132) La Stanza Delle Meraviglie

Il biglietto da acquistare per “La stanza delle meraviglie” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“La Stanza delle Meraviglie” è un film di Todd Haynes. Con Oakes Fegley, Julianne Moore, Michelle Williams, Millicent Simmonds, Jaden Michael, Tom Nooan. Titolo originale Wonderstruck. Avventura, 120′. USA 2017

Tratto dal libro “La stanza delle meraviglie” di Brian Selznick

Sinossi:

1977, Minnesota. Il dodicenne Ben è preda di un incubo ricorrente in cui viene inseguito da un branco di lupi. Una notte, cercando tra gli oggetti della madre, trova il vecchio catalogo di una mostra newyorkese sulle origini dei musei: i cosiddetti gabinetti delle meraviglie. C’è anche un biglietto, dentro, con l’indicazione di una libreria. E poi c’è un fulmine, che entra dal cavo del telefono e cambia la vita di Ben. 1927, New Jersey. Rose è una ragazzina che vive sola con il padre, isolata per via della sua sordità. La anima una grande passione per un’attrice, una diva del muto, di cui colleziona ogni notizia. Ben e Rose, a distanza di tempo, compieranno lo stesso avventuroso viaggio attraverso New York, guidati dal comune bisogno di conoscere il loro posto nel mondo.

Recensione:

Chi l’ha detto che le favole, oggi, non piacciono più e che il mondo è avvolto da un impenetrabile mantello di cinismo? Todd Haynes spiazza i suoi numerosi fan con un film – presentato in concorso a Cannes 70 – sulla carta ben lontano dalla sua idea di cinema, ispirato a un romanzo molto apprezzato tra i giovani.

Il regista, mai come questa volta, dimostra, oltre a una buona dose di coraggio o incoscienza, a seconda di come vogliate chiamarla, un quid artistico che lo distingue da molto suoi colleghi. “La stanza delle meraviglie”, per come è stato ideato, scritto e messo in scena, potremmo definirlo una favola moderna.

Lo spettatore segue in modo alternato le vicende di Rose e Ben, cronologicamente distanti 50 anni, le prime ambientate nel 1927, le seconde nel 1977. Nonostante i due ragazzi sembrino non avere niente in comune, e vivano le rispettive ricerche in epoche diverse, vengono misteriosamente spinti l’uno verso l’altra.

Rose si muove in una New York in bianco e nero; Ben sgomita e cerca indizi nella stessa città, ma a colori. La scelta di Todd Haynes di differenziare il mondo dei protagonisti con l’uso o meno del colore si rivela felice e funzionale alla godibilità della storia.

Questa visione cromatica, insieme a una bella colonna sonora, permette di creare un sincero e intenso legame tra i personaggi e il pubblico. continua su

http://paroleacolori.com/la-stanza-delle-meraviglie-favola-moderna-di-todd-haynes/

256) Suburbicon

Il biglietto da acquistare per “Suburbicon” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

“Suburbicon” è un film di George Clooney. Con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Oscar Isaac, Josh Brolin, Woody Harrelson, Glenn Fleshler. Commedia, 104’. USA, 2017
Data di uscita italiana: 14 dicembre 2017

Gli Stati Uniti sono il paese della libertà, delle opportunità, della democrazia. No, non sono un alieno appena giunto sulla Terra, so che Donald Trump è l’attuale presidente.

Eppure è George Clooney con la sua ultima fatica da regista, “Suburbicon”, presentato in concorso a Venezia 74, a ricordarci come l’America di oggi non sia poi tanto diversa da quella degli anni ‘50, rimpianta da molti per il benessere che la contraddistinse.

Simbolo di questo quadro idilliaco è la cittadina di Suburbicon, dove nel 1957 vive una perfetta comunità periferica di famiglie giovani e sorridenti.

Quando però i nuovi vicini sono persone di colore, la comunità si mobilita, passando dall’ostilità alla violenza.

Quando pensate già di trovarvi davanti solo all’ennesimo film sui diritti civili, ecco che i fratelli Coen, autori della sceneggiatura, inseriscono un elemento crime, mostrando l’irruzione notturna nella casa dei Lodge – Garden (Damon), la moglie paraplegica Rose (Moore), la sorella di lei Maggie (Moore) e il figlio della coppia Nicky – che finisce in tragedia.

Il film si articola quindi in due filoni narrativi distinti: quello razziale, che acquista via via intensità, e quello che ha come protagonista il piccolo Nicky, sempre più allo sbando.

