155) Il mio corpo

“Il mio corpo ” è un film di Michele Pennetta. Documentario, 82′. Italia, Svizzera 2020.

Sinossi:

Oscar – poco più che bambino – raccoglie la ferraglia per suo padre che si occupa di rivenderla. Passa la sua vita tra le discariche abusive dove i rottami sedimentano. Agli antipodi, ma giusto accanto, c’è Stanley, ragazzo rifugiato di origine nigeriana. Fa le pulizie nella chiesa del villaggio in cambio d’ospitalità e un po’ di cibo. Tra Oscar e Staney nessuna similitudine apparente, salvo il sentimento di essere soli al mondo, di subire lo stesso rifiuto, la stessa forza soffocante di scelte fatte da altri.

Recensione:

Se alle nuove generazioni togliamo anche la speranza di un futuro migliore, la nostra società è davvero destinata a soccombere. Eppure, da adulti, cosa stiamo facendo per lasciare ai nostri “figli” un mondo migliore di quello attuale?

La miopia e l’incompetenza di ogni classe dirigente salita al potere ha accentuato sempre di più il divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Il Mezzogiorno è stato saccheggiato, illuso, impoverito, lasciato allo stremo e la Sicilia è il simbolo di questo declino inesorabile. Se essere giovani è di per sé difficile, esserlo in Sicilia lo è ancora di più.

154) Costanza e Buoni Propositi (Alessia Gazzola)

“Costanza e Buoni Propositi” è un romanzo scritto da Alessia Gazzola e pubblicato nell’ottobre 2020 da Longanesi Editore.

Sinossi:

Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta figlia dopo svariati anni, di scoprirlo affascinante come quando l’aveva conosciuto e di vederlo perfetto con Flora. Non di scoprire di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti. La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Ma la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l’inverno del nord, può contare su pochi, ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le sfide della vita: i colleghi dell’Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un’innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l’ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. La nuova vita che Costanza aveva appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un’altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città… Come al solito, per poter affrontare tutto, ci vuole Costanza.

Recensione:

Bentornata Dott.ssa Macallè!  

Viene quasi spontaneo pensarlo una volta   terminato di leggere “Costanza e buoni propositi”, secondo romanzo dedicato al nuovo personaggio creato dalla brillante e creativa penna della Dott.ssa Gazzola.

Ci piace Costanza Macallè. Ci piace come pensa, lavora e relaziona con il mondo. Osserviamo sorridendo le sue incertezze amorose.

Ribadiamo con convinzione che Costanza Macallè non è Alice Allevi.  

Ma se proprio dovessimo “imputare” una critica alla Dott.ssa Gazzola è quella d’aver ceduto più alla sfera romantica e personale della protagonista rispetto alla parte storica /investigativa.

In questo secondo romanzo abbiamo notato come in alcuni passi le dinamiche sentimentale e personali   della Macallè fossero molto simili a quella dell’Allieva.

Un “errore drammaturgico”, a nostro modesto parere, da evitare assolutamente nei prossimi romanzi.

Costanza Macallè ha una propria identità letteraria.

Alessia Gazzola “resista” alle sirene commerciali, editoriali, continuando sulla strada autoriale decisa,    dando così spazio e voce ad una donna più matura, decisa ed inserita con competenza dentro un contesto professionale.

“Costanza e buoni propositi” è un giallo storico costruito sull’alternanza di piani temporali differenti, dove ancora una volta viene rimarcata l’abilità della Gazzola nel coniugare con efficacia momenti più drammatici ad altri più romantici.

“Costanza e buoni proposti” presenta impianto drammaturgico complessivamente equilibrato, brillante, incisivo e funzionale all’idea di raccontare la storia con il sorriso e leggerezza.

“Costanza e buoni propositi” non è altro che il momento della verità per la nostra nuova amica.

