62) “Minios 2 – Come Gru diventa Cattivissimo”

Il biglietto d’acquistare per “Minios 2 – Come Gru diventa Cattivissimo” è : Di pomeriggio (con Riserva)

“Minios 2 – Come Gru diventa Cattivissimo” è un

film di Kyle Balda, Brad Ableson, Jonathan del Val. Con Max Giusti, Steve Carell, Pierre Coffin, James Murray, Alan Arkin. Animazione, 90′. USA 2022

Sinossi:

Nella Los Angeles degli anni Settanta, Gru cresce in perfidia e sogna di entrare a far parte dei Malefici sei (Vicious Six), un team di super-cattivi che si è appena sbarazzato del suo leggendario capo. Dodicenne sotto il caschetto e dentro i jeans a zampa di elefante, partecipa senza successo al colloquio. Deriso per la taglia, troppo piccola per un’ambizione così grande, Gru si congeda rubando una potente pietra dello zodiaco e guadagnandosi sul campo il titolo di nemico giurato. Tra inseguimenti e rapimenti, Gru potrà contare su un esercito fedele di Minions e un complice inaspettato, Wild Knuckles, ex leader dei Malefici che reclama pietra e vendetta. 

Recensione:

Sette anni dopo il primo, trionfale spin-off della serie “Cattivissimo me”, i Minions tornano al cinema (in Italia dal 18 agosto) con una nuova avventura da solisti – anche se in questo caso la definizione non è totalmente calzante -, nella speranza di incontrare ancora una volta il favore del pubblico di tutte le età. 

Dopo aver raccontato le origini delle simpaticissime creature gialle con la salopette e la parlata quasi intelligibile, “Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo” amplia l’universo narrativo del franchise, raccontando gli albori della collaborazione tra i nostri piccoli eroi e il 12enne Gru. continua su

61) La Casa dei Ricordi (Donato Carrisi)

“La Casa dei Ricordi” è un romanzo scritto da Donato Carrisi e pubblicato da Mondadori Editore il 29 Novembre 2021

Sinossi:

Ascolterai ciò che ho da dire… fino in fondo. 

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. 
L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. 
E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. 
Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. 
L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. 
Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. 
Ma la storia che racconta non appartiene a lui.

Recensione:

Due anni fa avevo espresso più di una riserva sul romanzo “La Casa delle Voci” giudicandolo stilisticamente impeccabile e narrativamente originale, ma piuttosto freddo sul piano della suspense.

La “sfida autoriale” di Donato Carrisi d’affrontare il delicato quanto complesso mondo della psiche umana declinata in una cornice thriller se da un lato  rinnova il potenziale di poter gareggiare con i colleghi stranieri, dall’altra evidenzia nuovamente  come sia  una scrittura  di carattere più  cinematografico che letterario.

 “La casa di Ricordi” è  un sequel letterario che sinceramente  non ritenevamo necessario.

“La Casa dei Ricordi” conferma i pregi del primo romanzo,    ma amplificandone limiti e criticità espressi in precedenza.

Mi ritrovo ancora una volta in dissenso con la maggioranza dei lettori e critici  nel valutare negativamente il lavoro di Carrisi .

Una storia, un giallo, una caccia ad un mostro invisibile al di sotto degli abituali standard a cui Carrisi ci ha ben abituato

L’impianto narrativo risulta dispersivo, allungato e soprattutto poco centrato rispetto agli obiettivi autoriali di tenere insieme thriller classico e conflitto interiore.

“La Casa dei Ricordi” non incanta, non colpisce l’interesse  di nuovo lettore ed alla lunga annoia il  vecchio lettore.

Una seconda puntata che non aggiunge nulla al mondo sospeso di Pietro Gerber, rimasto bloccato dai demoni del proprio passato.

Una lettura che procede “a strappi” dando la sensazione al lettore che questo romanzo sia stato scritto senza avere le idee chiare  di come far evolvere la storia e soprattutto i personaggi.

