“Noi 4” è un film scritto e diretto da Francesco Bruni, prodotto da Beppe Caschetto e Rai Cinema e distribuito dalla 01 Distribution.
Il cast è composto da: Fabrizio Gifuni, Ksenia Rappoport, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci,Milena Vukotic e Raffaella Lebbroni.
Tutto cambia, tutto muta. Siamo sempre di corsa e alla continua ricerca di qualcosa.
Un tempo la famiglia era il porto dove potevamo attraccare sereni e riposare dopo le battaglie del quotidiano.
In famiglia si lavavano i panni sporchi e all’esterno si doveva mostrare solidità e serenità.
Un tempo c’era la famiglia del Mulino Bianco a rassicurarci.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, la caduta più fragorosa è quella della Famiglia.
Ho avuto una famiglia tradizionale e per molti versi conservatrice e per altri “liberale”.
Ho fatto tanti pranzi e cene di famiglia, ma parlavamo pochissimo.
La mia è stata una famiglia incapace di comunicare e fondata sulla nevrosi di mio padre e sulle ansie e rigidità di mia madre.
Ormai la famiglia anni 80 è considerata un “clichè” superato e fastidioso dagli stessi pubblicitari ed autori.
Francesco Bruni, dopo “Scialla” con “Noi4” ci racconta la sua idea di Famiglia 2.0.
Seguiamo in calda giornata d’estate romana le vicende dei quattro protagonisti, divisi, ma legati dall’affetto.
Ettore(Gifuni) è un padre “lavativo” e felice d’esserlo. Lara(Rappoport) è una madre, ma anche una ingegnere stressata. Emma(Guidone) e Giacomo(Bracci) sono i due figli, la prima con il sogno d’essere attrice, il secondo alle prese con l’esame di terza media , ma soprattutto alla ricerca del coraggio necessario per dichiararsi al suo primo amore.
Funziona e convince la coppia “separata” Gifuni-Rappoport. Sono credibili e trasmettano con efficacia allo spettatore lo status di una coppia che pur amandosi ancora, non possono più coesistere.
Gifuni, per la prima volta, in un ruolo meno “gessato” riesce a dare profondità al personaggio ed avere tempi e dimensione cinematografica.
Bella e brava la Rappoport, piace e convince nel difficile ruolo di madre e lavoratrice. Bravo Bracci, da rivedere invece la Guidone.
Adeguati e all’altezza nei ruoli di sostegno la Vutokic e la Labbroni.
La sceneggiatura non convince fino in fondo, manca di mordente ed incisività.
I dialoghi sono spesso banali e ripetitivi. Bruni non riesce in questo seconda regia a mantenere la freschezza e l’originalità di Scialla.
Ancora una volta Roma è coprotagonista del film. Se nella “La Grande Bellezza,”però, era una Roma notturna, decadente, dormiente, qui è solare, caotica, viva. Un altro esempio di buona fotografia.
Il finale di “Noi 4” è amaro se visto con occhi tradizionalisti ed conservatori, ma se abbiamo accettato la fine del Mulino Bianco, possiamo anche accettare, con malinconia, che nel 2014 si può essere famiglia anche se distanti e lontani.
Vittorio De Agrò presenta “Essere Melvin”
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