27)Jupiter’s Legacy

“Jupiter’s Legacy” è una miniserie Netflix composta da 8 episodi ideata da Steven S. DeKnight e basata basata sull’omonimo fumetto di Mark Millar e Frank Quitely.
Cast Artistico:
• Josh Duhamel è Sheldon Sampson, il capo della squadra di supereroi
• Ben Daniels è Walter Sampson, il fratello maggiore di Sheldon
• Leslie Bibb è Grace Sampson, supereroina molto potente e moglie di Sheldon
• Elena Kampouris è Chloe Sampson, la figlia di Grace e Sheldon
• Andrew Horton è Brandon Sampson, il figlio di Grace e Sheldon
• Mike Wade è Fitz Small
• Matt Lanter è George Hutchen
• Tenika Davis è Petra Small, la figlia di Fitz
• Anna Akana è Raikou
• Tyler Mane è Blackstar

Sinossi:
Lo show segue le vicende della prima generazione di supereroi che hanno ricevuto i loro poteri nel 1930. Nel presente, però, sono i loro figli, anch’essi super dotati, a dover convivere con le vicende leggendarie dei loro genitori.

Recensione:
“Ad ognuno il proprio mestiere” si dice.
Dopo aver visto alcuni film o serie tv, il vostro cronista avrebbe voluto aggiungere “ non è scritto da nessuna parte che un network debba inseguire le mode”

Una volta il mondo dei fumetti sui supereroi era un esclusivo monopolio/sfida editoriale tra Dc Comics e Marvel Comics.
Poi i grandi studios (Fox e Disney) fiutando l’enorme affare si sono buttati nella realizzazione di film, intere saghe invadendo le sale con i vari Justice League e Avengers.
Amazon ha risposto con un discreto successo realizzando la serie “The Boys”
Poteva cosi la “povera” Netflix resistere al richiamo /tentazione? Ovviamente no, purtroppo.
Così è stato messo in cantiere Jupiter’s Legacy rivelandosi un errore produttivo /editoriale dettato dalla stessa presunzione che colpì il buon Icaro.
“Jupiter Legacy” si dimostra fin dai primi episodi un pasticcio narrativo che mescola insieme mitologia, la crisi economica del 29 e la decadenza morale degli Stati uniti d’oggi.
Un mix di storie e passaggi temporali che hanno reso complicata la visione allo spettatore incapace di trovargli un senso e soprattutto di trovare un coinvolgimento con i personaggi .

Jupiter’s Legacy (“l’eredità di Giove”) si dipana su linee temporali che si alternano sulla scena in modo confuso quanto dispersivo: l’America moderna e la Grande Depressione del 29
Lo spettatore è costretto nella difficile impresa d’ unire i pezzi di un script caotico, retorico e piuttosto retorico e ridondante nella messa in scena.
“Jupiter’s Legacy” appare come una forzosa via di mezzo tra gli Avangers e Justice League, non avendo l’appeal carismatico dei primi e la ricchezza visiva del secondo
Osserviamo nel presente quanto siano complicati i rapporti nella famiglia Sampson, nella quale il rigido e ormai stanco leader dell’Unione, Utopian e sua moglie, Lady Liberty (Leslie Bibb ), si scontrano quotidianamente con i figli : la ribelle Chloe e Brandon desideroso quanto vanamente di seguire le orme paterne
Sheldon Sampson è deluso dal comportamento dei suoi due figli, ritenuti inadeguati all’impegnativo ruolo e soprattutto all’altezza dei poteri che gli sono stati concessi.
L’anziano leader teme che i nuovi supereroi si possano allontanarsi dal Codice che è stato il faro, il perno dell’Unione fin dalla fondazione.
Ma chi ha scritto questo Codice? Dove si trova? Si chiede il disorientato spettatore.
Un codice continuamente evocato da Sheldon, mai una volta nell’arco degli otto episodi gli autori hanno la bontà di farlo apparire sulla scena.
La seconda linea narrativa è composta di flashback che descrivono la crisi della società americana dopo il Crollo dell’indice di Wall Street del 1929 che provoca tra l’altro il drammatico suicidio del patriarca Sampson e il successivo crollo psicotico di Sheldon distrutto da questo dolore.
Un crollo psicotico che si tramuta incomprensibilmente quanto improvvisamente in un ossessiva , folle ricerca di una verità da parte Sheldon da quando il fantasma del padre ha iniziato a tormentarlo.
Ciò nonostante Sheldon riesce a mettere su una squadra composta tra gli altri dal fratello, dal migliore amico e Grace all’epoca ambiziosa giornalista per raggiungere un luogo misterioso in mezzo al mare.
Un luogo misterioso che si svela essere un’ isola . Un portale che trascina il gruppo in una dimensione divina.
L’isola li ha resi Dei ma con sembianze umane e con le relative conflittualità e contraddizioni.
Ma per quale motivo Sheldon ed i suoi 5 compagni d’avventura sono stati ritenuti idonei a ricevere questi poteri?

