270) La Guardarobiera (Patrick McGrath)

“La Guardarobiera” è un romanzo scritto da Patrick McGrath, pubblicato in Italia dalla Nave di Teseo nell’ottobre 2017.

Sinossi:
Londra, gennaio 1947. La guerra è finita da due anni e la città è in macerie. In uno degli inverni più freddi da che se ne ha memoria, anche trovare qualcosa da mettere in tavola è molto difficile.
Ad abbattere ancor di più gli animi, arriva la perdita inaspettata e scioccante di uno dei più amati attori teatrali del momento: Charlie Grice muore in circostanze poco chiare, gettando la moglie Joan, donna bellissima e innamorata, che lavora come guardarobiera del teatro, in un dolore sordo e senza limiti.
Controvoglia, Joan assiste con la figlia Vera alla prima replica dello spettacolo che era di suo marito, sottoponendosi al trauma di vedere un altro uomo interpretarne il ruolo. L’idea la terrorizza, ma quando l’attore appare sul palco, la vedova è sconvolta nel
rendersi conto che dietro agli occhi dell’uomo brucia ardente lo spirito di Charlie. Più tardi, nel backstage, incontrando il sostituto, il suo cuore, stordito dalla gioia, ha la conferma che il suo grande amore vive nel giovane attore Daniel Francis. Ne diventa amica, lo invita a casa e comincia a donargli gli abiti del marito, sottratti al suo guardaroba.
Nasce così una relazione che oscilla tra l’attrazione e l’assedio del fantasma di Charlie, che trascina Joan in un gorgo. Chiamata da una voce amata e spaventosa al tempo stesso, la donna scoprirà il terribile segreto che avvolge anche la morte di suo marito Charlie Grice: la guerra, dopotutto, non è ancora finita.
Dal maestro del thriller psicologico, in un crescendo di tensione, un romanzo sui lati oscuri del dolore, dell’amore e della follia.

Recensione:
Se fossi stato veramente in teatro, anche se con imbarazzo mista a delusione, mi sarei alzato fischiando sonoramente lo spettacolo messo in scena da Patrick McGrath.
Mi dispiace molto per il Maestro Mc Grath, ma stavolta il suo lucido, straordinario “folle” talento si è rivelato ben poca cosa. Come se l’auote fosse stato sottoposto a una pesante cura farmacologica.
“La Guardarobiera” è un romanzo confuso, scialbo, noioso ed a tratti irritante.
L’idea di raccontare e mostrare come la morte di un marito possa provocare devastanti conseguenze nell’animo e soprattutto nella psiche di una vedeova spingendola fino alla soglia della follia era sicuramente interessante.
Come altresì poteva essere stimolante osservare la donna scoprire lentamente i segreti più oscuri e terribili del defunto, costringendola a prendere atto d’aver trascorso la propria esistenza con un vero “mostro”.
Spunti narrativi di grande potenziale ma poi sviluppati in un intreccio poco convincente ed avvincente  senza che la scelta dell ‘ambientazione storica abbia aggiunto un quid al racconto.
Le bugie di un matrimonio rappresentate e traslate nella ribalta teatrale, per invogliare ed incuriosire il lettore a calarsi dentro una storia in cui fosse sottile ed impercettibile il confine tra finzione e realtà, si rivela una scelta non adeguata e funzionale al progetto iniziale.
“La Guardarobiera” vorrebbe trasmettere in modo autentico, forte e sincero al lettore la tragica e drammatica evoluzione del dolore in rabbia della protagonista nei confronti del marito, ma le scelte creative volute da McGrath si rivelano inefficaci e fuorvianti.
“La Guardarobiera” è priva di una chiara, lineare e incisiva identità drammaturgica perdendosi in dispersive ed inutili sotto storie.
La verità rende liberi recita il Vangelo, ma nella vita reale può condurre una persona ad atti estremi.
Il tragico e feroce finale del romanzo è sicuramente la parte più riuscita e toccante della storia riuscendo a regalare l’unica vera emozione e brivido al lettore /spettatore.

114) Le Classifiche 2017 dello Spettatore Pagante

Potevano mancare le Classifiche 2017 dello Spettatore Pagante?
Ovviamente si, direte voi a gran voce, esausti di leggere da giorni sul web ogni tipo di classifica stilate da noti o presunti tali influencer e da “carismatici” ed “illuminati” giornalisti ed opinionisti.

