1)“Le indagini di Lolita Lobosco”: 3 motivi per guardare la 2 stagione su Rai uno

Il nuovo anno della fiction Rai si apre oggi, domenica 8 gennaio, con l’atteso ritorno del vice-questore Lolita LoboscoLuisa Rainieri interpreta il personaggio nato dalla penna della scrittrice Gabriella Genisi in questo nuovo arco di sei episodi, con il consueto mix di indagini e tribolazioni sentimentali.

La prima stagione della serie “Le indagini di Lolita Lobosco”, andata in onda nel 2021, ha ampliato la popolarità del personaggio letterario, grazie alla perfetta sinergia tra sceneggiatori, regia e cast.

La Rai ha compiuto uno sforzo produttivo notevole per confermare il buon risultato e devo dire che, dopo aver visto in anteprima il primo episodio della nuova stagione, “Mare nero”, quanto fatto sembra convincente. Ecco 3 buoni motivi per guardare la serie su Rai1. continua su

73) Maigret

“Maigret” è un film di Patrice Leconte. Con Gérard Depardieu, Jade Labeste, Mélanie Bernier, Aurore Clément, André Wilms. Drammatico, 89′. Francia 2022

Sinossi:

Una ragazza di provincia, giunta a Parigi piena di speranze, viene uccisa, e il commissario Maigret, che non conosce neppure l’identità della giovane, ha il compito di individuare il colpevole di quell’omicidio. Nel corso delle indagini il commissario, cui è stato impedito dal medico di fumare l’imprescindibile pipa per via di un problema non identificato ai polmoni, incontra un’altra ragazza di provincia che suscita in lui sentimenti di protezione, la cui vicenda verrà in qualche modo collegata a quella della sconosciuta uccisa. Saranno molti gli indizi da seguire, e porteranno non solo ad identificare il colpevole, ma anche a ricostruire il ritratto di un sottobosco ambiguo e predatorio nascosto dietro la sfavillante Ville Lumière.

Recensione:

Confesso di non avere mai letto un romanzo di Georges Simenon – e sono sicuro che la cosa non stupirà i miei quattro lettori affezionati, che ormai conoscono bene la mia ignoranza in fatto di libri! – ma di aver visto diversi adattamenti cinematografici e televisivi ispirati al personaggio del commissario Maigret e di averne anche apprezzato qualcuno.

Non avevo particolari aspettative su questa nuova versione firmata da Patrice Leconte. In effetti “Maigret” si muove all’interno di una sceneggiatura piuttosto lineare, classica, oserei dire telefonata, fin dalla prima scena in cui vediamo gli ultimi momenti di vita di una giovane, che passa dalla gioia di partecipare a una festa all’essere aggredita. continua su

113) Focus sui romanzi di Giovanna Pittalunga : Tilla – Delitti di Stato – Io Ti ho Visto – Argento Vivo

Ho sempre letto con curiosità ed interesse gli autori emergenti, convinto che questo mio personale “scouting” letterario mi possa far scoprire talento, creatività e soprattutto gustare storie diverse e nuove.
In questo caso devo ringraziare l’amica Barbara Sechi per avermi segnalato i romanzi della scrittrice Giovanna Pittaluga.
Giovanna Pittaluga prima di “scoprire” l’amore, dedizione per la scrittura, è stata una professoressa di matematica all’Università degli Studi di Torino.
“Una scrittrice per caso” dovremmo dunque dire, ma che in vero ha dimostrato di possedere talento, creatività e il piglio esperto da giallista tutt’altro che “causali”.
Giovanna Pittaluga ha finora pubblicato quattro romanzi, tre gialli ed un romanzo biografico, molto personale.
Quando la mia amica Barbara me li ha consegnati, non ero convinto di leggerli tutti, tutt’altro.