Donato Carrisi compie, a nostro modesto parere, l’errore d’  insistere su una storia priva dell’adeguato respiro  per realizzare una saga letteraria.

“La Casa dei Ricordi” ci dispiace definirlo un forzato e pretestuoso esercizio autoriale risultando così un deludente lettura di fine anno.

49) And just like that

“And just like that” è una serie ideata da Darren Star. Con Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon, Kristin Davis, Mario Cantone, David Eigenberg, Willie Garson. Commedia romantica. USA. 2021-in produzione

Recensione:

Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni, diceva Oscar Wilde. Per le serie televisive una delle tentazioni irresistibili è sicuramente la reunion o tuffo nel passato. D’altra parte c’è poco da fare: chi non vorrebbe, a distanza di anni, provare ancora una volta il piacere di interpretare un ruolo che ha regalato grandi soddisfazioni e successi?

La pandemia, paradossalmente, ha accentuato questa moda televisiva, col pubblico sempre più bisognoso di normalità e di ricordare la bellezza del mondo prima del Covid. E così nel 2021 abbiamo visto tornare “Friends”, “Dexter”, “CSI”. E adesso le – ex- ragazze di “Sex & the City” in “And just like that”, disponibile su Sky Serie e NOW dal 9 dicembre.

L’attesa intorno al sequel della fortunatissima serie – vista anche la mancata presenza di Kim Cattrall alias Samantha Jones – era altissima. “Sex & the City” è stato una pietra miliare della serialità che ha sdoganato il sesso con ironia. Uno spaccato della società di fine anni ‘90/inizio 2000 e quattro protagoniste divenute iconiche – come le rispettive attrici.

Alla luce di tutto questo, era necessario realizzare un sequel? Avevamo davvero bisogno di vedere Carrie, Charlotte e Miranda ormai cinquantenni, alle prese con figli, mariti e nuovi lavori? Ambientare la serie nella New York City post-Covid sarebbe stato credibile? continua su

5) Calibro 9

Il biglietto da acquistare per “Calibro 9” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Calibro 9” è un film di Toni D’Angelo. Con Marco Bocci, Ksenia Rappoport, Barbara Bouchet, Michele Placido, Alessio Boni. Azione. Italia 2019

Sinossi:

Le ‘ndrine dei Corapi e degli Scarfò sono in guerra, e in mezzo a loro finisce l’avvocato penalista Piazza, che aveva ordinato a una hacker di dirottare un trasferimento fondi da cento milioni rimbalzato attraverso mezzo mondo e si è visto soffiare sotto il naso il bottino dalla hacker stessa. Il bottino apparteneva alla ‘ndrangheta e si sa, “rubare alla mafia è un suicidio”: dunque Piazza è un uomo braccato a livello internazionale. A dargli una mano è Maia Corapi, che è stata la sua compagna molti anni prima, ed ora ha ricevuto l’incarico di proteggerlo. Intorno ai due si aggirano un commissario che “si è stancato di perdere” e un ex carcerato, Rocco Musco, che molto tempo prima ha ucciso l’assassino del padre di Piazza, Ugo.

Recensione:

Il film di Tony D’Angelo “Calibro 9” è stato concepito come il sequel del cult “Milano Calibro 9” di Fernando De Leo (1972). Il genere poliziesco vecchio stampo incontra le nuove tecnologie per raccontare come oggi la criminalità organizzata si sia modernizzata, rimanendo comunque “old style” nella gestione dei problemi.

Personalmente non ho mai amato questo genere di pellicola, pur riconoscendogli la sua dignità cinematografica e il valore socio-culturale, essendo nati in un periodo storico molto travagliato per il nostro Paese.

Seppure lodevole, l’ambizione di Tony D’angelo e degli altri sceneggiatori di scrivere una nuova pagina di questa epopea criminale è naufragata nel passaggio dall’idea alla messa in scena.