Ma essendo “fedeli seguaci” del Dottor Zero

Fatevene una ragione e beccatevi pure le nostre.
Prima però di tediarvi con “alcuni numeri” desideriamo fare dei doverosi e sentiti ringraziamenti.
Il 2017 è stato “professionalmente” un anno davvero intenso, travolgente, faticoso quanto umanamente straordinario per averci dato la possibilità di confermare e consolidare “vecchie” amicizie e di farne delle altre altrettanto preziose ed importanti.
Ma essendo anche “devoti” dell’amico “Scrooge”

non possiamo, non vogliamo aggiungere altro se non:
Grazie di cuore a: Federica , Alberto, Ambra, Valentino, Lucia Concetta, Valeria, Carmine, Francesco, Valeria, Leon, Pasquale,Virginie, Federica, Concetta.
Ci avete sopportato per un anno. Siete sopravvissuti. Complimenti.
Il 2018 sarà molto peggio…

Grazie alle direttrici Roberta Turilazzi, Cristina Torrisi e Lidia Ottelli ed a tutti amici prima ancora che “colleghi”, per l’infinita pazienza e disponibilità dimostrata nei nostri confronti .
Anche per voi..il 2018 sarà:

I numeri dello Spettatore Pagante 2017: Io e Vittorio abbiamo indegnamente recensito per voi
258 film, 4 corti, 35 libri, 16 programmi televisivi, 11 spettacoli teatrali, 1 concerto.
Abbiamo partecipato anche quest’anno a numerosi Festival(Cannes, Giffoni, Venezia, Torino,Santa Marinella, Roma Fringe Festival)), Feste (Festa del Cinema di Roma), anteprime, eventi, presentazioni di libri.
In molti casi abbiamo volentieri ceduto “il passo” ad altri valenti e talentuosi amici, concedendoci il “lusso” di guardare ,da semplici spettatori, alcune pellicole.
Le nostre bizzarre Classifiche raccontano esclusivamente il nostro 2017 nel mondo dell’Arte.
Tutto il resto è..

 

Libri:
1) Ex Equo Il Maestro delle Ombre (Donato Carrisi)
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/25/56-il-maestro-delle-ombre-donato-carrisi/
La ragazza nella Nebbia (Donato Carrisi)
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/06/24/157-la-ragazza-nella-nebbia-donato-carrisi/
2) I Bastardi di Pizzo Falcone (Maurizio de Giovanni)
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/01/28-i-bastardi-di-pizzofalcone-maurizio-de-giovanni/
3) Il Prezzo dei Soldi ( Petros Markaris)
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/08/04/171-il-prezzo-dei-soldi-petros-markaris/

TV
1)Il Commissario Montalbano Un Covo di Vipere
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/27/58-il-commissario-montalbano-un-covo-di-vipere/
2)Ex Equo Maltese il Romanzo del Commissario
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/05/08/119-maltese-il-romanzo-del-commissario/
Gomorra La Serie Terza Stagione
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/11/17/241-gomorra-la-serie-gomorra-3/

3)La Porta Rossa
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/22/50-la-porta-rossa/

Film
1) Ex Equo The Shape of Water di Guillermo Del Toro ( In uscita a Febbraio in Italia
http://paroleacolori.com/shape-water-uninsolita-storia-damore-sullo-sfondo-della-guerra-fredda/

The Breadwinner
http://paroleacolori.com/the-breadwinner-la-lotta-di-una-ragazza-afghana-contro-loppressione/

2) Ex Equo
1)La vendetta di un uomo Tranquillo
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/04/06/88-la-vendetta-di-un-uomo-tranquillo/

My War is not Over
http://paroleacolori.com/my-war-is-not-over-un-film-che-ricuce-gli-strappi-della-memoria/

3) Ex Equo Get Out
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/05/20/130-get-out/

Gatta Cenerentola
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/09/15/188-gatta-cenerentola/

Premio Speciale Spettatore Pagante:
1)Malarazza
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/11/06/229-malarazza/

2) Ammore e Malavita
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/10/02/203-ammore-e-malavita/

Premio rivelazione :
Ian Mc Kellen Playing The Part
http://paroleacolori.com/mckellen-playing-the-part-un-ritratto-sincero-del-grande-attore-inglese/

Teatro
1) Regine Sorelle
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/27/57-regine-sorelle/
2) Per Colpa di un Coniglio
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/09/24/195-per-colpa-di-un-coniglio/

3) Bedda Makki come resushitare il Ristorante
https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2017/02/10/36-bedda-maki-come-resushitare-il-ristorante-e-vivere-felici/

Perplessi? Stupiti? Contrariati?

