51) Bentornato Presidente

Il biglietto da acquistare per “Bentornato Presidente!” è:
Nemmeno regalato. Omaggo. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Bentornato Presidente” è un film di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi. Con Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Massimo Popolizio. Commedia. Italia 2019

Sinossi:

Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.

Recensione:

Pagare le tasse è bellissimo. Era il marzo 2007 e a pronunciare queste parole fu l’allora Ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa. L’esperienza di Schioppa come ministro si sarebbe conclusa amaramente di lì a pochi mesi, con la caduta del secondo governo Prodi.

Sembrano passati secoli, ma quella frase mi è inaspettatamente ritornata alla mente al termine della proiezione dell’atteso “Bentornato Presidente” di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi sequel di “Benvenuto Presidente!”, campione d’incassi nel 2013.

L’Italia sta vivendo un momento istituzionale, sociale ed economico molto complesso, scandito da crescenti tensioni. Le ultime elezioni hanno dimostrato la voglia di cambiamento della popolazione, portando al Governo un’inedita maggioranza giallo-verde guidata dal premier Conte, spesso considerato alla stregua di un portavoce.

Questo cruciale momento della nostra storia repubblicana ha altresì ispirato la creatività dello sceneggiatore Fabio Bonifaci nell’immaginare il ritorno di Peppino Garibaldi (Bisio), contemporaneamente salvatore della patria per demerito altrui, e marito e padre depresso perché abbandonato dalla famiglia.

“Bentornato Presidente” mi è sembrato da una parte una convincente rilettura, con i toni della commedia, del tostissimo “La grande scommessa” del Premio Oscar Adam McKay; dall’altra un omaggio a “Il Presidente – Una storia d’amore” di Bob Reiner, con il tentativo di inserire, in una cornice seriosa e rigida come Palazzo Chigi, un elemento romantico. continua su

http://paroleacolori.com/bentornato-presidente-un-sequel-che-equilibra-realta-e-finzione/

 

 

50) Tutte Le Mie Notti

Il biglietto da acquistare per “Tutte le mie notti” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Tutte Le Me Notti ” è un film di Manfredi Lucibello. Con Barbora Bobulova, Alessio Boni, Benedetta Porcaroli, Carolina Rey. Thriller, 81′. Italia 2019

Sinossi:

In una cittadina di mare una ragazza fugge di notte pensando di essere inseguita. La raccoglie e la porta nella propria casa una donna di nome Veronica. La casa però non è la sua e l’incontro non è stato casuale.

Recensione:

Chi o cosa potrebbe spingere una ragazza bella ed elegante a fuggire scalza in un bosco, in piena notte? E cosa potrebbe accadere se la ragazza, ferita oltre che sotto shock, venisse soccorsa da una donna misteriosa?

Lo spettatore esperto e smaliziato potrebbe pensare, dopo un incipit di questo genere, di essere davanti a un thriller statunitense dalla grandi potenzialità. Invece, in modo quasi sorprendente, quello che abbiamo appena descritto è l’inizio di “Tutte le mie notti”, lungometraggio di finzione di esordio di Manfredi Lucibello.

Il film di articola in due parti. Nella prima, quella più convincente, si assiste all’evoluzione del rapporto tra le due protagoniste, allo stravolgimento dei ruoli, dopo il fulminante prologo. Nella seconda, invece, il ritmo paradossalmente cala, con l’entrata in scena fisica del personaggio di Federico Vincenti, interpretato da Alessio Boni.

Sara (Pocaroli), baby escort per denaro oltre che per noia, assiste alla feroce aggressione da parte di un ricco cliente nei confronti dell’amica e collega Claudia. Veronica (Bobulova), in apparenza, è l’algida avvocatessa chiamata proprio dal cliente in questione per impedire alla ragazza di rivolgersi alla polizia.