“Calibro 9” stona sotto ogni punto di vista: è anacronistico, caotico nell’intreccio, eccessivo nei toni, caricaturale nella presentazione ed evoluzione dei personaggi. Tutto quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni nel raccontare il mondo del crimine da progetti come “Gomorra” viene spazzato via continua su

95) L’Ultima Storia ( John Grisham)

“L’ultima storia” è un romanzo scritto da John Grisham e pubblicato il 3 Giugno da Mondadori Editore.

Sinossi:
È piena estate e a Camino Island sta per abbattersi un uragano di proporzioni allarmanti. Il governatore della Florida ordina a tutti gli abitanti l’immediata evacuazione dell’isola. La maggior parte fugge sulla terraferma, ma Bruce Cable, noto libraio e collezionista di libri antichi, nonché animatore della vita culturale dell’isola, decide di rimanere sul posto.
Come previsto, l’uragano devasta ogni cosa, abbattendo alberi e danneggiando gravemente abitazioni, alberghi e negozi, e purtroppo ci sono delle vittime. Tra queste Nelson Kerr, un noto scrittore di thriller amico di Bruce. Ma la furia della tempesta non sembra essere stata la causa della sua morte. I numerosi colpi alla testa farebbero pensare a ben altro.
Chi può aver voluto Nelson morto?
La polizia locale non è solita occuparsi di omicidi, meno che mai in un momento di emergenza come questo, e Bruce inizia la sua personale indagine. E se la morte dell’amico fosse legata in qualche modo ai suoi romanzi, e soprattutto all’ultimo romanzo, ancora inedito e custodito nel suo computer? Quello che Bruce scoprirà è molto più sconvolgente dei colpi di scena delle storie di Nelson Kerr.
L’ultima storia segna l’avvincente ritorno di John Grisham al mystery, dopo il felice esordio de Il caso Fitzgerald, che ancora una volta trascina il lettore in una nuova e appassionante avventura.
Recensione:
Sarà il caldo torrido di quest’inizio estate unito al crescente timore per una seconda ondata di Covid 19, ma sono diventato sempre più esigente nei confronti dei miei autori preferiti.
Non riesco più ad accettare libri “inutili”, opere scritte per meri motivi commerciali e non ispirati da una vera quanto auspicabile idea creativa.
Ecco dopo questa pandemia, almeno in campo letterario, sono “più intollerante”
Un ‘intolleranza che purtroppo in questo caso investe il Maestro John Grisham.
“L’ultima storia” è un sequel non richiesto, complessivamente prevedibile e noioso e seppure sia ben scritto è ben lontano dai consueti alti standard narrativi dell’autore americano.
Ho vanamente cercato durante l’intera lettura, un appiglio drammaturgico, una motivazione creativa, una spiegazione stilistica che potesse spiegare la scelta di Grisham di realizzare un sequel de “Il caso Fitzgerald” che già di per sé aveva entusiasmato poco o nulla lettore e critica.
Nulla fare, “L’ultima storia” sembra stato scritto per esaudire un capriccio autoriale del buon John.
Un romanzo “troppo” semplice nella struttura narrativa, “straordinariamente” telefonato nello sviluppo e nei suoi prevedibili colpo di scena.
Un romanzo che pur unendo più generi dal disastro ambientale all’ omicidio da spy story ed infine mala sanità nelle RSA con relativa truffa al sistema sanitario nazionale americano, non convince mai completamente.
Il lettore si ritrova tra le mani un romanzo “normale”, avendo poco o nulla della zampata di John Grisham.
Si palesa privo di mordente, pathos e della consueta e vincente capacità d’incollare il lettore alla storia fino alla fine.
Fossimo nei panni di Bruce Cable, presenteremo a “denti stretti” questo romanzo nella nostra immaginaria libreria.
Almeno in questo caso, John Grisham è fortunato. Abbiamo solamente questo blog…

67) Ali D’Argento (Camilla Lackberg)

“Ali d’Argento” è un romanzo scritto da Camilla Lackberg e pubblicato il 4 giugno 2020 da Marsilio Editore.