Non volendo svelare i numerosi colpi di scena che si susseguono nella seconda parte della pellicola, sicuramente più riuscita e interessante della prima, ci limitiamo a evidenziare come la presenza dei fratelli Coen si senta, non solo nella sceneggiatura ma anche nelle scelte registiche. Clooney, sempre più sicuro dietro la macchina da presa, ha infatti attinto a piene mani dallo stile e dalla sensibilità dei due. continua su

http://paroleacolori.com/suburbicon-bugie-adulteri-e-crimini-sconvolgono-il-giardino-damerica/

Roberto Sapienza presenta “Ninni, mio padre”

165) Il Piano di Maggie

il piano di maggie

Il biglietto d’acquistare per “Il piano di Maggie” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto (con riserva) 5) Sempre.

“Il piano di Maggie” è un film del 2015 scritto e diretto da Rebecca Miller con Greta Gerwig, Ethan Hawke,Julianne Moore, Bill Hader, Maya Rudolph, Travis Fimmel, Wallace Shawn.

Maggie’s plan è il prototipo di commedia romanticamente femminista 2.0. La protagonista, Maggie (Gerwing), è giovane, bella e brava nel suo lavoro di manager, eppure le manca qualcosa: desidera avere un figlio per sentirsi davvero felice. Per realizzare tale progetto non esita a chiedere in prestito lo sperma a un suo ex collega di Università.
Il piano di Maggie è stravolto quando incontra per caso John (Hawke), affascinante e spiantato antropologo.
L’uomo sogna di diventare uno scrittore di successo, è sposato con la lunatica Georgette (Moore) e con lei ha due figli piccoli. Nonostante la famiglia, John e Maggie si scoprono innamorati, uniti dalla passione per la letteratura, ritrovandosi in poco tempo sposati e genitori di una bella bambina. Per Maggie sembra essere la quadratura del cerchio. Ma ben presto il rapporto con John comincia a logorarsi e a venire meno nella coppia il desiderio di stare insieme e di comunicare come un tempo.
Rendendosi conto che il suo matrimonio è entrato in crisi, Maggie chiede aiuto a Georgette per trovare la soluzione migliore per tutti.
Maggie è una donna moderna, pratica, ma anche sensibile e capace di comprendere quale possa essere per sé e per gli altri la giusta condizione emotiva e affettiva.
Il testo è ben scritto, diretto, brillante e basato su dialoghi vivaci e frizzanti e soprattutto ben interpretati. continua su

https://www.mygenerationweb.it/201606303190/articoli/palcoscenico/cinema/3190-il-piano-di-maggie-romanticismo-al-femminile-al-cinema

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.ibs.it/code/9788891182029/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto.html

219) Freeheld-Amore, giustizia, uguaglianza

lesbo

Il biglietto d’acquistare per “Freeheld. Amore, giustizia, uguaglianza” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

Un film di Peter Sollet. Con Julianne Moore, Ellen Page, Steve Carrell, Michael Shannon, Zach Galifianakis. Commedia drammatica, 103′. 2015

Il tema delle coppie di fatto è uno di quelli perennemente all’ordine del giorno. Garantire dei diritti anche alle persone non sposate, nel 2015, sembra un imperativo. Ma che succede se la coppia in questione è gay? È giusto che la legge preveda dei distinguo?

Non allarghiamo il discorso alle adozioni di bambini, consapevoli quanto temi come questo in Italia siano ancora fonte di discussioni e polemiche.

C’è poco da fare: siamo un Paese sempre in ritardo con i tempi, anche e soprattutto per quello che riguarda i diritti civili.

Ma anche negli Stati Uniti, così avanti, ci sono stati dei passaggi legislativi difficili da compiere. Solamente lo scorso giugno la Corte Suprema ha dichiarato costituzionale il matrimonio gay. Sui social network fu trand topic per diversi giorni l’hastag #LoveWins.

Ma le persone non hanno sempre mostrato tutto questo entusiasmo e per arrivare a dei traguardi sono state necessarie dure battaglie, nella società e in tribunale.

“Freeheld” racconta una di queste, quella per cambiare la legislazione americana.

Una storia d’amore, una storia di diritti civili, ma anche e soprattutto la storia vera di Laurel Hester (Moore), cinquantenne americana, caparbia poliziotta da oltre due decenni.

