49) La Casa degli Sguardi (Daniele Mencarelli)

“La Casa degli Sguardi” è un romanzo scritto da Daniele Mencarelli e pubblicato il 13 Febbraio 2018 da Mondadori Editore.

Sinossi:

Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa? Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono. Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.

Recensione:

Ci insegnano le persone più sagge e/o quelle che hanno vissuto prima di noi certe esperienze che “si può risalire la china solamente quando si tocca il fondo”.

Il malessere interiore, il disagio mentale o più semplicemente il “mal di vivere” è qualcosa d’invisibile,  ancora oggi poco noto dalla scienza e solo in parte curabile con i farmaci.

Quando un ‘anima si spezza è assai complicato ricomporla, curarne le ferite.

La via crucis da percorrere è personale, faticosa, impervia scandita da momenti buoni e da altri no. Le ricadute sono improvvise quanto rovinose.

Ancora oggi,  fortunatamente in rari casi,  gli psichiatri utilizzano l’elettroshock come strumento di “cura” per i pazienti più  “resistenti” alle cure.

Chi vi scrive conosce sulla propria pelle quanto sia difficile vincere sui propri demoni interiori.

La psicoterapia , la chimica svolgono un ruolo importante, ma è tutto inutile   se il paziente non ci mette davvero cuore e volontà.

Paradossalmente più di qualsiasi terapia o farmaco, la cura più giusta si trova nell’affrontare, vivere  la realtà, scoprendo l’esistenza di  altri “gironi  infernali” nel quotidiano come ad esempio un ospedale per bambini.

L’elettroshock del quotidiano può scuotere una persona afflitta dai fantasmi della mente o schiava dalle dipendenze .

Ho recuperato il primo libro di Daniele Mencarelli,  apprezzandone il sincero e crudo racconto della propria sofferenza interiore e condividendo con il lettore  il  percorso autodistruttivo provocato dall’alcolismo.

Una “discesa agli inferi” scritta  “senza filtri” o “ finti pudori” che ci trascina  dentro una storia personale ed allo stesso tempo universale.

Chi soffre  inevitabilmente trascina con sé nel baratro  tutti gli affetti più cari.

Daniele  da tempo  vive  “un non vita” in cui l’angoscia , l’ansia e l’insofferenza  sono  “silenziati” dall’abuso di alcool e psicofarmaci.

Uno stordimento voluto per non soffrire,  fuggire alle proprie responsabilità.

Daniele è un poeta, un’ anima fragile quanto sensibile, incapace di reggere, sopportare la brutalità del quotidiano, consegnandosi  ad un tragico destino.

Quando tutto sembra perduto e con la stessa famiglia ormai rabbiosamente rassegnata, ecco giungere l’inaspettata chiamata di lavoro presso una cooperativa di pulizia al Bambino Gesù di Roma.

Un lavoro umile, faticoso che per molti può apparire repellente , per Daniele diventa la salvezza.

Entrare a far parte di una comunità, di un gruppo, avere degli orari e soprattutto uno scopo rompe la spirale negativa.  Daniele riscopre il “piacere” del quotidiano, la bellezza della routine, della fatica in un luogo di dolore e morte.

Vedere nei reparti  la sofferenza di piccoli innocenti che lottano per sopravvivere  fa comprendere a Daniele come il proprio dolore, disagio debba essere  visto e vissuto  da una diversa prospettiva.

“La Casa degli sguardi” è un racconto intenso, vivido, lucido, spietato in cui l’autore svela tutte le sue fragilità e contraddizioni esistenziali.

Si dice  spesso che la bellezza possa salvare il mondo, ma nel caso di Daniele e   di molti altri la salvezza passa invece  dal toccare , vedere, sentire  il dolore ed orrore altrui e magari dandogli conforto e voce

Daniele Mencarelli  ha ricominciato la “risalita” quando  comprende  questo semplice quanto decisivo passaggio mettendo così   a disposizione il proprio talento come megafono di dolore e soprattutto  della volontà di non arrendersi al tragico Destino  da parte di questi  bambini chiusi dentro un reparto ospedaliero.

“La Casa degli Sguardi” è la storia di una rinascita  dopo aver visto l’inferno ed averlo fatto vivere anche alla propria famiglia.

Un riscatto esistenziale frutto della “sveglia” data dalla realtà e dalla ritrovata  dignità  che ha permesso a Daniele di riprendere in mano la propria vita anche come poeta.