Sinossi:
Grazie a un piano raffinato e crudele, Faye si è lasciata alle spalle il tradimento e le umiliazioni inflitte dall’ormai ex marito Jack e sembra aver ripreso in mano le redini della propria esistenza: è una donna autonoma, si è rifatta una vita all’estero, Jack è in prigione e la società da lei fondata, la Revenge, va a gonfie vele. Ma nuove sfide potrebbero incrinare la sua serenità così faticosamente conquistata. Sull’azienda e sul lancio del marchio Revenge negli Stati Uniti pesa una grave minaccia, tanto che Faye è costretta a rientrare a Stoccolma. Non può e non vuole rischiare di perdere tutto quello per cui ha tanto lottato. Questa volta, però, la determinazione non basta, e per risorgere dalle ceneri e riprendere il controllo della situazione ci vuole un piano ancora più diabolico. Così, con l’aiuto di un gruppo sceltissimo di donne, Faye torna a combattere per difendere ciò che è suo, e per proteggere se stessa e i propri cari.

Recensione:
“…La Gabbia dorata si fa leggere con facilità per merito di uno stile semplice, diretto, scorrevole, ma lontano dall’abituale qualità della Lackberg.
“La Gabbia dorata” sembra più un romanzo scritto per esigenze commerciali piuttosto che da un’urgenza creativa dell’autrice…”
È evidente che la signora Lackberg non abbia letto un anno fa la mia recensione su “La Gabbia Dorata”.
“errare humanum est, perseverare autem diabolicum “, cara Camilla, mi verrebbe da dirle.
Speravo di cuore che di non dover leggere altre storie su Faye, illudendomi che “La Gabbia Dorata” potesse essere annoverato come l’infelice quanto unico esperimento letterario.
Sfortunatamente “la vile pecunia” ha prevalso spingendo l’autrice svedese a scrivere un disastroso sequel.
Sono un sincero fan di Camila Lackberg. Ho letto tutti i suoi romanzi e sono davvero addolorato nel dover scrivere queste dure parole.
Ma “Ali d’argento” è un brutto quanto inutile romanzo.
“Ali d’Argento” è un sequel letterario di cui non si sentivamo alcun bisogno, sottoponendo lo sventurato lettore a leggere una storia insulsa, noiosa, ripetitiva e gratuitamente volgare in alcuni passaggi.
Colpisce negativamente come Camilla Lackberg abbia voluto “insistere” su questo filone di racconto, rischiando seriamente di compromettere la propria credibilità autoriale.
“Ali d’argento” non ha un vero intreccio narrativo, basandosi piuttosto su un’accozzaglia di situazioni e cliché sulla figura femminile e sul maschismo da far scattare le proteste femministe nelle piazze se a scriverle fosse stato un uomo.
“Ali D’argento” non emoziona, non ha una valenza sociale, non invita all’indipendenza femminile, né tanto meno libera la fantasia sessuale del lettore come fu nel caso della fortunata trilogia di E- L. James.
“Ali D’argento” sono 357 pagine di puro trash in cui personaggi appaiono sempre più grotteschi, inverosimili e desolanti da qualsiasi punto di vista.
“Ali D’argento”, a nostro modesto parere, è il punto più basso della carriera di Camilla Lackberg.
Il lettore rimane sgomento nel leggere una storia così illeggibile, irritante e fuori contesto storico.
Un finale aperto quanto sconclusionato fa addirittura pensare ad un possibile terzo romanzo della saga di Faye.
Alla sola idea non possiamo fare altro che sospirare e scrivere: Salvate Camilla Lackberg dalla sindrome di Tafazzi.