Laurel è una cittadina modello, rispettosa delle regole e gelosa della sua vita privata, essendo lei lesbica. Nel 2002 conoscere e si innamora della giovane Stacie (Page), e decide di costruire con lei una vita, partendo dall’acquisto di una casa.

La vita della coppia trascorre serena, fino a quando viene diagnosticato a Laurel un cancro ai polmoni all’ultimo stadio. La donna, rendendosi conto che ha poco tempo da vivere, vorrebbe garantire un futuro alla compagna, facendole ottenere la sua pensione di reversibilità. Così fa richiesta al tribunale della sua Contea, per attivare le pratiche burocratiche.

Ma siamo nel 2005, al Governo ci sono i Repubblicani e se certe leggi a livello federale vengono approvate e attuate, in provincia la musica cambia e non poco.

Conservatorismo, bigottismo e ipocrisia sono alla base del rifiuto della Contea di concedere a Laurel e Stacie un diritto stabilito dalla legge. Inizia così un campagna di sensibilizzazione e protesta, portata avanti non solo dagli attivisti gay, ma soprattutto dagli amici poliziotti per scuotere i membri del tribunale e convincerli a cambiare idea.

Dopo estenuanti sedute del Consigli, finalmente, nel 2005, verrà accolta la richiesta di Laurel, a pochi giorni dalla sua morte.

Poche settimane fa è uscito nelle nostre sale il film “Io e Lei” di Maria Sole Tognazzi che, seppure nei limiti strutturali e narrativi del caso, ha avuto il merito di aprire una nuova pagina del nostro cinema. Ma per il cinema e la televisione americani questo filone è già stato ampiamente battuto.

“Freeheld” non porta nuovi argomenti sul tema, semmai si aggiunge con decoro alla produzione già esistente. È un film pulito, ben costruito, essenziale, ma che rimane freddo e non colpisce più di tanto il cuore dello spettatore.

Un progetto di taglio televisivo, sia dal punto di vista registico che come sceneggiatura, che non raggiunge però i picchi a cui ci ha abituato la produzione per piccolo schermo a stelle e strisce.

La coppia Moore-Page è attenta e di talento. Le due attrici sono brave a darsi a vicenda i tempi, eppure convincono solo in parte. Non è scattata la scintilla artistica e chimica tra le due. Ellen Page, forse per via delle sue inclinazione, risulta comunque la più credibile e sincera. continua su

http://paroleacolori.com/festa-del-cinema-di-roma-freeheld-amore-giustizia-uguaglianza/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

The ticket purchase for “Freeheld. Love, justice, equality “is: 1) Not even a present; 2) Tribute; 3) In the afternoon; 4) Low; 5) Always.

A film by Peter Sollet. Julianne Moore, Ellen Page, Steve Carrell, Michael Shannon, Zach Galifianakis. Dramedy, 103 ‘. 2015

The issue of unmarried couples is one of those perpetually on the agenda. Ensuring rights to persons not married, in 2015, it seems imperative. But what if the couple in question is gay? It is right that the law provides for a distinction?

We do not expand this into adoptions of children, knowing how issues like this in Italy are still a source of debate and controversy.

There is little to do: we are a country always late with the times, and especially for what concerns civil rights.

But also in the United States, so forth, there have been some legislative steps are difficult to perform. Only last June, the Supreme Court declared constitutional gay marriage. On social networks was Bertrand topic for several days the hashtag #LoveWins.

But people do not always have shown all this excitement and to get to the targets were needed hard battles, in society and in court.

“Freeheld” says one of them, the one to change the US law.

A love story, a story of civil rights, but also the true story of Laurel Hester (Moore), fifty American, stubborn policewoman for over two decades.

Laurel is a model citizen, respectful of the rules and jealous of her private life, her being a lesbian. In 2002, appreciate and love the young Stacie (Page), and decides to build a life with her, starting from the purchase of a house.

The life of the couple spends serene, until Laurel is diagnosed with lung cancer last stage. The woman, realizing that he has little time to live, would like to ensure a future mate, making her get her pension. So it makes application to the court of his County, to activate the paperwork.

But we are in 2005, the government there are Republicans and if certain laws at the federal level are approved and implemented, in the province and the music changes a lot.

Conservatism, bigotry and hypocrisy are the basis of the refusal to grant the County of Laurel and Stacie a right established by law. Thus began a campaign to raise awareness and protest, carried out not only by gay activists, but also by friends cops to shake the members of the court and get them to change their minds.

