
“Il caso Bramard” è un romanzo scritto da Davide Longo e pubblicato da Einaudi Editore nel Maggio 2014.
Sinossi:
Corso Bramard è stato il commissario più giovane d’Italia. Meditabondo, insondabile, introverso, capace di intuizioni prossime alla chiaroveggenza. Fino a quando un serial killer di cui seguiva le tracce ha rapito e ucciso la moglie Michelle e la piccola Martina. Da allora sono passati vent’anni. Corso vive in una vecchia casa dimessa tra le colline, insegna in una scuola superiore di provincia e passa gran parte del tempo arrampicando da solo in montagna, spesso di notte e senza sicurezze, nell’evidente speranza di ammazzarsi. Perché, come suole ripetere, “non c’è nessuna vita adesso”. Eppure qualcosa è rimasto vivo in lui: l’ossessione, coltivata con quieta fermezza, di trovare il suo nemico. Il killer che ha piegato la sua esistenza e che continua a inviargli i versi di una canzone di Léonard Cohen. Diciassette lettere in vent’anni, scritte a macchina con una Olivetti del ’72. Un invito? Una sfida? Ora, quell’avversario che non ha mai commesso errori sembra essere incappato in una distrazione. Un indizio fondamentale. Quanto basta a Corso Bramard per riprendere la caccia, illuminando una scena popolata da personaggi ambigui e potenti, un dedalo di silenzi che conducono là dove Corso ha sempre cercato il suo appuntamento, e il suo destino.
Recensione:
Non avevo in programma di leggere “Il Caso Bramard”.
In questi anni caratterizzati dall’ insaziabile desiderio di recuperare , almeno in parte, le mie gravose lacune letterarie mai l’occhio era caduto su un romanzo di Davide Longo , magari ben esposto in qualche scaffale di una conosciuta libreria.
La “mia lista” di romanzi da leggere è chiara . quasi piena fino alla fine dell’anno.
Il “destino” però ha voluto che ci creasse “un buco” o se preferite un’attesa di qualche giorno prima di ricevere i nuovi libri desiderati.
Così la mia cortese libraria di fiducia vedendomi vagare incerto nel suo negozio alla ricerca di un capolavoro da leggere, mi ha consigliato Davide Longo “stimato” dai critici e soprattutto considerato dai librati un autore dal buon successo editoriale.
Mi dispiace per la mia libraria, ma stavolta il suo sincero quanto appassionato consiglio è stato “sprecato” .
“Il caso Bramard” non è un brutto romanzo, ma bensì “anonimo”
È un noir scritto con uno stile asciutto, essenziale, lineare, ma purtroppo rivelatosi complessivamente privo di mordente.
Davide Longo firma un classico noir o se preferite poliziesco muovendosi all’interno di un impianto narrativo piuttosto scontato e prevedibile.
Il lettore avverte chiara la sensazione di vivere un continuo e costante déjà-vu letterario inoltrandosi in una storia dove si alternano giallo ed aspetto intimistico del protagonista.
Passato e presente si muovono su due rette parallele , ma destinate ad incrociarsi in un finale sì spiazzante , ma preparato in modo frettoloso e poco coerente e funzionale con quanto letto in precedenza
Ci troviamo davanti ad un intreccio drammaturgico “vecchio” già in partenza , evidenziando come l’autore non sia stato all’altezza di rinnovare o comunque adattare alle proprie esigenze creativa fallendo così l’obiettivo più importante.
“Il Caso Bramard” è una lettura diretta, godibile quanto malinconia, ma raramente coinvolgente ed incisiva. Manca la “zampata” dell’autore che consenta di distinguersi ed elevarsi rispetto ad altri romanzi di genere.
Davide Longo sarà indubbiamente un autore apprezzato e le successive indagini di Corso Bramard avranno comprovati e convincenti elementi di pathos. Ma per noi il “caso Longo” si chiude qui con misto di noia e delusione.
Condivido, non ha convinto nemmeno me, ma…
ho amato la sua penna e mi sono dispiaciuta per la trama.
Se mai per errore restassero due ore da riempire, può capitare anche ai migliori, proverei con “Le bestie giovani”. C’è quel qualcosa che non ho trovato in altri autori italiani delle stesso genere.
E poi cambiare idea…è un segno “distintivo”. 😉
Gentile Giusymar
La ringrazio per la suq gentile quanto preziosa riposta.
Annoto il suo consiglio letteraio per letture del 2022.
Auguri
Se poi si ricorda, mi farebbe piacere sapere se ne ha colto qualche spunto degno di interesse.
Ad essere sincero nella mia memoria è rimasto ben poco della lettura fatta. Il romanzo non mi tocco. Posso però dire che il passato luttuoso quanto tragico del protagonista fu un elemento narrativo /emotivo indubbiamente interessante.
A dire il vero il genere in questione per me è sinonimo di “passatempo”. Mi aiuta ad evadere senza sovraccaricarmi. Ma per fortuna siamo tutti diversi e non è assolutamente detto che quello che fa evadere me non annoi un altro lettore.