175) Ho ucciso Giovanni Falcone -La Confessione di Giovanni Brusca (Saverio Lodato)

“Ho ucciso Giovanni Falcone -La Confessione di Giovanni Brusca” è un saggio /intervista di Saverio Lodato pubblicato per la prima volta nel 1999 da Mondadori Editore.

Sinossi:
Saverio Lodato ha incontrato in una cella blindata del carcere di Rebibbia Giovanni Brusca e ne ha raccolto la testimonianza: la voce del primo boss della “mafia vincente” che ha scelto la strada della collaborazione con la giustizia. In queste pagine il boss dei corleonesi racconta la storia della sua vita, senza censurare alcun particolare: il padre mafioso, gli studi interrotti, il primo omicidio, il viaggio di iniziazione dai “cugini” americani… Spiega come si svolge la vita di un latitante, rivela i retroscena della sua cattura e di quella di Riina, i segreti e le connivenze politiche, ricostruisce i giorni drammatici in cui si preparò la strage di Capaci.
Recensione:
Qualunque persona può sbagliare, dire e fatti atti terribili, macchiarsi anche di delitti sangue e poter comunque aspirare al perdono, almeno divino, se il suo pentimento è davvero sincero.
Riconoscere i propri errori e chiedere perdono alle vittime per le indicibili sofferenze subite è il primo indispensabile passo per dimostrare la reale volontà di un cambiamento esistenziale.
La storia dell’uomo e dell’Arte è ricca di numerose e diverse forme di pentimento, contrizione da parte di uomini malvagi e sanguinari.
Il “pentimento” manzoniano dell’Innominato è diventato nel tempo non solamente a livello letterario il punto di riferimento e di paragone per raccontare la decisiva e sofferta scelta di un “villain”.
Fin dall’inizio “Il pentimento mafioso” è stato oggetto di controverse e furiose polemiche e critiche da parte dell’opinione pubblica e soprattutto dei politici, poiché considerato uno strumento “delicato” quanto “ambiguo” nelle mani della magistratura.
Giovanni Falcone fu il primo a coglierne l’enorme potenzialità giuridica ed investigativa nel comprendere prima la mentalità ed organizzazione della “misteriosa” Cosa Nostra e successivamente utilizzando le dichiarazioni dei pentiti per sconfiggerla.
Lo Stato può fidarsi delle parole di mafioso, autore di disumane efferatezze e suo strenuo nemico fino al giorno dell’arresto?
È arduo dare una risposta chiara e definitiva su questo difficile quesito, ma sicuramente il lettore può ottenere utili quanto indispensabili elementi di valutazione leggendo il libro/intervista di Saverio Lodato all’ex boss Giovanni Brusca.
Giovanni Brusca è l’esecutore materiale della strage di Capaci e responsabile della.
morte di Giovanni Falcone, della compagna e degli agenti di scorta.
È quasi impossibile anche solo immaginare un ‘azione umana più feroce terribile di quella compiuta dall’ex boss di Corleone e resistere al legittimo senso di disgusto e rabbia nei confronti di questo assassinio.
Ma superando l’iniziale turbamento il lettore ha l’opportunità di “vedere” e “conoscere” da un’inedita prospettiva la realtà mafiosa di Cosa Nostra.
“Ho ucciso Giovanni Falcone” è un crudo, spietato, autentico e sconvolgente viaggio dentro la vita e l’anima di un uomo divenuto consapevolmente un mostro sanguinario, ma in origine un ragazzo privo di un un modello familiare alternativo o di tessuto sociale ed economico allettante e soprattutto legale per fuggire al proprio infausto destino.
Giovanni Brusca pur non rinnegando il proprio passato e la “filosofia mafiosa” che ha ispirato la sua esistenza, ha scelto di raccontarsi mostrando molti degli scomodi scheletri presenti nel suo “armadio”.
“Ho ucciso Giovanni Falcone” è una lettura angosciante potente, illuminante quanto tragica della storia recente del nostro Paese che da una parte scuote e sgomenta il lettore e dall’altra gli fa compiere con un efficace “Virgilio “ un viaggio dentro una realtà infernale e soprattutto prendendo coscienza dei criminosi e tragici piani sovversivi di Cosa Nostra.
Recitano i manuali di guerra:
“Conoscere il proprio nemico è il primo necessario passo per poter vincere qualsiasi tipo di guerra”.
In qualche modo il pentimento di Brusca ha permesso allo Stato d’arricchire la propria conoscenza dell’avversario mafioso.
Una ricchezza da sfruttare bene e soprattutto nei modi e tempi opportuni, evitando che l’amara ed inquietante profezia “di Giovanni Brusca possa realizzarsi “. Purtroppo Per Parlare di Mafia, ci vogliono certi morti; altrimenti l’argomento non interessa a nessuno, come è stato detto più volte. E mi dispiace che a ripeterlo devo essere io”