La Dott.ssa Macallè si ritrova nelle condizioni di una novella quanto buffa Amleto, dovendo compiere importanti scelte professionali, esistenziali e financo sentimentali dal momento che il legame con Marco, padre di Flora, giorno dopo si sta facendo sempre più stretto quanto pericolosamente ambiguo.

“Costanza e buoni propositi” è una lettura consigliata, piacevole e stimolante nel donare al lettore contemporaneamente il desiderio d’aprire libri di storia e sognare con il probabile inizio di nuove/vecchie storie d’amore.

153) Imprevisti Digitali

Il biglietto d’acquistare per “Imprevisti Digitali” è: Di Pomeriggio

“Imprevisti Digitali” è un film del 2020 scritto e diretto da Benoît Delépine, Gustave Kervern , con : Blanche Gardin, Denis Podalydès, Corinne Masiero, Vincent Lacoste, Benoît Poelvoorde, Denis O’Hare, Michel Houellebecq.
Sinossi:
Imprevisti Digitali, film diretto da Gustave Kervern e Benoît Delépine, racconta la storia di tre persone diverse tra loro, che abitano tutte nello stesso complesso residenziale di un sobborgo francese. Ad accomunarli non è soltanto l’essere vicini di casa, ma qualcosa di più: tutti tre sono vittime – chi in un modo, chi nell’altro – dei social media e della tecnologia.
Marie (Blanche Gardin) viene ricattata online e la minaccia prevede la pubblicazione di un suo video hard nel web, cosa che, oltre a metterla in imbarazzo, la spaventa, perché teme di perdere la stima di suo figlio.
Bertrand (Denis Podalydès) cerca di tutelare sua figlia adolescente, che viene maltrattata al liceo ed è vittima di cyberbullismo. Inoltre, l’uomo finisce per infatuarsi della voce di una centralinista, senza saper nulla di lei né averla mai vista.
Christine (Corinne Masiero) è un’autista di Uber, dipendente dalle serie TV e recentemente abbandonata dal marito proprio per questo motivo. Infastidita dalle note negative dei suoi clienti, sarà disposta a tutto pur di aumentare le sue recensioni positive sull’app.
Rimasti incastrati nel mondo del web a causa delle loro azioni online, i tre decidono di coalizzarsi per muovere battaglia ai colossi di Internet. Sarà un Davide contro Golia?

Recensione:
La tecnologia, internet, i social media ed in più generale la globalizzazione hanno reso il nostro mondo migliore o piuttosto ci hanno trasformato in moderni schiavi?
Sarà sempre più la madre di tutte le domande più avanti andando avanti nello sviluppo ed applicazione dell’intelligenza artificiale.
Ma quanto valgono questi dibattiti filosofici /economici nella vita quotidiana di un individuo?
Poco o nulla se non fosse che le nostre vite più o meno consapevolmente sono ormai condizionate dall’utilizzo dei cellulari e dal web.
Negli ultimi anni il cinema ha raccontato questa controversa tematica con documentari, serie, film usando differenti toni e stili di racconto, ma accomunanti dalla preoccupazione come i dati “sensibili” personali e financo la privacy possano finire nelle mani di tanti, troppi soggetti.
Benoît Delépine e Gustave Kervern si sono rivelati complessivamente originali sul piano narrativo mettendo in scena un intreccio che con ironia e cinismo evidenzia le contradizioni di una vita vissuta costantemente on line.
“Imprevisti digitali” è una commedia agrodolce saggiamente costruita nell’alternanza di momenti comici o eccentrici ad altri più seri ed esistenziali rendendo così la visione piacevole e brillante.
Marie, Bertrand e Christine per motivi diversi si ritrovano ai margini della società, soli, dipendenti dal web o dalla TV visti come unica forma di sollievo dai propri timori, angosce e difficoltà economiche.
Lo spettatore inevitabilmente quanto piacevolmente finisce per indentificarsi con almeno uno dei personaggi. Sorridendo della dipendenza da serie TV di Christine, o arrossendo per le spiacevoli conseguenze degli incontri sessuali mordi e fuggi di Marie ed infine nell’apparire ingenuo come Bertrand credendo possibile una liaison romantica con una voce femminile di un call center
“Imprevisti digitali” convince e diverte come un brioso affresco della nostra società reso credibile e sincero dal talentuoso e solido cast. Invece il tentativo dei due registi di donargli un taglio più autoriale, dando maggiore spazio agli aspetti sociali e culturali appare meno riuscito e lineare rispetto alla parte più leggera
Una seconda lettura più impegnativa che frena il coinvolgimento dello spettatore, provocandogli maggiore fatica nella seconda parte del film.
“Imprevisti digitali” vincitore dell’Orso d’argento alla 70 Berlinale resta una visione godibile, stimolante, intensa regalando alla fine un malinconico sorriso nel constare che ancora possibile crearsi delle sincere amicizie grazie al solo contatto umano.