Invece lo stile e l’abilità di Giovanna nel costruire i tre gialli e la sensibilità ed amore nel raccontare, rievocare la vita felice condivisa con il marito Eugenio mi hanno convinto ad una completa ed inaspettata immersione nei testi.
Giovanna Pittaluga si è rivelata una valente giallista, capace di costruire indagini diverse, mai banali, curate nello stile , approfondite nella costruzione ed analisi psicologica e caratteriale di ogni singolo personaggio.
Per gli amanti del genere “thriller” vi invito a leggere nell’ordine prima “Tilla”, poi “Delitti di Stato” ed infine “Io Ti ho Visto” per conoscere meglio il commissario Marco Ferrero (omaggio al figlio dell’autrice) e la sua squadra, impegnati a risolvere tre casi molto particolari, imprevedibili e densi di colpi di scena e pieni di sincera quanto sconvolgente umanità sotto ogni aspetto.
Giovanna Pittaluga ha dimostrato di saper “maneggiare” la materia, calibrando efficacemente i tempi e modalità dell’indagine poliziesca e lasciando il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina del romanzo.


Tre indagini ben costruite e sviluppate in cui non mancano omicidi efferati quanto meticolosi davvero impensabili in una Torino borghese e distinta, almeno come ci viene descritta dall’autrice.
Tre gialli con tre diverse tipologie di omicidi originari da lucidi quanto feroci moventi da parte dell’assassino di turno, ma ognuno drammaturgicamente valido e ben sorretto sul piano del ritmo e pathos narrativo.
Giovanna Pittaluga deve ancora però migliorare nella capacità di “sintesi”, tendendo ad allungare troppo il brodo, divagando in alcuni passaggi non sempre necessari e funzionali alla storia.
Giovanna dovrebbe applicare il rigore scientifico anche in campo letterario, cercando d’essere meno dispersiva al fine d’asciugare le future indagini di Ferrero.
Per quanto riguarda “Argento Vivo” mi limito esclusivamente ad un piccolo considerazione personale, ma credo condivisibile da molti di voi.
Sogniamo chi più o chi meno di vivere almeno una volta nella vita una bella storia d’amore.
Tanto bramano di trovare l’amore della vita.
Pochi hanno la “fortuna” d’incontrare una persona con cui condividere una vita.
Un marito, compagno, partner spesso e volentieri non è il Principe azzurro, anzi semmai il contrario. Ma è l’uomo giusto con cui costruire una famiglia.


Terminata la lettura di “Argento Vivo”, verrà spontaneo pensare: avrò anch’io la fortuna di Eugenio d’incontrare una donna disposta ad amarmi, accettarmi nonostante i miei difetti e limiti?
“Argento vivo” è uno dei più belli e romantici modi, a mio modesto parere, di rinnovare e condividere l’amore che uni Giovanna ed Eugenio.
Giovanna Pittaluga anche solo per questa toccante e generosa condivisione merita d’essere letta
Non perdete quest’occasione, anzi sono ben quattro…

71 ) Mancarsi – La Donna Di Scorta (Diego De Silva)

“Mancarsi” è un romanzo scritto da Diego De Silva e pubblicato nel gennaio 2013 da Einaudi

Sinossi:
Diego De Silva fa un passo a lato, si allontana dalle irresistibili vicende di Vincenzo Malinconico e ci regala una semplice storia d’amore. Semplice per modo di dire, perché la scommessa è tutta qui: nel nascondere la profondità in superficie, nel tratteggiare desideri e dolori, speranze e rovine, con poche parole essenziali, dritte e soprattutto vere. Perché, come diceva Fanny Ardant ne La signora della porta accanto, solo i racconti scarni e le canzoni dicono la verità sull’amore: quanto fa male, quanto fa bene. Solo lì si cela l’assoluto. Cosi De Silva prende i suoi due personaggi e li osserva con pazienza, li pedina, chiedendoci di seguirlo – e di seguirli – senza fare domande. Irene vuole essere felice, e quando il suo matrimonio inizia a zoppicare se ne va. Nicola è solo, confusamente addolorato dalla morte di una donna che aveva smesso di amare da tempo. Anche lui, come Irene, è mosso da un’assoluta urgenza di felicità. Anche lui vuole un amore e sa esattamente come vuole che sia fatto. Sarebbero destinati a una grande storia, se solo s’incontrassero una volta nel bistrot che frequentano entrambi. Ma il caso vuole che ogni volta che Nicola arriva, Irene sia appena andata via. Se le vite di Nicola e Irene non s’incontrano fino alla fine, le loro teste invece s’incontrano nelle pagine di questo libro: i pensieri, le derive, il sentire si richiamano di continuo, sono ponti gettati verso il nulla o verso l’altro. Forse, verso l’attimo imprevisto in cui la felicità finalmente abbocca.

