1)Carolyn Smith testimonial di #ilcancrononhacolore

foto di Angelo Costanzo

L’impegno di tutte le forze politiche nella tutela dei diritti dei pazienti oncologici e
onco-ematologici ha connotato per il secondo anno consecutivo la celebrazione del “World Cancer Day” da
parte del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”.
Il Gruppo, che compie nel 2024 dieci anni di attività e impegno a sostegno dei pazienti, riunisce 45
Associazioni pazienti, una Commissione tecnico-scientifica e un Intergruppo parlamentare “Insieme per un
impegno contro il cancro” con il quale lavora fianco a fianco, al fine di mettere in campo proposte fattibili e
sostenibili, che consentano di raggiungere l’obiettivo prioritario del Gruppo: umanizzare le cure con
interventi psico-sociali che migliorino la salute e la qualità di vita dei malati, e favoriscano una presa in carico
globale della persona affetta da tumore.

Come primo passo nel nuovo anno, ieri è approdato nell’Aula della Camera per la discussione generale il
testo unificato del disegno di legge che disciplina in materia di comporto e permessi per i lavoratori, pubblici
e privati, affetti da malattie oncologiche e onco-ematologiche. Un importante passo avanti nell’iter che
dovrebbe portare nel 2024 all’approvazione finale del DDL.
Di umanizzazione delle cure, di interventi psicosociali per migliorare la salute e la qualità di vita dei malati
e favorire una presa in carico globale del paziente/persona ne ha parlato anche la testimonial della
giornata Carolyn Smith, ballerina, coreografa e star televisiva, raccontando la sua esperienza di paziente
oncologica.
«Sono molto onorata di aver partecipato ad un evento come questo organizzato dal Gruppo “La Salute:
un bene da difendere, un diritto da promuovere” che fa un lavoro prezioso, portando la voce delle
Associazioni pazienti nelle sedi Istituzionali. I pazienti devono poter diventare parte attiva e proattiva delle
scelte che potranno cambiare la sanità di domani. È per questo che oggi sono qui: parlo per le tante
persone che come me affrontano ogni giorno la malattia. Sono convinta che tra gli interventi psicosociali
per migliorare la salute e la qualità di vita dei pazienti rientri anche il mio progetto “Dance for Oncology”
perché da ballerina ho potuto verificare personalmente quanto la danza mi abbia aiutato sia a livello fisico
che psichico. La mia formazione mi è stata di grande aiuto. Per questo desidero condividere la mia
esperienza con chi sta vivendo la stessa situazione. Gli effetti positivi del ballo sono indiscutibili e vanno
bene per donne e uomini di tutte le età e con percorsi oncologici differenti. Un modo per aiutare a ritrovare
spensieratezza, energia e nuove amicizie».
Soddisfazione da parte delle 45 Associazioni pazienti afferenti al Gruppo che in stretta collaborazione con i
parlamentari, senza distinzione di colore politico, lavorano da tempo sul tema del comporto e dei permessi
per i lavoratori e le lavoratrici affetti da tumore.
«Esprimiamo soddisfazione per l’arrivo alla Camera del DDL per i lavoratori e lavoratrici affetti da malattie
tumorali: è un passaggio verso la sua approvazione, che auspichiamo più rapida possibile nell’interesse
dei pazienti ancora produttivi che, oltre a dover affrontare i trattamenti e i controlli, incontrano diverse
difficoltà nella propria attività lavorativa – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna
ODV e Coordinatrice del Gruppo di advocacy – esprimiamo i nostri ringraziamenti per tutti coloro che in
questi anni ci hanno sostenuto nella lotta portata avanti per tutelare i diritti fondamentali dei pazienti, in
primo luogo i politici. In questi 10 anni abbiamo visto crescere la sensibilità delle Istituzioni verso il tema
del cancro e soprattutto verso i bisogni dei malati e delle loro famiglie e ciò non era per niente scontato.
Siamo riusciti a costruire nel tempo un dialogo aperto e interlocutorio con le diverse forze politiche senza
distinzione di colore. Questo è per noi motivo di grande soddisfazione. L’obiettivo da raggiungere è quello
di non lasciare soli i pazienti e migliorare la loro salute e la qualità di vita portando nei reparti oncologici e
onco-ematologici l’umanità che deve a nostro avviso inevitabilmente coniugarsi con il progresso
scientifico. Ci attende molto lavoro ma sono convinta che riusciremo con il sostegno dei clinici, delle
società scientifiche e dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro” a superare
gli ostacoli, a migliorare l’accesso alle cure e a ridurre le disuguaglianze ancora esistenti».
Nel nostro Paese si stimano, per il 2023, 395.000 nuove diagnosi di tumore (dato AIOM), erano 390.700
nel 2022 e 376.000 nel 2020. Quasi 4 milioni di italiani convivono oggi con una malattia neoplastica solida
o del sangue, nel 2005 erano 2,5 milioni. Il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 detta gli indirizzi per
prevenzione, cura e assistenza ai malati di cancro e auspica una particolare attenzione ai percorsi
assistenziali attraverso un approccio integrato multiprofessionale al fine di ridurre il gap tra le Regioni
italiane in fatto di accesso alla prevenzione e alle cure. Il tema dell’edizione 2024 del World Cancer Day è
infatti “Close The Care Gap”, in linea con le priorità del Gruppo.
«Il 2024 sarà un anno molto impegnativo – sostiene l’On. Vanessa Cattoi, Coordinatrice dell’Intergruppo
parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro” alla Camera – come Intergruppo ci poniamo
diversi obiettivi: in primo luogo, consentire ai pazienti oncologici di partecipare in modo strutturato ai
processi decisionali in ambito sanitario; in secondo luogo, chiudere la proposta di legge in merito alle ore
di comporto e ai permessi di lavoro in favore dei pazienti; vorremmo riuscire poi a calendarizzare in
Commissione la proposta di legge sulla figura dello psico-oncologo molto importante per le persone
affette da tumore e per le loro famiglie. L’Agenzia Europea (EMA) ha istituzionalizzato il coinvolgimento
dei pazienti dal 2005 mentre l’Italia è rimasta indietro. Per questo abbiamo presentato come Intergruppo,
insieme ai colleghi delle diverse forze politiche partecipanti, una PDL al fine di istituzionalizzare la

