Quando a scuola studiai“il sabato del villaggio” di Leopardi, più che il pessimismo cosmico dell’autore, ricordo che mi colpii l’avvertimento che c’era la righe del testo “Goditela finchè puoi, perché poi sarà tutto un sospirare e un ricordare”. Ma all’epoca ero giovane, magro e con i capelli ed il mio sabato era scandito dal pallone e dalle partite a Villa Borghese. La mia attesa settimanale era rivolta se fossi riuscito a trovare altri ragazzi con cui giocare.
Una volta terminato “il tempo delle mele”, il mio sabato si è trasformato nell’attesa del proprietario terriero: fare i conti della settimana e capire se le mie arance fossero di qualità e potessero interessare i commercianti.
Adesso il mio sabato è come quella della vecchietta, che guarda gli altri divertirsi, solo che io sono anche nevrotico e rompicoglioni.
Così ieri pomeriggio io e la mia panza da cummenda siamo andati a vedere “Supercondiacro” un film scritto, diretto ed interpretato da Dany Boon e con Kad Mérad.
La coppia d’oro del cinema francese Boon-Merad, si riunisce dopo sei anni il successo d”Benvenuti al Nord” con un risultati in chiaro oscuro.
Boon con bravura e ironia ci racconta con il suo personaggio “Romain Faubert”, quarantenne scapolo, la vita e le “fobie” di un ipocondriaco.
Lo spettatore nella prima parte del film ride e si appassiona e in parte si immedesima alla vicende del protagonista. Tutti noi, abbiamo almeno una mania o una fobia che ci condiziona la vita
La vita di Faubert è segnata dalle sue fobie. È’ un uomo solo e circondato dalle medicine.
Il suo medico curante ed unico amico Dimitri Zvenka(Merad) cerca in tutti i modi di scuoterlo e di fargli vivere una vita piena, magari trovando il vero amore.
I tentativi di Faubert di trovare una compagna, sono esilaranti e nello stesso tempo amari.
Le fobie sono spesso invalidanti e non ti permettono una vita di relazione.
Il film perde d’interesse e incisività quando con l’arrivo della sorella di Dimitri, Anna, giovane idealista impegnata in politica, vuole diventare una commedia romantica.
Per una serie di equivoci, Fuabert viene scambiato dalla polizia francese e da Anna per Anton Miroslav,leader dell’opposizione al regime del piccolo Tcherkistan.
La sceneggiatura è nel complesso confusa, banale e scontata. Il mix di romanticismo e pseudo azione non convince lo spettatore.
I dialoghi se nella prima parte sono frizzanti, nella seconda parte annoiano.
Il finale anche se scontato e prevedibile, dà una speranza a chi soffre di fobie e manie, se si ha il coraggio d’affrontarle si possono vincere ed avere una vita vera, anche grazie all’amore.
Tornato a casa, riflettendo se anche un vecchio arnese nevrotico possa trovare l’amore e la serenità ero rassegnato a vedere in TV Antonella Clerici e Maria De Filippi, quando per curiosità ho cominciato a guardare “il sesto senso” su Rai Tre. Un programma ideato e condotto dallo scrittore Donato Carrisi. Giunto alla terza puntata, sta già riscuotendo un ottimo consenso di critica e di pubblico specialmente sui social network.
Il programma punta a fare un viaggio nella”psiche” dell’uomo e di come la mente umana funzioni e come compia le sue scelte.
Carrisi si è rivelato , un ottimo conduttore. Il suo è uno stile asciutto, ma inteso e coinvolgente.
I testi sono bene scritti ed interessanti. La puntata di ieri, ad esempio, era incentrata sull’infedeltà e sulle donne serial killer. Gli autori mostrano d’avere talento e soprattutto creatività.
Mentre guardavo la puntata, da vecchio arnese romantico, ma orgogliosamente Signorino, riflettevo come le donne, siano più brave degli uomini, ma anche nel vendicarsi.
Starò anche più attento agli inviti a cena delle mie amiche.
Da ieri sera, dopo il sesto senso, fidanzarsi è un atto di coraggio e di follia più che d’amore.
Non so come Leopardi descriverebbe il sabato di un vecchio arnese nevrotico, ma sono certo che anche “un pessimista” rimarrebbe affascinato dal “Sesto Senso”, un programma che rende il tuo sabato sera, meno scontato e prevedibile.
Vittorio De Agrò presenta “Essere Melvin”
E-book :
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Cartaceo
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