Le due donne si studiano, si scrutano, cercano di trovare una le debolezze dell’altra, ma lentamente la distanza che le divide si accorcia ed emergono tra loro inaspettati punti di contatto. La comparsa di Vincenti altera l’equilibrio, innestando un forzato e poco credibile triangolo, psicologico più che amoroso, che si conclude in un finale frettoloso. continua su

http://paroleacolori.com/tutte-le-mie-notti-quando-lesordio-e-riuscito-senza-essere-esagerato/

49) Le Parole di Sara (Maurizio De Giovanni)

“Le parole di Sara” è un romanzo scritto da Maurizio De Giovanni e pubblicato da Rizzoli nel Marzo 2019

Sinossi:
Due donne si parlano con gli occhi. Conoscono il linguaggio del corpo e per loro la verità è scritta sulle facce degli altri. Entrambe hanno imparato a non sottovalutare le conseguenze dell’amore. Sara Morozzi l’ha capito molto presto, Teresa Pandolfi troppo tardi. Diverse come il giorno e la notte, sono cresciute insieme: colleghe, amiche, avversarie leali presso una delle più segrete unità dei Servizi. Per amore, Sara ha rinunciato a tutto, abbandonando un marito e un figlio che ha rivisto soltanto sul tavolo di un obitorio. Per non privarsi di nulla, Teresa ha rinunciato all’amore. Trent’anni dopo, Sara prova a uscire dalla solitudine in cui è sprofondata dalla scomparsa del suo compagno, mentre Teresa ha conquistato i vertici dell’unità. Ma questa volta ha commesso un errore: si è fatta ammaliare dagli occhi di Sergio, un giovane e fascinoso ricercatore. Così, quando il ragazzo sparisce senza lasciare traccia, non le resta che chiedere aiuto all’amica di un tempo. E Sara, la donna invisibile, torna sul campo. Insieme a lei ci sono il goffo ispettore Davide Pardo e Viola, ultima compagna del figlio, che da poco l’ha resa nonna, regalandole una nuova speranza.
Recensione :
“…“Sara al Tramonto” segna probabilmente l’inizio di una nuova serie di successo con una donna protagonista, caso raro nel panorama editoriale italiano, capace di trasmettere emozioni, colpi scena e riflessioni sulle conseguenze di una scelta amorosa coraggiosa quanto difficile e come sia possibile rialzarsi grazie all’aiuto inaspettato ed efficace di una nuora e di un poliziotto scorbutico quanto romantico.”
Con queste parole concludevo un anno fa la mia recensione sul primo romanzo dedicato al personaggio di Sara Morozzi, nata dalla creativa e sensibile penna di Maurizio De Giovanni.
Neanche un anno dopo mi ritrovo davanti al mio foglio word cercando di trovare nuove ed originali parole per raccontarvi il mio gradimento letterario e soprattutto trasmettervi le emozioni provate durante la lettura de “Le parole di Sara”.
E’ l’Amore, anche stavolta, il vero motore della storia trasferendo forza, pathos ed intensità all’intreccio narrativo ideato da De Giovanni e soprattutto donando una profondità esistenziale ed autenticità emotiva ad ogni personaggio.
Il lettore osserva, sente, partecipa, si emoziona con le diverse ed intense “declinazioni amorose” che investono vecchi e nuovi personaggi.
E’ un Amore travolgente quanto inatteso a far capitolare la vorace ed ambiziosa “lupa” Teresa al punto di farle sognare un futuro insieme con il suo ultimo giovane amante .
Un sogno brutalmente spezzato quando l’uomo viene ritrovato ucciso pochi giorni dopo la sua misteriosa scomparsa.
Teresa disperata e desiderosa di risposte chiederà aiuto alla sua unica e fidata amica: Sara, la Mora.
Sara che mai avrebbe mai immaginato una simile richiesta dalla Bionda accetta il caso, percependo la sincera disperazione e solitudine della donna
“Le parole di Sara” racconta la potenza e unicità del sentimento amoroso e quanto esso possa cambiare, stravolgere l’esistenza di un individuo mettendolo in contrapposizione alla brutalità, avidità e malvagità che possono albergare in egual modo nell’animo umano.
De Giovanni racconta con uno stile impeccabile , incalzante questa sofferta alternanza d’orrore e bellezza costruendo un thriller con una valenza più intimistica ed etica piuttosto che concretamente investigativa.
“Le parole di Sara” è una lettura potente, avvolgente, incisiva , tesa eppure capace di regalare dei passaggi molto teneri e leggeri legati all’evidente , crescente quanto buffa attrazione tra Viola ed l’ispettore Pardo.
Osserviamo attraverso gli occhi tristi e malinconici di Sara lo svolgimento della vicenda , i cambiamenti caratteriali degli altri personaggi ed i tanti colpi di scena. Lasciando però al lettore la sensazione che la donna , nonostante nella sua vita siano entrati Viola, un nipote e il brontolone Pardo, sia ancora restia a lasciarsi andare completamente ad questa seconda chance di famiglia e felicità.

