49) L’Angelo dei Muri

“L’Angelo dei Muri” è un film di Lorenzo Bianchini. Con Pierre Richard, Iva Krajnc, Gioia Heinz, Arthur Defays, Paolo Fagiolo. Thriller, horror, 102′. Italia 2021

Sinossi:

Trieste. Pietro vive da solo in un vecchio appartamento all’ultimo piano di un vecchio edificio malmesso, ma la sua regolare monotonia viene interrotta dall’avviso di uno sfratto esecutivo. L’uomo però non vuole abbandonare la casa. Così, attraverso un muro del lungo corridoio, riesce a sparire e a non farsi trovare il giorno in cui arriva l’ufficiale giudiziario. Dal nascondiglio vede tutto quello che sta accadendo. Si rifugia lì ogni volta che c’è una minaccia esterna (il proprietario, i potenziali inquilini) e ha sempre l’ossessivo timore di essere scoperto. Un giorno però si trova davanti a due nuovi ospit’: Zala, una madre disperata, e Sanya, la figlia che sta perdendo la vista.

Recensione:

Quando uno abita tutta la vita nella stessa casa, questa diventa una sorta di coperta di Linus e pensare di lasciarla è doloroso e terrificante. Ogni stanza e persino ogni mobile nasconde un ricordo, un’emozione, un momento del passato.

Se però la casa in questione non è di proprietà ma in affitto può succedere che il legittimo proprietario la rivoglia indietro, per morosità dell’inquilino o scadenza del contratto di locazione, e allora fare le valigie è imperativo.

È quanto succede all’anziano Pietro, protagonista del film “L’angelo dei muri” di Lorenzo Bianchini, presentato lo scorso anno al Torino Film Festival, a cui viene notificata un’istanza di sfratto dall’ufficiale giudiziario. continua su

14) Wildlife

Il biglietto da acquistare per “Wildlife” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“Wildlife” è un film di Paul Dano. Con Jake Gyllenhaal, Carey Mulligan, Ed Oxenbould, Bill Camp.
Drammatico, 104′. USA, 2018

Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Ford

Sinossi:

Montana, 1960. Jerry perde il lavoro e si lascia andare alla depressione. La moglie Jeanette e il figlio Joe provano a contribuire alle finanze di famiglia, ma Jerry decide comunque di partire per spegnere incendi nelle foreste circostanti. Dentro Jeanette scatta qualcosa.

Recensione:

La serenità familiare e l’amore tra i genitori sono considerati da ogni figlio adolescente come qualcosa di assodato e indiscutibile. Eppure basta pochissimo perché queste certezze si frantumino.

Arriva su Netflix “Wildlife”, opera prima da regista per l’attore americano Paul Dano (Litte Miss Sunshine, Il petroliere, Okja), che ha conquistato i critici e toccato le corde più intime del pubblico, nel 2018, quando ha aperto la Settimana della critica a Cannes, affrontando un tema sempre attuale come la crisi di una famiglia. continua su

70) A proposito di Niente (Woody Allen)

“A proposito di Niente” è l’autobiografia di Woody Allen pubblicata nel Maggio 2020 dalla La Nave di Teseo

Sinossi:
Nato a Brooklyn nel 1935, Woody Allen ha iniziato la sua carriera nello spettacolo a sedici anni, scrivendo battute per un giornale di Broadway, e ha continuato a scrivere per la radio, la televisione, il teatro, il cinema e il New Yorker. Ha lasciato la stanza dello scrittore decenni fa per diventare comico nei locali notturni e, da allora, un regista conosciuto in tutto il mondo. Durante sessant’anni di cinema, ha scritto e diretto cinquanta film, recitando in molti di essi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, diverse statue sono state erette in suo onore (qualcosa di cui non riuscirà mai a capacitarsi) e i suoi film sono stati studiati nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. In A proposito di niente, Allen racconta dei suoi primi matrimoni, con una fiamma della giovinezza e poi con l’amata e divertente Louise Lasser, che evidentemente adora ancora. Racconta anche della sua storia e dell’amicizia eterna con Diane Keaton. Descrive la sua relazione personale e professionale con Mia Farrow, che ha dato vita a film divenuti classici fino alla loro burrascosa rottura, per la quale l’industria dei tabloid ancora li ringrazia. Afferma di essere stato il più sorpreso di tutti quando a 56 anni è iniziata una relazione romantica con la ventunenne Soon-Yi Previn, diventata una storia d’amore appassionata e un matrimonio felice che dura da oltre ventidue anni. Ironico, pienamente sincero, pieno di guizzi creativi e non poca confusione, un’icona della cultura mondiale racconta, non richiesto, la propria storia. Woody Allen è uno scrittore, regista e attore. È stato stand-up comedian e autore di diversi libri. Vive nell’Upper East Side di Manhattan con Soon-Yi, sua moglie da ventidue anni, e le loro due figlie, Manzie e Bechet. È un grande appassionato di jazz e un tifoso di sport. Si rammarica di non aver mai fatto un grande film, ma ci sta ancora provando.

