1. Il peso delle parole

“Sei un coglione. Con questo mondo hai chiuso. La prossima volta le cazzate dille più piccole”.
“La spazzatura buttala tu per favore, tuo cugino è un Dottore”.
“Sei anormale. Io ti ho creato e io ti distruggo”.
“Ti ho fatto promuovere, ora mi devi qualcosa”.
“Cosa esci con i maschi! Stai a casa”.
“Come pensi di farti una famiglia se non studi?”.
“Sei un eterno indeciso”.
“Mi dispiace ma non hai denunciato il fatto. Ti sei dimostrato inadeguato per fare il corso di caporale”.
“Ho sbagliato, ti dovevo rimandare in italiano. Rimedierò”.
“Se non ti fai curare, impedirò a mia figlia di frequentarti. Se continui su questa strada, avrai danni neurologici e sarà un inferno”.
“Ti auguro di trovare una donna che vale la metà di tua madre. Solo lei poteva sopportare un nevrastenico come me”.
“Sei uno zero. Non vali nulla”.
“Non studierà mai e si mangerà ogni cosa”.
“Non capisci che i soldi di papà non sono eterni? Tu cosa pensi di fare?”.
“Sei immaturo. Ma quando cresci? Vai dallo psicologo”.
Potrei continuare all’infinito.
La mia vita è stata così.
Tutti hanno sentito il bisogno di spendere una parola carina nei miei confronti.
Ho sempre pensato che le parole feriscono molto più di una spada.
Ho giocato con le parole per tanto tempo.
Ho mentito per tanto tempo.
Ho inventato una vita.
Ho pensato di gestire la mia stranezza.
Sono caduto tante volte e mi sono rialzato.
Immaginate di essere felici e poi di dimenticarlo.
Ricordare e soffrire.
Essere tormentati dai sensi di colpa e dalla vergogna.
La vita è una fiction.
Ogni giorno viene scritta una pagina di un copione.
Sono morto il 31 luglio del 2009.
Ho visto l’inferno.
Ho lottato con il vuoto.
Ho parlato con i miei pensieri.
Sono tornato per raccontarvi la mia storia.
Sono tornato per il mio orgoglio ferito.
Sono tornato affinché altri non facciano i miei stessi errori.
Sono tornato e qualcuno forse comincerà a preoccuparsi.
Sono Melvin.
Preparatevi a fare un viaggio.
La mente dà e toglie.
Mettetevi comodi.

16 pensieri su “1. Il peso delle parole

  1. mmm com’è che la metà di quelle frasi spesso e volentieri le ho sentite anche io!??
    Vai , invertiamo il trend! Vedrai che le parole cominceranno ad avere un peso diverso!!

  2. è un inizio promettente, mi piace.

    Se ho capito bene, si tratta del “canovaccio”, la traccia del racconto che hai intenzione di sviluppare in seguito.

    Lo trovo un prologo originale.

    • Gentile Signora Orsa,la ringrazio per il suo sostegno.Il peso delle parole e’ il manifesto del Ritorno di melvin.
      Vengono illustrate tutte le tappe della vita del protagonista.Seguiranno spero tanti post e varie categorie.Continui a seguirci.

  3. lo trovo interessante perchè rispecchia la vita di tante persone. Melvin ha avuto il coraggio di metterlo nero su bianco, coraggioso davvero!

  4. alcune risposte “cattive” le hom avute anch’io “ma buttati nel fiume” mia madre
    “non ci riuscirai mai” mio fratello quando aprii una attività commerciale
    e via dicendo.. ma io li perdono , e così dovresti fare tu , andar avanti nostante tutto
    anche s e tutto è contro di te, a volte la chiave che apre il portone è l’ultima del mazzo

  5. caro mauro, le persone che hanno usato quelle parole, sono state”sconfitte” dal Tempo galantuomo.
    Io le ho rievocate affinche’ si capisca quante parole possono essere violente ed dolorose a volte piu’ della violenza fisica.
    Io perdono ma non dimentico Mauro..

    • anch’io le ricordo , il passato non ci dovrebbe condizionare è il presente che è importante
      e il futuro non ci è dato di conoscerlo ma solo di prepararlo nella migliore delle ipotesi

      • Caro Mauro, io penso che capire il passato ci consenta d’affrontare il presente e di costruire il futuro.
        Il ritorno di melvin oltre ad essere un esercizio terapeutico, mi e’ servito anche a questo.

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