39) Una Sirena a Settembre (Maurizio De Giovanni)

Una Sirena a Settembre - Maurizio de Giovanni - Recensione libro

“Una Sirena a Settembre” è un romanzo scritto da Maurizio De Giovanni e pubblicato da Einaudi nel luglio 2021

Sinossi:
Nella città della Sirena le cose non sono mai come sembrano. Una doppia sfida per Mina Settembre, l’irresistibile assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest. Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un’anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; è la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertà estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura. No, a Mina i conti non tornano proprio. Così, con l’aiuto dell’innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo più bello dell’universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis, decide di indagare. Solo che deve stare attenta, perché di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano. Per fortuna, a far da guida tra inganni e malintesi, c’è la Signora, straordinario personaggio che attraversa tutto il romanzo, una delle invenzioni più poetiche nate dalla fantasia di Maurizio de Giovanni.
Recensione:
Meno di un anno fa nello scrivere la mia entusiastica recensione sul romanzo “Troppo Freddo per Settembre” sottolineavo come fossi curioso di vederne l’adattamento televisivo con protagonista la brava e bella attrice Serena Rossi.
Una scelta ritenuta perfetta considerando le qualità fisica e recitative dell’attrice napoletana preventivando così un grande successo di pubblico.
Un anno dopo mi ritrovo da una parte ad autocelebrarmi per azzeccato pienamente le previsioni Auditel su Mina Settembre, ma dall’altra parte rivendicando un mix di amarezza e denuncia letteraria nei riguardi del Maestro De Giovanni.
Inutile girarci intorno c’è un abisso narrativo, stilistico, identitario tra la Mina Settembre in versione letteraria e quella televisiva incarnata con bravura dalla Rossi.
Il Maestro De Giovanni ha “compiuto” un personale quanto autoriale tradimento rispetto alle altre due saghe.
Con gli altri due adattamenti televisivi de “ I Bastardi di Pizzo Falcone” e Il Commissario Ricciardi” abbiamo apprezzato il rispetto dell’impianto drammaturgico, dei personaggi , dei loro caratteri e personalità e soprattutto si è mantenuta una linea e coerenza di racconto rispetto allo spirito dei romanzi.
Invece con Mina Settembre abbiamo presto atto ad una sorta di “scissione”- “contrapposizione” tra i due personaggi a 360 gradi.
Mi ha divertito vedere la Mina televisiva, ma quella letteraria rimane di un altro livello qualitativo, stilistici e narrativo.
Il lettore che ha scoperto, amato prima il personaggio letterario è rimasto spiazzato dalla versione televisiva se non in parte deluso.
Nutriamo il massimo rispetto e stima per Maurizio De Giovanni, ma fatichiamo nel capire i motivi di questa duplice ed opposta Mina Settembre.
“I punti di forza” della Mina Settembre letteraria sono quasi silenziati per non dire annullati nella versione televisiva.
L’elemento romance che nei romanzi era appena accennato, nell’adattamento televisivo è diventato centrale, svilendo, a nostro modesto parere, i personaggi del bello quanto ingenuo ginecologo Mimmo e soprattutto quello di Paolo, il cinico e formale PM nonché ex marito di Mina.
Ancora peggiore è stata “la sorte” del portiere Trapanese che dal divertente e mai sguaiato “machista” si è trasformato nel formato televisivo come il nonno della porta accanto.
“Una Sirena a settembre” è complessivamente un romanzo piacevole, ironico da leggere avendo però la giusta dose di malinconica e sapore agrodolce , tipiche della saga di Settembre, ma sfortunatamente il lettore sente, percepisce come il testo sia “sporcato” da passaggi più televisivi che letterari.
Maurizio De Giovanni si è ritrovato a dover gestire le due Mine cercando una difficile e forzosa coabitazione dentro la storia, ottenendo così un depotenziamento della storia e dei personaggi.
“Una Sirena a Settembre” resta una lettura estiva consigliata, avvincente e ricca di colpi di scena ben costruiti, ma allo stesso ci permettiamo di lanciare un “affettuoso consiglio” al Maestro De Giovanni: Faccia chiarezza come autore su quale delle due Mina Settembre debba sopravvivere.
Continuando con il doppio filone rischia di trasformare una brillante saga in uno stillicidio creativo e subito dopo in un cortocircuito narrativo ed artistico.
Mina Settembre merita chiarezza, liberta ed i lettori /spettatori d’amarla una ed una sola.

9) La Tristezza ha il sonno leggero

Il biglietto da acquistare per “La tristezza ha il sonno leggero” è:
Nemmeno di pomeriggio. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“La tristezza ha il sonno leggero” è un film di Marco Mario De Notaris. Con Stefania Sandrelli, Serena Rossi, Ciro Priello, Eugenia Costantini, Gina Amarante, Roberto Caccioppoli, Gioia Spaziani, Tonino Taiuti, Marzio Honorato.
Commedia, 95′. Italia 2021

Sinossi:

Napoli, settembre 1989. Erri Gargiulo è un quarantenne che sogna di fare il fumettista ma, secondo sua moglie Matilde, fa “disegni di merda” e “non è un uomo” perché non riesce a metterla incinta. Matilde lo caccia di casa, dopo avergli sbattuto in faccia che lo tradisce con un altro. Erri viene raggiunto da Flor, figlia di suo padre e della sua seconda compagna, che vive in una comune e ha una concezione stravagante della vita, e incoraggia il fratellastro a voltare pagina. L’uomo fissa un incontro con una prostituta, ma alla viglia del suo appuntamento galante, Flor gli piomba in casa e annuncia che la madre di Erri ha riunito proprio lì la famiglia per dare a tutti un’importante notizia. Ed ecco arrivare l’intero clan famigliare che, oltre ad Erri e a Flor, comprende la “reggitora” Renata Ferrara, il suo secondo marito Mario e i loro due figli, uno dei quali con famiglia.

