Il biglietto da acquistare per “Odio l’estate” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).
“Odio l’estate” è un film di Massimo Venier. Con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Lucia Mascino, Carlotta Natoli. Commedia, 110′. Italia 2020
Sinossi:
Aldo si dice pieno di acciacchi e delega alla moglie Carmen qualsiasi incombenza domestica – ma non le fa mancare attenzioni dove conta. Il figlio maggiore Salvo è in “libertà vigilata” dopo aver rubato un motorino e le due gemelle Ilary e Melissa completano la rumorosa tribù familiare. Giovanni ha ereditato dal padre un negozio di articoli per calzature che ha fatto il suo tempo, come gli fanno notare la pragmatica moglie Paola e l’altrettanto pragmatica figlia Alessia. Giacomo è un dentista che pensa solo al lavoro mentre la moglie Barbara fuma e si isola dal mondo, e il figliastro Ludovico è in piena fase di ribellione preadolescenziale. A causa di un errore nelle prenotazioni le tre famiglie si ritrovano a condividere una casa al mare e scopriranno le loro affinità affettive, se non proprio elettive, perché “l’isola è bella, la casa è grande, e l’estate è breve”.
Recensione:
Non c’è due senza il tre, recita il proverbio. E il sottoscritto era pronto a dirlo dopo aver visto “Odio l’estate” di Massimo Venier, con Aldo, Giovanni e Giacomo, per certificare il terzo e definitivo fallimento cinematografico del celebre trio milanese.
Invece, inaspettatamente, i nostri sono riusciti a dare “un colpo di reni” al proprio declino artistico, che appariva ormai ineluttabile, dimostrando di saper ancora divertire e far sorridere.
Intendiamoci, non ci voleva molto per fare meglio degli ultimi due film – il brutto “Il ricco, Il povero e il maggiordomo” (2014) e soprattutto l’inutile “Fuga da Reuma Park” (2016) -, ma probabilmente i sopracitati fiaschi hanno costretto il trio non soltanto a un bagno d’umiltà, ma anche a una presa di coscienza e un ritorno alle origini.
Ecco allora la chiamata in regia di Massimo Venier, che torna dopo quindici anni d’assenza, e la scelta di coinvolgere due nuovi autori nella stesura della sceneggiatura, che risulta brillante, profonda e piena di sfaccettature. Ma a dare una marcia in più a “Odio l’estate” è soprattutto la sua coralità, la presenza non marginale di personaggi femminili.
Si tratta di una commedia agrodolce, che nonostante la trama lineare e a tratti prevedibile, riesce a conquistare l’attenzione e l’interesse dello spettatore, facendolo entrare dentro la storia e soprattutto in sintonia con i personaggi. continua su
“Odio l’estate”: un racconto sincero e spontaneo sull’amicizia e la famiglia