Recensione:
Attendevo di leggere con grande curiosità l’autobiografia di Woody Allen dopo che il “circo mediatico” per mesi si era scatenato, a mio parere, in sterili quanto inutili polemiche e contrapposizioni sull’opportunità che le memorie del regista newyorkese fossero date o meno alle stampe.
La decisione di Elisabetta Sgarbi di pubblicarlo per l’Italia è stato un ottimo colpo commerciale oltre che una condivisibile scelta liberale.
“A proposito di niente” è un’autobiografia atipica, diversa dalle numerose che ho avuto modo di leggere in questi anni.
E non poteva essere altrimenti trattandosi di Woody Allen, nell’ inedita veste di cantastorie di sé stesso e della propria straordinaria quanto discussa vita.
“A proposito di niente” è una lettura beffarda, ironica, autoironica che ricalca pienamente lo stile e soprattutto la personalità dell’autore.
Chi è Woody Allen?
Un grande regista o un terribile maniaco?
Un genio della commedia o un pedofilo?
Da tanti, troppi anni il mondo del cinema, i media e soprattutto i fan si sono aspramente divisi nel giudicare l’uomo Woody Allen, nonostante fino ad oggi nessun tribunale abbia mai emesso una sentenza di colpevolezza.
Nell’attesa del tribunale è giusto punire e mettere all’indice proibito l’artista Allen?
Il mio modesto consiglio è di mettere da parte qualsiasi tipo di pregiudizio e presunta certezza giudiziaria , concedendosi il piacere di leggere un’autobiografia che profuma contemporaneamente di cinema , umanità e financo di bizzarro bilancio
“A proposito di niente” diverte, fa sorridere e soprattutto stimola la fantasia del lettore nell’immaginare i luoghi, i personaggi e soprattutto rievoca i rapporti privati e professionali che hanno scandito la vita di Woody Allen.
“A proposito di niente” è un continuo e costante flusso di ricordi, sensazioni e rievocazioni di sentimenti da parte di Allen e ciò nonostante il lettore non avverte mai la sensazione di pesantezza e/o autocelebrazione del personaggio pubblico.
Woody Allen si apre completamente al lettore utilizzando però un leggero quanto disincantato approccio anche quando affronta passaggi più scabrosi come la devastante diatriba legale con l’ex compagna Mia Farrow.
Woody Allen si definisce un “diversamente ignorante” o se preferite un “acculturato tardivo” stimolato dalla presenza di belle quanto colte figure femminili nella propria esistenza.
Woody Allen ama le donne, ha amato tante donne e ne ha sposate quattro. È un cultore della bellezza femminile.
Alcune di queste donne (ad esempio Diane Keaton) sono transitate dallo status di partner/amante al ruolo di fidate consigliere nonché sincere amiche.
Woody Allen si sbilancia su tutto tranne sul proprio talento e competenza. Non “osa” dare consigli, suggerimenti ai giovani cineasti. Né tantomeno indica sé stesso come modello da seguire.
Si definisce un regista pigro, svogliato e disorganizzato sul set. Non ama ritirare premi. Non rivede mai i suoi film. Né tantomeno sottopone i propri lavori alla visione preventiva di un pubblico selezionato con l’intento di correggere eventuali errori
Per Woody Allen per diventare un regista di successo è necessario fare una cosa: scrivere, scrivere ed ancora scrivere.
Lui lo fa sempre: ogni giorno per otto ore al giorno utilizzando sempre e soltanto la sua cara macchina da scrivere.
La sceneggiatura secondo Allen è la parte più importante di un film. Senza una buona e solida sceneggiatura non può esserci un buon film.
Chi ama il cinema e/o sogna di diventare uno sceneggiatore di successo non potrà mai prescindere dalla visione e studio dei film di Woody Allen.
Altresì chi ama Woody Allen, non potrà esimersi da leggere quest’autobiografia.
Un “A proposito di niente” è un’opportunità letteraria unica quanto divertente di scoprire e conoscere meglio Woody Allen.

150) La Casa delle Voci (Donato Carrisi)

“La Casa delle Voci” è un romanzo scritto da Donato Carrisi e pubblicato da Longanesi Editore nel Dicembre 2019

Sinossi:
Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.
Recensione:
La mente umana è probabilmente il “meccanismo” più misterioso, affascinante, complesso quanto pericoloso mai costruito
Per gli stessi studiosi, scienziati è impossibile poterne scoprirne ogni aspetto, particolarità.
Nessun manuale di psichiatria, neurologia sarà mai in grado d’evidenziare, mostrare le infinte sfumature e caratteristiche della mente.
La mente è forte quanto fragile nel delicato ruolo di protezione della persona dall’orrore e paure provenienti dal mondo esterno.
Leggendo sul web gli entusiasti giudizi di critica e pubblico, confesso altresì la mia personale delusione nei confronti del nuovo romanzo di Donato Carrisi.
Dovrei ritenere d’aver preso un grande abbaglio letterario nel valutarlo?
Eppure i primi sono gli stessi che hanno bocciato gli ultimi romanzi di Carrisi che al contrario tanto erano piaciuti al sottoscritto.
Chi avrà dunque ragione?
“La casa delle Voci” è un giallo ben scritto, carico di suspense e magistralmente costruito nel regalare al lettore continui colpi di scena, ma nonostante ciò l’intreccio narrativo e lo stile non convincono come in passato
Donato Carrisi strizza l’occhio ad almeno tre pellicole cinematografiche di culto: Il Sesto Senso, Inception e Shutter Island.
I tre registi (Scorsese, Nolan e M. Night Shyamalan) si spinsero al loro limite artistico nel raccontare e mostrare la mente umana spiazzando e soprattutto incantando visivamente lo spettatore.
Ma “La casa delle voci” essendo “ancora” un libro non possiede la stessa forza ed intensità di racconto delle sopracitate pellicole.
Le parole, monologhi, dialoghi pronunciati dai personaggi di Carrisi appaiono più adatti ad uno script cinematografico più che per un romanzo.
“La casa delle voci” appare bloccato in una dimensione letteraria poco funzionale alle proprie caratteristiche e potenzialità.
Il lettore rimane colpito dalla storia e coinvolto dal serrato rapporto tra lo psicologo Pietro Gerber e la misteriosa paziente Hanna, ma senza mai raggiungere una vera e profonda empatia con i personaggi.
“La casa delle voci” è un romanzo “splendidamente” freddo nonostante i temi trattati e privo di quella necessaria umanità nell’affrontare i tormenti e soprattutto i segreti più reconditi dell’animo umano.
“La casa delle voci” è l’ottimo punto di partenza di un adattamento cinematografico che, a nostro modesto parere, colmerà le lacune strutturali ed emotive presenti sfortunatamente nell’opera letteraria

