13) Il Primo Re

“Il Primo Re” è un film del 2019 diretto da Matteo Rovere, scritto da Matteo Rovere, Filippo Gravino, Francesca Manieri, con : Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Tania Garribba, Massimiliano Rossi, Michael Schermi, Vincenzo Crea, Max Malatesta, Vincenzo Pirrotta, Lorenzo Gleijeses, Antonio Orlando, Florenzo Mattu, Martinus Tocchi.
Sinossi:
Il Primo Re, il film di Matteo Rovere, vede protagonisti Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi), due fratelli gemelli che vivono in pace, allevando le loro pecore.
Travolti da una spettacolare piena del fiume Tevere, vengono catturati, assieme ad altri – dai crudeli guerrieri di Alba Longa.
Grazie alla loro astuzia e alla loro forza, riescono a fuggire assieme agli altri prigionieri, portando con loro una vestale (Tania Garribba) e il Sacro Fuoco che custodisce.
Da quel momento in avanti, con Romolo gravemente ferito, dovranno lottare per la sopravvivenza, attraversando foreste oscure e affrontando feroci nemici. E dovranno fare i conti con un Destino divino che metterà i due fratelli di fronte a scelte difficili e a confrontarsi con la loro voglia di esercitare il libero arbitrio. Fino al raggiungimento delle sponde del Tevere, e alla fondazione di una nuova civiltà. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.

Recensione:
Matteo Rovere è indubbiamente una persona “coraggiosa” nell’intraprendere costantemente nuovo sfide produttive ed artistiche scontrandosi contro le logiche commerciali dominanti.
Se poi al coraggio dell’uomo uniamo la creatività autoriale e lungimiranza produttiva allora è “quasi” scontato sottolineare come Matteo Rovere abbia vinto pienamente la sua scommessa realizzando “Il Primo Re”.
Ma qualè metro di giudizio e paragone dobbiamo utilizzare per questa pellicola? .
E’ indispensabile fare questa premessa, a nostro parere, donde evitare equivoci intellettuali e soprattutto “alimentando” vane e fuorvianti attese nello spettatore.
Se dovessimo valutare “Il Primo Re” nell’esclusivo quanto limitante panorama cinematografico italiano , il nostro giudizio sarebbe davvero semplice quanto immediato :
“ Il Primo Re è uno straordinario colpo di vitalità del cinema italiano nel dimostrare come sia ancora possibile realizzare un film di “genere” .
Oltre a stupire e sconvolgere positivamente lo spettatore con numerose scene di combattimento davvero credibili quanto efferate.
Gli sceneggiatori del “Il Primo Re” sono stati abili quanto bravi nell’ unire, mescolare tematiche così difficili quanto opposte : il mito, azione e religione . Firmando una sceneggiatura potente, solida, suggestiva e permettendo allo spettatore diverse quanto corrette letture ed interpretazioni su quanto visto, sentito e percepito.
La stessa “ardita” scelta d’utilizzare” il “protolatino” come strumento di comunicazione e dialogo tra gli attori imponendo un duplice e gravoso sforzo recitativo e professionale agli interpreti e soprattutto lo sforzo allo spettatore di dover leggere sottotitoli per oltre due ore, è complessivamente “vinta” oltre a garantire un salto di qualità e profondità narrativa al progetto stesso.
“Il Primo Re” non soltanto conferma il talento e poliedricità recitativa di Alessandro Borgi nel ruolo del rude, potente e carismatico Remo, ma accende meritamente i riflettori sugli altri due interpreti principali: Alessio Lapice (Romolo) e Tania Garibba (la mistica quanto fascinosa vestale Satnei), altrettanto credibili, valorosi , talentuosi e dotati di una significativa presenza scenica.
Matteo Rovere riadatta con il proprio stile ed idea di cinema tre film “cult” del calibro di “Apocalypto” di Mel Gibson, “Revenant” di Inarritu ed infine “Silence” di Martin Scorsese, mettendo in scena un film che complessivamente non “sfigura” con questi tre “mostri sacri” del cinema internazionale.
Ma se volessimo “superare” il perimetro italico e valutare “Il Primo Re” , come giustamente merita, inserendolo in una cornice internazionale?
Allora, caro lettore, qualche problema e criticità sono opportune oltre che doverose evidenziarle.
“Il Primo Re” è un film visivamente bello (davvero magistrale la fotografia del Maestro Daniele Ciprì) quanto però freddo e solamente a tratti davvero coinvolgente ed avvolgente.
“Il Primo Re” appare drammaturgicamente come una “fusione fredda” di più generi avendo voluto soddisfare esigenze autoriale ed interessi commerciali, alla lunga difficilmente compatibili.
L’impianto narrativo risulta così diviso in due netti e chiari tronconi:

http://www.nuoveedizionibohemien.it/index.php/appuntamento-al-cinema-73/?fbclid=IwAR2sVh55655kraGM-3o5jNOH6sZguZooESxYx-K0P2X6fantZXu_j5pAKt4

73) Io c’è

Il biglietto da acquistare per “Io c’è” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