Sara è apparentemente fredda, invisibile, silente quanto in vero appassionata, determinata e rabbiosa dentro di sé.
Sara guarda, osserva ed analizza tutto ciò che le ruota intorno come fosse un freddo computer, ma di fronte ad un ‘ingiustizia od un crimine non esita a colpire con ferocia quasi animalesca .
Sara incarna perfettamente l’espressione di “ira fredda” o se preferire del saggio proverbio “la vendetta è un piatto che si serve freddo”.
Un convincimento, una sensazione a cui il lettore potrà avere piena e drammatica conferma non soltanto dal finale “giustizialista” del caso, ma soprattutto rimanendo colpito e scosso dal secondo breve racconto “Sara che aspetta”.
“Sara che aspetta” è una lettura angosciante, terribile quanto mestamente catartica nella sua conclusione.
Il lettore scopre la verità sulla morte di Giorgio, unico figlio di Sara, ed in quali tragiche circostanze la donna faccia la conoscenza di Viola.
Sara investigando sull’incidente e riscostruendo quanto realmente accaduto, cerca, a suo modo, di elaborare il lutto e soprattutto di farsi perdonare tardivamente dal figlio.
“Le parole di Sara” rappresenta un ulteriore salto qualitativo da parte di Maurizio De Giovanni a livello letterario e soprattutto innalza definitivamente la sua protagonista come amata beniamina dei suoi numerosi fan.

48) Border

Il biglietto da acquistare per “Border – Creature di confine” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Border è” un film di Ali Abbasi. Con Eva Melander, Eero Milonoff, Viktor Åkerblom, Andreas Kundler, Joakim Olsson. Titolo originale: Gräns. Fantasy, 101′. Svezia, Danimarca, 2018

Sinossi:

Tina ha un fisico massiccio e un naso eccezionale per fiutare le emozioni degli altri. Impiegata alla dogana è infallibile con sostanze e sentimenti illeciti. Viaggiatore dopo viaggiatore, avverte la loro paura, la vergogna, la colpa. Tina sente tutto e non si sbaglia mai. Almeno fino al giorno in cui Vore non attraversa la frontiera e sposta i confini della sua conoscenza più in là. Vore sfugge al suo fiuto ed esercita su di lei un potere di attrazione che non riesce a comprendere. Sullo sfondo di un’inchiesta criminale, Tina lascia i freni e si abbandona a una relazione selvaggia che le rivela presto la sua vera natura. Uno choc esistenziale il suo che la costringerà a scegliere tra integrazione o esclusione.

Recensione:

Trovare le parole giuste per descrivere “Border – Creature di confine” di Ali Abbasi, miglior film della sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2018, non è affatto semplice. Si tratta di una pellicola difficile da catalogare in un genere preciso, e cercare di farlo sarebbe anche un grave errore.