46)Sempre Tornare (Daniele Mencarelli)

Sempre tornare: viaggio nella trilogia di Daniele Mencarelli

“Sempre Tornare” è un romanzo scritto da Daniele Mencarelli e pubblicato da Mondadori Editore nell’ottobre 2021

Sinossi:

È l’estate del 1991, Daniele ha diciassette anni e questa è la sua prima vacanza da solo con gli amici. Due settimane lontano da casa, da vivere al massimo tra spiagge, discoteche, alcol e ragazze. Ma c’è qualcosa con cui non ha fatto i conti: sé stesso. È sufficiente un piccolo inconveniente nella notte di Ferragosto perché Daniele decida di abbandonare il gruppo e continuare il viaggio a piedi, da solo, dalla Riviera Romagnola in direzione Roma. Libero dalle distrazioni e dalle recite sociali, offrendosi senza difese alla bellezza della natura, che lo riempie di gioia e tormento al tempo stesso, forse riuscirà a comprendere la ragione dell’inquietudine che da sempre lo punge e lo sollecita. In compagnia di una valigia pesante come un blocco di marmo, Daniele si mette in cammino, costretto a vincere la propria timidezza per chiedere aiuto alle persone che incontra lungo il tragitto: qualcosa da mangiare, un posto in cui trascorrere la notte. Troverà chi è logorato dalla solitudine ma ancora capace di slanci, chi si affaccia su un abisso di follia, sconfitti dalla vita, prepotenti inguaribili. E incontrerà l’amore, negli occhi azzurri di Emma. Ma soprattutto Daniele incontrerà sé stesso, in un fitto dialogo silenzioso in cui interpreta e interroga senza sosta ciò che gli accade, con l’urgenza di divorare il mondo che si ha a diciassette anni, di comprendere ogni cosa e, su tutto, noi stessi: misurare le nostre forze, sapere di cosa siamo fatti, cosa può entusiasmarci e cosa spegnerci per sempre. Questo viaggio lo battezzerà infine all’arte più grande di tutte. L’arte dell’incontro. Daniele Mencarelli ha scritto un romanzo vitale, picaresco e intimo, che ha dentro il sole di un’estate in cammino lungo l’Italia e l’energia impaziente dell’adolescenza.

Recensione:

L’adolescenza è universalmente riconosciuta come  il passaggio più delicato, complesso, contradittorio della nostra esistenza.

Si vive il passaggio all’età adulta  in un continuo e costante tourbillon d’emozioni, sensazioni .

Tutti noi siamo stati adolescenti  ed  almeno un “c… a” o se preferite un colpo di testa lo si è fatto.

Se l’adolescenza è una corsa ad ostacoli verso un’illusoria libertà,  la prima vacanza fatta  con gli amici rappresenta  un’esperienza unica che un giorno   racconteremo ai  nostri nipoti.

Daniele   è un diciassettenne atipico, diverso dai suoi amici e coetanei.  Cova  in sé un ‘inquietudine, una smania di libertà e conoscenza che lo porterà a compiere uno inaspettato  strappo rispetto ai cliché  tipici della sua generazione.

Daniele  interrompe bruscamente  la  vacanza con i suoi amici.

Una decisione presa  apparentemente come conseguenza di un imbarazzante incidente  avvenuto qualche sera prima in discoteca . Ma che   in vero nasconde la volontà del protagonista di trovare un senso alla propria “follia” .

“Sempre Tornare” ci piace definirlo per alcuni versi come la versione letteraria in salsa  “romana” del celebre film “Into The Wild” di Sean Penn.

Daniele si concede quindici giorni di libertà assoluta,  facendo  autostop e confidando nell’altruismo del prossimo per ritornare a casa sua , ai Castelli Romani.

Fare l’autostop è di per sé  un atto rischioso , sconsigliato,  invece Daniele l’ha fatto diventare uno stile di vita, un modo di relazionarsi con il mondo.

“Un rischio calcolato” si direbbe oggi, ma il Daniele Mancarelli adulto rievocando quell’incredibile esperienza coinvolge  il lettore in questo intenso, bizzarro viaggio on road sulle  strade infuocate dell’Italia.

La serie di passaggi in auto  “scroccati” da Daniele se da una parte  rivelano uno schema narrativo valido e soprattutto funzionale all’idea di trasmettere un desiderio di autenticità e realismo al racconto senza mai cadere nel banale.

Dall’altra l’accurata e precisa descrizione dei personaggi e dei luoghi visitati attraverso la voce  e pensieri dello stesso protagonista,  trasformano  il racconto del viaggio in  un  efficace quanto inaspettato   strumento sociologico , storico e culturale del nostro Paese.

Nel suo viaggio verso casa Daniele incontra, conosce  uomini, donne, vecchi, coetanei e non che rappresentano   la  molteplicità e vastità dell’animo umano.