Chi volesse comunque leggere giudizi e recensioni degne di nota, non vi resta che fare un salto su:
http://paroleacolori.com/category/cinema/cineasta-cinema/

http://www.nuoveedizionibohemien.it/index.php/category/cultura-e-spiritualita/recensioni-ed-eventi/

http://ilrumoredeilibri.blogspot.it/

Non ci resta che salutarvi ed augurarvi dal profondo del nostro cuore:

Con Affetto e Stima
Roberto e Vittorio
Buon 2018

269) Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione

Il biglietto da acquistare per “Il ragazzo invisibile: seconda generazione” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Il Ragazzo Invisibile- Seconda Un film di Gabriele Salvatores. Con Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi, Ivan Franek, Dario Cantarelli. Fantascienza, 90′. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 4 gennaio 2018

Sinossi:

Michele Silenzi è cresciuto: ora ha 16 anni e il temperamento tipico dell’adolescente scontroso, anche perché, oltre alla crisi di crescita comune a tutti i teenager, ha gravi problemi da affrontare. Il primo è un lutto, di cui è impossibile parlare senza fare spoiler. Il secondo è il dono dell’invisibilità, abbinato a quella forza incontrollata che gli ha permesso, al termine de “Il ragazzo invisibile”, di distruggere un sottomarino. Il terzo è un passato scomodo del quale fanno parte una madre biologica russa e una gemella cresciuta in Marocco della quale non sospettava l’esistenza. Ora Michele dovrà capire se essere uno “speciale” sia davvero un dono o una dannazione, scoprire chi vuole essere davvero, e fare i conti con il suo lato oscuro.

Recensione:

“Il Premio Oscar Gabriele Salvatores ha dato prova al pubblico che il suo lato creativo e innovativo non è ancora completamente sopito. Siamo abituati a vedere eroi che parlano inglese e strabilianti effetti speciali, con la Marvel a fare il ruolo del leone nel campo. In pochi pensavano che anche l’Italia potesse lanciare la sua saga e visti l’alto rischio di essere sbeffeggiato e cadere nel ridicolo, al tentativo di Salvatores va comunque tributato il giusto merito.”

Quello che avete letto è uno stralcio della recensione che, tre anni fa, scrissi su “Il ragazzo invisibile” (qui trovate il pezzo completo), coraggiosa operazione supereroica intrapresa da Gabriele Salvatores e dalla Indigo produzione con la collaborazione di Rai Cinema.

La maggior parte della critica bocciò senza appelli il film, per osannare poi, solo pochi mesi dopo, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti (qui la recensione). Personalmente credo che coerenza e onestà intellettuale siano valori che andrebbero applicati in ogni ambito, e a costo di restare un non influencer è quello che cerco sempre di fare.

Questa lunga premessa era necessaria per spiegare perché, oggi, sono costretto, a malincuore, a esternare la mia delusione per il sequel della saga di Salvatores, “Il ragazzo invisibile: seconda generazione”, soprattutto per ciò che riguarda la sceneggiatura. continua su

http://paroleacolori.com/il-ragazzo-invisibile-seconda-generazione-nuove-sfide-e-tormenti-per-michele-silenzi/

268) Quando tutto inizia (Fabio Volo)

“Quando tutto inizia” è un romanzo scritto da Fabio Volo e pubblicato da Mondadori nel novembre del 2017.