L’articolata e sorprendente sceneggiatura del film ha forza, potenzialità e respiro drammaturgico, e riesce a mescolare splendidamente al suo interno noir, romance, thriller e fantasy.

Gli sceneggiatori non si sono limitati a prendere spunto dal romanzo cult di John Ajvide Lindqvist “Lasciami entrare“, ma hanno ampliato l’orizzonte della storia riscrivendone l’identità e la prospettiva ambientale, culturale e sociale.

La sua vita solitaria subisce una svolta quando incontra Vore (Milonoff), un viaggiatore eccentrico e rude che per aspetto fisico le è molto vicino e che per la prima volta la fa sentire amata, compresa…

La riuscita di “Border – Creature di confine” è in gran parte legata alle magistrali interpretazioni dei due protagonisti, che hanno lavorato duramente sulla propria fisicità per calarsi nel ruolo – oltre ad essersi sottoposti a lunghe seduta di make up.

Eva Melandee ed Eero Milonoff compongono una coppia artistica di assoluto valore, memorabile sul piano recitativo. Sono l’esempio perfetto di come un attore possa davvero sparire dentro un personaggio. continua su

http://paroleacolori.com/border-creature-confine-un-fantasy-con-anima/

47) Gomorra la Serie: Stagione 4

Recensioni / Eventi: Gomorra La Serie: 4 Stagione
A cura di Vittorio De Agrò

“Gomorra La Serie” – 4 Stagione composta da 12 episodi andrà in onda dal 29 Marzo su Sky Atlantic.
Da un ‘idea di Roberto Saviano e basato sull’omonimo romanzo di Roberto Saviano, sceneggiatura di Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, Enrico Audenino, Monica Zapelli regia di Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Marco D’Amore, Enrico Rosati, Ciro Visco, con: Salvatore Esposito, Cristiana Dell’Anna, Arturo Muselli, Loris De Luna, Ivana Lotito.
Sinossi:
Genny sopravvissuto a tutto dovrà cambiare vita per salvare la sua famiglia. Reinventatosi uomo d’affari, dovrà lasciare il regno a Patrizia e affidarsi a un clan legato a Donna Imma.

Recensione:
Sarà possibile realizzare una nuova stagione di Gomorra dopo aver assistito alla traumatica e tragica morte di Ciro l’Immortale?
Una domanda che i fan e gli addetti ai lavori si sono chiesti scocciati dopo l’inaspettato finale della 3 stagione. Interrogandosi scettici in che modo gli sceneggiatori sarebbero riusciti a “ripartire” drammaturgicamente dopo l’addio al personaggio più famoso e carismatico del cast.
La risposta è arrivata oggi in modo fragoroso quanto sorprendente.

Si scrive “Gomorra 4” ma in realtà questa nuova stagione segna un nuovo inizio della serie crime più importante, acclamata ed amata di Sky.
Dimenticate o quasi i punti di riferimento a cui eravate affezionati e le certezze narrative ed interpretative che considerate alla stregua di “dogmi”.
“Gomorra 4” rappresenta una magistrale, profonda evoluzione, trasformazione della storia, dei personaggi e soprattutto degli equilibri e dinamiche dei poteri che hanno caratterizzato le prime tre stagioni.
“Gomorra 4” iniziando “ingannevolmente “con il brutale e feroce omicidio di un sindaco di piccolo paesino,” colpevole” di non rispettare le consegne affidategli dal suo “Grande Elettore” ovvero il vecchio e spietato boss Levante (new entry Gianni Parisi), “illude” lo spettatore d’assistere all’inizio di una sanguinosa guerra tra clan dopo la morte di Ciro
Si tratta invece di un piccolo “trabocchetto” narrativo messo in scena dagli autori, perché fin dalla scena successiva con il vibrante ed inteso confronto tra Genny e la moglie Azzurra, si intuisce chiaramente come in questa stagione saranno le donne decisive e determinate nelle scelte più drammatiche e come gli uomini saranno relegati al ruolo di “meri esecutori”.
“Gomorra 4” mette in luce come il “male” non abbia distinzioni di genere e come le donne di camorra possano e vogliano comandare senza vere alcun timore d’ordire vendette e stragi pur di mantenere ordine e rispetto all’interno del clan.