“La Donna di Scorta” è un romanzo scritto da Diego De Silva e pubblicato nel aprile 2014 da Einaudi.

Sinossi:
Un uomo sposato e una giovane single s’incrociano su un marciapiede in una mattina di pioggia. Subito s’innamorano. Ma i ruoli di quella che potrebbe sembrare una normale relazione fra amanti, s’invertono fin dall’inizio. Livio, antiquario radicato in una solida vita matrimoniale, si trova invischiato in un rapporto privo di gerarchie che la sua normalità non può reggere: Dorina non vuole prendere il posto di sua moglie. Non chiede niente di più di quello che Livio è disposto a darle, sconvolgendo in questo modo l’assetto ordinato della vita di lui. Il romanzo mette a nudo un sentimento vero e autosufficiente che non ricatta, non pretende, non ha bisogno di sacrifici, riconoscimenti, ma nel puro desiderio dell’altro trova la sua ragion d’essere.

Recensione Unica:
Ero curioso di leggere questi due romanzi di Diego De Silva, avendo percepito dalla lettura delle due  sole sinossi che in qualche modo fossero legati da un filo rosso narrativo.
Una sensazione confermata dopo averli letti entrambi.
Anche se scritti in momenti diversi De Silva ha realizzato una sorta di manifesto sull’infedeltà coniugale o se preferite una chiave di lettura “tollerabile per accettare il triangolo amoroso e/o vedere la perdita di un coniuge mal sopportato come il primo segno per rinnamorarsi una seconda volta.
“Mancarsi” e “La Donna di Scorta” vanno assolutamente letti uno dietro l’altro per cogliere il senso più profondo del messaggio amoroso messo in campo da Silva.
L’amore non può essere considerata una proprietà privata né una persona può reclamarne l’esclusività.
L’innamoramento secondo De Silva sfugge a qualsiasi regola, codice, imposizione travolgendo tutto e tutti.
Un uomo può amare contemporaneamente la propria moglie e la giovane amante, non trovando il coraggio né la forza di scegliere.
Un’indecisione deprecabile in linea generale, ma nella storia tra Livio e Dorina, vede quest’ultima stranamente non interessata a reclamare maggiore spazio, visibilità e tempo rispetto alla famiglia di Livio.
Livio ama Dorina, ma allo stesso tempo è irritato dalla natura pacifica e tranquilla dell’amante.
Livio vorrebbe vedere, sentire una Dorina nelle vesti dell’amante appassionata, arrabbiata, esigente.
Ma Dorina non gli concederà mai questo sazio.
La loro storia travolgente, intensa finirà con la modalità straordinariamente normale voluta da Dorina.
Invece Nicola è rimasto improvvisamente vedovo. Costretto a piangere una moglie che purtroppo non amava più.
Un lutto che se da una parte si è rivelato paradossalmente liberatorio, dall’altra ha obbligato il protagonista a guardarsi dentro e comprendere se sia ancora capace d’amare.
Irene invece ha detto basta ad un matrimonio che la rendeva ogni giorno più triste e vuota emotivamente.
Nicola e Irene sono soli per motivi diversi, ma entrambi cercano, vogliono una seconda chance d’amare ed essere amati.
Il Destino in versione romantica gli darà una mano, facendoli causalmente incontrare in un luogo caro ad entrambi.
“Mancarsi” rievoca nella struttura narrativa e soprattutto nel continuo sfiorarsi dei due protagonisti, il celebre quanto romantico film americano “Insonnia d’amore” di Nora Ephron con protagonisti i bravissimi Tom Hanks e Meg Ryan.
“Mancarsi” ci spinge a credere, sperare che la fine di un amore, di un matrimonio non debba per forza significare la fine di tutto, anzi.
Diego De Silva regala vivide e sincere emozioni al lettore tramite questi due scritti , facendoci riflettere sulla nostra intima e personale idea sull’amore di coppia.