
Il biglietto d’acquistare per “Una vita in Fuga” è : neanche regalato (Con Riserva)
“Una Vita in Fuga” è un film del 2021 diretto da Sean Penn
Con Katheryn Winnick, Sean Penn, Josh Brolin, Miles Teller, Eddie Marsan, Norbert Leo Butz. Drammatico, 107′. USA 2021
Sinossi:
John Vogel è nato il giorno della bandiera (14 giugno) e sotto una cattiva stella. Truffatore ispirato, sogna un grande futuro per sé e la propria famiglia, soprattutto per Jennifer, la figlia maggiore e prediletta. Padre carismatico, quando non è altrove, promette una vita vissuta come un’avventura. Il resto del tempo accumula i debiti e i rischi di una vita oltre i confini della legalità. Egoista e bugiardo, lascia moglie e figli una notte d’estate voltandosi indietro solo una volta, per guardare la sua Jennifer che non smetterà mai di cercarlo come la polizia di inseguirlo.
Recensione:
Dopo quello di Nadav Lapid (ne ho parlato qui), ecco subito un altro “caso” scuotere il Festival di Cannes 2021, alimentando le polemiche dei critici e soprattutto i miei dubbi su quali siano i criteri adottati dal buon Frémaux nel selezionare i film per il concorso ufficiale.
Difficilmente riuscirò a svelare il mistero dei criteri, ma quello che posso affermare con certezza è che a Cannes devono avere un debole per Sean Penn – oppure un debito da salvare, chissà. Perché, artisticamente parlando, le sue ultime due presenze non si spiegano.
Nel 2016 “The Last Face” fu probabilmente il film più insulso della kermesse – all’epoca lo definii “un brutto film senz’anima” – che faceva quasi ridere il pubblico anche quando in scena c’era la sempre bellissima Charlize Theron completamente nuda. All’epoca delle riprese l’attrice e il regista stavano insieme, ma quando sbarcarono sulla Croisette erano già ai ferri corti – per la bruttezza del girato, malignò qualcuno.
Questa volta Sean Penn ha preferito concentrarsi su un rapporto padre-figlia, eppure sembra comunque aver perso il suo tocco magico. “Una vita in fuga” (Flag Day), ispirato a una storia vera, risulta inutile, noioso, prevedibile nello sviluppo.
L’idea era quella di raccontare il rapporto tra John Vogel, il più grande falsario americano, e la figlia Jennifer. E di consacrare anche, en passant, Dylan Penn nell’Olimpo dei grandi, come i celebri genitori (Sean e Robin Wright). Il risultato, invece, è che la ragazza ne esce con le ossa rotte, dopo essere stata praticamente buttata nel vuoto. Senza paracadute. continua su