Daniele che sente su di sé il peso della stranezza  intravede  negli altri    i sentimenti d’amore, odio, diffidenza, accoglienza, depressione, frustrazione  come segni distintivi ed in alcuni desolanti della loro esistenza.

“Sempre Tornare”  si rivela  un  racconto sincero, intenso, affascinante, sbarazzino quanto catartico nell’unire la voglia adolescenziale di rompere gli schemi  con lo sguardo sensibile ed acuto di un ragazzo nei riguardi del mondo

“Sempre Tornare”  possiamo anche definirlo come un coming age originale, estivo, colorato che trova il suo climax  nonché soluzione intimistica  nel comprendere che per quanto si desideri viaggiare, essere liberi da ogni peso e responsabilità, il  poter tornare  a casa propria rimane la più bella delle libertà

27) Il Bello di Vivere Due Volte (Sharon Stone)

“Il bello di vivere Due volte” è un ‘autobiografia scritta da Sharon Stone e pubblicata il 30 marzo 2021 da Rizzoli Editore
Sinossi:
Sharon Stone racconta la propria storia: un cammino di rinascita, ostinato e pieno d’amore. Nel 2001 Sharon Stone, una delle attrici più celebri al mondo, fu colpita da un grave ictus cerebrale che, oltre alla salute, le distrusse carriera, famiglia, patrimonio finanziario e fama internazionale. Ne “Il Bello di Vivere Due Volte” ripercorre la strada aspra e faticosa che ha dovuto affrontare per ricostruire la propria vita e per recuperare a poco a poco salute fisica e serenità. In un settore in cui non sono ammesse crisi né debolezze, in un mondo dove troppe persone sono costrette al silenzio, lei ha trovato la forza di tornare, il coraggio di far risentire la propria voce e la voglia di lasciare un segno per i diritti e il benessere di ogni essere umano sul pianeta. In queste pagine intime, autentiche e trasparenti come una chiacchierata con un amico, Sharon Stone racconta come ha interpretato i suoi ruoli più importanti, le amicizie che le hanno cambiato la vita, i peggiori fallimenti e i più grandi successi. Allo stesso tempo svela come, dopo un’infanzia segnata da traumi e violenza, sia approdata a una carriera di successo in un mondo in cui gli stessi soprusi venivano perpetrati in forma diversa e nascosti dietro il paravento del denaro e del fascino. Da ultimo mostra come solo i figli e le sue iniziative umanitarie le abbiano dato la forza di intraprendere un percorso di rinascita che le ha permesso di riconciliarsi con la famiglia e tornare a coltivare l’amore. Sharon Stone è apprezzata non solo per la bellezza e il talento che la contraddistinguono, ma anche perché, per sostenere le proprie idee, si è sempre rifiutata di compiacere chicchessia. “Il Bello di Vivere Due Volte” è un libro per chi si sente ferito e per chi si reputa un sopravvissuto, è l’esaltazione della forza e della resilienza femminili, è un bilancio di vita e una chiamata alle armi. E dimostra che non è mai troppo tardi per alzare la voce e farsi sentire.
Recensione:
La mia generazione (over 40) è cresciuta apprezzando e soprattutto fantasticando sulla bellezza magnetica e seduttiva di Sharon Stone.
Sharon Stone divenne un’ icona sexy grazie all’indimenticabile performance in “Basic Instinct” di Paul Verhoeven.
Nel Maggio del 1992 (il film fu presentato in anteprima al Festival di Cannes) permise alla trentaduenne Sharon Stone, dopo dieci anni d’ anonima gavetta, d’elevarsi a stella amata ed ambita da tutta Hollywood.
Ma Sharon Stone, almeno per il sottoscritto, ha rappresentato qualcosa di più di una semplice icona di bellezza o se preferite erotismo.
In un mondo maschilista quanto ipocrita, Sharon Stone è riuscita ad imporsi come donna prima ancora che come attrice dimostrando carattere, intelligenza e carisma.
Il ruolo di Catherine in “Basic Instinct” poteva rivelarsi una prigione artistica oltre umana per molte attrici, ma non per la Stone.
Stone ha giocato con il suo personaggio di donna fatale, senza mai cadere nella trappola di mescolare vita privata con quella pubblica
Sharon Stone è stara capace di superare ogni tipo d’avversità psicofisico e risorgere dalle proprie ceneri ancora più bella e “cazzuta”.
“Il bello di vivere 2 volte” è un’autobiografia potente, sincera, intensa che non solo consente al lettore/fan di conoscere i momenti più bui e difficili vissuti dalla donna Sharon, ma soprattutto d’esserne partecipe del suo testardo e poderoso percorso di guarigione.
L’attrice si “mette a nudo” raccontando le proprie fragilità, debolezze, paure in seguito ad ictus che l’ha fatta cadere dall’Olimpo, potendo contare su pochi affetti e dovendo fare i conti con una carriera distrutta.
“Il bello di vivere 2 volte” è un racconto di resistenza alla malattia, d’accettazione della propria vulnerabilità senza mai arrendersi o farsi piegare dal destino feroce.
Sharon Stone racconta della propria infanzia, delle sue orgogliose e toste origini irlandesi e di quanto la sua famiglia sia stata comunque importante nel suo faticoso percorso di rinascita umano e professionale.
Sharon Stone prima dell’ictus (2001) ha vissuto una vita al massimo, piena di successi e popolarità frutto di un duro lavoro e studio.
Nulla è stato regalato a questa donna volitiva quanto talentuosa.
La “seconda” vita di Sharon Stone è segnata dall’aver raggiunto un equilibrio interiore, nel dare importanza alle vere priorità della vita come quella d’essere una madre single di tre bellissimi bimbi.
Sharon è una convinta attivista per i diritti LBGT e soprattutto da anni raccoglie fondi per ottenere nuove cure contro l’Aids.
“Il bello di vivere 2 volte” è una lettura interessante, ricca di pathos quanto genuina che farà amare ancora di più l’indimenticabile ed unica Sharon Stone