“Io c’è ” è un film di Alessandro Aronadio. Con Edoardo Leo, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Giulia Michelini, Massimiliano Bruno. Commedia, 100′. Italia, 2018

Sinossi:

Massimo Alberti (Leo) ha creduto nel miracolo italiano e poi si è imbattuto nella crisi: il suo bed & breakfast perde colpi (e denari) e la sorella Adriana (Buy) è convinta che sia incapace di fare alcunché di valido. È allora che Massimo si rende conto che le sue vicine, un gruppo di suorine tanto scaltre quanto pie, hanno trovato la soluzione per un business esentasse: affittare le stanze del convento a fronte di un’offerta volontaria, sulla quale l’Agenzia delle Entrate non può rivalersi perché il convento cade sotto la definizione legale di “luogo di culto”. Da lì all’inventarsi un culto che trasformi il bed & breakfast in luogo tax free, per Massimo il passo è breve.

Recensione :

Oggi, in Italia e nel mondo, risulterebbe più “strana” una persona che professa una granitica fede religiosa o un giovane imprenditore che, pur di evitare il fallimento e non pagare le tasse, decide di inventarsi una propria religione?

Per gli spettatori credenti il quesito potrebbe inizialmente apparire provocatorio se non blasfemo, ma chiunque, dotato di un minimo di ironia e di senso critico, sarà stimolato ad andare oltre le apparenze, e riflettere sulla questione.

Alessandro Aronadio, al suo terzo lungometraggio, decide di compiere una scelta rischiosa e azzardata, dando vita a una pellicola sulle religioni e la fede, senza pregiudizi, ma semplicemente con l’obiettivo di raccontare e accendere un dibattito costruttivo.

“Io c’è”, come ha precisato lo stesso regista in conferenza stampa, non è un film religioso ma si rivela inaspettatamente profondo e intenso.

La prima parte è brillante, divertente e nonostante l’impronta cinica e politicamente scorretta mai offensiva. La seconda, invece, si sposta su una dimensione più filosofica ed esistenziale, affrontando i temi della morte e della libertà di cura. Nel complesso, il film è equilibrato, dissacrante e provocatorio nei modi giusti. continua su

http://paroleacolori.com/io-c-e-commedia-ironica-e-dissacrante-ma-mai-volgare/

70) Batman V Superman -Dawn of Justice

Batman V Superman Dawn of Justice

Il biglietto d’acquistare per “Batman V Superman –Dawn of Justice”” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre

“Batman V Superman – Dawn of Justice” è un film del 2016 diretto da Zack Snyder, scritto da Chris Terrio e David S. Goyer, con Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Jeremy Irons, Gal Godot

Il vostro caro “giornalista per caso” sente il bisogno di fare “coming out” cinematografico, prima di scrivere questa recensione. Per il sottoscritto l’unico Superman era, è, e sempre sarà, Christopher Reeve, l’uomo capace di dare all’alieno venuto da Crypton una connotazione umana, fascino, ironia e incisività. Chiunque abbia indossato dopo di lui la calzamaglia e il mantello ha regalato perfomance tra l’imbarazzante e l’insulso.
Non me ne vogliano le adoranti fan di Henry Cavill, ma quando lo vidi due anni fa nell’Uomo d’acciaio, ho dovuto farmi forza per non urlare il mio sdegno nella sala gremita.
Henry Cavill è un bel ragazzo, alto, muscoloso, ma non possiede il quid per essere il supereroe per eccellenza.
Amo Batman e nel mio vecchio cuore sono impressi i due film firmati da Tim Burton, ho comunque applaudito il genio di Nolan e il talento di Christian Bale nel riscrivere la saga dell’uomo pipistrello in una chiave esistenziale e cupa. Quando un anno fa giunse la notizia che Ben Affleck avrebbe ereditato il ruolo dell’attore gallese, come milioni di fan, ho avuto più di una perplessità.
Potevano un bravo ragazzo e un attore monolita reggere il peso di un ambizioso progetto come quello che i produttori hanno scelto di portare in scena, ovvero mettere i più grandi supereroi della storia l’uno contro l’altro?
Ebbene, la risposta secca di chi scrive, dopo aver assistito all’anteprima stampa è lapidaria: “no, senza se e senza ma”.
La coppia Cavil-Affleck non possiede la forza, l’eleganza, il talento e il quid necessari per scrivere una pagina memorabile del cinema di genere.
Fatte queste doverose premesse, non voglio buttare il bambino con l’acqua sporca.
“Batman V Superman” è un ambizioso e interessante progetto in cui la Warner vuole sfidare la corazzata Marvel su un terreno assai insidioso e complesso.
Essendo la puntata zero, che darà il via a una serie di film con tanti amati personaggi della DC, che nei prossimi anni invaderanno i nostri schermi, ciò comporta una serie di problemi narrativi e strutturali.
Non desidero anticipare la trama e rovinare la sorpresa ai fan, anche perché, essendo l’intreccio narrativo molto complesso e caotico, sarebbe difficile riassumerlo in poche righe.

