22. Essere più pazienti di Giobbe – Parte II

– Nulla, Dottore, ma dopo averla osservata per tante ore cominciavo a capirne un po’ il carattere. Giocava a fare la primadonna con i tecnici, si lamentava con il regista, scherzava con i colleghi attori. Insomma era una ragazza capricciosa ma nello stesso tempo molto furba e scaltra. Faceva la piccola indiana con tutti tranne che con i bambini: con loro era se stessa. Ci giocava felice e li abbracciava. Più di una volta avevo notato come era contenta quando i piccoli fan la circondavano. Questa cosa mi colpì. Sarà una brava mamma un giorno, pensavo. La sera del secondo giorno ero prossimo a mollare, sul forum facevo postare dal presidente i miei riassunti delle giornate e le foto. Avevo promesso a me stesso e all’Oscuro che non avrei scritto più nulla se non avessi strappato l’intervista alla piccola indiana. All’improvviso apparve il suo nickname. Come sempre si creò il panico sul forum. Tutti gli utenti la salutavano nella sezione di competenza tentando di essere divertenti e di attirarne l’attenzione. Stanco e nauseato, continuavo a inviare le foto al presidente tramite messenger. Poi avvenne l’imprevedibile. L’Aspirante scrisse: “Un saluto a tutti, in particolar modo a Melvin. Ormai è diventato uno di noi. A esser sinceri dopo un iniziale imbarazzo e apprensione da parte della produzione, ha saputo conquistare la fiducia di tutti. È silenzioso, educato e dà del lei a tutti, ma proprio a tutti. Anche se lui ancora non lo sa ormai fa parte della grande famiglia di Qualcosa è cambiato”. Dottore, ha presente il panico? Quelle parole crearono il finimondo sul forum. Gli utenti erano increduli, cercavano di spostare l’argomento altrove. L’Oscuro e lo staff erano attoniti. Provarono a ironizzare sulla frase dell’Aspirante. La Piccola Indiana, non paga, continuò: “Melvin è davvero un personaggio, dovreste conoscerlo”. L’eruzione dell’Etna avrebbe fatto meno danni. La Piccola Indiana mi aveva “umiliato” pubblicamente facendomi diventare oggetto di scherno e di derisione da parte dell’Oscuro e degli altri utenti non si sa per quante serate, almeno io la vedevo così. Il Presidente mi spingeva a replicare ma non volli, con l’Aspirante me la sarei vista il giorno dopo. Passato l’uragano, tutti mi chiesero cosa mai avessi fatto per meritarmi “questi elogi”. Io stesso, stupito, rispondevo serafico: “Nulla, aspetto. Sono diventato più paziente di Giobbe”. Fu una serata strana, Dottore. Con quelle parole l’Aspirante  mi aveva dato un’importanza eccessiva. Da quel giorno ricordo che tutti cambiarono opinione su di me. Mi guardavano con stupore e un po’ di invidia. Una miscela che sarebbe diventata esplosiva nel corso del tempo.
– Mel, tu tendi a vedere le cose solo dal tuo punto di vista. Hai una visione della vita e della realtà piuttosto rigida. Cosa successe il giorno dopo sul set?
– Il giorno dopo mi presentati sul set con un po’ di ritardo. La Piccola Indiana stava per completare le sue scene. Ci guardammo da lontano, fu una situazione strana,  io provai a fare la faccia arrabbiata muovendo il bastone in aria e lei mi rispose con un sorriso disarmante. Il mio cuore stava ricominciando a battere, ero stupito da come la realtà stesse superando la mia fantasia. Immerso come ero nei miei pensieri, non compresi che l’Aspirante era fuggita via. Rimasi tutto il giorno sul set, disperandomi per la mancata intervista. Feci amicizia con Cesare, il suo autista, era un bravo ragazzo. Intuivo che tra loro ci fosse qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro. Ovviamente non feci domande, ascoltavo i suoi discorsi sulla vita del set, sognava di fare lo sceneggiatore. Gli stessi attori mi guardavano sornioni e un po’ stupiti, probabilmente non erano abituati a non essere al centro delle attenzioni. Conobbi pure l’aiuto regista. Non ho mai saputo il suo nome. Appariva burbero, infastidito dai fan e dal caos. Per me divenne il Grillo Parlante. Scambiavamo ogni tanto qualche parola. Mi guardava e attaccava: “Ma mi spieghi perché vai in giro con un bastone? Che motivo ne hai?”. Gli sorridevo e mormoravo: “Ognuno ha la propria storia. Se le do fastidio, mi sposto”. Lui se ne andava scuotendo la testa: “Mi danno fastidio le cazzate”. Alla fine della giornata, molto provato, stavo salutando come sempre i tecnici. Un attrezzista si avvicinò e mi domandò: “Scusami se te lo chiedo. Non sono affari miei. Ma perché hai bisogno del bastone?”. Gli risposi: “Perché ho un brutto male. Il bastone mi serve perché ogni tanto i dolori sono talmente forti che già camminare è uno sforzo. Lui sospirò: “Mi dispiace molto. Spero che stare qui con noi ti sia d’aiuto”. Gli risposi: “Non ha idea di quanto. Sono stati giorni bellissimi. Vi ringrazio tanto”. Dopo quella discussione, lasciai di corsa il set. Ero sconvolto da me stesso. Stavo perdendo il controllo. Non riuscivo a capire perché perseveravo con questa storia. Oggi, l’unica risposta che sono riuscito a trovare è che una parte di me si vergognava di passare giornate intere su un set a cazzeggiare. Non volevo sembrare agli occhi degli altri un perdigiorno. Il linfoma mi sembrava la scusa ideale. Mi creda, Dottore, ancora oggi vorrei sprofondare per tanta stupidità. L’intervista stava diventando un vero tarlo nella mia mente. Era diventata una questione di principio. Avevo saputo dal Grillo Parlante che il cast di Qualcosa è cambiato sarebbe stato presente a luglio al Roma Fiction Fest. Non sarei mancato all’appuntamento. Intanto, sul forum, si viveva un momento di stasi. L’Oscuro si divertiva a sfottermi per la mancata intervista. Io gli rispondevo serafico: “Caro mio, il tempo è galantuomo”. Comunque anche lui era incuriosito dal mio “personaggio” e insisteva per organizzare un incontro. Ero un po’ scettico e prendevo tempo. Alcuni lati del suo carattere non mi convincevano molto. Cercai d’allontanare il forum e l’Aspirante per qualche giorno dalla mia vita.
Avevo il matrimonio bis di Francesco alle porte. Mi aspettava la parte di testimone.

5 pensieri su “22. Essere più pazienti di Giobbe – Parte II

    • Gentile Manuela,Si l’Aspirante e “la piccola indiana” sono la stessa persona.Mi dispiace non essere stato chiaro. Nel corso della storia l’Aspirante e gli altri personaggi saranno chiamati con sopranomi differenti. Il flusso dei ricordi condiziona la mia penna. Mettetevi comodi ,il viaggio è appena iniziato

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