Sfortunatamente anche in questo caso gli sceneggiatori deludono le legittime aspettative dello spettatore ripetendo lo schema del continuo rinvio.

Anche Walt/Brainwave (il machiavellico e bravo Ben Daniels ) fratello telepatico di Sheldon, George/Skyfox (lo vediamo protagonista sono nei flashback del 29) e gli altri fondatori dell’Unione hanno figli con cui coltivano un rapporto conflittuale.
“Jupiter’s Legacy” si snoda sul piano esistenziale/psicologico come un dramma familiare incardinato tra mitologia e senso etico del bene comune faticando a trovare un preciso e chiaro equilibrio.
La prima stagione di “Jupiter’s Legacy” lascia troppe domande inevase, dubbi trasmettendo un senso di incompiutezza narrativa e registica.
Il finale aperto e tragico fa presagire una seconda stagione in cui si spera vengano corretti le evidenti criticità, per sollevare dalla mediocrità il supereoirsmo targato Netflix

22) Thunder Force

Il biglietto da acquistare per “Thunder Force” è:
Nemmeno regalato (con riserva).

“Thunder Force” è un film di è Ben Falcone. Con Melissa McCarthy, Octavia Spencer, Jason Bateman, Pom Klementieff, Melissa Leo. Azione, commedia. USA 2021

Sinossi:

Nel 1983 un raggio cosmico colpisce la Terra, mutando il DNA solo di persone predisposte alla sociopatia. Questo porta a un incremento della criminalità… con superpoteri. I genitori di Emily Stanton, genetisti specializzati nella ricerca sulla mutazione, vengono uccisi, e così la giovane è costretta a vivere con la nonna. A scuola conosce Lydia, con cui stringe una profonda amicizia. Negli anni il legame tra le due si fa sempre più solido, finché contrasti e differenze non le portano a separarsi. Anni dopo, il prodigioso siero inventato da Emily verrà accidentalmente iniettato nel corpo della sua ex-migliore amica. Le due dovranno allora fare squadra, per combattere il male nelle strade di Chicago.

Recensione:

Che “Thunder Force”, disponibile su Netflix, corresse il rischio di essere un film deludente o pasticciato era chiaro a partire dalla sinossi – con la sociopatia che viene presentata come sinonimo di criminalità e l’insistenza, anche eccessiva, sull’amicizia tra due donne non esattamente rispondenti ai “canoni di bellezza”.

Il regista Ben Falcone, ambiziosamente, voleva realizzare una commedia di supereroi al femminile sulla scia di due celebri saghe degli ultimi anni, “Deadpool” e “I Guardiani della Galassia”. Purtroppo, fin dalle prime scene, è chiaro che all’idea di base non corrispondono una struttura narrativa e un intreccio adeguati.

La brillante Emily e la sfrontata Lydia diventano amiche ai tempi della scuola, litigano furiosamente all’università e si ritrovano da adulte, quando la prima è diventata una famosa genetista e la seconda un’operaia. Quando entrambe sviluppano dei superpoteri – forza sovrumana e invisibilità – decidono di combattere “i cattivi” insieme.

Gli elementi tipici del cinecomic ci sono tutti: due persone normali che si ritrovano a dover gestire poteri straordinari, un villain da sconfiggere, azione e ironia. Quello che manca, se mai, è la capacità di gestire in modo originale questo materiale classico.

“Thunder Force”, purtroppo, è una minestra insipida e mal riscaldata di cliche, luoghi comuni e battute, che alla lunga mostra i limiti di una sceneggiatura essenzialmente al traino del talento delle protagoniste. continua su

12) Supereroi (Paolo Genovese)

“Supereroi” è un romanzo scritto da Paolo Genovese e pubblicato da Einaudi nel Novembre 2020.

Sinossi:
Quante possibilità ci sono che le esistenze di due persone, sfioratesi appena in un giorno di pioggia, si incrocino per caso una seconda volta? Così poche da essere statisticamente irrilevanti, direbbe la scienza. Eppure ad Anna e Marco questo accade e riaccade. Ed entrambi si chiedono se a riavvicinarli di continuo sia un algoritmo, il destino o invece un sentimento tanto forte da resistere alle fughe improvvise, agli scontri, alla routine, alle incomprensioni e al dolore.
Spostandosi avanti e indietro sulla linea delle loro esistenze, Paolo Genovese racconta gli istanti perfetti e i drammi di una storia d’amore bellissima, che sfida il tempo, fa riflettere e infine commuove. Una storia d’amore che solo due supereroi possono vivere.