130) Un Dolore Così Dolce ( David Nicholls)

“Un Dolore così dolce” è un romanzo scritto da David Nicholas e pubblicato da Neri Pozza nel settembre 2019

 

Sinossi:

È l’estate del 1997 a Londra, l’estate del New Labour, della morte di Lady Diana e della fine della scuola per Charlie Lewis. Cinque anni terminati in un batter d’occhio e suggellati dall’immancabile ballo nella palestra della scuola, coi professori alla consolle che azzardano persino Relax dei Frankie Goes to Hollywood o Girls and Boys dei Blur, i ragazzi che si dimenano selvaggiamente e le ragazze che ancheggiano con malizia. Cinque anni in cui Charlie Lewis si è distinto per non essersi mai distinto in nulla. Né bullo né mansueto, né secchione né ribelle, né amato né odiato, insomma uno di quei ragazzi che, a guardarli nella foto di fine scuola, si stenta a ricordarli, poiché non sono associati ad alcun aneddoto, scandalo o grande impresa. Ora, però, per Charlie è giunta l’ora di definire la propria personalità, il che alla sua età è come cambiare il modo di vestire e il taglio dei capelli. Un’impresa di non poco conto, visto che, dopo aver cominciato a lavorare in nero alla cassa di una stazione di servizio per circa dodici ore la settimana, Charlie non sa che farsene di quella lunga estate. Per giunta, a casa le cose non vanno per niente bene. Sua madre se ne è andata e suo padre, un uomo mite, cade spesso preda della malinconia. Un giorno, il giovane Lewis afferra Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, scelto giusto perché c’è la parola mattatoio nel titolo, e se ne va a leggere su un prato vicino casa. Qualche pagina letta e poi si addormenta all’aria aperta, per svegliarsi qualche tempo dopo intontito dal sole e dalla meravigliosa visione di una ragazza dalla carnagione pallida e i capelli neri. È Frances Fisher, detta Fran. Viene dalla Chatsborne, una scuola per ricchi che se la tirano da artisti e indossano vestiti a fiori vintage e magliette che si stampano da soli. Fran fa parte della cooperativa del Bardo, un gruppo teatrale di ragazzi come lei che vogliono mettere in scena «una storia di bande rivali e di violenza, di pregiudizio e amore»: Romeo e Giulietta di Shakespeare. Charlie non è felice né indaffarato, e dunque si innamora perdutamente di Fran. Per stare con lei, tuttavia, deve affrontare una sfida improba: entrare a far parte della compagnia diretta da un tipo paffuto e con gli occhioni da King Charles Spaniel.

Recensione:

Se ognuno di noi potesse tracciare un immaginario bilancio della propria vita evidenziandone quali passaggi, persone, emozioni l’hanno caratterizzata, influenzata e soprattutto segnata   probabilmente in tanti direbbero la fine del liceo e l’ultima estate prima del teorico  inizio dell’età adulta.

Altresì tutti non potrebbero non rievocare gli intesi, appassionanti e struggenti ricordi del primo grande amore e della scoperta del sesso.

Le prime volte di quale natura e genere plasmano l’animo e carattere di un giovane facendolo crescere e si spera maturare.

Le persone colte oltre che sensibili chiamano questo delicato, complesso, irripetibile momento con due parole: coming age.

Ma che cosa è il coming age se non altro il desiderio di vivere, d’emergere, voler essere felice levandosi di dosso le incertezze ed i dubbi di un ‘adolescenza vissuta nell’ombra e nella solitudine?

“Un ricordo così dolce” è il malinconico, tenero, buffo “coming age” immaginato, ideato e scritto dalla brillante e creativa penna di David Nicholls, trascinando il lettore indietro nel tempo fino al 1997 rendendolo partecipe dell’estate più importante e sconvolgente di Charlie Lewis, giovane protagonista di questa storia.

“Un dolce così dolce” è il racconto di diverse e differenti prime volte: Il sesso, l’amore,  la disgregazione della famiglia ed solidità della coppia genitoriale

Charlie Lewis è un ragazzo come tanti. Ha terminato il liceo e dovrebbe riflettere e  decidere che cosa fare del proprio futuro.

Charlie avrebbe un ‘estate per compiere le proprie scelte  se non fosse che le certezze della propria vita venissero improvvisamente meno: i suoi genitori si separano. Il padre, dopo il fallimento della sua attività commerciale, entra nel tunnel della depressione e dell’alcolismo.  La madre stanca di tale andazzo, decida di rifarsi una vita con un collega di lavoro, vedovo nonché padre di due gemelle.

Charlie rimarrà con il padre. La sorella più piccola con la madre vivranno dal nuovo compagno.