18) Rocco Casalino -Il Portavoce -La Mia Storia

“Rocco Casalino – Il Portavoce -La mia Storia” è una autobiografia scritta da Rocco Casalino, pubblicata da Piemme nel Febbraio 2021.

Sinossi:
«Non mi ha regalato niente nessuno, questo è sicuro. E se sono orgoglioso di dove sono arrivato non è tanto per il ruolo che ricopro ma perché non dimentico mai da dove sono partito, cioè dalle condizioni più svantaggiate dell’universo. Sono convinto che esistano casualità, ostacoli, fortune, sfortune, coincidenze, mille cose che non controlliamo, e allo stesso tempo credo che ognuno di noi sia artefice del proprio destino.». Chi è davvero Rocco Casalino, lo spin doctor del presidente del Consiglio Giuseppe Conte? Perché la sua storia è così diversa da quella di tanti politici italiani? La sua è un’infanzia segnata da povertà, violenze e umiliazioni. Trascorre i primi quindici anni della sua vita in Germania, figlio di emigrati, in una casa modesta insieme a un padre violento, alla madre e alla sorella. Rocco studia duramente, è il più bravo della classe, la matematica gli piace e gli riesce facile. Così, tornato in Italia, si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma una volta laureato scopre presto che le prospettive che gli si offrono al Sud non soddisfano le sue ambizioni e la sua voglia di riscatto. Che fare? Come ci si affranca da un destino che sembra inesorabilmente segnato? Fa il provino al primo Grande Fratello nella speranza di avere l’occasione per un cambiamento. Lascia poi la tv e inizia un percorso da giornalista. Qualche anno più tardi, approdato alla politica, scala il Movimento 5 Stelle con la grinta che ha imparato a coltivare. Ama uomini e donne, seduce e si lascia amare, avido di sentimenti veri. Rocco è ambizioso ma è anche bravo, impara la comunicazione politica da Gianroberto Casaleggio, per poi cambiare quella del Movimento 5 Stelle, stando fianco a fianco con Di Maio e Di Battista, e cresce su, su fino ad arrivare alla carica attuale.
Recensione:
Detesto che una persona sia giudicato dal proprio passato, etichettata da un pregiudizio frutto dell’ipocrisia ed invidia.
Chi oggi definisce il Grande Fratello, i numerosi i reality show come un chiaro segno del declino culturale del nostro Paese chiedendone l’immediata cancellazione da qualsiasi palinsesto televisivo, nei migliori dei casi è uno sciocco ingenuo dalla memoria corta.
Il sottoscritto è un teledipendente fin dalla culla, che ha vissuto tutti i cambiamenti, evoluzioni, involuzioni di Mamma TV.
Nel 2000 l’arrivo del Grande Fratello su Canale 5 rivoluzionò definitivamente la storia della televisione italiana.
Il Corriere della Sera (fino a prova contraria il più prestigioso ed influente giornale d’Italia) dedicò decine di pagine, cover, speciali alla prima edizione del Grande Fratello.
Rocco Casalino anzi scusate l’ing Rocco Casalino fu scelto dopo un lungo e complesso casting.
La sua partecipazione allo show rappresentò un prezioso contributo ad un esperimento sociale, psicologico prima ancora che televisivo.
Tutto questo per dire che l’ing Rocco Casalino è, probabilmente, criticabile per diversi motivi, ma per favore finitela con lo stupido “refrain” del GF.
Ho esitato qualche settimana prima d’acquistare l’autobiografia dell’ing Casalino, temendo di trovarmi tra le mani un testo scritto a freddo , uscito seguendo le opportune regole del marketing.
“Il Portavoce” non è ovviamente un capolavoro letterario, né l’autore potrà mai ambire al Nobel per la letteratura.
Il successo commerciale è stato raggiunto in modo chiaro e netto nel giro di poche settimane.
Ma perché mai un lettore e magari con idee politiche opposte a quelle dell’ing Casalino dovrebbe leggere “Il Portavoce”?
Se il lettore dotato di un minimo di onestà intellettuale e libero da stupidi schemi mentali non potrà non prendere atto come Rocco Casilino abbia avuto una vita difficile, sofferta, dolorosa almeno fino all’adolescenza.
Rimarrà colpito nello scoprire un padre violento, ubriacone, maschilista.
Rocco ha iniziato ad odiare in modo “esponenziale” il padre fino a non provare nulla vedendolo ormai gravemente malato in un fondo di letto d’ospedale.
