“Mia suocera beve” è un romanzo scritto da Diego De Silva, pubblicato da Einaudi nel Dicembre 2010.
Sinossi:
Vincenzo Malinconico è un avvocato semi disoccupato, semi divorziato, semi felice. Ma soprattutto è un grandioso filosofo autodidatta, uno che mentre vive pensa, si distrae, insegue un’idea da niente facendola lievitare. E di deriva in deriva va lontano, con l’aria di sparare sciocchezze dice cose grosse sull’amore, la giustizia, il senso della vita.
Intorno a lui capitano eventi straordinari, ma più straordinari ancora sono i pensieri stravaganti e fuori luogo di cui ci mette a parte in tempo reale, facendoci ridere e riflettere, trascinandoci nella sua testa sgangherata e bellissima.
Al centro del romanzo questa volta c’è un sequestro di persona ripreso in diretta dalle telecamere di un supermercato. Ad averlo studiato ed eseguito è il mite ingegnere informatico che ha progettato il sistema di videosorveglianza. Il sequestrato è un boss della camorra che l’ingegnere considera responsabile della morte accidentale del suo unico figlio.
Il piano è d’impressionante efficacia: all’arrivo della televisione, l’ingegnere intende raccontare il suo dramma e processare in diretta il boss. La scena del sequestro diventa così il set di un tragicomico reality, con la folla e le forze dell’ordine che assistono impotenti allo «spettacolo».
La sola speranza d’impedire la tragedia è affidata, manco a dirlo, all’avvocato Vincenzo Malinconico, che l’ingegnere incontra casualmente nel supermercato e «nomina» difensore d’ufficio.
Malinconico, con la sua proverbiale irresolutezza, il suo naturale senso del ridicolo, la sua insopprimibile tendenza a rimuginare, uscire fuori tema, trovare il comico nel tragico, il suo riepilogare e riscrivere gli eventi recenti della sua vita privata (la crisi sentimentale con Alessandra Persiano, le incomprensioni dell’ex moglie e dei due figli, l’improvvisa malattia dell’ex suocera), riuscirà a sabotare il piano dell’ingegnere e forse anche quel gran pasticcio che è la sua vita.
Recensione:
Ho affrontato con il sorriso questo mio secondo appuntamento letterario con l’avvocato Vincenzo Malinconico mentre osservavo il mio Paese scivolare ora dopo ora nella più desolante quanto drammatica anarchia psicotica.
È stato un vero piacere leggere in che modo l” anti eroe” Malinconico abbia affrontato e risolto il sequestro e poi il processo mediatico messo in piedi da un padre desideroso d’avere giustizia per il proprio figlio ucciso “erroneamente” dalla camorra.
“Mi suocera beve” è una storia tragicomica in cui il lettore non avvertirà mai un brusco cambio dei toni e dello stile per merito di un impianto narrativo calibrato quanto attento nel dosare i toni e tempi del pathos e dell’emozione.
Una lettura divertente, brillante avendo allo stesso tempo una valenza sociopolitica nel dare il giusto risalto ad importanti e delicate tematiche quali malagiustizia e l’errato e grottesco utilizzo dei media.
Diego De Silva è riuscito a dare vita ad un personaggio in cui chi più o chi meno si identifica dovendo quotidianamente “lottare” o con una ex moglie, con l’indisciplina e poca comunicazione con i propri figli, sopravvivere ad un lavoro insoddisfacente e non ultimo casi estremi fare “da compagnia” alla suocera malata.
Vincenzo Malinconico è un filosofo, un cinico, un saggio, un povero cristo. Ogni lettore leggendo questo romanzo arriverà alla sua personale convinzione su questo personaggio davvero unico nelle sue contraddizioni e limiti, ma sempre mosso da un’umanità e senso di giustizia al punto d’essere amato e poi rimpianto dalle donne della sua turbolenta vita sentimentale.
Ora che più mai, state a casa, leggendo e sorridendo insieme all’amico Malinconico.