144. Le luci nelle case degli altri (Chiara Gamberale) – Leone,Donne e congiure (Beniamino Baldacci)

gamberale

“Le luci nelle case degli altri” è un libro scritto da Chiara Gamberale e pubblicato dalla Mondadori nel 2010
Il nostro è un Paese particolare, umorale, vecchio e in larga parte tradizionalista.
L’idea di famiglia ideale è cambiata, mutata nel corso degli anni. Il “dogma”: una famiglia è formata da papà mamma e figlio non esiste più.
Anche nel profondo Sud parole come:divorzio, convivenza, famiglia allargata sono entrati nel vocabolario comune dell’uomo della strada più bigotto.
“Le luci nelle case degli altri”è’ il secondo libro che leggo di Chiara Gamberale, volto noto di radio e giornali, ma fino allo scorso dicembre non ne conoscevo le doti di scrittrice e così dopo aver letto, incuriosito dal titolo, la sua ultima fatica letteraria”Per 10 minuti”,rimastone favorevolmente colpito ho voluto darle una seconda chance.
Chiara Gamberale si è confermata scrittrice interessante e stimolante con uno stile vivace, ma nello stesso riflessivo e malinconico.
Con questo romanzo l’autrice affronta il tema della famiglia e del rapporto con i genitori con delicatezza e profondità evitando di cadere nella retorica e dando al lettore una prospettiva nuova e soprattutto più adeguata alla società in cui viviamo. La protagonista della storia è la piccola Mandorla, bambina timida e riflessiva, rimasta orfana dopo l’improvvisa morte in un incidente stradale della madre Maria, amministratrice di un condominio a Roma.

Il futuro di Mandorla viene stabilito in una surreale e divertente riunione di condominio quando viene letta una lettera della madre, in cui rivela che il padre della bimba è uno degli inquilini dello stabile. Lo stupore e il panico ovviamente travolge tutti. Il timore di effettuare il test del DNA e di scoprire la verità spaventa e così spinge i condomini a sigillare uno “stravagante patto”: tutti insieme avrebbero cresciuto Mandorla e fattole da genitori.
Così la stessa Mandorla rinchiusa in cella, per una sconosciuta accusa, porta il lettore nel suo mondo raccontandoci la sua famiglia allargata.
Conosciamo al primo piano la vecchia maestra Tina Polidoro che per combattere la solitudine si intrattiene di sera con vecchi e cari amici immaginari.
Al secondo piano invece ci sono Samuele e Caterina Grò con il piccolo Lars. Il primo è un aspirante regista, la seconda un’avvocatessa divorzista. Una coppia che cerca di tenere insieme i cocci di un rapporto ogni giorno più logoro.
Al terzo piano invece scopriamo la coppia gay composta da Paolo e Michelangelo, innamorati e orgogliosi e desiderosi di essere considerarsi come una famiglia.
Al quarto piano invece abbiamo Lidia e Lorenzo con il cane Efexor, una coppia che dimostra il proprio amore litigando continuamente.
Infine al quinto piano il lettore fa la conoscenza della Famiglia Barilla:l’ingegnere, la signora Carmela e i figli Giulia e Matteo, molto vicina, in apparenza, alla Famiglia Mulino Bianco.
I vari personaggi sono ben descritti e raccontati con le loro sfumature e caratteri attraverso gli occhi ingenui e l’ironia della protagonista.
Mandorla così per 10 anni passa da un piano all’altro, crescendo, innamorandosi prima di Matteo e poi del rude Palomo, portando e crescendo con lei l’interrogativo sull’identità del padre, dopo che il segreto patto condominale è stato svelato causa un tradimento coniugale.
Durante la notte in cella, Mandorla si racconta e soprattutto prende coscienza di sé e di cosa sia veramente importante nella vita. Quanto non sia un esame del DNA a stabilire l’ affetto e la vera conoscenza dei genitori e come sia necessario prenderne le distanze per crescere e camminare con le proprie gambe.
Il finale è convincente ed emozionante e strappa anche un sorriso amaro quando sviene svelata l’identità del padre di Mandorla, con la voce della stessa madre che rievoca la famosa notte all’ex lavatoio.
“Le luci nelle case degli altri” è consigliato a chi ha ancora una visione “tradizionalista” della famiglia e e a quei figli che hanno un rapporto complesso e spesso conflittuale con i genitori, per entrambi è un opportunità per cambiare prospettiva.

Vittorio De Agrò presenta “Essere Melvin”:http://www.lulu.com/spotlight/melvin2

 

“Leone, Donne e congiure” è un libro scritto da Beniamino Baldacci e pubblicato lo scorso dicembre da “Il Cerchio-iniziative editoriali” e acquistabile su amazon, libreriauniversitaria e nelle librerie Arion.
Non amo molto, lo confesso, i libri di carattere storico, ancora di meno quelli di sfondo religioso con i Papi protagonisti. Pur essendo credente, nonostante il disappunto e i continui rimproveri della mia amica Flavia, io e il Vaticano siamo da anni lontani e sono solito passare le mie Domeniche in maniera più interessante che in una Chiesa.
Così quando ho avuto tra le mani il libro del Dottor Baldacci, stimato medico ed esordiente scrittore, ho avuto un iniziale smarrimento. Leggendo già il titolo, temevo di dovermi sorbire la storia di un Papa e affini. Invece iniziando a leggere i miei pregiudizi sono stati spazzati via velocemente. Se avete amato Dan Brown, questo libro non potrà mancare nelle vostre librerie.
Baldacci porta il lettore per mano dentro un’ epoca lontana e misteriosa, dove storie di religione,congiure e cavalieri si fondono e mescolano. I vari personaggi si alternano sulla scena trascinando il lettore in vari intrighi e in’emozionanti e incessanti cambi di scena.
L’autore si rivela per prima cosa un fine e appassionato storico, riuscendo a scrivere e descrivere con scrupolo e precisione l’ambiente in cui si muovono i protagonisti. Il suo stile non è mai didascalico o noioso, riuscendo a tenere sempre viva l’attenzione e l’interesse del lettore.
Le figure femminili sono , a sorpresa, centrali nel racconto, descritte come coraggiose e valorose guerriere pronte all’estremo sacrifico per difendere il loro Papa da pericolosi nemici che tramano nell’ ombra in una Roma affascinante e oscura.
Il lettore così si trova a leggere contemporaneamente un thriller, un romanzo storico e una spy story tutti ben mescolati e distribuiti nelle pagine.
L’esordio di Baldacci è sicuramente positivo e smentisce la vulgata per cui i medici possano solo aspirare a scrivere ricette e al massimo ricerche su riviste specializzate.

baldacci

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