presenza delle Associazioni ai tavoli decisionali in materia di salute. Il coinvolgimento dei pazienti è
cruciale per la loro esperienza e competenza. Ringrazio i colleghi di tutti i gruppi politici che si stanno
impegnando con me, con Annamaria Mancuso e con le 45 Associazioni pazienti per raggiungere questi
ed altri obiettivi presenti nell’Accordo di Legislatura che tutti noi abbiamo sottoscritto aderendo al progetto
“La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e per colmare il gap tra le Regioni italiane in
fatto di accesso alla prevenzione e alle cure».
Non sfugge alle 45 Associazioni pazienti del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da
promuovere” la sostenibilità finanziaria necessaria per realizzare gli obiettivi dell’Accordo di legislatura
2022/2027. A questo proposito il Sen. Guido Quintino Liris, Coordinatore dell’Intergruppo parlamentare
“Insieme per un impegno contro il cancro” in Senato ha dichiarato: «È stato un onore e una grande
responsabilità essere stato relatore alla legge finanziaria, il momento più alto e importante per uno Stato,
quando si traducono in numeri il programma e il mandato di governo e si concretizza, quindi, un percorso
politico. La manovra finanziaria 2024 in tema sanità interviene in particolare sull’assegnazione di 3 miliardi
di euro per i rinnovi contrattuali e per l’abbattimento delle liste d’attesa, e al finanziamento del Fondo
sanitario per oltre 11 miliardi di euro. La sanità potrà inoltre beneficiare di 136 miliardi di euro per
investimenti, l’appostamento di bilancio più alto degli ultimi decenni. Alla Presidente e amica Annamaria
Mancuso e ai rappresentanti delle Associazioni coinvolte nel Gruppo “La salute: un bene da difendere, un
diritto da promuovere” va il mio personale ringraziamento per l’azione di stimolo costante: con la nostra
azione politica vogliamo migliorare costantemente la ricerca, la prevenzione e l’assistenza dei pazienti
oncologici e onco-ematologici».
Per quanto concerne la partecipazione delle Associazioni pazienti in modo strutturato ai processi
decisionali in ambito sanitario, il Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” dal
2023 sta preparando i suoi rappresentanti con il primo Corso di perfezionamento in Italia in collaborazione
con l’Università degli Studi di Pavia, fiore all’occhiello del mondo accademico italiano. Il Corso ha
l’obiettivo di fornire le conoscenze tecniche e gli strumenti pratici necessari per condurre attività di
advocacy ed essere parte attiva nel ridisegnare la Sanità di domani.

5) Dieci Minuti

“Dieci Minuti” è un film del 2024 diretto da Maria Sole Tognazzi, liberamente tratto dal romanzo “Per Dieci Minuti” di Chiara Gamberale, sceneggiatura  da Francesca Archibugi e Maria Sole Tognazzi, con : Barbara Ronchi, Margherita Buy, Fotini Peluso, Alessandro Tedeschi,   Barbara Chichiarelli, Anna Ferruzzo, Marcello Mazzarella.

