
“Jupiter’s Legacy” è una miniserie Netflix composta da 8 episodi ideata da Steven S. DeKnight e basata basata sull’omonimo fumetto di Mark Millar e Frank Quitely.
Cast Artistico:
• Josh Duhamel è Sheldon Sampson, il capo della squadra di supereroi
• Ben Daniels è Walter Sampson, il fratello maggiore di Sheldon
• Leslie Bibb è Grace Sampson, supereroina molto potente e moglie di Sheldon
• Elena Kampouris è Chloe Sampson, la figlia di Grace e Sheldon
• Andrew Horton è Brandon Sampson, il figlio di Grace e Sheldon
• Mike Wade è Fitz Small
• Matt Lanter è George Hutchen
• Tenika Davis è Petra Small, la figlia di Fitz
• Anna Akana è Raikou
• Tyler Mane è Blackstar
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Sinossi:
Lo show segue le vicende della prima generazione di supereroi che hanno ricevuto i loro poteri nel 1930. Nel presente, però, sono i loro figli, anch’essi super dotati, a dover convivere con le vicende leggendarie dei loro genitori.
Recensione:
“Ad ognuno il proprio mestiere” si dice.
Dopo aver visto alcuni film o serie tv, il vostro cronista avrebbe voluto aggiungere “ non è scritto da nessuna parte che un network debba inseguire le mode”
Una volta il mondo dei fumetti sui supereroi era un esclusivo monopolio/sfida editoriale tra Dc Comics e Marvel Comics.
Poi i grandi studios (Fox e Disney) fiutando l’enorme affare si sono buttati nella realizzazione di film, intere saghe invadendo le sale con i vari Justice League e Avengers.
Amazon ha risposto con un discreto successo realizzando la serie “The Boys”
Poteva cosi la “povera” Netflix resistere al richiamo /tentazione? Ovviamente no, purtroppo.
Così è stato messo in cantiere Jupiter’s Legacy rivelandosi un errore produttivo /editoriale dettato dalla stessa presunzione che colpì il buon Icaro.
“Jupiter Legacy” si dimostra fin dai primi episodi un pasticcio narrativo che mescola insieme mitologia, la crisi economica del 29 e la decadenza morale degli Stati uniti d’oggi.
Un mix di storie e passaggi temporali che hanno reso complicata la visione allo spettatore incapace di trovargli un senso e soprattutto di trovare un coinvolgimento con i personaggi .
Jupiter’s Legacy (“l’eredità di Giove”) si dipana su linee temporali che si alternano sulla scena in modo confuso quanto dispersivo: l’America moderna e la Grande Depressione del 29
Lo spettatore è costretto nella difficile impresa d’ unire i pezzi di un script caotico, retorico e piuttosto retorico e ridondante nella messa in scena.
“Jupiter’s Legacy” appare come una forzosa via di mezzo tra gli Avangers e Justice League, non avendo l’appeal carismatico dei primi e la ricchezza visiva del secondo
Osserviamo nel presente quanto siano complicati i rapporti nella famiglia Sampson, nella quale il rigido e ormai stanco leader dell’Unione, Utopian e sua moglie, Lady Liberty (Leslie Bibb ), si scontrano quotidianamente con i figli : la ribelle Chloe e Brandon desideroso quanto vanamente di seguire le orme paterne
Sheldon Sampson è deluso dal comportamento dei suoi due figli, ritenuti inadeguati all’impegnativo ruolo e soprattutto all’altezza dei poteri che gli sono stati concessi.
L’anziano leader teme che i nuovi supereroi si possano allontanarsi dal Codice che è stato il faro, il perno dell’Unione fin dalla fondazione.
Ma chi ha scritto questo Codice? Dove si trova? Si chiede il disorientato spettatore.
Un codice continuamente evocato da Sheldon, mai una volta nell’arco degli otto episodi gli autori hanno la bontà di farlo apparire sulla scena.
La seconda linea narrativa è composta di flashback che descrivono la crisi della società americana dopo il Crollo dell’indice di Wall Street del 1929 che provoca tra l’altro il drammatico suicidio del patriarca Sampson e il successivo crollo psicotico di Sheldon distrutto da questo dolore.
Un crollo psicotico che si tramuta incomprensibilmente quanto improvvisamente in un ossessiva , folle ricerca di una verità da parte Sheldon da quando il fantasma del padre ha iniziato a tormentarlo.
Ciò nonostante Sheldon riesce a mettere su una squadra composta tra gli altri dal fratello, dal migliore amico e Grace all’epoca ambiziosa giornalista per raggiungere un luogo misterioso in mezzo al mare.
Un luogo misterioso che si svela essere un’ isola . Un portale che trascina il gruppo in una dimensione divina.
L’isola li ha resi Dei ma con sembianze umane e con le relative conflittualità e contraddizioni.
Ma per quale motivo Sheldon ed i suoi 5 compagni d’avventura sono stati ritenuti idonei a ricevere questi poteri?
Sfortunatamente anche in questo caso gli sceneggiatori deludono le legittime aspettative dello spettatore ripetendo lo schema del continuo rinvio.
Anche Walt/Brainwave (il machiavellico e bravo Ben Daniels ) fratello telepatico di Sheldon, George/Skyfox (lo vediamo protagonista sono nei flashback del 29) e gli altri fondatori dell’Unione hanno figli con cui coltivano un rapporto conflittuale.
“Jupiter’s Legacy” si snoda sul piano esistenziale/psicologico come un dramma familiare incardinato tra mitologia e senso etico del bene comune faticando a trovare un preciso e chiaro equilibrio.
La prima stagione di “Jupiter’s Legacy” lascia troppe domande inevase, dubbi trasmettendo un senso di incompiutezza narrativa e registica.
Il finale aperto e tragico fa presagire una seconda stagione in cui si spera vengano corretti le evidenti criticità, per sollevare dalla mediocrità il supereoirsmo targato Netflix