili
Come nel 2009, stai sprofondando in una solitudine siderale.
La prossima volta mi racconterai gli eventi che ti porteranno al TSO.(trattamento sanitario obbligatorio)
Ero arrivato al punto di rottura.
Il peggio stava arrivando, Dottore.
Siamo qui per parlarne e capire Mel.
Perché ridi?
Ripensavo alle parole del mio amico .
Scherzando, lo chiamo”l’editto di Emilio”.
Forse è arrivato il momento di cambiare.
Forse devo compiere scelte difficili.
Mel, togli il forse, devi agire.
Stringo il bastone e mi alzo dalla sedia
Ho sempre tante domande, ma nessuna risposta. Alla prossima.
Il prossimo post sarà pubblicato Lunedì 18

80. Verso il Baratro – Parte I

baratro I
Lo Splendente non fa che dirmi che a volte le cose succedono, e che devo fare pace con il mio passato.
Ma mi sento come un acrobata sospeso su corda a 100 mt d’altezza, mentre trasporto cento chili sulle spalle.
Ho la sensazione di girare a vuoto.
Passeggio in mezzo alla gente e non provo nulla.
La mia mente è bloccata sulle stesse cose.
Sono stanco dei miei pensieri.
Mi sento chiuso dentro una bolla.
Ho promesso di distruggere “il mostro” che mi ha quasi distrutto la vita e non mollerò.
Si apre la porta, e come sempre,3.0 lo Splendente mi accoglie con un sorriso.
Ciao, Mel, come stai?
Altra domanda, Dottore?
Si versa  una tazza di caffè e con mia sorpresa si accende un sigaro.
Come procedono i tuoi appunti? Stai scrivendo ancora?
No ho sospeso Dottore, non ce la faccio.
Non voglio mettere per iscritto la “mia follia”, mi sale la nausea.
Sorride e tira una boccata di sigaro: Ogni cosa a suo tempo, Mel.
Continuiamo il viaggio.  Hai deciso d’andare a Firenze per chiarire il tuo rapporto con Claretta.
Cosa succede?
Sospiro e mi alzo e apro la finestra.
Prendo il treno per Firenze e immagino varie scene.
Finalmente arrivo. Vedo Claretta che mi aspetta come sempre.
Sorride. E’ andata dal parrucchiere. E’ molto carina.
Ci abbracciamo. Ho il cuore in subbuglio.
Sento il peso della scelta.
Torniamo a casa sua  nel quasi silenzio .
C’è un bel fuoco nel cammino che ci accoglie.
Claretta è tesa, ma si forza di d’apparire serena.
Tiro fuori dalla valigia i dolci siciliani che ho preso per l’occasione.
Ci sdraiamo sul divano.
Ci baciamo. Siamo sul punto di spogliarci, ma mi blocco.
Non posso farlo.
Claretta dice”Stai tranquillo,va tutto bene.
Puoi parlare con me di tutto. Sono qui per te. Cosa succede?”
La guardo e mi viene da piangere.
”Mi dispiace Claretta ma non funziona più.
Non ce la faccio più. Dobbiamo finirla qui. Sto cadendo, lo sento.
Ho bisogno dei miei spazi. Tu non c’entri.
Ma quando è così, devo stare da solo .”
Lei tace, per minuto, poi esplode”Ma bravo Mel,ora sei contento?Ti sei liberato la coscienza?Sei venuto fin qui per dirmi questo?.
Ora cosa facciamo un intero week end?Io non ti voglio a casa mia.
Hai rovinato un momento così magico.
Mi hai portato pure i dolci. Tieniteli. Non li voglio!” e me li lancia contro.
Urla e piange.
Resto immobile.
La osservo disperarsi.
Poi riprende”Adesso cosa facciamo?Si uomo e prenditi le tue responsabilità. Io non ci rimango a casa. Ho fame. Voglio uscire”
Poi si butta sul letto e grida”Per prima volta mi sono innamorata e tu mi rovini tutto. Non puoi togliermi questo:Mel non puoi farlo.”
Cerco di accarezzarla, ma lei si sottrae.
C’è un gran caos .Non so come porre rimedio a questa situazione.
