139) La società signorile di massa (Luca Ricolfi)

“La società signorile di massa” è un saggio scritto da Luca Ricolfi e pubblicato nell’ottobre 2019 da “La Nave di Teseo”

Sinossi:
Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un’infrastruttura di stampo para-schiavistico. Luca Ricolfi compone un ritratto senza alcun giudizio morale, per nulla ideologico ma chiaro e spietato. Un libro che pone alcune domande essenziali: l’Italia è un caso unico o anticipa quanto accadrà su larga scala in Occidente? E, soprattutto, qual è il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono?
Recensione:
“Signori si nasce non si diventa” recita un popolare proverbio.
Il grande Totò lo rese celebre con la consueta ironia “. ed io modestamente lo nacqui”.
Saggezza popolare ed ironia purtroppo non sono sufficienti a nascondere il preoccupante impatto sociologico, culturale, economico derivante dalla lettura del nuovo saggio del prof Luca Ricolfi.
“La società signorile di massa” fin dall’efficace quanto furbo titolo spinge il lettore ad immergersi in un testo tecnico, complesso quando scritto in modo chiaro, esaustivo e pieno di dati scientifici. considerazioni filosofiche, antropologiche e culturali.
“L’Italia è ferma”, “il nostro è un Paese a crescita zero”, “L’Italia è un paese vecchio e senza futuro”. Sono queste alcune delle frasi o se vogliamo “slogan” che sovente sentiamo pronunciate dal politico di turno nei talk show per accreditare la propria tesi denunciando le malefatte dell’avversario.
Ma al netto della propaganda politica, quanto di queste frasi sono vere. Siamo veramente un Paese fermo?
Luca Ricolfi conduce un ‘analisi rigorosa, approfondita e soprattutto scevra da qualsiasi interesse politico sull’involuzione sociale, arretramento culturale e decrescita economica che sta spingendo la nostra società verso il baratro economico e sociale.
“La società signorile di massa” è un arguto ossimoro nell’evidenziare come le nuove generazioni vivano erodendo “il tesoretto” accumulato dai nonni e padri senza preoccuparsi di produrre una fonte di reddito alternativa.
Ricolfi fotografa un Paese in cui i disoccupati sono in maggioranza rispetto ai lavoratori e con i primi che spendono e spandono in beni di lusso, vacanze e benefit incompatibili con il loro attuale status.
Viviamo un’insostenibile condizione da “giovin signore” sfruttando la manodopera straniera soprattutto d’origine extracomunitaria affidandogli le mansioni più umili e massacranti oltre che mal pagati.
“La società signorile di massa” è un preciso, ponderato, motivato j’accuse fondato sui numeri, elaborazioni statiche e confronti con altre nazioni europee.
Ricolfi con intelligenza, maestria e professionalità ci spiega, illustra, certifica come da tanti decenni ormai “Re sia nudo” nella totale incoscienza collettiva.
Impegnati esclusivamente a soddisfare il proprio egoismo e badi bene non individualismo perché in tal caso potrebbero, almeno, emergere dei talenti, personalità capaci di distinguersi e magari di produrre reddito e crescita.
Paradossalmente, chiosa Ricolfi, di fronte all’avanzare indiscriminato di questa società signorile di massa, i “veri “ricchi tendono a ritirarsi, a scomparire volendo evitare qualsiasi contatto con questa società fastidiosa e sovraesposta.
L’Italia è destinata ad affondare come il Titanic continuando su questo insano stile di vita e d’erosione del capitale primario. Ma anziché ascoltare le note di una malinconica orchestra su un ponte, al massimo dovremmo accontentarci di una suoneria di un costoso cellulare d’ultima generazione.

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