
Il biglietto d’acquistare per “Till” è : Omaggio (Con Riserva)
“Till” è un film del 2022 diretto da Chinonye Chukwu, scritto da Chinonye Chukwu e Michael Reilly, Keith Beauchamp, con : Danielle Deadwyler, Jalyn Hall, Jamie Renell, Whoopi Goldberg, Sean Patrick Thomas, John Douglas Thompson, Gem Collins, Diallo Thompson, Tyrik Johnson, Enoch King, Haley Bennett, Carol J. Mckenith, Elizabeth Youman, Keisha Tillis, Sean Michael Weber, Njema Williams.
Sinossi:
Till – Il coraggio di una madre, il film diretto da Chinonye Chukwu, racconta la vera storia di Mamie Till-Mobley (Danielle Deadwyler), una segretaria d’azienda che dopo l’atroce omicidio del figlio quattordicenne Emmett (Jalyn Hall), diventa un’attivista per i diritti degli afro-americani.
Nel 1955, Emmett Till che vive a Chicago con sua madre, va a passare l’estate da suo cugino in Mississippi. Mamie, dopo aver fatto le dovute raccomandazioni, saluterà il figlio e non lo rivedrà mai più. Il ragazzo sarà rapito e brutalmente ucciso, accusato di essersi comportato in modo inappropriato nei confronti di una donna bianca.
Il processo sarà molto breve e gli assassini verranno assolti da una giuria di soli bianchi. Mamie, travolta dal dolore e decisa a ottenere una forma di giustizia, decide di organizzare un funerale con la bara del figlio aperta per mostrare a tutti quello che gli avevano fatto. In quell’occasione dichiarerà: “Voglio che il mondo intero veda quello che hanno fatto al mio bambino.”
Recensione:
Oggi fare un apprezzamento, un complimento ad una donna si rischia di d’essere etichettato come una persona molesta e soprattutto d’ essere “lapidato” nei “tribunali” dei social.
Ma se vi dicessi che nel 1955, un analogo comportamento da parte di un nero verso una donna bianca, poteva avere come conseguenza la tortura e morte del molestatore?
Ed ancora se il “molestatore” fosse stato un minorenne ignaro delle “regole” vigenti in spregio allo stato di diritto?
E se questa storia di folle ed ingiustificabile “giustizia” si fosse verificata negli Stati Uniti?
Direste impossibile comprensibilmente, ma sfortunatamente cadreste in errore.
“Till” è il terribile, mesto, sconvolgente racconto di una tragedia annunciata, nel momento in cui Emmett superando le resistenze e timori di sua madre Till, decise di trascorrere una settimana di vacanza dai suoi cugini nel Mississippi .
Una “vacanza” che agli occhi e cuore di sua madre rappresentavano un grave pericolo per un figlio vissuto sempre a Chicago ed ignaro di come i neri del Sud erano costretti a subire minacce, violenze ed umiliazioni di ogni genere.
Per Emmett invece quella settimana rappresentava il primo viaggio da solo oltre che un modo per conoscere la sua famiglia d’ origine.
Ma nessuno avviso, raccomandazione, esortazione possono fermare l’ingenua esuberanza di un ragazzo.
Emmett non sapeva che il suo “fischiare” ad una donna bianca in un bar lo avrebbe condotto alla morte tra atroci sofferenze.
E’ la cronaca di una morte annunciata quella che Chinonye Chukwu decide di mettere in scena schierandosi in modo netto e chiaro dalla parte di mamma Till, costretta a lottare contro lo Stato del Mississippi prima per riavere il corpo martoriato del figlio e poi di portare alla sbarra i suoi aguzzini.
Il corpo martoriato di Emmett diventerà l’arma, il megafono di Till nell’urlare tutto il proprio dolore e rabbia contro gli assassini del figlio.
Una messa in scena di stampo televisivo e una sceneggiatura piuttosto essenziale , oseremo dire manichea nell’individuare i buoni ed i cattivi di assassinio che sconvolse l’America.
Till prima della morte di Emmett, era stata una donna nera inserita in un contesto di bianchi, assai lontana dai “problemi” vissuti dai fratelli nel Sud del Paese.
La tragedia trasformò Till in una madre desiderosa di giustizia oltre che una convinta attivista dei movimenti anti apartheid.
“Till” è quel genere di film in cui la tematica, il messaggio supera e copre anche i limiti strutturali, registici di un progetto forse realizzato fuori tempo massimo.
Eppure Till è una storia che da una parte colpisce, scuote le coscienze e dall’altra lascia un profondo sentimento disconcerto nell’apprendere che nessuno pagò per l’omicidio di Emmett
Un’ingiustizia certificata, senza alcuna vergogna, dai tribunali americani .
L’ omicidio di Emmett rappresentò una delle pagine più buie della democrazia americana, ma fu anche l’inizio di una battaglia durata oltre cinquant’anni affinché il legislatore inserisca il reato di tortura a scopo razziale nel diritto penale.
Till è un film alla memoria di una madre coraggiosa e di una giovane vita spezza crudelmente , ma è anche il monito /speranza che non esistano in America altri casi analoghi.