Sono sconvolto nel vedere cosi disperata Claretta.
Mi si stringe il cuore.
Riprende”Non guardarmi con quella faccia da pretino di campagna.
Cosa pensi di fare adesso?”
Mormoro”Se vuoi prendo un taxi e torno a casa”
Replica più calma” Non dire stupidaggini ,Mel. Ora usciamo, ho fame”.
Andiamo a prendere una pizza in una situazione surreale.
Un momento piange lei,un’ altro io. Cerchiamo di farci forza a vicenda
Torniamo a casa più tranquilli.
Claretta mi chiede a letto di dimenticare tutto.
Di ricominciare daccapo. Di passare il week end sereni.
Le dico che non è possibile, ma mi sforzerò.
Nei due giorni successivi momenti sereni si alternano con altri carichi di tensione.
Claretta le prova tutte per farmi cambiare idea.
Cerca di sedurmi.
La respingo.
 Non voglio toccarla
Voglio prendere il primo treno per Roma.
Faccio fatica a trattenere le lacrime.
Il viaggio verso la stazione è carico di tensione.
Claretta non vuole arrendersi e attacca”Mel non essere precipitoso Prenditi del tempo per riflettere.
Non è che cacciando me dalla tua vita risolverai i tuoi problemi.
Hai bisogno di supporto psicologico più continuo e costante.
Dovresti andare in analisi. Lo Splendente ha fatto il suo tempo.
Poi sono sicura che c è il suo zampino in questa tua decisione”
”Claretta, lo Splendente non si permetterebbe mai di dire certe cose.
Devo completare un percorso. Magari dopo, ci farò un pensiero”.
Claretta mi accompagna fino al binario e mi dice”Mel sentiamoci.
Non può finire così. Chiuderti in te stesso non è la soluzione
Mormoro”Claretta lasciami andare, è meglio cosi”
Scoppio in lacrime sul treno. Non riesco a fermarmi.
Mi trascino a casa con il cuore in subbuglio.
Penso che ancora una volta ho fallito su tutta la linea.
Non riesco a sopportare il silenzio di casa.
Passo la serata al cinema.Ho bisogno di distrarmi.
Le mandai pure un sms Dottore per chiederle se potevo riprendere l’antidepressivo. Mi rispose negativamente.
I giorni successivi sono terribili. Mi sento come un pugile suonato.
Sento un vuoto insopportabile.
Immagino Claretta in lacrime
Sono in ufficio, ma la mia mente vaga. Non so che pesci pigliare.
Caterina sul messenger mi chiede del fine settimana.
Le spiego come mi sento e cerca di consolarmi”Mel hai fatto la cosa gusta. Se non vedevi un futuro con lei, non potevi continuare.
Claretta se ne farà una ragione”
”Tesoro, io, al momento, non vedo nessun futuro.
Vorrei solo averti qui con me”
”Mel non pensare a me. Comunque tra poco tornerò.
Stai su, mi raccomando”.
Giovedì all’ora di pranzo mi chiama Claretta .
Sentire la sua voce mi scuote. Parliamo un pò.
C’è imbarazzo, delusione, tristezza nelle nostre parole.
Claretta vuole rivedermi.
Prendo tempo.
Sono sempre più disorientato e mi  sento in colpa.
La sera mi chiama di nuovo.
Parliamo per sei ore. Cerchiamo di capire i nostri problemi.
Claretta mi spinge ad andare a Firenze.
Esito. Una parte di me vorrebbe rivederla. Alla fine stabiliamo di rivederci.
Faccio la valigia.
Durante la notte vengo preso dall’ansia. Vedo tutto nero.
Cambio idea più volte.
All’alba mando un sms”Claretta, lasciami perdere.
Sono un vigliacco”.
Il cellulare e il telefono di casa squillano di continuo.
Non rispondo. Sono dentro il mio letto. Non voglio rapporti con il mondo.
Alla fine, stanco, rispondo al cellulare.
Sento Claretta piangere”Mel non farmi questo Per favore, vieni da me.
Non chiuderti, per favore”
Provo a resistere”Claretta lasciami stare. Non ce la faccio”.
Claretta insiste”Mel non ti mollo. Vengo a prenderti a Roma”
Alla fine cedo e prendo al volo un treno alla stazione Tiburtina.