Sinossi:
Silvia e Gabriele si incontrano in primavera, quando i vestiti sono leggeri e la vita sboccia per strada, entusiasta per aver superato un altro inverno. La prima volta che lui la vede è una vertigine. Lei non è una bellezza assoluta, immediata, abbagliante, è il suo tipo di bellezza. Gli bastano poche parole per perdere la testa: scoprire che nel mondo esiste qualcuno con cui ti capisci al volo, senza sforzo, è un piccolo miracolo, ti senti meno solo. Fuori c’è il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà, ma quando stanno insieme nel suo appartamento c’è solo l’incanto: fare l’amore, parlare, essere sinceri, restare in silenzio per mettere in ordine la felicità. Fino a quando la bolla si incrina, e iniziano ad affacciarsi le domande. Si può davvero prendere una pausa dalla propria vita? Forse le persone che incontriamo ci servono per capire chi dobbiamo diventare, e le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito.
Questo libro racconta una storia d’amore, ma anche molto di più. I sentimenti sono rappresentati nelle loro sfumature e piccole articolazioni con la semplicità e l’esattezza che rendono Fabio Volo un autore unico e amatissimo dai lettori italiani e non solo. Sullo sfondo di una narrazione che trascina fino all’ultima pagina c’è la sempre più difficile scelta tra il noi e l’io, tra i sacrifici che facciamo per la nostra realizzazione personale e quelli che siamo disposti a fare per un’altra persona, per la coppia o la famiglia. La differenza di dimensione tra essere felici ed essere felici insieme.
Recensione:
Esistono dei parametri per stabilire se una storia d’amore debba essere giudicata giusta o sbagliata?
È giusto esprimere un giudizio morale su una storia d’amore?
Una storia d’amore nata dal tradimento di una donna sposata può avere un futuro o va vista esclusivamente come una parantesi, pausa, sospensione emotiva nelle vite dei due amanti clandestini?
Fabio Volo con il suo nuovo romanzo, pur non formulando direttamente ed esplicitamente queste domande, spinge il lettore a riflettere se per vivere un’intensa e travolgente storia d’amore sia giustificabile il tradimento matrimoniale , rischiando di far saltare una famiglia e privando un figlio piccolo della presenza della figura materna.
Attenzione, Fabio Volo non invita al tradimento coniugale, bensì utilizza la storia di Gabriele e Silvia, per evidenziare, come neanche il migliore Adinolfi sarebbe stato capace di fare, come un uomo o come nel caso Silvia non avrà alcun dubbio nello scegliere tra una ritrovata ed inaspettata felicità come donna e il calore familiare e i doveri di una madre.
“Quando tutto inizia” non è probabilmente il migliore romanzo scritto da Fabio Volo, avendo un impianto narrativo piuttosto esile, prevedibile e senza particolari guizzi artistici.
Eppure Volo ha il merito e talento di scrivere in modo semplice, lineare, chiaro evitando di utilizzare noiosi e spesso inutili sofismi letterari e sociologici che purtroppo invece abbandono in numerosi romanzi di scrittori amati solamente dalla critica.
“Quando tutto inizia” è una lettura fresca, disimpiegata, agile che ti fa trascorrere un paio d’ore piacevoli, seguendo con interesse e con un discreto coinvolgimento l’evoluzione della storia tra questi due amanti quarantenni.
La bravura di uno scrittore risiede nell’inserire una morale o messaggio preciso tra le righe di una commedia rosa o comunque leggera, senza cadere nel retorico e melenso.
“Quando tutto inizia” lascia nel lettore la consapevolezza che a volte conosci, ti innamori della persona giusta nel modo e tempo sbagliato, finendo inevitabilmente per soffrirne alla fine della storia.
Ma le lacrime versate ed il cuore spezzato d’ oggi, diventeranno invece domani la base per incontrare davvero la donna della tua vita ed in fondo non potrai non ringraziare di cuore la tua Silvia.

267) Come Un Gatto in Tangenziale

Il biglietto da acquistare per “Come un gatto in tangenziale” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“Come Un Gatto In Tangenziale” è un film di Riccardo Milani. Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Luca Angeletti, Antonio D’Ausilio. Commedia, 98′. Italia, 2017

Sinossi:

Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale, vive nel centro di Roma. Monica, ex cassiera, con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi e a entrare l’uno nel mondo dell’altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella chic Capalbio. Ma all’improvviso qualcosa tra loro cambia.

Recensione:

Liberté, Égalité, Fraternité (aka Libertà, Uguaglianza, Fratellanza), celeberrimo motto settecentesco associato soprattutto alla Rivoluzione francese, è stato usato e spesso abusato nel corso del tempo dai più disparati movimenti e forze politiche di sinistra. Parole in origine forti e d’impatto hanno finito per svuotarsi di significato, diventando solo slogan da lanciare contro gli avversari, per ottenere consenso e quindi voti.

I politici, impegnati a discutere di immigrazione e ius soli, sembrano dimenticare la realtà che si respira nelle nostre periferie. Ma anche noi cittadini, che tanto amiamo definirci liberali e mentalmente aperti, tendiamo a cambiare faccia, se in gioco c’è il futuro dei nostri figli.

Già i figli, orgoglio e allo stesso tempo fonte di preoccupazione e angoscia costante, soprattutto quando arriva l’età dei primi amori, delle cotte adolescenziali. E se una ragazzina di Roma nord inizia a uscire con un ragazzino di borgata, anche il genitore più equilibrato è pronto a mettere da parte buoni principi e idee progressiste per dimostrarsi, semplicemente, ottuso e spaventato.

“Come un gatto in tangenziale” è da una parte una riuscita e divertente versione romana di “Pretty woman” e dall’altra una garbata e ironica quanto incisiva denuncia dell’ipocrisia intellettuale, sociale e civile italiana.