Charlie si sente abbandonato, sperduto, solo, se non fosse per il causale incontro con la bella e sfrontata Fran che gli aprirà le porte di un mondo sconosciuto: il teatro!

“Un dolore così dolce” è un coming age romantico, bizzarro, ironico raccontato dallo stesso Charlie, ormai adulto e felicemente fidanzato, costruito come una sorta di diario condiviso in cui si percepiscono sinceramente, le emozioni, lo stupore e soprattutto l’ingenuo innamoramento di un diciassettenne bisognoso d’affetto e soprattutto di una guida sicuro in un momento cruciale della propria esistenza.

“Un dolore così dolce “è l’espressione utilizzata dalla stessa Fran per descrivere il coinvolgente legame che lo unisce a Charlie.

Un legame profondo, autentico, leggero ma senza un vera prospettiva di futuro.

Il lettore si diverte, si commuove nell’osservare a quest’appassionata quanto fragile storia d’amore estiva destinata a concludersi con il freddo dell’inverno.

Charlie rivede sé stesso con gli occhi dell’uomo responsabile, posato e sicuro sul piano affettivo e lavorativo, ma ciò nonostante il suo rievocare è comunque incalzante, emozionante, coinvolgente e pieno di pathos e passione.

“Un dolore così dolce” è una storia semplice, forse scontata e prevedibile ma proprio in questa linearità narrativa si cela la forza e valore della scrittura di Nicholls di raccontare un’esperienza comune a tanti senza però cadere nel melenso e retorico.

“Un dolore così dolce” è un piacevole tuffo nel proprio passato da cui riemergiamo alla fine del romanzo con un ritrovato sorriso e senso di consapevolezza interiore e sentimentale che ci accomuna fortemente all’ex inquieto Charlie.

 

 

 

 

98 ) Il Rilegatore (Bridget Collins )

“Il Rilegatore” è un romanzo di Bridget Collins, pubblicato in Italia nel Maggio 2019 da Garzanti Editore.
Sinossi:
Immagina di poter cancellare per sempre un ricordo, una colpa, un segreto. È esistito un tempo in cui era possibile. È questa l’arte di antichi rilegatori che nelle loro polverose botteghe, oltre a modellare la pelle e incollare fogli, aiutano le persone a dimenticare. Seduti con un libro in mano ascoltano le esperienze del passato che vengono raccontate loro. Parola dopo parola, le cuciono tra le pagine, le intrappolano tra i fili dei risguardi. Così il ricordo sparisce per sempre dalla memoria. Catturato sulla carta non c’è n’è più traccia. Per anni l’anziana Seredith ha portato avanti questo affascinante mestiere, ma è arrivato il momento di trovare un apprendista. Qualcuno che rappresenti il futuro. La sua scelta cade su Emmet. Sarà lui il nuovo rilegatore. Lui per cui i libri sono sempre stati proibiti. Ne ha paura anche se non sa cosa c’è di sbagliato in quello che nascondono. Eppure giorno dopo giorno quella diventa la sua vita e il suo compito quello di raccogliere segreti, colpe e confessioni. E il luogo in cui quel mistero ogni volta si compie è ormai la sua casa. Casa che crede di conoscere in ogni suo angolo fino al giorno in cui scopre una stanza di cui nessuno gli aveva parlato. Una libreria immensa la riempie. Tra quelli scaffali Emmet trova un libro con scritto il suo nome. Al suo interno è celato un ricordo che gli appartiene. Non c’è nessun dubbio. Ma il ragazzo non sa di cosa si tratta. Non può saperlo. Ed è ora di scoprirlo. Perché per sapere chi è veramente ha bisogno di conoscere ogni cosa, anche quello che ha voluto o dovuto dimenticare.
Recensione:
Ha senso una vita privata dei ricordi negativi, traumi, violenze subite affinché una persona emotivamente devastata non ne debba più soffrire?
O chi si è macchiato di orribili crimini non sia più costretto a convivere con i rimorsi e sensi di colpa?
Qualcuno può arrogarsi il diritto di scegliere per noi?
Se esistesse realmente un “dono” di tale genere che cosa potrebbe accadere?
L’esordiente Bridget Collins risponde a queste inquietanti domande firmando un romanzo spiazzante, toccante, romantico mescolando con creatività e talento diversi generi letterari: storico, fantasy, psicologico ed infine romance.
“Il Rilegatore” presenta una struttura narrativa divisa in 3 parti conducendo il lettore dentro una storia che scoprirà ben presto temporalmente “sfasata”.
Una precisa quanto intelligente scelta autoriale per stupire ed accrescere l’interesse e curiosità del lettore.
“Il Rilegatore” paradossalmente inizia con la parte centrale del racconto ovvero mostrando al lettore le conseguenze subite dai due protagonisti Emmet e Lucian, “colpevoli” d’essersi innamorati.
“Il Rilegatore” si rivela una lettura profonda, incalzante, fluida ed avvolgente sostenuta da un crescente ritmo e pathos narrativo.
Emmet e Lucian si alternano nel ruolo di Voce Narrante nei tre capitoli permettendo al lettore una maggiore connessione emotiva con loro e i personaggi comprendendone soprattutto l’aspetto psicologico ed umano.
“Il Rilegatore” rievoca da una parte nell’atmosfera ambientale e comportamenti dei protagonisti la cupa stagione dell’Inquisizione spagnola e dall’altra avendo i libri come “strumento di tortura” il lettore non può non pensare al best seller “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
La vita di uomo è caratterizzata da momento felici ed altri anche tragici, ma è quest’alternanza a renderla unica e speciale.
La Collins raccontando la storia d’amore di Emmet e Lucian sottolinea l’importanza ed esclusività dei ricordi personali oltre a rimarcare come l’avidità e l’intolleranza nei confronti della “diversità” continui ad essere un tratto deprecabile e deleterio dell’umanità in qualunque contesto sociale e/o epoca storica.