152) The Secret -Le Verità Nascoste

Il biglietto d’acquistare: Di pomeriggio
“Le verità nascoste” è un film del 2020 diretto Yuval Adler, scritto da Yuval Adler, Ryan Covington , con : Noomi Rapace, Joel Kinnaman, Chris Messina, Amy Seimetz, Jackson Dean Vincent, Madison Paige Jones, Jeff Pope, David Maldonado, Ed Amatrudo, Ritchie Montgomery, Lucy Faust, Victoria Hill.

Sinossi:
The Secret – Le verità nascoste, film diretto da Yuval Adler, è ambientato nel Secondo dopoguerra, in America, e racconta la storia di Maja (Noomi Rapace), una donna sopravvissuta alla tragedia dell’Olocausto, che si trasferisce in un quartiere residenziale degli States per iniziare una nuova vita in serenità insieme al marito (Chris Messina).
Un giorno sente qualcuno fischiettare un motivetto a lei molto familiare, lo stesso dell’aguzzino che torturava le i e la sua famiglia durante la guerra. Convinta che il suo vicino di casa (Joel Kinnaman) sia proprio quel sadico, decide di rapirlo per vendicarsi di tutti i crimini di guerra commessi dall’uomo. Nel frattempo suo marito, al corrente del piano, inizia a dubitare di sua moglie tanto da arrivare a pensare che Maja, ancora fortemente scossa da quanto accaduto, si stia vendicando sull’uomo sbagliato…