Un “odio” che inevitabilmente ha condizionato la vita privata e professionale di Rocco Casalino.
Un’anima ferita che ha lottato con le proprie forze per ribaltare un destino scandito da privazioni, umiliazioni e povertà estrema
Rocco Casalino è stato tante cose. Ha vissuto diverse vite. Fatto differenti professioni
Casalino è stato bravo, furbo, testardo, lungimirante, ma soprattutto giustamente sfrontato nel far valere i propri talenti e studi universitari.
Personalmente ho trovato la prima parte de “Il Portavoce” quella drammaturgicamente più interessante, sincera e diretta umanamente, emozionante e coinvolgente da leggere.
In modo altrettanto sincero e con il massimo rispetto ho trovato invece complessivamente noioso i capitoli riguardanti la sfera intima e sessuale dell’ing Casalino.
In questi passaggi “più hot” “Il Portavoce” mi è parsa un tentativo mal riuscito d’imitare lo stile del più celebre romanzo “Chiamami con il tuo Nome” di Andre Aciman.
Infine nella parte “politica” da una parte si apprezza il coraggio e passione del militante Casalino nello “sposare” il progetto 5 Stelle e dall’altra si nota l’affetto e riconoscenza umana prima ancora che professionale di Rocco verso GianRoberto Casaleggio e Giuseppe Conte.
Trovo alquanto curioso da parte di giornalisti, addetti ai lavori e non, lanciarsi in acidi quanti inopportuni commenti sulla comunicazione svolta da Casalino a Palazzo Chigi.
Se oggi si scrive, parla del “Metodo Casalino” è il segno più inequivocabile che Rocco Casalino abbia vinto la sua sfida, l’ennesima della propria vita.
Il giudizio sull’operato del governo Conte e di conseguenza sul suo Portavoce è affidato al Tempo, unico giudice serio, inflessibile e soprattutto galantuomo.
La Casa del Grande Fratello è stata solamente una tappa del percorso umano e professionale di Rocco Casalino.
Palazzo Chigi gli ha dato potere, visibilità ed infine attirato odi, gelosie e sfotto.
Adesso per l’ing Rocco Casalino è tempo di cambiare nuovamente, ma partendo dalla consapevolezza che il figlio Rocco finalmente è libero, pacificato con la figura paterna.

70) A proposito di Niente (Woody Allen)

“A proposito di Niente” è l’autobiografia di Woody Allen pubblicata nel Maggio 2020 dalla La Nave di Teseo

Sinossi:
Nato a Brooklyn nel 1935, Woody Allen ha iniziato la sua carriera nello spettacolo a sedici anni, scrivendo battute per un giornale di Broadway, e ha continuato a scrivere per la radio, la televisione, il teatro, il cinema e il New Yorker. Ha lasciato la stanza dello scrittore decenni fa per diventare comico nei locali notturni e, da allora, un regista conosciuto in tutto il mondo. Durante sessant’anni di cinema, ha scritto e diretto cinquanta film, recitando in molti di essi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, diverse statue sono state erette in suo onore (qualcosa di cui non riuscirà mai a capacitarsi) e i suoi film sono stati studiati nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. In A proposito di niente, Allen racconta dei suoi primi matrimoni, con una fiamma della giovinezza e poi con l’amata e divertente Louise Lasser, che evidentemente adora ancora. Racconta anche della sua storia e dell’amicizia eterna con Diane Keaton. Descrive la sua relazione personale e professionale con Mia Farrow, che ha dato vita a film divenuti classici fino alla loro burrascosa rottura, per la quale l’industria dei tabloid ancora li ringrazia. Afferma di essere stato il più sorpreso di tutti quando a 56 anni è iniziata una relazione romantica con la ventunenne Soon-Yi Previn, diventata una storia d’amore appassionata e un matrimonio felice che dura da oltre ventidue anni. Ironico, pienamente sincero, pieno di guizzi creativi e non poca confusione, un’icona della cultura mondiale racconta, non richiesto, la propria storia. Woody Allen è uno scrittore, regista e attore. È stato stand-up comedian e autore di diversi libri. Vive nell’Upper East Side di Manhattan con Soon-Yi, sua moglie da ventidue anni, e le loro due figlie, Manzie e Bechet. È un grande appassionato di jazz e un tifoso di sport. Si rammarica di non aver mai fatto un grande film, ma ci sta ancora provando.

