41) Tre piani (Eshkol Nevo)

“ Tre piani” è un romanzo scritto da Eshkol Nevo e pubblicato in Italia da Neri Pozza nel marzo 2017

Sinossi:
In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia di giovani genitori, Arnon e Ayelet. Hanno una bambina, Ofri, che occasionalmente affidano alle cure degli anziani vicini in pensione. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui va in giro agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio e usa espressioni come «di grazia». Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell’Alzheimer, «rapisce» Ofri per un pomeriggio, scatenando una furia incontenibile in Arnon, inconsciamente e, dunque, irrimediabilmente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, costantemente all’estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori e malintenzionati con cui è finito nei guai. Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosi un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l’intera vicenda non sia un semplice frutto dell’immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovrà, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l’impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli. Sorto da una brillante idea narrativa: descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane – Es, Io, Super-io -della personalità, “Tre piani” si inoltra nel cuore delle relazioni umane: dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare. E dona al lettore personaggi umani e profondi, sempre pronti, nonostante i colpi inferti dalla vita, a rialzarsi per riprendere a lottare.
Recensione:
Confesso d’essere più a disagio del solito nel recensire questo romanzo, dopo aver letto sul web lodi sperticate di blogger e critici felici nel dare interpretazioni colte, simboliche, analitiche del teste
Onestamente non riesco a condividere tutto questo entusiasmo letterario per “Tre piani” di Eshkol Nevo.
Sicuramente il romanzo presenza una logicità, coerenza narrativa rispetto all’insipido , caotico e deludente adattamento cinematografico di Nanni Moretti presentato lo scorso luglio al Festival di Cannes.
“Tre piani” di Eshkol Nevo mi piace vederlo come l’urgenza esistenziale dei tre personaggi di confessarsi laicamente, liberandosi dei rispettivi segreti e pesi dal cuore.
Il lettore legge gli sfoghi di tre anime in difficolta: le paure, le ansie di un padre, una madre costretta a crescere due figlie da solo e la solitudine di una moglie che fatica a vestire i panni della vedova.
In un mondo iper tecnologico e sempre connesso, i tre protagonisti decidono di confidarsi utilizzando strumenti “vintage” quanto efficaci: L’incontro di presenza, scrivendo una lettera e financo rispolverando una vecchia segreteria telefonica.
Ci sentiamo partecipi dei loro segreti, debolezze, ossessioni e malinconie provando empatia, vicinanza ed una genuina simpatia.
Tre storie diverse ma accomunate da un profondo senso solitudine e lontananza emotiva da chi ci vive vicino.
Tre anime bisognose d’essere ascoltate, di poter parlare liberamente senza essere giudicate moralmente.
“Tre piano” è un flusso di coscienza continuo, incalzante, in cui si alternano magistralmente dramma, comicità, follia e tenerezza rappresentando pienamente la complessità dell’animo umano e della società israeliana moderna
“Tre piani” presenta una struttura narrativa lineare, chiara , comprensibile che spinge alla lettura, ma senza che si sia obbligati a ricercare una qualsiasi interpretazione dotta e/o sofisticata.
“Tre piani” può essere una lettura stimolante, intensa, interessante per ogni tipologia di lettore, perché le fragilità sono universali e trasversali.

74) Frammenti del Passato -Reminiscence

Il biglietto da acquistare per “Frammenti del passato – Reminiscence” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Frammenti del Passato -Reminiscence” è un film di Lisa Joy. Con Hugh Jackman, Rebecca Ferguson, Thandie Newton, Daniel Wu, Angela Sarafyan. Fantascienza, 116′. USA 2021

Sinossi:

Nel prossimo futuro il riscaldamento climatico ha causato guerre, reso le ore diurne quasi invivibili e innalzato il livello dei mari allagando le città costiere come Miami. Qui opera Nick Bannister che, insieme alla ex commilitona Emily Watts, ha un’impresa con una tecnologia che permette di rivivere le memorie. In un mondo senza futuro la gente si rivolge al passato, dice, e il suo sistema olografico offre un’esperienza molto migliore di altre più economiche tecnologie, ma l’impresa comunque non se la passa bene. Quando a lui si rivolge la bellissima e raffinata Mae, cantante in un night che ha perso le chiavi di casa, per Nick è un colpo di fulmine. La relazione però finisce improvvisamente quando Mae, senza ragione apparente, scompare dopo aver svuotato il proprio appartamento.