Recensione:
Si può fuggire dalle proprie responsabilità?
È più “semplice” odiare, vendicarsi piuttosto che saper perdonare il proprio aguzzino.
Le vessazioni, le violente fisiche e psicologiche patite dalla comunità room per mano dei nazisti durante la seconda guerra mondiale sono tragicamente equivalenti a quelle subite dagli ebrei.
Un Olocausto forse meno “mediatico”, ma altrettanto terribile e feroce che ha distrutto un’intera generazione e condizionato la vita dei sopravvissuti.
Quanto la mente può sopportare tutto questo dolore?
È possibile vivere con questi ricordi traumatici?
Maja, madre e moglie di origine room, quando scopre d’avere a pochi metri da casa il proprio aguzzino, non esiterà un attimo a realizzare un piano di vendetta mettendo a rischio sé stessa e la sua stessa famiglia.
“Le Verità nascoste” è la drammatica resa di conti lungamente attesa dalla protagonista provata nel corpo e nell’animo da un passato che non le hai mai concesso un attimo di tregua.
Per Maja è stato sufficiente riascoltare quella voce per essere certa che il vicino di casa non fosse il pacifico padre di famiglia appena giunto in città.
Maja sa bene dietro quella facciata di perbenismo si cela un mostro nazista
Maja vuole, pretende la verità. E per ottenerla diventerà prima rapitrice, poi carceriera ed infine torturatrice, facendo vacillare le certezze dell’amato marito che si ritroverà, suo malgrado, coinvolto nel rapimento.
“Le Verità nascoste” è un thriller esistenziale vissuto sull’angosciante e costante scontro/confronto tra Maja e il vicino.
Un accusarsi reciprocamente che porta allo spettatore a chiedersi chi tra due dica la verità
Maja ha ragione o un “falso ricordo” la sta spingendo verso un orribile crimine?
“Le Verità Nascoste” pone allo spettatore un interrogativo morale oltre che legale: un criminale nazista ha diritto alla difesa o una sua vittima è giustificata nel farsi giustizia da sola.
E se all’epoca dei fatti il nazista era solamente un ragazzo buttato allo sbaraglio ed invece da adulto si dimostra sinceramente pentito va egualmente punito con la stessa feroce vendetta?
Un film incalzante, teso, eticamente controverso che da una parte dividerà il pubblico e dall’altra mostrerà ancora una volta come gli effetti negativi del nazismo possano rivelarsi anni dopo.
“Le Verità nascoste” presenta il limite narrativo e strutturale di fermarsi solamente alla legittimità o meno della vendetta, lasciando tutto il resto appena accennato.
Così facendo la storia diventa monotematica e di conseguenza alla lunga lenta e ripetitiva nonostante la presenza di un cast artistico di buon livello e complessivamente credibile nei rispettivi ruoli.
“Le verità nascoste” sfrutta solo parzialmente il potenziale emotivo, storico ed esistenziale della storia, deludendo così le attese del pubblico.
Il perdono non è di questo mondo dice un vecchio proverbio. La conferma arriva da un finale inaspettato, scioccante e definitivo nel riaffermare che il nazismo ha rappresentato uno dei momenti peggiori dell’umanità e da quella esperienza nessuno è tornato più lo stesso.

151) Calamity

Il biglietto da acquistare per “Calamity” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Calamity” è un film di Rémi Chayé. Animazione, 85′. Francia, Danimarca 2020

Sinossi:

1863, un convoglio nel West in America. Martha Jane ha bisogno di imparare a prendersi cura dei cavalli per guidare il carro di famiglia. Solo che finisce per indossare pantaloni e tagliarsi i capelli. Lo scandalo provocato dal suo carattere ribelle e austero la costringerà ad affrontare molti pericoli.

Recensione:

Apparirà strano a molti, in particolare alle nuove generazioni, ma nel vecchio e selvaggio West ci fu una donna capace di superare le distinzioni di genere, diventando una pistolera leggendaria. Sto parlando di Calamity Jane.

La portata della sua storia vi apparirà in tutta la sua grandezza e originalità, se pensate che, all’epoca, il destino delle donne era quello di diventare mogli e madre, massaie, non certo avventuriere.

Ma chi era Calamity Jane prima diventare una leggenda? Il film d’animazione “Calamity”, del regista Rémi Chayé, presentato in concorso ad Alice nella città, prova a rispondere a questa intrigante domanda, con una storia di indipendenza e coraggio.

Lo spettatore viene portato indietro nel West del 1863. Martha Jane è molto lontana per indole e talenti dalle sue coetanee. La ragazza desidera infatti cavalcare, imparare a guidare un carro, lanciare il lazzo, non sentendosi inferiore ai coetanei maschi, che supera spesso in destrezza.

“Calamity” è un film d’animazione semplice nello stile di racconto e lineare nello sviluppo. Nonostante il gran potenziale del personaggio (che per certi versi ricorda la Merida del disneyano “Ribelle – The brave”), però, l’intreccio risulta solamente a tratti davvero coinvolgente e incisivo. continua su

150) Another Around

Il biglietto da acquistare per “Another round” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto*. Sempre.

“Another Around” è un film di Thomas Vinterberg. Con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Maria Bonnevie, Lars Ranthe,
Magnus Millang. Drammatico, 116′. Danimarca 2020

Sinossi:

C’è una teoria secondo la quale tutti noi siamo nati con una piccola quantità di alcol già presente nel sangue e che, pertanto, una piccola ebbrezza possa aprire le nostre menti al mondo che ci circonda, diminuendo la nostra percezione dei problemi e aumentando la nostra creatività. Rincuorati da questa teoria, Martin e tre suoi amici, tutti annoiati insegnanti delle superiori, intraprendono un esperimento per mantenere un livello costante di ubriachezza durante tutta la giornata lavorativa.