Sinossi:

Dieci Minuti, film diretto da Maria Sole Tognazzi, racconta come anche soltanto dieci semplici minuti al giorno possano cambiare totalmente il corso dell’intera giornata. Trascorrere questi pochi minuti a fare qualcosa del tutto nuovo e mai fatto nella vita, può davvero cambiare il corso di un’intera esistenza. È questo quello che Bianca imparerà durante una crisi esistenziale.

Fare nuove conoscenze, scoprire legami speciali e ascoltare chi da sempre le vuole bene sembra poco, ma può permettere a una persona, in questo caso Bianca, di ricominciare e di rinascere.

Recensione:

Trascorrere pochi minuti a fare qualcosa del tutto nuovo e mai fatto prima nella vita, può davvero cambiare il corso di un’intera esistenza. È questo quello che Bianca imparerà durante una crisi esistenziale.

Fare nuove conoscenze, scoprire legami speciali e ascoltare chi da sempre le vuole bene sembra poco, ma può permettere a una persona, in questo caso Bianca, di ricominciare e di rinascere.

Generalmente non esistono avvisaglie  prima dell’implosione e se semmai ci fossero state, non saremmo stati  in grado di coglierle.

Alcune volte è la fine di una relazione, di un matrimonio, la morte di una persona. Ma  come ci insegna ogni bravo terapista,  quello è soltanto un effetto e le cause del malessere vanno ricercate nel nostro essere. continua a leggere https://www.raccontardicinema.it/2024/01/27/dieciminuti-maria-sole-tognazzi/?fbclid=IwAR3mn95aEnC76eZLitOQD173JBJMMV9kCB–h1ZEdiu_Nh12bGfMUVEFWdw

4) La mia vita nella tua (JoJo Moyes) -Recensione

“La mia vita nella tua” è un romanzo scritto da JoJo Moyes e pubblicato in Italia il 23 Febbraio 2023 da Mondadori.

Sinossi:

Nisha vive nel lusso grazie al matrimonio con un ricco uomo d’affari fino al giorno in cui, di punto in bianco, lui le chiede il divorzio e la estromette dalla sua vita, privandola di tutto ciò che fino a quel momento possedeva. Benché Nisha sia determinata a tenersi stretti i suoi privilegi, ciò che le rimane è solo una borsa da palestra di un’altra donna con dei vestiti a buon mercato che non le appartengono. Sola e abbandonata, comincia a capire cosa significhi non avere più nulla, il peggiore dei suoi incubi, e dover ripartire da zero. Sam, invece, sta vivendo una profonda crisi. Suo marito è disoccupato e depresso, sua figlia sembra non accorgersi neanche di lei e non ha nessuna soddisfazione sul lavoro. Sam è una donna dall’animo gentile, che si è dimenticata di sé stessa per soddisfare solo i bisogni degli altri. Quando si accorge di aver preso per sbaglio la borsa di un’estranea in palestra e si trova costretta a indossare delle provocanti scarpe rosse di coccodrillo di Christian Louboutin per partecipare a una serie di riunioni di lavoro, inizia a rendersi conto che qualcosa deve cambiare: incredibilmente quei tacchi vertiginosi la portano a una svolta. Jojo Moyes ha un talento speciale nel parlare dritto al cuore delle donne, descrivendo con sensibilità le loro fragilità e la loro grande forza. La mia vita nella tua è una commedia ricca di sorprese e colpi di scena, ma soprattutto una storia sul valore dell’amicizia al femminile.

Recensione:

“Una donna si caratterizza, si identifica anche dal numero e qualità di scarpe che possiede”

Non ricordo dove ho letto questa frase, ma mi è ritornata in mente mentre leggevo con ritardo l’ultimo romanzo di JoJo Moyes.

Noi maschietti, tranne rare eccezioni, scegliamo la calzatura più comoda ed economica, non legando l’acquisto a chissà quali significati esistenziali / segno di potere nella società.

“La mia vita nella tua” se volessi essere sbrigativo e superficiale nella recensione, dovrei scrivere che l’intreccio narrativo si basa su un “banale scambio di borse” avvenuto nello spogliatoio femminile di una palestra.

Ma come  ogni lettore sa bene , anche un piccolo episodio può dare il via ad una grande storia e stravolgere l’esistenza di una persona anche nella vita reale.

Ma JoJo Moyes  avendo dimostrato nei precedenti  romanzi d’essere una scrittrice talentuosa, creativa e soprattutto dotata di quel necessario per descrivere e raccontare le pieghe più nascoste dell’animo umano, è riuscita anche in questo caso nel traghettare il lettore da una commedia pura a qualcosa di più stratificato e coinvolgente senza essere mai pesante o peggio ancora noiosa.