Ci pare giusto rilevare come gli autori abbiano voluto scrivere un testo in cui i temi etici e morali sono prevalenti, ponendo allo spettatore La Domanda: se un supereroe possa restare tale anche al di sopra della legge. continua su

http://www.mygenerationweb.it/201603262994/articoli/palcoscenico/cinema/2994-batman-vs-superman-un-supereroe-puo-agire-al-di-fuori-della-legge-per-il-bene-comune

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

The ticket purchase for “Batman V Superman -Dawn of Justice” “is: 1) Not even given 2) Tribute 3) afternoon 4) Reduced 5) Always

“Batman V Superman – Dawn of Justice” is a 2016 film directed by Zack Snyder, written by Chris Terrio and David S. Goyer, with Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Jeremy Irons, Gal Godot

Your beloved “reporter accidentally” feels the need to do “coming out” film, before writing this review. For myself the only Superman was, is, and always will be, Christopher Reeve, the man capable of giving the alien came from Crypton a human connotation, charm, humor and incisiveness. Anyone who has worn after him the tights and cape gave performances from the embarrassing and silly.
I do not want the adoring fans of Henry Cavill, but when I saw him two years ago in the Man of Steel, I had to force myself not to scream my anger in the packed hall.
Henry Cavill is a handsome guy, tall, muscular, but does not have the quid to be the superhero par excellence.
I love Batman and in my old heart are engraved the two films by Tim Burton, I still applauded the genius of Nolan and Christian Bale’s talent in the rewrite man bat saga in an existential and gloomy. When a year ago he came the news that Ben Affleck would inherit the Welsh actor’s role, as millions of fans, I had more of a concern.
They could be a good guy and a monolithic actor hold the weight of an ambitious project like the one the producers chose to stage, or put the greatest superheroes of history against each other?
Well, the short answer of the writer, after watching the preview release is lapidary: “no, no ifs, ands or buts.”
The Cavil-Affleck couple does not have the strength, elegance, talent and the quid necessary to write a memorable page of genre cinema.
Without this premise, I do not want to throw the baby out with the bath water.
“Batman V Superman” is an ambitious and exciting project that Warner wants to challenge the battleship Marvel on a very treacherous terrain and complex.
Being the zero bet, which will launch a series of films with many beloved characters of DC, in the coming years will flood our screens, this involves a series of narrative and structural problems.
I do not want to anticipate the plot and spoil the surprise to the fans, because, being the very complex and chaotic storyline, it would be difficult to summarize in a few lines.

We feel obliged to point out that the authors have wanted to write a text in which the ethical and moral issues are prevalent, placing the viewer’s question: If a superhero would remain so even above the law. continues on

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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275) Dio esiste e vive a Bruxelles

dio esiste

Il biglietto d’acquistare per “Dio esiste e vive a Bruxelles” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5)Sempre

“Dio esiste e vive a Bruxelles” è un film del 2015 scritto e diretto da Jacovan Dormael, con : Benoît Poelvoorde, Yolande Moreau, Catherine Deneuve, Pili Groyne

Dio è buono e giusto. Il Paradiso è un luogo di Amore, pace e beatitudine eterna.
Queste e altre cose ci vengono insegnate al catechesi e ripetute dal sacerdote in chiesa ogni santa domenica.

Siamo davvero convinti che non esista come in ogni storia, un ‘altra versione della Bibbia?
E se Dio esistesse davvero e vivesse a Bruxelles? Magari vivendo in un brutto e squallido appartamento con moglie e figlia di 10 anni sconosciuta ai più?
E se Dio fosse burbero, cattivo,misogino, violento e dispettoso? Un Dio del vecchio Testamento 2.0 che trova piacere a mettere a dura prova gli uomini con le sue leggi della sfiga universale scritte al computer?
I teologi si tranquillizzino, non voglio creare una setta né mettere in discussione i dogmi sacri della Chiesa cattolica bensì semplicemente sto riportando la versione di Jacovan Dormael del cristianesimo e delle sue origini.
Per Dormael, Dio (Poelvoorde) è un pessimo padre di famiglia che ha ridotto la moglie al silenzio, fatto scappare di casa JC, figlio prediletto, che è sceso sulla terra per farsi la propria strada e opprime la piccola EA(Groyne).
EA non accettando i metodi di Dio nel gestire l’umanità e stanca dei sui rimproveri e cattiverie decide di lasciare la casa del padre e di visitare Bruxelles e di conoscere il mondo e l’umanità.
EA è anche dispettosa e volendo mettere in discussione l’autorità paterna decide di rivelare ad ogni uomo la data della propria morte tramite sms.
Una rivelazione che sconvolge l’umanità , costringendo ogni singolo uomo a riflettere sulla propria vita e valutare cosa fare del tempo che gli resta da vivere.
Come valutare questo film?: Blasfemo? Capolavoro? Esempio di satira?
E’ sicuramente un film originale, particolare e in qualche modo visionario e poetico.
Giocare con la religione con il rischio di risultare offensivi non è da tutti e Jacovan Dormael dimostra coraggio, creatività e una scrittura davvero pungente e sarcastica.
Un testo davvero complesso che alterna al suo intero momenti di pura comicità ad altri molti alti e intensi sul piano filosofico e religioso.
E’ assai probabile che un film del genere in Italia non sarebbe mai fatto né pensato.
Non a caso il Belgio l’ho candidato come miglior film straniero agli Oscar.
Il cinema deve sapere osare, criticare e far riflettere soprattutto con la forza dl sorriso e dell’ironia.
Il paradosso e limite di questa pellicola risiede proprio nella vastità di temi e nell’ambizione creativa dell’autore
Volendo puntare al Cielo come un novello Icaro, le ali della sceneggiatore si bruciano per troppo volere. Il testo con il trascorrere dei minuti diventa caotico, confusionario e cripto diventando così pesante da digerire per lo spettatore oltre che appesantito dall’eccessiva lunghezza del film. La regia è di talento, visionaria, ricca di metafore, colorata e ispirata eppure è discontinua nel ritmo e soprattutto dispersiva nel portare avanti con chiarezza e forza il filo rosso della storia.
Benoît Poelvoorde è un Dio assolutamente da applausi per come riesce ad essere divino e umano allo stesso modo dando dimostrazione di talento e personalità scena.
Il resto del cast è allo stesso modo di buon livello e capace di dare un buon contributo alla riuscita del film.
Cosa ci insegna dunque questo film? Difficile da stabilire, in gran parte dipende dalla propria sensibilità e fede. Sicuramente lo spettatore uscendo dalla sala ha la certezza che anche nell’alto dei Cieli se a comandare fosse una Donna, il mondo sarebbe davvero un posto migliore.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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The ticket purchase for “God exists and lives in Brussels” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