21) Certi Momenti (Andrea Camilleri)

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“Certi momenti” è un romanzo di Andrea Camilleri pubblicato nel Novembre 2015 da Chiare Lettere.

La vita di ognuno di noi è composta da singoli e precisi momenti, tali da renderla unica e importante.
Se ci fermiamo un momento e volgiamo lo sguardo all’indietro, potremmo immaginare di vedere i momenti decisivi o almeno significativi della nostra esistenza come fossero delle vecchie foto in bianco e nero.

E queste suddette foto sono raccolte nell’album della nostra memoria regalandoci sempre emozioni e riflessioni forti.
Quante mani abbiamo stretto, quanti incontri fortuiti e quante persone abbiamo incontrato nella nostra vita lavorativa e personale?
E’ possibile fare un bilancio e stirare un elenco di quali momenti possano essere catalogati più importanti?
Sì, se lo fa Andrea Camilleri che non solo è il Maestro artistico che noi tutti conosciamo, ma soprattutto Maestro di vita e cantastorie di un secolo appena trascorso.
Camilleri non è la prima volta che apre ai suoi lettori il baule dei suoi ricordi per raccontare aneddoti succosi della sua vita. Eppure ma come questa volta il Maestro scrive di sé e delle sue esperienze personali con una delicatezza e semplicità rara che toccano le corde emotive del lettore e soprattutto affascinando come un nipote piccolo che ascolta i racconti di un vecchio nonno.
Camilleri con uno stile caldo e nello stesso tempo asciutto ed essenziale porta il lettore in un viaggio nel tempo facendoli conoscere personaggi famosi come il regista PierPaolo Pasolini o l’editore Livio Garzanti, e scrittori come Antonio Tabucchi e Primo Levi tratteggiandoli da una prospettiva diversa e personale che non può stupire e far sorridere.
Eppure sono i momenti privati che probabilmente hanno maggiore forza e intensità narrativa per il lettore per come Camilleri riesca a trasmettere la straordinarietà di uomini e donne, in apparenza normali e umili, ma che in vero possedevano una bontà d’animo, personalità e carisma, che non solo toccarono la vita dell’autore siciliano, ma rimangono impressi anche nel lettore.
Come ad esempio nel caso della”Confessione” in cui Camilleri, futuro sposo, avendo bisogno di essere cresimato , ha l’opportunità di conoscere un vecchio vescovo che lo colpirà per la sua natura semplice e profonda.
Sorridiamo del “momento” della Federala, dove una donna, seppure convintamente fascista, si rivela però più devota al marito comunista, sostenendolo in segreto.
Oppure non possiamo non commuoverci nel momento “David detto Pippo” dove l’autore ci racconta una bellissima storia d’amicizia interrotta solo dalle tragiche leggi razziali che anche regime fascista adottò.
Ogni vita è degna di essere raccontata perché contiene momenti di grande valore affettivo e simbolico, questi “Certi momenti” in più confermano la grandezza umana e morale di Camilleri oltre che il suo talento letterario.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

“Certain moments” is a novel by Andrea Camilleri published in November 2015 by Clear Letters.

The life of each of us is made up of individual and specific moments, that make it unique and important.
If we stop a moment and we look back, we could imagine seeing the decisive moments of our existence, or at least significant as if they were old pictures in black and white.

And these are collected these photos in the album of our memory giving always strong emotions and reflections.
How many hands have tight, many chance encounters and how many people we met in our work and personal life?
E ‘can make a budget and stretch a list of such moments can be cataloged more important?
Yes, if it does Andrea Camilleri that not only is the Master art that we all know, but mostly Master of life and storytellers of the past century.
Camilleri is not the first time he opens his readers the trunk of his memories for juicy anecdotes of his life. But as yet this time the Master writes about himself and his personal experiences with a rare delicacy and simplicity that touch the emotional chords of the player and especially fascinating as a small nephew who hears the tales of an old grandfather.
Camilleri with a warm and at the same time dry and essential leads the reader on a journey through time, make them known celebrities such as director Pier Paolo Pasolini or publisher Livio Garzanti, and writers such as Primo Levi and AntonioTabucch tratteggiandoli from a different perspective and staff which is not surprising and making people smile.
Yet they are the private moments that probably have more strength and intensity narrative for the reader as for Camilleri is able to convey the extraordinary men and women, apparently normal and humble, but who possessed a genuine kindness, personality and charisma, that not only they touched the life of the author Sicilian, but also remain etched in the reader.
Such as in the case of the “Confession” in which Camilleri, future husband, she needed to be confirmed and forcing him to the ritual of confession and on this occasion to get to know an old bishop who impresses with its simple nature and profound.
We smile in the “moment” of Federala, where a woman, albeit convincingly fascist, turns out to be more devoted to her husband communist, supporting him in secret.
Or we can not move us in the moment “said David Foo” where the author tells a beautiful story of friendship interrupted only by the tragic racial laws that fascist regime adopted.
Every life is worth telling because it contains moments of great emotional and symbolic value, these “Certain moments” more confirmed human greatness and moral Camilleri as well as his literary talent.