Il lettore entra in contatto con la vita di due donne (Nisha e Sam) completamente agli antipodi,  eppure accomunate dall’essere sopraffate da una crisi personale e professionale  davvero inaspettata quanto immeritata.

Nisha è una donna decisa, elegante, snob e sposata da vent’anni con Carl un uomo ricco ed arrogante .

Sam è invece una manager stressata dal suo stupido capo e soprattutto stanca di reggere da sola le tante responsabilità famigliari , visto che suo  marito Phil è caduto in depressione dopo il licenziamento e la morte di suo padre.

Nisha e Sam affrontano la vita e soprattutto vedono diversamente gli altri.

Il causale scambio delle borse provocherà un cortocircuito emotivo ed economico, mettendo le donne di fronte ai loro peggiori incubi e soprattutto facendole comprendere la necessità di un radicale cambio di vita più in linea con le loro vere esigenze.

“La mia vita nella tua” è una storia d’amicizia  femminile o se preferite “sorellanza” nata nel  momento più difficile e per questo se ne sente  davvero l’ autenticità e intensità.

“La mia vita nella tua” non è il libro “perfetto”, presenta ovviamente alcune criticità strutturali ( 392 pagine sono troppe per questo genere di storia. Alcuni passaggi si potevano tagliare o quanto meno asciugare), l’alternanza tra Nisha e Sam non sempre è armoniosa e probabilmente la parte di Sam è quella più ripetitiva e già vista rispetto a quella di Nisha più coinvolgente e ricca di pathos e colpi di scena.

I personaggi maschili  escono “quasi” tutti male od al massimo di solido e  silenzioso  sostegno per Nisha come nel caso del cuoco Aleks.

In conclusione “La mia vita nella tua” è una lettura godibile, divertente anche se ha un retro gusto agrodolce di stampo femminista nel rivendicare la propria indipendenza ed autonomia in una società ancora troppo “maschilista”. Ma la rivoluzione è già iniziata anche per merito di un paio di scarpe.

4) Arf

“ARF” è un film d’animazione diretto da Simona Cornacchia, Anna Russo, scritto da Anna Russo.

Ogni guerra si porta dietro un tragico numero di vittime innocenti e soprattutto  tanti, troppi bambini

Sinossi: #ARF è un bambino, ma non sa parlare, abbaia. Però ha un ottimo fiuto e un carattere adorabile. Nato in un paese in guerra, è stato salvato da Bianca, una cagnolina che lo ha cresciuto nel branco di randagi che vive su una collina ai margini della città.La guerra per giunge anche in quel luogo magico, il branco è disperso in una retata e Arf portato in un campo di prigionia insieme ad altri bambini. Ma Arf non conosce la cattiveria degli esseri umani e anche in quel luogo triste, trova degli amici e continua a sorridere. La serenità del bambino che sa soltanto abbaiare, fa infuriare il nevrastenico comandante del campo, che condanna Arf a una terribile fine…ma Arf è un bambino speciale e ci penseranno i suoi amici cani a salvarlo creando un grande scompiglio proprio nel giorno in cui il Dittatore viene in visita per tenere un discorso ai soldati e alla nazione .Anche lui dovrà vedersela con Arf,che rovinerà i suoi piani e riuscirà a salvare il suo branco di amici e ritrovare Bianca e la libertà, mentre scoppia la pace.

Recensione:

Ogni guerra si porta dietro un tragico numero di vittime innocenti e soprattutto  tanti, troppi bambini. Ecco lo scopo di questa animazione

In Ucraina da due anni e dallo scorso 7 ottobre, aumentano giorno dopo giorno la cifra di bimbi rimasti uccisi sotto i bombardamenti o rimasti orfani con la morte dei propri genitori.

Un “bollettino”  sconvolgente che dovrebbe imporre un’immediata pace, ma che è invece drammatica “normalità”. continua su

3)The Holdovers -Lezioni di Vita

Il biglietto d’acquistare per “Holdovers-Lezioni di Vita” è : Ridotto

“Holdovers-Lezioni di Vita” è un film del 2024 diretto da Alexander Payne, sceneggiatura di David Hemingson, con : Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston.