“God exists and lives in Brussels” is a 2015 film written and directed by Jacovan Dormael, with Benoît Poelvoorde, Yolande Moreau, Catherine Deneuve, Pili Groyne

God is good and just. Paradise is a place of love, peace and eternal happiness.
These and other things we are taught the catechism, and repeated by the priest in church every Sunday holy.

We truly believe that there is, as in every story, an ‘other version of the Bible?
And if God really existed and lived in Brussels? Maybe you are living in an ugly and squalid apartment with his wife and 10 year old daughter unknown to most?
And if God were surly, bad, misogynistic, violent and spiteful? A God of the Old Testament that 2.0 is pleased to put a strain on men with its laws of universal jinx written to the computer?
Theologians tranquilize, do not want to create a sect nor to question the sacred tenets of the Catholic Church but I’m just reporting the version of Jacovan Dormael of Christianity and its origins.
For Dormael, God (Poelvoorde) is a very poor family man who has reduced his wife to silence, JC did run away from home, favorite son, who came down to earth to get their own way and oppresses the small EA (Groyne).
EA is not accepting God’s ways in managing humanity and tired of the accusations and nastiness decides to leave his father’s house and to visit Brussels and to know the world and humanity.
EA is also mischievous and wanting to question parental authority decides to reveal to every man the date of his death via SMS.
A revelation which upsets humanity, forcing each man to reflect on their life and assess what to do with the time he has left to live.
How to evaluate this film ?: Blasphemous? Masterpiece? Example of satire?
It ‘definitely an original film, particular and somewhat visionary and poetic.
Playing with religion at the risk of being offensive is not for everybody and Jacovan Dormael demonstrates courage, creativity and writing really biting and sarcastic.
A really complex text that alternates its entire moments of pure comedy to others many ups and intense on the philosophical and religious.
It ‘very likely that such a film in Italy would not have ever done or thought.
No coincidence that Belgium I nominated for Best Foreign Film at the Oscars.
Film must know dare criticize and give pause especially by force dl smile and irony.
The paradox and the limit of this film lies in the breadth of topics and creative ambition of the author
Wanting to point to the sky like a new Icarus, wings writer will burn for too willing. The text with the passing of minutes becomes chaotic, confusing and krypton making it heavy to digest for the viewer as well as burdened by the excessive length of the film. The director is talented, visionary, full of metaphors, colorful and inspired yet it is discontinuous in the rhythm and especially distracting to carry on with clarity and force the thread of the story.
Benoît Poelvoorde is a God absolutely applause for how it manages to be divine and human alike demonstrating talent and personality scene.
The rest of the cast is similarly good level and capable of giving a good contribution to the success of the film.
What do we learn then this film? Difficult to establish, largely it depends on their sensitivity and faith. Surely the viewer out of the room has the certainty that even in the highest command if it were a woman, the world would be a better place.

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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168) Un’ occasione da Dio

un occasione da Dio

Il biglietto d’acquistare per “Un ‘occasione da Dio” è : 1) Neanche regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre

“Un’Occasione da Dio” è un film del 2015 diretto da Terry Jones, scritto da Gavin Scott , con : Simon PeggSimon Pegg, Kate BeckinsaleKate Beckinsale, Robin WilliamsRobin Williams,Terry Gilliam

lzi la mano chi almeno una volta non si è sentito “quasi” come Dio? Escludendo ovviamente chi fa un uso regolare di sostante stupefacenti…. Siamo un po’ tutti egocentrici e megalomani, ma fortunatamente ancora non tocchiamo il cielo con un dito lasciando vivere sereni angeli e santi.
Cosa faremmo se ci fosse data l’opportunità di avere i poteri di un Dio? Saremmo capaci di contenere uno smisurato ego? Saremmo in grado di porci un limite?
Difficile darsi una riposta, se tale test viene compiuto da Esseri Spaziali Universali pronti a distruggere la Terra se il candidato, scelto a caso, dovesse fallire.
Se poi il candidato è Neil Clarke (Pegg), professore inglese nerd incapace di avere una vita vera, di dichiararsi alla propria fascinosa vicina Catherine (Beckinsale) e di avere un amico diverso dal proprio cane Dennis (Williams), la situazione si fa complicata.
L’idea non è originale, gli americani hanno già lavorato sull’argomento in due discreti film con protagonisti, rispettivamente, Jimmy Carrey e Steve Carrel.
Gli inglesi volevamo però dire la propria, puntando probabilmente sull’aplomb e l’ironia che notoriamente li contraddistingue, sperando di regalare una diversa prospettiva per donare nuova freschezza e vivacità alla storia.
Aihmè, la missione è fallita miseramente, pur avendo mescolato le carte e portato in scena come protagonista il poliedrico Simon Pegg, apprezzato di recente in Mission Impossibile IV, Il film non decolla, non convince, risultando fin dall’inizio un’anatra zoppa.
Pegg prova con coraggio e talento a portare la croce del film tentando di regalare momenti divertenti e comici dedicati all’uomo comune che cerca di rispondere adeguatamente a un regalo divino, ma non è sufficiente la buona volontà se la sceneggiatura risulta piatta, banale e noiosa. L’intreccio narrativo è scontato, privo di qualsiasi guizzo artistico capace di far cambiare un ritmo compassato o quasi assente. continua su

http://www.mygenerationweb.it/201509072624/articoli/palcoscenico/cinema/2624-un-occasione-da-dio-un-film-leggero-con-la-voce-del-grande-robin-williams

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html

The ticket purchase for “An ‘opportunity by God” is: 1) Not even gave 2) Tribute 3) In the afternoon 4) Reduced 5) Always

“A chance to God” is a film of 2015 directed by Terry Jones, written by Gavin Scott and starring Simon Pegg PeggSimon, BeckinsaleKate Kate Beckinsale, WilliamsRobin Robin Williams, Terry Gilliam

lzi your hand if at least once did not feel “almost” like God? Excluding of course those who make regular use of narcotic substances …. We are a bit ‘all egocentric and megalomaniac, but fortunately still not touch the sky with a finger, leaving live serene angels and saints.
What would we do if we were given the opportunity to have the powers of a God? We would be able to contain a huge ego? We would be able to set ourselves a limit?
Difficult to give an answer, if such a test is carried out by the Spacemen Universal ready to destroy the Earth if the candidate, chosen at random, were to fail.
Then, if the candidate is Neil Clarke (Pegg), English professor nerd unable to have a real life, to declare to its charming neighbor Catherine (Beckinsale) and to have a friend than his dog Dennis (Williams), the situation becomes complicated .
The idea is not original, the Americans have already been working on the subject in two discrete films starring, respectively, Jimmy Carrey and Steve Carrel.
The British wanted to have their say, however, probably aiming sull’aplomb and irony known to them apart, hoping to give a different perspective to give new freshness and liveliness to the story.
Aihm, the mission has failed miserably, despite having shuffled the cards and staged starring the multi-talented Simon Pegg, recently enjoyed in Mission Impossible IV, The film does not take off, it is not convincing, resulting from the very beginning a lame duck.
Pegg trial with courage and talent to carry the cross of the film trying to give funny moments and comic dedicated to the common man that tries to respond adequately to a divine gift, but not enough good will if the script is flat, banal and boring . The storyline is granted, without any flicker artistic capable of changing a rhythm staid or almost absent. continues on

http://www.mygenerationweb.it/201509072624/articoli/palcoscenico/cinema/2624-un-occasione-da-dio-un-film-leggero-con-la-voce-del-grande-robin-williams

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

http://www.ibs.it/code/9788899121372/de-agrograve/essere-melvin-tra.html

99) Le mie letture (Luigi Giussani)

Le mie Letture

“Le mie letture” è uno libro scritto da Monsignor Luigi Giussani ed edito per la prima volta in Italia nel maggio 1996 da Bur Rizzoli.

Prima della crisi economica soffriamo della crisi della fede. Scivoliamo ogni giorno di più verso un vuoto e assordante ateismo e indossiamo abiti fatti di egoismo e meschinità.
Abbiamo smesso d’amare, abbiamo rinunciato ad avere fede. Dio è qualcosa di lontano e distante e la Chiesa è luogo freddo e inospitale.
E’ possibile cambiare rotta? Difficile, ma non impossibile, forse per questo Don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, per tutta la sua vita non smise mai di diffondere la parola Dio e i valori più profondi del cristianesimo tenendo svariate conferenze e convegni per il mondo.
Dio è ovunque sostiene don Giussani e lo si può trovare anche nelle varie forme arte.
Poeti, scrittori, storici, cinema raccontano si l’uomo e le sue storie, ma in qualche modo cercano la mano e l’aiuto di Dio. In questa raccolta di letture Don Giussani evidenzia gli scritti e soprattutto gli stati d’animo di artisti tra cui Leopardi, Montale, Alda Merina che nelle loro diversità, storie e sensibilità alla fine di un tormentato viaggio interore trovano in Dio e nel verbo la più alta forma d’Arte da esaltare e scrivere..continua su

http://www.passionelettura.it/recensioni-libri/mie-letture/

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

http://www.amazon.it/Amiamoci-nonostante-tutto-Vittorio-Agr%C3%B2-ebook/dp/B00TJEWLZU/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1430505294&sr=1-1&keywords=amiamoci+nonostante+tutto