120) Grandi bugie tra amici

Il biglietto da acquistare per “Grandi bugie tra amici” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Grandi bugie tra amici” è un film di Guillaume Canet. Con François Cluzet, Marion Cotillard, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte, Benoît Magimel. Commedia, 131′. Francia 2019

Sinossi:

Sfiancato dalle scadenze e da una situazione economica assai poco rosea, Max si trasferisce nella casa al mare per riflettere. Lì, senza preavviso, lo raggiunge il suo gruppo di amici storici, che non vede da oltre tre anni, per festeggiare il suo compleanno. La sorpresa è certamente riuscita ma l’accoglienza lascia a desiderare. Max non finge neppure di essere felice. Anzi, fa di tutto per non mettere a proprio agio gli (ex?) amici. Una situazione che metterà il gruppo in una situazione ancora una volta imprevedibile.

Recensione:

L’amicizia è davvero l’unico legame capace di resistere alla prova del tempo e all’instabilità emotiva dell’uomo? Una compagnia di amici può restare insieme per trent’anni, senza farsi sconvolgere dagli imprevisti professionali, privati, finanziari e sentimentali di ciascun componente?

A distanza di otto anni da “Piccole bugie tra amici”, grande successo di critica e pubblico, Guillaume Canet decide di riprendere la storia dei suoi personaggi, nell’atteso “Grandi bugie tra amici”.

Ma avevamo davvero bisogno di questo sequel? Di sapere come e quanto sono cambiati i protagonisti con l’età, magari in peggio? Lo spettatore se lo chiede all’inizio del film, con la sensazione di assistere a una rimpatriata narrativamente debole e prolissa, per quanto ben recitata.

“Grandi bugie tra amici” risulta privo di appeal, mordente e incisività per colpa di una sceneggiatura lenta, dispersiva e a tratti confusionaria, che mescola troppi spunti diversi. continua su

“Grandi bugie tra amici”: un sequel atteso che non graffia come dovrebbe

110) The Quake

“The Quake” è un film di John Andreas Andersen. Con Kristoffer Joner, Ane Dahl Torp, Kathrine Thorborg Johansen, Jonas Hoff Oftebro, Edith Haagenrud-Sande. Azione, 106′. Norvegia 2018

Sinossi:

Il geologo Kristian Elkjord è un uomo la cui vita privata è appesa a un filo: l’ossessione verso il suo lavoro lo ha portato a separarsi dalla moglie Idun e a trascurare i due figli: lo studente universitario Sondre e la piccola Julia. La sua grande esperienza e il suo intuito di geologo lo portano a scoprire che Oslo è minacciata da un catastrofico terremoto, abbastanza potente da distruggere l’intera città. Convincere di questo le persone che gli stanno intorno sarà un’impresa difficile, ma non abbastanza da scoraggiarlo a tentare…

Recensione:

Non c’è niente di più devastante, cieco e tragicamente maestoso della forza della Natura. Ogni disastro naturale – si tratti di un terremoto, di uno tsunami, di un’alluvione – ha la capacità di restare scolpito per sempre nella memoria collettiva, anche se lo vediamo mediato dalla tv o dal pc.

Guardando la cosa dal punto di vista puramente creativo, possiamo dire che ogni disastro ha un altissimo potenziale narrativo… E Hollywood ha visto bene di sfruttarlo, puntando parecchio negli ultimi anni sui cosiddetti disaster movie.

Personalmente trovo il genere alquanto noioso e ripetitivo, col suo riproporre praticamente sempre lo stesso schema cambiando solo il cataclisma in questione – e inserendo qua e là qualche spunto familiare/personale. La trama, in questi film, viene considerata un optional: quello che conta sono gli effetti speciali e la spettacolarità

Alla luce di quanto scritto, vale la pena vedere “The quake – Il terremoto del secolo” di John Andreas Andersen? Sì, ed essenzialmente per due motivi. Il primo è che si tratta di una produzione europea, norvegese per la precisione, che non sfigura nel confronto con i ben più potenti cugini americani, per quanto riguarda realizzazione e recitazione. continua su