Sinossi:
The Holdovers – Lezioni di vita, film diretto da Alexander Payne, racconta la storia di un insegnante Paul Hunham (Paul Giamatti), che pare non piacere a nessuno, né ai suoi studenti nè ai suoi colleghi e neppure al preside. Nessuno, infatti, pare gradire il suo essere rigido e pomposo.
È il Natale del 1970 e Paul, senza una famiglia e un luogo dove trascorre le festività, decide di restare a scuola dorante le vacanze come supervisore degli studenti che ancora non hanno potuto far ritorno nelle loro case. Dopo qualche giorno, soltanto uno studente rimane nell’istituto. Si tratta del quindicenne Angus (Dominic Sessa), un ottimo studente ma con un pessimo comportamento, che crea sempre problemi e rischia ogni volta l’espulsione. Oltre a Paul e al giovane, è rimasta nella scuola anche la capocuoca Mary (Da’Vine Joy Randolph), che si occupa dei figli dei privilegiati nella scuola e che di recente ha perso suo figlio nella guerra in Vietnam.
I tre si ritroveranno a formare un’improbabile famiglia sotto le festività natalizie, condividendo diverse disavventure nelle nevose due settimane che trascorreranno insieme in New England.
Recensione:
La scuola dovrebbe essere il luogo in cui si formano le menti degli studenti oltre che prepararli alla difficoltà della vita.
I professori dovrebbero insegnare , spiegare le rispettive materie e soprattutto dovrebbero svolgere il compito di guide /mentori plasmando anche la personalità dei propri alunni.
Uso il condizionale, sfortunatamente, perché oggi la scuola italiana ha “quasi” abdicato a queste importanti funzioni ed i professori abbandonati e vilipesi hanno perso ogni passione ed entusiasmo.
Vediamo all’opera più che altro dei “cattivi maestri” in questa società iperconnessa ed allo stesso tempo egoistica e superficiale.
Il cinema non “ha perso” la speranza di un ritorno alle origini e ciclicamente propone storie, film importanti per non dire “cult” sulla scuola e sul rapporto tra professore ed alunno o meglio tra Mentore ed allievo dando vita ad un vero e proprio genere.
Ci piace ricordare alcuni titoli entrati nella comune memoria cinematografica : “L’Attimo Fuggente” di Peter Weir (1989), “Will Hunting” di Gus Van Sant (1997), “Wonder Boys” di Curtis Hanson (2000), Scoprendo Forrester di Gus Van Sant (2000) e “Il Club degli Imperatori” di Michael Hoffman(2002).

“The Holdovers” di Alexander Payne rientra per molti versi all’interno di questo genere , elevandosi per qualità narrativa, attoriale e registica alle pellicole citate in precedenza.
Ma allo stesso Alexander Payne realizza con bravura e creatività , un film differente dal classico plot narrativo, basandosi sulla solida e convincente sceneggiatura firmata da David Hemingson.
Una sceneggiatura in cui non mancano colpi di scena e caratterizzata dalla felice alternanza tra momenti drammatici e/o intimi ad altri più leggeri e divertenti vissuti dai tre protagonisti.
“The Holdovers” non è soltanto la storia del rapporto tra lo scorbutico professore Paul e l’indisciplinato studente Angus, ma bensì ci viene raccontata e soprattutto mostrata la disperata solitudine di tre anime. E la terza anima è quella della capo cuoca Mary.
“The Holdovers” è sì anche la storia di un’amicizia improbabile nata in circostanze forzate, ma lo sceneggiatore Hemingson è andato oltre il prevedibile intreccio, svelando lentamente e delicatamente , ma anche in modo a buffo i segreti ed il passato più doloroso di ogni personaggio.
Lo spettatore crede, pensa d’aver “inquadrato” la struttura narrativa del film e la psicologia dei personaggi dopo i primi 45 minuti di film, ma in vero il primo cambio di prospettiva avviene quando gli altri compagni di Angus hanno l’opportunità di fuggire da scuola godendosi una vacanza in montagna.
Angus ed il professore Paul ,pur detestandosi, sono costretti a farsi compagnia , con la presenza di Mary a fungere da “arbitro” durante le continue liti tra i due
Su quest’“inedito” trio si sviluppa la base un racconto plurale e diversificato sulla società americana dell’epoca in cui razzismo e classismo sociale erano già ben radicati dando vita ad ingiustizie di ogni tipo.
Un secondo e netto cambio di prospettiva oltre che di scrittura si palesa con le confessioni dei rispettivi segreti da parte di Angus e Paul, trasformando il film in una sorta di “fratellanza” degli incompresi ed ultimi a livello sociale, pur mantenendo ognuno il proprio ruolo e funzione all’interno del film.
Il terzo ed ultimo cambio di prospettiva si verifica nel poetico quanto cinico finale dove il professore Paul “riscopre “ la vera missione di qualsiasi insegnante: offrire una seconda possibilità di riscatto all’alunno di valore o dal grande potenziale.
Questi tre cambi di tono e racconto non sarebbero stati possibili, credibili ed intensi se non ci fossero stati sulla scena tre grandi interpreti: l’esperto e versatile Paul Giamatti, Dominic Sessa, un esordio da “veterano delle scene” e Da’Vine Joy Randolph, straordinariamente piccola, grande od invisibile a seconda delle esigenze di sceneggiatura.
Alexander Payne firma una pellicola che profuma di Oscar oltre che regalare momenti davvero poetici e commoventi di una storia “senza scadenza” di tempo e moda.
Un film che presenta due critica : l’eccessivo minutaggio e un ritmo troppo blando che in qualche modo riducono la forza e capacità attrattiva da parte dello spettatore.
“The Holdovers” è una storia di tre anime che sono scoperti simili nel dolore e nell’indifferenza degli altri, ma capaci di darsi e darci lezioni di vita che difficilmente dimenticheremo.