“Gomorra 4” racconterà l’ascesa al potere di Patrizia e soprattutto come la brava Cristiana Dell’Anna si candidi, con personalità e carisma, a raccogliere nei cuori dei fan e sulla scena la pesante eredità artistica di Marco D’Amore. continua su

http://www.nuoveedizionibohemien.it/index.php/appuntamento-al-cinema-76/?fbclid=IwAR1UPw78FWP4c_htY-MNKoeWaPiJxTRLlr20ZJ678AjNyB7e31zpsalRa3o

46) Triple Frontier

“Triple Frontier ” è un film di J.C. Chandor. Con Adria Arjona, Oscar Isaac, Charlie Hunnam, Ben Affleck, Garrett Hedlund. Azione, 125′. USA 2019

Sinossi:

Santiago è un militare americano con addestramento d’élite che lavora per una compagnia privata in Colombia, dove pianifica un assalto a un ricco narcotrafficante. Per realizzarlo collabora con la bella Yovanna, che svolge alcune consegne per il narcos ed è entrata nella sua villa. Inoltre, con la promessa di evitare vittime civili e di consegnare parte del bottino alla CIA, Santiago torna negli Stati Uniti per reclutare i suoi ex commilitoni, che non se la passano benissimo. William insegna alle reclute, suo fratello Ben combatte nel giro delle MMA, il pilota Francisco è nei guai con la legge e il loro leader, Tom, è divorziato e preoccupato di non poter garantire un futuro sicuro ai propri figli. Santiago avrà gioco facile nel convincerli a partecipare all’avventura.

Recensione:

Non me voglia il buon Reed Hastings, CEO di Netflix, ma c’era davvero l’urgenza produttiva, commerciale e creativa di mettere in cantiere e poi distribuire – solamente in streaming – il film “Triple frontier”?

Chi scrive è anche un piccolo azionista di questa illuminata piattaforma, oltre che suo convinto sostenitore, e sono sicuro che Netflix rappresenti già adesso e rappresenterà ancora di più in futuro un valore aggiunto per il cinema mondiale.

Ma ieri, dopo essere rimasto sveglio fino a tarda notte per vedere “Triple frontier” di J.C. Chandor, sono andato a letto deluso. Nonostante il cast talentuoso, tra cui spiccano Ben Affleck, Oscar Isasac, Pedro Pascal, la pellicola si rivela povera e scialba a livello drammaturgico, e piuttosto scontata e persino noiosa nella messa in scena. continua su

http://paroleacolori.com/triple-frontier-una-maxi-produzione-netflix-che-valorizza-lambientazione/

45) Peterloo

Il biglietto da acquistare per “Peterloo” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Peterloo” è un film di Mike Leigh. Ccon Maxine Peake, Rory Kinnear, David Bamber, Tim McInnerny, Teresa Mahoney. Drammatico, 154’. Gran Bretagna 2018.

Sinossi:

Il giovane trombettiere Joseph sopravvive miracolosamente alla sanguinosa battaglia di Waterloo e torna a casa, a Manchester, dalla sua famiglia di umili operai. Ma un’altra battaglia si prepara da quelle parti: quella del popolo inglese del dopoguerra, ridotto alla fame dalla disoccupazione e dalla tassa sull’importazione del grano e trattato con a ferocia e ingiustizia da una magistratura ecclesiastica arrogante e violenta. Giovani radicali e meno giovani riformisti moderati prendono a riunire folle sempre più numerose, pronte a domandare in piazza il diritto di voto che la Costituzione prevede per loro. Il governo di Londra, informato dei fatti, si prepara invece a difendere i propri privilegi, affilando le armi.