Durante il viaggio parlo con Rita.
Cerca di convincermi che Claretta è la donna giusta per me.
”Mel lasciati andare. Siete fatti l’uno per l’altra.
Caterina è il passato. Claretta è forte. Non avere paura”.
Claretta mi accoglie alla stazione.
E’ stanca, provata, pallida, ma mi sorride.
Passiamo una bella giornata insieme.
Andiamo al mare. Claretta cerca di farmi riflettere sulla nostra storia.
Vuole convincermi che esistono altre terapie.
Mi parla ancora una volta della psicanalisi.
Per la prima volta comincio a pensarci.
I file sono ormai senza freno.
Sento che se non li elimino, non potrò mai avere la serenità per un rapporto.
Così quando ci salutiamo alla stazione le dico”Claretta, fammi avere qualche nome. Ci penserò’”.
Rimaniamo d’accordo di frequentarci senza impegno.
Salgo di nuovo sul treno con animo più sereno.
Arrivato a Termini, ricevo una telefonata di Mario .
Le condizioni di suo padre ,malato  da anni di Alzheimer sono peggiorate.
Non voglio lasciare da solo il mio amico
La mia mente rivive gli ultimi momenti con papà.
Sento dentro una profonda tristezza.
Abbraccio Mario
” Ascolta, liberati di ogni rabbia, prova a dire a tuo padre quel che senti, prima che sia tardi”.
Cerco su internet qualche informazione sul mio malessere.
Cerco di capire se la psicoanalisi possa essere la strada giusta.
Ancora una volta sento la presenza di Claretta come eccessiva e pesante.
Non riesco a trovare un po’ di serenità.
Sarebbe venuta a Roma nel week end.
Vorrebbe andare al mare.
Cerco d’organizzarmi. Non conosco alcun ristorante.
Chiedo lumi a Ludovico in ufficio.
La sera di giovedì parlo con Claretta.
Dice di non sentirsi cercata, desiderata. Comincia a stranirsi.
Nel frattempo mi chiama Francesco.Ha una voce strana. E’ turbato”
Mel, non fare il mio stesso errore. Non perdere tempo solo con Claretta.
Ci sono tante possibilità. Lo Splendente è preoccupato.
Non ti buttare in una cosa più grande di te. Non ti sposare”
Faccio fatica a capirlo”Ok Francesco.Stai tranquillo.
Non ho nessuna intenzione di sposarmi”.
Richiamo Claretta. E’ arrabbiata. Minaccia di non venire più a Roma.
Sono stanco di tutte queste lamentele.
Sono stanco di capricci e gelosie .
Ancora una volta siamo bloccati in una discussione senza sbocco.
Le dico che mi sono informato su internet sul mio caso.
Claretta mi urla contro”Mel, ma come puoi’ fidarti di Internet.?
Ci sono solo cazzate”.
All’improvviso squilla il cellulare. Sono le due di notte.
E’ Mario.
Chiudo con Claretta dicendole” fai come vuoi. Ora devo parlare con il mio amico.”.
Mi dice che suo padre ha finito di soffrire.
Mi dico disponibile ad andare in clinica, ma preferisce stare da solo.
Non riesco a dormire.
 Claretta ha oltrepassato il limite.
Il giorno dopo alle otto, mi chiama Claretta. E’ disperata.
Mi chiede scusa per la reazione di ieri. Vuole un’altra chance.
Devo andare in ufficio per fare la rassegna stampa e chiudo”ne parliamo stasera. Ci vediamo in stazione”.
Sono stanco.
Stavolta ho deciso di chiudere con Claretta.
Mi viene incontro sorridente, ma con gli occhi bassi.
Rimaniamo in silenzio fino al bar di Piazza Ungheria.
Prova a parlare. Vuole spiegare, chiarire la telefonata di ieri.
Io non voglio sentire più nulla
“Claretta, così non si può andare avanti.
Ogni volta c’è un problema. Io non sto bene .E’ un mio problema.
Non riesco più a garantire stabilità e serenità nel rapporto.