Recensione:

Non esagerare con il vino. Non bere a stomaco vuoto. I superalcolici lasciali perdere. Ho sentito spesso pronunciare queste parole da mogli e compagne, preoccupate oltre che stanche di vedere i propri partner alzare un po’ troppo il gomito durante cene fuori e serate varie.

L’alcolismo è una grave patologia, e l’alcolista è una persona inaffidabile quanto pericolosa, mettiamo i puntini sulle i, ma c’è una teoria secondo la quale, essendo tutti noi nati con una piccola quantità di alcol già presente nel sangue, una piccola ebrezza possa renderci più produttivi, meno inibiti, più felici. continua su:

149) Farewell Amor

Il biglietto da acquisto per “Farewell Amor” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Farewell Amor” è un film di Ekwa Msangi. Con Sanjit De Silva, Majah Hype, Zainab Jah, Jayme Lawson, Brandon Lamar. Drammatico, 101′. USA 2020

Sinossi:

Dopo 17 anni di separazione forzata, l’immigrato angolano Walter viene raggiunto negli Stati Uniti dalla moglie e dalla figlia adolescente. Dovranno condividere, come completi sconosciuti, un appartamento con una sola camera da letto e scoprire passioni comuni che li aiutino a colmare le distanze.

Recensione:

Presentato con successo a inizio anno al Sundance e adesso al London Film Festival, “Farewell Amor” di Ekwa Msangi mostra il fenomeno dell’immigrazione, così attuale oggi, da una prospettiva diversa e commovente.

Capita che chi è costretto per necessità o disperazione a lasciare il proprio Paese lasci dietro di sé i propri cari, con la speranza di poterli riabbracciare un giorno in condizioni migliori. Ma la separazione forzata può mettere a dura prova una famiglia, specie se è durata la bellezza di 17 anni.

Sono queste le premesse del film di Ekwa Msangi, che racconta con semplicità e sensibilità i diversi passaggi emotivi attraversati dai protagonisti – Walter, la moglie Esther e la figlia Sylvia – quando si rivedono. I tre vivono in modo molto diverso il ricongiungimento: il primo è spaesato, la seconda anche troppo ottimista, la terza arrabbiata. Quel che è certo è che in 17 anni sono successe molte cose. continua su

148) Oasis

Il biglietto da acquistare per “Oasis” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio*. Ridotto. Sempre.

“Oasis” è un film di Ivan Ikic. Con Marusa Majer, Goran Bogdan, Marijana Novakov, Valentino Zenuni, Tijana Markovic. Drammatico, 121′. Slovenia, Paesi Bassi, Francia, Bosnia-Herzegovina 2020

Sinossi:

Al suo arrivo in un istituto per persone con disabilità mentali, Maria diventa amica di Dragana, con la quale condivide la stessa impetuosità. La loro relazione viene sconvolta quando scoprono di essere entrambe innamorate dell’introverso Robert. Le due trasformano il loro giocare a nascondino in qualcosa di sempre più pericoloso. Estromessi per sempre dalla società, i tre desiderano indipendenza e contatti umani. Spinti da sentimenti mai provati, tra desideri e invidie, le loro azioni impulsive rompono il delicato equilibrio imposto dalle asfissianti regole dell’istituto e portano a una serie di conflitti e misure disperate alla ricerca di una qualsiasi via d’uscita.

Recensione:

Esistono vincoli e limiti all’amore? Ovviamente no. Ma “la scintilla” può scattare anche tra due pazienti di una struttura psichiatrica? E in un contesto così particolare può svilupparsi addirittura un triangolo amoroso?