After grueling sessions of the Councils, finally, in 2005, we will accede to the request of Laurel, a few days after his death.

A few weeks ago was released in our cinemas the film “Me and You” by Maria Sole Tognazzi, albeit within the limits structural and narrative of the case, it had the merit of opening a new page of our cinema. But for the American film and television this trend has already been largely beaten.

“Freeheld” does not bring new arguments on the topic, if anything is added with decorum to existing production. The film is clean, well-built, essential, but it remains cool and does not affect much the heart of the viewer.

A project to cut television, both in terms of directing that as the script, which does not reach though the peaks to which we have become accustomed to producing small screen stars and stripes.

The couple Moore-Page is careful and talented. The two actresses are good to give each other the time, but only partly convincing. Not taken the artistic spark and chemistry between the two. Ellen Page, perhaps because of its inclination, is still the most credible and sincere. continues on

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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141) Perdersi, Still Alice di Lisa Genova

perdersi

“Perdersi, Still Alice” è un libro scritto e auto pubblicato nel 2007 da Lisa Genova e successivamente pubblicato anche in Italia nel 2013 da Piemme Edizioni. Da questo libro è stato tratto il film “Still Alice” con Julianne Moore che le è valso quest’anno il premio Oscar come miglior Attrice.
Cosa saremmo senza i nostri ricordi? L’uomo senza la propria esperienza e memoria non potrebbe mai migliorare né progredire evitando di commettere sempre gli stessi errori.
L’intelligenza ci differenza dagli animali e la nostra mente nello stesso tempo un ingranaggio perfetto e qualcosa di estremamente delicato e fragile. Basta poco perché il precario meccanismo che lo fa muovere si rompa.
Esistono varie malattie di cui sia l’ uomo che la donna possono essere vittime contro le quali la medicina cerca una cura o quanto meno di tenere sotto controllo.
Eppure nonostante il progresso scientifico e le quotidiane scoperte su alcune di esse siamo impotenti.
Se il cancro ci devasta il corpo riducendoci alla fine pelle e ossa come larve, il Morbo di Alzheimer devasta in maniera inesorabile anche la nostra mente.
Sappiamo poco di questa malattia che normalmente aggredisce gli anziani, ma sempre più spesso anche i più giovani.
L’Alzheimer non fa prigionieri non esistendo alcuna cura per arrestarla, ma solo dei blandi palliativi.
Chi ne viene colpito come nel caso di Alice Howland, protagonista della nostra storia, è costretto a stravolgere la propria vita e quella dei propri familiari.
Alice è una brillante e bella professoressa di psicologia cognitiva ad Harvard, ha appena cinquant’anni , un marito devoto come John e tre bei figli: Tom, Anna e Lydia.
Lavora, studia, viaggia svolgendo una vita ricca e intensa quando un giorno mentre sta tenendo un discorso durante un convegno improvvisamente le sfuggono delle parole.
Una strana sensazione la avvolge, anche se all’inizio addebita il tutto allo stress, ma quando nei giorni successivi altri casi si manifestano come sentirsi smarrita mentre sta correndo nell’abituale circuito o vampate di calore, non può esimersi nel fare più accurati esami.
Il responso è senz’appello: Morbo di Alzheimer precoce .Una forma rara che colpisce con egual misura è che soprattutto ereditaria e degenerativa. Una spada di Damocle che si abbatte anche su suoi figli creando nella donna, se possibile, ancora più dolore e angoscia.
Il malato di Alzheimer perde lentamente ogni forma d autonomia e indipendenza, diventando balia di se stesso e della sua mente. Alice lotta con tutta se stessa per rimanere ancorata alla sua identità e al ricordo della donna che è stata. Si impegna a scrivere, studiare, si sforza di continuare ad avere una vita normale,ma sarà tutto inutile.