Bisogna finirla qui”
Claretta trattiene a stento le lacrime”Mel per favore, non punirmi per un errore. Ti ho chiesto scusa. Ieri ero stanca.
Mi dispiace per il tuo amico. Sei turbato, lo vedo.
Mentre ero in treno, ho scritto pure questa scena. Posso leggertela?”
”Mi dispiace Claretta, c’è una parte di me che odio. Non riesco ad andare avanti. Non posso coinvolgerti. Ora vado”.
Una parte di me si sente sollevata, l’altra sente la valanga della solitudine.
Il giorno dopo assisto al funerale del papà di Mario.
C’è tanta gente in chiesa. Sono tutti commossi.
Cerco di stare vicino al mio amico.
Temo che possa crollare dopo tanta fatica e stress.
Cerco di riprendere la mia vita.
Ma sento venir meno la terra sotto i piedi.
In campagna la situazione è critica.
Il signor Caruso e il figlio Giuseppe vogliono sapere come comportarsi con i commercianti.
Devo prendere delle decisioni. Faccio fatica a concentrarmi.
Intanto cerco un pò di conforto con Caterina.
Mi chiede di me. Evito di parlarle di Claretta.
Non vedo l’ora di rivederla. Ho davvero bisogno della sua presenza
Scendo nuovamente in Sicilia.
Devo stringere i contratti con i commercianti.
Siamo in ritardo sui tempi. Decido di vendere a peso.
E’ un rischio, ma non ho alternative.
La pressione siciliana è forte. Non riesco a distogliere il pensiero dai file Sono triste per Claretta .
C’è  il festival di Sanremo in Tv, ma non ho voglia di vederlo.
Vorrei andare alla prima di uno spettacolo di danza al Flash Dance, ma arriva la telefonata di Claretta.
E’ disperata, arrabbiata, delusa.
Mi rinfaccia ogni cosa del nostro rapporto.
Vuole che prenda un aereo per raggiungerla.
Dice che l’ho ingannata e delusa. Ora è sola in casa.
Non meritava d’essere trattata cosi. Si sfoga per due ore.
Le sue parole mi colpiscono. Sentirla così, mi ferisce molto.
Mi sento intrappolato in un’ incubo.
Sento di sprofondare ogni giorno di più.
La sera dopo, vado nel Bueno Retiro per vedere una partita di campionato
Ma mi sento malinconico.
 Voglio uscire da questo pozzo nero.
Così mando un sms a Claretta”Voglio provare con la psicoanalisi,per favore, dammi un nome”.
Mi richiama subito e si dichiara disponibile ad aiutarmi.”Mel non ti preoccupare. Stai facendo la scelta giusta .Ti farò sapere.”
Mi sento soffocare. Ho paura del futuro.
Mi sento accerchiato dai pensieri e dai file.
In campagna la raccolta va a rilento, ma la mia vita non può essere questa.
Il mio futuro ,mi rifiuto di vederlo in campagna .
Lo so Dottore, cercare un altro medico non è la scelta più sensata per uscire dal guado, ma Claretta mi aveva instillato il dubbio.
Non vedevo all’orizzonte un segno di cambiamento.
Qualche giorno dopo, come promesso,Claretta mi fornisce il nome dell’analista.
Mi faccio coraggio e lo chiamo per prendere un appuntamento.
Mi sento di aver tradito il rapporto fiduciario con lei.
Se possibile, sono ancora più angosciato.
Ritorno a Roma in uno stato confusionale.
Vado in ufficio, ma sono distratto. Non ho voglia di fare nulla.
Attendo l’appuntamento con il nuovo analista.
I file mi stanno creando una  fossa, da cui è difficile uscire.
Ricordo il primo incontro con Mr Sigaretta.
Il suo studio per ironia di sorte si trova nella stessa strada di Caterina
Non so cosa aspettarmi .
L’approccio è completamente diverso dal suo.
Ci sono molti momenti di silenzio.
Mister Sigaretta mi fa parlare, ha uno sguardo perso nel vuoto.
Ogni tanto interviene per avere dei chiarimenti.
Gli spiego in maniera caotica l’origine dei file.
La mia stessa voce mi appare noiosa, fastidiosa.
Alla fine della seduta concordo con Mr Sigaretta un’ altro appuntamento.
