“La Guardarobiera” è un romanzo scritto da Patrick McGrath, pubblicato in Italia dalla Nave di Teseo nell’ottobre 2017.
Sinossi:
Londra, gennaio 1947. La guerra è finita da due anni e la città è in macerie. In uno degli inverni più freddi da che se ne ha memoria, anche trovare qualcosa da mettere in tavola è molto difficile.
Ad abbattere ancor di più gli animi, arriva la perdita inaspettata e scioccante di uno dei più amati attori teatrali del momento: Charlie Grice muore in circostanze poco chiare, gettando la moglie Joan, donna bellissima e innamorata, che lavora come guardarobiera del teatro, in un dolore sordo e senza limiti.
Controvoglia, Joan assiste con la figlia Vera alla prima replica dello spettacolo che era di suo marito, sottoponendosi al trauma di vedere un altro uomo interpretarne il ruolo. L’idea la terrorizza, ma quando l’attore appare sul palco, la vedova è sconvolta nel
rendersi conto che dietro agli occhi dell’uomo brucia ardente lo spirito di Charlie. Più tardi, nel backstage, incontrando il sostituto, il suo cuore, stordito dalla gioia, ha la conferma che il suo grande amore vive nel giovane attore Daniel Francis. Ne diventa amica, lo invita a casa e comincia a donargli gli abiti del marito, sottratti al suo guardaroba.
Nasce così una relazione che oscilla tra l’attrazione e l’assedio del fantasma di Charlie, che trascina Joan in un gorgo. Chiamata da una voce amata e spaventosa al tempo stesso, la donna scoprirà il terribile segreto che avvolge anche la morte di suo marito Charlie Grice: la guerra, dopotutto, non è ancora finita.
Dal maestro del thriller psicologico, in un crescendo di tensione, un romanzo sui lati oscuri del dolore, dell’amore e della follia.
Recensione:
Se fossi stato veramente in teatro, anche se con imbarazzo mista a delusione, mi sarei alzato fischiando sonoramente lo spettacolo messo in scena da Patrick McGrath.
Mi dispiace molto per il Maestro Mc Grath, ma stavolta il suo lucido, straordinario “folle” talento si è rivelato ben poca cosa. Come se l’auote fosse stato sottoposto a una pesante cura farmacologica.
“La Guardarobiera” è un romanzo confuso, scialbo, noioso ed a tratti irritante.
L’idea di raccontare e mostrare come la morte di un marito possa provocare devastanti conseguenze nell’animo e soprattutto nella psiche di una vedeova spingendola fino alla soglia della follia era sicuramente interessante.
Come altresì poteva essere stimolante osservare la donna scoprire lentamente i segreti più oscuri e terribili del defunto, costringendola a prendere atto d’aver trascorso la propria esistenza con un vero “mostro”.
Spunti narrativi di grande potenziale ma poi sviluppati in un intreccio poco convincente ed avvincente senza che la scelta dell ‘ambientazione storica abbia aggiunto un quid al racconto.
Le bugie di un matrimonio rappresentate e traslate nella ribalta teatrale, per invogliare ed incuriosire il lettore a calarsi dentro una storia in cui fosse sottile ed impercettibile il confine tra finzione e realtà, si rivela una scelta non adeguata e funzionale al progetto iniziale.
“La Guardarobiera” vorrebbe trasmettere in modo autentico, forte e sincero al lettore la tragica e drammatica evoluzione del dolore in rabbia della protagonista nei confronti del marito, ma le scelte creative volute da McGrath si rivelano inefficaci e fuorvianti.
“La Guardarobiera” è priva di una chiara, lineare e incisiva identità drammaturgica perdendosi in dispersive ed inutili sotto storie.
La verità rende liberi recita il Vangelo, ma nella vita reale può condurre una persona ad atti estremi.
Il tragico e feroce finale del romanzo è sicuramente la parte più riuscita e toccante della storia riuscendo a regalare l’unica vera emozione e brivido al lettore /spettatore.