John e i figli si stringono intorno alla donna assistendo impotenti alla sua “morte sociale” e di come la malattia le priva di godersi le gioie di diventare anche nonna.
Alice non vorrebbe essere un peso per la sua famiglia e soprattutto desidera mantenere la propria dignità cosi decide di elaborare una sua personale uscita di scena prima che il morbo glielo impedisca.
Lisa Genova con uno stile asciutto, semplice porta il lettore dentro la testa e soprattutto il cuore della protagonista accompagnandola nel suo viaggio senza ritorno non potendo non provare empatia condividendone i sentimenti di dolore, sconforto e rabbiosa rassegnazione.
Il Morbo di Alzheimer priva la persona di ogni cosa e lo fa precipitare nel buio esistenziale dove non c’è più spazio per i sentimenti,ma Alice nonostante sia prossima a cadere nel burrone, nel bellissimo e toccante finale ascoltando e vedendo recitare la figlia Lydia ,le sorride facendolo capire che ancora dentro di sé c’è amore e soprattutto nè conosce appieno il valore oltre che il significato.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci , Nonostante Tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/essere-melvin-tra-finzione/9788899121914.html

“” Get lost, Still Alice “is a book written and self published in 2007 by Lisa Genova and subsequently published in Italy in 2013 by Edizioni Piemme. Since this book was made into the movie” Still Alice “with Julianne Moore earned her This year the Academy Award for Best Actress.
What would we be without our memories? The Man Without their experience and memory could never improve or progress to avoid committing the same mistakes.
The intelligence we difference from the animals and our minds at the same time a perfect gear and something extremely delicate and fragile. Very little is needed because the precarious mechanism that moves it breaks.
There are several diseases which is the ‘man and the woman are victims against which the medicine seeks a cure or at least to control.
Yet despite the progress of science and the daily discoveries of some of them we are powerless.
If cancer we devastates the body and reduces us to the end of skin and bones, as larvae, Alzheimer’s disease devastates inexorably also our mind.
We know little about this disease that usually attacks the elderly, but increasingly also the youngest.
Alzheimer’s takes no prisoners as there is no cure for arrest, but only mild palliatives.
Those who are affected as in the case of Alice Howland, the protagonist of our story, is forced to disrupt their lives and that of their family.
Alice is a beautiful and brilliant professor of cognitive psychology at Harvard, just fifty years, as a devoted husband John and three beautiful children: Tom, Anna and Lydia.
He is working, studying, traveling serving a life rich and intense when one day while he is giving a speech during a conference suddenly beyond words.
A strange feeling wraps, although at charging for all the stress, but when in the following days other cases manifest as feeling lost while he is running in the usual circuit or hot flashes, can not refuse to perform more thorough examinations.
The verdict is without appeal: Alzheimer’s early .A rare form that strikes with equal measure is mainly hereditary and degenerative. A sword of Damocles, which struck even on his children by creating the woman, if possible, even more pain and anguish.
People with Alzheimer’s slowly losing all forms of autonomy and independence, becoming fend for himself and his mind. Alice struggles with all of herself to remain anchored to its identity and to remember the woman who was. He agrees to write, study, strives to continue to have a normal life, but it will be useless .

John and children huddle around the woman watching helplessly as his “social death” and as the disease robs them of enjoying the joys of becoming even grandmother.
Alice would not want to be a burden to his family and especially want to keep their dignity so he decided to develop his personal left the scene before the disease prevents him.
Lisa Genova with a dry style, simply takes the reader inside the head and especially the heart of the protagonist accompanying her on her journey of no return and could not have empathy, sharing the feelings of pain, despair and angry resignation.
Alzheimer’s disease deprives the person of everything and it does fall into the darkness of existence where there is no room for sentiment, but Alice despite being next to fall into the ravine, in the beautiful and touching final hearing and seeing recite the daughter Lydia , she smiles making it understand that there is still inside her love and above all neither knows the full value as well as the meaning.
Vittorio De Agro presents “Let us love, Despite Everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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24. Still Alice

still alice

Il biglietto d’acquistare per “Still Alice” è: 1)Neanche regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4)Ridotto 5)Sempre

Un film di Richard Glatzere  Wash Westmoreland. Con Julianne Moore, Kristen Stewart, Kate Bosworth, Alec Baldwin. Drammatico, ’99. 2015

Cosa sarebbe la nostra vita senza ricordi? La memoria e l’esperienza sono i due capisaldi dell’esistenza di ognuno di noi, ciò che ci rende forti e vivi. La memoria è il nostro tesoro, il porto in ci rifugiamo quando la realtà appare sgradevole e ostile.

Eppure esiste una malattia atroce che va a toccare, disintegrandola poco a poco, la consapevolezza di ciò che abbiamo vissuto, l’Alzheimer. Una parola brutta, anche dal solo punto di vista fonetico, per un male che trasforma, lentamente e inesorabilmente, un essere umano in un vegetale, in uno zombie.