Recensione:
Attendevo di leggere con grande curiosità l’autobiografia di Woody Allen dopo che il “circo mediatico” per mesi si era scatenato, a mio parere, in sterili quanto inutili polemiche e contrapposizioni sull’opportunità che le memorie del regista newyorkese fossero date o meno alle stampe.
La decisione di Elisabetta Sgarbi di pubblicarlo per l’Italia è stato un ottimo colpo commerciale oltre che una condivisibile scelta liberale.
“A proposito di niente” è un’autobiografia atipica, diversa dalle numerose che ho avuto modo di leggere in questi anni.
E non poteva essere altrimenti trattandosi di Woody Allen, nell’ inedita veste di cantastorie di sé stesso e della propria straordinaria quanto discussa vita.
“A proposito di niente” è una lettura beffarda, ironica, autoironica che ricalca pienamente lo stile e soprattutto la personalità dell’autore.
Chi è Woody Allen?
Un grande regista o un terribile maniaco?
Un genio della commedia o un pedofilo?
Da tanti, troppi anni il mondo del cinema, i media e soprattutto i fan si sono aspramente divisi nel giudicare l’uomo Woody Allen, nonostante fino ad oggi nessun tribunale abbia mai emesso una sentenza di colpevolezza.
Nell’attesa del tribunale è giusto punire e mettere all’indice proibito l’artista Allen?
Il mio modesto consiglio è di mettere da parte qualsiasi tipo di pregiudizio e presunta certezza giudiziaria , concedendosi il piacere di leggere un’autobiografia che profuma contemporaneamente di cinema , umanità e financo di bizzarro bilancio
“A proposito di niente” diverte, fa sorridere e soprattutto stimola la fantasia del lettore nell’immaginare i luoghi, i personaggi e soprattutto rievoca i rapporti privati e professionali che hanno scandito la vita di Woody Allen.
“A proposito di niente” è un continuo e costante flusso di ricordi, sensazioni e rievocazioni di sentimenti da parte di Allen e ciò nonostante il lettore non avverte mai la sensazione di pesantezza e/o autocelebrazione del personaggio pubblico.
Woody Allen si apre completamente al lettore utilizzando però un leggero quanto disincantato approccio anche quando affronta passaggi più scabrosi come la devastante diatriba legale con l’ex compagna Mia Farrow.
Woody Allen si definisce un “diversamente ignorante” o se preferite un “acculturato tardivo” stimolato dalla presenza di belle quanto colte figure femminili nella propria esistenza.
Woody Allen ama le donne, ha amato tante donne e ne ha sposate quattro. È un cultore della bellezza femminile.
Alcune di queste donne (ad esempio Diane Keaton) sono transitate dallo status di partner/amante al ruolo di fidate consigliere nonché sincere amiche.
Woody Allen si sbilancia su tutto tranne sul proprio talento e competenza. Non “osa” dare consigli, suggerimenti ai giovani cineasti. Né tantomeno indica sé stesso come modello da seguire.
Si definisce un regista pigro, svogliato e disorganizzato sul set. Non ama ritirare premi. Non rivede mai i suoi film. Né tantomeno sottopone i propri lavori alla visione preventiva di un pubblico selezionato con l’intento di correggere eventuali errori
Per Woody Allen per diventare un regista di successo è necessario fare una cosa: scrivere, scrivere ed ancora scrivere.
Lui lo fa sempre: ogni giorno per otto ore al giorno utilizzando sempre e soltanto la sua cara macchina da scrivere.
La sceneggiatura secondo Allen è la parte più importante di un film. Senza una buona e solida sceneggiatura non può esserci un buon film.
Chi ama il cinema e/o sogna di diventare uno sceneggiatore di successo non potrà mai prescindere dalla visione e studio dei film di Woody Allen.
Altresì chi ama Woody Allen, non potrà esimersi da leggere quest’autobiografia.
Un “A proposito di niente” è un’opportunità letteraria unica quanto divertente di scoprire e conoscere meglio Woody Allen.