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

http://www.amazon.it/Essere-Melvin-tra-finzione-realt%C3%A0-ebook/dp/B00U5GV62A/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1430505333&sr=1-1&keywords=essere+melvin

“My readings” is a book written by Monsignor Luigi Giussani and published for the first time in Italy in May 1996 by Rizzoli Bur.

Before the economic crisis we suffer the crisis of faith. We slip every day to a vacuum and deafening atheism and wear clothes made of selfishness and meanness.
We stopped to love, we decided not to have faith. God is something far and distant place, and the church is cold and inhospitable.
And ‘possible to change course? Difficult, but not impossible, perhaps why Don Giussani, founder of Communion and Liberation, throughout his life he never ceased to spread the word God and the deepest values ​​of Christianity holding various conferences and conventions around the world.
God is everywhere says Don Giussani and you can find it also in the various art forms.
Poets, writers, historians, film will tell the man and his stories, but somehow try his hand and God’s help. In this collection of readings Don Giussani highlights the writings and especially the mood of artists including Leopardi, Montale, Alda Merina that in their diversity, stories and feelings at the end of a difficult journey interore found in God’s word and in the highest form of art to enhance and scrivere..continua on

http://www.passionelettura.it/recensioni-libri/mie-letture/

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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80) Se Dio Vuole

se dio vuole

Il biglietto d’acquistare per “Se Dio vuole”: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.

Un film di Edoardo Falcone. Con Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada, Edoardo Pesce, Enrico Oetiker, Carlo De Ruggieri. Commedia, 87′. 2015

Si può ridere della fede? Si può discutere dell’operato e dell’esistenza di Dio senza per questo essere accusati di blasfemia o risultare irriverenti? Si possono prendere in giro gli estremismi dei cattolici, in modo bonario, s’intende?

Se fossimo inglesi risponderemo con un tranquillo “of course”, magari sorseggiano il tè pomeridiano, ma siamo in Italia e qui abbiamo il Papa e il Vaticano. E si sa, da sempre nel nostro paese chi tocca il Papa e i Santi viene messo alla gogna. Questo almeno fino a ieri pomeriggio.

Perché, cosa è successo ieri pomeriggio, vi chiederete perplessi. Niente di più semplice della visione di una commedia italiana al cinema. Il titolo? “Se Dio vuole”.

So che il vostro primo istinto sarà quello di alzare gli occhi a cielo e sospirare che il cinema italiano è ormai morto da tempo. Personalmente non sono d’accordo con questo pessimismo perché in questi primi mesi dell’anno ho già visto incoraggianti segnali di risveglio e un certo fermento di idee nuove.

La commedia come la intendevano gli antichi latini era un modo elegante e delicato ma puntuale di raccontare la società con i suoi limiti, le sue illusioni e i suoi peccati facendo ricorso all’arte del sorriso e della provocazione, cercando al contempo di pungolare e far riflettere lo spettatore. È a questa accezione che cerca di rifarsi il mondo del cinema nostrano.

Lo spettatore di “Se Dio vuole” conosce da subito l’illustre, quadrato e scontroso cardiochirurgo Tommaso (Giallini), uomo sicuro di sé, del suo talento e dalla sua vita. Ha una bella famiglia alle spalle, composta dall’apparentemente soddisfatta moglie Carla (Morante) e dai due figli, Andrea (Oetiker) e Bianca (Spada).

Tommaso considera la figlia, sposata per giunta con un fallito e scroccone agente immobiliare di nome Gianni (Oesce), intellettualmente alla stregua di un’ameba. Tutte le sue speranze sono riposte in Andrea, che dovrebbe seguire le sue orme come medico. Quando però il figlio gli comunica di voler entrare in seminario e diventare prete si apre una vera e propria tragedia familiare.