Recensione:

Il passato è croce e delizia di tutti noi: può perseguitarci ma anche renderci felici, a suo modo, facendoci provare quel dolce quanto temibile senso di nostalgia. Perché il rischio di lasciarsi trascinare in un loop senza fine, e disconnettersi dal presente è forte.

Credete sia sensato vivere di ricordi? Oppure meglio concentrarsi su quello che ancora deve arrivare? In un futuro non troppo lontano, quello immaginato da “Frammenti del passato – Reminiscence” di Lisa Joy, questo non sarà più solo un quesito filosofico e astratto.

La Terra porta i segni indelebili dei cambiamenti climatici, è funestata da guerre e allagamenti; le disuguaglianze economiche si sono accentuate. Per sottrarsi alla tragedia del presente, l’uomo si rifugia nel passato, grazie a imprese tecnologiche e sistemi olografici di vario tipo.

Quel che è certo è che il film di Lisa Joy è davvero ambizioso, e combina nella sua sceneggiatura diversi elementi: la storia d’amore alla Orfeo e Euridice, il thriller fantascientifico, l’analisi socio-politica sui potenziali rischi della manipolazione della mente. continua su

73) Sweet girl

Il biglietto da acquistare per “Sweet girl” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Sweet girl” è un film di Brian Andrew Mendoza. Con Jason Momoa, Isabela Moner, Manuel Garcia-Rulfo, Amy Brenneman, Adria Arjona. Azione, 110′. USA 2021

Sinossi:

Quando sua moglie si ammala di cancro e la malattia progredisce rapidamente verso una condanna a morte, Raymond Cooper riceve una speranza: un farmaco sperimentale che potrebbe migliorare le condizioni della donna. Il giorno in cui dovrebbe iniziare le nuove cure, però, il farmaco viene ritirato da una manovra sporca di una “big pharma”, che vuole tagliare le gambe alla concorrenza. Raymond, contrariando la figlia Rachel, giura vendetta pubblicamente, telefonando al manager della compagnia farmaceutica mentre questo è in diretta TV. Successivamente, un giornalista che ha raccolto informazioni sulla corruzione del gruppo lo contatta, ma la situazione prende molto presto una tragica piega.

Recensione:

I manager delle cosiddette “big pharma” sono un bersaglio facile, contro cui indirizzare l’odio generale – già di per sé sono abbastanza detestati dall’opinione pubblica, diciamocelo. “Sweet girl” di Brian Andrew Mendoza, disponibile su Netflix, quindi, avrebbe potuto avere vita facile nel conquistare il pubblico.

Prendete un marito e padre innamorato e affettuoso; una malattia mortale che un farmaco sembra poter curare – o quanto meno rallentare; un colosso farmaceutico che briga, con metodi più o meno legali, per far ritirare il suddetto farmaco dal mercato. Metterli insieme in una storia convincente era possibile.

Gli sceneggiatori di “Sweet girl”, invece, hanno dato vita a un intreccio inverosimile, caotico, contraddittorio. Una sceneggiatura contraddistinta da troppi buchi narrativi e salti temporali ingiustificati, senza una linearità. continua su

72) Volami via

Il biglietto da acquistare “ Volami via” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Volami via” è un film di Christophe Barratier. Con Victor Belmondo, Gérard Lanvin, Yoann Eloundou, Ornella Fleury, Andranic Manet. Commedia, drammatico, 91′. Francia 2021

Sinossi:

Mentre il trentenne figlio di papà Thomas vive nella villa del padre medico ospedaliero, spreca i suoi soldi e pensa di essere un playboy, il quindicenne Marcus convive dalla nascita con una malformazione cardiaca e nessuno sa se vivrà fino ai 16 anni. Il mondo del secondo è fatto di cliniche e sale operatorie, quello del primo di belle ragazze, club e feste. Un volontariato imposto dal padre a Thomas sarà l’occasione per ripensare la propria vita, e realizzare i sogni di Marcus prima che sia troppo tardi.

Recensione:

È un dato di fatto innegabile: quando sceneggiatori e registi sono a corto di idee oggi è di gran tendenza tentare la via del remake o del reboot di film di successo – sperando di ricalcarne le fortunate orme.

Personalmente detesto questa moda, che non fa che acuire la crisi creativa e narrativa dell’industria cinematografica. Possiamo provare a trovargli una giustificazione, seppur minima, nel riportare in auge pellicole epocali, che altrimenti i giovani potrebbero non conoscere mai.