2)Wonder: White Bird

“Wonder, Uccello Bianco” spin-off  e sequel del film “ Wonder”

“Wonder, Uccello Bianco” ovvero #WonderWhiteBird è un film del 2023 diretto da Marc Foster, sceneggiatura di Mark Bomback, basata sull’omonima graphic novel R. J. Palacio , con : Bryce Gheisar, Helen Mirren, Gillian Anderson, Jacob Tremblay, Orlando Schwerdt, Ariella Glaser, Olivia Ross, John Bubniak, Stuart McQuarrie, Nadine Leon Gobet, Philip Lenkowsky, Jim High, Jem Matthews, Ishai Golan, Yelisey Kazakevich, Jordan Cramond.

Sinossi: Dopo gli eventi di Wonder, il bullo Julian è stato espulso dalla scuola e cerca di ambientarsi nel nuovo istituto. Sentendolo in difficoltà, la nonna lo sorprende, gli fa visita da Parigi e gli racconta la storia della sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di classe. Di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la vita. Di quanto può essere forte il potere della gentilezza, tale da cambiare il mondo

Recensione:

In un mondo dove la gentilezza ,l’umanità e l’altruismo sembrano  essere scomparse, cedendo il posto alla rabbia, egoismo e bieco razzismo, è assai più urgente volgere lo sguardo indietro fino alla seconda guerra mondiale per ritrovare le prime e scacciare le seconde.

“Wonder, Uccello Bianco” è contemporaneamente sia  uno spin-off  che un sequel del film “ Wonder” uscito in Italia nel 2017.

Chi vi scrive non ha mai letto la graphic novel di R. J. Palacio, ma   riconosce il merito creativo e l’ originalità narrativa  di  seguire le vicende dell’antagonista piuttosto che  quelle più “scontate” del protagonista.

In questo caso però l’antagonista è  Julian (Bryce Gheisar) , che in  “Wonder” aveva il ruolo del bullo liceale contro il gentile protagonista “colpevole” d’avere una malformazione facciale.

Nonostante  l’obbligato cambio di scuola, Julian non ha compreso i propri errori,  perseverando nel bullismo  anche con i nuovi compagni, convinto che sia l’unico modo per farsi apprezzare e stimare.

Dietro la maschera di un bullo generalmente si nasconde un ragazzo fragile e/o bisognoso d’aiuto . continua a leggere su https://www.raccontardicinema.it/2024/01/05/wonderwhitebird-marc-foster/

1) Il Punto di Rugiada

#Ilpuntodirugiarda è un film diretto da Marco Risi, sceneggiatura : Riccardo De Torrebruna, Francesco Frangipane, Marco Risi, con : Massimo De Francovich, Eros Pagni, Luigi Diberti, Alessandro Fella, Roberto Gudese, Lucia Rossi, Gloria Coco, Marcello Arnone, Erika Blanc, Elena Cotta.

Sinossi: Il Punto di Rugiada, film diretto da Marco Risi, racconta la storia di Carlo(Alessandro Faella), un ragazzo viziato e senza regole. Una notte, mentre è ubriaco, provoca un incidente stradale e viene condannato a scontare la pena con un anno di lavori socialmente utili all’interno di una casa di riposo. A Villa Bianca Carlo si ritrova insieme a Manuel(Roberto Gudese), un giovane che è lì per il suo stesso motivo, dopo essere stato colto in flagrante a spacciare.

I due ragazzi verranno guidati da Luisa,(Luisa Rossi) un’infermiera che lavora da diversi anni a Villa Bianca. Sarà lei a introdurli in quello che è un mondo senza età, fatto di condivisione, conforto e accoglienza. Tutte cose nuove per i due giovani, ma che cambieranno per sempre l’approccio che Carlo e Manuel hanno alla vita e la loro visione del mondo.

Recensione:

Un tempo la pensione per un lavoratore significava il meritato riposo dopo una vita di sacrifici e rinunce.

Oggi invece la pensione è un’utopia ed un problema agli occhi delle nuove generazioni.

I dati Istat ci raccontano come l’Italia sia diventato un paese per vecchi e la natalità sia ormai  una parolaccia.