Tommaso da ateo convinto ritiene che la vocazione sia un modo per buttare alle ortiche un futuro roseo e cerca in tutti modi di far cambiare idea al figlio. Così quando scopre che l’uomo che ha spinto Andrea al gran passo, è Don Pietro(Gassman) un prete davvero atipico e veramente 2.0, decide di organizzare un piano per screditarlo.
Don Pietro prima di diventare prete, ha avuto un passato burrascoso e particolare e Tommaso è convinto di poter dimostrare la sua vera natura.
Ma come spesso accade nell’incontro tra due uomini di mondi diversi a cambiare è chi ha in mente di incastrare l’altro.
Così Tommaso e Don Pietro cominciano a frequentarsi e lavorare insieme facendo così nascere un sentimenti mento di amicizia e rispetto che porta Tommaso a rivedere le sue posizioni e soprattutto a modificare i suoi rapporti con la famiglia che sembra sul punto di rompersi.
Un testo ben scritto, agile, fluido, divertente e per un certo verso dissacratorio, ma in un modo elegante e delicato senza così turbare le anime del pubblico benpensante e magari bigotto. Gli autori descrivono con bravura ed efficacia l’ateismo e frivolezza della nostra società e di come oggi la figura pastorale venga poco considerata e vista come un “lavoro” poco edificante. Nello stesso tempo lo spettatore è invitato a riflettere su cosa significhi oggi essere credenti e avere fede e come forse il Vaticano dovrebbe cambiare “spartito” per avvicinare i fedeli magari con dei preti simili a “Don Pietro” considerati dai giovani come amici e leader prima che guide spirituali
L’esordio alla regia di Edoardo Falcone è sicuramente positivo, meritevole di encomio nella sua semplicità e naturalezza nel dirigere senza avere l’ambizione e soprattutto la presunzione di inventarsi nulla riuscendo a costruire un prodotto piacevole, divertente e accogliente con ottimo e costante ritmo narrativo.
La coppia inedita Giallini- Gassman funziona, convince e risultando credibile nei rispettivi ruoli dimostrando talento, intensità e regalando nei giusti tempi e modi i momenti comici alternandoli con quelli più introspettivi e drammatici senza mai appesantire e rallentare il pathos del racconto.
Meritevoli di menzione anche Ilaria Spada e Edoardo Pesce per la capacità mostrate di dare ai loro personaggi una verve scenica scandita dal giusto mix di comicità e presenza fisica senza risultare mai sopra le righe
Il resto del cast è comunque lodevole per professionalità e dà un buon contributo alla riuscita del film.
Il finale del film, anche se in parte drammatico, è sicuramente toccante e delicato anche grazie all’intensa interpretazione di Marco Giallini che non può scuotere la coscienza anche del più ateo spettatore portandolo sui titoli di coda a pensare che non è mai troppo tardi per credere.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

http://www.amazon.it/Amiamoci-nonostante-tutto-Vittorio-Agr%C3%B2/dp/8891182028/ref=sr_1_1_twi_2_pap?s=books&ie=UTF8&qid=1428837478&sr=1-1&keywords=amiamoci+nonostante+tutto

Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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The ticket purchase for “God willing”: 1) Not even a present; 2) Tribute; 3) In the afternoon; 4) Reduced; 5) Always.

A film by Edward Falcone. With Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada, Edward Fish, Henry Oetiker, Carlo De Ruggieri. Comedy, 87 ‘. 2015

You may laugh of faith? You can discuss the work and the existence of God without being accused of blasphemy or be disrespectful? You can make fun of the extremes of Catholics, so good-natured, of course?

If we were English reply with a quiet “of course”, maybe sipping afternoon tea, but we are in Italy and here we have the Pope and the Vatican. And you know, always in our country who touches the Pope and the Saints is pilloried. This at least until yesterday afternoon.

Why, what happened yesterday afternoon, you ask perplexed. Nothing more simple vision of an Italian comedy at the cinema. The title? “If God wants it”.

I know your first instinct will be to raise his eyes to heaven and sigh that Italian cinema is now long dead. Personally I do not agree with this pessimistic because in these first months of the year have already seen encouraging signs of awakening and a ferment of new ideas.

The comedy like the ancient Romans had wanted an elegant and delicate but precise to tell the company with its limitations, its illusions and his sins by having recourse to the art of the smile and provocation, while seeking to goad and reflect the viewer. It is in this sense that seeks to rebuild the world of Italian cinema.

The audience of “God willing” knows immediately the illustrious, square and grumpy heart surgeon Thomas (Giallini), self-confident man, his talent and his life. He has a beautiful family behind, composed by the seemingly satisfied wife Carla (Morante) and his two sons, Andrew (Oetiker) and Bianca (Sword).

Thomas considers his daughter, married to boot with a failed and scrounger realtor named Gianni (Oesce), intellectually the same way as an amoeba. All hopes are pinned on Andrew, who would follow in his footsteps as a physician. But when his son informed him of wanting to enter the seminary and become a priest opens a real family tragedy .