Recensione:

Chi ancora oggi sostiene l’utilità della guerra come mezzo per disfarsi dei dittatori e garantire al popolo oppresso l’agognata libertà dovrebbe dare un’occhiata ai libri di storia. Oppure, se leggere non è il suo forte, guardare qualche film. “Peterloo” di Mike Leigh, presentato in concorso a Venezia, ad esempio.

Un biopic classico, preciso e rigoroso che rievoca con dovizia di particolari, bei costumi e un’attenta ricostruzione storica gli eventi che portarono al cosiddetto “massacro di Peterloo”, il 16 agosto 1819, quando oltre sessantamila persone si riunirono pacificamente in St Peter’s Field e vennero brutalmente travolte dalla cavalleria dell’esercito, finendo uccise o ferite.

Si tratta di una delle pagine più vergognose della storia inglese, in cui il governo e il Re si rivelarono non soltanto miopi ma anche sprezzanti verso le richieste legittime dei cittadini.

La vittoria inglese su Napoleone a Waterloo del 1815 fu accolta all’inizio con grande entusiasmo da parte di tutto il popolo inglese, speranzoso che la caduta del dittatore francese avrebbe portato pace, benessere e ricchezza nel Regno Unito. Un’illusione che durò lo spazio di pochi mesi, quando i reduci della guerra, tornati a casa, si ritrovarono senza un lavoro e ancora più affamati.

La Gran Bretagna fu colpita da una lunga e devastante crisi economica, che portò da una parte all’ulteriore impoverimento degli umili, dall’altra all’arroccamento dei nobili e della borghesia benestante nelle loro posizioni di dominio e privilegio.

Mike Leigh, con il suo ultimo lavoro, ha cercato di far rivivere le difficoltà patite dagli abitanti di Manchester in quegli anni, l’ottusità dei tutori della legge, le condizioni che hanno spinto il popolo a scendere in piazza. continua su

http://paroleacolori.com/peterloo-il-racconto-di-un-evento-del-passato-che-ha-costruito-il-presente/

44) Il Censimento dei Radical Chic (Giacomo Papi)

“Il censimento dei radical chic” è un romanzo scritto da Giacomo Papi e pubblicato da Narratori Feltrinelli nel Gennaio 2019.