Ma in caso di storie toccanti che però esaurivano in sé il loro valore e messaggio anche questa giustificazione va a farsi benedire. continua su

40) Sbagliata (Daniela Delle Foglie)

Sbagliata - Daniela Delle Foglie - Libro - Mondadori - Novel | IBS

“Sbagliata” è un romanzo scritto da Daniela Delle Foglie e pubblicato da Mondadori nel luglio 2021

Sinossi:

Emma ha trent’anni e, anche se viene pagata poco e sempre in ritardo, ama tantissimo il suo lavoro: organizza i migliori concerti della capitale al Rope, locale di riferimento della scena indie romana.

Ma a differenza della sua vita professionale, quella sentimentale è un totale disastro. Il fatto è che Emma non cerca l’amore, anzi è sicura di non meritarselo e per questo ha messo a punto un raffinatissimo meccanismo di autosabotaggio che le fa collezionare tipi improponibili, quelli a cui nessuna darebbe mai neanche il numero. Finché nella sua vita, fatta di serate che finiscono sempre all’alba, bicchieri di troppo e vocali deliranti, compare Matteo, un ragazzo così giusto per lei da farla scappare a gambe levate. Perché se c’è una cosa da cui Emma vuole tenersi alla larga è proprio la felicità. E il motivo ha a che fare con il suo passato, un passato da cui ancora non è riuscita a staccarsi…

Sbagliata si ispira al podcast di Virginia Valsecchi e Daniela Delle Foglie, che in breve tempo ha scalato le classifiche di tutte le piattaforme di podcasting italiane, diventando un vero e proprio caso.

Recensione:

Confesso che non  nutrivo grandi aspettative su questo romanzo. L’ho acquistato leggendo velocemente la quarta di copertina, sperando che potesse essere una lettura leggera, estiva adatta al gran caldo di Ferragosto.

Ebbene “Sbagliata” di Daniela Delle Foglie non soltanto  ha ampiamente mantenuto le mie personali aspettative , ma mi ha piacevolmente colpito facendomi trascorrere  un divertente Ferragosto in compagnia di Emma e della sua amia Bianca.

È stato divertente, da “bomber”, immergermi nel mondo dei “trentenni” romani scoprire o meglio approfondire come questa generazione cerchi compagnia o se volete insegui la modalità“ sesso e fuggi” tramite Tinder e/o app affini.

Non conoscevo altresì il podcast realizzato da Virginia Valsecchi e dalla stessa autrice che ha ispirato il romanzo, ma devo ammettere che il passaggio è risultato complessivamente felice.

“Sbagliata” è un romanzo generazionale, rivolto più al pubblico femminile che a quello maschile, ciò nonostante l’intreccio narrativo piuttosto semplice, lineare, magari a tratti prevedibile è  risultato godibile, divertente ed ironico.

“Sbagliata” in versione letteraria  può  essere vista anche come  il soggetto di lungo  di una serie TV possedendo  tutti gli elementi necessari per diventare un successo televisivo.

Emma in particolare e gli altri personaggi sono giovani, carini, diversamente folli  quanto simpatici e ben inseriti in una società in cui i rapporti sentimentali ed emotivi se non sono precari, confusi e contradittori non “meritano” d’essere vissuti.

“Sbagliata” mi ha ricordato per alcuni versi il celebre film degli anni 90 “Giovani, carini e disoccupati” di Ben Stiller con protagonisti  Winona Ryder ed Ethan Hawke.

“Sbagliata” racconta  con la giusta dose di ironia e cinismo le relazioni e gli amori all’epoca dei social network e soprattutto di what’s up lasciando poco spazio al romanticismo ed alla causalità.

Emma è una trentenne come tante, divisa tra un lavoro precario e una vita sentimentale piuttosto incasinata.

Quest’ultima però derivante da un segreto tragico che scopriremo solamente nel finale del romanzo.

In conclusione “Sbagliata” è un romanzo consigliato perché ben scritto, credibile, attuale e mai banale.

Una storia in cui l’amore e la paura d’amare si alternano, si sfiorano, si combattono trovando finalmente un modo di convivere donando un sorriso ed una speranza di lieto fine ai single incalliti e soprattutto ai delusi dall’amore eterno.