Thomas atheist believes that a vocation is a way to ditch a rosy future and tries in every way to change his mind to his son. So when he finds out that the man who drove the great Andrea step, is Don Pietro (Gassman), a priest really unusual and really 2.0, he decided to organize a plan to discredit him.
Don Pietro before becoming a priest, has had a tumultuous history and particular and Thomas is convinced he can prove his true nature.
But as often it happens in the encounter between two men from different worlds to change is who he plans to fit each other.
So Thomas and Don Pietro began dating and work together thus giving birth to a chin feelings of friendship and respect that leads Thomas to review its position and especially to revise its relations with the family that seems about to break.
A well-written text, agile, fluid, fun and irreverent to some extent, but in a way so elegant and delicate without disturbing the souls of the public right-thinking and maybe bigoted. The authors describe with skill and effectiveness atheism and frivolity of our society today and how the pastoral figure is scarcely considered and seen as a “work” unedifying. At the same time the viewer is invited to reflect on what it means today to be a believer and have faith and as perhaps the Vatican should change “score” to bring the faithful perhaps with priests like “Don Pietro” seen by young people as friends and leaders first that spiritual guides
The directorial debut of Edward Falcone is definitely positive, worthy of praise in its simplicity and naturalness in the lead without having the ambition and especially the presumption of being able to invent anything to build a nice product, fun and welcoming with excellent and steady narrative rhythm .
The unusual couple Giallini- Gassman works, convinces and making it credible in their roles demonstrating talent, intensity and giving the right times and ways the comic moments alternating with the more introspective and dramatic without ever weighing it down and slow the pathos of the story.
Also worthy of mention Ilaria Sword and Edward Fish for the ability shown to give their characters a verve stage marked by the right mix of comedy and physical presence without being never over the top
The rest of the cast is still commendable professionalism and gives a good contribution to the success of the film.
The end of the film, although in part dramatic, is certainly touching and delicate thanks to the intense interpretation of Marco Giallini that can not shake the conscience of even the atheist spectator bringing the closing credits to think that it is never too late to believe.

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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60) Oggi sto da Dio

oggi sto da dio

Uno spettacolo teatrale in due atti di Mauro Mandolini. Con Sergio Assisi, Bianca Guaccero, Fabrizio Sabatucci, Giancarlo Ratti. Dal 17 Marzo in scena alla Sala Umberto di Roma.

“L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori”. Gli italiani sono pizza, mafia e mandolino. L’Italia è il paese del sole e del mare, della corruzione dilagante e della spazzatura puzzolente nelle strade. Il mondo ci apprezza e nello stesso tempo ci deride, siamo amati e insieme considerati l’ultima ruota del carro.

Ma cosa succederebbe se anche nell’alto dei Cieli la nostra credibilità fosse al minino storico e il buon Dio, stanco delle nostre mediocrità e dei nostri limiti, stesse pensando a un’azione radicale ed esemplare per il resto dell’universo? Già perché l’Italia e gli italiani meritano ancora di far parte del progetto celeste se i suoi stessi Santi sono litigiosi, inaffidabili ed egoisti?

Lo spettatore se lo chiede quando appaiono sulla scena nell’ordine Ambrogio (Ratti), Pietro (Santucci) e Gennaro (Assisi), tre uomini italiani che rappresentano, vizi e personalità, un paese da sempre diviso in Nord, centro e Sud.

Ma oltre a essere uomini i tre sono anche santi, convocati da una eccentrica e misteriosa segretaria del Signore (Bianca Guaccero) per essere sottoposti ai dei test affinché dimostrino il loro valore e la loro credibilità. Dio infatti è stanco, vorrebbe prendersi una vacanza e cerca un sostituto temporaneo.

I tre sono spaesati, confusi. La scelta del successore sembra impossibile: Gennaro è strafottente, Pietro svagato, Ambrogio preciso e noioso al contempo. Ma il peggio deve ancora arrivare quando, nel secondo atto, i santi sono mandati sulla Terra dalla segretaria, privi dei loro poteri e con tre difficili prove da compiere: dimostrare che gli italiani possono cambiare, redimersi e non essere solo mammoni, truffaldini e avidi perché in caso contrario l’Italia e la sua popolazione saranno cancellati. continua su

http://paroleacolori.com/a-teatro-oggi-sto-da-dio/

Vittorio De Agrò presenta”Amiamoci, nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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A play in two acts by Mauro Mandolins. With Sergio Assisi, White Guaccero, Fabrizio Sabatucci, Giancarlo Ratti. From March 17 on stage at the Sala Umberto of Rome.

“Italy is a country of saints, poets and navigators”. Italians are pizza, mafia and mandolin. Italy is the land of sun and sea, the rampant corruption and smelly garbage in the streets. The world appreciates us and at the same time it mocks, we are loved and considered along the bottom of the heap.

But what if even in the highest our credibility was to undermine the historic and good God, tired of our mediocrity and our limits, was thinking of radical action and exemplary for the rest of the universe? Yes, because Italy and Italians still deserve to be part of the project if his own heavenly Saints are quarrelsome, unreliable and selfish?

The viewer if you ask when they appear on the scene in the order Ambrose (Rats), Peter (Santucci) and Gennaro (Assisi), three Italian men who represent, flaws and personality, a country has always been divided into North, Central and South.

But in addition to being the three men are saints, summoned by a mysterious and eccentric secretary of the Lord (White Guaccero) to be subjected to tests that demonstrate their value and their credibility. God is tired, he would like to take a vacation and looking for a temporary replacement.

The three are disoriented, confused. The choice of successor seems impossible: Gennaro is arrogant, Peter dreamy, Ambrose precise and boring at the same time. But the worst is yet to come when, in the second act, the saints are sent to Earth by the secretary, deprived of their powers and with three difficult tasks to accomplish: to show that Italians can change, redeem himself and not be just mammon, fraudulent and greedy because otherwise Italy and its population will be deleted. continues on

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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