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

182) Amy – The Girl Behind the Name

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Il biglietto d’acquistare per “Amy – The Girl Behind the Name” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto  5) Sempre

“Amy -The Girl Behind the Name” è un documentario scritto e diretto da Asif Kapadia.

Il documentario prende vita attraverso le varie voci guida che raccontano la cantante. Le voci sono quelle di persone a lei vicine e si accompagnano spesso a filmati amatoriali.
Si vede una giovanissima Emy appena diciottenne sul trampolino di lancio verso il successo e la distruzione. Non che l’uno abbia portato all’altro. Anzi. Mia personale opinione è che l’epilogo sarebbe stato poco differente se Amy fosse stata una qualsiasi sconosciuta.
Ad ogni modo. Si vede una Amy che, come tutti già sapevamo, ha avuto un gran successo ma con molti fantasmi nell’armadio. L’abuso di alcool. La propensione all’uso di sostanze stupefacenti. La propensione a relazioni sentimentali connotate da dinamiche di “dipendenza”. La sregolatezza e, forse, un fondo depressivo nel suo carattere. I seri problemi alimentari.
Da apprezzare, per gli amanti del genere e della musica, il modo in cui il regista valorizza l’enorme e indiscusso talento della cantante mettendo molti brani musicali e alcune toccanti interpretazioni.
Ciò detto la vita della cantante, a parte gli eccessi, non suscita moltissimo interesse e sembra che il regista ci porti su strade inquinate da un giudizio di fondo che spicca da subito: la povera Emy vittima del papà cattivo, indifferente, solo interessato al guadagno economico. La povera Emy vittima del ragazzo tossicodipendente anch’egli interessato solo al denaro. ( Ricordo a tal proposito che Blake tentò il suicidio il giorno del primo anniversario della sua morte). O ancora la povera Emy vittima del mondo mediatico e del “the show must go on tritatutto”.
Vero, il padre di fatto è andato via di casa quando lei era bambina. Vero, il mondo dello spettacolo sa essere spietato. Esser famosi espone e spesso rende vulnerabili. E vero, il suo boyfriend era un tossicodipendente e l’ha “iniziata” all’eroina.
Ma. Quale necessità spinge il regista a dover per forza trovare il colpevole e a cercarlo a tutti i costi al di fuori di Amy? Cosa ne è allora del documentario e della sua doverosa neutralità, obbiettività? Perché si indirizza lo spettatore verso queste direzioni in modo così palese ed esplicito?
Del mondo interiore della cantante si coglie poco. Forse il materiale a disposizione non era molto, o forse la Amy in fondo non era poi così colma di “contenuti”.
Ma sopratutto non si prende in considerazione (come si evince da una delle frasi finali del film: “siamo tutti colpevoli della sua morte”) il fatto che possa esserci una personale responsabilità sulle scelte fatte e le strade intraprese .
Non credo nelle vittime a 360 gradi. Questa è la mia critica al documentario.
C’è sempre una libera scelta. Una subdola intenzione di fondo. Propria, intima e personale. La vera carnefice della Winehouse è stata semmai la Winehouse, purtroppo.

A cura di Remì

 

The ticket purchase for “Amy – The Girl Behind the Name” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

“Amy -The Girl Behind the Name” is a documentary written and directed by Asif Kapadia.

The film comes to life through the various items that help tell the singer. The voices are those of people close to her and are often associated with home movies.
We see a young Emy just eighteen on the springboard to success and destruction. Not the one that has led to another. On the contrary. My personal opinion is that the ending would have been little different if Amy had been any unknown.
Anyway. You see a Amy, as everyone already knew, he has been very successful but with many ghosts in the closet. Alcohol abuse. The propensity to use drugs. The propensity to romantic relationships connoted by the dynamics of “addiction”. The recklessness and, perhaps, a fund in his depressive character. The serious food problems.
To appreciate, for fans of the genre and the music, the way the director highlights the enormous and undisputed talent of the singer putting many songs and some touching interpretations.
That said the singer’s life, apart from the excesses, does not raise a lot of interest and it seems that the director takes us on roads polluted by a judgment of fund that stands out immediately: the poor victim Emy Father’s bad, indifferent, only interested in the profit statement. The poor victim Emy boy addict also only interested in money. (I note in this regard that Blake tried to commit suicide on the day of the first anniversary of his death). Or the poor Emy victim of the world media and “the show must go on chopper.”
True, the father of fact is left home when she was a child. True, the world of entertainment known to be ruthless. It is famous exhibits and often makes them vulnerable. True, her boyfriend was a drug addict and has “begun” to heroin.
But. What need drives the director to needing to find the culprit and to look at all costs outside of Amy? What is then the documentary and his dutiful neutrality, objectivity? Because it directs the viewer to these directions so clear and explicit?
The inner world of the singer takes little. Perhaps the available material was not much, or maybe Amy at the bottom was not so full of “content”.
But most do not take into account (as can be seen from one of the movie’s final sentences: “We are all guilty of his death”) the fact that there may be a personal responsibility on the choices made and roads taken.
I do not believe in the victims to 360 degrees. That is my criticism of the documentary.
There is always a choice. A devious plan to fund. Own, intimate and personal. The real perpetrator of Winehouse was rather Winehouse, unfortunately.