71) Fast & Furious 9

Il biglietto d’acquistare per “Fast & Furious 9” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Fast & Furious 9” è un film di Justin Lin. Con Vin Diesel, John Cena, Lucas Black, Tyrese Gibson, Charlize Theron, Helen Mirren, Finn Cole. Azione, 145′. USA 2021

Sinossi:

Dominic Toretto è profondamente cambiato, e trascorre una vita serena e rilassata lontano da pericoli e inseguimenti, insieme a Letty e a suo figlio Brian. Ma le cose sono destinate a cambiare quando fa ritorno sulla scena suo fratello minore Jakob, alleato con Cipher. L’hacker era stata arrestata da Mr. Nobody e sta per essere trasferita tramite aereo in prigione, ma viene liberata dal dirottamento messo in atto da Jakob e da Otto, decisi a impossessarsi del Progetto Aries, un programma di armi che, una volta riunificato, consente di controllare tutti i computer del mondo e i sistemi più avanzati. Jakob oltre a essere un audace pilota, è uno scaltro assassino e un ladro che sta organizzando un complotto a livello mondiale. Dom dovrà riunire ancora una volta la sua squadra e fare i conti con il proprio passato, finora lasciato in sospeso. Riuscirà a fermare i piani di suo fratello e mettere al sicuro le persone che ama?

Recensione:

Le saghe cinematografiche e le longeve serie televisive prima o poi devono tutte confrontarsi con il medesimo dubbio amletico: smettere, non rischiando di diventare la caricatura di se stesse, o spingersi oltre qualsiasi limite narrativo e senso della misura, mettendo alla prova anche il fan più sfegatato?

Fast & Furious ha ormai da tempo imboccato la seconda strada, dando vita a una Saga che, episodio dopo episodio, ha alzato sempre di più l’asticella dell’inverosimile.

Personalmente pensavo di aver già visto tutto nel precedente film, invece Justin Lin, che torna dietro la macchina da presa dopo aver diretto i capitoli 3, 4, 5 e 6, ha minato le mie poche certezze, portando agli estremi il mix tra melodramma familiare e spy story caotica. continua su

39) Una Sirena a Settembre (Maurizio De Giovanni)

Una Sirena a Settembre - Maurizio de Giovanni - Recensione libro

“Una Sirena a Settembre” è un romanzo scritto da Maurizio De Giovanni e pubblicato da Einaudi nel luglio 2021

Sinossi:
Nella città della Sirena le cose non sono mai come sembrano. Una doppia sfida per Mina Settembre, l’irresistibile assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest. Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un’anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; è la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertà estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura. No, a Mina i conti non tornano proprio. Così, con l’aiuto dell’innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo più bello dell’universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis, decide di indagare. Solo che deve stare attenta, perché di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano. Per fortuna, a far da guida tra inganni e malintesi, c’è la Signora, straordinario personaggio che attraversa tutto il romanzo, una delle invenzioni più poetiche nate dalla fantasia di Maurizio de Giovanni.
Recensione:
Meno di un anno fa nello scrivere la mia entusiastica recensione sul romanzo “Troppo Freddo per Settembre” sottolineavo come fossi curioso di vederne l’adattamento televisivo con protagonista la brava e bella attrice Serena Rossi.
Una scelta ritenuta perfetta considerando le qualità fisica e recitative dell’attrice napoletana preventivando così un grande successo di pubblico.
Un anno dopo mi ritrovo da una parte ad autocelebrarmi per azzeccato pienamente le previsioni Auditel su Mina Settembre, ma dall’altra parte rivendicando un mix di amarezza e denuncia letteraria nei riguardi del Maestro De Giovanni.
Inutile girarci intorno c’è un abisso narrativo, stilistico, identitario tra la Mina Settembre in versione letteraria e quella televisiva incarnata con bravura dalla Rossi.
Il Maestro De Giovanni ha “compiuto” un personale quanto autoriale tradimento rispetto alle altre due saghe.
Con gli altri due adattamenti televisivi de “ I Bastardi di Pizzo Falcone” e Il Commissario Ricciardi” abbiamo apprezzato il rispetto dell’impianto drammaturgico, dei personaggi , dei loro caratteri e personalità e soprattutto si è mantenuta una linea e coerenza di racconto rispetto allo spirito dei romanzi.
Invece con Mina Settembre abbiamo presto atto ad una sorta di “scissione”- “contrapposizione” tra i due personaggi a 360 gradi.
Mi ha divertito vedere la Mina televisiva, ma quella letteraria rimane di un altro livello qualitativo, stilistici e narrativo.
Il lettore che ha scoperto, amato prima il personaggio letterario è rimasto spiazzato dalla versione televisiva se non in parte deluso.
Nutriamo il massimo rispetto e stima per Maurizio De Giovanni, ma fatichiamo nel capire i motivi di questa duplice ed opposta Mina Settembre.
“I punti di forza” della Mina Settembre letteraria sono quasi silenziati per non dire annullati nella versione televisiva.
L’elemento romance che nei romanzi era appena accennato, nell’adattamento televisivo è diventato centrale, svilendo, a nostro modesto parere, i personaggi del bello quanto ingenuo ginecologo Mimmo e soprattutto quello di Paolo, il cinico e formale PM nonché ex marito di Mina.
Ancora peggiore è stata “la sorte” del portiere Trapanese che dal divertente e mai sguaiato “machista” si è trasformato nel formato televisivo come il nonno della porta accanto.
“Una Sirena a settembre” è complessivamente un romanzo piacevole, ironico da leggere avendo però la giusta dose di malinconica e sapore agrodolce , tipiche della saga di Settembre, ma sfortunatamente il lettore sente, percepisce come il testo sia “sporcato” da passaggi più televisivi che letterari.
Maurizio De Giovanni si è ritrovato a dover gestire le due Mine cercando una difficile e forzosa coabitazione dentro la storia, ottenendo così un depotenziamento della storia e dei personaggi.
“Una Sirena a Settembre” resta una lettura estiva consigliata, avvincente e ricca di colpi di scena ben costruiti, ma allo stesso ci permettiamo di lanciare un “affettuoso consiglio” al Maestro De Giovanni: Faccia chiarezza come autore su quale delle due Mina Settembre debba sopravvivere.
Continuando con il doppio filone rischia di trasformare una brillante saga in uno stillicidio creativo e subito dopo in un cortocircuito narrativo ed artistico.
Mina Settembre merita chiarezza, liberta ed i lettori /spettatori d’amarla una ed una sola.

