
“La Casa degli Sguardi” è un romanzo scritto da Daniele Mencarelli e pubblicato il 13 Febbraio 2018 da Mondadori Editore.
Sinossi:
Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa? Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono. Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.
Recensione:
Ci insegnano le persone più sagge e/o quelle che hanno vissuto prima di noi certe esperienze che “si può risalire la china solamente quando si tocca il fondo”.
Il malessere interiore, il disagio mentale o più semplicemente il “mal di vivere” è qualcosa d’invisibile, ancora oggi poco noto dalla scienza e solo in parte curabile con i farmaci.
Quando un ‘anima si spezza è assai complicato ricomporla, curarne le ferite.
La via crucis da percorrere è personale, faticosa, impervia scandita da momenti buoni e da altri no. Le ricadute sono improvvise quanto rovinose.
Ancora oggi, fortunatamente in rari casi, gli psichiatri utilizzano l’elettroshock come strumento di “cura” per i pazienti più “resistenti” alle cure.
Chi vi scrive conosce sulla propria pelle quanto sia difficile vincere sui propri demoni interiori.
La psicoterapia , la chimica svolgono un ruolo importante, ma è tutto inutile se il paziente non ci mette davvero cuore e volontà.
Paradossalmente più di qualsiasi terapia o farmaco, la cura più giusta si trova nell’affrontare, vivere la realtà, scoprendo l’esistenza di altri “gironi infernali” nel quotidiano come ad esempio un ospedale per bambini.
L’elettroshock del quotidiano può scuotere una persona afflitta dai fantasmi della mente o schiava dalle dipendenze .
Ho recuperato il primo libro di Daniele Mencarelli, apprezzandone il sincero e crudo racconto della propria sofferenza interiore e condividendo con il lettore il percorso autodistruttivo provocato dall’alcolismo.
Una “discesa agli inferi” scritta “senza filtri” o “ finti pudori” che ci trascina dentro una storia personale ed allo stesso tempo universale.
Chi soffre inevitabilmente trascina con sé nel baratro tutti gli affetti più cari.
Daniele da tempo vive “un non vita” in cui l’angoscia , l’ansia e l’insofferenza sono “silenziati” dall’abuso di alcool e psicofarmaci.
Uno stordimento voluto per non soffrire, fuggire alle proprie responsabilità.
Daniele è un poeta, un’ anima fragile quanto sensibile, incapace di reggere, sopportare la brutalità del quotidiano, consegnandosi ad un tragico destino.
Quando tutto sembra perduto e con la stessa famiglia ormai rabbiosamente rassegnata, ecco giungere l’inaspettata chiamata di lavoro presso una cooperativa di pulizia al Bambino Gesù di Roma.
Un lavoro umile, faticoso che per molti può apparire repellente , per Daniele diventa la salvezza.
Entrare a far parte di una comunità, di un gruppo, avere degli orari e soprattutto uno scopo rompe la spirale negativa. Daniele riscopre il “piacere” del quotidiano, la bellezza della routine, della fatica in un luogo di dolore e morte.
Vedere nei reparti la sofferenza di piccoli innocenti che lottano per sopravvivere fa comprendere a Daniele come il proprio dolore, disagio debba essere visto e vissuto da una diversa prospettiva.
“La Casa degli sguardi” è un racconto intenso, vivido, lucido, spietato in cui l’autore svela tutte le sue fragilità e contraddizioni esistenziali.
Si dice spesso che la bellezza possa salvare il mondo, ma nel caso di Daniele e di molti altri la salvezza passa invece dal toccare , vedere, sentire il dolore ed orrore altrui e magari dandogli conforto e voce
Daniele Mencarelli ha ricominciato la “risalita” quando comprende questo semplice quanto decisivo passaggio mettendo così a disposizione il proprio talento come megafono di dolore e soprattutto della volontà di non arrendersi al tragico Destino da parte di questi bambini chiusi dentro un reparto ospedaliero.
“La Casa degli Sguardi” è la storia di una rinascita dopo aver visto l’inferno ed averlo fatto vivere anche alla propria famiglia.
Un riscatto esistenziale frutto della “sveglia” data dalla realtà e dalla ritrovata dignità che ha permesso a Daniele di riprendere in mano la propria vita anche come poeta.