141) Perdersi, Still Alice di Lisa Genova

perdersi

“Perdersi, Still Alice” è un libro scritto e auto pubblicato nel 2007 da Lisa Genova e successivamente pubblicato anche in Italia nel 2013 da Piemme Edizioni. Da questo libro è stato tratto il film “Still Alice” con Julianne Moore che le è valso quest’anno il premio Oscar come miglior Attrice.
Cosa saremmo senza i nostri ricordi? L’uomo senza la propria esperienza e memoria non potrebbe mai migliorare né progredire evitando di commettere sempre gli stessi errori.
L’intelligenza ci differenza dagli animali e la nostra mente nello stesso tempo un ingranaggio perfetto e qualcosa di estremamente delicato e fragile. Basta poco perché il precario meccanismo che lo fa muovere si rompa.
Esistono varie malattie di cui sia l’ uomo che la donna possono essere vittime contro le quali la medicina cerca una cura o quanto meno di tenere sotto controllo.
Eppure nonostante il progresso scientifico e le quotidiane scoperte su alcune di esse siamo impotenti.
Se il cancro ci devasta il corpo riducendoci alla fine pelle e ossa come larve, il Morbo di Alzheimer devasta in maniera inesorabile anche la nostra mente.
Sappiamo poco di questa malattia che normalmente aggredisce gli anziani, ma sempre più spesso anche i più giovani.
L’Alzheimer non fa prigionieri non esistendo alcuna cura per arrestarla, ma solo dei blandi palliativi.
Chi ne viene colpito come nel caso di Alice Howland, protagonista della nostra storia, è costretto a stravolgere la propria vita e quella dei propri familiari.
Alice è una brillante e bella professoressa di psicologia cognitiva ad Harvard, ha appena cinquant’anni , un marito devoto come John e tre bei figli: Tom, Anna e Lydia.
Lavora, studia, viaggia svolgendo una vita ricca e intensa quando un giorno mentre sta tenendo un discorso durante un convegno improvvisamente le sfuggono delle parole.
Una strana sensazione la avvolge, anche se all’inizio addebita il tutto allo stress, ma quando nei giorni successivi altri casi si manifestano come sentirsi smarrita mentre sta correndo nell’abituale circuito o vampate di calore, non può esimersi nel fare più accurati esami.
Il responso è senz’appello: Morbo di Alzheimer precoce .Una forma rara che colpisce con egual misura è che soprattutto ereditaria e degenerativa. Una spada di Damocle che si abbatte anche su suoi figli creando nella donna, se possibile, ancora più dolore e angoscia.
Il malato di Alzheimer perde lentamente ogni forma d autonomia e indipendenza, diventando balia di se stesso e della sua mente. Alice lotta con tutta se stessa per rimanere ancorata alla sua identità e al ricordo della donna che è stata. Si impegna a scrivere, studiare, si sforza di continuare ad avere una vita normale,ma sarà tutto inutile.

John e i figli si stringono intorno alla donna assistendo impotenti alla sua “morte sociale” e di come la malattia le priva di godersi le gioie di diventare anche nonna.
Alice non vorrebbe essere un peso per la sua famiglia e soprattutto desidera mantenere la propria dignità cosi decide di elaborare una sua personale uscita di scena prima che il morbo glielo impedisca.
Lisa Genova con uno stile asciutto, semplice porta il lettore dentro la testa e soprattutto il cuore della protagonista accompagnandola nel suo viaggio senza ritorno non potendo non provare empatia condividendone i sentimenti di dolore, sconforto e rabbiosa rassegnazione.
Il Morbo di Alzheimer priva la persona di ogni cosa e lo fa precipitare nel buio esistenziale dove non c’è più spazio per i sentimenti,ma Alice nonostante sia prossima a cadere nel burrone, nel bellissimo e toccante finale ascoltando e vedendo recitare la figlia Lydia ,le sorride facendolo capire che ancora dentro di sé c’è amore e soprattutto nè conosce appieno il valore oltre che il significato.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci , Nonostante Tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/essere-melvin-tra-finzione/9788899121914.html

“” Get lost, Still Alice “is a book written and self published in 2007 by Lisa Genova and subsequently published in Italy in 2013 by Edizioni Piemme. Since this book was made into the movie” Still Alice “with Julianne Moore earned her This year the Academy Award for Best Actress.
What would we be without our memories? The Man Without their experience and memory could never improve or progress to avoid committing the same mistakes.
The intelligence we difference from the animals and our minds at the same time a perfect gear and something extremely delicate and fragile. Very little is needed because the precarious mechanism that moves it breaks.
There are several diseases which is the ‘man and the woman are victims against which the medicine seeks a cure or at least to control.
Yet despite the progress of science and the daily discoveries of some of them we are powerless.
If cancer we devastates the body and reduces us to the end of skin and bones, as larvae, Alzheimer’s disease devastates inexorably also our mind.
We know little about this disease that usually attacks the elderly, but increasingly also the youngest.
Alzheimer’s takes no prisoners as there is no cure for arrest, but only mild palliatives.
Those who are affected as in the case of Alice Howland, the protagonist of our story, is forced to disrupt their lives and that of their family.
Alice is a beautiful and brilliant professor of cognitive psychology at Harvard, just fifty years, as a devoted husband John and three beautiful children: Tom, Anna and Lydia.
He is working, studying, traveling serving a life rich and intense when one day while he is giving a speech during a conference suddenly beyond words.
A strange feeling wraps, although at charging for all the stress, but when in the following days other cases manifest as feeling lost while he is running in the usual circuit or hot flashes, can not refuse to perform more thorough examinations.
The verdict is without appeal: Alzheimer’s early .A rare form that strikes with equal measure is mainly hereditary and degenerative. A sword of Damocles, which struck even on his children by creating the woman, if possible, even more pain and anguish.
People with Alzheimer’s slowly losing all forms of autonomy and independence, becoming fend for himself and his mind. Alice struggles with all of herself to remain anchored to its identity and to remember the woman who was. He agrees to write, study, strives to continue to have a normal life, but it will be useless .