  • Ventitré secondi.
  • Cosa?
  • Siamo stati in silenzio ventitré secondi.
    Marco ride e beve ancora.
  • Di solito questi calcoli li faccio io.
  • Dopo quanti secondi è crisi? – chiede Anna, diretta.
  • Dipende.
  • Da cosa?
  • Dipende dal tipo di silenzio. C’è il silenzio della routine, quello della calma, quello della noia, quello complice.
  • Il nostro qual è? – domanda lei a bruciapelo.
  • A te quale spaventa?
    Recensione:
    Amarsi rimanendo reciprocamente fedeli nel tempo appare oggi una sfida quasi impossibile.
    Una sfida che, forse, solo una coppia di supereroi sarebbe in grado d’assolvere
    È facile, semplice innamorarsi, godersi le prime settimane, mesi di passione e sesso con il nuovo partner, il difficile viene dopo.
    Ovvero tenere alta e costante la fiamma dell’amore negli anni resistendo all’istinto di mollare tutto all’aria.
    Se il colpo di fulmine è un passaggio narrativo, visivo, emozionale bramato da tutti e che qualsiasi regista e/o scrittore cerca d’inserire nella sua storia, raramente leggiamo o vediamo il declinare dell’amore di coppia nel tempo e nello spazio.
    “Supereroi” è il secondo romanzo di Paolo Genovese che ho avuto il piacere di leggere, lasciandomi però opposte sensazioni.
    Da una parte ho apprezzato la sensibilità umana del regista nel raccontare dapprima la genesi di un amore e poi il talento nel descrivere con grazia, empatia e soprattutto credibilità l’evoluzione del rapporto nel corso del tempo.
    Osserviamo come l’amore tra Marco e Anna sia “elastico” segnato da alti e bassi come capita in qualsiasi coppia, alternando nel racconto il punto di vista dei due protagonisti “disegnati” da Anna come supereroi dell’amore.
    Dall’altra però il lettore avverte come anche questo romanzo sia stato pensato e scritto originalmente come una sceneggiatura cinematografica.
    “Supereroi” è si una lettura agevole, piacevole, a tratti avvolgente ed incalzante, ma vive d’immagini, sensazioni e momenti funzionali ad una messa in scena piuttosto che ad un plot letterario.
    “Supereroi” ricorda per molti aspetti strutturali e stilistici il romanzo bestseller “Un giorno” di David Nicholls.
    Hanno la medesima struttura drammaturgica caratterizzata da flash back temporali in cui si muove la coppia, ripercorrendo le fasi del loro amore , evidenziando i passaggi più romantici e quelli più drammatici.
    “Supereroi” racconta in modo efficace, naturale la complessità e difficoltà dell’amore quotidiano in una coppia.
    Un amore da coltivare e proteggere resistendo ai rispettivi cambiamenti, egoismi ed istinti di fuga.
    “Supereroi” regala sincere e forti emozioni, commuove ed allo stesso tempo può essere visto come un utile manuale di “sopravvivenza” utile alla neo e magari ingenua coppia innamorata.

87) Un Ragazzo Normale (Lorenzo Marone)

“Un Ragazzo Normale” è un romanzo scritto da Lorenzo Marone e pubblicato da Feltrinelli Editore nel febbraio 2018.
Sinossi:
Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karate Kid, abita in uno stabile del Vomero, a Napoli, dove suo padre lavora come portiere.
Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni.
Nel 1985, l’anno in cui tutto cambia, Mimì si sta esercitando nella trasmissione del pensiero, architetta piani per riuscire a comprarsi un costume da Spiderman e cerca il modo di attaccare bottone con Viola convincendola a portare da mangiare a Morla, la tartaruga che vive sul grande balcone all’ultimo piano. Ma, soprattutto, conosce Giancarlo, il suo supereroe. Che, al posto della Batmobile, ha una Mehari verde. Che non vola né sposta montagne, ma scrive. E che come armi ha un’agenda e una biro, con cui si batte per sconfiggere il male.
Giancarlo è Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” che cadrà vittima della camorra proprio quell’anno e davanti a quel palazzo.
Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel piccolo mondo circoscritto dello stabile del Vomero (trenta piastrelle di portineria che proteggono e soffocano al tempo stesso), Mimì diventa grande. E scopre l’importanza dell’amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole.
Perché i supereroi forse non esistono, ma il ricordo delle persone speciali e le loro piccole grandi azioni restano.