Allo stesso tempo i nonni, gli anziani genitori se in salute sono dei perfetti e gratuiti “baby sitter”  oppure se muniti di pensione sono “un reddito aggiuntivo” in un  magro bilancio familiare. continua a leggere su

5) Chi ha rapito Jerry Calà?

“Chi ha rapito JerryCalà” è un film diretto da Jerry Calà, sceneggiatura di Jerry Calà ed Edoardo Bechis, con : Sergio Assisi, Antonio Fiorillo,Barbara Foria, Francesca Tizzano,Shi Yang Shi,Pasquale Palma, con la partecipazione di Gianfranco Gallo

Con la straordinaria partecipazione di : Massimo Boldi e con l’amichevole partecipazione di Johnny Calà, Umberto Smalia, Maurizio Casagrande e Mara Venier.

Sinossi: Un’improbabile banda di novelli criminali decide di rapire Jerry Calà con lo scopo di chiedere un lauto riscatto e dare una svolta alle proprie vite. Presto scopriranno che le cose non stanno esattamente come le avevano immaginate. Intervengono gli amici Mara Venier e Umberto Smaila e il figlio Johnny, nei panni di loro stessi, ma la svolta arriva quando Massimo Boldi in persona si dichiara disponibile a pagare il riscatto. Ma una brutta sorpresa li aspetta.

Recensione:

Gli amici si vedono nel momento del bisogno . La famiglia è il porto più sicuro quando sei in difficoltà. La povertà e la disoccupazione trasformano le persone perbene in pasticcioni criminali.

No, caro lettore/spettatore, non hai sbagliato a cliccare. Stai leggendo veramente la recensione di “Chi ha rapito Jerry Calà”, settimo film da regista del comico catanese, ma è necessario partire da queste considerazioni per spiegarne il “senso” narrativo e stilistico.

“Chi ha rapito Jerry Calà?” ribalta il dramma del sequestro e del rapito in chiave ironica e soprattutto auto ironica , dando vita ad un prodotto leggero, simpatico, a tratti anche nostalgico, nonostante i limiti di scrittura e di regia. continua a leggere su https://www.raccontardicinema.it/2024/01/05/rapito-jerrycala-scritto-diretto-jerry-cala/

79) Silent Night-Il Silenzio della Vendetta

Valutazione “Silent Night” :  Biglietto Omaggio

“Silent Night” è un film di John Woo, sceneggiatura di Robert Archer Lynn, con : Joel Kinnaman, Kid Cudi, Catalina Sandino Moreno, Vinny O’Brien, Yoko Hamamura, Harold Torres, Anthony Giulietti.

Embargo stampa fino alle 18 di Lunedi 27 Novembre

Sinossi:

Silent Night – Il silenzio della vendetta, film diretto da John Woo, racconta la storia di uomo (Joel Kinnaman), un padre in lutto, che ha perso di recente il suo giovane figlio, morto dopo essere stato coinvolto nel fuoco incrociato di una guerra tra bande nella vigilia di Natale. Il genitore, però, è deciso a vendicare la morte del figlio a tutti i costi.

Recensione:

“La vendetta è un piatto che va servito freddo”

“Il silenzio vale più di mille parole”

“Un genitore non dovrebbe  seppellire il proprio figlio”

Questi due saggi proverbi e  una legge della natura potrebbero essere sufficienti per raccontare il nuovo film americano di John Woo e soprattutto spiegarne il valore esistenziale e simbolico.

“Silent Night” che  uscirà il 27 novembre, in anteprima mondiale nei cinema italiani,  ci mostra la folle, rabbiosa e silenziosa vendetta messa in atto da un padre  dopo la tragica morte del figlio di 7 anni avvenuta  nel giorno di Natale

L’uomo è sopravvissuto miracolosamente ai colpi di pistola sparati da un capo  gang,   anche se ha riportato un danno permanente  alle corde vocali  costringendolo ad un rabbioso e disperato silenzio.

L’uomo è vivo, ma nei fatti è come se fosse morto quel giorno con il figlio.

Il dolore l’ha divorato,  bloccato e soprattutto ha distrutto ogni legame e comunicazione con la moglie , costringendo quest’ultima a rifarsi una vita lontana da questo silenzio soffocante e distruttivo.

L’uomo trova nella vendetta l’unico stimolo e soprattutto freno alla sua parabola auto distruttiva.

La vendetta  assume un duplice valore:  l’unica medicina  possibile per scuotere un’anima altresì persa nel passato e farsi giustizia da sé, vista l’impotenza della polizia, uccidendo gli assassini del figlio.