L’Alzheimer è considerato un’emergenza nazionale negli Stati Uniti; nel nostro paese, invece, le costose cure per chi soffre di questo morbo sono a carico dei familiari. Generalmente colpisce le persone anziane, ma i casi di pazienti “giovani” sono in forte aumento. Una malattia misteriosa per molti aspetti, difficile da prevenire.

“Still Alice”è la cruda e amara storia di Alice (Moore), bella e atletica cinquantenne, stimata professoressa di Lingue in una prestigiosa Università, che improvvisamente si scopre malata di Alzheimer. Alice è una donna realizzata nel lavoro e felice nella vita privata. Ha infatti un marito, medico affermato, e tre bei figli.Alice intuisce che qualcosa non va nella sua mente quando durante una conferenza non ricorda le parole da pronunciare in un discorso o come durante una abituale corsa non riesce più a capire dove si trova. Allarmata consulta un neurologo che dopo gli approfonditi esami emette la drammatica sentenza: Alzheimer precoce e di origine genetica, una variazione del morbo se possibile ancora più devastante e veloce nello svilupparsi. La notizia ovviamente stravolge la vita di Alice e della sua famiglia. John (Baldwin) marito devoto cerca in tutti i modi di starle vicino e sostenerla e gli stessi figli seppure preoccupati di aver ereditato il morbo si stringono intorno alla madre. Per Alice, donna forte ed energetica che ha fatto della proprietà del linguaggio e delle parole l’essenza stessa della sua vita soffrire di Alzhimer è come subire la pena del contrapasso dantesco.La donna lotta con tutte le sue forze per evitare di perdersi e nello stesso tempo predispone un accurato piano qualora le tenebre calassero su di lei. Una malattia che se da una parte spegne Alice, dall’altra le permette di capire e soprattutto di appianare i conflitti con la ribelle e inquieta figlia Lydia(Stewart) che sogna di fare l’attrice piuttosto che il college preoccupando non poco la madre per il suo futuro.
La sceneggiatura è asciutta, semplice, diretta e personalmente la ritengo precisa e rigorosa nel descrivere l’inizio della malattia e di come essa cambi non solo la vita del malato, ma anche quella dei familiari. Quando si racconta una malattia e le sofferenze di un malato di solito un testo tende a scivolare nel melenso e soprattutto alla lacrima facile. Qui invece gli autori hanno il pregio di portare il lettore per mano nella drammatica conoscenza di questa malattia senza far ricorso a scene eccessivamente caricate e forti per indurlo alla facile e scontata commozione. Il testo ti spinge a vedere il mondo dalla prospettiva di Alice e di fa comprendere quanto sia terribile e angoscioso perdere dopo giorno una parte di te. Gli stessi dialoghi sono sobri, credibili e comunque molto intesi e avvolgenti.
La regia è di taglio televisivo, ma un prodotto televisivo di buona qualità e attento a raccontare una storia con delicatezza ed eleganza riuscendo a creare un ponte emotivo tra lo schermo e il pubblico in sala garantendo un ritmo costante . Uno stile pulito e caloroso che esalta il già talentuoso cast.
Se dovessimo dare retta ai rumors e ai premi assegnati dalla critica nelle ultime settimane il prossimo 25 febbraio Julianne Moore dovrebbe vincere l’Oscar come migliore attrice senza se e senza ma. Sappiamo bene pero che la storia degli Oscar è ricca di colpi scena e di clamorosi e discutibili verdetti. Julianne Moore avrebbe meritato di vincere per la sua lunga e brillante carriera già da tempo un paio di Oscar, eppure è ancora a mani vuote. La Sua Alice è davvero toccante, vera, forte, empatica, elegante e umana. Lo spettatore partecipa al suo drammatico e veloce declino. Si unisce alla sua lotta pur sapendo di essere una battaglia persa.Moore è un Attrice completa e talentuosa negli anni ci hanno ridere e commuovere con i suoi personaggi riuscendo sempre ad essere credibile. Quest’anno le concorrenti per l’Oscar sono davvero agguerrite e altrettanto di valore. Probabilmente quella della Mooore ,pur essendo un performance intensa e degna di un forte plauso,non è la sua migliore in assoluto. Ma comunque ben venga l’Oscar per una delle poche attrici complete che ci sono attualmente in circolazione e che mostra con orgoglio la sua età senza vergogna e desiderio di alcun ritocco estetico.
Menzione particolare per Kristen Stewart all’interno di cast solido e adeguato alla storia,la giovane “vampira” sta crescendo artisticamente e con tenacia e talento si sta togliendo gli abiti scomodi del personaggio d “Bella”e sta facendo conoscere allo spettatore il valore dell’attrice Kristen.
La sua Lydia a metà strada tra voglia di ribellione e affetto filiale convince e piace mostrando una forte e incisiva personalità.
Il finale del film toccate e drammatico evita di mostrarci la “caduta” definitiva della protagonista preferendo mostrare al pubblico che l’alzheimer può togliere tutto alla persona ,lasciandolo “nudo “di fronte a tutti, ma non potrà mai privarlo dell’amore dei suoi cari.

