“Seguimi ” è un film di Claudio Sestieri. Con Angélique Cavallari, Maya Murofushi, Pier Giorgio Bellocchio, Antonia Liskova, Josè Maria Blanco. Drammatico, 90′. Italia, Spagna 2017
Sinossi:
Marta è un’ex tuffatrice professionista. Un infortunio la costringe a rinunciare alla carriera e tornare nella casa di famiglia, a Matera, dove deve affrontare la morte del padre artista. Nel paese vive anche un altro pittore, Sebastian, e la sua modella giapponese che ama raffigurare in pose estreme che attirano inevitabilmente l’attenzione di Marta. La ragazza rimane così impressionata da queste opere da aprire le porte della sua abitazione alla modella ed iniziare con lei una relazione simbiotica ed a tratti inquietante. L’arrivo della sorella nella casa stravolgerà gli equilibri e porterà a galla vecchi traumi.
Recensione :
Chi mi ama mi segua, era il controverso quanto efficace slogan dello spot ideato nel 1973 da Oliviero Toscani per una nota marca di jeans, rimasto indelebile nella storia della pubblicità.
Parafrasando il genio di Toscani e non volendo mancare di rispetto né al regista Claudio Sestieri né alle Sacre Scritture, lo slogan più azzeccato per lanciare il film “Seguimi” potrebbe essere una cosa del tipo: Seguimi pure al cinema, ma poi ognuno per la sua strada!
È sempre difficile per il sottoscritto trovare le parole giuste per raccontare una pellicola fuori dagli schemi narrativi, stilistici e registici del nostro cinema, evitando di far prevalere il gusto personale e i limiti culturali da spettatore medio a discapito della doverosa e necessaria apertura mentale di un critico cinematografico.
Claudio Sestieri compie una scelta coraggiosa e rischiosa, con questo film, ovvero cercare di rivolgersi a una fetta di pubblico colta ed esigente, che non sempre affolla le sale. E allora mi sembra giusto dare la parola proprio al regista, che così si è espresso in conferenza stampa.
“Seguimi può essere considerato più un mistery che un thriller, una sorta di versione hard del mio primo film, Dolce Assenza (1984). Dopo aver scritto numerose versioni della sceneggiatura, abbiamo deciso di costruire una storia dove si fondessero cinema autoriale e cinema di genere, sforzandoci di creare le condizioni affinché lo spettatore potesse vivere un’esperienza sensoriale, emotiva ed esistenziale oltre a seguire l’intreccio narrativo”. continua su
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