Esco dallo studio con la sensazione di aver fatto un errore.
Ma cerco di farmi forza. Voglio pensare positivo.
Non dico niente a nessuno di questo nuovo analista.
Spero di gestire in contemporanea sia Lei che Mr Sigaretta.
Lo Splendente scrive qualcosa e poi attacca”Il quadro che si delinea è quello di una persona schiacciato dall’ansia e da nuovi sensi di colpa.
Il vuoto ti angoscia e produce i file
Claretta ti esaspera, ma non sei capace di rompere il legame.
La cazzata della psicanalisi aggiunge confusione e stress al tuo stato.
Caterina continua ad essere la donna dello schermo.
La tua mente si rifiuta di guardare in faccia la realtà.
I file sono il frutto della solitudine che avanza. Vai avanti Mel.
Dottore,lo so che visto dall’esterno può sembrare che il mio rapporto con Claretta fosse finito, ma ci legava un rapporto di vero affetto.
Nessuno voleva rinunciare.
Entrambi avevamo scommesso tanto sulla nostra storia.
La psicoanalisi è un atto di paura Dottore. Vedevo i fantasmi del passato.
Mi diceva sempre che il problema era nella mia mente e del mio stile di vita.
Abbiamo discusso molto su questo punto.
Sostenevo e sostengo che il mio malessere è più complesso.
Volevo sentire un’ altro parere.
Decido di risentire Claretta. Stavolta decidiamo di essere più riservarti.
Sento Claretta vicina in questo tentativo con la psicoanalisi.
Le sedute successive con Mr Sigaretta non mi portano benefici.
Semmai nuovi dubbi e ansia.
Ogni volta l’analista mi guarda e mi dice”Io sono pronto ad aiutarla, ma devo vederla più spesso. Almeno una volta alla settimana.
Ci sono molte cose da rivedere. Se la sente?”.
Cerco di mediare tra le varie esigenze.
Mr Sigaretta però è rassicurante. Mi sembra un nonno.
Ricordo una sua frase”In tanti nel corso degli anni le hanno messo un’ etichetta. Io non lo farò”.
Decido che Claretta deve almeno conoscere il mio mondo siciliano.
Voglio che sappia da dove vengo.
Così ci mettiamo d’accordo per vederci a Roma.
Partiamo per la Sicilia insieme.
 Era cosi contenta,emozionata. Arriviamo in una fredda serata di febbraio.
Le mostro in breve la città.
Mangiamo in un tipico ristorante di pesce.
Quando siamo da soli, tutto sembra andare bene.
Ho in programma di farle vedere la campagna.
Poi la porterò a Siracusa. Torniamo nel Bueno Retiro.
La casa è fredda. Claretta si guarda intorno.
Dormiamo insieme, ci scaldiamo stringendoci forte.
Proviamo a fare l’amore, ma ancora una volta mi blocco.
Sono eccitato, ma dopo un pò mi fermo.
Sento dolore al pene.
L’indomani presto partiamo per la campagna.
Fa veramente freddo nella piana, addirittura c’è un inizio di nevicata.
Il Sig Caruso e il figlio Giuseppe ci accolgono.
Dato il tempaccio, non sono venuti gli operai a raccogliere.
Le arance stanno cominciando a cadere.
Sono preoccupato per i danni.
Caruso fa da Cicerone a Claretta.
Le fa raccogliere con le sue mani una cassetta d’arance.
Sono contento che possa vedere con i suoi occhi tutto il lavoro in questi anni.
Mi sento orgoglioso.
Dopo la campagna andiamo prima a Caltagirone, e poi a Paternò dal mio caro osteopata.
Claretta alla fine della lunga giornata  mi dice”Sai Mel, ora capisco molto di più il tuo mondo. Hai tante responsabilità e preoccupazioni. Capisco i tuoi problemi.
Ma vedrai che con Mr Sigaretta tutto andrà meglio”
Le sorrido e mormoro”Claretta lo spero tanto. Ma per noi la strada è in salita. Non ti illudere”
Accigliata”Mel non ti preoccupare. Non mi illudo. Sono qui solo come osservatrice””.
Lucas vuole conoscere Claretta e ci invita nella sua baita.