“The quake – Il terremoto del secolo”: quando il disaster movie è europeo

84 ) Godzilla -Il Re dei Mostri

Il biglietto da acquistare per “Godzilla II – Kings of the monsters”:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Godzilla Il Re dei Mostri” è un film di Michael Dougherty. Con Kyle Chandler, Vera Farmiga, Millie Bobby Brown, Ken Watanabe, Ziyi Zhang. Azione, 131′. USA 2019

Sinossi:

Le eroiche gesta dell’agenzia cripto-zoologica Monarch e dei suoi membri, che fronteggiano una serie di mostri dalla natura divina, tra cui il possente Godzilla. Quando queste antiche super-specie – ritenute veri e propri miti – tornano in vita, inizia la lotta per la supremazia, che mette a rischio l’esistenza stessa dell’umanità.

Recensione:

Dove eravamo rimasti? Ah sì, adesso ricordo. Nel 2014 il “vecchio” Godzilla, risvegliatosi da un lunghissimo letargo, aveva combattuto contro i mostri M.U.T.O. (Organismi Terrestri Massivi Non Identificati) e salvato l’umanità, per quanto ben poco meritevole, dall’estinzione.

Nella mia recensione della pellicola di Gareth Edwards avevo parlato di begli effetti speciali e fotografia ma ritmo lento, a tratti noioso; di una sceneggiatura prevedibile e scontata; di un miglioramento rispetto ad altri adattamenti del passato del dinosauro di Honda Ishiro ma non un risultato al 100% convincente. Biglietto pomeridiano.

Cinque anni dopo, “Godzilla II – King of the monsters” di Michael Dougherty non solo conferma le criticità del primo film ma le amplifica. Si tratta di un sequel visivamente spettacolare ma narrativamente inutile.

Gli sceneggiatori ripropongono la stessa questione di fondo – la presunzione della razza umana che pensa di sostituirsi alle divinità e comandare sulla Natura e le altre specie – con qualche variazione sul tema – ecoterroristi, mostri utilizzati per riequilibrare i disastri ambientali causati dall’uomo.

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“Godzilla II – King of the monsters”: azione, effetti speciali e poco altro

51) Bentornato Presidente

Il biglietto da acquistare per “Bentornato Presidente!” è:
Nemmeno regalato. Omaggo. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

“Bentornato Presidente” è un film di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi. Con Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Massimo Popolizio. Commedia. Italia 2019

Sinossi:

Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.

Recensione:

Pagare le tasse è bellissimo. Era il marzo 2007 e a pronunciare queste parole fu l’allora Ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa. L’esperienza di Schioppa come ministro si sarebbe conclusa amaramente di lì a pochi mesi, con la caduta del secondo governo Prodi.

Sembrano passati secoli, ma quella frase mi è inaspettatamente ritornata alla mente al termine della proiezione dell’atteso “Bentornato Presidente” di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi sequel di “Benvenuto Presidente!”, campione d’incassi nel 2013.

L’Italia sta vivendo un momento istituzionale, sociale ed economico molto complesso, scandito da crescenti tensioni. Le ultime elezioni hanno dimostrato la voglia di cambiamento della popolazione, portando al Governo un’inedita maggioranza giallo-verde guidata dal premier Conte, spesso considerato alla stregua di un portavoce.

Questo cruciale momento della nostra storia repubblicana ha altresì ispirato la creatività dello sceneggiatore Fabio Bonifaci nell’immaginare il ritorno di Peppino Garibaldi (Bisio), contemporaneamente salvatore della patria per demerito altrui, e marito e padre depresso perché abbandonato dalla famiglia.

“Bentornato Presidente” mi è sembrato da una parte una convincente rilettura, con i toni della commedia, del tostissimo “La grande scommessa” del Premio Oscar Adam McKay; dall’altra un omaggio a “Il Presidente – Una storia d’amore” di Bob Reiner, con il tentativo di inserire, in una cornice seriosa e rigida come Palazzo Chigi, un elemento romantico. continua su

http://paroleacolori.com/bentornato-presidente-un-sequel-che-equilibra-realta-e-finzione/