69) Berlusconi si racconta a Friedman – My Way (Alan Friedman)

berlusconi

“Berlusconi si racconta a Friedman – My way” è un libro scritto da Alan Friedman e pubblicato nell’autunno 2015 da Rizzoli editore.

Su Silvio Berlusconi si è scritto e detto qualsiasi cosa negli ultimi anni.
L’Italia si è divisa in chi lo considera l’uomo della Provvidenza e chi il nuovo Belzebù dopo la morte di Giulio Andreotti.
Chi è dunque Silvio Berlusconi? Un geniale imprenditore? L’uomo politico che inventandosi in quaranta giorni un partito politico ha salvato l’Italia dai comunisti nel 1994?
E’ piuttosto un pregiudicato quale evasore fiscale come ha stabilito nell’agosto del 2014 dalla Cassazione?
Silvio Berlusconi è tutto questo e molto altro come avviene per uomo che è riuscito a catalizzare su se stesso enormi consensi e odi anche personali.
Alan Friedman, stimato giornalista americano, ha scelto di scrivere un libro intervista per cercare di raccontare l’uomo Berlusconi e di far arrivare al lettore senza troppe censure, che cosa pensa e prova uno degli uomini più influenti della nostra storia recente.
C’era bisogno di questo libro? Probabilmente no, e chi vi scrive, non ha mai nascosto le sue simpatie politiche di centro destra.
Mi aspettavo di più dal giornalista americano ovvero una maggiore incisività dialettica e una corrosiva capacità di “attaccare” il personaggio Berlusconi mostrando magari più cinismo e spregiudicatezza di stampo anglosassone nell’intervistare il potente di turno.
Per carità il libro è scritto in maniera semplice, diretta riuscendo a catturare l’attenzione e curiosità del lettore senza però toccare particolari vette di pathos narrativo né di rilevare qualcosa di nuovo e veramente audace.
Friedman sceglie uno stile sobrio e soprattutto una linea narrativa politicamente corretto limitandosi a intervistare Berlusconi con toni pacati e tranquilli e solamente nella parte legata alla giustizia, il lettore nota come ci sia stato un cambio di climax e in cui l’intervistato appare più in difficoltà e in sofferenza.
Il lettore segue le varie tappe della vita dell’ex premier per lo più già note e discusse e sicuramente rimanendo colpito dai ricordi dell’uomo riguardo la sua infanzia e i suoi genitori.

Ciò che mi ha colpito di più leggendo il libro è da una parte la solitudine di Silvio Berlusconi ormai giunto nell’ultima parte della sua vita terrena, nonostante i soldi e le donne e dall’altra la tenacia e determinazione dell’uomo a non voler uscire dalla scena senza poter scrivere un nuovo capitolo vincente della sua lunga e avventurosa storia personale e di conseguenza del nostro Paese.

Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci, nonostante tutto”

http://www.ibs.it/ebook/de-agr-vittorio/amiamoci-nonostante-tutto/9788891176837.html

“Berlusconi is said to Friedman – My Way” is a book written by Alan Friedman and published in autumn 2015 by Rizzoli.

anything over the last few years on Silvio Berlusconi has been written and said.
Italy was divided into those who consider him the man of providence and who the new Beelzebub after Giulio Andreotti death.
Who then Silvio Berlusconi? A brilliant entrepreneur? The politician who in forty days inventing a political party has saved Italy from the communists in 1994?
And ‘quite a convicted tax evader whom as established in August 2014 by the Supreme Court?
Silvio Berlusconi is all this and more as it does for men that is able to catalyze on itself huge acclaim and even personal hatreds.
Alan Friedman, esteemed American journalist, he chose to write a book interview to try to tell the man Berlusconi and to get the reader without much censure, what the most influential of our recent history thinks and feels one of the men.
There was a need for this book? Probably not, and this writer, has never hidden his sympathies center-right policies.
I expected more from the American journalist that more incisive dialectics and a corrosive ability to “attack” the character Berlusconi showing perhaps more cynicism and ruthlessness Anglo-Saxon interviewing the powers that be.
For goodness sake, the book is written in a simple, direct managing to capture the attention and curiosity of the reader without touching particular narrative pathos peaks or detect something new and really daring.
Friedman chooses a sober and above all a narrative line politically correct simply to interview Berlusconi with soft tones and quiet and only in part related to justice, the player known as there was a change of climax and in which the interviewee seems more in difficulty and suffering.
The reader follows the various stages of the life of former Prime Minister mostly already known and discussed, and certainly remain impressed by the man’s memories of his childhood and his parents.