Ingrid cucina dei tipici piatti olandesi.
Lucas racconta, come sempre, i suoi aneddoti su Cuba e sulle sue serate mondane, rendendo piacevole il pranzo.
Lasciamo la baita, dopo”la benedizione” del mio amico, per dirigerci verso Siracusa
Il tempo è con noi.
Splende il sole,fa caldo. Passeggiamo per Ortigia.
Comincio a stare male.
Il dolore al pene è più forte.
Chiamo al cellulare mio cugino Alessandro, l’urologo.
Sono preoccupato gli dico, vedo del sangue.
Mi esorta ad andare subito in ospedale.
Torniamo d’urgenza
Il dottore di turno, mi dice che si è rotto il frenulo e che è necessario un piccolo intervento. Si adopera per farmi rientrare il pene.
Il giorno dopo accompagno Claretta in aeroporto.
La tregua è finita .I file riprendono a martellare.
Il pensiero dell’operazione al pene mi getta nello sconforto
Mi faccio visitare da Alessandro
Mi impone due settimane di cure antibiotiche e di pulizia locale molto accurata.
Ogni sera mi metto davanti allo specchio e la scena che vedevo riflessa mi mette a disagio e mi avvilisce.
Chiedo conforto a Francesco. Anche lui ha subito anni prima la stessa operazione.
Ma lo sento assente, distante.
Claretta anche in questo caso mi è vicina.
Penso di farla scendere una seconda volta.
Sto per prenotare il volo, ma poi davanti al computer ci ripenso.
Ci ripenso. Mi sembra di ritornare al punto di partenza.
Claretta ci rimane male.
Ondeggio ,sbando, non sono sicuro di nulla.
Arriva il momento dell’operazione al pene.
L’intervento dura un’ ora. Oltre mio cugino in ambulatorio c’è pure un altro medico.
Entrambi lavorano con professionalità, cercano di distrarmi.
Fanno battute e allusioni sulla mia età
L’operazione andava fatta anni prima. Nonostante l’anestetico, sento fitte dolorose.
Mi alzo con fatica dal lettino. Alessandro mi raccomanda attenzione di evitare attività sessuali e di seguire la cura.
Chiamo Claretta per raccontarle dell’operazione.
Caterina mi conferma che sarà a Roma.
Il matrimonio dell’amica si avvicina.
Mamma e Piero mi raccontano di un Francesco stressato e preoccupato per motivi di lavoro.
Il governo sta tagliando gli incentivi alle rinnovabili.
Si aprono scenari incerti per il settore.
Torno a Roma per la seduta.
Assisto alla manifestazione organizzata al Teatro Quirino da Francesco e da altri aziende del settore per protestare con il decreto taglia incentivi
La sala è piena. Si alternano al microfono varie persone.
Vedo i volti preoccupati dei lavoratori.
Il futuro è diventato improvvisamente incerto.
Francesco è diventato il portavoce della protesta.
Viene intervistato dalle televisioni e dai giornali.
E’ stanco, pallido, dimagrito.
Cerco di dargli una mano. Gli porto da mangiare e da bere.
Mamma mi chiede di stargli vicino.
Caterina e Claretta sono a Roma nello stesso fine settimana
 Claretta mi pressa per vederci. Vuole che dorma a casa sua.
Sono combattuto. Voglio rivedere Tesoro.
Cerco di trovare un momento per noi, ma è impegnata nei preparativi delle nozze.
Mi sento in trappola
Alla fine mi piego ai capricci di Claretta.
Non volevo far sapere in famiglia che c’era stato un nuovo riavvicinamento.
Non volevo dormire da lei.
Dopo una serie di telefonate tempestose.
 porto Claretta a casa .
Si lamenta di non essere  al centro della mia attenzione.
Piange, urla,accusa”Mel,non mi vuoi bene. Non vuoi neanche dormire con me. Non guarirai mai. Tra un anno tornerai da me in ginocchio.”
La guardo disgustata e attacco”Accetto tutto, ma non puoi dubitare del mio affetto nei tuoi confronti. Se hai il coraggio, ripetimi queste cose guardandomi negli occhi”
Claretta esita”Mel, lo so che mi vuoi bene. Ma ti sento così distante”
L’abbraccio”Claretta, voglio stare con te, ma sto facendo fatica.