Sinossi:
In un’Italia ribaltata – eppure estremamente familiare -, le complicazioni del pensiero e della parola sono diventate segno di corruzione e malafede, un trucco delle élite per ingannare il popolo, il quale, in mancanza di qualcosa in cui sperare, si dà a scoppi di rabbia e applausi liberatori, insulti via web e bastonate, in un’ininterrotta caccia alle streghe: i clandestini per cominciare, poi i rom, quindi i raccomandati e gli omosessuali. Adesso tocca agli intellettuali. Il primo a cadere, linciato sul pianerottolo di casa, è il professor Prospero, colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, peraltro subito rimbrottato dal conduttore: “Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore”. Cogliendo l’occasione dell’omicidio dell’accademico, il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic per censire coloro che “si ostinano a credersi più intelligenti degli altri”. La scusa è proteggerli, ma molti non ci cascano e, per non essere schedati, si affrettano a svuotare le librerie e far sparire dagli armadi i prediletti maglioni di cachemire… Intanto Olivia, la figlia del professore, che da anni vive a Londra, rientrando per il funerale, trova un paese incomprensibile. In un crescendo paradossale e grottesco, Olivia indaga le cause che hanno portato all’assassinio del padre. Attraverso i suoi occhi, facendo scattare come una tagliola il meccanismo del più affilato straniamento letterario, Giacomo Papi ci costringe a vedere, più che il futuro prossimo, il nostro sobbollente presente.
Recensione:
Incuriosito dalle positive recensioni di stimati e seguiti blog, ieri pomeriggio ho deciso che il romanzo di Giacomo Papi mi avrebbe “accompagnato” durante il volo di ritorno nella capitale.
“Il censimento dei radical chic” mi ha conquistato fin dalla prima pagina, catapultandomi dentro un intreccio narrativo a metà strada tra il paradossale e il surreale.
Eppure più mi inoltravo nella lettura più mi rendevo conto quanto i dialoghi, situazioni ed eccessi dei personaggi ideati e messi in scena dall’autore fossero amaramente reali e concreti nella nostra società.
“Il censimento dei radical chic” rispecchia in modo magistrale ed efficace l’involuzione morale e civico del nostro Paese e quanto la crisi economica sia stata utilizzata e manipolata da alcuni gruppi e movimenti politici come “cavallo di Troia” per arrivare alle stanze del potere.
“Il censimento dei radical chic” riscrive in chiave ironica quanto cupa gli “anni di piombo” che il nostro Paese visse negli anni 70 con le Brigate Rosse, facendo diventare gli intellettuali ed i liberi pensatori come nuovi e pericolosi “nemici del popolo”.
Lo so, caro lettore, queste mie considerazioni ti sembreranno eccessive e fuori luogo, ma basta accendere la Tv o far un giro sui social network nelle ultime ore per renderti conto quanto sia forte e dilagante il clima d’odio tra le persone e se qualcuno “osa” esternare un’idea diversa rispetto al pensiero dominante, è tacciato di non avere a cuore il bene dell’Italia.
“Il censimento dei radical chic” certifica da una parte il capovolgimento delle regole di civiltà e buon senso che hanno regolato per decenni la convivenza pacifica e lo sviluppo della nostra società, e dall’altra constata come i principi di meritocrazia, accoglienza e tolleranza siano ormai divenute parole inutili e fastidiose.
Giacomo Papi si rivela un attento e cinico osservatore della società e sensibile conoscitore dell’animo italico, firmando con talento e creatività una storia capace di raccontare il nostro imbarbarimento costringendo il lettore a sorridere della parte più oscura e deprecabile di sé stessa.
Un tempo dicevamo ironicamente “Beata Ignoranza”, oggi è invece fieramente indicata come stella polare dai nostri governanti.

43 ) Detective per caso

“Detective per caso” è un film di Giorgio Romano. Con Emanuela Annini, Alessandro Tiberi, Giulia Pinto, Giordano Capparucci, Giuseppe Rappa. Commedia, 85′. Italia 2019

Sinossi:

Giulia e Pietro sono due ragazzi inseparabili. Insieme alla loro esuberante comitiva di amici si ritrovano ogni sera per commentare le ultime novità. Un giorno però Pietro nota Marta, una ragazza con problemi di droga perseguitata da persone che la ricattano per soldi. Lui le si affeziona, scatenando la gelosia di Giulia che comincia ad essere preoccupata che l’amico si cacci nei guai. La sua previsione si avvera quando Pietro viene coinvolto in una rapina e scompare nel nulla. Giulia metterà insieme una squadra per risolvere il mistero e finalmente realizzerà il suo sogno di diventare una detective come quelle che ha sempre ammirato in TV.

Recensione:

Per la prima volta attori professionisti disabili – provenienti dall’Accademia L’arte nel cuore, che ha collaborato al progetto – recitano in un film che non parla assolutamente di disabilità.

Voglio partire da qui per parlarvi di “Detective per caso” di Giorgio Romano – nelle sale per un evento di due giorni, il 18 e il 19 marzo, dopo essere stato presentato alla Festa del cinema di Roma -, un bel film al di là della valenza sociale.

Ai giovani esordienti – che di rivelano talentuosi e tutt’altro che timorosi davanti alla macchina da presa – si affiancano colleghi esperti e famosi, da Claudia Gerini a Stella Egitto, da Stefano Fresi a Valerio Mastandrea.