John and children huddle around the woman watching helplessly as his “social death” and as the disease robs them of enjoying the joys of becoming even grandmother.
Alice would not want to be a burden to his family and especially want to keep their dignity so he decided to develop his personal left the scene before the disease prevents him.
Lisa Genova with a dry style, simply takes the reader inside the head and especially the heart of the protagonist accompanying her on her journey of no return and could not have empathy, sharing the feelings of pain, despair and angry resignation.
Alzheimer’s disease deprives the person of everything and it does fall into the darkness of existence where there is no room for sentiment, but Alice despite being next to fall into the ravine, in the beautiful and touching final hearing and seeing recite the daughter Lydia , she smiles making it understand that there is still inside her love and above all neither knows the full value as well as the meaning.
Vittorio De Agro presents “Let us love, Despite Everything”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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128) Ruth e Alex

Ruth e Alex

Il biglietto d’acquistare per “Ruth e Alex” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

Un film di Richard Loncraine. Con Morgan Freeman, Diane Keaton, Carrie Preston, Cynthia Nixon, Claire van der Boom, Korey Jackson. Drammatico, 92′. 2015.

Rimanere sposati per quarant’anni, oggi, è davvero una sfida. Essere una longeva coppia e pure “radical chic” è un connubio che sa più di film che di vita reale. Ma proprio matrimonio, famiglia, casa, sono le parole chiave per una vita normale e felice.

Ebbene, la coppia mista formata da Ruth (Keaton) e Alex Carver (Freeman) è felicemente sposata da molto tempo. Da sempre i due abitano a Brooklyn, New York City, e non avendo avuto figli riversano il loro amore genitoriale sull’amata cagnolina.

Una vita serena, quella condotta dai coniugi, vita nel corso della quale hanno anche sfidato i pregiudizi di parenti e mondo intero, realizzando in larga parte i loro sogni – Alex dipingendo, Ruth insegnando.

Come spesso accade, però, il caos può bussare alla porta in qualunque momento, portando con sé problemi e incertezze. In questo caso l’imprevisto ha la forma di Lily Portman (Nixon), nipote di Ruth, eccentrica e determinata agente immobiliare che propone alla coppia di mettere in vendita la casa, ormai inadeguata alla loro età.

Così nell’abitazione di Ruth e Alex sfilano una serie di potenziali compratori, che mostrano allo spettatore, tra le altre cose, come il mercato immobiliare americano, seppure provato dalla crisi, sia comunque avanti rispetto al nostro – la sigla Imu non significa niente, da quelle parti, ad esempio. Alex non vorrebbe vendere, Ruth vorrebbe comunque rimanere a vivere nel quartiere. Così la coppia inizia a valutare case alternative, rievocando gli anni trascorsi insieme.

Un film dove il matrimonio è ancora un atto d’amore, un viaggio che si è felici di aver intrapreso e non un macigno da portare sulle spalle. Una pellicola che è una fotografia, colorata e divertente, degli usi e costumi degli abitanti di New York, e che evidenzia anche come la casa, nonostante tutto, conservi nel 2015 il valore atavico di “focolare domestico”…continua su

http://paroleacolori.com/ruth-alex-l-amore-cerca-casa/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html

The ticket purchase for “Ruth and Alex” is: 1) Even given; 2) Tribute; 3) In the afternoon; 4) Reduced; 5) Always.

Directed by Richard Loncraine. With Morgan Freeman, Diane Keaton, Carrie Preston, Cynthia Nixon, Claire van der Boom, Korey Jackson. Drama, 92 ‘. 2015.

Stay married for forty years, today, is really a challenge. Being a long-lived couple and even “radical chic” is a combination that knows more about movies than real life. But marriage, family, home, are the key words for a normal and happy life.

Well, the mixed couple formed by Ruth (Keaton) and Alex Carver (Freeman) is happily married for a long time. Always the two live in Brooklyn, New York City, and not having had children pour their parental love sull’amata dog.

A peaceful life, one conducted by the spouses, life during which they also challenged the prejudices of family and the entire world, making a large part of their dreams – Alex painting, Ruth teaching.

As often happens, however, the chaos can knock on the door at any time, bringing with it problems and uncertainties. In this case the unexpected is shaped Lily Portman (Nixon), grandson of Ruth, eccentric and determined realtor who proposes to couple to sell the house, now inadequate for their age.

So the home of Ruth and Alex paraded a number of potential buyers, showing the viewer, among other things, as the US housing market, although tried by the crisis, is still ahead of our – the symbol IMU does not mean anything, in these parts, for example. Alex would not want to sell, Ruth would still remain living in the neighborhood. So the pair began to evaluate alternative houses, recalling the years spent together.

A film where marriage is still an act of love, a journey that you are happy to have taken a rock and not to carry on his shoulders. A film that is a snapshot, colorful and fun, customs and traditions of the people of New York, and also highlights how the house, after all, retain in 2015 the value of atavistic “hearth and home” … read on

http://paroleacolori.com/ruth-alex-l-amore-cerca-casa/

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html