L’idea per il film, il regista Riccardo Milani l’ha presa dalla sua biografia. Qualche anno fa, infatti, una delle figlie si innamorò di un ragazzo del quartiere di Bastogi, spingendo il padre preoccupato a seguirla segretamente. continua su

http://paroleacolori.com/come-un-gatto-in-tangenziale-centro-e-periferie-in-una-commedia-verace/

266) La zona cieca (Chiara Gamberale)

“La zona cieca” è un romanzo di Chiara Gamberale, pubblicato nel 2008 da Bompiani e nel novembre 2017 ripubblicato da Feltrinelli Editore con la postfazione di Walter Siti.

Sinossi:
Nel pomeriggio di un 29 febbraio, in uno scalcinato luna park, Lidia e Lorenzo si incontrano. Raro come il giorno che li ha fatti conoscere e fuori dal tempo come quel luna park, un sentimento li lega fin da subito, anche se all’apparenza non potrebbero essere più diversi: Lidia, conduttrice radiofonica di Sentimentalisti Anonimi, è fin troppo abituata a guardare in faccia il suo dolore, Lorenzo, scrittore narcisista e inafferrabile, riesce a sopportare la vita solo ingannando sé stesso e gli altri. Eppure il bisogno di essere amata di lei permette a lui di entrare in contatto con la sua zona cieca, quella parte di noi dove ognuno è sconosciuto a sé stesso. E la paura di amare di Lorenzo permette a Lidia di fare altrettanto. Proprio per questo, se cercarsi è per tutti e due naturale e necessario, stare insieme sembra impossibile e più Lorenzo mente, più Lidia si fa ossessiva, più Lidia chiede, più Lorenzo elude, illude e tradisce. Fino a che, in un crescendo che fatalmente diventa tragico e comico allo stesso tempo, cominciano ad arrivare le lettere di Brian, un improbabile ex musicista che, per la prima volta, regala a Lorenzo la sensazione di potere ascoltare e a Lidia quella di venire ascoltata…Chiara Gamberale, a poco più di trent’anni, sorprende la critica con uno stile personalissimo, tanto rigoroso quanto vitale. Questa sua riproposta in edizione maggiore, con una postfazione critica di Walter Siti, riporta La zona cieca all’attenzione dell’ampio pubblico dell’autrice, così come di tutti i lettori in cerca di un’opera urgente e raffinata (Premio Selezione Campiello 2008). Al di là di tutte le nostre differenze, l’ho capito subito che in questo eravamo uguali, noi due. Bravi ad amare solo quello di cui percepiamo la caducità.

Recensione:
Alzi la mano chi non almeno una volta non ha vissuto, provato, nella propria vita sentimentale, una storia d’amore dannosa, sciagurata, pericolosa per la sua salute mentale, fisica, contrastata da amici e parenti, e ciò nonostante rimanendo attaccato “come una cozza” a questo insano rapporto sperimentando sulla propria pelle una forma di “tafazzismo” emotivo estremo?
“La zona cieca” di Chiara Gamberale è una piacevole, interessante quanto tardiva scoperta letteraria per il sottoscritto.
Quando ho scorto il titolo in libreria mentre mi accingevo a stilare la lista dei libri che desideravo ricevere dalla mia famiglia, è stato spontaneo quanto immediato inserirlo.
Da pochi anni ho avuto modo di scoprire, a livello letterario, Chiara Gamberale, rimanendone subito colpito dallo stile, creatività e soprattutto dal talento e sensibilità dimostrati nel raccontare ed indagare la complessità e fragilità dell’animo umano.
“La zona cieca” è un libro vero, sincero, autentico nell’evidenziare e mostrare come l’innamoramento possa essere allo stesso tempo un sentimento meraviglioso quanto devastante.
Amare, proteggere, decidere di condividere una parte della propria esistenza con un ‘altra persona è “una lucida follia”, che neanche un redivivo Freud sarebbe capace di dissuadere un proprio paziente dal compiere.
La storia di Lidia e Lorenzo è un intenso, coinvolgente e struggente alternarsi di momenti di tenerezza ad altri di distruzione emotiva, creando al lettore la consapevolezza, fin dalle prime pagine, quanto possa essere impensabile un lieto fine per questa coppia d’innamorati.
Chiara Gamberale dà voce ai sentimenti, alle paure, all’angosciose domande di Linda, giovane donna segnata da una sfibrante battaglia con l’anoressia e da tre ben ricoveri psichiatrici, quanto ingenuamente illusa che l’amore di e per Lorenzo possa darle finalmente una stabilità e un futuro sentimentale.
“La zona cieca” è un romanzo sull’amore e su quanto possa rivelarsi complicato, difficile e controverso essere “colpiti” da questo sentimento.
Tutti vorrebbero essere amati, coccolati e poter contare nei momenti difficili sulla mano tesa di un partner. Ma quanto costa questo sogno? Quanto si è disposti a sacrificare, rischiare ed investire di noi stessi?
“La zona cieca” è un libro che trasmette emozioni, pathos, felicità e delusione e soprattutto trasudando autentica e disperata umanità
L’amore è una continua e sfibrante guerra tra egoismo ed altruismo, e come dimostra la storia di Linda e Lorenzo, raccontata in modo magistrale, brillante, incisiva da Chiara Gamberale, la felicità di coppia resta una chimera e che serenità si trova fuori da un rapporto appassionato quanto insano.