38) Quarantena (Petros Markaris)

Quarantena - Markaris Petros | Libro La Nave Di Teseo 07/2021 - HOEPLI.it

“Quarantena” è una raccolta di racconti scritta da Petros Markaris e pubblicata nel Luglio 2021 da La Nave di Teseo

Sinossi:
Il commissario Charitos torna a indagare ma, oltre ad assassini e criminali, questa volta deve affrontare anche le limitazioni e le difficoltà che la pandemia ha causato a tutti noi. Il rapporto difficile con le nuove tecnologie non lo aiuterà, ma il fiuto, l’attenzione e l’intelligenza del commissario rimangono sempre gli stessi anche se dovrà risolvere i nuovi casi senza poter uscire di casa. Non c’è però solo Charitos in questi sette racconti in cui il giallo si intreccia con la commedia e la tragedia, ma anche una serie di altri personaggi indimenticabili come i barboni Socrate, Platone e Pericle, i ristoratori nemici Achmet e Stavros, Fanis Papadakos che si riscopre artista per scappare all’ultimo terrore della sua vita, il vecchio e ospitale Sotiris e persino l’isola di Chalki. Le storie di Petros Markaris, con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di descrivere e raccontare i personaggi, ci ricordano come le nostre vite siano fatte di solitudine e di gioia, di paura e di riscatto ma anche di momenti di riso, di ricordi e di nostalgia.
Recensione:
Non poteva mancare all’appello letterario anche il Maestro Petros Markaris nell’offrirci il suo personale contributo sulla pandemia e sulle difficoltà vissute dalla popolazione greca sotto “quarantena” .
“Quarantena” è una raccolta di racconti che conducono il lettore nella Grecia stretta nella morsa del Covid e come le restrizioni sanitarie non risparmiano neanche il nostro caro commissario Charistos, costretto nel primo racconto alla quarantena con la moglie dopo un contatto con un “positivo”.
“Quarantena” composta da 7 racconti affronta la pandemia da differenti prospettive: dal thriller alle difficoltà di sopravvivenza dei barboni , dalla tregua culinaria tra un ristoratore greco ed uno turco fino ai ricordi di una villeggiatura estiva di tanti anni fa.
Petros Markaris firma sette racconti essenziali, asciutti nella forma e diretti nello stile quanto intensi sul piano emotivo e sociale.
7 racconti per raccontare, mostrare al lettore come la Grecia ed i suoi abitanti si siano dovuti adattare, ingegnare e soprattutto le classi più povere soffrendo ancora di più la fame causa le restrizioni.
“Quarantena” è una lettura agile, ironica quanto cinica, ma forse meno creativa sul piano narrativo rispetto ai precedenti lavori di Markaris.
I racconti risultano meno pungenti, malinconici, ma sono comunque caratterizzati dal giusto binomio di realismo ed umanità al punto di conquistare la curiosità del lettore e facendolo riflettere sulla pandemia vissuta sulla pelle degli ultimi.
“Quarantena” è complessivamente una lettura consigliata per questa torrida estate alternando sorrisi, pathos e la giusta dose di riflessione civile, sociale e politica.