 

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore International presentano “Essere Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html

http://www.cavinatoeditore.com

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-ograve-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

http://www.amazon.it/Amiamoci-nonostante-tutto-Vittorio-Agr%C3%B2-ebook/dp/B00TJEWLZU/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1424685013&sr=1-1&keywords=amiamoci+nonostante+tutto

The ticket purchase for “Still Alice” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

A film by Richard Glatzere Wash Westmoreland. With Julianne Moore, Kristen Stewart, Kate Bosworth, Alec Baldwin. Drama, ’99. 2015

What would our life without memories? The memory and experience are the two cornerstones of the existence of each of us, what makes us strong and alive. Memory is our treasure, we take refuge in the harbor when the reality is unpleasant and hostile.

Yet there is a terrible disease that touches, disintegrating gradually, the awareness of what we experienced, Alzheimer’s. A bad word, even by only aurally, for a disease that turns, slowly and inexorably, a human being into a vegetable, in a zombie.

Alzheimer’s is considered a national emergency in the United States; in our country, however, the costly care for those suffering from this disease are borne by the family. Generally affects older people, but cases of patients “young” are rising fast. A mysterious disease in many respects, difficult to prevent.

“Still Alice” is the raw and bitter story of Alice (Moore), a beautiful and athletic fifties, esteemed professor of languages at a prestigious university, who suddenly discovers suffering from Alzheimer’s. Alice is a woman made in the work and happy in private life. Indeed has a husband, a doctor said, and three beautiful children .Alice realizes that something is wrong in his mind when, during a conference does not remember the words to say in a speech or as usual during a race is not able to figure out where it is. Alarmed consult a neurologist who after thorough examinations emits the dramatic sentence: early Alzheimer’s and of genetic origin, a variation of the disease if it can be even more devastating in developing and fast. The news obviously disrupts the lives of Alice and her family. John (Baldwin) devoted husband tries in every way to be near her and support her own children and even worried that he has inherited the disease huddle around the mother. For Alice, strong woman and energy that made the property of language and words the essence of his life suffer Alzhimer is like to suffer the penalty of counterpoise dantesco.La woman fight with all his might to avoid getting lost and in same time prepare a thorough plan when darkness calassero on her. A disease that if one part off Alice, on the other hand allows her to understand and especially to address conflicts with the rebellious and restless daughter Lydia (Stewart) who dreams of becoming an actress rather than college worrying not just for the mother its future.
The screenplay is dry, simple, direct and personally I feel precise and rigorous in describing the onset of the disease and how it changes not only the patient’s life, but also that of their families. When you tell a disease and suffering of a sick usually a text tends to slide in dull and especially to tear easily. Here, however, the authors have the advantage of bringing the reader by the hand in the dramatic knowledge of this disease without resorting to overly loaded scenes and strong to induce him to the easy and obvious emotion. The text makes you see the world from the perspective of Alice and makes you realize how terrible and agonizing days after losing a part of yourself. The same dialogues are sober, credible and however much understood and enveloping.
Directed by cutting television, but a television product of good quality and careful to tell a story with delicacy and elegance managing to create an emotional bridge between the screen and the audience ensuring a steady pace. A clean and warm that enhances the already talented cast.
If we were to listen to rumors and prizes awarded by critics in recent weeks next February 25 Julianne Moore should win the Oscar for best actress without ifs and buts. We know, however, that the history of the Oscars is full of shots of the scene and sensational and controversial verdicts. Julianne Moore deserved to win for his long and distinguished career for some time a couple of Oscar, yet it is still empty-handed. His Alice is really touching, true, strong, empathetic, elegant and human. The audience participates in his dramatic and rapid decline. Joins his struggle despite knowing that she is a battle persa.Moore Actress complete and talented in the years we have laughed and moved with his characters always managing to be credible. This year’s competitors for the Oscars are really aggressive and equally valuable. Probably one of Mooore, despite being a performance worthy of a strong and intense applause, not its absolute best. But however well be the Oscar for one of the few actresses complete that there are currently in circulation and proudly displaying his age without shame and desire of any aesthetic touch.
Special mention for Kristen Stewart in cast solid and appropriate to the story, the young “vampire” is growing artistically and with tenacity and talent you are removing the clothes uncomfortable character of “Beautiful” and is making the viewer know the value of ‘actress Kristen.
Its Lydia halfway between desire for rebellion and filial affection and convinces like showing a strong and incisive personality.
The film’s final dramatic touch and avoids to show the “fall” of the protagonist ultimately preferring to show the public that Alzheimer’s can take away everything to the person, leaving it “naked” in front of everyone, but it will never deprive him of his love dear.