265) La Lupa e L’Eletto ( Beniamino Baldacci)

“La Lupa e L’Eletto” è un romanzo scritto da Beniamino Baldacci e pubblicato da P. S’Edizioni nel novembre 2017.

Sinossi:
Un percorso nel periodo storico del declino di Roma e delle popolazioni italiche. Siamo al termine del sesto secolo dopo Cristo nel pieno dell’alto Medioevo. La narrazione si svolge seguendo il pontificato di Gregorio I. Insignito dell’appellativo di “Magno”, fu proclamato Santo e Dottore della Chiesa cattolica. La sua figura fulgida emerse tanto da far creare un’aura di leggenda intorno a sé. Il romanzo si incentra sulla romantica e travagliata storia d’amore fra il nipote del Papa, l’ultimo rampollo di una gloriosa “gens” romana, e la “Lupa”, donna forgiata dalle avversità, impavida e determinata, fragile e disperata. Arricchito da “racconti nel racconto” presenta rapidi cenni storici a completamento dell’inquadramento temporale delle vicende narrate.
Recensione:
Il giorno di Natale è un momento di gioia, fede e preghiera per chi possiede ancora il dono della fede, quanto invece  rappresenta per un laico la propria personale “via crucis”, dovendo condividere un pranzo con i detestati parenti serpenti.
Poi c’è il Natale del sottoscritto, che da diversamente credente, “accetta” l’invasione dei barbari parenti, sperando in un congruo sconto degli anni , rassegnato a dover trascorrere un lungo periodo in Purgatorio.
Se durante l’anno la lettura di un libro ti permette allargare le tue conoscenze, facendoti conoscere storie, autori e mondi prima d’allora sconosciuti, sicuramente a Natale un buon libro può salvarti dal partecipare ad inutili e noiose passeggiate familiari post pranzo.
Se poi il romanzo “salvifico” è “La Lupa e L’Eletto” di Beniamino Baldacci, la lettura si rivela anche interessante, appassionante ed avvolgente.
Avevo letto tre anni con inaspettato piacere “Leone, Donne e Congiure” ( https://ilritornodimelvin.wordpress.com/2014/07/23/144-le-luci-nelle-case-degli-altri-chiara-gamberale-leonedonne-e-congiure-beniamino-baldacci/ ) romanzo d’esordio del Dottor Baldacci, apprezzandone la storia e lo stile di racconto dell’autore.
Beniamino Baldacci conferma le sue grandi doti di storico anche in questo secondo romanzo, costruendo un impianto narrativo solido, accurato, preciso ed attento ad ogni particolare e ricreando magistralmente per il lettore l’atmosfera, il clima, gli usi e costumi dell’Alto Medioevo.
Beniamino non solo dà l’opportunità al lettore di rinfrescare le proprie modeste nozioni di storia , ma di rivivere attraverso la coinvolgente lettura delle pagine quei delicati e travagliati momenti di Roma e del papato di Gregorio I.
“La Lupa e L’Eletto” non è solamente un romanzo storico e religioso, ma è anche una bella, sincera ed intensa storia d’amore tra due giovani protagonisti: Ottavio e Isadora, che seppure nati in differenti e lontani caste sociali, pur di difendere il loro profondo legame non esiteranno a combattere ed uccidere nemici anche all’interno delle rispettive famiglie.
“La Lupa e L’Eletto” conquista, appassiona ed incuriosisce il lettore fino all’ultima pagina. Un romanzo che si fa “divorare” in poche ore e per alcuni versi facendoti apprezzare anche il Santo Natale come opportunità di una meritevole ed affascinante lettura.

264) The Greatest Showman

Il biglietto da acquistare per “The Greatest Showman” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“The Greatest Showman” è Un film di Michael Gracey. Con Hugh Jackman, Michelle Williams, Zac Efron, Rebecca Ferguson, Zendaya, Keala Settle. Musical, 110′. USA, 2017.

