16) Io lo so chi siete

“Io lo so chi siete” è un documentario del 2022 diretto da Alessandro Colizzi, scritto da Silvia Cossu, con : Vincenzo e Fora Agostino,
Attilio Bolzoni, Stefania Limiti, Luca Tescaroli,
Fabio Repici, Ivan D’Anna

Sinossi:
Il 5 agosto 1989 Antonino Agostino, agente di polizia della Questura di Palermo, è
a Villagrazia di Carini con la giovane moglie incinta. Mentre entrano nella casa di
famiglia per festeggiare il compleanno della sorella più piccola, due uomini in
motocicletta li raggiungono e li crivellano di colpi. I genitori di Agostino, sentiti gli
spari, corrono a soccorrerli ma non c’è più niente da fare. Nino muore tra le braccia
del padre, Ida poco dopo, nel tragitto che la porta in ospedale.
I genitori di Nino da quel tragico giorno si battono per avere giustizia. Vincenzo ha
giurato sulla bara del figlio che non si sarebbe più tagliato la barba e i capelli finché
non si fosse accertata la verità, e a dispetto dell’incrollabile muro di gomma che si è
trovato di fronte in questi trent’anni, non si arrende, non abbandona la lotta, non si
rassegna. Così, insieme alla moglie (scomparsa nel febbraio del 2019), è diventato
per moltissimi cittadini un simbolo. Un simbolo di dignità e resistenza, e di
devozione verso quel figlio nei cui confronti non ha mai smesso di essere padre.
Recensione:
“Io lo so chi siete” sono state le ultime parole gridate dall’agonizzante Antonino Agostino ai propri killer prima di morire
Antonino Agostino e la sua neo sposa sono sono stati uccisi dalla mafia.
Ma perché mai un giovane poliziotto preoccupava Cosa Nostra al punto di volerlo morto?
Quali segreti custodiva Antonio Agostino?
Per quanto possa apparire paradossale oltre che macabro anche tra le vittime di mafia esistono differenti categorie :da quelle piu celebri (Falcone -Borsellino) a quelle avvenute nel piu totale silenzio e cadute nell’oblio
La morte di Antonino Agostino perché ancora oggi fa rumore?
Il ” merito” di questo rumore è dovuto alla straordinaria determinazione di Vincenzo Agostino , padre di Antonino, che da trent’anni gira in lungo e largo l’Italia per chiedere verita e giustizia per il figlio.
Vincenzo insieme all’amata moglie (morta nel 2019) non si sono mai dati per vinti lottando perché prima la memoria del figlio non venisse macchiata da calunnie e poi scoprendo e ricostruendo la seconda vita del figlio.
Memoria e verità hanno dato.la forza e soprattutto ancora un senso alla vita di Vincenzo, tramutando il dolore paterno in desiderio di legalità diventandone lui stesso un simbolo.
Vincenzo Agostino è diventato il monumento vivente del dolore per la città di Palermo.
Ha promesso a se stesso che non si sarebbe tagliato piu barba e capelli finché non fossero stati trovati gli assassini del figlio e nuira
Alessandro Colizzi firma con Silvia Cozzu un documentario straficato, pieno di rimandi e sottostorie che se da una parte propone un interessante potenziale narrativo ed emotivo dall’altra paradossalmente appare un mix caotico e con molte tematiche e riferimenti storici /legali appena accennati
Un documentario che si sforza di unire l’aspetto personale, intimo di un uomo, padre indomito a quello legale /spionistico perché oltre essere un efferato omicidio, possiamo affermare dopo trent’anni come queste due morti siano decise da parti deviati dello Stato.
Antonino Agostino lavorava per i servizi segreti oltre occuparsi della sicurezza del giudice Giovanni Falcone.
Fin dal giorno dell’omicidio la famiglia Agostino si è scontrato contro un muro di bugie, false piste trasformando un via crucis del dolore in faticosa battaglia di verità e giustizia .
Il documentario nonostante i limiti strutturali e lentezza nella visione, riesce nel compito di trasmettere emozione e partecipazione nei riguardi di Vincenzo, una sorta di Don Chiciotte in nome del figlio.
Un battaglia contro i mulini al vento, che però ha portato un concreto risuitato: da pochi giorni è iniziato il procesdo contro i presunti mandati del delitto.
Vincenzo Agostino ha 85 anni , è stanco ma non intende mollare. Incontra gli studenti nelle scuole raccontando di se e di suo figlio.
Memoria e giovani , per Vincenzo sono le fondamenta per un futuro migliore, per una societa pacificata e fondata su una giustizia giusta.
Un’opportunità negata a Nino Agostino e sua moglie.

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