John Woo ha scelto di realizzare un film senza dialoghi, alternando le diverse e rumorose forme  di silenzio  del protagonista al rumore frenetico delle pallatole, delle urla dei criminali e degli inseguimenti in auto e scontri a mani nude tra il protagonista e il cattivo di turno.

“Silent Night” rientra pienamente per stile cinematografico e modalità di racconto  nel genere  “Revenge”, ma se volessimo essere più precisi il film di Woo si colloca a metà strada tra il Charles Bronson nella saga del Giustiziere della Notte e Thomas Jane nel ruolo de  The Punisher  del 2004.

John Woo sperava di ripetere il successo mondiale di “A Quiet Place”, ripetendone lo schema narrativo, ma adattandolo alla propria visione di cinema.

Ma l’ambizione /speranza del regista si è infranta con i limiti attoriali del prestante Joel Kinnaman , non in grado di dover sostenere un impegno così impegnativo, risultando monocorde per tutto il film.

 Kinnaman paga anche colpe sue, vista  una storia povera di contenuti e pathos al netto dell’esternare continuamente il travaglio interiore del protagonista.

“Silent Night” delude le aspettative dell’amante dei film alla Woo , trovandosi di fronte ad un esperimento artistico non riuscito e lasciando   il resto del pubblico silenziato ed annoiato.

3) Tutti gli uomini di Miss Dalton (J. Charles Heyes)

“Tutti gli uomini di Miss Dalton” è un romanzo scritto da J. Charles Heyes e pubblicato il 19 settembre 2023 da YoucanPrint.

Sinossi:

Vi sorprenderà la storia di questa ragazzina, che ha lasciato l’Oregon con la sua famiglia per trovare fortuna a San Francisco e che, con perseveranza, spinta dal desiderio di vincere, ha realizzato il suo sogno, ma sarà lei a raccontarvi tutto. Signore e signori: Miss Loretta Dalton.

Recensione:

Ogni tanto mi “concedo”  un rischio letterario, leggendo romanzi di nuovi autori stranieri.

A volte a colpirmi è il titolo, in altri casi è la sinossi, in altri ancora è il nome dello scrittore ad accendermi la curiosità.

I due lettori che leggono le mie recensioni, sanno bene che ho poche “preclusioni” di genere e quello “romance” generalmente snobbato dalla critica, trova quasi sempre accoglienza positiva nel sottoscritto.

Il “quasi” perché da vecchio e bigotto lettore non tollero testi con pagine e pagine in stile 50 sfumature di noia. Mi irrita il buonismo e respingo i finali forzosamente  “ a lieto fine”

Sono altresì un fermo oppositore di chi sostiene che gli scrittori moderni non siano capaci di scrivere storie romantiche con donne protagoniste.

Capirete ora perché abbia scelto di leggere “Tutti gli uomini di Miss Dalton” di J. Charles Heyes, apparso ai miei occhi come una vera “mosca bianca” in campo letterario.

Il titolo mi ha subito strappato un sorriso cinematografico,  facendomi ricordare il celebre film del 1976 “Tutti gli uomini del Presidente” di Alan J Pakula con protagonisti Dustin Hoffman e Robert Redford.

L’assonanza tra i titoli mi ha spinto a pensare che lo stesso Heyes  abbia voluto scegliere questo titolo anche come omaggio alla pellicola americana.

Iniziando poi la lettura e conoscendo la giovane , intelligente , battagliera oltre che bella Loretta Dalton ho apprezzato la sua capacità di tenere  a bada ogni ragazzo, conoscente , uomo, che  a diverso titolo, entreranno nella vita della ragazza

Loretta Dalton ha fin da bambina le idee chiare su chi  voglia diventare e soprattutto non si piega mai di fronte ad un diniego materno o difficoltà economica.

Loretta Dalton è una ragazza poi una giovane donna gentile, semplice, educata, insomma la classica brava ragazza ma dotata di quel fascino a cui nessun uomo è immune.

“Tutti gli uomini di Miss Dalton” è una storia di coraggio ed emancipazione femminile , solamente dopo è anche una commedia romantica senza mai eccedere nel melo o peggio ancora nel volgare.

Tutti gli uomini presentati lungo l’intreccio si rivelano  pazzi per Loretta Dalton, come lo erano anche quelli  di un altro  celebre film del 1998: “Tutti pazzi per Mary” dei fratelli Peter e Bobby Farrelly con protagonista Cameron Diaz.

In conclusione da J. Charles Heyes scrive una storia divertente, onesta, appassionante e con la giusta dose di romanticismo,  elevando la figura di Loretta Dalton ad esempio di donna gentile quanto indipendente .

Un genere di donna per cui qualsiasi uomo perderebbe la testa…o se preferite innamorarsi.

.