Sinossi:

Inizio Ottocento. Phineas Taylor Barnum è il figlio di un sarto che muore catapultando il bambino nel buio di un’infanzia dickensiana. Ma P.T. crede nel sogno americano e il suo amore di gioventù, la dolce Charity, abbandona i privilegi della propria casta bramina per seguire le visioni di quello che diventerà suo marito e il padre delle loro due figlie. Per Barnum, convinto che ogni progetto debba essere realizzato “cinque volte più grande, e dappertutto”, nulla è abbastanza: non il Museo delle stranezze che edifica nel centro di Manhattan, non il circo che porta il suo nome in cui si esibiscono la donna barbuta e il gigante irlandese, il nano Tom Thumb e i gemelli siamesi. Perché quando P.T. Barnum “sta arrivando”, lo fa come un ciclone inarrestabile che travolge ogni cosa al suo passaggio: steccati e ipocrisie, ma anche legami e sentimenti.

Alzi la mano chi, da bambino, non ha dato almeno una volta il tormento ai propri genitori per essere portato al circo. Ebbene, tornate indietro con la mente e cercate di rievocare la genuina incredulità provata nel vedersi davanti, per la prima volta dal vivo, una giraffa o un elefante, le risate strappate dagli sketch dei pagliacci, il brivido per i volteggi in aria dei trapezisti…

Ecco, dopo aver fatto questo viaggio, sarete nella giusta condizione emotiva per apprezzare fino in fondo “The greatest showman”, il biopic musicale su Phineas Taylor Barnum, l’inventore del circo, capace di dimostrare che il sogno americano, se hai talento e determinazione, è alla portata di chiunque.

Hugh Jackman ha voluto fortemente interpretare il ruolo del protagonista, dopo essere rimasto colpito dalla biografia di Barnum ma soprattutto dalle sue doti imprenditoriali ed umane, che gli permisero di “sdoganare” uomini e donne considerati, negli Stati Uniti di fine Ottocento, scherzi della natura.

Sono stati necessari tre anni di duro lavoro per realizzare l’ambizioso progetto, che trae ispirazione anche dal musical teatrale. Nella storia del Barnum bambino si notano echi di dickensiana memoria – la morte del padre, l’indigenza, le difficoltà di trovare da mangiare. Eppure l’incipit del film strizza l’occhio anche alla fiaba di Aladino, con il colpo di fulmine tra il protagonista e Charity (Williams), figlia di un ricco e superbo uomo d’affari inglese.

“The greatest showman”, in forma romanzata ed edulcorata, racconta la sfida affrontata da Barnum per mettere in piedi il circo chiamato The Greatest Show on Earth nel 1872. continua su

http://paroleacolori.com/greatest-showman-un-musical-frenetico-ed-eccessivo-come-il-circo/

263) Dickens-L’uomo che inventò il Natale

Il biglietto da acquistare per “Dickens – L’uomo che inventò il Natale” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Dickens -l’Uomo che inventò il Natale”Un film di Bharat Nalluri. Con Dan Stevens, Jonathan Pryce, Christopher Plummer, Simon Callow, Bill Paterson. Biografico, 104’. Irlanda, Canada, 2017

 

Sinossi:

Sei mesi dopo una trionfale tournée americana, Charles Dickens rientra a Londra dove lo attendono debiti e crisi creativa. Padre di una famiglia numerosa e figlio di un padre dissipatore, Charles è a caccia di denaro e di ispirazione. Illuminato all’improvviso dalle favole di una giovane domestica irlandese, decide di scrivere un racconto per l’ormai prossimo Natale. Ma i suoi editori, delusi dalle vendite dei libri precedenti, rifiutano di investire su quel bizzarro abbozzo di spiriti e vecchi avari. Ostinato e appassionato, Charles trova un illustratore e un’alternativa. In compagnia dei suoi personaggi, lavorerà duramente per sei settimane venendo a capo della sua storia e chiudendo per sempre i conti col passato.

Recensione:

Chi spera di fare della scrittura la propria fonte di sostentamento principale rischia di dover affrontare, prima o dopo, tutta una serie di problemi e incubi. Il blocco creativo, le recensioni negative, la delusione dei lettori. E ancora, lo sconcerto di passare dallo status di rock star a quello di scribacchino e il flop di un romanzo dopo averne scritto uno di successo.

Pensate che stia esagerando? Ebbene, cari aspiranti scrittori, forse vi farà piacere sapere che niente meno che Charles Dickens, a 31 anni e nel pieno della popolarità, si ritrovò a vivere una situazione di questo tipo.

Lo scrittore, dopo aver conquistato critica e lettori con romanzi come “Il circolo Pickwick” e “Oliver Twist” e aver raggiunto con il tour promozionale niente meno che gli Stati Uniti venne meno alle aspettative con i lavori successivi (“Barnaby Rudge” e “Chuzzlewit”). E si ritrovò a dover mantenere la famiglia e fare i conti con editori sfiduciati e problemi assortiti.