“Detective per caso” merita la giusta considerazione, a prescindere dell’aspetto sociale. Si tratta infatti di un film capace di emozionare, di strappare sorrisi e applausi attraverso la sua convincente storia d’amicizia dove non mancano i colpi di scena e gli spunti thriller. continua su

http://paroleacolori.com/detective-per-caso-il-film-di-giorgio-romano-in-sala-per-due-giorni/

42 ) Petrademone – La Terra del Non Ritorno ( Manlio Castagna)

“Petrademone -La Terra del Non Ritorno” è un romanzo scritto da Manlio Castagna e pubblicato da Mondadori nel Gennaio 2019.

Sinossi:
Lasciato ormai il nostro mondo, Frida, Miriam e i gemelli Oberdan si inoltrano nei regni di Amalantrah per salvare i cani spariti, ritrovare i propri cari e soprattutto Iaso, il guaritore, l’unico in grado di curare Gerico dal veleno degli uomini vuoti. Nel viaggio dentro le perenni nebbie di Nevelhem, le strade dei ragazzi si dividono e le missioni si fanno sempre più difficili. Dovranno affrontare nuove e inquietanti creature (animali vampiro, aquiloni ingannatori, ipnoratti e spettri affamati di paura; viaggiare su vascelli fantasma in fiumi di tenebra e scoprire città sbalorditive. Ad aiutarli gli intrepidi border collie di Petrademone, che staranno al loro fianco nei momenti decisivi. Numerosi saranno gli enigmi a cui dovranno dare una risposta: chi domina gli adoratori di Shulu? Perché Miriam non ha voce, ma sa far comparire parole profetiche sul Libro delle Porte? Perché il Signore degli Incubi imprigiona le anime dei bambini dietro gli specchi? I ragazzi dovranno puntare al cuore stesso del Male e disinnescarlo. Sapranno farlo senza perdersi? Età di lettura: da 10 anni.
Recensione:
Confesso d’avere molti pregiudizi letterari sull’ esordiente “baciato” dal successo di pubblico e critica .
Un successo , magari meritato , ma che induce l’autore a firmare una vera e propria saga ma quasi sempre di dubbio valore artistico
Se è possibile sono ancora più scettico quando la saga è di genere fantasy e l’autore, generalmente italiano, esaurita la vena creativa si limita esclusivamente a rielaborare storie e personaggi già visti in altri celebri romanzi.
Infine sono altresì diffidente sui sequel letterari e non, pensati più come “macchine da soldi” piuttosto che basati su una brillante idea narrativa.
Insomma lo avete capito sono una persona molto difficile da convincere e conquistare.
Ebbene, caro lettore, esattamente un anno dopo mi ritrovo a dover far i miei più sinceri e sentiti complimenti a Manlio Castagna nell’ essere riuscito a firmare un “sequel” di grande valore letterario e emozionale.
“Petrademone -La Terra del Non Ritorno” è una lettura travolgente, tesa, avvolgente.
Il lettore si “perde” in questa avventura grazie ad un efficace impianto narrativo caratterizzato da continui quanto intelligenti colpi di scena e da un crescente ed incisivo pathos fino all’ultima pagina.
Il lettore vive quest’incredibile avventura, ancora una volta, accanto ai giovani protagonisti, osservandone i cambiamenti caratteriali, la crescita interiore e financo sorridendo delle loro prime ed ingenue “schermaglie amorose”.
In questo secondo romanzo Manlio Castagna supera sé stesso sul piano creativo e drammaturgico, dimostrando altresì d’aver affinato il proprio stile di racconto e limato le piccole criticità strutturali e narrative emerse nel suo felice esordio.
“Petrademone -la terra del non ritorno” aumenta nel lettore il desiderio di vedere quanto prima l’atteso adattamento televisivo di Ivan Cotroneo, affinché possa gustare ed ammirare anche da spettatore la bellezza e magia del mondo incanto quanto oscuro creato da Manlio Castagna.