What struck me most is reading the book on one hand the loneliness of Silvio Berlusconi has now reached the last part of his earthly life, despite the money and women and on the other man’s tenacity and determination not to leave the scene without being able to write a new winning chapter of his long and adventurous history of staff and as a result of our country.

Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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124) Verso l’Infinito (Jane Hawking)

verso l'infinito

“Verso l’ infinito” è un libro scritto tra il 1999 e il 2014 da Jane Hawking e pubblicato in Italia nel 2015 da Piemme Edizioni.
“Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna” recita un saggio e antico modo di dire che mai nel caso della storia umana e professionale di Stephen Hawking, l’uomo dei buchi neri, si possa ritenere adeguato.
Sì perché senza la moglie Jane, probabilmente il mondo non avrebbe potuto conoscere il genio del cosmologo inglese. Pochi mesi fa è uscito con grande successo di pubblico e di critica il film “La teoria del tutto” che raccontava il dietro le quinte della vita pubblica della coppia, evidenziando ed esaltando come un uomo piegato da una grave malattia degenerativa condannato a una morte rapida è riuscito negli anni a stupire il mondo della scienza anche per merito dell’amore, della forza e della fedeltà alla causa della moglie Jane
Incuriosito dalla figura di Jane Hawking ho deciso di leggere la sua autobiografia per comprendere e valutare se questa donna sia stata una moglie coraggiosa e innamorata o una badante votata al martirio.

Jane è stata tante cose per Stephen: fidanzata, moglie, madre, badante, organizzatrice e centro del suo mondo. Jane per amore ha sacrificato tutto scegliendo di restare affianco al marito per venticinque anni tra tanti sacrifici fisici e morali ,rallentando oltre modo i suoi universitari e di fatto rinunciando ad ogni possibilità di carriera. E’ stata anche una storia d’amore bella, intensa e passionale come dimostrano i loro tre figli: Robert, Lucy, Tommy.
Jane accompagna il lettore nella sua vita di tutti i giorni, nelle scelte quotidiane, mostrandoci senza vergogna le sue debolezze e incertezze sempre vinte dal legame unico che la legava a Stephen, un uomo geniale, ma che dal punto di vista della sensibilità dimostra di essere assai sotto la media facendo emergere un forte e smisurato egoismo.
E’ difficile prendere posizione sulla coppia Jane-Stephen stabilendo dove finisca l’amore e inizi la compassione e il senso del dovere. Una storia che sublima il concetto di amore coniugale e nello stesso tempo mostra come però per quanto possa essere grande la fiamma alla fine si possa spegnere per stanchezza di vario tipo e forma…. continua su

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Vittorio De Agrò presenta “Amiamoci,nonostante tutto”

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Vittorio De Agrò e Cavinato Editore presentano “Essere Melvin”

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“Towards the ‘infinite’ it is a book written between 1999 and 2014 by Jane Hawking and published in Italy in 2015 by Edizioni Piemme.
“Behind every great man is a great woman,” says a wise old saying that never in the case of human and professional story of Stephen Hawking, the man holes blacks, it may be considered appropriate.
Yes, because without his wife Jane, probably the world could not have known the genius of the English cosmologist. A few months ago came out with great success and critical acclaim the film “The theory of everything” which told the behind the scenes of the public life of the couple, highlighting and exalting as a man bent from a severe degenerative disease doomed to a quick death He has managed over the years to amaze the world of science for about love, strength and loyalty to the cause of his wife Jane
Intrigued by the figure of Jane Hawking I decided to read his autobiography to understand and evaluate if this woman was a brave and loving wife or a caregiver voted to martyrdom.

Jane was so many things to Stephen: girlfriend, wife, mother, caregiver, and the organizing center of his world. Jane has sacrificed everything for love by choosing to remain next to her husband twenty-five years of great sacrifice physical and moral, as well as slowing down its university and actually relinquishing any possibility of career. E ‘was also a love story beautiful, intense and passionate as evidenced by their three children: Robert, Lucy, Tommy.
Jane takes the reader into her life everyday, daily choices, shamelessly showing its weaknesses and uncertainties always won by the unique bond that bound her to Stephen, a brilliant man, but from the point of view of the sensitivity proves to be much below average, thus a strong and boundless egotism.
It ‘hard to take a position on the pair Jane-Stephen setting where love ends and beginnings compassion and sense of duty. A story that enhances the concept of conjugal love and at the same time, however, shows that no matter how great the flame at the end you can turn off to fatigue of various types and forms of continuing ….

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Vittorio De Agro presents “Let us love, despite everything”

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Vittorio De Agro and Cavinato Publisher present “Being Melvin”

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