“Dickens – L’uomo che inventò il Natale” di Bharat Nalluri non è altro che un inedito, divertente e toccante dietro le quinte letterario che porta lo spettatore/lettore a scoprire come prese forma uno dei più famosi racconti natalizi di sempre.

“Canto di Natale” fu per Dickens una sfida artistica, imprenditoriale, e soprattutto un duro e sincero confronto con se stesso e con i propri demoni interiori. Il personaggio di Scrooge, ad esempio, non è altro che la personificazione della parte più oscura e rabbiosa dello scrittore stesso, che nonostante i successi continuava a essere forte. continua su

http://paroleacolori.com/dickens-l-uomo-che-invento-il-natale-una-storia-umana-e-piena-di-speranza/

262) Wonder (2 Recensione)

Il biglietto da acquistare per “Wonder” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“Wonder ” è un film di Stephen Chbosky. Con Julia Roberts, Jacob Tremblay, Owen Wilson, Mandy Patinkin, Ali Liebert, Daveed Diggs. Drammatico, 113′. USA, 2017

Data di uscita italiana: 21 dicembre 2017

Sinossi:

Non c’è bambino che abbia letto il romanzo “Wonder” della scrittrice americana R. J. Palacio che non abbia cercato di immaginarsi il volto del piccolo protagonista, Augustus Pullman detto Auggie. Il bambino soffre della sindrome di Treacher Collins, una patologia che trasforma il viso di chi ne è colpito in una sorta di quadro di Picasso, e il romanzo inizia con il suo ingresso in una scuola pubblica, dopo un’infanzia passata a studiare in casa a causa delle lunghe degenze ospedaliere e delle molteplici operazioni chirurgiche. Auggie è terrorizzato all’idea di confrontarsi con quei bambini “normali” che in passato hanno spesso reagito con scherno o paura al suo aspetto fisico, ma può contare sul sostegno di due genitori coraggiosi e pieni di attenzioni per questo figlio dotato di grande intelligenza e senso dell’umorismo.

Recensione :

Essere cinico fino all’ultimo, oppure regolarsi un po’, anche in virtù del fatto che mancano pochi giorni a Natale? Credere che anche nel 2017 le favole possano diventare realtà, oppure constatare con estremo disincanto che solo al cinema certe storie hanno diritto di cittadinanza, c’è poco da fare?

Il vostro cronista è preda di dubbi amletici, di emozioni controverse neanche fosse un novello Innominato di manzoniana memoria, davanti al compito di scrivere la recensione di “Wonder” di Stephen Chbosky, tratto dall’omonimo romanzo di successo.

Non si tratta di un brutto film – tagliamo la testa al toro! -, anzi, sarà probabilmente il titolo più gettonato dalle famiglie nel periodo delle feste, almeno da quelle che vogliono evitare l’animazione.

Allora qual è il mio problema, vi starete chiedendo perplessi? A dire la verità, solo uno. Come devo considerare, e quindi trattare, “Wonder”? Come una commovente favole moderna, che porta quindi a sospendere ogni forma di giudizio e raziocinio? Oppure come una storia vera, che ci ricorda ancora una volta quanto orribile e brutale possa essere la vita di tutti i giorni?

Protagonista della storia, comunque la si voglia interpretare, è Auggie Pullman, 10 anni, affetto dalla sindrome di Treacher Collins, che porta a una radicale alterazione della struttura ossea del volto di chi ne soffre, che nei casi più gravi arriva a somigliare a un quadro di Picasso.

Dopo aver studiato a casa per tutta la vita, Auggie è pronto a iniziare la scuola media e a mostrarsi ai compagni e al mondo. Il film non è altro che il diario di bordo di un anno vissuto tra alti e bassi dal nostro giovane e coraggioso eroe, che privo dello scudo materno dovrà trovare la forza e soprattutto il coraggio di dimostrare prima a stesso e poi agli altri che la sua “deformità” è un valore aggiunto piuttosto che un ostacolo.

“Wonder” può essere considerato come la versione edulcorata e buonista di “Elephant Man di David Lynch. Lo spettatore accompagna infatti il protagonista alla scoperta di questo nuovo e sconosciuto mondo che è la scuola, rimanendo colpito dalle dinamiche relazionali tra compagni di classe, tra rivalità, antipatie e bullismo. continua su

http://paroleacolori.com/wonder-un-film-che-parla-a-tutti-delle-differenze-che-rendono-unici/