
“L’omicidio è denaro” è un romanzo scritto da Petros Markaris e pubblicato da La Nave di Teseo nel settembre 2020.
Sinossi:
In Grecia nessuno sembra occuparsi dei più poveri, di coloro che sono rimasti ai margini della società. Il vecchio militante di sinistra Lambros Zisis progetta così di far nascere il “movimento dei poveri”, perché la crisi non è finita: nonostante le bugie dei politici che raccontano di una ripresa degli investimenti, il mondo sta cambiando sempre più velocemente – tra il turismo mordi e fuggi che minaccia di svuotare Atene e gli immigrati che cercano in Europa un nuovo futuro – ma a pagare il conto sono sempre gli stessi. Eppure non è l’idealismo del suo vecchio amico Zisis a preoccupare il commissario Kostas Charitos – o almeno, non solo – quanto piuttosto i feroci omicidi di due investitori stranieri, uccisi a coltellate sulle note di una vecchia canzone popolare. Per trovare il colpevole, Charitos dovrà affrontare uno dei casi più difficili della sua carriera, indagando in una Atene sospesa tra speranza e disillusione, tra la bellezza immortale della sua storia e il caos dei nostri tempi.
Recensione:
Credo poco alle coincidenze nella vita, ma allo stesso tempo sono fortemente convinto che la letteratura sia capace d’ anticipare il futuro, raccontandone i cambiamenti epocali, le proteste e le esigenze più profonde di un popolo.
Da diversi anni sono diventato un fan del Maestro Markaris appassionandomi alle indagini del commissario Kostas Charitos.
Gli ultimi romanzi di Petros Markaris li ho definiti dei saggi socio /economici seppure siano stati “presentati” come romanzi gialli.
Markaris ha scelto coraggiosamente di raccontare, descrivere la Grecia post Troika, mettendo a nudo le fragilità e corruzione di un sistema politico più attento a soddisfare le richieste dei Paesi esteri piuttosto che occuparsi delle crescenti grida d’aiuto del popolo greco.
Corruzione, avidità, egoismo sono stati i “moventi” che hanno spinto “normali cittadini” a trasformarsi in feroci assassini.
La disperazione può spingere anche l’uomo più mite a covare desideri di vendetta.
In questo tragico 2020 stiamo leggendo, ascoltando come si siano drammaticamente mescolando due pandemie: quella sanitaria con quella economica.
Fatalmente collegate tra loro e paradossalmente contrapposte.
Quella sanitaria, si spera, possa avere una fine. Invece quella economica rischia d’essere realmente incontrollabile.
L’Europa, il mondo rischia di trovarsi un “esercito” di nuovi poveri, affamati, disperati, impensabili fino ad un anno fa
“L’omicidio è denaro” si basa narrativamente su queste amare e preoccupanti riflessioni, portando il lettore ancora in Grecia facendoli toccare con mano come il “risanamento “imposto dalla Troika abbia creato povertà e malcontento tra gli ex ceti medi.
Markaris punta il dito nei confronti di quei Paesi “speculatori” come la Cina, l’Arabia Saudita che hanno cominciato a fare “shopping” in Grecia acquistando isole, immobili, interi quartieri a prezzi stracciati, stravolgendo la precaria economia locale.
Un j’accuse forte e spietato rivolto all’attuale governo greco che per “amore” degli investimenti stranieri chiude gli occhi sulle modalità e tempistiche.
“L’omicidio è denaro” risulta però strutturalmente e narrativamente debole come thriller al traino della componente politica ed ideologica.
Un “limite” autoriale che Markaris paga alla lunga, lasciando scontento il fan puro del genere giallo.
È sicuramente interessante la “svolta creativa” di dare voce e spazio ad un personaggio storico il vecchio Zisis promotore del movimento dei poveri, ma non bastevole per colmare le criticità sopracitate.
“L’omicidio è denaro” è complessivamente una lettura godibile, avvolgente, piena di umanità, segnata da un realismo cinico quanto amato che solamente i grandi autori posseggono nelle vesti di attenti osservatori di una società malata ed involuta.
Petros Markaris se da una parte ci lancia un nuovo accorato appello all’unità contro la pandemia sociale imminente, dall’altra delude chi segue le indagini del Kostas Charitos anche solo per distrarsi da una realtà opprimente.
Il nostro modesto consiglio al Maestro è quello d’essere nel prossimo romanzo più giallista e meno sociologo.
Rivogliamo protagonista il vecchio Kostas Charitos!