Ancora una volta la risposta è si. I reparti psichiatri e i centri d’igiene mentale, al di là dei pregiudizi che le persone “sane” possono avere su di loro, sono abitati da uomini e donne che, come tutti, desiderano amare ed essere amate. Perché l’amore non guarda la cartella clinica, prima di colpire qualcuno. continua su

147) One Night A Miami

Il biglietto da acquistare per “One night in Miami” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva)*. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“One night a Miami2 è un film di Regina King. Con Kingsley Ben-Adir, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr., Eli Goree, Lance Reddick. Drammatico, 111′. USA 2020.

Sinossi:

25 febbraio 1964. Cassius Clay ha appena conquistato il titolo di campione dei pesi massimi al Miami Beach Convention Center, e per festeggiare raggiunge il “fratello” Malcolm X, che lo aspetta in un motel insieme ad altre due eccellenze della comunità afroamericana dell’epoca: il campione di football Jim Brown e il cantante Sam Cooke. Malcolm X è in uscita dalla Nazione musulmana e vuole chiamare a sé Cassius Clay per il nuovo movimento che si appresta a formare. Clay non è ancora diventato Mohammed Alì ma ha 22 anni e considera Malcolm il suo mentore spirituale, dunque è tentato di seguirlo. Jim Brown invece ha combattuto la sua battaglia contro il razzismo in autonomia, e Sam Cooke sta conquistando l’ammirazione del pubblico caucasico e le top 100 discografiche. L’incontro fra i quattro metterà a confronto i loro diversi modi di contribuire alla causa dell’emancipazione della comunità nera statunitense.

Recensione:

Atutti sarà capitato di passare una serata, e magari persino una notte intera, con gli amici più cari, scherzando, confrontandosi, magari anche litigando furiosamente ma arrivando all’alba più uniti che mai.

Bene, adesso immaginate che gli amici in questione siano quattro personalità di spicco della comunità afroamericana degli anni ’60 – Cassius Clay, Malcom X, Sam Cooke, Jim Brown -, riunitisi in albergo per festeggiare la vittoria del titolo di campione dei pesi massimi del primo. Sarà l’occasione per confrontarsi sul senso del loro ruolo e della popolarità stessa.

“One night in Miami”, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e adesso al London Film Festival, può essere visto come una rielaborazione della celebre pièce “Le Dieu du Carnage” (Carnage – Il dio del massacro). continua su

146) Wolfwalkers

Il biglietto da acquistare per “Wolfwalkers” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto*. Sempre.

“Wolfwalkers” è un film di Tomm Moore, Ross Stewart. Con Honor Kneafsey, Eva Whittaker, Sean Bean.
Animazione, 103′. Irlanda, Stati Uniti 2020

Sinossi:

Robyn, giovane apprendista cacciatore, viaggia con il padre in Irlanda per aiutare a cacciare l’ultimo branco di lupi. Tutto cambia quando Robyn salva Meth, una ragazzina dallo spirito libero che appartiene a una misteriosa tribù, e diventa sua amica…

Recensione:

Leggendo le recensioni dei colleghi d’oltreoceano si sarebbe tentati di pensare che “Wolfwalkers”, presentato in anteprima al Toronto Film Festival e adesso a Londra, sia il miglior film d’animazione dell’anno.

Potrebbe anche essere, ma bisogna considerare prima di tutto che nel 2020, causa Covid, la concorrenza non è stata molta. I cartoon usciti in sala si contano sulle dita di una mano, e alle defezioni si è aggiunto da pochi giorni anche l’atteso “Soul” della Pixar, che vedremo soltanto su Disney+.

In generale, io consiglio sempre cautela prima di gridare al capolavoro, di qualsiasi genere questo sia. “Wolfwalkers”, nello specifico, è sicuramente un bel film – che completa la trilogia irlandese dei registi Tomm Moore e Ross Stewart – ma non esente da criticità narrative e limiti strutturali. continua su