37) Bedlam Club (Davide Conti)

“Bedlam Club” è un romanzo scritto da Davide Conti , pubblicato il 15 Luglio 2021 da WriteUp Books New edizione.

Sinossi:

Cosa succede quando un gruppo male assortito di cialtroni di provincia decide di mettere su un cineclub? È questa la cornice boccaccesca per raccontare ciò che avverrà all’interno di un garage nel cuore dello sterminato Agro Pontino, sede eroicomica del “prestigiosissimo Bedlam Club”. Tra gli scaffali con le conserve di pomodoro e una vecchia Ritmo60, questa strana cerchia di amici si riunirà periodicamente per guardare film, e trarre spunti e ispirazioni per combinare pasticci di ogni genere. Mentore e guida spirituale del club sarà Nicola Pozzarelli, “esperto di cinema nonché addetto al banco pesce del Supermercato Sigma di Cori”. Le avventure dello scalcinato club sono anche l’occasione per ricordare alcuni dei momenti più avvincenti e divertenti dei film che hanno fatto la storia del cinema degli ultimi decenni. Romanzo immancabile nella libreria di ogni cinefilo che si rispetti.

Recensione:

“…Raccolta di bozzetti umoristico-caricaturali ambientati nella campagna pontina?

Rassegna cinematografica paradossale e inconsueta alla Fight Club?

Se dare un’etichetta di genere a questo testo risulta complesso, quando non

impossibile…”

Come scrive lo stesso autore con la giusta dose di auto ironia è difficile catalogare, inserire il suo romanzo “Bedlam Club” in un preciso e puntuale genere letterario.

“Bedlam Club” potrebbe apparire inizialmente come un romanzo folle, sgangherato, dispersivo, visionario e vagamente irritante sul piano drammaturgico.

Almeno il lettore potrebbe provare questi sentimenti dopo aver letto i primi capitoli caratterizzati dall’estremo utilizzo del “no sense” narrativo.

Ma come recita un saggio proverbio popolare “Le apparenze inganno”, infatti Davide Conti, all’esordio come scrittore, scommette coraggiosamente sulla propria creatività e profonda conoscenza cinematografica mettendo alla prova la pazienza e soprattutto la parte razionale del lettore. continua su

70) They Talk

“They Talk” è un film di Giorgio Bruno. Con Jonathan Tufvesson, Margaux Billard, Sidney Cressida Rae White, Aciel Martinez Poll, Aaron Stielstra. Horror, 90′. Italia 2021

Sinossi:

Durante le riprese di un documentario, Alex, tecnico del suono, registra per caso delle voci sinistre, non umane, che cercano di metterlo in guardia da qualcosa o da qualcuno. La ricerca per scoprire il significato di quelle parole farà riaffiorare persone ed eventi misteriosi legati al suo passato e all’infanzia problematica trascorsa in orfanotrofio. E proprio come il passato che ritorna, un’onda nera, minacciosa e lugubre inizierà a tormentarlo.

Recensione:

Loro parlano… Io, invece, alla fine della visione del nuovo film horror di Giorgio Bruno, girato in lingua inglese e ambientato nella provincia americana, anche se in realtà la location è l’altopiano della Sila in Calabria, mi sono ritrovato perplesso, confuso.

Se dovessi definire “They Talk” basandomi solo sulle sensazioni scaturite durante la proiezione dovrei essere netto quanto drastico: un noioso, incomprensibile “Spira Mirabilis” che ben poco ha da spartire con il suo genere di riferimento.

La sceneggiatura, firmata a quattro mani da Vinicio Canton e Stefano Ceccarelli, risulta lacunosa, caotica, dispersiva, sconclusionata, e genera ilarità piuttosto che tensione e pathos.

La recitazione è eccessiva, caricaturale, approssimativa. Gli attori sembrano muoversi senza controllo o indicazioni sulla scena, passando inspiegabilmente da un momento drammatico ad uno romantico/sessuale. Il doppiaggio, poi, è davvero infelice e genera un effetto parodia. continua su