http://paroleacolori.com/al-cinema-still-alice/

Vittorio De Agro and Cavinato Publisher International show “Being Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html

http://www.cavinatoeditore.com

 

110. The English Teacher

julianne moore

Il biglietto d’acquistare per “The English Teacher” è :1)Manco regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4) Ridotto 5)Sempre

“The English Teacher” è un film del 2013 diretto da Craig Zisk, con Julianne Moore, Greg Kinnear, Lily Collins, Nathan Lane, Michael Angarano.
L’insegnamento è una missione, un tempo ambita e gratificante, oggi invece considerata triste e avara di gratificazioni.
Insegnare è un talento per pochi. Abbiamo pochi Maestri e troppi professori. Nella mia vita scolastica ho avuto buoni e cattivi maestri, ma solo in pochi hanno davvero creduto in me. Sono un diversamente ignorante perché sono una persona curiosa. Ho imparato ad amare e leggere i libri quando non ero più obbligato da doveri scolastici.
Un professore è prima d’ogni altra cosa una persona con i suoi pregi e difetti e con una vita, ma spesso lo dimentichiamo.
Chi ama insegnare dona tutto se stesso oltre il suo sapere all’alunno e soprattutto lo sprona a credere in se stesso e ai suoi talenti.
Linda Sinclair (Moore) è una quarantacinquenne insegnate d’inglese dedita solo al lavoro e senza famiglia. Sono vani i suoi tentativi di trovare un partner adeguato. Linda con la sua forma mentis da insegnante precisa e esigente li boccia tutti. La sua tranquilla esistenza subisce un improvviso cambiamento quando incontra Jason(Angarano), un suo ex alunno, oggi deluso autore teatrale. Linda decide d’aiutare il ragazzo, convinta del suo talento, a mettere in scena lo spettacolo teatrale nella sua scuola. Così il film segue le varie prove eseguite dagli studenti, tra cui spicca la bella Hallie(Colins), coordinati da Linda e dal suo eccentrico collega Carl Kapinas(Lane).
Le prove sono galeotte per Linda e Jason e ciò provocherà non pochi problemi alla nostra protagonista sul piano personale e lavorativo.
“The English Teacher” è nel complesso una commedia gradevole e divertente, anche se è poco originale nei contenuti e risulta più come un buon prodotto televisivo. La sceneggiatura è scritta in maniera chiara e lineare e descrive discretamente i vari personaggi. II dialoghi sono divertenti anche se abbastanza scontati e prevedibili.
La regia all’esordio cinematografico, dopo un’ottima esperienza televisiva, è semplice e affidabile. Riesce a dare al film un discreto ritmo e intensità, guidando bene tutto il cast.
Conferma d’Attrice per la bella e naturale Julianne Moore che ha praticamente tutto il peso del film sulle spalle. Con bravura riesce a rendere credibile la figura della professoressa con una noiosa vita privata, alternando con efficacia momenti malinconici a situazioni ironiche e esilaranti.
Deliziosa e convincente Lily Collins nel ruolo della studentessa aspirante attrice.
Conferme per Lane e Kinnear nei rispettivi ruoli dell’insegnate e del padre esigente di Jason.
Il finale anche se prevedibile, piace soprattutto per la bravura degli interpreti.
“The English Teacher” diverte lo spettatore e alla fine della proezione non può non farti pensare ai tempi della scuola e al quel professore che ha creduto e dato fiducia prima all’uomo che all’alunno.

Vittorio De Agrò presenta la Notting Hill italiana, “Essere Melvin”
http://www.lulu.com/spotlight/melvin2