Recensione;
Chi sono i supereroi? Che cosa significa essere un supereroe?
Quali dovrebbero essere i veri modelli di riferimento per le generazioni d’oggi?
Viviamo un ‘ epoca storica in cui un ragazzo concepisce l’eroismo solo tramite la visione di un film della Marvel oppure nella vita reale applaudendo le gesta o le parole di un calciatore od al massimo d’un improvvisato YouTubers.

Probabilmente siamo stati noi stessi ad aver contribuito a generare questo perverso cortocircuito simbolico oltre che linguistico sulla vera essenza e forma di un eroe.
Siamo un Paese dove un giovane aspirante giornalista di 25 anni, diventa tragicamente un eroe, solamente perché nell’iniziare la propria carriera decide di scrivere scomodi quanti efficaci articoli sulla camorra.
Un ‘onesta intellettuale e professionale, quella di Giancarlo Siani, pagata con la propria vita.
Giancarlo Siani cosi chiamava, un ragazzo come tanti, che scriveva articoli per il Mattino di Napoli sperando, un giorno, di diventare un giornalista professionista.
Il 23 settembre del 1985 Giancarlo fu vittima di un vile agguato a pochi metri da casa sua, “colpevole” agli occhi della camorra d’aver scritto dei fastidiosi articoli sulle loro attività criminali
Lorenzo Marone ha voluto ricordare ed omaggiare la figura di Giancarlo Siani, decidendo però di costruire il suo nuovo romanzo “Un Ragazzo Normale”, “mescolando” realtà e finzione.
Un escamotage drammaturgico, in vero non originale, avendolo già utilizzato solamente qualche anno fa Alessandro D’Avenia con il suo libro “Ciò che Inferno non è ”, con il medesimo scopo di ricordare un’altra vittima di mafia: Don Pino Puglisi.
“Un Ragazzo Normale” è narrativamente e strutturalmente impostata e raccontata al lettore da una parte come una sorta “Stand by me” e dall’altra nella modalità di “coming age” ambientato nel 1985 a Napoli, con protagonista l’adolescente Domenico, detto “Mimi”. Un ragazzo atipico rispetto ai suoi coetanei, desideroso di leggere libri, di conoscere nuove e diverse parole e con l’ambizione di migliorare studiando la propria condizione sociale e culturale,
Mimi utilizza già linguaggio forbito sbalordendo i suoi coetanei e soprattutto la sua umile quanto dignitosa famiglia che vive in un alloggio destinato al portiere.
Mimi avverte dentro di sé la voglia oltre il desiderio d’andare oltre il proprio destino familiare e di compiere atti straordinari nella propria vita, come gli eroi dei suoi amati fumetti,
Mimi cerca altresì un modello, un mentore a cui ispirarsi per intraprendere la sua personale formazione da eroe, decidendo così “d’investire” di questo delicato incarico nientemeno che Giancarlo Siani, suo vicino di casa.
“Un Ragazzo Normale” diventa così la storia di una breve, toccante e divertente amicizia tra Mimi e Giancarlo, con il secondo, dapprima riluttante e poi divertito, nell’assumersi anche “la responsabilità” di spiegare il senso della vita al nostro giovane protagonista.
“Le cose, Mimì, possono cambiarle solo gli uomini. Il Male viene dagli uomini e solo gli uomini possono combatterlo. Più che Eroi, c’è bisogno di gente che ci creda, persone che aspirino a cambiare le cose in meglio”
E poi come riuscire a conquistare l’attenzione e poi il cuore dell’amata ed inarrivabile Viola
“L’Amore è l’unica cosa che ci permette di vincere la morte…”
Ispirando a Mimi, la dedica forse più bella che si possa scrivere nel donare a Viola una cassetta di Vasco Rossi
“Se fossi un supereroe, la mia unica missione sarebbe proteggerti”.
“Un Ragazzo Normale” racconta al lettore la bellezza e l’orrore della vita nell’arco di pochi caratterizzata purtroppo dalla conclusione dell’età dell’innocenza da parte di Mimì nella parte finale del romanzo.
Mimi diventa adulto assistendo impotente all’assassinio del suo supereroe Giancarlo, e nello stesso tempo sarà questo luttuoso evento ad indicargli il suo percorso di vita, ispirato dalle parole e dalla frequentazione di Giancarlo.
“Perché un supereroe è tale non tanto per i suoi straordinari talenti quanto nella capacità d’ascoltare veramente il prossimo e d’essergli vicino nei momenti decisivi della vita”. Parole semplici quanto potenti dette da un ragazzo normale quanto unico: Giancarlo Siani.