Non mi sento bene”
 Claretta sbraita”allora, vattene via.”
Mi alzo e le dico”Ok , mi sembra chiaro che qui non sono il benvenuto.
Ora vado da mio nipote. Ti lascio riflettere”.
Me ne vado, arrabbiato e avvilito.
Claretta mi raggiunge in strada. Andiamo insieme da Aldo.
Cerchiamo di essere una coppia normale, ma nella mente c’è Tesoro
Riesco a vederla per qualche minuto, mentre è a cena con l’amica e con il futuro marito.
Mi accoglie con un sorriso magnifico. E’ così bella.
Vorrei tanto rimanere, ma non posso. Claretta mi aspetta.
Le dico che ci vedremo in Sicilia.
Ho il magone.
Passo il resto del week end con Claretta.
Una sera mangiamo la pizza con Potter e il fidanzato
Mi sento agitato.
Durante la notte ho degli incubi sul forum e sulle discussioni messenger con Gigio .
Voglio scappare. Mi manca l’aria.
Dalla campagna arrivano notizie negative .
La ditta non sta mandando da giorni gli operai.
Le arance stanno cadendo.
Ho paura di perdere tutto il raccolto.
Giuseppe mi suggerisce di mandare all’aria l’accordo.
C’è un altro commerciante pronto a subentrare.
Sono tentato. Sono stanco di questi rinvii.
Devo valutare i rischi di una rottura. Immagino scenari neri.
Temo di non essere pagato. Claretta mi consiglia di prendere tempo.
Mamma ci accompagna a Termini. Saluto Claretta con la promessa di vederci presto.
Sono nuovamente in Sicilia.
Dall’aeroporto chiamo subito Tesoro. Voglio sentire la sua voce.
Ho bisogno di lei.
Alla fine con la vecchia  ditta troviamo faticosamente una nuova intesa.
Si impegna a raccogliere le arance in tempi rapidi.
Non mi resta che incrociare le dita.
Vedo Tesoro all’aeroporto
E’ andata a prendere con alcuni amici i futuri sposi.
Cerco di strapparle la promessa di rivederci prima del matrimonio.
I fastidi post operatori al pene continuano.
Alessandro mi sottopone a una visita di controllo.
Claretta è sempre più insistente e nervosa al telefono.
Mi sento braccato
Scambio alcuni sms con Tesoro. Purtroppo non riusciamo a vederci.
E’ troppo impegnata.
I file sono tornati a martellare.
Scendono in Sicilia Francesco,Stefania e il piccolo Aldo e mamma.
E’ arrivato il giorno del matrimonio.
Lo Splendente spegne il sigaro e si avvicina alla finestra e mi sorride:
Hai vissuto per una vita dentro la tua torre d’avorio.
Sei geloso dei tuoi spazi. Claretta voleva entrarci e comandare.
Non poteva andare. Non avevi gli strumenti per dirle d’andare via.
Temo che con Caterina sarete destinati a recitare sempre questo spartito.
Nessuno farà mai il primo passo.
La Sicilia ti è ormai indigesta .
I file aumentano, perchè in Sicilia si accentua il tuo senso di vuoto.
Somigli molto a Francesco in questo.
Solo che lui li combatte con l’iperattività.
Quando lascerai la campagna, Mel, sarà sempre tardi.
La tua vita è a Roma.
Ricordo quelle settimane, ci sentivamo spesso per email.
Avevo deciso di convocare tua madre e Francesco per discutere del tuo futuro.
Era necessaria una scossa.
Torna verso la scrivania e scrive un appunto
 Immagino che il matrimonio fu un momento intenso.
Sospiro e chiudo la finestra.
Caterina e Claretta involontariamente mi spingeranno verso il baratro.
Claretta purtroppo non poteva essere la persona giusta per me.
Con Caterina ho sempre sbagliato i tempi Dottore
Il matrimonio?
Caterina era bellissima come non mai..
Lo Splendente sorride: Chissà che file ti sarai fatto
Raccontami quella sera Mel..
Il prossimo post Lunedì 11 Novembre