Recensione;

La caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, è una data impressa nella memoria collettiva oltre che nei libri di storia. Da quel momento ci si aspettava che il mondo sarebbe cambiato, sperabilmente in meglio.

Con “La tristezza ha il sonno leggero”, opera prima di Marco Mario De Notaris, disponibile su RaiPlay, si torna indietro nel tempo a quella notte. Mentre a Berlino si stava facendo la storia, in un appartamento napoletano Erri Gargiulo, un quarantenne timido e senza ambizioni, decide di far crollare i suoi muri personali e di dare una svolta alla sua vita.

Questa commedia agrodolce mostra le relazioni e i rapporti familiari senza cadere mai nel retorico o nel melenso. Con ironia, malinconia e sagacia mette in scena la caduta dell’ipocrisia in una famiglia allargata, mettendo a nudo i vizi e le contraddizioni di ogni componente della stessa. continua su

128) Lasciami Andare

Il biglietto da acquistare per “Lasciami andare” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Lasciami andare ” è un film di Stefano Mordini. Con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Serena Rossi, Maya Sansa.
Drammatico, 98′. Italia 2020

Sinossi

Marco e Clara erano una coppia felice il giorno in cui si sono trasferiti con il loro figlioletto Leo in una bella casa veneziana con una caratteristica incantevole: una delle stanze si trasforma in una camera oscura che proietta sule pareti le immagini fluttuanti del Canal Grande. Purtroppo però quella casa si trasforma in un luogo davvero buio quando Leo muore a soli cinque anni. Passa il tempo e Marco, divorziato da Clara e trasferitosi in una nuova casa, ha ritrovato una misura di serenità con Anita, che aspetta un figlio da lui. Ma una misteriosa imprenditrice, Perla Gallo, avvicina l’uomo per dirgli che ha comprato la sua vecchia casa e che suo figlio avverte la presenza di Leo nella sua stanza. Da lì per Marco e Clara inizia la ricerca di una verità seppellita nella memoria.

Recensiome

 

Lasciami andare: mai titolo fu più azzeccato nell’esprimere efficacemente il desiderio dello spettatore alla fine della proiezione del film di Stefano Mordini!

Peggiore chiusura per Venezia 77 davvero non poteva esserci. Il direttore Barbera e la sua squadra ci hanno regalato, all’ultima curva di questa edizione coraggiosa e santificata, lo “Spira mirabilis” 2020.

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“Lasciami andare”: un noir senz’anima, che affonda in Laguna

203) Ammore e Malavita

“Ammore e Malavita” è un film di Antonio Manetti, Marco Manetti. Con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso, Raiz, Franco Ricciardi. Musical, 134’. Italia, 2017

Gentile Alberto Barbera, torno a scriverle a distanza di pochi giorni dalla mia prima lettera di questa Venezia 74 perché cosi mi impone la mia onestà intellettuale.

Questa volta devo farle i mie complimenti per il coraggio mostrato nel portare in concorso “Ammore e malavita” dei Manetti Bros., vedendoci potenzialità narrative, stilistiche e recitative capaci di scuotere, sorprendere ed entusiasmare pubblico e critica – e che ci auguriamo sappia cogliere anche la giuria.

Questo sì che è un film che può segnare un risveglio del cinema italiano, un piccolo, grande gioiello che eleva i Manetti ad autori e registi non più di genere o di nicchia ma di ampio respiro.

Due anni fa con il riuscito “Song ‘e Napule”, rivelazione al box office, i due romani avevano dato prova di saper raccontare Napoli e i napoletani da una prospettiva originale che andava oltre i soliti cliché, oggi con “Ammore e malavita” hanno ridato smalto – o come hanno tenuto a sottolineare in conferenza, continuità – alla sceneggiata napoletana, mescolando musical e crime.

Se qualcuno vedrà nel film influenze del successo dello scorso anno “La La Land”, ahinoi, prenderà un abbaglio, perché come hanno dichiarato i Manetti a nostra precisa domanda, loro il film di Chazelle sono tra i pochi a non averlo nemmeno visto. E comunque “Ammore e malavita” era pronto ben prima che quello arrivasse nelle sale.

Comunque – non ce ne vogliano Marco e Antonio – noi tendiamo a concordare con il produttore Rai Cinema Paolo Del Brocco: il film è un po’ la risposta nostrana al musical a stelle e strisce, con tanti elementi positivi che lo faranno apprezzare dal pubblico. continua su

http://paroleacolori.com/ammore-e-malavita-musical-e-crimen-nel-film-dei-manetti-bros/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”